Natura e pittura - Sanremonews.it
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
… Natura e pittura Luca Pietro Nicoletti, 2012 Il termine “natura”, nella storia della pittura, si è prestato a veicolare contenuti fra loro molto diversi. Talvotla divergenti. In molti casi, “natura” equivaleva a intendere “realismo”, ossia una raffigurazione fedele –ma non per forza mimetica- alla presentazione morfologica esteriore degli oggetti come si presentano alla visione, ma caricato di valori poetici che costituivano il vero apporto dell’artista moderno alla cruda natura delle cose. La riscoperta novecentesca di Caravaggio, in tal senso, è stata una lezione da cui per molto tempo non si è potuto prescindere. Doveva fare i conti con questa impostazione, sponsorizzata nel dopoguerra da Longhi e da Guttuso, la definizione di “ultimi naturalisti” coniata da Francesco Arcangeli, a cui il realismo in senso stretto risultava una asfissiante limitazione. Molti dei suoi “naturalisti”, infatti, spingevano il loro modo di intendere il dato naturale secondo modalità di sintassi visiva che non si preoccupavano più dell’aggancio oggettivo a un’immagine riconoscibile: era la materia stessa della pittura a farsi memoria evocativa di una natura organica e irrazionale, tesa ad una instabilità percettiva tutta di movimento e di ambiguità di rappresentazione. Su questa soglia, nelle varie declinazioni più o meno non figurative o informali dell’astratto-concreto, il termine “natura” viene quindi a coincidere con il mondo vegetale come primaria fonte di ispirazione da cui trarre motivi e andamenti di linee e di composizione. In questa soglia si era mosso un pittore destinato a suscitare grande eco nel dopoguerra, di tutt’altro orientamento rispetto all’informale, come Sutherland, nella cui pittura il mondo vegetale assumeva una propria vita spontanea, violenta e visionaria, incontrollata e germinante. Ma visionarie sono anche le composizioni astratte del Birolli del dopoguerra che partecipa al gruppo degli Otto, memore della lezione di Esteve e Manessier, in cui prendevano forma delle figure totemiche e metamorfiche. In genere questa accezione di memoria vegetale si unisce ad una pittura di nervature spesse e di materia corposa. Gli umori della terra, non esenti, come fece notare Enrico Crispolti, da una vena di “erotismo dell’arte astratta”, erano espressi dal modo stesso in cui la pittura veniva cesellata sulla tela, come nel caso di Morlotti e delle sue pareti vegetali. È la materia stessa, dunque, con il suo impasto e le sue increspature, a farsi interprete di una natura di cose minute: lo sguardo sulla natura non ha più gli ampi spazi del paesaggio, ma ha scelto una porzione ridotta di questo e ne ha fatto materia astratta e sensuale, godibile in sé. In tal senso rivisitava, forse inconsapevolmente, il tema della natura morta, ma non erano certo compagne delle “vite silenti” dechirichiane: casomai è l’esuberanza dei trionfi floreali fiamminghi a riaffiorare in un nuovo orizzonte di segni.
CHIARA DE BATTISTI Nata a Milano nel 1972, città dove vive e lavora, e si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha iniziato ad esporre in mostre collettive dal 1994. Nel 1995 vince il premio Nazionale Maurizio Marchese, rivolto agli studenti di tutte le Accademie d’Italia, e presenta la sua prima mostra personale a Roma. Ciò che risulta determinante nel lavoro dell’artista è il filo conduttore di tutto il suo percorso, fondato sullo studio della luce e della realtà circostante. Una luce mai intesa come atmosferica e graduale, bensì rappresentata nella sua essenza per essere proiettata in chiave dinamica sulle forme che incontra e con le quali s’intreccia; elementi strutturali che non possie-dono una funzione descrittiva ma possono essere l’occasione di una rielaborazione compositiva mediata dal ricordo e dall’emo-zione. Il colore assume di volta in volta una funzione simbolica, quasi evocativa, e il dato naturale originario, cioè l’elemento che favorisce un processo di rielaborazione pittorica, è sempre presente nelle opere dell’artista. Negli anni più recenti inoltre, la ricerca artistica si concretizza nel voler esprimere non solo il ricordo di ciò che è stato visto ma anche il concetto di “tempo”. Da qui nascono numerose esperienze in sequenza: carte dipinte separatamente e poi montate in composizioni orizzontali o verticali come a voler creare un percorso nel quale avviene un racconto. La realizzazione in tempi diversi, in sequenza appunto, di diversi elementi pittorici che poi andranno a comporre un unico quadro, cerca di esaudire quel desiderio, o istinto, di non bloccare il ricordo in un'unica immagine, ma di svilupparla tramite moduli differenti e assemblati successivamente alla realizzazione pittorica.
