LITURGIA CULMEN ET FONS - La liturgia in tempo di calamità
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LITURGIA CULMEN ET FONS La liturgia in tempo di calamità 2020 numero 1 - anno 13 www.liturgiaculmenetfons.it 1
www.liturgiaculmenetfons.it n.1 - 2020 - LITURGIA CULMEN ET FONS La Liturgia in tempo di calamità don Enrico Finotti L’inaspettata situazione di emergenza, estesa a li- 5. Nessuno può dispensare se stesso dal precetto vello mondiale, ha inf luito pesantemente anche (eccetto il caso di impossibilità f isica o morale), sulle celebrazioni liturgiche con la partecipazione ma compete unicamente all’autorità della Chiesa del popolo. Dall’inizio della scorsa Quaresima 2020 (Santa Sede e Vescovo diocesano). i fedeli si sono trovati di fronte a due generi di problematiche: la privazione a tempo indetermina- 6. Nella presente contingenza i fedeli sono dispen- to dei Sacramenti e l’offerta ampia e variegata di sati dal precetto f ino a comunicazione contraria celebrazioni virtuali nelle varie modalità da parte dell’autorità ecclesiastica. mediatiche. Da questo fatto ha preso notevole in- teresse anche una «pastorale telematica», prima 7. Il precetto festivo attiene sempre e unicamente impensata, e che ora stimola la fantasia dei sacer- alla partecipazione al divino Sacrif icio (Messa) e doti per un suo impiego sempre più esteso e mira- non anche alla Comunione sacramentale, che di to. Vi é allora l’urgenza di offrire alcune indicazio- precetto è comandata solo a Pasqua (tempo pa- ni essenziali per orientare ed alimentare la spiri- squale: da Pasqua a Pentecoste). tualità del popolo di Dio nel presente stato di ne- cessità. L’isolamento prolungato, inoltre, ci stimola a riprendere le nozioni basilari del catechismo, sia 8. Le feste di precetto attualmente nella Chiesa ita- riguardo alla dottrina della fede, sia riguardo alla liana sono sei: Immacolata, Natale, Epifania, Ca- celebrazione della liturgia e alla vita spirituale, sia podanno, Assunta, Ognissanti. Quando queste riguardo alla difesa e all’incremento della vita di feste cadono fuori della domenica implicano sem- grazia, per uscire dalla prova con meno danni pos- pre il precetto. sibili, e forse ancora più preparati e rinvigoriti nella nostra professione di fede cattolica. 9. Il precetto festivo costituisce materia grave, che implica l’assolvenza da parte di ogni fedele che non Ed ecco alcune considerazioni generali e indica- sia f isicamente o moralmente impedito. L’eventuale zioni pratiche riguardo ai vari settori della vita li- peccato in tale materia deve essere accusato nel turgica, della pietà popolare e della spiritualità in- sacramento della Confessione prima di accostarsi dividuale in questo tempo di calamità: alla Comunione. I La santif icazione della domenica II Il Sacrificio divino e delle feste comandate nell’epoca virtuale 1. Bisogna distinguere tra il comandamento divino Il Sacrif icio cruento del Calvario riveste una per- («Ricordati di santif icare le feste») e il precetto fezione assoluta e def initiva e per questo ha valore ecclesiastico (partecipare alla Messa la domenica e inf inito senza bisogno di reiterazione, secondo le le altre feste comandate). note affermazioni della Lettera agli Ebrei (Eb 10, 11-14). Tuttavia il Signore stesso volle istituire an- 2. La Chiesa può dispensare dal precetto, ma non che il Sacrif icio incruento e sacramentale per rin- dal comandamento divino. novare nel tempo e in ogni luogo l’unico Sacrif i- cio della croce. Tale Sacrif icio non è consegnato ai 3. Ogni cristiano è quindi tenuto ad osservare sem- sacerdoti perché lo offrano solo individualmente, pre e comunque il comandamento divino, anche ma perché lo celebrino normalmente in comunio- quando fosse dispensato dal precetto. ne con tutta la Chiesa, secondo l’esplicita afferma- zione del Canone romano: «Accetta l’offerta che ti 4. Il comandamento divino si assolve dedicando a presentiamo, noi tuoi ministri e tutta la tua fami- Dio un atto di culto alternativo (individuale o co- glia». Quindi tutti i fedeli hanno il diritto battesi- munitario) e santif icando il giorno festivo col ri- male e il dovere morale di poter partecipare f isica- poso, la preghiera e le buone opere. mente al Sacrif icio incruento dell’altare. 2
LITURGIA CULMEN ET FONS - 2020 - n.1 www.liturgiaculmenetfons.it Perciò: IN QUESTO NUMERO 1. Ogni sacerdote ha diritto e dovere di celebrare pubblicamente il Sacrif icio quotidiano in modo che ogni fedele vi possa liberamente accedere per 2 LA LITURGIA IN TEMPO unirsi all’immolazione della «vittima pura, santa ed immacolata», che il sacerdote in persona DI CALAMITÀ Christi offre alla divina Maestà. don Enrico Finotti 2. Solo in caso di necessità la Messa può essere celebrata individualmente e lodevolmente dal solo 8 LE DOMANDE DEI LETTORI sacerdote, pur non potendo mai ridursi ad un atto a cura della Redazione di devozione della pietà sacerdotale, senza mai perdere la prospettiva ecclesiale dell’atto e aver cura per la partecipazione aperta ai fedeli. LITURGIA CULMEN ET FONS 3. Indubbiamente anche la Messa senza il popolo Rivista trimestrale di cultura religiosa a cura della è integra per ciò che implica il suo valore Associazione Culturale “Amici della Liturgia” via ontologico e sacramentale: è sempre l’atto sacri- Stoppani n. 3 - Rovereto. - Associazione No Profit f icale del Signore e al contempo un atto pubblico -Registraz. Tribunale di Trento n. 1372 del 13/10/ e uff iciale della Chiesa in quanto tale. 2008 Direttore Responsabile: Massimo Dalledonne. 