RIFIUTI CONTENENTI O CONTAMINATI DA INQUINANTI ORGANICI PERSISTENTI: CRITICITÀ ED INDICAZIONI PER UNA GESTIONE REALMENTE SOSTENIBILE - Amazon S3
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RIFIUTI CONTENENTI O CONTAMINATI DA INQUINANTI ORGANICI PERSISTENTI: CRITICITÀ ED INDICAZIONI PER UNA GESTIONE REALMENTE SOSTENIBILE E. BEMPORAD*, P. NAPOLITANO*, A. LEDDA* *INAIL Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti, Prodotti ed Insediamenti Antropici (DIT), via Roberto Ferruzzi 38/40, 00143 Roma, Italy SOMMARIO: Le caratteristiche di tossicità e “globalità” degli inquinanti organici persistenti o POP hanno comportato la necessità di istituire un quadro regolamentare internazionale anche per i rifiuti consistenti, contenenti o contaminati da POP (POP waste), recepito a livello europeo nel Regolamento CE n.850/2004. La Conferenza delle Parti (COP) attualmente in corso, in sinergia per tre Convenzioni internazionali (Basilea, Stoccolma e Rotterdam) ha approvato sei linee guida tecniche per la gestione sicura dei POP waste, in virtù delle ultime implementazioni degli allegati della Convenzione di Stoccolma sui POP. Una delle criticità affrontate dalla Tripla COP è stata proprio la necessità di una maggiore collaborazione tra le Convenzioni, particolarmente sentita a livello UE in considerazione del Piano di Azione UE sull’economia circolare (COM(2015) 614 final). In quest’ottica un aspetto delicato delle linee guida tecniche sui POP waste è costituito dalla definizione del valore di concentrazione al di sotto del quale i rifiuti non presentano più le caratteristiche tipiche di questo tipo di inquinanti. Il presente lavoro, dopo una premessa sulle implementazioni e modifiche che il Regolamento CE n.850/2004 ha subito in questi ultimi anni, ne sintetizza le disposizioni relative ai rifiuti e descrive gli ultimi sviluppi avvenuti in seno alla tripla COP, con particolare riferimento al suddetto limite di concentrazione. Si introducono quindi i criteri per la determinazione di tale limite e si discutono alcuni dei valori proposti ed approvati alla tripla COP. Seguono infine una serie di considerazioni sulla necessità ed efficacia di tali limiti rispetto a quanto previsto dalla normativa sui rifiuti sia europea che italiana. Il lavoro pur riconoscendo l’importanza dell’applicazione dei limiti di concentrazione per i POP waste, conclude sull’insufficienza degli stessi nel conciliare gli obiettivi delle Convenzioni di Basilea e Stoccolma con quelli dell’economia circolare ed evidenzia la necessità di affiancarla a strategie che incoraggino l’applicazione delle migliori tecniche di prevenzione e tecnologie pulite disponibili, l’inclusione di tutte le componenti del rischio associate ai rifiuti contenenti o contaminati da POP e note, ed infine il perseguimento di un maggior coordinamento tra i diversi ambiti, in particolare quello dei rifiuti e quello della gestione di sostanze e processi chimici. 1. INTRODUZIONE Gli inquinanti organici persistenti o POPs (Persistent Organic Pollutants) sono sostanze organiche alogenate con proprietà tossiche e nota o sospetta interferenza endocrina, soggette a Proceedings Sardinia 2017 / Sixteenth International Waste Management and Landfill Symposium/ 2 - 6 October 2017 S. Margherita di Pula, Cagliari, Italy / © 2017 by CISA Publisher, Italy
Sardinia 2017 / Sixteenth International Waste Management and Landfill Symposium / 2 - 6 October 2017 trasporto e deposizione a livello globale, resistenti alla degradazione, che bioaccumulano e biomagnificano lungo la catena alimentare e dunque particolarmente nocive per la salute umana e per l’ambiente, sia in situ che a lunga distanza. In considerazione delle loro caratteristiche di pericolosità e tossicità, quindi, si è reso necessario istituire un quadro regolamentare a livello internazionale finalizzato a proteggere la salute umana e l'ambiente da tali inquinanti minimizzandone la diffusione nell’ambiente. Nell’ambito delle sinergie tra le Convenzioni internazionali di Basilea sul controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi e sul loro smaltimento, e di Stoccolma sui POP, è prevista l’elaborazione e l’aggiornamento di Linee Guida Tecniche o TG (Technical Guidelines), generali e specifiche, per una gestione dei rifiuti contenenti o contaminati da POP o “POP waste” compatibile con la salute umana e l’ambiente (Environmentally Sound Management o ESM). Il Dit dell’Inail partecipa da alcuni anni, in supporto al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, allo “Small Intersessional Working Group” per lo sviluppo delle TG. Le disposizioni delle due convenzioni di Basilea e di Stoccolma ed alcuni contenuti delle TG sono recepiti nella legislazione comunitaria. La Conferenza delle Parti o COP (Conference of Parts) recentemente svoltasi in sinergia per tre Convenzioni internazionali, tra cui quelle di Basilea e Stoccolma (tripla COP di Ginevra, dal 24 aprile al 5 maggio 2017), ha proposto l’approvazione di sei TG, tra nuove ed aggiornate, in virtù delle ultime implementazioni degli allegati della Convenzione di Stoccolma. Una delle criticità affrontata dalla tripla COP è stata la necessità di una maggiore collaborazione tra le Convenzioni di Basilea e di Stoccolma, particolarmente sentita, a livello europeo, in considerazione del Piano di Azione UE sull’economia circolare (COM(2015) 614 final) che impone un maggior coordinamento nella legislazione tra sostanze chimiche, prodotti e rifiuti per evitare che la “non armonizzazione” della direttiva rifiuti (WFD) rispetto al sistema di regolamentazione REACH-CLP