Morfogenesi: una sfida interdisciplinare - Salento ...
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Morfogenesi: una sfida interdisciplinare Everything is made of atoms. That is the key hypothesis.The most important hypothesis in all of biology, for example, is that everything that animals do, atoms do. In other words, there is nothing that living things do that cannot be understood from the point of view that they are made of atoms acting according to the laws of physics. R. P. Feynman Laboratoire Jean Perrin, Sorbonne Université & CNRS (UMR 8237) Silvia Grigolon 4, Place Jussieu, 75005 Paris, France Q uali sono i processi e princìpi pri- mentale; si concluderà infine con una discus- mi che permettono ad un organismo sione delle sfide a lungo termine, non solo di assumere la sua forma funziona- tecniche ma anche di sviluppo di una comu- le per poter espletare tutte le funzioni vita- nità interdisciplinare conscia delle potenziali- li a partire da una cellula fecondata? Come tà, limiti e soprattutto complementarietà del- questi processi interagiscono fra di loro at- le singole discipline e della sua fondamenta- traverso le diverse scale biologiche, ovvero le importanza per poter rispondere a doman- dalle cellule ai tessuti e viceversa? È pos- de fondamentali quali “Come si sviluppa la sibile utilizzare le scoperte a questo riguar- vita?”. do per poter sviluppare terapie finalizzate a curare malformazioni e malattie dello svilup- Introduzione po? In questo articolo, si illustreranno, dap- prima, con una rassegna storica, la nascita La Morfogenesi (dal greco morphê=forma e gene- dello studio dello sviluppo degli organismi sis=creazione) è l’insieme di tutti i processi che regolano lo sviluppo degli organismi viventi a da un punto di vista matematico quantitati- partire da una cellula uovo fecondata. Per po- vo ed i diversi problemi da risolvere per ri- ter espletare tutte le sue funzioni vitali, l’orga- spondere alle domande sovracitate; verrà poi nismo deve poter raggiungere una determinata fornita una panoramica degli approcci tecnici forma ottimale. Lo sviluppo pertanto richiede fisico-matematici utilizzati nella biofisica del- l’interazione coordinata di diversi processi su la Morfogenesi e di come questi possano in- diverse scale, spaziali e temporali, quali la divi- tegrare e siano integrati con la scienza speri- sione cellulare, la formazione di tessuti (insie- mi di cellule) in grado di crescere, deformarsi Ithaca: Viaggio nella Scienza XVIII, 2021 • Morfogenesi: una sfida interdisciplinare 39
ma ciononostante mantenere integrità durante si sviluppò come un’intera branca interdiscipli- l’intero sviluppo, e la formazione di diversi or- nare, la biofisica, dove biologia, fisica e mate- gani, che costituiscono le macrounità funzionali matica non sono più discipline separate ma di- fondamentali. versi approcci di studio da integrare per poter Come questi processi avvengono a partire da svelare i meccanismi fondamentali ed i princìpi una singola cellula o da un insieme di cellule primi su cui si basa il mondo naturale ed il suo apparentemente omogenee nella loro composi- funzionamento collettivo. zione biochimica è ormai oggetto di studio da Tuttavia, pur non avendo pretesa di essere un più di un secolo. I primi pionieri nello studio testo quantitativo, l’opera di D’Arcy Thompson teorico della Morfogenesi furono D’Arcy Went- resta un testo descrittivo. Per poter osservare worth Thompson e Alan Turing, che con le loro un primo studio quantitativo della Morfogenesi, intuizioni possono essere considerati i padri non bisogna aspettare un’altra opera fondamentale, solo dello studio quantitativo della biologia del- ovvero l’articolo del 1952 di Alan Turing [2]. Tu- lo sviluppo ma soprattutto dell’odierna biofisica ring fu il primo ad ipotizzare che la crescita degli teorica. organismi sia anzitutto regolata dalla distribu- Il lavoro principale dello scozzese D’Arcy zione non uniforme nei tessuti di sostanze chi- Wentworth Thompson del 1917, intitolato "On miche, che lui stesso denominò morfogeni, finaliz- Growth and Form" (Della crescita e della forma) zate a guidare il differenziamento cellulare, ov- [1], fu tra i primi a contrastare l’idea che l’evo- vero specificare la funzione che le diverse cellule luzione potesse fungere da unica forza motrice espleteranno nel tessuto stesso. nell’acquisizione della forma funzionale da parte Turing propose un modello inizialmente mi- degli organismi, postulando l’ipotesi che anche nimale, in seguito divenuto più complesso, com- le leggi fisiche e meccaniche giocassero un ruolo posto principalmente da due specie soggette a fondamentale nel governare non solo la crescita diffusione e reazioni chimiche di diverso tipo, degli organismi stessi ma anche la speciazione. identificando le relazioni necessarie tra questi di- Nel suo lavoro notò le correlazioni presenti tra versi fenomeni chimici per la formazione di pat- forme geometriche e forze meccaniche ed allo tern. Grazie a questo modello minimale, Turing stesso tempo fra un problema tipicamente biolo- aprì un’altra strada per lo studio dello svilup- gico ed un problema tipicamente fisico. Riportò po degli organismi viventi, ovvero quella della infatti l’analogia tra la forma delle meduse e quel- modellizzazione di reti molecolare su grande la assunta da una particella liquida in un fluido scala. viscoso o tra la struttura esagonale di un alveare In parallelo, la scoperta della struttura del e gli aggregati di bolle di sapone. Identificò le DNA da parte di Rosalind Franklin, James Wa- relazioni matematiche presenti in determinati tson e Francis Crick, gli enormi sviluppi tecno- fenomeni di crescita, come la fillotassi, ovvero logici sul sequenziamento genico, la manipola- l’ordine in cui foglie o rami nelle piante sono zione e l’interferenza genetica, la microscopia ad disposti in modo da seguire una spirale di Fibo- alta risoluzione e la misura di forze in vitro ed in nacci, e la relazione fra superficie e volume di un vivo, hanno permesso non solo di validare molte organismo e la sua lunghezza. delle intuizioni di D’Arcy Thomson e Turing, ma Nonostante l’opera racchiuda in sé una quan- di andare oltre analizzando sempre più in detta- tità di esempi largamente maggiore, la selezio- glio problemi quali le intricate ed innumerevoli ne sovracitata dimostra ampiamente l’intuizione interazioni fra le molecole e la generazione e tra- formidabile, se non geniale, dell’autore, ovvero smissione di forze all’interno delle cellule e dei la correlazione fondamentale tra forze meccani- tessuti. che e forme geometriche riproducibili e funzio- Lo scopo di questo articolo è di fornire una pa- nali e l’esistenza di relazioni matematiche pre- noramica degli approcci teorici generali utilizzati cise che regolano lo sviluppo e la crescita degli oggigiorno nello studio dello sviluppo dei siste- organismi. mi biologici a diverse scale spazio-temporali e Le innumerevoli osservazioni di D’Arcy della loro interazione con la branca sperimentale Thompson segnarono l’inizio di quella che poi per validazione e predizione. Pertanto, si inizie- Ithaca: Viaggio nella Scienza XVIII, 2021 • Morfogenesi: una sfida interdisciplinare 40