4. In sintesi: la Messa col popolo è la forma ordi- Tipografia: Grafiche Dalpiaz (Trento) naria della Messa e quella da preferire sempre per REDAZIONE - d. Enrico Finotti, Sergio Oss, la sua natura e f inalità pubblica; la Messa senza il Marco Bonifazi, Ajit Arman, Luca Canali, Giuliano popolo è di necessità e straordinaria per cui crea Gardumi, Fabio Bertamini. una certa sofferenza in un sacerdote responsabile CONTATTI - Liturgia ‘culmen et fons’ - via della cura delle anime. Stoppani, 3 - 38068 Rovereto (TN) - Telefono: 389 8066053 (telefonare dopo le ore 15.00) 5. La partecipazione virtuale alla Messa nelle varie forme della comunicazione telematica non potrà email: info@liturgiaculmenetfons.it mai essere ritenuta una partecipazione adeguata, eff icace e piena, perché la prossimità f isica é con- ABBONAMENTO 2020 dizione intrinseca alla natura stessa di ogni sacra- 4 numeri annui: abbonamento ordinario 15.00 euro; mento (e il divin Sacrif icio é di natura sacramen- sostenitore 20 euro - benemerito oltre 20 euro sul tale), che comunica la grazia mediante il contatto conto corrente postale n. 9 2 0 5 3 0 3 2 f isico con gesti, parole ed elementi propri della IBAN: IT23 B076 0101 8000 0009 2053 032 dimensione corporea dell’essere umano, quali se- intestato ad Associazione Culturale Amici della gni del mistero dell’Incarnazione del Verbo no- Liturgia via Stoppani, 3 - Rovereto - 38068 stro redentore. Infatti affermano i Padri: Accedit (Trento); causale: abbonamento. verbum ad elementum et f it sacramentum. Di con- seguenza il precetto festivo non potrà mai essere LE IMMAGINI DI QUESTO NUMERO assolto virtualmente, tuttavia la partecipazione te- lematica alla Messa consente notevoli benef ici In copertina: Cura degli infermi, Domenico di spirituali e aiuta la comunione orante di coloro Bartolo, affresco, Sala dell’Infermeria o Pellegrinaio, che sono impossibilitati a recarsi nella chiesa nel- 1440-1443 ca., Ospedale di S. Maria della Scala. la santa assemblea. Pagina 6 : San Carlo Borromeo comunica gli appestati, Tanzio da Varallo, 1616 ca., olio su tela, Domodossola. Pagina 10: Trasfigurazione, Perugino, affresco, III Il ricorso ai Sacramenti Collegio del Cambio, 1497-1500, Perugia. in tempo di calamità In ultima pagina: Vergine con Bambino, Pinturicchio, pala di Santa Maria dei Fossi, 1496- 1498, Perugia. 1. I sette Sacramenti (ognuno in modo suo pro- prio) sono ordinariamente necessari alla salvezza Attenzione! dell’anima e nessun Sacramento può essere con- NUOVO INDIRIZZO EMAIL ferito senza la presenza f isica del sacerdote che DELLA RIVISTA lo amministra e del fedele che lo riceve. Di conse- guenza non è possibile amministrare alcun sa- info@liturgiaculmenetfons.it cramento via etere, ma occorre sempre la presen- za f isica di chi lo amministra e di chi lo riceve. 3
www.liturgiaculmenetfons.it n.1 - 2020 - LITURGIA CULMEN ET FONS 2. Il Signore non è legato ai Sacramenti della sal- - Accusa dei singoli peccati mortali vezza in modo assoluto. I Sacramenti, infatti, sono - Penitenza espiatoria imposta dal sacerdote mezzi ordinari della grazia, ma non unici. Perciò la grazia dei Sacramenti - in caso di impossibilità - Assoluzione sacramentale. f isica o morale - può essere ottenuta per via stra- ordinaria a precise condizioni. In tal senso é pos- Se manca uno solo di questi atti il sacramento non sibile attingere alla grazia del sacramento col de- solo è infruttuoso, ma invalido, ossia non si è mai siderio sincero unito inscindibilmente al voto di realizzato (cfr. Concilio Tridentino, Decreto sulla accostarsi al sacramento appena possibile: ad penitenza e l’estrema unzione, Can. 4). esempio, con l’atto di dolore perfetto (che impli- ca sempre in voto la Confessione sacramentale) Il retto concetto cristiano del peccato sta essenzial- si riceve la grazia della Penitenza e parimenti con mente nel fatto che é offesa a Dio, sapienza, bontà la Comunione spirituale la grazia dell’Eucaristia. e bellezza inf inite e in secondo luogo anche nel danno inflitto a se stessi, al prossimo e al creato, 3. Dal momento che molti ricoverati nella pre- quale immagine di Dio (uomo) e riflesso del Crea- sente calamità, ma anche in molte altre contin- tore (creature inanimate). Il peccato quindi non va genze della odierna vita secolarizzata, non sem- valutato immediatamente e prevalentemente sui brano aver la possibilità di venire assistiti dai sa- danni psicologici, sociologici e cosmici inflitti alle cerdoti e di fatto molti muoiono senza sacramen- creature, ma sull’avversione al Creatore, «degno di ti, è bene sapere come comportarsi in questo essere amato sopra ogni cosa». caso e in casi analoghi di urgenza e isolamento. Può inoltre succedere che tale stato di improvvi- Il peccato grave produce la morte della vita di gra- sa emergenza ci tocchi personalmente. In tal caso zia e la conseguente condanna eterna, per questo é bene sapere come attingere in extremis alla gra- si chiama «mortale». E’ il male più grande che pos- zia sacramentale in un momento di eventuale sa compiere l’essere umano, di cui la morte corpo- lucidità. rale non é che una pena contingente. 4. Il sacramento del Battesimo Il peccato mortale implica tre condizioni indisso- lubili e contemporanee: la materia grave, il pieno In caso di pericolo imminente di morte (e soltan- avvertimento e il deliberato consenso. to in questo caso) e in assenza di un sacerdote o di un diacono, a chiunque é consentito di ammi- L’impossibilità di accedere al Sacramento della Pe- nistrare il sacramento del Battesimo, purché nitenza é data da due cause: l’impossibilità f isica e «mosso da retta intenzione» osservi il rito essen- l’impossibilità morale. Il presente caso di emergen- ziale stabilito dalla Chiesa: versando sul capo del- za mette i fedeli nell’impossibilità f isica di ricevere l’infante l’acqua naturale (materia) e pronunzian- tutti i Sacramenti e perciò si deve valutare oppor- do queste precise parole (forma): «N. io ti battez- tunamente le altre vie previste dalla Chiesa per non zo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito restare privi degli aiuti della grazia soprannatura- Santo». E’ opportuno che, versando l’acqua, si fac- le. ciano le tre infusioni, in corrispondenza delle pa- Ed ecco le indicazioni nel merito: role: Padre (1° infusione) e Figlio (2° infusione) e Spirito Santo (3° infusione). Ogni cristiano deve - in caso di peccati veniali basta un atto interiore di conoscere f in dai primi anni del catechismo que- sincero pentimento sempre unito al proposito di sta possibilità per intervenire con determinazio- emendarsi e di riparare (recita del Conf iteor, del- ne in casi di necessità. Per questo: «siano solleciti l’Atto di dolore o altra preghiera adatta). i pastori d’anime, soprattutto il parroco, aff inché i fedeli siano istruiti sul retto modo di battezza- - in caso di peccati mortali si riacquista la grazia re» (cfr. Can. 861 § 2). Conferito il battesimo, si