Piano di Protezione Civile della Città metropolitana di Milano - anno 2021
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INDICE Introduzione 2 Il rischio e l’operatività conseguente I livelli di criticità Le fasi operative Come si consulta il Piano? Rischio idraulico e idrogeologico 7 Soggetti coinvolti Attività di previsione e prevenzione Scenari di rischio Procedure operative in caso di emergenza Rischio chimico industriale 11 Soggetti coinvolti Attività di previsione e prevenzione Scenari di rischio Procedure operative in caso di emergenza Rischio da trasporto sostanze pericolose 20 Soggetti coinvolti Attività di previsione e prevenzione Scenari di rischio Procedure operative in caso di emergenza Rischio epidemiologico 29 Soggetti coinvolti Attività di previsione e prevenzione Scenari di rischio Procedure operative in caso di emergenza Rischio incendio boschivo 33 Soggetti coinvolti Attività di previsione e prevenzione Scenari di rischio Procedure operative in caso di emergenza Rischio black out elettrici e dei servizi essenziali 36 Soggetti coinvolti Attività di previsione e prevenzione Scenari di rischio Procedure operative in caso di emergenza Rischio sismico 44 Soggetti coinvolti Attività di previsione e prevenzione Scenari di rischio Procedure operative in caso di emergenza
Introduzione Per sua stessa natura, il Piano di Protezione provinciale della Città metropolitana di Milano è un Piano flessibile e in continua evoluzione, rispetto alle modificazioni del territorio e del contesto. Ne è un’evidenza il fatto che nella precedente edizione (2013), era trattato il rischio terroristico come uno dei rischi più importanti e non era previsto il rischio epidemiologico che, invece, ad oggi, assume grande rilevanza. Questo documento, perciò, costituisce uno schema di riferimento che deve, di volta, essere attualizzato a seconda delle contingenze. Il Piano di Protezione Provinciale si compone di una sezione di pianificazione dell’emergenza e delle fasi operative da attivare rispetto ai gradi di rischio e dei diversi gradi di allertamento, con la descrizione dei soggetti chiamati ad intervenire e delle potenzialità, in termini di risorse umane, mezzi ed attrezzature attuabili per fare fronte all’emergenza e al post emergenza, al fine di ripristinare le normali funzioni territoriali. Per la descrizione dei rischi trattati, sono stati costituiti gruppi di lavoro: • rischio idraulico e idrogeologico • rischio chimico industriale • rischio da trasporto sostanze pericolose • rischio epidemiologico • rischio incendio boschivo • rischio black out elettrici e dei servizi essenziali • rischio sismico Per l’analisi dei rischi, è indispensabile valorizzare i numerosi cambiamenti infrastrutturali, legati anche alla viabilità, che sono intervenuti negli ultimi anni e che hanno modificato profondamente il territorio e incidono, potenzialmente, sulle ridefinizione di alcuni rischi trattati nel prosieguo del testo. A titolo esemplificativo, la viabilità del territorio metropolitano è raffigurata nelle due mappe, una riferita al 2014 e l’altra al 2020, dove sono evidenti le nuove arterie autostradali della TEEM e della Bre-Be-MI. 2
Il rischio e l’operatività conseguente Il rischio è rappresentato dalla possibilità che un fenomeno naturale o indotto dalle attività dell’uomo possa causare effetti dannosi sulla popolazione, sugli insediamenti abitativi e produttivi e le infrastrutture, all’interno di una particolare area in un determinato periodo di tempo. I rischi sono di intensità e criticità variabili: più i livelli di criticità sono elevati, tanto più sono dannosi i potenziali effetti. Il sistema di allertamento regionale prevede quattro livelli di criticità (assente, ordinario, moderato ed elevato), che sono identificati attraverso l’impiego di un codice colore. Le criticità assumono gravità crescente, in relazione al grado di coinvolgimento dei seguenti ambiti: • ambiente • attività antropiche • insediamenti e beni mobili ed immobili • infrastrutture ed impianti per i trasporti, per i servizi pubblici e per i servizi sanitari • salute e preservazione delle specie viventi in generale e degli esseri umani in particolare. I livelli di criticità • Criticità assente – codice colore VERDE: non sono previsti scenari di evento determinati dai fenomeni naturali (forzanti esterne) responsabili del manifestarsi del rischio considerato o le criticità che possono riscontrarsi sono da considerare trascurabili; • Criticità ordinaria – codice colore GIALLO: sono previsti scenari di evento che possono dare luogo a criticità che si considerano comunemente ed usualmente accettabili dalla popolazione o quantomeno governabili dalle strutture locali competenti mediante l’adozione di misure previste nei piani di emergenza. • Criticità moderata – codice colore ARANCIO: sono previsti scenari di evento che non raggiungono valori estremi, ma che si ritiene possano dare luogo a danni ed a rischi estesi per 3
la popolazione, tali da interessare complessivamente una importante porzione di almeno una zona omogenea di allertamento e richiedere l’attivazione di misure di contrasto. • Criticità elevata – codice colore ROSSO: sono previsti scenari naturali suscettibili di raggiungere valori estremi e che si ritiene possano dare luogo a danni e rischi anche gravi per la popolazione, tali da interessare complessivamente una consistente porzione della zona omogenea di riferimento. Qui di seguito è rappresentata l’attivazione delle fasi operative in corrispondenza dello sviluppo dei fenomeni e del sistema di allertamento conseguente. Le fasi operative Il sistema territoriale di protezione civile, in risposta ai diversi scenari di criticità, interviene in modo corrispondente attivando livelli di operatività progressiva. Il sistema regionale allerta i sistemi territoriali e locali a partire dai livelli di criticità ordinaria (cod. colore giallo) e questi ultimi mettono in atto azioni e interventi per contrastare gli effetti negativi correlati previsti. L’allertamento ha la finalità di portare a conoscenza del sistema di protezione civile il sopraggiungere di eventi potenzialmente critici, con un anticipo di 12/36 ore, così che i presìdi territoriali possano attivarsi per tempo e nel modo più efficace possibile. 4