rà dapprima discutendo la scala microscopica Una volta che la proteina finale è prodotta, inte- della cellula, l’espressione genica e la modelliz- ragisce all’interno della cellula con le altre macro- zazione delle reti molecolari, riassumendo gli molecole, espletando un’innumerevole quantità approcci ed i risultati fondamentali; si prosegui- di funzioni, come ad esempio l’attivazione stessa rà con lo studio della formazione degli organuli dell’espressione genica (ovvero i fattori di tra- cellulari, ovvero della formazione di pattern a li- scrizione), degradazione di altre proteine (come vello della cellula stessa, a cui seguirà la scala dei le proteasi), costituzione del citoscheletro (ossia tessuti, dove si illustrerà come le idee di Turing la struttura fondamentale che controlla forma e vengono applicate oggigiorno alla comprensio- motilità cellulare) e costituzione della membra- ne del differenziamento cellulare; si discuterà na cellulare per la comunicazione con l’ambiente poi la questione dell’identificazione di modelli circostante. di reti geniche ottimali e di come metodi basati Nonostante ad oggi non si conosca con esat- su o ispirati all’intelligenza artificiale possano tezza l’intero quadro di interazioni intracellula- contribuire a risolvere questo problema. ri e la loro stechiometria, grazie a diverse tec- Nella seconda parte dell’articolo, ci si con- niche sperimentali, negli anni è stato tuttavia centrerà invece sull’altra faccia della meda- possibile ricostruirne una grande quantità. Ciò glia, la meccanica, e si illustrerà una delle teo- ha permesso di catalogare parte di queste in- rie maggiormente utilizzate nello studio della terazioni in circuiti molecolari, ovvero re- generazione e trasmissione di forze meccani- ti minimali composte da un basso numero di che e di come queste possano essere validate macromolecole [3]. sperimentalmente. Per poter comprendere il funzionamento di In finale, si concluderà discutendo le sfide a questi circuiti da un punto di vista teorico, nel lungo termine, riguardanti non solo le domande corso degli ultimi decenni, si sono sviluppati fondamentali ancora aperte e gli sviluppi tec- approcci basati sulla teoria delle reti comples- nici teorici e sperimentali necessari ad uno stu- se e sulla teoria dei sistemi dinamici. In questo dio completo della Morfogenesi ma anche l’im- contesto, le diverse specie molecolari d’interesse portanza dello sviluppo di una vera comunità vengono rappresentate come i nodi della rete, le interdisciplinare in continua sinergia. interazioni come i link della rete (Figura 1A) e la variabile primaria di interesse è la concentra- zione molecolare di ogni specie presente nella La cellula e la modellizzazione rete. delle reti geniche e di segnale Supponendo quindi di considerare N specie, si può definire il vettore delle concentrazioni Come discusso nell’introduzione, la morfo- delle specie molecolari al tempo t come y(t) = genesi ha inizio a partire dalla singola cellula (y1 (t), ..., yN (t)). Date le interazioni tra le diverse fecondata, la quale, per poter espletare tutte le specie molecolari, è quindi possibile definire le sue funzioni vitali, necessita della produzione equazioni che governano l’evoluzione temporale di proteine, le macromolecole funzionali fonda- della rete, ovvero: mentali. L’informazione necessaria alla produ- dyi (t) zione di proteine, ossia l’informazione sulla lo- = fi (y(t), t), dt ro struttura, è contenuta nei geni, frammenti di DNA, i quali vengono espressi tramite una serie dove yi (t) è la concentrazione della specie i al di processi i cui stadi intermedi fondamentali tempo t e fi (y(t), t) è una funzione, normalmente richiedono la produzione dell’RNA messagge- non lineare, contenente le reazioni chimiche che ro (mRNA), anche detta trascrizione, e la sua coinvolgono la specie i, come ad esempio produ- traduzione nella sequenza primaria della pro- zione ed interazione della specie i con se stessa teina, la quale, attraverso il processo di folding, e con le altre specie. Pertanto, tale funzione di- assume la sua struttura finale e, se non vi sono pende anche dai parametri del modello, ovvero errori, funzionale. L’insieme di tali processi è dalle velocità delle reazioni chimiche, dalle so- anche noto come espressione genica. glie di reazione o dagli esponenti caratterizzanti Ithaca: Viaggio nella Scienza XVIII, 2021 • Morfogenesi: una sfida interdisciplinare 41
funzioni tipicamente non lineari 1 . di osservare un determinato numero di molecole Tramite questo approccio è perciò possibile al tempo t, ovvero P (n, t), la cui legge di evolu- studiare una serie di proprietà legate alla rete zione temporale è data dall’equazione maestra, stessa come ad esempio i) l’esistenza ed unicità ovvero: di uno stato stazionario e la sua stabilità rispetto dP (n, t) a perturbazioni esterne; ii) le esatte proprietà introdotte dalla presenza di determinate reazioni Xdt = T (n|n0 )P (n0 , t) − T (n0 |n)P (n, t) , chimiche all’interno della rete. n0 6=n A quest’ultimo proposito, un’ampia branca della biofisica teorica si è occupata di catalogare dove T (n0 |n) rappresentano le frequenze di tran- dapprima circuiti molecolari sovrarappresentati sizione dallo stato n = (n1 , ..., nN ) allo stato in biologia per poi comprenderne le proprietà n0 = (n01 , ..., n0N ) e viceversa e sono definite dalle dinamiche e statiche. Si è studiato i) come la pre- reazioni chimiche presenti nella rete. senza di reazioni fortemente non lineari potesse La risoluzione di tale equazione è perciò uno indurre una bistabilità nel sistema e, di conse- strumento fondamentale per studiare il compor- guenza, la possibilità per la cellula di assumere tamento stocastico del sistema e, di conseguenza, diversi stati in condizioni stazionarie, come nel per capire il ruolo giocato dalle diverse interazio- caso del toggle switch (Figura 1B); ii) come reazio- ni molecolari nel determinare il tipo di distribu- ni di inibizione (negative feedback) potessero in- zioni di probabilità caratterizzanti le specie pre- durre un’alta resilienza (Figura 1C) o oscillazioni senti nel sistema. Tuttavia, nella maggior parte in risposta a perturbazioni esterne [5]; iii) come dei casi che vengono considerati, risolvere l’equa- reazioni di mutua attivazione (positive feedback) zione maestra resta un compito arduo. Pertanto rendano gli stati stazionari instabili o addirittura negli anni si è ricorso a diverse approssimazioni, caotici [9]. Nonostante vi siano già alcuni studi tra cui una delle più celebri denominata di van [8, 9], restano tuttavia ancora da comprendere Kampen (o in inglese anche system-size expansion) in maniera sistematica le proprietà dinamiche [6]. indotte dalla combinazione di diversi circuiti mo- In tale espansione, nel caso di