santif icante, perduta col peccato, con un atto di deve dare sollecita comunicazione al parroco del dolore perfetto, che implica due condizioni: il pen- luogo, perché lo annoti nell’apposito registro. timento non solo per il castigo meritato e le pene inflitte dalla divina Giustizia, ma soprattutto per 5. Il sacramento della Penitenza aver offeso Dio inf initamente buono; il proposito fermo (in voto) di accusare i singoli e specif ici pec- La Confessione sacramentale é necessaria in caso cati mortali appena sarà possibile accostarsi al sa- di peccato mortale, mentre non é strettamente cramento della Riconciliazione ed assolvere la pe- necessaria per i peccati veniali o quotidiani, per i nitenza imposta dal sacerdote. quali tuttavia é sempre raccomandata con rego- larità. L’Atto di dolore esprime bene i due tipi di penti- Gli elementi intrinseci per la validità del sacra- mento: mento della Penitenza sono: «Perché peccando ho meritato i tuoi castighi» (atto - Pentimento vero e proposito sincero di dolore imperfetto o attrizione); 4
LITURGIA CULMEN ET FONS - 2020 - n 1 www.liturgiaculmenetfons.it «Perché ho offeso te inf initamente buono» (atto ristia con un atto interiore vivo e sincero esprimen- di dolore perfetto o contrizione). dolo convenientemente anche con preghiere adat- te. Se in tempo di calamità la Comunione spiritua- Il caso specif ico dell’Assoluzione sacramentale col- le diventa più che mai urgente ed é desiderata dai lettiva in un pericolo grave ed imminente implica buoni fedeli, la pratica deve essere conosciuta e per chi la riceve il ‘voto’ della Confessione, ossia l’ob- diffusa nel popolo di Dio come un mezzo di eff i- bligo dell’accusa integra di ogni peccato grave nel- cacia spirituale da ripetere anche più volte al gior- la successiva Confessione, passato il pericolo (cfr. no, soprattutto nel contesto della lodevole pratica CIC, Cann. 961, 962, 963). Se manca questo propo- della Visita eucaristica. Preghiere molto adatte a sito non si realizza alcuna remissione dei peccati. tale scopo potrebbero essere, ad esempio, quelle Al sacerdote incombe il grave dovere di informare indulgenziate, quali: l’Anima Christi, santif ica me1 i penitenti sulle necessarie condizioni legate all’even- e l’Eccomi, o mio amato e buon Gesù2. tuale Assoluzione collettiva. Se muore prima di poter accedere al sacramento, il fedele si trova certo in stato di grazia perché l’asso- 7. La cura spirituale degli infermi luzione sacramentale collettiva lo ha effettivamen- te assolto. Tuttavia solo Dio, che legge il cuore, vede Una delle ferite più profonde nella presente tribo- se veramente nel fedele c’è stato il sincero dolore lazione é l’allontanamento improvviso dalla fami- dei suoi peccati. Questo vale sempre: non basta glia di persone care che non possono essere visita- confessarsi occorre avere il pentimento, unito al te in ospedale e che spesso non fanno ritorno a proposito dell’emendamento, altrimenti anche la casa. Come aiutarle spiritualmente? L’impossibili- Confessione ordinaria è invalida. tà degli stessi sacerdoti di conferire loro gli ultimi sacramenti (Confessione, Unzione, Viatico e Indul- La Chiesa non potrà mai concedere un’assoluzio- genza plenaria in articulo mortis) é una sofferen- ne senza accusa, almeno postuma, dei peccati gra- za grande per gli stessi sacerdoti e per i familiari vi, perché tale condizione è intrinseca al sacra- credenti. Si dovrà allora ricorrere con fede a mez- mento ed è di diritto divino (cf r. Concilio zi supplettivi quali ad esempio: la recita delle pre- Tridentino, Decreto sulla penitenza e l’estrema ghiere proprie della Raccomandazione dei mori- unzione, Can. 7). bondi 3, soprattutto da parte dei sacerdoti, oppure la recita della Coroncina della divina Misericordia In particolare: l’accusa dei peccati via telefono o al- secondo le promesse divine legate a questa pia pra- tro mezzo lede gravemente il segreto confessiona- tica. Inoltre una costante e fervente preghiera do- le che compete al sacerdote e conculca il diritto del mestica sostiene certamente il combattimento dei penitente che deve essere protetto in modo assolu- malati in questo loro stato di isolamento f isico e to da ogni violazione del foro interno. Ciò che vien morale e dona ai congiunti quella serenità interio- detto al telefono può essere rilevato da chiunque e re che il Signore concede in ogni prova a quelli diffuso dovunque con detrimento del sacerdote e che si abbandonano a Lui. del penitente. Non bisogna risolvere questi problemi sulle ali del sentimento labile ed immediato, ma con la IV I Sacramentali e le Esequie ponderazione di una coscienza informata e respon- sabile. Il problema è già risolto dalla Chiesa che ha sem- 1. I sacramentali pre insegnato a ricorrere all’Atto di dolore perfetto e alla Comunione spirituale. Tutto ciò che eccede è Non raramente in questo periodo di emergenza frutto di impreparazione e di impulsi sentimentali alcuni fedeli richiedono al sacerdote di impartire che provocano gravi profanazione dei Sacramenti telematicamente la benedizione, non solo alle per- e gravi lesioni dei diritti dei sacerdoti e dei fedeli. sone che ne fanno richiesta, ma anche ad oggetti, alimenti ed altre cose che normalmente possono essere benedette. Come rispondere a queste richie- ste? Occorre distinguere tra le benedizioni 6. La Comunione spirituale invocative e quelle costitutive su persone, oggetti e quant’altro. La benedizione invocativa, semplice La Comunione spirituale non é solo un mezzo pra- e ordinaria («Padre mi dia la benedizione»), po- ticato nell’impossibilità f isica o morale di ricevere trebbe essere trasmessa via telematica senza diff i- il santissimo Sacramento, ma fa’ parte della spiri- coltà come si fa con le altre preghiere e pii esercizi tualità cristiana ed é attestato nella vita dei Santi. (cfr. la possibilità di lucrare l’Indulgenza plenaria La Comunione spirituale consiste nel desiderare urbi et orbi via etere). Nel caso invece di benedi- ardentemente di ricevere il sacramento dell’Euca- zioni costitutive, ossia quelle che costituiscono una 5