Il passo successivo all’allerta è la risposta all’emergenza. Le fasi operative rappresentano l’insieme delle azioni da svolgere all’approssimarsi dell’evento e sono dettagliate nel Piano di Protezione Civile. Le fasi sono tre, di livello crescente: attenzione, pre-allarme e allarme. Le fasi operative non sono univocamente legate ai livelli di criticità e intensità dei fenomeni previsti, contraddistinti dai codici colore, ma alle azioni da adottare in funzione della distanza temporale dall'evento. Il Centro Funzionale Monitoraggio Rischi naturali, quando diffonde le allerte indica, a seconda della valutazione degli effetti al suolo su un determinato territorio, le fasi operative minime iniziali che il sistema di protezione civile deve far partire. Spetta poi al livello locale attivare azioni più consistenti in funzione del concreto manifestarsi della gravità degli effetti al suolo, coerentemente con quanto indicato nel Piano di Protezione Civile Comunale. Fase di attenzione È la fase in cui i fenomeni iniziano a manifestare i primi effetti. Può scattare con un’allerta di colore giallo o arancione. Le azioni da adottare sono: • attivare il personale reperibile e verificare la disponibilità di materiali e mezzi; • pianificare le azioni di monitoraggio e sorveglianza dei fenomeni potenzialmente pericolosi da attivare in modo crescente, all’approssimarsi degli eventi; • monitorare la situazione utilizzando strumenti online; • informare la popolazione sui comportamenti da adottare Fase di pre-allarme È la fase in cui i fenomeni generano effetti in modo distinto e diffuso, anche a seguito del superamento di sogli e di monitoraggio. Può scattare con un’allerta di colore rosso. le azioni da adottare sono: • proseguire le azioni di monitoraggio e presidio del territorio, con particolare attenzione ai fenomeni potenzialmente pericolosi; • verificare i superamenti delle soglie indicative dell’attenzione di scenari di rischio; • avviare misure di contrasto non strutturali, previste nel proprio Piano di Protezione Civile; • gestire l’attivazione delle misure di contrasto, mediante l’azione coordinata di Sindaco e Prefetto, per valutare l’attivazione dei Centri di Coordinamento locali di gestione dell’emergenza e presidiare in sicurezza le aree più critiche; • informare la popolazione sullo sviluppo dei fenomeni e dare indicazione sui comportamenti da adottare per salvaguardare l’incolumità. Fase di allarme L’attivazione della fase di allarme corrisponde alla fase prossima alla massima gravità ed estensione dei fenomeni, deve essere sempre comunicata alla Prefettura e alla Regione Lombardia. Le azioni da adottare sono: • valutare il ricorso a misure di contrasto e soccorso, evacuazione ed assistenza alla popolazione; • attivare il coordinamento della Prefettura, i Centri di coordinamento locale di gestione dell’emergenza e comunicarne l’attivazione alla Regione Lombardia, tramite la Sala Operativa di Protezione Civile. 5
Come si consulta il Piano? In ogni successivo capitolo, gli argomenti seguono la medesima strutturazione, così articolata: • Tipologia di rischio • Soggetti coinvolti sono elencati tutti gli enti e i soggetti territorialmente competenti a far fronte alle attività di previsione e prevenzione dell’emergenza e all’attivazione delle procedure operative • Attività di previsione e prevenzione di fenomeni legati al rischio sono riportate le azioni in capo a ciascun soggetto coinvolto • Scenari di rischio sono individuati scenari di rischio, legati al livello di criticità, per ciascuno dei quali sono definiti gli attori che entrano in attivazione. In condizione dello scenario di normalità (corrispondete ad un livello di criticità assente - codice colore verde), vengono svolte attività di addestramento, esercitazioni e formazione dei volontari di protezione civile, oltre ad attività di informazione e sensibilizzazione della popolazione. • Procedura operativa in caso di emergenza sono riportate le azioni in capo a ciascun soggetto coinvolto 6
Rischio idraulico e idrogeologico Soggetti coinvolti AIPO, ARPA, ERSAF, STER, Consorzi gestione rete minore, Regione Lombardia (Sala Operativa regionale CFMRN ), Unità di Crisi Prefettura, Forze dell’Ordine e Polizia Locale, VVF, CCV-MI, ETS (Enti del terzo Settore di Protezione Civile), Comune e COC (Centri operativi Comunali ) Attività di previsione e prevenzione AIPO (Autorità interregionale fiume Po – Autorità di Bacino) Sviluppo di procedure organizzative e funzionali per la gestione del servizio di piena e di pronto Intervento idraulico nell’ambito dei presidi territoriali, nonché per il raccordo con la pianificazione di emergenza anche a scala provinciale. Sviluppa studi sugli scenari possibili e le relative proiezioni sulla base di modelli dinamici che raccolgono i dati storici relative alle piene ed alle esondazioni ed i relativi tempi di ritorno. AIPO, in sinergia con la Regione Lombardia, le Province e i consorzi idraulici, effettua il monitoraggio dei corsi d’acqua al fine di prevedere e prevenire, governando il regime idraulico, onde di piena sugli affluenti maggiori del Po. In particolare, per quanto riguarda le aste fluviali che attraversano la città metropolitana, vengono monitorati i fiumi Adda, Ticino e Lambro. AIPO definisce gli indirizzi per la Gestione dei Servizi di Piena delle Regioni attraverso i quaderni di presidio territoriali per il monitoraggio del reticolo idrico secondario ed affluenti minori (Seveso, Olona, Lura, Bozzente, ecc.). Il monitoraggio viene svolto costantemente con sensori pluviometrici ed idrometrici. Superate le soglie di guardia viene allertata la Regione per l’ emanazione dei bollettini di allertamento ARPA Attività di monitoraggio idrometrico, emette bollettini idrometrici e meteorologici. ERSAF Collabora con le Autorità di bacino nell’attività di studio ed analisi delle soluzioni di messa in sicurezza del sistema fluviale. STER/UTR Gli Uffici Territoriali Regionali predispongono i quaderni di presidio per la gestione dei servizi di piena attuando, in collaborazione con i consorzi idrici e con i comuni, opere ed interventi di ingegneria idraulica anche di tipo naturalistico con l’obiettivo di migliorare l’invarianza idraulica e gli impatti sul territorio di eventi meteorici intensi, riducendo il rischio di esondazione e rottura degli argini. CONSORZI DI BONIFICA E GESTIONE RETE MINORE Realizzano opere di miglioramento del deflusso delle acque meteoriche per garantire il mantenimento dei livelli idrometrici sotto le soglie di guardia, gestiscono e pianificano il sistema delle chiuse in rogge e canali secondari irrigui sulla base delle disposizioni dell’UTR, autorità di Bacino, qualora i bollettini di allettamento di AIPO, ARPA, Regione Lombardia evidenzino uno scenario di criticità da moderato di attenzione al preallarme in coordinamento con i COC dei comuni. REGIONE LOMBARDIA Predispone con Polis Lombardia Scuola superiore di Protezione Civile il piano di formazione per volontari di protezione civile sia base che specialistica. Promuove la cultura della protezione civile nell’ambito dei piani di offerta formativa delle scuole Polo. Promuove attività di formazione ed informazione alla Popolazione. Predispone linee guida per la redazione dei piani di emergenza comunali e provinciali. Monitora l’andamento degli eventi avversi e con CMFR emette i bollettini di allertamento secondo i codici di attenzione, di pre-allerta e di allerta. 7