che si applica a chemicals e prodotti, per quest’ultimi con alcune specificità, possa costituire un limite alla protezione della sicurezza e salute della popolazione e dei lavoratori. Ultimamente suscita infatti preoccupazione la presenza di POP, candidati POP e altre sostanze preoccupanti (SHC) o molto preoccupanti (SVHC) ai sensi del regolamento 1907/2006 o REACH, rilevata a livelli superiori al consentito in alcuni prodotti, per i quali è significativo il recupero di rifiuti nel ciclo produttivo, in coerenza con la legislazione sui rifiuti (es. RAEE, imballaggi, ecc.). Recentemente è inoltre emersa l’estesa contaminazione da POP di siti in paesi con economia in transizione od in sviluppo verso cui i POP waste sono frequentemente esportati, senza che vi corrisponda un’adeguata capacità di gestirli in sicurezza, anche a causa della negligenza dei controlli e la non adeguata implementazione delle Convenzioni (Weber et al., 2015, 2013). 2. IL REGOLAMENTO 850/2004 La Convenzione di Stoccolma sui POP, adottata nel maggio 2001 nell'ambito del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) di cui l'Unione europea e i suoi Stati membri sono parti dal 2004, è stata recepita nella legislazione dell'Unione dal regolamento (CE) n. 850/2004, unitamente alla Convenzione UNECE CLRTAP (Convention on Long-Range Transboundary Air Pollution) del Protocollo POP. Lo scopo del Regolamento è quello di tutelare la salute umana e l’ambiente dai POP per mezzo delle seguenti azioni:
Sardinia 2017 / Sixteenth International Waste Management and Landfill Symposium / 2 - 6 October 2017 − vietare, eliminare gradualmente e prima possibile o limitare la produzione, l’immissione in commercio e l’uso di sostanze soggette alla Convenzione di Stoccolma o al Protocollo POP; − ridurre al minimo ed in tempi brevi, ove possibile, in vista dell’eliminazione, il rilascio di queste sostanze; − istituire disposizioni concernenti i rifiuti costituiti da tali sostanze o che le contengono o che ne sono contaminati. L’articolo 5 del regolamento qualifica come rifiuti le scorte di POP o i preparati contenenti tali sostanze, di cui non sia consentito l'uso, e obbliga i detentori di scorte di sostanze di cui sono ancora consentiti la produzione e l'uso a notificarne entità e tipo alle autorità competenti degli Stati membri. L’articolo 7 prevede, inoltre, che i rifiuti costituiti, contenenti o contaminati da POPs siano smaltiti o recuperati con tempestività e conformemente all’Allegato V, in modo da garantire che il contenuto di POP sia distrutto o trasformato irreversibilmente, affinché i rifiuti residui e i rilasci non presentino alcuna caratteristica dei POP. L’Allegato V contempla esclusivamente quattro tipi di operazioni di smaltimento o recupero: − D9: trattamento fisico-chimico; − D10: incenerimento a terra; − R1: impiego principale come combustibile o come altro mezzo per produrre energia, eccetto i rifiuti contenenti PCB; − R4: riciclo/recupero dei metalli o dei composti metallici. È possibile derogare a questa prescrizione, purché il tenore dei POP che contaminano il rifiuto sia inferiore al valore limite di concentrazione stabilito nell’Allegato IV (Low POP Content o LPC), per la cui definizione si rimanda al seguente paragrafo 3. Altra possibilità di deroga è prevista per alcune tipologie di rifiuti pericolosi, elencate in Allegato V parte 2 purchè non si superino i valori limite di concentrazione massima ivi elencati. Per tali rifiuti è ammesso lo stoccaggio permanente in formazioni di roccia dura, sotterranee, sicure e profonde, miniere di sale o discarica per rifiuti pericolosi, alle seguenti condizioni: − i rifiuti siano solidificati o stabilizzati se tecnicamente fattibile, come previsto per la classificazione dei rifiuti al sottocapitolo 19 03 dell’elenco europeo dei rifiuti − si sia dimostrato il rispetto della direttiva 1999/31/CE (discariche) e della decisione 2003/33/CE (criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica), − si sia dimostrato che la decontaminazione non è conveniente e la distruzione o la trasformazione irreversibile eseguita secondo le migliori pratiche ambientali ovvero le migliori tecniche disponibili non rappresenta l’opzione preferibile sotto il profilo ambientale. L’operazione così autorizzata va notificata dallo Stato membro alla Commissione con le relative motivazioni. Il Regolamento è direttamente cogente in tutti gli Stati membri e, dalla sua emanazione ad oggi, ha subito ripetute modifiche ed implementazioni ed attualmente disciplina più di una ventina di sostanze o famiglie di sostanze riconosciute come POP dalla Convenzione di Stoccolma. I POPs attualmente presenti nella Convenzione e, a livello europeo, nel Regolamento CE 850/2004, sono rappresentati con le relative tempistiche di introduzione in Tabella 1. Nel corso della tripla COP sono state discusse ed adottate le TG generali aggiornate e cinque TG specifiche, di cui due nuove, per i rifiuti contenenti o contaminati da PeCP e HCBD, e tre aggiornate, per rifiuti contenenti o contaminati da POP prodotti non intenzionalmente (PCDD/PCDF, HCB, PCB, PeCB, cui sono stati aggiunti i PCN), per rifiuti contenenti o contaminati da PCB e affini (PCB, PCT, PBB, cui sono stati aggiunti i PCN) e per i rifiuti contenenti o contaminati dai pesticidi POP (Aldrin, α- e β-HCH, Clordano, Clordecone, Dieldrin, Endrin, Eptacloro, HCB, HCBD, Lindano, Mirex, PeCB, PFOS, Endosulfan tecnico ed isomeri correlati, cui sono stati aggiunti i PeCP), ovvero per i rifiuti contaminati dai POP riconosciuti dalla Convenzione di Stoccolma a partire dal 2015.