www.liturgiaculmenetfons.it n.1 - 2020 - LITURGIA CULMEN ET FONS persona o un oggetto in uno stato permanente di conto un tempo di purif icazione ultraterrena consacrazione o anche di semplice sacralità, de- (Purgatorio), dove le anime dei salvati attendono vono essere impartite – in analogia con i Sacra- da noi sulla terra il suffragio per la loro sollecita menti – con la presenza f isica della persona o del- liberazione e accesso alla beatitudine ineffabile di l’oggetto interessato. Si tratta infatti di Sacramen- Dio. Ed ecco allora che, anche in questo frangen- tali che, in quanto tali, seguono la stessa logica te, é necessario ricorrere ai mezzi supplementari dei Sacramenti per i quali é sempre previsto il prin- in favore dei nostri defunti. Si pensi alla Veglia cipio di prossimità f isica. dei defunti prevista dal rituale4, oppure al Rosario di suffragio e a tutte quelle pie pratiche che il po- Celebrare un Sacramentale implica una respon- polo cristiano conosce in merito. In tal modo an- sabilità personale del sacerdote davanti a Dio e che questo dolore potrà essere vissuto nella sere- davanti alla Chiesa. Ora benedire oggetti, alimen- nità della fede e della speranza cristiana e le ani- ti, abitazioni e cose in genere implica che il sacer- me dei nostri cari non resteranno prive degli aiuti dote prenda diretta conoscenza di ciò che sta per soprannaturali della Chiesa in preghiera che con benedire, perché l’oggetto benedet- to diventa stabilmente un mezzo di grazia soprannaturale alle dipenden- ze di Dio, che per l’intercessione della Chiesa elargisce tali grazie. Qui si deve evitare di agire con su- perf icialità e irresponsabilità. A mio giudizio quindi i sacramentali costitutivi, a differenza di una co- mune benedizione invocativa, im- partita alla persona che la doman- da, richiedono la prossimità f isica del sacerdote che benedice con l’og- getto che viene benedetto. Allora che fare? Si consiglia una pre- ghiera di rendimento di grazie sul- l’alimento o sull’oggetto che si in- tende benedire e si invoca, median- te il suo uso buono, la grazia del Si- gnore. Non sarà un sacramentale in senso proprio, ma sarà comunque un mezzo di grazia per l’invocazio- ne fervente del fedele. Si deve inoltre ricordare che al di là del telefono o di altro mezzo vi po- trebbero essere persone sconosciu- te, che fanno un uso improprio del- la benedizione, non esclusa la pos- sibilità di intenti magici e satanici. Questo in linea generale. 2. Le Esequie L’impossibilità di partecipare alla ese- quie dei propri familiari e congiunti è un’esperienza desolante, ma ancor più per i veri credenti é motivo di sofferenza non poter celebrare le ese- quie liturgiche con l’offerta del Sa- crif icio sacramentale e le preghiere di suffragio stabilite dalla Chiesa. Infatti, un vero cristiano sa che «la scena di questo mondo passa», ma la vita immortale dell’anima conti- nua e l’umiltà ci induce a mettere in 6
LITURGIA CULMEN ET FONS - 2020 - n. 1 www.liturgiaculmenetfons.it fervore li raccomanda alla misericordia di Dio. Ver- Ed é in questa prospettiva che acquistano un sin- rà poi il tempo in cui la famiglia cristiana provve- golare valore alcuni atti cultuali di prim’ordine che derà a far celebrare in modo pubblico e solenne la possono agevolmente essere celebrati in ambito do- Missa pro defunctis, aff inché sia assolto a tempo mestico e mettere in comunione viva con tutta la opportuno il debito di carità che abbiamo verso i Chiesa, terrena, purgante e celeste. In primo luo- nostri cari che ci hanno preceduti in modo così go si raccomanda la recita della Liturgia delle Ore, repentino e singolare nell’eternità. Si deve comun- che a ritmo quotidiano santif ica le ore del giorno que anche ritenere che i sacerdoti non trascurino e della notte. I salmi sono ispirati da Dio e le lezio- di celebrare la Messa esequiale possibilmente nei ni bibliche, patristiche e agiograf iche mettono il giorni prossimi alla morte dei loro parrocchiani, fedele a contatto vivo con i migliori insegnamenti anche senza la presenza del feretro e del popolo. Il della fede, qualif icando non poco il tenore spiri- fatto arreca certamente grande conforto ai con- tuale anche dei semplici fedeli che vi ricorrono con giunti e a tutti coloro che partecipano al lutto. regolarità. V La Liturgia delle Ore, 2. I pii esercizi i pii esercizi e le preghiere I pii esercizi del popolo cristiano sono pure indi- spensabili ad una costante intimità divina che tie- ne il cuore e la mente nella contemplazione delle realtà superne e nel dolce consorzio con Maria san- 1. La Liturgia delle Ore tissima, gli Spiriti beati nostri custodi e i Santi, nostri modelli e intercessori presso Dio. In parti- Il culto non si limita al solo aspetto pubblico e uff i- colare l’Angelus Domini ritma i tre momenti prin- ciale celebrato nella Chiesa col concorso plenario cipali del giorno, mattino mezzogiorno e sera, col del popolo di Dio, ma ha un suo aspetto necessario ricordo dell’Incarnazione, che nel versetto Et anche nella preghiera individuale, che trova nel- Verbum caro factum est et habitabit in nobis di- l’ambito della famiglia e della casa il suo ambiente venta un potente esorcismo in difesa dal maligno; ordinario. Nell’isolamento imposto dalla presente il santo Rosario con le litanie mariane é la migliore calamità, come sempre accade per altre cause come forma contemplativa raccomandata dal cielo come l’infermità e l’anzianità, la preghiera domestica, santif icazione della famiglia che lo recita con fe- fatta lodevolmente in comune con gli altri mem- deltà; nei tempi adatti ed anche in giorni di parti- bri della famiglia, ma anche con un ritmo regolare colare sofferenza e pericolo sarà quanto mai op- nell’intimità orante di ciascuno, rappresenta una portuno il ricorso alla Via crucis nella quale si ri- sorgente di autentica grazia, soprattutto se ispira- ceve lo stimolo ad unire le nostre sofferenze a quel- ta dalla liturgia della Chiesa, «culmine e fonte» del le della passione del Signore. Non é da trascurare culto vero istituito dal Signore e gradito al Padre. la pia pratica della Consacrazione alla Madonna della famiglia cristiana e dei singoli suoi membri, nelle varie forme riconosciute dalla Chiesa: a Ma- ria Dio aff ida questi tempi turbolenti che prepara- Senza il tuo abbonamento no alla vittoria del suo Cuore immacolato. Vi sono poi innumerevoli pii esercizi riconosciuti dalla la nostra Rivista Chiesa e diffusi con immenso benef icio spirituale nella pratica dei fedeli e confermati nella loro vali- non può vivere! dità ed eff icacia dai Santi e dall’esperienza viva delle generazioni cristiane. Le particolari devozio- ni ai Santi dei quali vi é speciale devozione e la Rinnova la tua adesione lettura delle loro vite e insegnamenti potrebbero essere un’occupazione importante, anche per con- trastare un uso eccessivo e deviante dei media. e regala un abbonamento a LITURGIA 3. La preghiera individuale “CULMEN ET FONS” La grande liturgia e gli atti solenni del culto divi- no sono destinati a rimanere infruttuosi se manca info@liturgiaculmenetfons.it il fervore dell’anima individuale che accoglie con docilità gli impulsi della grazia e la sapienza della Parola divina. La freddezza delle nostre assemblee non raramente é riconducibile ad un raduno di 7