PREFETTURA Sulla base delle allerte del SFMR di Regione Lombardia e delle dinamiche evolutive dell’evento attiva la sala operativa ed il CCS convocando le funzioni di supporto per il monitoraggio dell’evento ed attiva le forze dell’ordine di protezione civile e le squadre operative dei VVF. FORZE DELL’ ORDINE Vengono attivate dal Sindaco o dal Prefetto per il controllo e la gestione della viabilità sia locale che extraurbana. VIGILI DEL FUOCO Svolgono attività addestrativa ed esercitativa. Supportano gli enti territoriali e le amministrazioni locali su richiesta del Prefetto o dei sindaci nella gestione delle criticità attivando procedure mezzi d’opera ed operatori provvisti di idrovore e motopompe di potenza adeguata alla tipologia di intervento. Possono chiedere attraverso la Sala Operativa Regionale. CCV-MI Su mandato della Regione Lombardia, in raccordo con la Città metropolitana, svolge attività di formazione base e specialistica per il volontariato oltre che attività esercitativa ed addestrativa in materia di protezione civile, specificatamente sul rischio idrometeo. Collabora con la Città Metropolitana nell’attività di promozione della cultura di protezione civile nelle scuole e di formazione ed informazione alla cittadinanza del rischio idraulico. Supporta la Città Metropolitana di Milano nella pianificazione delle risorse necessarie negli interventi di emergenza e sviluppa progetti di implementazione ed ottimizzazione della colonna mobile provinciale per rischio idraulico, con moduli specialistici e moduli per la logistica. ETS - Enti del terzo Settore di Protezione Civile Sono le organizzazioni di volontariato di protezione civile iscritte nel registro regionale sezione provinciale presenti con proprie strutture operative nel territorio della città metropolitana. Possono essere gruppi Comunali o associazioni. Collaborano con l’amministrazione comunale nella predisposizione dei piani di emergenza. Promuovono azioni di conoscenza e sensibilizzazione del rischio idraulico sia a livello di educazione civica nelle scuole che nei confronti della cittadinanza. Svolgono attività di formazione, esercitazione ed addestramenti. Vengono attivati direttamente dal Sindaco in qualità di autorità di protezione civile in casi di eventi di emergenza locali nell’ambito dei gruppi comunali di associazioni convenzionate direttamente con i comuni . CITTÀ METROPOLITANA DI MILANO Sviluppa ed aggiorna il proprio Piano di Protezione Civile con la pianificazione di settore ed operativa di Enti gestori di infrastrutture, i Comuni e la Regione. Supporta i Comuni nella pianificazione di emergenza comunale. Sviluppa e realizza con il supporto del CCV –MI il piano formativo regionale per il volontariato, promuove iniziative ed attività di formazione ed informazione alla popolazione sul rischio e sostiene la divulgazione della cultura della protezione civile nelle scuole di secondo grado e superiori in raccordo con la Regione Lombardia. Realizza attività esercitative ed addestrative su scala metropolitana, con il supporto del CCV-MI. COMUNI (COC ) Ciascun Comune predispone il Piano di Emergenza Comunale con il supporto della Città metropolitana di Milano sulla base degli indirizzi previsti nel Codice di Protezione Civile e della Regione Lombardia per la pianificazione degli scenari. Scenari di rischio Gli scenari di rischio idraulico si configurano sulla probabilità di accadimento dell’evento sul pericolo determinato dall’evento e sui danni sia in termini di estensione dell’evento che di intensità. Negli ultimi anni il rischio idraulico e generalmente associato al rischio per vento forte dai 60km/h ai 120 km\h per il quale si configura la necessita di un dispiegamento elevato di mezzi ed 8
attrezzature e operatori specializzati nell’uso di motopompe e di taglio boschivo. Quando insorge un rischio per eventi naturali di tipo idraulico ed idrogeologico associato a fenomeni temporaleschi con vento forte si possono generare effetti domino ed innescare ulteriori scenari di rischio concomitanti ad esempio black out localizzati per interruzione dell’energia elettrica o telecomunicazioni. Gli scenari per i quali insorgono d e l l e c r i t i c i t à r i g u a rd a n o i pr in c ip a li c ors i fl uv ia li ch e attraversano il territorio della città metropolitana e, nello specifico, il Lambro, l’Olona e il Seveso. Al superamento di soglie di guardia previste nella Pianificazione dell’autorità di Bacino si v e r i fi c a n o e s o n d a z i o n i p e r tracimazione ed erosione degli argini. Oltre all’esondazioni dei p r i n c i p a l i c o r s i fl u v i a l i s i prevedono in codice arancione / rosso la tracimazione del reticolo secondario Rogge, Fontanili, Cavi (Bozzente, Lura, Trobbia, Guisa, Garbogera) con criticità per la viabilità extraurbana e l’allagamento dei sottopassi. Scenari associati riguardano i tratti urbani dei corsi d’acqua in particolar modo se tombinati e la difficolta del sistema drenante di raccogliere e distribuire livelli pluviometrici elevati. Procedure operative in caso di emergenza AIPO (Autorità interregionale fiume PO – Autorità di Bacino ) In corso di evento, l’A.I.Po decide autonomamente le azioni tecnico-idrauliche ritenute necessarie sul reticolo di competenza, comunicandone le motivazioni al Centro Coordinamento Soccorsi (CCS) presso le Prefetture, i Centri Funzionali Decentrati (CFD) e le strutture regionali; Concorre a definire, con le suddette strutture, le eventuali ulteriori azioni di protezione civile. AIPO in sinergia con Regione Lombardia Province e consorzi idraulici effettua il monitoraggio dei corsi d’acqua al fine di prevedere e prevenire governando il regime idraulico onde di piena sugli affluenti maggiori del PO in particolare per quanto riguarda le aste fluviali che attraversano città Metropolitana vengono monitorati in particolare Adda Ticino Lambro. STER/UTR In raccordo con i consorzi di gestione della rete idrica dispongono sulla base dei quaderni di Presidio interventi di ricalibrazione dell’invarianza idraulica attraverso la gestione delle chiuse. Consorzi di bonifica e gestione rete minore Intervengono sulla base delle indicazioni dell’Autorità di Bacino nella gestione del regime idrico. Regione Lombardia La Sala Operativa Regionale richiede alla Città metropolitana di Milano l’attivazione di risorse mezzi ed attrezzatura a supporto delle associazioni operative in ambito comunale. All’insorgere di criticità dispone, con il supporto della Città metropolitana ed in raccordo con il CCV-MI, attività di scouting per definire le risorse necessarie per fronteggiare l’ emergenza valutando l’opportunità di attivazione della colonna mobile provinciale o l’ attivazione delle organizzazioni di volontariato al 9