rumore linea- lecolari e come questi possano risultare ottimali re, si assume che il numero di molecole di una da un punto di vista evoluzionistico. determinata specie i al tempo t, ni , possa essere Nonostante l’approccio sovracitato permetta approssimato come: di studiare un’elevata varietà di sistemi, resta comunque di tipo deterministico, ovvero ignora ni = V φi + V 1/2 ξi , completamente la stocasticità dovuta all’intera- zione fra le molecole in quanto quantità discrete dove V è il volume del sistema, φi è la con- (rumore intrinseco) o a fluttuazioni dell’ambien- centrazione di molecole della specie i nel caso te circostante la rete (rumore estrinseco). Pertan- deterministico e ξi è il termine di rumore. to, questo approccio limita la comprensione di Espandendo in termini di potenze del volume una grande quantità di fenomeni cellulari, come V e fermandosi al secondo ordine dell’espansio- si discuterà di seguito. ne, è possibile riscrivere l’equazione maestra Per superare questo limite, è quindi necessario nella forma di un’equazione di diffusione per adottare una descrizione stocastica del sistema, la distribuzione di probabilità, l’equazione in cui la variabile di interesse non è piú il numero di Fokker-Planck, più facilmente trattabile di molecole (o concentrazione) di una determi- analiticamente. nata specie al tempo t ma piuttosto la probabilità Questo approccio di conseguenza permette 1 In generale, è possibile semplificare tale descrizione in- il calcolo dei momenti della distribuzione delle troducendo al posto della concentrazione di ciascuna diverse specie molecolari e la loro evoluzione specie nel tempo una variabile binaria (ovvero che pos- temporale, ovvero media (corrispondente al caso sa assumere due valori soltanto, ad esempio 0 e 1), senza rumore), varianza e correlazioni. Bisogna che determini semplicemente lo stato di espressione o non espressione di un gene, come nel caso delle reti tenere a mente, però, che in tale regime e quadro booleane. specifico, si assume a priori che le distribuzio- Ithaca: Viaggio nella Scienza XVIII, 2021 • Morfogenesi: una sfida interdisciplinare 42
A B Toggle switch M A B nodo link di inibizione link di attivazione AoB MA M MB C Negative Feedback Loop Figura 1: A) Schematizzazione della cellula con al suo interno un esempio di rete molecolare. I quadrati rappresentano i nodi della rete, ovvero le molecole coinvolte, mentre le frecce rappresentano le reazioni, descritte in maggiore dettaglio nel pannello laterale. B) Pannello in alto: esempio di toggle switch, comprendente due diversi nodi corrispondenti al gene A e gene B, due reazioni di mutua inibizione e un attivatore M. Pannello in basso: esempio di comportamento di stato stazionario per il gene A ed il gene B in funzione della concentrazione dell’attivatore M. Linee continue rappresentano gli stati stabili mentre le linee tratteggiate rappresentano gli stati instabili. MA ed MB rappresentano le soglie di concentrazione per l’attivatore M a cui si osserva l’apparizione degli stati stazionari instabili. Figura riadattata da [4]. C) Esempio di Negative Feedback Loop. Pannello di sinistra: circuito comprendente tre specie, Auxin, IAA e ARF, proteine regolatrici dello sviluppo della pianta A. Thaliana e 3 reazioni di inibizione. Pannello di destra: risposta temporale per le tre diverse specie indicate a sinistra a seguito di una perturbazione rispetto allo stato stazionario indotta da Auxin. Le linee continue nere rappresentano il caso senza il negative feedback indicato in rosso a sinistra; le linee rosse tratteggiate rappresentano il caso con il negative feedback. Si noti come la presenza del negative feedback effettivamente permette di osservare una risposta maggiore ma anche un’alta resilienza rispetto allo stato stazionario. Figura presa da [5]. ni di probabilità siano gaussiane e non vi siano (come ad esempio quelle basate sulla teoria dei termini di memoria all’interno del sistema. campi [7]). Tuttavia, vi sono vari esempi in cui questo stu- A questo riguardo, è bene quindi, oltre che ve- dio si è rivelato potente per comprendere i) il rificare i regimi di validità dell’approssimazione, ruolo delle interazioni chimiche o anche ii) il comprendere se sia necessario tenere conto de- ruolo del rumore estrinseco nel determinare le gli ordini superiori nell’approssimazione o dei distribuzioni di probabilità delle molecole. In termini di memoria o anche direttamente tenta- questo contesto è importante ricordare il caso dei re di sviluppare tecniche analitiche più raffinate microRNA ed il loro ruolo nei circuiti molecola- Ithaca: Viaggio nella Scienza XVIII, 2021 • Morfogenesi: una sfida interdisciplinare 43
A B C rumore estrinseco (CV) Fattore di trascrizione CVP microRNA target proteina interazione miRNA-target rate di trascrizione del target (nM min-1) D rate di trascrizione del target probabilità numero di proteine Figura 2: A) Schematizzazione di un circuito a microRNA composto da 4 nodi, ovvero un fattore di trascrizione che attiva l’espressione del microRNA e del suo mRNA target, che a sua volta codifica per la proteina. Le frecce nere indica- no le reazioni di attivazione, mentre la freccia rossa indica l’inibizione. Le frecce azzurre ondulate sul microRNA indicano la trascrizione con rumore estrinseco del microRNA. B) Coefficiente di variazione della proteina come funzione del parametro di interazione fra microRNA e mRNA target. I punti rossi corrispondono ai risultati delle simulazioni mentre la linea arancione al risultato dell’espansione di van Kampen in questo circuito. Fi- gura presa e riadattata da [12]. C) Diagramma di fase per l’emergenza di distribuzioni bimodali in presenza di rumore estrinseco sul microRNA in funzione del rate di trascrizione dell’mRNA target e del coefficiente di variazione del rumore estrinseco sul microRNA. Il parametro g rappresenta la costante di accoppiamento fra il microRNA e l’mRNA target. D) Esempio di emergenza di distribuzioni bimodali per le proteine a fissato coeffi- ciente di variazione per il rumore estrinseco sul microRNA, variando il rate di trascrizione dell’mRNA target. Gli istogrammi vengono dal risultato delle simulazioni mentre le linee rosse continue dall’approssimazione di van Kampen modificata in presenza di rumore estrinseco. Figura presa e riadattata da [15]. ri. I microRNA sono piccole molecole di RNA sto caso ha quindi permesso di comprendere ul- scoperte negli anni ’90 in C. Elegans [10], un teriori proprietà caratterizzanti queste reti ed in verme nematode, codificate in regioni del geno- particolare dell’azione dei microRNA, quali: i) la ma note per non contenere alcuna informazio- capacità dei microRNA di non diminuire unica- ne sulla produzione di proteine (regioni non mente il numero di molecole relative ad una certa codificanti). proteina ma anche di diminuirne la varianza (Fi- gura 2B), rendendo pertanto la rete più robusta a I microRNA agiscono legando gli RNA messag- perturbazioni esterne [11, 12]; ii) in