www.liturgiaculmenetfons.it n. 1 - 2020 - LITURGIA CULMEN ET FONS fedeli, magari numeroso, ma freddi nello spirito che assistono ai divini misteri senza vera partecipazione interiore preparata da un costante vita di pietà per- Le domande dei lettori sonale. Il regime e la qualità della preghiera perso- nale stabilisce il tenore vitale della liturgia pubblica A cura della Redazione e comune. La situazione di ritiro forzato in casa po- trebbe diventare un’occasione di crescita spirituale in tal senso, quasi un corso di esercizi imposto dalle circostanze, ma provvidenziale nel disegno divino. In tempi di confusione teologica, liturgica e quindi pastorale é quanto mai urgente che i Non si devono dimenticare le preziose indicazioni pastori del popolo di Dio, i sacerdoti, siano pre- relative ai segni sacri da portare nell’intimità della parati e fermi nella disciplina canonica, che as- persona: l’uso dello Scapolare della Madonna del sicura principi saldi e determinazione illumi- Carmine e della Medaglia miracolosa. Sono scudi di nata nella prassi pastorale a guida del popolo difesa, che dispongono a grazie speciali e allontana- loro aff idato. Non si tratta di accondiscendere no dai pericoli, facilitando la santità, secondo il mot- al pensiero dominante e ancor meno al languo- to: Ad Iesum per Mariam. re di una vita spirituale secolarizzata e spenta, In questo quadro domestico si deve pure considera- ma di essere sentinelle vigilanti sulla torre di re il valore delle immagini sacre (magari benedette) guardia dove li ha posti il sacro ordine sacerdo- esposte con fede ed equilibrio sulle pareti domesti- tale, perché siano un faro nella notte e una gui- che. Sarebbe raccomandabile in case con suff icienti da sicura verso il Cielo. spazi la realizzazione permanente dell’angolo della preghiera, quasi una cappella domestica, che richia- 1. Il «diritto liturgico» ? mi il dovere primario della famiglia cristiana e offra Uno dei fatti più problematici nell’attuale vita un luogo degno e adatto per la preghiera dei suoi della Chiesa consiste nella grave crisi del «di- membri. ritto liturgico», ossia l’osservanza fedele delle norme e delle leggi che presiedono alla litur- In conclusione possiamo constatare quanti e quali gia. Ciò provoca la scomparsa de facto o alme- mezzi di grazia i fedeli di buona volontà possano no l’oscuramento di parti importanti della litur- usufruire, nonostante le gravi restrizioni imposte da gia così come la Chiesa l’ha ricevuta, trasmessa situazioni di calamità. e codif icata. I fedeli in tal modo non possano Tuttavia si deve sempre tenere alto lo sguardo per più accostarsi al culto pubblico e uff iciale della non perdere mai la lucidità delle leggi liturgiche in Chiesa, ma si trovano a subire forme del tutto vista di un ritorno sollecito alla situazione di nor- private di sensibilità religiosa soggettiva ed ef- malità, che si deve auspicare e invocare con forza f imera, quando non anche erronea. dal Signore. Il grave problema, che investe l’intero arco de- Non dimentichiamo mai le parole dei Padri: gli anni postconciliari, raggiungendo anche pic- chi preoccupanti, si manifesta in questa emer- «E’ dunque necessario che i sacramenti siano ce- genza pandemica con particolare violenza a cau- lebrati dai sacerdoti nelle singole chiese del mon- sa delle situazioni inusuali e delle condizioni di do sino al ritorno di Cristo dal cielo, perché tut- disagio in cui il clero si trova a celebrare la li- ti, sacerdoti e laici, abbiano ogni giorno davanti turgia. agli occhi la viva rappresentazione della passio- ne del Signore, la tocchino con mano, la riceva- E’ quindi necessario affrontare con determina- no con la bocca e con il cuore e conservino in- zione questa piaga della Chiesa che offende il delebile memoria della nostra redenzione»5. culto divino e compromette il frutto della gra- zia. ------------------------------------ 1 Possiamo individuare alcune cause primarie di Missale Romanum, editio tertia typica emendata, questa deriva: p. 1282; Manuale delle Indulgenze, LEV, 1968, n. 10. 2 Manuale delle Indulgenze, LEV 1968, n. 22. 1. Il «diritto liturgico» ha subito uno sconquas- 3 so pressoché totale con la riforma liturgica del CEI, Rituale Romano, Sacramento dell’Unzione e Concilio Vaticano II nel passaggio repentino e cura pastorale degli infermi, 1974, cap. IV, nn. 207- qualche volta forzato tra il precedente regime 241. liturgico e il nuovo. Dobbiamo ricordare che la 4 CEI, Rito delle esequie, 1974, cap. I, nn.26 – 36. riforma ha interessato l’intero complesso della 5 liturgia romana (messale, rituale, uff icio divi- LDO, Gaudenzio di Brescia, uff. lett. del giovedì no, pontif icale, anno liturgico, ecc.) e i luoghi della 2° sett. di Pasqua. e arredi sacri vennero notevolmente modif ica- ti in ordine ai nuovi riti (chiesa, altare, taberna- 8