fine di intervenire entro nel minor tempo possibile ed entro le 24 consentendo la ripresa delle condizioni di normalità e la riduzione dei disagi per la popolazione. La regione sulla base delle richieste dei sindaci dei comuni colpiti dalla calamità può dichiarare lo stato di emergenza ed al dipartimento di Protezione Civile lo stato di calamità per attivare ulteriori fondi e risorse per far fronte all’ emergenza. Prefettura Sulla base delle allerte del SFMR di Regione Lombardia e delle dinamiche evolutive dell’evento, attiva la sala operativa ed il CCS convocando le funzioni di supporto (modello Augustus) per il monitoraggio dell’evento ed attiva le forze dell’ordine, il sistema di protezione civile ed le squadre operative dei VVF. Il Prefetto ha il potere di ordinanza per la gestione dell’emergenza nei confronti delle amministrazioni comunali, delle forze dell’ordine e del sistema di Protezione Civile. Coordina con il coinvolgimento delle funzioni di supporto al CCS le attività di mitigazione degli impatti e dei rischi causati da un evento calamitoso. Forze dell’ordine Vengono attivate dal Sindaco o dal Prefetto per il controllo e la gestione della viabilità sia locale sia extraurbana ove vi siano impedimenti causati dagli eventi o per l’apertura di varchi preferenziali per garantire l’ intervento di mezzi ed attrezzature. VVF Svolgono attività addestrativa ed esercitativa. Supportano gli enti territoriali e le amministrazioni locali su richiesta del prefetto o dei sindaci nella gestione delle criticità attivando procedure mezzi d’ opera ed operatori provvisti di idrovore e motopompe di potenza adeguata alla tipologia di intervento. Possono chiedere attraverso la Sala Operativa Regionale. CCV-MI In condizioni di criticità arancione moderata pre-allerta ed allerta emergenza dispone attraverso il proprio servizio di reperibilità in raccordo con la Città metropolitana sulla base delle indicazioni delle allerte regionali il coordinamento di squadre di volontariato specialistiche in attività idrometeo . ETS - Enti del terzo Settore di Protezione Civile Qualora l’evento risultasse nella sua dinamica evolutiva di tale entità da non essere gestibile a livello locale il sindaco attraverso il Roc chiede alla Città Metropolitana o alla Regione Lombardia o alla Prefettura (Autorità di Protezione Civile) l’ attivazione di ulteriori risorse in termini di mezzi operatori ed attrezzature . Regione Lombardia sulla base dell’entità dell’evento valuta la richiesta di risorse provenienti da altre province di regione Lombardia l’ attivazione della colonna mobile Provinciale o Regionale. Il sindaco può chiedere alla Regione la dichiarazione dello stato di emergenza ed al dipartimento di Protezione civile la dichiarazione di calamita naturale in modo da attivare ulteriore risorse per affrontare l’ emergenza in corso e disporre di risorse straordinarie per il ritorno alla normalità. Città metropolitana di Milano Si coordina con i Comuni, i VVF e la Sala Operativa Regionale per disporre di squadre operative di pronto intervento; Presenzia all’ CCS come funzione di supporto nella sala operativa di prefettura. Fornisce ed aggiorna la Prefettura sull’andamento ed evoluzione dell’emergenza. Si rapporta con Sala Operativa Regionale per l’ attivazione dei volontari sulla base delle richieste di intervento da parte delle amministrazioni comunali nel caso di eventi non gestibili a livello locale e che per estensione ed intensità richiedo supporto di ulteriori risorse. Città metropolitana di Milano si coordina con il CCV –MI tramite il proprio servizio di reperibilità per attivare squadre operative in allertamento disimpegnate a livello locale in supporto al territorio metropolitano. Tale gestione segue l’andamento evolutivo dell’evento meteorico in rapporto con il sistema di monitoraggio attivo in fase di attenzione e pre-allerta. 10
Comuni (COC) Ciascun Comune attiva le Organizzazioni di Protezione Civile (gruppi comunali o associazioni) per interventi di tipo locale. Richiede alla Sala Operativa di Regione Lombardia e alla Città metropolitana l’attivazione di risorse a supporto di quelle già presenti a livello locale sulla base dell’aggravarsi delle condizioni avverse e delle necessità di assistenza della popolazione colpita dall’evento. Rischio chimico industriale Soggetti coinvolti Prefettura, Regione, Provincia e/o CMM, Comune, VVF, AREU, Forze dell’ordine, ATS, ARPA, Volontariato, Centri antiveleni, strutture ospedaliere e gestore dell’infrastruttura Attività di previsione e prevenzione Prefettura • Redige il Piano di Emergenza Esterno delle Industrie ARIR • Mette a disposizione del Sindaco il piano di emergenza Esterno per informarne la popolazione Regione • Aggiorna il database delle aziende soggette al D.Lgs 334/99 e successivo D.Lgs 105/15 e comunica i dati al Ministero dell’Ambiente • Presiede, insieme ad Arpa, i sopralluoghi nelle ditte e partecipa alle Commissioni Ministeriali per le visite ispettive Provincia e/o CMM • Redige il Piano di Emergenza Provinciale di Protezione Civile con la previsione del rischio chimico industriale • Fornisce a regione e Prefettura, il supporto tecnico in caso di attivazione del COM • Collabora con Prefettura, VVF, ATS e ARPA alla valutazione e redazione del Piano di Emergenza Esterno delle ARIR Comune • Aggiorna il Piano di emergenza Comunale in merito al Rischio chimico Industriale • Censisce la popolazione non autosufficiente presente nelle aree a rischio, individua le aree di attesa e di ricovero della popolazione • Individua con polizia locale e Prefettura ed Enti gestori della viabilità, percorsi alternativi delle viabilità • Informare preventivamente la popolazione circa la presenza di “rischio chimico industriale” VVF • Coopera alla predisposizione dei Piani di emergenza Esterni • Partecipa alle attività del CTR • Può disporre di sopralluoghi presso le ditte interessate • Collaborano con gli Enti in attività formativa e informative in materia AREU • Stabiliscono le procedure di interfaccia con gli altri Enti • Realizzano attività di formazione di personale di soccorso sanitario Forze dell’ordine • Partecipano alle attività di pianificazione di emergenza con proposte per la messa in sicurezza della popolazione 11