presenza di geri target (mRNA) ed eventualmente degradan- più target, l’azione dei microRNA può portare ad doli, portando in prima istanza ad una diminu- una varietà di effetti regolatori diversi e di conse- zione del numero di proteine relative tradotte guenza modulare le correlazioni fra mRNA target (Figura 2A). L’intera mappa di interazione tra i senza che vi sia una diretta interazione fra di lo- diversi microRNA, che risultano ad oggi essere ro [13, 14]; iii) la presenza di rumore estrinseco più di 2000 solo nella specie umana, ed i loro tar- sui microRNA, ad esempio dovuto ad intermit- get non è ancora completamente nota ma, dati i tenza nella trascrizione (burst trascrizionali), può numeri, è chiaro che si tratti di una rete comples- rafforzare la bimodalità indotta dalla stocasticità sa coinvolta in svariati contesti, dallo sviluppo delle reazioni delle distribuzioni delle proteine alla carcinogenesi. codificate dagli mRNA target [15] (Figura 2C-D). L’uso delle tecniche teoriche sovracitate in que- Ithaca: Viaggio nella Scienza XVIII, 2021 • Morfogenesi: una sfida interdisciplinare 44
Quest’ultimo punto è estremamente impor- proprietà dettagliate di un’enorme varietà di cel- tante per due motivi: i) la presenza di rumore lule, dalle cellule staminali, vegetali ed animali, estrinseco, ovvero esterno alla rete, intuitivamen- fino alle cellule tumorali. te dannoso, può in realtà indurre una varietà di distribuzioni comunque ben definite all’interno della rete stessa; ii) la multimodalità indotta dal rumore può in principio risultare benefica nel caso della differenziazione cellulare. Infatti, la Formazione di pattern cellulari: presenza di più picchi nella distribuzione di pro- la separazione di fase babilità corrisponde alla presenza di più stati caratterizzati da un diverso numero di proteine, Negli approcci sovracitati si assume a priori che quindi possibilmente relativi a diversi stati di il sistema in considerazione sia well mixed, ovve- differenziamento della cellula. ro che il numero di molecole presenti nel sistema Normalmente, l’ipotesi più accreditata per il sia talmente elevato da permettere alle molecole differenziamento cellulare si basa sulla presen- di interagire omogeneamente fra di loro indipen- za di reazioni chimiche tali che permettano di dentemente da dove si trovino nella cellula: la ottenere più stati stazionari stabili. Ricordando nozione di spazio diventa pertanto irrilevante. il toggle switch sovracitato, la presenza del rumo- Quest’ipotesi è ovviamente plausibile in molti re in questo caso permette al sistema di saltare casi, ma non in tutti. da uno stato stazionario all’altro naturalmente, A livello cellulare, infatti, la nozione di spazio dove il tempo tipico di questo salto dipende dal- può ad esempio essere di fondamentale impor- la differenza in stabilità dello stato stazionario tanza per la corretta formazione di strutture ag- stesso. glomerate, come gli organuli e, soprattutto, gli In termini fisici, come anche proposto da Con- agglomerati privi di membrana, necessari per il rad Waddington durante il secolo scorso, de- mantenimento delle funzioni vitali della cellula. finendo una funzione energia a partire dalle Esempi di questo tipo possono essere trovati equazioni deterministiche, ove possibile, gli stati in diversi tipi di cellule come nella linea cellulare stazionari sono rappresentati come i minimi di immortalizzata HeLa, nell’ovocita della rana o questa funzione, la cui differenza regola quindi nell’embrione del verme nematode. Tra questi si il tempo tipico di salto (legge di Arrhenius). possono ricordare i nucleoli, ovvero i siti di bio- Nel caso invece considerato per il microRNA, il genesi dei ribosomi, i corpi di Cajal, impor- sistema di per sé non contiene alcuna reazione tanti nel metabolismo degli RNA, ed i granuli chimica che definisca nel caso senza rumore una germinali, tra cui i granuli P nel verme nema- multistabilità del sistema e pertanto la multimo- tode, i granuli polari nel moscerino della frut- dalità è unicamente indotta dalla combinazione ta, o anche i granuli di stress. In tutti questi fra struttura circuitale monostabile e presenza di casi, è necessario che le molecole dapprima si rumore estrinseco. aggreghino e poi diffondano all’interno dell’ag- Gli approcci teorici qui citati sono degli esem- gregato affinché possano interagire fra di loro pi di come i modelli matematici hanno permes- chimicamente. Ma quali sono i princìpi che per- so di svelare proprietà intrinseche di queste reti mettono a tali molecole di aggregarsi e come? molecolari non accessibili sperimentalmente. Come possono queste molecole passare da una Tuttavia, grazie agli sviluppi tecnologici, ed in fase disordinata in cui sono perfettamente me- particolare grazie alla possibilità di costruire cir- scolate con le molecole del mezzo circostante ad cuiti sintetici o tracciare finemente determinate una in cui sono localizzate? molecole nel tempo, è possibile validare i modelli Per rispondere a questa domanda, è necessa- e le loro predizioni con esperimenti ad hoc, co- rio prima di tutto ricordare gli ultimi studi ri- me effettuato nel caso sovracitato dei microRNA guardo i granuli P nel verme nematode (Figu- [16, 17] o anche in altri contesti, come quello dei ra 3A). Infatti, è stato recentemente osservato circuiti della pianta A. Thaliana [18]. Questo per- che dal punto di vista reologico i granuli P si mette quindi di studiare quantitativamente le comportano come liquidi, ovvero fondono nel Ithaca: Viaggio nella Scienza XVIII, 2021 • Morfogenesi: una sfida interdisciplinare 45
A B C D Figura 3: A) Visualizzazione dei granuli P (in verde) all’interno dell’embrione del verme nematode C. Elegans. Figura presa da [20]. B) Esempio di mixing in un sistema formato da due specie molecolari, rappresentate dai cerchi blu e rossi rispettivamente. Nel momento in cui si rimuove la barriera fra le due specie, l’aumento di entropia per diffusione porta al mescolamento spontaneo delle due specie. C) Entropia di mixing in funzione della frazione volumica φ. D) Energia libera come funzione della frazione volumica φ, in assenza di interazioni (linea continua azzurra) ed in presenza di interazioni (linea continua blu). I pannelli B, C e D sono stati presi da [19]. momento in cui interagiscono fra di loro assu- zero e positiva e tiene conto di tutte le possibili mendo poi una forma sferica, tipica di un liquido configurazioni in cui le particelle appartenenti sottoposto a tensione superficiale, le loro defor- alle diverse specie possono trovarsi. mazioni sotto stress sono simili a quelle di gocce In particolare, la positività dell’entropia, in ac- liquide, e riassumono una forma sferica dopo cordo con il secondo principio della termodina- deformazioni/perturbazioni [19]. mica, implica che il processo di mixing, ovvero di Pertanto tali proprietà hanno naturalmente rie- trasporto, avviene spontaneamente (Figura 3B). vocato nella mente dei fisici il problema della