LITURGIA CULMEN ET FONS - 2020 - n. 1 www.liturgiaculmenetfons.it colo, sede, ambone, presbiterio, paramenti, ecc.). menti opzionali e facoltativi. E’ evidente che un si- Tutti i riti furono reimpostati nella loro struttura mile concetto del «diritto liturgico» porta ad ogni generale e in moltissime parti interne, in tal modo genere di interventi soggettivi da parte del sacer- che l’abitudine secolare del clero e del popolo ven- dote, dei ministri, della schola e dell’assemblea stes- ne profondamente turbata e alquanto confusa. Più sa dei fedeli. In questo nuovo quadro liturgico che una sana continuità vi fu una evidente molto é lasciato alla libertà degli operatori liturgici, discontinuità, che tuttora permane: dall’altar mag- che imposteranno la celebrazione in base, si dice, giore monumentale e rivolto ad crucem alla mensa alle concrete esigenze dell’assemblea, qui ed ora con- perlopiù mobile e spoglia rivolta all’assemblea; dalla vocata. Si passa così dalla precedente preoccupa- centralità del tabernacolo alla sua emarginazione; zione di celebrare nella fedeltà al «diritto divino», dalla zona sacra protetta dalla balaustra e riservata ossia con i contenuti e nei modi voluti dal Signore ai ministri (presbiterio) all’aula indifferenziata aper- e dalla tradizione perenne della Chiesa, alla nuova ta a tutti; dalla lingua latina alle lingue volgari; dal attenzione ai «desiderata» dei fedeli, ossia alle sen- canto sacro alla musica d’uso corrente; ecc. Questo sibilità mutevoli e alle esigenze psicologiche e terremoto accelerato e vigoroso non poteva che far sociologiche di coloro che si trovano insieme per vacillare seriamente il «diritto liturgico», che si tro- l’azione rituale. E’ chiaro che la Chiesa non ha mai vava ad essere diverso, alquanto modif icato e piut- disatteso anche questo secondo aspetto, ma con tosto ridotto rispetto al precedente. Inoltre, l’insuf- quell’equilibrio e sobrietà che non giungeva mai ad f icienza di una collaterale formazione teologica e incrinare il primato assoluto dei «diritti di Dio». liturgica ha privato l’applicazione pratica dei nuovi Ma questa inversione di attenzioni é conforme alla riti delle sue basi e delle sue f inalità. La diffusione liturgia cattolica e soprattutto rispetta veramente cospicua e ad ondate successive di visioni ideologi- la volontà divina? Cercheremo in seguito di rispon- che riguardo alla riforma liturgica ha inquinato per dere a questo quesito. Comunque già ora si decenni generazioni di sacerdoti e laici, che hanno intravvede quella deriva antropocentrica, che si é impiegato le loro fervide energie in programmi ef- insinuata corposamente anche nella liturgia, in con- f imeri privi di un fondamento dottrinale adeguato trasto con la dimensione teocentrica, che é e conforme alla retta visione delle cose secondo la ineludibile nel culto non solo cattolico, ma anche vera mens Ecclesiae. Anche un clima trasversale di universale (lex naturalis). sospetto e di disobbedienza alle disposizioni della Chiesa e soprattutto dei sommi Pontef ici, ha raf- 3. Una causa non minore é il mutamento del con- freddato la docilità religiosa dovuta al Magistero, cetto di autenticità, che non viene più intesa in re- quasi che il percorso del futuro dovesse realizzarsi lazione alla verità, ma soltanto in rapporto alla sen- nella coraggiosa ‘contestazione’ di ciò che era stabi- sibilità immediata e quasi alla spontaneità delle ma- lito per legge e dichiarato nei documenti nifestazioni soggettive degli individui o dei gruppi magisteriali. Tutto questo é certamente stato un di opinione. In tale visione, ‘autentica’ non sarebbe colpo letale al «diritto liturgico», che fu guardato la preghiera conforme ai contenuti oggettivi della con sospetto e ritenuto la causa di una liturgia verità rivelata, che non é sempre in sintonia con la pregressa, stagnante ed estranea alla vita dei fedeli, mentalità dell’orante, ma ‘autentica’ sarebbe la pre- e perciò da abbandonare con determinazione in ghiera che ‘nasce dal cuore’, si dice, ossia quella che nome di una libera ‘creatività’, suscitata, si diceva, é frutto della libera fantasia del momento e del ca- dallo ‘spirito’ e motivata dalla ‘pastorale’. Questo sta- rattere di ogni persona. Ed é così che la preghiera to di cose fu superato unicamente da coloro (sacer- liturgica, di sua natura oggettiva e rigorosamente doti, religiosi e laici) che ebbero una vera e seria formulata, viene ritenuta ‘non autentica’, ‘non vera’, formazione teologica e liturgica e che mantennero non aperta alla ‘libera mozione dello spirito’, non negli anni turbolenti la docilità intelligente e l’ob- adeguata alle impressioni più profonde ed amate bedienza soprannaturale all’Autorità della Chiesa dall’orante. Si comprende allora la forte invasione nella fedeltà alla lettera autentica dell’editio typica della creatività privata nella nobile sobrietà e preci- dei nuovi libri liturgici. Costoro non intaccarono il sione dei riti liturgici e ancor più l’esuberanza fan- diritto liturgico, pur nel travaglio della riforma, ma tasiosa di molti gruppi di spiritualità che attingono seppero osservarlo con competenza e spirito di fede: di preferenza a forme eccentriche, che allontana- sono stati i veri modelli nell’attuazione delle norme no dalla via tracciata dal vero itinerario liturgico liturgiche secondo la mente della Chiesa. della Chiesa. Vi é il rischio che proprio le persone più attente ed impegnate nella vita della Chiesa si- 2. Vi é poi una causa ancora più insidiosa, ma meno ano vittime di un culto alternativo, che li priva in appariscente. Si tratta della mutazione del concetto maniera pressoché sistematica del contatto vitale stesso di «diritto liturgico»: si passa da un «diritto con la vera liturgia comune all’intero popolo di Dio. liturgico» precettivo, in grado di def inire con pre- Ma in questo modo é leso alla radice il «diritto di- cisione le rubriche liturgiche con un margine mi- vino» e a Dio non sarebbe più concesso di dare al- nimo di indeterminazione, ad un «diritto liturgi- l’uomo contenuti e forme di un culto conforme alla co» indicativo, che lascia un notevolissimo grado sua divina volontà e stabilire le condizioni che nel- di libertà applicativa, ritenendo il rito un semplice la sua divina sovranità ritiene degne della sua inf i- canovaccio di riferimento e consentendo molti ele- nita sapienza e maestà. 9