• La Polizia collabora alla stesura del Piano Comunale di Protezione Civile e alle attività di informazione preventiva alla popolazione, sul rischio chimico industriale e svolge attività di controllo per individuare fattori di potenziale rischio ATS • Aggiornano l’elenco delle aziende in possesso di autorizzazione per utilizzo e custodia di gas tossici • Vigilano sui requisiti organizzativi, strutturali e di sicurezza ai fini dell’accreditamento delle strutture sanitarie pubbliche e private ARPA • Acquisisce elementi utili delle ARIR ed effettua sopralluoghi presso le stesse Volontariato • Nelle attività di prevenzione si limita agli aspetti di conoscenza del fenomeno, informazione e formazione, azioni comportamentali da assumere in caso di necessità, attività finalizzate alla diffusione della cultura della protezione Civile • messa a disposizione di uomini e mezzi alle competentiAutorità per un impiego, in condizioni di sicurezza, utile a fornire assistenza alla popolazione o ai soccorritori Centri antiveleni • Elabora i protocolli terapeutici per i più importanti gruppi tossicologici relativamente agli aspetti clinici e terapeutici della fase acuta e si dota di adeguati quantitativi di antidoti Gestore dell’ARIR • Adottare misure idonee per ridurre i rischi derivanti dai propri impianti • Collaborare con le autorità locali fornendo informazioni sulle attività svolte • Redigere un piano di Emergenza Interno conforme alle previsioni del piano di Emergenza Eterno • Dotare gli impianti di un sistema di allertamento interno, formare una squadra di emergenza, attivare gli organi di soccorso sanitario e tecnico esterni in caso di emergenza • Informare Sindaco, Prefettura e CMM in caso di incidente rilevante Scenari di rischio Fase di pre-allarme: si allerta la Prefettura, il Comune e la Regione, la Provincia e/o CMM, i VVF, AREU, Forze dell’ordine e il gestore dell’ARIR. Fase di emergenza: si coinvolge la Prefettura, il Comune, la Regione, la Provincia e/o CMM, i VVF, AREU, Forze dell’ordine, Arpa, ATS, i Centri Antiveleni, le strutture ospedaliere e il gestore dell’ARIR. Procedure operative in caso di emergenza Il rischio chimico-industriale è un evento non prevedibile in quanto risulta estremamente difficile e improbabile prevedere quando possa avvenire un incidente con rilascio di sostanze pericolose. Per questo motivo non è sempre possibile attivare tutti i “passaggi” riferibili ai codici “attenzione”, “preallarme”, “allarme”. In caso di un incidente che coinvolga una azienda a rischio di incidente rilevante, chiunque sia stato informato o sia venuto a conoscenza dell’insorgere di situazioni di pericolo, è tenuto a darne immediata notizia ai Vigili del Fuoco (115), alle Forze dell’Ordine (113) e alla Prefettura-UTG e/o al soccorso sanitario (AREU). 12
Fase di pre-allarme La fase di preallarme si attiva quando è in corso un evento riconducibile all’articolo 2, lettera a), della legge 225/1992. Tale evento può essere fronteggiato mediante interventi attuabili dai singoli enti e amministrazioni competenti in via ordinaria. L’ambito amministrativo interessato è quello comunale ed è necessario fare riferimento, per il modello di intervento, ai singoli piani comunali/ intercomunali di protezione civile ed al P.E.E. se presente. La situazione di preallarme non necessariamente corrisponde a una situazione di emergenza esterna al sedime aziendale; in questi casi i soggetti esterni vengono unicamente allertati. Quando è richiesta l’attivazione di soggetti con funzioni operative per fronteggiare l’evento incidentale, l’attivazione riguarda in via prioritaria VVF, AREU, Forze dell’Ordine. Di seguito le principali azioni dei soggetti coinvolti Prefettura • attuare il flusso informativo interno atto a informare e garantire la pronta disponibilità della struttura prefettizia secondo procedure prestabilite • acquisire informazioni su caratteristiche dell’evento tramite i Vigili del Fuoco e/o le Forze dell’Ordine • contattare il Sindaco del Comune interessato per verificare/valutare congiuntamente la situazione in atto e le azioni intraprese o da intraprendere • contattare il gestore/referente dell’infrastruttura per la valutazione della situazione in corso e le azioni intraprese e da intraprendere • contattare CMM per valutare congiuntamente la situazione, anche ai fini della convocazione/ attivazione delle strutture/organismi di protezione civile di rispettiva competenza • informare la sala operativa regionale circa la situazione in corso, le azioni intraprese e da intraprendere • Informare ed aggiornare gli Enti e le istituzioni interessate alle caratteristiche dell’evento e dei relativi interventi effettuati Regione • attuare, avuta notizia dell’evento, il flusso informativo interno atto a informare e garantire la pronta disponibilità della struttura regionale secondo procedure prestabilite • stabilire il contatto con la Prefettura, la CMM, i Vigili del Fuoco, le Strutture Operative coinvolte al fine di acquisire le informazioni sull’evento in atto • attuare, attraverso la sala operativa regionale di protezione civile, il coordinamento delle competenze sanitarie con DG Sanità, AREU, ATS e in campo ambientale (ARPA) CMM • attuare, il flusso informativo interno all’Ente atto a informare e garantire la pronta disponibilità della struttura provinciale secondo le procedure stabilite e le rispettive competenze • acquisire informazioni sulle caratteristiche dell’evento tramite i Vigili del Fuoco e/o la Prefettura e/o la Sala Operativa di protezione civile di Regione Lombardia • contattare il Sindaco per verificare/valutare congiuntamente la situazione in atto e le azioni intraprese o da intraprendere • contattare la Prefettura per valutare congiuntamente la situazione, anche ai fini della convocazione/attivazione delle strutture/organismi di protezione civile di rispettiva competenza • contattare/informare le Organizzazioni di volontariato di protezione civile iscritte alla Sezione Provinciale dell’Albo Regionale del volontariato di protezione civile per garantire una pronta disponibilità ed una eventuale attivazione delle stesse, se richieste • informare la sala operativa regionale di protezione civile circa la situazione in corso, le azioni intraprese e da intraprendere Comune • attuare, il flusso informativo interno atto a informare e garantire la pronta disponibilità della struttura comunale secondo procedure prestabilite 13
• attuare un collegamento con Prefettura, CMM, Vigili del Fuoco, per un primo ragguaglio sulla situazione e sulle iniziative intraprese e da intraprendere • attuare le azioni previste nel Piano di Emergenza Comunale di Protezione Civile e dal Piano di Emergenza Esterno (P.E.E.) • assicurare la pronta disponibilità di personale dipendente, mezzi ed attrezzature proprie dell’Amministrazione o del volontariato • attuare le attività di vigilanza e presidio sul territorio di competenza • informare la popolazione circa la situazione in atto e i comportamenti da adottare (eventualmente con il supporto dei volontari) • dislocare personale delle Forze dell’Ordine e della Polizia Locale (eventualmente con il supporto anche dei volontari) sugli itinerari di afflusso/deflusso per dirigere il traffico • nel caso in cui l’evento non possa essere fronteggiato localmente con le risorse, i materiali e i mezzi a disposizione del Comune, darne immediata comunicazione alla Prefettura-UTG e alla Provincia per l’intervento di ulteriori forze e strutture • per i Comuni sede di C.O.M.: assicurare la pronta disponibilità logistica (strutture e locali) e funzionale (attrezzature, collegamenti,ecc..) per l’eventuale attivazione del C.O.M., da parte della Prefettura Vigili del Fuoco • acquisire dal Gestore e/o dall’utente notizie sulla