Sardinia 2017 / Sixteenth International Waste Management and Landfill Symposium / 2 - 6 October 2017 Tabella 1 POP attualmente regolamentati a livello internazionale ed europeo Convenzione Regolamento CE Deroghe uso Categoria Sostanza o miscela di Stoccolma 850/2004 e/o produz. DDT Aldrin Clordano Dieldrin dal 2004 dal 2004 Endrin Eptacloro NO Mirex Pesticidi Organo- Toxafene clorurati (OP) Esaclorocicloesano (HCH) α e β Reg. UE n. 757/2010 dal 2009 Lindano o γ-HCH dal 2004 Clordecone dal 2009 (solo Protocollo) Endosulfan dal 2011 Reg. UE n. 519/2012 SI* SI Pentaclorofenolo, suoi Sali ed ed Esteri (PeCP) dal 2015 (convenzione) Dicofol candidato Non ancora - Acido perfluorottano solfonoico, suoi Sali e Reg. UE n. 757/2010 SI derivati (PFOS) dal 2004 (solo Esabromobifenile (HBB) dal 2009 - Protocollo) Polibromodifenileteri o PBDE (dal Tetra-BDE Reg. UE n. 757/2010 SI all'Epta-BDE ) Prodotti Chimici Esabromociclododecano (HBCDD) dal 2013 Reg. UE n.293/2016 Industriali (IC) Esaclorobutadiene (HCBD) dal 2015 Reg. UE n. 519/2012 SI* Paraffine clorurate a catena corta C10-13 Reg. UE n. (SCCP) 2015/2030 Decabromodifeniletere (Deca-BDE o BDE-209) Candidati Acido pentadecafluoroottanoico (PFOA), sali e Non ancora - composti correlati Policlorodibenzodiossine e UB (Sottoprodotti Policlorodibenzofurani o PCDD/PCDF (17 - non intenzionali) dal 2004 Dal 2004 congeneri) Policlorobifenili (PCB) (209 congeneri) IC e UB Reg. UE n. 519/2012 SI* Policloronaftaleni (75 congeneri) § dal 2015 (solo Protocollo) Pentaclorobenzene (PeCB) dal 2009 OP, IC e UB Reg. UE n. 757/2010 NO Esaclorobenzene (HCB) dal 2004 *CON RESTRIZIONI (solo per articoli prodotti e/o messi in uso prima di una certa data e/o entro una data fissata) § la Convenzione li considera a partire dai dicloronaftaleni, il Regolamento include anche i monocloronaftaleni Inoltre sono state approvate azioni per un nuovo aggiornamento delle TG generali e di quelle specifiche per i POP di produzione non intenzionale e per i POP-BDE, oltre all’elaborazione di una nuova TG specifica per le SCCP, con riferimento alla candidatura in Convenzione di Stoccolma di quest’ultime, del Deca-BDE ed all’inserimento in allegato C alla Convenzione stessa (POP non intenzionali) del HCBD. L’aspetto principale delle TG con maggiori ricadute per la gestione dei POP waste, è rappresentato dal Low POP Content, di seguito affrontato. 3. IL LOW POP CONTENT LIMIT: VALORI VIGENTI E NUOVE PROPOSTE Il Low POP Content (LPC) rappresenta il valore al di sotto del quale i rifiuti non presentano più le caratteristiche tipiche di questo tipo di inquinanti, ovvero il valore al di sotto del quale si presume che non comportino più rischi per la salute umana e l’ambiente e quindi anche l’obiettivo per l’Environmentally Sound Management (ESM) degli stessi POP waste. 3.1 Criteri per la definizione I criteri previsti per la definizione del LPC in ambito internazionale, proposti e condivisi dai
Sardinia 2017 / Sixteenth International Waste Management and Landfill Symposium / 2 - 6 October 2017 diversi membri dello SIWG nel corso dell’aggiornamento delle TG generali effettuato nel 2014, sono i seguenti: a) potenziale analitico (LOQ, LOD, accuratezza, per diversi materiali e matrici); b) contaminazione ambientale di fondo (dati del monitoraggio internazionale su suolo, sedimenti, biota, acque ed atmosfera); c) potenziali impatti sulla salute associate con l’esposizone ai rifiuti contaminati; d) potenziali impatti ambientali; e) capacità di trattamento disponibile (tecnologie ESM); f) considerazioni economiche (fattibilità ed implicazioni sociali). Ulteriori considerazioni di cui si è tenuto conto sono (UNEP, 2014): 1) non tutti i fattori elencati hanno la stessa importanza; 2) il volume totale dei rifiuti e la concentrazione dei POP totali rientranti varieranno in funzione del valore stabilito (minore il LPC, maggiore il volume di rifiuti inclusi); 3) differenti flussi di rifiuti contaminate da POP non sono uguali in termini di impatti sulla salute e sull’ambiente; 4) per la gestione di rifiuti ad alto impatto (sulla salute umana