www.liturgiaculmenetfons.it n.1 - 2020 - LITURGIA CULMEN ET FONS 4. Inf ine incide alquanto sul rigore del «diritto to, «l’ira di Balak si accese contro Balaam; Balak liturgico» un’idea «buonista» di Dio, il quale non batté le mani e disse a Balaam: “Ti ho chiamato per gradirebbe un culto troppo ‘artefatto’, si dice, ‘for- maledire i miei nemici e tu invece per tre volte li malista’, ‘ingessato’, ‘intellettuale’, ‘elitario’, senza la hai benedetti! Ora vattene al tuo paese! Avevo det- ‘scioltezza di f igli di Dio’ aperti alle ‘sorprese divi- to che ti avrei colmato di onori, ma ecco, il Signore ne’ e alla ‘fantasia creativa’ nella loro vita spiritua- ti ha impedito di averli”. Balaam disse a Balak: “Non le. Sono espressioni allettanti, che ingannano molti, avevo forse detto ai messaggeri che mi avevi man- ritenendo che siano queste le qualità di una fede dato: Quando anche Balak mi desse la sua casa pie- ‘autentica’, la sola che avrebbe accesso al cuore di na d’argento e d’oro, non potrei trasgredire l’ordi- Dio. La mentalità, pervasiva ormai nel tessuto ec- ne del Signore per fare cosa buona o cattiva di mia clesiale e sociale, fa riferimento anche a note iniziativa: ciò che il Signore dirà, quello soltanto espressioni bibliche, che si vorrebbero interpreta- dirò?”» (Nm 24,10-13). Ed è questa sua fedeltà al re a favore di questa prospettiva, ritenuta come diritto liturgico che impedì a Balaam di inquinare un segno di ‘maturità religiosa’ e di conquista di i sette sacrif ici rituali1 con oracoli falsi e che meri- uno ‘spirito squisitamente umano e moderno’. Frasi terà a lui, pur pagano, di pronunziare una delle come: «Dio guarda al cuore l’uomo guarda all’ap- più antiche e luminose profezie sul Messia d’Israe- parenza», «Non chi dice: Signore, Signore, entre- le: «Io lo vedo, ma non ora, io lo contemplo, ma rà nel regno dei cieli», «I veri adoratori adoreran- non da vicino: Una stella spunta da Giacobbe e uno no il Padre in spirito e verità», «Sacrif icio e offer- scettro sorge da Israele» (Nm 24,17). ta non gradisci», ecc. sono in genere citate tron- che e proposte fuori dal loro contesto e in chiave Diversamente, la profanazione del diritto divino ideologica, quasi che la stessa parola di Dio allu- relativo al culto santo, costò la perdita violenta del desse a questa ‘nuova’ impostazione del culto da regno a Baltassàr, re di Babilonia, che portò all’estre- lui ammesso. Non é qui il luogo per esporre e di- mo la profanazione già compiuta da Nabuco- fendere la loro giusta interpretazione, ma basta donosor, suo padre, con la distruzione del Tempio un semplice buon senso per cogliere l’inganno. E’ di Gerusalemme, giungendo ora a profanarne i comunque evidente che, se dovesse essere accolta un simile prospettiva, il culto litur- gico, oggettivo e conforme al Logos divino - l’oblatio rationabilis, come é def inito nel Ca- none romano - sarebbe del tutto incompre- so e il «diritto liturgico», che lo conf igura intrinsecamente, sarebbe, per assurdo, pro- prio la strada più lontana da percorrere per essere graditi a un ‘dio’ di questo genere. Alla luce di queste cause, che hanno provo- cato il collasso del «diritto liturgico», dob- biamo fare una necessaria indagine per ve- rif icare il pensiero divino riguardo all’impor- tanza del «diritto liturgico» come é attesta- to nella storia della salvezza. Nella sacra Scrittura troviamo un singolare esempio di esercizio del culto nell’indomita fedeltà al diritto divino. Si tratta dell’indovi- no pagano Balaam. Il re dei Moabiti, Balak, manda a chiamare Balaam, aff inché, dopo l’offerta dei sacrif ici rituali, pronunzi ora- coli falsi in favore dei nemici di Israele. Balaam, tuttavia, risponde al re con deter- minazione: «Ecco, sono venuto da te; ma ora posso forse dire qualsiasi cosa? La parola che Dio mi metterà in bocca, quella dirò» (Nm 22,38). Il Signore, infatti, comandò a Balaam di benedire Israele. «Allora il re Balak disse a Balaam: “Che mi hai fatto? Io t’ho fatto venire per maledire i miei nemici e tu invece li hai benedetti”. Rispose: “Non devo forse aver cura di dire solo quello che il Signore mi mette sulla bocca?”» (Nm 23,11-12). Dopo ripetuti tentativi di corruzione andati a vuo- 10
LITURGIA CULMEN ET FONS - 2020 - n.1 www.liturgiaculmenetfons.it preziosi vasi sacri, secondo il resoconto del profe- toccare gli astri del cielo, ora nessuno poteva sop- ta Daniele: portarlo per l’intollerabile intensità del fetore» (2 Mac 9, 10). Il re Baldassàr imbandì un gran banchetto a mille dei suoi dignitari e insieme con loro si Diversa sorte ebbe Eliodoro che, nell’atto di profa- diede a bere vino. Quando Baldassàr ebbe mol- nare il tempio di Gerusalemme, fu condotto alle so- to bevuto comandò che fossero portati i vasi glie della morte, e, per concessione della divina mi- d’oro e d’argento che Nabucodònosor suo pa- sericordia, si convertì al Dio unico e vero e riebbe la dre aveva asportati dal tempio, che era in vita (cfr. 2 Mac 3). Gerusalemme, perché vi bevessero il re e i suoi grandi, le sue mogli e le sue concubine. Furo- In realtà la storia della profanazione del culto santo no quindi portati i vasi d’oro, che erano stati ebbe il suo esordio già ai piedi del Sinai proprio in asportati dal tempio di Gerusalemme, e il re, i concomitanza con la teofania nella quale Mosè stava suoi grandi, le sue mogli e le sue concubine li ricevendo da Dio le leggi liturgiche, che avrebbero usarono per bere; mentre bevevano il vino, lo- dovuto regolare il culto del popolo eletto: davano gli dei d’oro, d’argento, di bronzo, di ferro, di legno e di pietra (Dn 5, 1-4). Il popolo, vedendo che Mosè tardava a scendere dalla montagna, si affollò intorno ad Aronne e Ed ecco l’intervento severo della divina giustizia: gli disse: «Facci un dio che cammini alla nostra testa, perché a quel Mosè, l’uomo che ci ha fatti In quel momento apparvero le dita di una uscire dal paese d’Egitto, non sappiamo che cosa mano d’uomo, le quali scrivevano sulla parete sia accaduto». Aronne rispose loro: «Togliete i della sala reale, di fronte al candelabro. Nel pendenti d’oro che hanno agli orecchi le vostre vedere quelle dita che scrivevano, il re cambiò mogli e le vostre f iglie e portateli a me». Tutto il d’aspetto: spaventosi pensieri lo assalirono, le popolo tolse i pendenti che ciascuno aveva agli giunture dei suoi f ianchi si allentarono, i gi- orecchi e li portò ad Aronne. Egli li ricevette dal- nocchi gli battevano l’uno contro l’altro (Dn 5, le loro mani e li fece fondere in una forma e ne 5-6). ottenne un vitello di metallo fuso. Allora dissero: «Ecco il tuo Dio, o Israele, colui che