GABRIELLA GÖRANSSON Nata a Firenze nel 1959, norve- gese, abita ad Oslo. Da molti anni risiede per lunghi periodi a Villa Faraldi. La sua formazione artistica inizia presso l´Accademia di Arte a Oslo, dove consegue il Diploma in Arte Tessile nel 1990. Riceve numerose borse di studio, tra le quali: Città di Oslo, 2004 e, dal 1997, dal Consiglio Culturale Norvege- se e dal Fondo del Governo Norvegese. E incaricata per la realizzazione di diversi progetti artistici pubblici tra cui: Tune Barnehjem, Rikshospitalets Personalkantine, Brilliance of the Seas, Royal Carrebean Cruise Line, Color Magic cruise line. "… Spesso gli oggetti vanno intesi sia come opere individuali sia come elementi che fanno parte di un progetto e di un opera piu´ampia. Rimango sempre affascinata e sorpresa dalla NATURA che e´ la mia prinicipale fonte di inspirazione per il suo eterno divenire….. Il principale materiale utilizzato é la carta hand made, prodotta nel mio studio con fibre di diversa natura, lino e cotone, combinata con colori e materiali quali alluminio, legno, tessuto e cera d api." Selezione delle esposizioni personali e collettive: Galleri F15 - Moss, Sami Art Senter, Galleri Norske Grafikere – Oslo, Akershus Kunstnersenter, Vestfold Kunstnersenter, Norsk Skogmuseum,Trøndelag Senter for Samtidskunst, Kistefosmuseet, Bærum Kunstforening, Norvegia. Linna Gallery, Art Hall Tallinn, Estonia Arka Gallery, Vilnius, Lituania. Galleria Konstepedemin, Röda Sten Göteborg, Svezia. The HUBcentre e la Galleria d'Arte Rugby Museo Inghilterra, Kulturspinderiet Silkeborg, Danimarca, Museo d´Arte Okayama, Giappone. Sono in programmazione le seguenti esposizioni Modern Masters, München, Germania , Gunma Museum of Modern Art nel Giappone, Avesta Art, Svezia, tutte in 2011. Indirizzo: Fjellgt.13 0.566 Oslo Mob: 47 95709297 E-mail: gabriella@goransson.no www.goransson.no
GABRIELE POLI Vive e lavora a Milano dove è nato nel 1957 e dove si è diplomato in Pittura alla Accademia di Belle Arti di Brera nel1979. Nei primi anni ottanta comincia la sua attività espositiva partecipando a numerose mostre e rassegne di pittura nazionali e internazionali. Sue opere sono presenti in diversi spazi pubblici milanesi tra i quali: Ospedale Fatebenefratelli, reception, Pio Albergo Trivulzio, ingresso, Asilo dei Monelli - Martinitt, decorazione pavimentale. Tra le mostre all’estero ricordiamo la personale alla Nord Trondelag Filkesgallerj, Namsos (No),1998, Berlino, Galerie Verein Berliner Künstler - Associazione Culturale "Renzo Cortina": "Berlin Mailand Kunst Aus Zwei Metropolen" 1998; Augsburg - Germania, Galleria Die Ecke, "Arte per tempi nuovi"2002; Ginevra - Svizzera, CERN, "Arte e Scienza" 2005; Parigi, Galleria Orenda Art International “Anges de Banlieu” 2010. Sue opere sono presenti inoltre al Museo d’Arte Contemporanea Paolo Pini di Milano, al Civico Museo Parisi-Valle di Maccagno e alla Galleria d’Arte Contemporanea di San Donato Milanese. Tra le mostre personali pìù recenti ricordiamo: “La Zattera della Medusa” Spazio Tadini, Milano 2009; “Anges de Banlieu”, Orenda Art International, Parigi 2010; "Diario dallo studio di ponente" Auditorium S.Michele San Bartolomeo al Mare (IM) 2011; “Angeli, Muri e Paesaggi” Studio d’Arte Bazzini 15, Milano 2011; “Territori della luce”, Palazzo Municipale, Merate 2011, “Tappe cromatiche”, Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo , Como 2012; “Percorsi Cromatici”, Studio Bazzini 15, Milano 2012. www.gabrielepoli.com
Puoi anche leggere