o sull’ambiente) e flussi massivi di rifiuti con caratteristiche peculiari dovrebbe essere utilizzato un approccio conservativo; 5) l’incertezza e la mancanza di conoscenza e dati può avere influenza. Quest’ultime, di cui al punto 5), sono poi state inserite tra i criteri elencati nelle General TG che ad oggi sono quindi sette (UNEP, 2015, 2017). Nell’ambito del SIWG, con gli altri membri UE, si è operato attivamente perchè la definizione dei criteri nelle TG fosse sostanzialmente in linea con quella utilizzata dall’UE. In particolare l’UE ha considerato dei criteri per stabilire rispettivamente un limite inferiore ed un limite superiore per il valore del LPC, di seguito riportati (BiPro, 2005; Consortium ESWI, 2011): − Criteri di limite inferiore: 1. Potenziale analitico (LOQ) 2. Contaminazione ambientale di fondo 3. Capacità di recupero/smaltimento 4. Fattibilità economica − Criteri di limite superiore: 1. Principio di precauzione 2. Peggior scenario per rischi salute 3. Valori limite esistenti già stabiliti dall’UE 3.2 Proposte presentate e approvate alla Tripla COP del maggio 2017 e valori europei In tabella 2 sono riportati, unitamente alla classificazione UE armonizzata dei POP, il valore per il LPC stabilito dal regolamento CE n.850/2004 ed i valori proposti e recentemente approvati nella tripla COP (UNEP, 2017). La tabella include anche i candidati POP per cui non è ancora disponibile una bozza di TG, ma sono invece disponibili o proposti valori a livello europeo. Dal confronto emerge un non completo allineamento tra i valori del LPC proposti in ambito internazionale e quelli vigenti in UE. Una delle ragioni del disallineamento è rappresentata dalle differenti tempistiche con cui l’UE implementa il regolamento 850/2004, rispetto quelle per l’aggiornamento delle TG nell’ambito della Convenzioni, oltre al fatto che il regolamento copre anche la Convenzione UNECE CLRTAP del Protocollo POP e tiene conto anche degli sviluppi correlati al regolamento REACH, la cui applicazione sta incrementando la conoscenza sulle proprietà e gli effetti delle sostanze chimiche. L’UE ha effettivamente un ruolo significativo nella discussione dei LPC proposti e, nel corso della tripla COP, ha fortemente sostenuto i valori di LPC contenuti o in via di approvazione nel regolamento, ma si è anche dichiarata disponibile a considerare la possibilità di valori più bassi,
Sardinia 2017 / Sixteenth International Waste Management and Landfill Symposium / 2 - 6 October 2017 sulla base di evidenze tecnico-scientifiche che li supportino e della loro fattibilità tecnica ed economica, la possibilità di valori multipli ove almeno uno di questi sia previsto nel regolamento e ha ovviamente rimarcato l’opportunità di evitare l’adozione di valori superiori. Tabella 2 Classificazione POP, valori limite proposti in ambito internazionale e vigenti in UE LPC LPC in approvato Class.ne armonizzata UE (reg. CLP) o (in sua Class.ne reg. POP (proposto) assenza), notificata (ECHA, 2017) IARC 850/2004 in TG [mg/kg ] [mg/kg ] Acute Tox. 3* H301 Acute Tox. 3* H311 2A Aldrin Carc. 2 H351 STOT RE 1 H372 ** 50 50 (Monogr. 117, in prep.) Aquatic Acute 1 H400 Aquatic Chronic 1 H410 Carc. 2 H351 2B α-HCH, β-HCH Acute Tox. 3 H301 Acute Tox. 4* H312 (Suppl. 7, 1987) Aquatic Acute 1 H400 Aquatic Chronic 1 H410 50 come 50 come Acute Tox. 3* H301 Acute Tox. 4* H332 somma somma Acute Tox. 4 * H312 1 Lindano (γ-HCH) STOT RE 2* H373** Lact. H362 (Monogr. 113, in prep.) Aquatic Acute 1 H400 Aquatic Chronic 1 H410 Carc. 2 H351 2B Clordano Acute Tox. 4* H312 Acute Tox. 4* H302 50 50 (Monogr. 79, 2001) Aquatic Acute 1 H400 Aquatic Chronic 1 H410 Carc. 2 H351 2B Clordecone Acute Tox. 3* H311 Acute Tox. 3* H301 (Monogr. 20, Suppl. 7, 50 50 Aquatic Acute 1 H400 Aquatic Chronic 1 H410 1987) Carc. 2 H351 STOT RE 1 H372** 2A DDT Acute Tox. 3 * H301 50 50 (Monogr. 117, in prep.) Aquatic Acute 1 H400 Aquatic Chronic 1 H410 Carc. 2 H351 STOT RE 1 H372** 2A Dieldrin Acute Tox. 1 H310 Acute Tox. 3* H301 50 50 (Monogr. 117, in prep.) Aquatic Acute 1 H400 Aquatic Chronic 1 H410 Acute Tox. 2* H300 Acute Tox. 3* H311 3 (Monogr. 