natura e le dimensioni dell’evento incidentale nonché sulla sua possibile evoluzione • ricercare un immediato contatto con il Sindaco, chiedendo notizie circa l’area idonea per la collocazione dei mezzi di soccorso e fornendo ogni utile forma di consulenza per individuare le misure di protezione da adottare a tutela della popolazione • inviare una o più squadre adeguatamente attrezzate in rapporto alle esigenze rappresentate dal Gestore o dal Sindaco • effettuare una verifica e delimitazione dell’ampiezza della “zona di danno” interessata dall’evento ai limiti della quale posizionare i mezzi e l’organizzazione dei soccorsi • costituire insieme ad AREU, alle Forze dell’Ordine, alla Polizia Locale, ad ARPA ed all’ATS il PCA (Posto di Comando Avanzato) del quale assume il coordinamento e la direzione e valutare i possibili rischi per gli operatori del soccorso tecnico e sanitario • accertare l’eventuale presenza di inneschi che favoriscano reazioni chimico-fisiche che possono aggravare la situazione ed intervengono, se possibile, con attività di prevenzione • attuare un collegamento con Prefettura, CMM e l’ASL per un primo ragguaglio sulla situazione e sulle iniziative intraprese e da intraprendere • richiedere l’attivazione di ARPA per l’avvio di monitoraggi ambientali • comunicare la fine dello stato di preallarme ai soggetti che erano stati precedentemente allertati: Prefettura, CMM, AREU, Sindaco, Polizia Locale e ATS AREU • acquisire dai VV.F. e/o dal Gestore e/o dall’utente notizie sulla natura e le dimensioni dell’evento incidentale nonché sulla sua possibile evoluzione • inviare sul posto mezzi di soccorso e personale, chiedendo ai VV.F. la verifica delle condizioni di sicurezza del luogo e la delimitazione delle aree di rischio • costituire insieme ai VV.F., alle Forze dell’Ordine, alla Polizia Locale, ad ARPA ed all’ATS il PCA (Posto di Comando Avanzato) • mantenere stretti collegamenti con Prefettura e con la sala operativa regionale di protezione civile C.R.I. • acquisire notizie sulla natura e le dimensioni dell’evento atteso, nonché sulle possibili evoluzioni • acquisire notizie e verificare l’esistenza e la sicurezza delle eventuali aree per il posizionamento dei mezzi e delle strutture di soccorso • preallertare le proprie strutture provinciali ed i nuclei di specialità: SMTS, OPSA, NBCR, CINOFILI 14
• preallertare le proprie sedi e le strutture interessate per l’eventuale accoglienza ed assistenza alla popolazione coinvolta nell’evento in collaborazione anche con altri enti ed organizzazioni • mantenere un costante collegamento con la Prefettura • valutare con AREU e VV.F i possibili rischi per gli operatori a fronte del possibile evento • attuare ogni altra azione prevista dal Piano di Emergenza Provinciale C.R.I. della CMM ATS • supporta l’Autorità locale di protezione civile nella scelta delle misure più opportune da adottare a tutela della pubblica incolumità • collabora con AREU per coordinamento delle attività di pronto soccorso e di assistenza sanitaria • supporta il Sindaco, la Prefettura e gli Organi di protezione civile proponendo provvedimenti ordinativi di tutela della popolazione (evacuazione, misure di protezione, azioni comportamentali, ecc…) e di carattere igienico-sanitario (igiene alimenti, acqua potabile, gestione rifiuti, ricoveri animali, ecc…) Forze dell’ordine • costituire insieme ai VV.F., ad AREU, alla Polizia Locale, ad ARPA ed all’ASL il PCA (Posto di Comando Avanzato) • collaborare alle attività indicate dai VV.F., AREU, Sindaco Gestore dell’ARIR • attivare il piano di emergenza interna per prevenire/contenere effetti incidentali • informare i VV.F., il AREU e la Prefettura circa la tipologia dell’evento e la relativa gravità • informare/allertare il/i Sindaco/i competente/i formulando proposte circa le misure di protezione e di allertamento da adottare a tutela della popolazione • assumere, fino all’arrivo dei VV.F., la direzione ed il coordinamento tecnico degli interventi di soccorso ed antincendio all’interno del sedime aziendale • comunicare la fine delle attività previste dal piano di emergenza interno della sicurezza aziendale ai Vigili del Fuoco, ad AREU, alla Prefettura Fase di emergenza Di norma, la fase di emergenza si attua quando: • l’evento in corso, o il suo aggravarsi, non può essere gestito mediante interventi attuabili dai singoli enti e amministrazioni competenti in via ordinaria e la fase di preallarme, precedentemente attivata, diventa di emergenza; • l’evento necessita di un intervento di protezione civile complesso e coordinato tra Enti e Istituzioni; • l’evento richiede un intervento che può essere fronteggiato con mezzi e poteri straordinari. Con riferimento alle funzioni di supporto previste nel “metodo Augustus”, nel seguito sono elencate le principali azioni che i diversi Soggetti preposti alle attività di protezione civile sono chiamati svolgere nella fase di gestione della emergenza. Prefettura • attuare, avuta notizia dell’evento, il flusso informativo interno atto a informare e garantire l’attivazione della struttura prefettizia secondo procedure prestabilite • acquisire informazioni su caratteristiche dell’evento tramite il Comando VV.F. cui compete il coordinamento tecnico degli interventi e/o le Forze dell’Ordine • attivare le Forze dell’Ordine e le strutture statali coordinandone gli interventi • contattare il gestore/referente dell’azienda per la valutazione della situazione in corso e le azioni intraprese e da intraprendere • valutare l’opportunità di attivare il C.C.S. dandone comunicazione al Dipartimento della Protezione Civile, al Ministero dell’Interno, al Ministero dell’Ambiente e al Presidente della Giunta regionale 15
• valutare l’opportunità di attivare uno o più C.O.M. per il coordinamento decentrato dei servizi di emergenza a scala sovracomunale • mantenere costanti contatti con la sala operativa regionale di protezione civile e con CMM circa la situazione in corso, le azioni intraprese e da intraprendere • se necessario l’intervento del volontariato di protezione civile, richiedere a CMM l’attivazione del Volontariato Protezione Civile • tenere costantemente informati il Ministero dell’Interno, il Dipartimento della Protezione Civile, il Ministero dell’Ambiente • predisporre, d’intesa con CMM, comunicati stampa per informare la popolazione, attraverso i mezzi di comunicazione, circa la situazione in atto e i comportamenti da adottare, nonché l’informazione ai mass-media/stampa • richiedere al Dipartimento della Protezione Civile e/o al Ministero dell’Interno l’intervento di uomini e mezzi in aggiunta a quelli impiegati • disporre la chiusura di strade statali o provinciali, ovvero delle autostrade • disporre per la sospensione dei trasporti pubblici, compreso quello ferroviario • contattare/informare le Prefetture limitrofe interessate dall’evento per valutare congiuntamente la