Tipicamente tali processi di trasporto spontanei separazione di fase, in particolare nei casi so- avvengono via diffusione, il cui tasso di trasporto vracitati fra due sostanze liquide, la cosiddetta è dato da dµ separazione di fase liquido-liquido. Come spie- J ∝− , dx gato in dettaglio in [19], nella separazione di fase liquido-liquido si definisce un sistema contenu- dove µ è il potenziale chimico. Il potenziale to in un certo volume V formato da due specie chimico è a sua volta definito come differenti, A e B, definite dal loro numero di mo- vA dF µ= , lecole nello spazio e nel tempo, nA e nB , e la loro V dφ rispettiva frazione di volume occupato, vA e vB (Figura 3B). Pertanto, la concentrazione delle due dove F è l’energia libera del sistema, F = E − diverse specie sarà rispettivamente, cA = φ/vA e T Smix , E è l’energia interna che tiene conto delle cB = (1 − φ)/vB , dove φ = nA /V . interazioni fra le particelle e T è la temperatura del sistema. Date queste definizioni, è possibile introdurre Considerando il limite di interazioni deboli la cosiddetta entropia di mixing per unità di o trascurabili rispetto all’energia termica tipica volume, Smix /V , ovvero la quantità che misura del sistema, si ottiene che il potenziale chimico è il disordine nel sistema, data da: uguale a Smix φ φ vA dSmix = − kB log µ = −T , V vA vA V dφ 1−φ 1−φ ovvero − kB log , dµ vA d2 Smix dφ vB vB − =T . dx V dφ2 dx dove kB è la costante di Boltzmann. Dato che l’entropia di mixing è concava, si ot- Tale entropia ha la proprietà di essere uguale a tiene che la corrente di diffusione è direttamente 0 nello stato cosiddetto unmixed, ovvero quando proporzionale al gradiente di concentrazione se- solo una specie è presente nel sistema (Figura condo un coefficiente che è proprio la costante di 3C). In tutti gli altri casi, invece, è diversa da diffusione D delle molecole. Pertanto ciò mostra Ithaca: Viaggio nella Scienza XVIII, 2021 • Morfogenesi: una sfida interdisciplinare 46
come, unendo due compartimenti occupati da no ricordare due diversi casi in cui il potenzia- diverse specie molecolari miscibili, via sola diffu- le chimico è costante spazialmente: i) il caso di sione, sia possibile raggiungere spontaneamente una goccia in un solvente; ii) il caso di due fasi uno stato caratterizzato da una concentrazione omogenee separate da un’interfaccia. omogenea. La differenza fra i due casi risiede nel compor- Tuttavia, a questo punto, sorge spontanea la tamento della pressione, che mentre nel primo domanda: come invece è possibile ottenere dei caso è uniforme, nel secondo presenta un salto, pattern non banali per le due specie molecolari in particolare la differenza fra la pressione inter- e quindi mantenere uno stato unmixed? na alla goccia e la pressione esterna, ∆P , è data In questo caso, bisogna tenere in considerazio- dalla legge di Laplace, ovvero: ne invece le interazioni microscopiche fra le mole- 2γ cole e pertanto il contributo dell’energia interna ∆P = , R E all’energia libera F = E − T Smix . Uno dei casi più semplici da considerare è quel- dove γ è la tensione superficiale della goccia stes- lo in cui l’energia interna favorisca configurazio- sa ed R il suo raggio, che segue dal bilancio delle ni in cui molecole della stessa specie siano vicine forze normali all’interfaccia. Pertanto, il poten- nello spazio. Una tale energia interna può essere ziale chimico, oltre che dipendere dall’interazio- scritta come: ne molecolare all’interno di una certa fase, di- pende anche dalla pressione interna della fase E = αV φ(1 − φ), stessa. Questo implica che il potenziale chimico nella goccia a raggio minore sarà più elevato che dove α > 0 è un parametro che quantifica in quella a raggio maggiore. Da ciò segue che l’interazione tra le diverse specie molecolari. il trasporto diffusivo avverrà in direzione della Tale energia ammette due minimi, uno a φ = 0 goccia a raggio maggiore a spese di quella a rag- ed un altro a φ = 1, che corrispondono al pac- gio minore, fenomeno anche chiamato Ostwald king di una sola specie. Pertanto la presenza di ripening. interazioni favorisce il cosiddetto demixing e può Ovviamente, nel caso di sistemi biologici, tale rendere l’energia libera concava in determinate fenomeno è limitato dal numero di molecole del- regioni dello spazio delle concentrazioni, ovvero le diverse specie presenti nel sistema, che risulta portare all’esistenza di due minimi, come nella pertanto essere anche un fattore di controllo per teoria delle transizioni di fase (Figura 3D). la taglia degli aggregati che possono formarsi Da ciò, in generale, ci si potrebbe domanda- all’interno delle cellule. re perché diverse fasi con composizioni diverse L’intero quadro qui descritto, tuttavia, resta possano coesistere senza che flussi diffusivi ten- una descrizione all’equilibrio per sistemi forte- dano ad omogeneizzarne le concentrazioni. Ciò mente fuori equilibrio, dove vi sono reazioni è dovuto principalmente al fatto che i flussi diffu- chimiche che permettono la formazione e rot- sivi, come suddetto, sono guidati dapprima da tura di legami molecolari, introducendo quin- gradienti di potenziale chimico. di flussi molecolari costanti che rendono il si- Nel caso della separazione di fase, due diverse stema attivo (il cui significato completo sarà frazioni volumiche possono essere possibili, ov- chiarito nei prossimi paragrafi). Pertanto, que- vero una per il soluto, φD , ed una per il solvente, sto tipo di sistemi viene più generalmente stu- φS , che corrispondono ai due minimi dell’ener- diato definendo un’equazione di conservazio- gia libera F del sistema, con valori uguali di po- ne della materia per il soluto la cui dinamica tenziale chimico, e rendono il potenziale chimico è regolata dalle reazioni chimiche presenti nel stesso non monotono. sistema e da un’energia libera contenente i termi- Essendo tuttavia il potenziale chimico uguale ni di energia interna ed entropia di mixing in corrispondenza di questi due valori, all’equi- sovradescritti ed un termine di tensione superfi- librio all’interno del sistema non possono gene- ciale atto a mimare l’effetto della differenza tra rarsi flussi diffusivi che possano portare ad un la pressione interna ed esterna (ossia generaliz- mixing delle due fasi. In particolare, si posso- zando la teoria di Cahn-Hilliard combinata Ithaca: Viaggio nella Scienza XVIII, 2021 • Morfogenesi: una sfida interdisciplinare 47