5, Suppl. 7, Endrin 50 50 Aquatic Acute 1 H400 Aquatic Chronic 1 H410 1987) PBB 2A (Monogr. 107, HBB H302 H312 H332 50 50 2016) 1000 Repr. 2 H361 100 o HBCD - (riesame Lact. H362 1000 20/4/2019) Acute Tox. 4 H302 Acute Tox. 4 H312 3 HCBD Skin Irrit. 2 H315 Skin Sens. 1 H317 (10 o) 100 100 (Monogr. 73, 1999) Acute Tox. 4 H332 Aquatic Acute 1 H400 Carc. 2 H351 STOT RE 2 H373** 2B Eptacloro Acute Tox. 3* H311 Acute Tox. 3* H301 50 50 (Monogr. 79, 2001) Aquatic Acute 1 H400 Aquatic Chronic 1 H410 STOT RE 2(*) H373(**) Lact. H362 - Penta-BDE (tecn.) 50 o 1000 1000 Aquatic Acute 1 H400 Aquatic Chronic 1 H410 come come Octa-BDE (tecn.) Repr. 1B H360Df PBB 2A (Monogr. 107, somma somma Altri POP-BDE varie autoclassif. (escluso Hepta-BDE) 2016) Carc. 1B H350 STOT RE 1 H372** 2B HCB 50 50 Aquatic Acute 1 H400 Aquatic Chronic 1 H410 (Monogr. 79, 2001) Carc. 2 H351 Repr. 2 H361fd Lact. H362 2B Mirex Acute Tox. 4(*) H312 Acute Tox. 4(*) H302 (Monogr. 20, Suppl. 7, 50 50 Aquatic Acute 1 H400 Aquatic Chronic 1 H410 1987) STOT RE 2* H373** 1 PCB 50 (o 10) 50 Aquatic Acute 1 H400 Aquatic Chronic 1 H410 (Monogr.107, 2016) Acute Tox. 1 H300 Eye Irrit. 2 H319 2,3,7,8-TCDD Aquatic Acute 1 H400 Aquatic Chronic 1 H410 1 Acute Tox. 1 H300 (Monographs 100F, 0,015 (o Eye Irrit. 2 H319 STOT SE 3 H335 (Lungs) 2012) 0,015 2,3,4,7,8-PeCDF 0,001) Carc. 1A H350 STOT RE 2 H373 (Oral) (TEQ) (TEQ) Aquatic Acute 1 H400 Aquatic Chronic 1 H410 3 Altri PCDD e PCDF - (Monogr. 69, 1997)
Sardinia 2017 / Sixteenth International Waste Management and Landfill Symposium / 2 - 6 October 2017 LPC LPC in approvato Class.ne armonizzata UE (reg. CLP) o (in sua Class.ne reg. POP (proposto) assenza), notificata (ECHA, 2017) IARC 850/2004 in TG [mg/kg ] [mg/kg ] Carc. 2 H351 Acute Tox. 2* H330 Acute Tox. 3* H311 1 PeCP Acute Tox. 3* H301 STOT SE 3 H335 (Monogr. 117, in prep.) Skin Irrit. 2 H315 Eye Irrit. 2 H319 Aquatic Acute 1 H400 Aquatic Chronic 1 H410 Acute Tox. 3* H301 Acute Tox. 3* H311 (1 o 10 o) (100) Skin Irrit. 2 H315 Eye Irrit. 2 H319 100 (o 1000) pentaclorofenolato di Acute Tox. 2* H330 PCP e loro Sali di sodio sodio STOT SE 3 H335 Carc. 2 H351 2B Aquatic Acute 1 H400 Aquatic Chronic 1 H410 (Monogr. 71, 1999) Altri sali ed esteri PeCP - PCN Aquatic Chronic 4 H413 Acute Tox. 4* H302 Acute Tox. 4* H312 - 10 (o 50) 10 PeCN Skin Irrit. H315 Eye Irrit. H318 Aquatic Acute 1 H400 Aquatic Chronic 1 H410 Flam. Sol. 1 H228 Acute Tox. 4* H302 PeCB - 50 50 Aquatic Acute 1 H400 Aquatic Chronic 1 H410 Perfluorooctane sulfonic acid (PFOS) Potassium Acute Tox. 4* H302 perfluoroctanesulfonate Acute Tox. 4* H332 STOT RE 1 H372** Diethanolamine Carc. 2 H351 perfluorooctane sulfonate Repr. 1B H360D*** Ammonium Lact. H362 perfluorooctane sulfonate Aquatic Chronic 2 H411 Lithium perfluorooctane sulfonate Acute Tox. 3 H301 Eye Dam. 1 H318 - 50 50 Acute Tox. 3 H331 perfluorooctane sulfonyl Repr. 1B H360 (Unborn child) fluoride (PFOS-F) STOT RE 1 H372 (Not available) Aquatic Chronic 2 H411 tetraethylammonium Acute Tox. 3 H301 Acute Tox. 4 H332 heptadecafluorooctanesul Carc. 2 H351 Repr. 1B H360 (Unborn child) phonate Lact. H362 STOT RE 1 H372 (Not available) Aquatic Chronic 3 H412 didecyldimethylammonium - perfluorooctane sulfonate Acute Tox. 2 * H300 Acute Tox. 4 * H312 Endosulfan tecnico Acute Tox. 2 * H330 - 50 50 Aquatic Acute 1 H400 Aquatic Chronic 1 H410 Isomeri endosulfan - Acute Tox. 3 * H301 Acute Tox. 4 * H312 2B Toxafene Skin Irrit. 2 H315 STOT SE 3 H335 Carc. 2 H351 50 50 (Monogr. 79, 2001) Aquatic Acute 1 H400 Aquatic Chronic 1 H410 Carc. 2 H351 C12 60% Cl: 2B SCCP - 10.000 Aquatic Acute 1 H400 Aquatic Chronic 1 H410 (Monogr. 48, 1990) da - includere Deca-BDE - (anche alcune autoclassificazioni) in somma POP- BDE 3.3 Discussione sulle implicazioni dei valori del LPC Le difformità rispetto al regolamento si sono alfine limitate, in approvazione, a due soli POP, per cui comunque è previsto un doppio valore e quello superiore coincide con il limite nel regolamento: HBCD e POP-BDE. Per essi, è stato evidenziato come i limiti minori proposti potrebbero comportare problemi per quantità di rifiuti molto significative (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, Veicoli Fuori Uso, Rifiuti da Costruzione e