situazione Regione • attuare, avuta notizia dell’evento, il flusso informativo interno atto a informare e garantire la pronta disponibilità della struttura regionale secondo procedure prestabilite • stabilire un immediato contatto con la Prefettura, i Vigili del Fuoco, AREU, CMM, le Strutture Operative coinvolte, il Sindaco e l’ARPA per la valutazione della situazione in atto e le azioni intraprese e da intraprendere • attuare, attraverso la sala operativa regionale di protezione civile, il coordinamento delle competenze sanitarie con DG Sanità AREU, ASL e in campo ambientale (ARPA) • fornire supporto alle strutture intervenute nell’emergenza e al Sindaco anche mediante l’attivazione della Colonna Mobile regionale di protezione civile • attivare, se del caso, l’Unità di Crisi Regionale per il coordinamento delle attività di soccorso • predisporre gli atti per la richiesta dello stato di emergenza CMM • attuare, previa eventuale verifica della segnalazione dell’evento, il flusso informativo interno all’Ente atto a informare e garantire la pronta disponibilità della struttura provinciale secondo le procedure stabilite e le rispettive competenze • acquisire informazioni sulle caratteristiche dell’evento tramite i Vigili del Fuoco e/o la Prefettura e/o la Sala Operativa di protezione civile di Regione Lombardia • contattare il Sindaco per verificare/valutare congiuntamente la situazione in atto e le azioni intraprese o da intraprendere • contattare la Prefettura per valutare congiuntamente la situazione, anche ai fini della convocazione/attivazione delle strutture/organismi di protezione civile di rispettiva competenza • allertare/attivare le Organizzazioni di volontariato iscritte alla Sezione Provinciale dell’Albo Regionale del volontariato di protezione civile per attuare il supporto alla gestione dell’emergenza, se richiesto • attivare la Sala Operativa Provinciale di protezione civile (eventualmente unificata con la Prefettura) • informare costantemente la sala operativa regionale di protezione civile circa la situazione in corso, le azioni intraprese e da intraprendere • attivare, se del caso, l’Unità di Crisi Provinciale (UCP) dandone comunicazione al Presidente della Giunta provinciale/Assessore delegato, alla Prefettura-UTG, al Presidente della Giunta regionale/Assessore delegato. I Responsabili attivati dovranno garantite il costante collegamento con le proprie attività d’emergenza di Area/Settore ed operare con il metodo delle “funzioni di supporto” del cosiddetto “Medodo Augustus” valutare se rafforzare l’operatività mediante il presidio degli uffici della struttura di protezione civile oltre il normale orario di servizio 16
• collaborare con la Prefettura-UTG nell’eventuale attivazione di uno o più C.O.M. per il coordinamento decentrato dei servizi di emergenza a scala sovracomunale • attuare i necessari controlli sulla rete stradale di competenza; adottare i provvedimenti di competenza per limitare / vietare il transito nel territorio interessato dall’evento garantendo l’informazione agli utenti (cartellonistica di segnalazione e indicazione di percorsi alternativi) e favorire l’accesso dei mezzi di soccorso • disporre, in caso di necessità, la pronta verifica dell’agibilità delle aree di attesa, accoglienza, ammassamento e di ricovero della popolazione • garantire, se nel caso e previa verifica di agibilità, la disponibilità degli edifici di proprietà provinciale (scuole, edifici) per la provvisoria sistemazione delle popolazioni evacuate Comune • attuare, a seguito della verifica della segnalazione dell’evento, il flusso informativo interno atto a informare e garantire la pronta disponibilità della struttura comunale secondo procedure prestabilite • attivare le procedure previste nei Piani comunali/intercomunali di protezione civile, attivando il Centro Operativo Comunale (C.O.C./U.C.L.) dandone comunicazione alla Prefettura-UTG, a CMM, alla Regione Lombardia/Protezione Civile • attivare il collegamento con Prefettura-UTG, VV.F., AREU e CMM per un primo ragguaglio sulla situazione e sulle iniziative intraprese e da intraprendere • stabilire e attivare, d’intesa con i VV.F., AREU e le Forze dell’Ordine le misure per allertare e proteggere la popolazione che potrà essere coinvolta dall’evento secondo quanto stabilito nei P.E.E., se redatto, o nel piano comunale di protezione civile • assicurare la pronta disponibilità di personale dipendente, mezzi ed attrezzature del Comune • attuare le attività di vigilanza e presidio sul territorio di competenza segnalando prontamente le criticità in atto, nonché ogni ulteriore informazione utile • informare la popolazione circa la situazione in atto e i comportamenti da adottare (eventualmente con il supporto dei volontari) • dislocare personale delle Forze dell’Ordine e della Polizia Locale (eventualmente con il supporto anche dei volontari) sugli itinerari di afflusso/deflusso per dirigere il traffico • nel caso in cui l’evento non possa essere fronteggiato localmente con le risorse, i materiali e i mezzi a disposizione del Comune, darne immediata comunicazione alla Prefettura-UTG, alla Regione Lombardia/Protezione Civile, alla CMM/Protezione Civile • per i Comuni sede di C.O.M.: assicurare la pronta disponibilità logistica (strutture e locali) e funzionale (attrezzature, collegamenti,ecc..) per l’eventuale attivazione, da parte di Provincia o Prefettura, del C.O.M.. VVF • acquisire dal Gestore e/o dall’utente notizie sulla natura e le dimensioni dell’evento incidentale nonché sulla sua possibile evoluzione • ricercare un immediato contatto con il Sindaco, chiedendo notizie circa l’area idonea per la collocazione dei mezzi di soccorso e fornendo ogni utile indicazione per individuare le misure di protezione più immediate da adottare a tutela della popolazione • inviare una o più squadre adeguatamente attrezzate in rapporto alle esigenze rappresentate dal Sindaco e/o dal Gestore dell’impianto • effettuare una verifica e delimitazione dell’ampiezza della zona interessata dall’evento ai limiti della quale posizionare i mezzi e l’organizzazione dei soccorsi • costituire insieme ad AREU, alle Forze dell’Ordine, alla Polizia Locale, ad ARPA e all’ATS il PCA (Posto di Comando Avanzato) del quale assume la direzione ed il coordinamento • valutare con AREU i possibili rischi per gli operatori del soccorso tecnico e sanitario e l’eventuale immediata attivazione di ARPA Lombardia • accertare l’eventuale presenza di inneschi che favoriscano reazioni chimico-fisiche che possono aggravare la situazione intervenendo, se possibile, con attività di prevenzione • allertare/attivare la colonna mobile regionale VV.F. per i rischi industriali 17