con l’energia libera di Flory-Huggins). vamente mostrare che, in presenza di reazioni Varianti e semplificazioni di tale tipo di siste- non lineari fra i due morfogeni e una diffusivi- ma vengono studiate per comprendere le con- tà maggiore dell’inibitore rispetto all’attivatore, dizioni precise per cui si possa osservare la se- lo stato omogeneo diventa instabile sotto pertur- parazione di fase, la forma della soluzione allo bazioni, contrariamente a quanto ci si aspette- stato stazionario, la legge dinamica con cui cre- rebbe intuitivamente dalla classica teoria della scono i domini di separazione e le condizioni diffusione. In queste condizioni lo stato stabile è per cui si possa osservare il suddetto Ostwald effettivamente dato da profili di concentrazione ripening. Tra le applicazioni alla biologia, tra i non omogenei, normalmente periodici, per i due numerosi esempi si possono ricordare appunto morofgeni (Figura 4A), i cui dettagli strutturali la comprensione della formazione dei granuli dipendono dai parametri del sistema. Tale mo- P nel verme nematode [21] e della separazione dello fornì le basi per lo studio di sistemi oggi di fase come meccanismo per ridurre il rumore chiamati reazione-diffusione oltre che introdurre all’interno delle cellule [22]. una prima definizione di morfogeno come un se- La separazione di fase, in particolare in fluidi gnale chimico diffusivo che permette la comuni- attivi, risulta essere quindi una sfida non solo cazione intercellulare e la differenziazione stessa dal punto di vista teorico, per poter costruire un delle cellule. quadro tecnico consistente in grado di descrivere Al contempo, intorno agli anni ’60 dello scor- la fisica fuori equilibrio di questo tipo di sistemi, so secolo, Lewis Wolpert introdusse invece un ma anche dal punto di vista biologico per poter altro modello, conosciuto come French Flag comprendere la formazione di pattern e strutture Model (Figura 4B). Nel French Flag Model, la all’interno delle cellule. definizione di morfogeno è quella di una so- stanza chimica che funge come segnale inter- cellulare e che permette di indurre determina- I tessuti e la formazione di te risposte cellulari a seconda della sua stessa pattern per la specificazione concentrazione. Osservando l’esempio della Figura 4B, un de- degli organi terminato morfogeno presente in alta concentra- Analogamente alla formazione di pattern cellula- zione pertanto attiverà la risposta del ’gene blu, ri finalizzati a strutturare l’interno della cellula, in media concentrazione del gene bianco ed in a livello dei tessuti possono essere osservate con- bassa concentrazione del gene rosso o di nessun centrazioni disomogenee nell’espressione delle gene. Nel French Flag Model la presenza del proteine tra le diverse cellule. I princìpi di forma- pattern del morfogeno fornisce alle cellule un’in- zione di tali pattern sono alla base dell’iniziazio- formazione posizionale che ne permette quindi ne degli organi, le macrounità funzionali degli il differenziamento. organismi. I due meccanismi di Turing e Wolpert sono a Uno dei primi a postulare l’ipotesi che tali pat- priori profondamente differenti se non addirittu- tern potessero essere generati spontaneamente ra contrastanti. Il primo caso, infatti, richiede la da fenomeni di trasporto all’interno dei tessuti presenza di due sostanze, chimicamente intera- fu Alan Turing nel suo articolo del 1952 intitolato genti e con proprietà di trasporto profondamente ”The Chemical Basis of Morphogenesis" [2]. In diverse: in questo caso il pattern necessario per tale articolo, Turing postula l’esistenza di sostan- il differenziamento emerge spontaneamente e ze, definite morfogeni, i cui profili di concen- risulta essere periodico. trazione non omogenei inducono l’iniziazione Il secondo caso prevede, invece, la combina- degli organi in determinate regioni spaziali ed zione di un solo gradiente di concentrazione, in determinate finestre temporali. prestabilito all’interno dell’organismo (prepat- Il modello di Turing più minimale prende in tern) o semplicemente indotto dalla presenza di considerazione due morfogeni, un attivatore ed una sorgente di morfogeno sottoposto a diffu- un inibitore, diffusivi ed interagenti fra di loro. sione e degradazione, e di meccanismi a soglia Analizzando tali equazioni, è possibile effetti- nell’attivazione dell’espressione genica cellulare. Ithaca: Viaggio nella Scienza XVIII, 2021 • Morfogenesi: una sfida interdisciplinare 48
A B AoB M M2 M1 A B A B A B A B cellule cellule Figura 4: A) Schematizzazione del meccanismo à la Turing per la formazione di pattern spontanei. In ogni cellula è definito un circuito formato da un attivatore A ed un inibitore B rispettivamente segnali a corto e lungo raggio. Una soluzione tipica è quella ad onda, la cui lunghezza d’onda tipica dipende dai parametri del sistema. B) Schematizzazione del modello French flag. La presenza di un gradiente di morfogeno M nel tessuto (curva arancione) attiva diversi geni nelle cellule a seconda della sua stessa concentrazione. Le soglie di attivazione per i diversi geni sono indicate con M1 ed M2 rispettivamente. Oggigiorno, grazie agli avanzamenti tecnologi- l’avvezione, ovvero trasporto di molecole all’in- ci nell’ambito della microscopia e nello studio del terno di un fluido a causa del movimento del trasporto molecolare, si inizia a comprendere che fluido stesso. Comprendere quali siano effetti- i due modelli possono entrambi essere presen- vamente i diversi fenomeni di trasporto in gioco ti, se non addirittura in combinazione. Esempi e capire come questi partecipino esattamente al possono essere trovati nella coppia Nodal/Lefty differenziamento cellulare resta quindi un’altra presente nello zebrafish, nella rana e nel topo, delle grandi domande a cui rispondere. che permette all’organismo di stabilire l’asimme- tria sinistra/destra, nella coppia Dpp/Notch e EGF, fondamentale per la formazione delle vene nell’ala del moscerino della frutta o Wnt e Dkk Selezione del modello e inferenza per la rigenerazione in Hydra. di reti geniche e di segnale Moltissimi altri esempi sono presenti in lettera- tura [23, 24] e molti altri sono ancora da scoprire. I quadri teorici ed i modelli illustrati finora so- Fra le domande fondamentali, tuttavia, bisogna no semplificazioni dei fenomeni naturali il cui ancora comprendere nella maggior parte dei casi fine è quello di isolare porzioni dei sistemi di quali siano le specie molecolari determinanti per interesse per carpirne le proprietà intrinseche di la formazione degli organi nei diversi organismi, funzionamento. Tuttavia, vista la complessità di fino a che punto i meccanismi sovracitati possa- tali sistemi, una domanda sorge spontanea: il no effettivamente giocare un ruolo in maniera modello che viene definito è davvero il modello esclusiva nella formazione di pattern, come tali migliore per poter studiare le proprietà di inte- pattern si riorganizzino in maniera così precisa resse del sistema sotto osservazione? Ovvero nel tempo e nello spazio nonostante la presen- le variabili prese in considerazione a priori sono za di sorgenti di rumore e come altri processi effettivamente le variabili più rilevanti per uno possano contribuire alla formazione di pattern. studio ottimale del sistema di interesse o per ri- Infatti, i due meccanismi di Wolpert e Turing spondere alla domanda che ci si è posti? Quali prevedono principalmente una sola forma di tra- sono le interazioni fra tali variabili? sporto, la diffusione. In alcuni casi, come nel- Chiaramente, vista l’enorme quantità di ma- le piante, il trasporto di morfogeni può avveni- cromolecole, non si conosce a tutt’oggi l’intero re attivamente ovvero per azione di recettori di quadro di interazioni intra- ed inter- cellulari né membrana dedicati a mediare il flusso uscente o tantomeno il loro ruolo nell’espletare le diverse entrante; nel caso animale, invece, la presenza di funzioni vitali. Tuttavia, l’identificazione delle movimenti macroscopici morfogenetici può in- variabili rilevanti e delle loro interazioni in un de- durre nello spazio intercellulare fenomeni quali terminato contesto biologico costituisce un pun- Ithaca: Viaggio nella Scienza XVIII, 2021 • Morfogenesi: una sfida interdisciplinare 49