Sardinia 2017 / Sixteenth International Waste Management and Landfill Symposium / 2 - 6 October 2017 Demolizione) e diminuirli nel medio termine risulta problematico. Come rappresentato in tabella 2 (valori tra parentesi), in fase di discussione sono comunque state avanzate proposte di valori inferiori rispetto a quelli del regolamento per i “nuovi” POP HCBD, PCP e PCN e sono inoltre state esercitate pressioni per l’abbassamento dei valori per PCB e PCDD/PCDF, soprattutto da parte dell’International POPs Elimination Network (IPEN), che ha presentato documentazione di supporto in merito. Le parti della Convenzione di Basilea si sono impegnate ad esaminare tale documentazione in vista del prossimo Open Ended Working Group previsto per il 2018 (OEWG.11). Al riguardo occorre evidenziare una criticità legata al fatto che, per i rifiuti contenenti PCDD/PCDF, DDT, Clordano, HCH (compreso il Lindano), Dieldrin, Endrin, Eptacloro, Esaclorobenzene, Clordecone, Aldrin, Pentaclorobenzene, Mirex, Toxafene, Esabromobifenile e/o PCB, ai sensi della decisione 955/2014/UE, che, secondo quanto riportato nella nota MATTM prot. 0011845/RIN del 28/09/2015, dal 1/06/2015, insieme al Regolamento UE 1357/204 ha sostituito l’allegato D alla parte IV del d.lgs. 152/2006, il LPC rappresenta anche il limite per la classificazione di pericolosità. Ai fini della Convenzione di Basilea, come previsto nelle TG, al di sopra del LPC i rifiuti vanno comunque gestiti come pericolosi, ma dal punto di vista applicativo delle norme europee e nazionali lo sono effettivamente e ciò comporta oneri amministrativi differenti e comunque un LPC troppo basso limita fortemente le possibilità di recupero dei relativi POP waste, dove non siano ancora disponibili tecniche (ESM) per la separazione dei POP dai rifiuti. In proposito si segnala che nell’aggiornamento delle TG generali all’interno della trattazione dell’incenerimento di rifiuti pericolosi tra le tecnologie ESM, è stata inserita, una nuova tecnologia emergente di pretrattamento per la separazione del HBCD nelle schiume di polistirolo espanso (EPS) e polistirolo espanso estruso (XPS), il cui uso è ampiamento diffuso nel settore dell’edilizia, prima dell'incenerimento che prevede triturazione, dissoluzione, sedimentazione e distillazione, con eventuale pretrattamento a ciclo chiuso nel caso in cui l’agente espandente del PS sia un gas che impoverisce lo strato di ozono. Inoltre, se lo smaltimento in discarica al di sopra del LPC, è vietato dal regolamento 850/2004, in Italia, ai sensi dell’art. 6, comma 6 e dell’art. 8, comma 1 del DM 27/09/2010, fatta salva la possibilità di deroga di cui all’art.10 dello stesso DM e quanto previsto dall’art.7, comma 4, lett. b) del regolamento 850/2004 stesso (vedi paragrafo 2), è vietato lo smaltimento in discarica di rifiuti contenenti PCB e PCDD/PCDF oltre, rispettivamente 10 e 0,002 mg/kg per le discariche di rifiuti non pericolosi, e 50 e 0,010 mg/kg per le discariche di rifiuti pericolosi, ovvero limiti inferiori (o al massimo uguali) al LPC. Ovviamente, in caso di abbassamento del LPC nella futura revisione delle TG, tali limiti potrebbero subire, in prospettiva, a seguito del necessario recepimento nel regolamento, un ulteriore abbassamento, fino a scendere al di sotto dei valori raggiungibili con le tecniche ESM. In riferimento a PCDD/PCDF e PCB si ritiene opportuno segnalare che vi sono aspetti che, nonostante siano consolidati in altri ambiti, non sono attualmente considerati nell’ambito “rifiuti”, mentre sarebbe auspicabile che lo fossero, pur con i dovuti adattamenti e limitazioni, quale ad esempio l’opportunità di distinguere tra PCB dioxin-like (dl) e non dl, tenendo conto dei primi nel calcolo dei livelli di Tossicità Equivalente (TEQ), per cui sono già disponibili i valori di fattori di tossicità equivalente (TEF) necessari al calcolo (Van der Berg et al., 2006). Analogamente, sarebbe opportuno