• attuare un collegamento costante con Prefettura-UTG, Regione Lombardia/Protezione Civile e CMM/Protezione Civile per un ragguaglio sulla situazione e sulle iniziative intraprese e da intraprendere • se attivati, inviare un proprio rappresentante al C.C.S. e/o al C.O.M. • attivare ARPA Lombardia per l’avvio di monitoraggi ambientali AREU • acquisire dai VV.F. e/o Gestore e/o dall’utente notizie sulla natura e le dimensioni dell’evento incidentale nonché sulla sua possibile evoluzione • inviare sul posto mezzi di soccorso e personale che si terranno a distanza di sicurezza, chiedendo ai VV.F. la verifica delle condizioni di sicurezza del luogo e la delimitazione delle aree di rischio • costituire insieme ai VV.F., alle Forze dell’Ordine, alla Polizia Locale, ad ARPA ed all’ATS il PCA (Posto di Comando Avanzato) • individuare con i VV.F. l’area di raccolta dei feriti, iniziare il triage ed il trattamento degli stessi, dopo decontaminazione, se necessaria • coordinare il trasporto dei feriti presso il/i Pronto Soccorso provinciale/i • attuare un collegamento costante con Prefettura-UTG, Regione Lombardia/Protezione Civile, CMM/Protezione Civile e l’ASL per un ragguaglio sulla situazione e sulle iniziative intraprese e da intraprendere • concorrere alle operazioni di evacuazione della popolazione con particolare riferimento a patologie richiedenti assistenza sanitaria se attivati, inviare un proprio rappresentante al C.C.S. e al C.O.M. C.R.I. Tutte le fasi previste nella situazione di preallarme, diventano immediatamente operative e tutta la struttura della Croce Rossa Italiana si attiva per dare adeguata risposta all’emergenza nella sua fase evolutiva e critica. Vengono quindi intraprese tutte quelle azioni previste dall’attivazione del piano di emergenza provinciale della C.R.I. per la tutela e la salvaguardia della salute e della vita umana fino a concorrere al ripristino delle normali condizioni di vita della popolazione interessata. Forze dell’Ordine: • attuare un collegamento costante con Prefettura-UTG e VV.F. per un ragguaglio sulla situazione e sulle iniziative intraprese e da intraprendere • concorrere alle attività di soccorso, quali ad esempio: attuazione dei blocchi stradali e disciplina delle deviazioni del traffico (delimitazione e limitazione dell’accesso alle zone colpite), scorta dei mezzi di soccorso, vigilanza del territorio, evacuazione della popolazione • collaborare nell’attuazione delle procedure di emergenza stabilite dal Sindaco, dai VV.F., da AREU • costituire, insieme ai VV.F., ad AREU, alla Polizia Locale, ad ARPA e all’ATS il PCA (Posto di Comando Avanzato) • se attivati, inviare un proprio rappresentante al C.C.S. e al C.O.M. • collaborare alle attività di informazione della popolazione • predisporre i servizi antisciacallaggio nelle aree eventualmente evacuate • assicurare l’ordinata distribuzione di viveri, acqua potabile e materiali di prima necessità • attivare le necessarie competenze tecnico - scientifiche per l’identificazione delle salme ARPA • costituire, insieme ai V.V.F., ad AREU, alle Forze dell’Ordine, alla Polizia Locale, e all’ATS il PCA (Posto di Comando Avanzato) • attuare un collegamento costante con Prefettura-UTG, VV.F., AREU, Regione Lombardia/ protezione Civile per un ragguaglio sulla situazione e sulle iniziative intraprese e da intraprendere 18
• inviare sul posto un nucleo di specialisti per le valutazioni ambientali e, se del caso, effettuare campionamenti ed analisi mirate alla valutazione della situazione ed al suo evolvere • fornire alla Prefettura-UTG e alla Sala Operativa regionale di protezione civile le prime risultanze analitiche delle rilevazioni effettuate in loco e l’evolvere della situazione, con i suggerimenti circa le azioni da intraprendere a tutela della popolazione e dei luoghi dove si è verificato l’evento (interventi di bonifica necessari a tutela delle matrici ambientali) ATS • costituire insieme ai VV.F., AREU, alle Forze dell’Ordine, alla Polizia Locale e ad ARPA il PCA (Posto di Comando Avanzato) • provvedere, in collaborazione con l’ARPA, all’effettuazione di analisi, rilievi e misurazioni per accertare la possibilità di rischio ambientale e proporre le eventuali misure di decontaminazione e/o bonifica • effettuare una prima stima e valutazione urgente dell’entità e dell’estensione del rischio e del danno, in stretta collaborazione con le altre strutture del PCA • fornire, in collaborazione con il Centro Tossicologico-Centro Anti-Veleni, ogni necessario supporto tecnico per definire entità ed estensione del rischio per la salute pubblica e per individuare le misure di protezione più adeguate da adottare nei confronti della popolazione e degli stessi operatori del soccorso • attuare un collegamento costante con Prefettura-UTG, VV.F. Regione Lombardia/Protezione Civile per un ragguaglio sulla situazione in atto e sulle iniziative intraprese e da intraprendere • supportare la Prefettura-UTG, i Sindaci e gli Organi di Protezione Civile con proposte di provvedimenti cautelativi a tutela della popolazione (evacuazione, misure di protezione) e di provvedimenti ordinativi di carattere igienico-sanitario (igiene alimenti, acqua potabile, ricoveri animali, gestione dei rifiuti, ecc.) • assicurare i servizi veterinari anche in riferimento agli interventi di soccorso zoosanitario e garantire ai Comuni il concorso nelle attività di recupero e cura degli animali e nelle eventuali operazioni di sgombero del bestiame Centri Anti Veleni • ricevute le informazioni della tipologia delle sostanze coinvolte, individuare le misure di protezione da adottare, la profilassi per la “decontaminazione” delle persone coinvolte e le misure più idonee per il soccorso delle medesime • seguire l’evolversi della situazione e, se del caso, prendere contatto con gli altri Centri Anti- Veleni per chiederne il supporto e reperire dosi di antidoti • Strutture Ospedaliere: • i Pronto Soccorso, allertati da AREU, avvisano le proprie Direzioni Sanitarie e pongono in allerta l’Unità di Crisi in merito alle possibili attivazioni dei Piani per le maxiemergenze (PEMAF) • assicurarsi che il Pronto Soccorso ed il relativo personale medico e paramedico sia adeguato alla tipologia di intervento sanitario richiesto • accertare che i reparti interessati siano informati in ordine alla situazione di allarme in atto • contattare il Centro Anti-Veleni per avere informazioni aggiornate sugli effetti tossici delle sostanze e le terapie da attuarsi Gestore dell’ARIR • attivare il piano di emergenza interni, se esistenti, per prevenire/contenere effetti incidentali • informare i VV.F., AREU e la Prefettura circa la tipologia dell’evento e la relativa gravità • informare/allertare il/i Sindaco/i competente/i formulando proposte circa le misure di protezione e di allertamento da adottare a tutela della popolazione • assumere, fino all’arrivo dei VV.F., la direzione ed il coordinamento tecnico degli interventi di soccorso ed antincendio all’interno del sedime dell’azienda coinvolta dall’evento 19
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