to fondamentale da chiarire per poter formulare Graph Imputation of Cells) ed applicata modelli coerenti ed esaustivi. a diverse cellule tra cui quelle della cortec- A tal proposito, nel caso della ricostruzione cia cerebrale, dell’ippocampo e del midol- delle reti molecolari, gli enormi progressi nel lo osseo nel topo [26], risultando più per- sequenziamento genico nel corso degli ultimi de- formante della precedente nel ricostruire le cenni hanno permesso di avviare un’intera bran- interazioni tra i geni. ca di sviluppo di metodi finalizzati ad identifica- • t-Stochastic Neighbour Embedding (t- re la struttura di diverse reti biologiche, tra cui SNE): introdotto da [27] e finalizzato le reti geniche e di segnale. L’idea fondamen- anch’esso a ridurre la dimensionalità del tale dietro questi metodi è quella di identifica- sistema, t-SNE è un metodo che minimizza re le osservabili maggiormente correlate in un la distanza di Kullback-Leibler fra certo insieme di dati ed estrarre, o meglio infe- le due distribuzioni di proabilità pij e rire, le interazioni fra tali osservabili in modo qij (dove i e j corrispondono agli indici da riprodurre le correlazioni osservate. Vista la delle variabili osservate), rispettivamente numerosa quantità di tecniche disponibili, i dati costruite nello spazio completo di partenza a disposizione in questo caso sono moltissimi e ed in quello ridotto di arrivo. Tale metodo normalmente corrispondono a quantificazioni di è stato applicato ad esempio nello studio trascritti e proteine in svariate cellule. delle differenze fra cellule cancerogene e Per analizzare questo tipo di dati ed estrar- sane del midollo osseo [28]. re la struttura della rete genica sottostante, si è dapprima partiti con l’analisi delle componenti • Uniform Manifold Approximation and principali (PCA), già applicata in precedenza a Projection (UMAP): è un metodo che co- svariati altri ambiti, dai mercati finanziari alle struisce a partire dai dati un grafo di parten- neuroscienze per citare alcuni esempi. Tale tec- za definito su una varietà riemanniana, nica si basa sullo studio delle proprietà spettrali per definizione corrispondente ad uno spa- della matrice di correlazione a due punti ed è zio n−dimensionale curvo, e minimizza pertanto limitante nel contesto di interazioni a l’entropia incrociata fra lo spazio di parten- molti corpi. za ad alta dimensionalità e quello ridotto A questo riguardo, sono state sviluppate ed a bassa dimensionalità. In [29] ad esempio, applicate altre tecniche più raffinate, che tengono UMAP è stato utilizzato per ricostruire le tra- conto delle forti non linearità delle interazioni al- iettorie di differenziazione cellulare nel ver- l’interno di questi sistemi e ricadono per l’appun- me nematode a partire dalla sua espressione to nella classe dei metodi non lineari di inferenza, genica. come ad esempio: Nonostante questi metodi si siano già dimo- • Diffusion map: è un metodo che model- strati essere un ottimo punto di partenza per lizza i dati come il risultato di una cammi- ricostruire la mappa delle interazioni geniche, no aleatorio markoviano (ogni step del cam- presentano delle limitazioni a causa di una serie mino dipende unicamente dallo step pre- di problematiche, come ad esempio la struttu- cedente) e, tramite decomposizione spet- ra intrinseca ed ancora non perfettamente sotto trale, permette di ridurre la dimensiona- controllo dei dati utilizzati. lità dei dati e risulta essere un equivalen- Un esempio è quello dei dati di RNA-seq, i qua- te non lineare di PCA. Tale metodo è sta- li rappresentano le letture di determinati RNA to ad esempio applicato per comprendere (precursori delle proteine) all’interno di determi- le traiettorie di differenziazione delle cellu- nate cellule. Tali dati normalmente appaiono in le staminali embrionali nel topo e in dati forma tabulare dove le righe della tabella rappre- ottenuti da embrioni umani nella fase di sentano le diverse cellule campionate, le colonne pre-impianto [25]. Inoltre, recentemente, rappresentano i diversi RNA letti dall’apparato una variante di questo metodo è stata im- sperimentale e ciascuno elemento della tabella è plementata nel contesto dell’algoritmo MA- il numero di letture di un dato RNA in una data GIC (acronimo di Markov Affinity-based cellula. Ithaca: Viaggio nella Scienza XVIII, 2021 • Morfogenesi: una sfida interdisciplinare 50
Tuttavia, a causa dell’enorme quantità e varie- L’altro lato della medaglia: tà di RNA all’interno delle cellule e delle limita- generazione e trasmissione di zioni sperimentali, questo tipo di dati possono essere inficiati da una serie di fattori quali: i) un- forze meccaniche dersampling, dato che il numero di RNA campio- Finora si è parlato della Morfogenesi in termi- nati è normalmente molto maggiore del nume- ni principalmente biochimici, ovvero di reazio- ro di cellule osservate; ii) overdispersion, a causa ni chimiche a livello cellulare e di tessuto. Tut- dell’alta variabilità nell’espressione dei diversi tavia, per poter espletare le funzioni vitali, gli trascritti; iii) zero inflation, ovvero una sovrarap- organismi devono al contempo crescere. presentazione di entrate nulle a causa di manca- La crescita di un organismo prevede chiara- te letture ed di eventi trascrizionali intermittenti mente replicazione e, nella maggior parte dei ca- (anche detti transcriptional bursts); iv) gli effetti di si, riorganizzazione cellulare che di conseguenza hidden variables, ossia di agenti che influenzano il inducono deformazioni cellulari all’interno dei comportamento del sistema ma che non vengono tessuti. osservati o non è possibile osservare. Questo tipo di fenomeni richiede pertanto la Questi ultimi effetti possono risultare in pra- generazione e trasmissione di forze meccaniche a tica da livelli della rete di cui il dataset in con- livello microscopico della cellula e macroscopico siderazione non tiene conto, come ad esempio dei tessuti che permettano alle singole cellule il proteoma nel caso dei dati di RNA-seq. Tale di cambiare forma per riadattarsi all’ambiente punto richiede quindi lo sviluppo di metodi che circostante o modificarlo. possano integrare diversi livelli di complessità e Dopo circa un secolo di esperimenti, sappia- strutturali all’interno delle