considerare anche altri composti nel calcolo del TEQ, in particolare diossine e furani bromurati, PBDD/PBDF. Infatti è ormai scientificamente assodato che PCDD/PCDF e PBDD/PBDF hanno meccanismi di formazione e tossicità molto simili e possono significativamente contribuire ai TEQ complessivi, così come alcuni non-orto dl PBB (Van der Berg et al., 2013). L’incertezza e le limitazioni nell’uso dei TEF, basati su studi di tossicità orale, principalmente attraverso consumo alimentare, per matrici abiotiche quali suoli, sedimenti e rifiuti, sono esattamente le stesse per tutti i fattori, sia quelli già ad oggi utilizzati per i 17 congeneri tossici di PCDD/PCDF attualmente considerati per il calcolo del TEQ nei rifiuti, sia
Sardinia 2017 / Sixteenth International Waste Management and Landfill Symposium / 2 - 6 October 2017 quelli per gli altri composti citati. Appare quindi ragionevole applicare gli analoghi valori “ad interim” per i congeneri clorurati e bromurati, come suggerito da (Van der Berg, 2013) in attesa di studi più approfonditi, ove si operi per controllare il rischio per la salute umana, piuttosto che non stressare solo una componente del rischio, con impatti piuttosto pesanti per la gestione di molti flussi significativi di rifiuti, considerata l’ubiquitarietà di PCB e PCDD/PCDF. Per quanto riguarda HCBD e PCN i flussi di rifiuti interessati sono piuttosto limitati e quindi una difformità nel valore del LPC non comporterebbe invece particolari problemi. Infine, con riferimento al candidato Deca-BDE (BDE-209), che attualmente rappresenta il PBDE maggiormente diffuso, probabilmente in quanto non ancora regolamentato, e costituisce una fonte attiva, per bio- o foto-degradazione, di POP-BDE, si ritiene che il valore attuale per la somma di quest’ultimi nel regolamento 850/2004 lasci margine all’inserimento del candidato, senza ostacolare il riciclo dei relativi rifiuti, rendendo così necessaria una richiesta di deroga in sede della Convenzione di Stoccolma, peraltro già avanzata nel corso della recente tripla COP. 4. CONCLUSIONI La regolamentazione dei POP, sia in ambito internazionale che europeo è fortemente dinamica e non soltanto per i POP di nuova individuazione, ma anche con riferimento all’aumento della conoscenza, o riduzione del margine di incertezza, per i POP già individuati fin dall’adozione della Convenzione di Stoccolma. La necessità di eliminare e/o ridurre al minimo la loro diffusione nell’ambiente comporta la necessità per i nuovi POP di definire i livelli di concentrazione ammessi nei rifiuti, mentre per i vecchi potrebbe portare a richiedere l’aggiornamento dei livelli già definiti. Tali livelli sono stati oggetto di discussione nella tripla COP tenutasi a Ginevra dal 24 aprile al 5 maggio 2017 e sono ben rappresentativi dell’opportunità di coordinare e rendere più sostenibile la gestione delle sostanze chimiche e dei rifiuti, obiettivo primario della tripla COP. In quest’ottica occorre tenere presente che la definizione del Low POP Content o livello di concentrazione a partire dal quale la contaminazione del rifiuto è significativa, rappresenta ancora un’aspetto chiave per bilanciare le esigenze di tutela della salute umana e dell’ambiente, con quelle relative all’economia circolare. Non bisogna comunque dimenticare che la diffusione nell’ambiente dei POP è controllata, ove la sostituzione degli stessi non sia ad oggi fattibile, anche con l’applicazione delle Migliori Tecniche Disponibili (BAT) e delle Migliori Pratiche Ambientali (BEP) nei settori industriali coinvolti, anche questa oggetto sia di azioni a livello internazionale, nell’ambito della Convenzione di Stoccolma, sia di azioni comunitarie nell’ambito della direttiva 2010/75/UE (Industrial Emissione Directive o IED, che include l’Integrated Pollution and Prevention Control o IPPC). Lo SIWG che supporta l’elaborazione delle Technical Guidelines per l’Environmental Sound Management dei POP waste nell’ambito della Convenzione di Basilea, è stato appositamente incaricato anche della revisione della parte riguardante i rifiuti delle Guide della Convenzione di Stoccolma sulle BAT/BEP per l’uso dei PFOS, per cui sono ancora vigenti deroghe e per il riciclaggio e lo smaltimento dei rifiuti da articoli contenenti PBDE. La concorrenza di diversi limiti di concentrazione nella regolamentazione della gestione dei rifiuti, inclusi i POP waste, può risultare in alcuni casi controproducente, soprattutto ove tali limiti insistono su un’unica componente del rischio correlato alla presenza dei POP in questione, come si è evidenziato per PCB e diossine e furani. L’applicazione di limiti di concentrazione nei rifiuti, pur necessaria, non può infatti risultare sufficiente a perseguire l’obiettivo della tripla COP, se non affiancata da strategie che incoraggino sia l’applicazione di tecniche di prevenzione e di tecnologie pulite, sia l’inclusione di
Sardinia 2017 / Sixteenth International Waste Management and Landfill Symposium / 2 - 6 October 2017 tutte le componenti del rischio associate ai rifiuti contenenti o contaminati da POP, via via che lo stato della conoscenza le rende quantificabili, seppure con limitazioni ed un margine di incertezza residuo (ma comunque accettabile). In questa direzione si dovrebbe continuare a perseguire un maggior coordinamento tra i diversi ambiti, in particolare quello relativo ai rifiuti e quello relativo alla gestione di sostanze e processi chimici. BIBLIOGRAFIA BIPRO Beratungsgesellschaft für integrierte Problemlösungen (2005) – European Commission, Brussels “Study to facilitate the implementation of certain waste related provisions of the Regulation on Persistent Organic Pollutants (POPs)” Reference: ENV.A.2/ETU/2004/0044 Final Report, August 2005 Consortium ESWI Expert Team to Support Waste Implementation (2011) “Study on waste related issues of newly listed POPs and candidate POPs”, Final Report under the framework contract N° ENV.G.4/FRA/2007/0066, 13 April 2011 ECHA (2017) Banca dati dell’inventario C&L [http://echa.europa.eu/it/information-on- chemicals/cl-inventory-database] Notifications submitted/updated by: 12 June 2017 UNEP (2017) General technical guidelines on the environmentally sound management of wastes consisting of, containing or contaminated with persistent organic pollutants (Draft of 1 May 2017) UNEP (2015) General technical guidelines on the environmentally sound management of wastes of wastes consisting of, containing or contaminated with persistent organic pollutants, 14 July 2015, UNEP/CHW.12/5/Add.2/Rev.1 [http://www.basel.int/Implementation/Publications/ LatestTechnicalGuidelines/ tabid/5875/Default.aspx] UNEP (2014) Draft updated general technical guidelines for the environmentally sound management of wastes consisting of, containing or contaminated with persistent organic pollutants, Supporting document for the development of section III of the general technical guidelines for the environmentally sound management of wastes consisting of, containing or contaminated with persistent organic pollutants. Open-ended Working Group of the Basel Convention on the Control of Transboundary Movements of Hazardous Wastes and Their Disposal, 9th meeting, Geneva, 16–19 September 2014 UNEP/CHW/OEWG.9/INF/9/Add.1) [http://www.basel.int/TheConvention/OpenendedWorkingGroup(OEWG)/Meetings/OEWG9/Mee tingDocuments/tabid/3684/Default.aspx] Van den Berg. M. et al. (2013) Polybrominated Dibenzo-p-Dioxins, Dibenzofurans, and Biphenyls: Inclusion in the Toxicity Equivalency Factor Concept for Dioxin-Like Compounds, Toxicol. Sci. Vol. 133, n.2, 197–208 Van den Berg. M. et al. (2006) Review: The 2005 World Health Organization Reevaluation of Human and Mammalian Toxic Equivalency Factors for Dioxins and Dioxin-Like Compounds, Toxicol. Sci. Vol. 93, n.2, 223-241 Weber R. Schlumpf M., Nakano T., Vijgen J. (2015) The need for better management and control of POPs stockpiles, Environ. Sci. Pollut. Res., Vol. 22,14385–14390 Weber R. Aliyeva G., Vijgen J. (2013) The need for an integrated approach to the global challenge of POPs management Environ. Sci. Pollut. Res., Vol. 20, 1901–1906
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