cellule. mo oggi che le proprietà meccaniche delle cel- lule sono regolate da una struttura biopolimeri- Di conseguenza, prima di poter applicare un ca detta citoscheletro, composta da diversi tipi qualsiasi metodo di inferenza, è opportuno com- di proteine filamentose, ovvero: i) i filamenti prendere la struttura dei dati di interesse ed il intermedi; ii) i microtubuli; iii) i filamenti loro processo generativo sottostante, come ad di actina. esempio è stato recentemente proposto in [30]. Mentre i filamenti intermedi si pensa entri- no in gioco principalmente nelle deformazioni su Inoltre, lo sviluppo recente dei metodi di deep grande scala spaziale e temporale e contribuisco- learning può permettere di controllare alcuni dei no passivamente alle proprietà meccaniche della fattori sovraelencati ed in particolare di tenere cellula, i microtubuli ed i filamenti di actina conto delle forti non linearità presenti all’interno sono strutturalmente e, di conseguenza, mecca- di questi sistemi. nicamente, profondamente diversi. Essi infatti sono strutture semi-rigide lineari, polari e che Recentemente tali metodi sono infatti stati ap- pertanto definiscono una direzionalità per i pro- plicati con successo allo studio e predizione della cessi attivi che avvengono su di essi, come ad struttura 3D delle proteine a partire dalla loro esempio l’idrolisi dell’adenosina trifosfato, sequenza primaria, come in [31], ed in via di il trasporto di proteine che trasducono energia in sviluppo, insieme ad altri metodi, nel caso dei lavoro meccanico come le miosine e chinesine repertori immunitari (cfr. ”Il sistema immunita- ed il treadmilling, ovvero la polimerizzazio- rio attraverso la lente dell’inferenza statistica” di ne ad un estremo e depolimerizzazione all’altro Barbara Bravi in questo numero di Ithaca). estremo del filamento. Pertanto risultano essere strutture fortemente fuori equilibrio. Questi risultati, insieme al continuo e rapido La maggior parte delle proprietà meccaniche sviluppo dell’intelligenza artificiale, aprono nu- delle cellule animali2 è regolata da una sottile merose nuove strade e possibilità nella compren- 2 sione della struttura delle macrounità che rego- Nelle piante, una struttura molto più rigida e pertanto meno deformabile è presente, la parete cellulare. Le lano il corretto funzionamento e perciò la vita deformazioni vegetali quindi risultano essere profonda- delle nostre cellule. mente differenti rispetto a quelle animali. Normalmente Ithaca: Viaggio nella Scienza XVIII, 2021 • Morfogenesi: una sfida interdisciplinare 51
rete formata dalle proteine sovraelencate e chia- • τM è il cosiddetto tempo di Maxwell, ovve- mata corteccia cellulare, che, essendo formata ro il tempo tipico di rilassamento elastico. da un reticolo di polimerico immerso nel cito- Pertanto tale termine domina nel regime di plasma cellulare, dal punto di vista meccanico si tempi brevi; comporta come un gel, ovvero come un solido su scale di tempo brevi (ordine di secondi) e co- • η e η̄ sono rispettivamente la viscosità di me un fluido su scale di tempo lunghe (ordine shear e di bulk del fluido (ovvero associate di minuti). allo sforzo di taglio ed allo sforzo norma- le). Tali termini dominano nel regime di Tuttavia, tale gel è fortemente fuori equilibrio lunghi tempi. La viscosità di bulk, in parti- a causa delle proprietà elencate precedentemen- colare, è associata alla conservazione del vo- te che lo rendono in grado di trasdurre ener- lume che a sua volta determina la pressione gia chimica in lavoro meccanico. Pertanto, bi- all’interno del fluido; sogna introdurre una descrizione reologica fuo- ri equilibrio, come la teoria dei gel attivi • σij a è la parte attiva del tensore stress, che mo- [32]. dellizza i fenomeni di trasduzione di energia Una volta identificate le variabili rilevanti e le chimica in lavoro meccanico. Tale parte at- quantità conservate (come massa e quantità di tiva può essere di diversa forma a seconda moto), diversi approcci possono essere utilizzati del sistema in considerazione e del livello di per ottenere le equazioni costitutive del materia- dettaglio della descrizione e può in genera- le, tra cui quello di perturbare il sistema dallo sta- le contenere un termine isotropo (tensione to di equilibrio ed utilizzare il formalismo della superficiale, autopropulsione cellulare, ecc.) termodinamica fuori equilibrio oppure costruire ed uno o più termini anisotropi a seconda una teoria microscopica che tenga conto di tutte delle proprietà del sistema (nematico, polare le scale di tempo e spaziali coinvolte in questi o chirale). sistemi. Ad ogni modo, lo scopo finale è di ottenere la Tali equazioni sono il punto di partenza per relazione fra lo stress nel gel e le forze genera- imporre il bilancio delle forze nel sistema, ovvero lizzate. In questo tipo di sistemi, tale relazione l’equilibrio meccanico fra forze interne e forze è modificata da un termine che non deriva da esterne (come ad esempio l’attrito con il mezzo alcun potenziale e denominato effettivamente circostante). Corredando tale sistema di equa- stress attivo, che tiene conto della capacità zioni con la conservazione della materia, si ot- di questi sistemi di trasdurre energia chimica tengono le leggi finali che regolano la meccanica in lavoro meccanico e pertanto autopropulsione. di tali materiali attivi viscoelastici. Identificando con vi la componente della velocità Grazie alla teoria dei gel attivi e la sua com- del centro di massa nella direzione i, le relazioni parazione con esperimenti combinanti misure costitutive per il tensore stress, σij , in tale fluido meccaniche in vivo ed in vitro (come ad esempio attivo risultano pertanto essere date da: laser cuts, micropipette aspiration, atomic force mi- croscopy), manipolazioni genetiche e microscopia D a)= ad alta risoluzione [35], nel corso dell’ultimo de- 1 + τM Dt (σij − σij 2η ∂i vj + ∂j vi − 23 ∂k vk δij + η̄∂k vk δij , cennio, è stato possibile ricostruire il diagramma di forze che determina la dinamica e la statica della divisione cellulare e dei movimenti morfo- dove: genetici nello sviluppo iniziale dello zebrafish, per citare alcuni esempi. vengono infatti descritte come deformazioni elastiche principalmente governate da differenze di pressione Ovviamente tale descrizione continua e basa- indotte da flussi di acqua (pressione di turgore) e ta sull’assunzione di gel attivo è motivata dal seguite da riorganizzazioni cellulari minime o comple- dettaglio di interesse e dalle osservazioni reolo- tamente assenti. Di conseguenza, la descrizione mecca- giche sull’organismo (o più in generale sul ma- nica per le piante prevede semplicemente delle modifi- cazioni delle equazioni costitutive del materiale rispetto teriale) in considerazione. Nei casi in cui, ad al caso animale. esempio, si è interessati a comprendere anche Ithaca: Viaggio nella Scienza XVIII, 2021 • Morfogenesi: una sfida interdisciplinare 52
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