ti ha fatto Segue l’inappellabile giudizio divino pronunziato uscire dal paese d’Egitto!». Ciò vedendo, Aronne per bocca del profeta Daniele: costruì un altare davanti al vitello e proclamò: «Domani sarà festa in onore del Signore». Il gior- Tu, Baldassàr […] hai insolentito contro il Si- no dopo si alzarono presto, offrirono olocausti e gnore del cielo e sono stati portati davanti a te presentarono sacrif ici di comunione. Il popolo i vasi del suo tempio e in essi avete bevuto tu, sedette per mangiare e bere, poi si alzò per darsi i tuoi dignitari, le tue mogli, le tue concubine: al divertimento (Es 32, 1- 6). tu hai reso lode agli dei d’oro, d’argento, di bronzo, di ferro, di legno, di pietra, i quali non Ciò che desta maggior raccapriccio é che tale profa- vedono, non odono e non comprendono e non nazione sia stata capitanata dal sommo sacerdote hai glorif icato Dio, nelle cui mani è la tua vita Aronne, che avrebbe dovuto essere il paladino della e a cui appartengono tutte le tue vie. Da lui fu fedeltà al «diritto divino». allora mandata quella mano che ha tracciato quello scritto, di cui questa è la lettura: mene, E «il Signore percosse il popolo perché aveva fatto il tekel, peres, e questa ne è l’interpretazione: vitello fabbricato da Aronne» (Es 32, 35). Mene: Dio ha computato il tuo regno e gli ha posto f ine. Tekel: tu sei stato pesato sulle bi- Ora, se la profanazione del «diritto divino» nell’anti- lance e sei stato trovato mancante. Peres: il tuo co culto del tempio costò questi tremendi castighi, regno è diviso e dato ai Medi e ai Persiani» quanto più sarà reo di lesa maestà l’attentato al dirit- (Dn 5, 22-28). to divino stabilito dal Sommo nostro Sacerdote, il Signore Gesù Cristo, per la validità e la dignità del Inf ine il tremendo castigo comminato da Dio: Sacrif icio eterno da Lui istituito e consegnato alla sua Chiesa? Se il castigo piombò inesorabile sull’on- In quella stessa notte Baldassàr re dei Caldei ta dei pagani, quanto maggiore sarà l’«ira di Dio» fu ucciso: Dario il Medo ricevette il regno, al- sui ministri indegni del suo santuario? Si legge, in- l’età di circa sessantadue anni (Dn 5, 30-31). fatti nella Lettera agli Ebrei: Terribile fu la sorte dell’empio Antioco Epifane che Quando qualcuno ha violato la legge di Mosè, profanò il tempio «che fu pieno di dissolutezze e viene messo a morte senza pietà sulla parola di gozzoviglie da parte dei pagani […] e l’altare era due o tre testimoni. Di quanto maggior castigo colmo di cose detestabili, vietate dalle leggi» (cfr. allora pensate che sarà ritenuto degno chi avrà 2 Mac 6, 4-5). Un pentimento iniquo segnò la sua calpestato il Figlio di Dio e ritenuto profano quel ignobile f ine e «colui che poco prima credeva di sangue dell’alleanza dal quale è stato un giorno 11
www.liturgiaculmenetfons.it n.1 - 2020 - LITURGIA CULMEN ET FONS santif icato e avrà disprezzato lo Spirito della Cos’é, dunque, la Messa? E’ il Sacrif icio di Cristo grazia? Conosciamo infatti colui che ha det- sulla croce reso presente in modo incruento e sa- to: A me la vendetta! Io darò la retribuzione! cramentale sui nostri altari. Questa def inizione E ancora: Il Signore giudicherà il suo popolo. contiene l’essenza del dogma relativo al Sacrif icio E‘ terribile cadere nelle mani del Dio vivente! eucaristico. Quando il fedele e il popolo cristiano (Eb 10, 28-31) partecipano alla Messa, si trovano davanti all’even- to stesso del sacrif icio del Calvario, pur velato dai In questa visione biblica il papa Giovanni Paolo II, segni sacramentali (sub specie sacramenti) e colto cosciente della gravitas del «diritto liturgico» agli unicamente dall’occhio interiore della fede: «E’ un occhi di Dio, ebbe a scrivere: segno ciò che appare, ma nasconde nel mistero re- altà sublimi» (cfr. Sequenza Lauda Sion). La perce- Come la donna dell’unzione di Betania, la zione di questo mistero, reale e mistico, basterebbe Chiesa non ha temuto di «sprecare», investen- per riempire di sacro tremore il sacerdote che lo do il meglio delle sue risorse per esprimere il celebra e per suscitare profonda adorazione in tut- suo stupore adorante di f ronte al dono ti i presenti. Per questo la Lettera agli Ebrei racco- incommensurabile dell’Eucaristia […] Non c’é manda: «... rendiamo un culto gradito a Dio, con pericolo di esagerare nella cura di questo mi- riverenza e timore; perché il nostro Dio é un fuoco stero, perché «in questo sacramento si riassu- divorante» (Eb 12, 28-29). me tutto il mistero della nostra salvezza»2. 2. Il Sacrif icio della croce fu un atto proprio ed Perciò il Papa urge con determinazione il rispetto esclusivo del sommo nostro sacerdote, Cristo Gesù, e la fedeltà al «diritto liturgico»: che immolava se stesso all’eterno Padre, come vit- tima di espiazione per i nostri peccati e quelli di Il sacerdote che celebra fedelmente la Messa tutto il mondo. Cristo é l’unico sacerdote, l’unico secondo le norme liturgiche e la comunità che altare, l’unica vittima di valore inf inito in grado di a queste si conforma dimostrano, in un modo penetrare i cieli ed essere gradito a Dio. L’unione silenzioso ma eloquente, il loro amore per la della natura umana e della natura divina nell’unica Chiesa […] persona divina del Verbo incarnato rende il suo Sacrif icio eterno, def initivo, perfetto ed A nessuno é concesso di sottovalutare il mi- insuperabile. Nessuno mai potrà aggiungere stero aff idato alle nostre mani: esso é troppo alcunché al valore inf inito di quel Sangue divino grande perché qualcuno possa permettersi di versato sul Calvario del quale una sola stilla può trattarlo con arbitrio personale, che non ne salvare il mondo intero: Cuius una stilla salvum rispetterebbe il carattere sacro e la dimensio- facere totum mundum quit ab omni scelere (cfr. ne universale3. Adoro te devote). Tuttavia, il Signore volle da subi- to e in modo simultaneo associare a sé la sua san- 2. La Messa senza il popolo ? tissima Madre, che immacolata fu resa partecipe, in modo del tutto singolare, della virtus sacrif icalis Nei decenni postconciliari la Messa senza la pre- del divin Figlio e quindi divenne la nostra senza del popolo ha subito una notevole riduzio- Corredentrice. Anche l’apostolo vergine, san Gio- ne, f ino ad essere ritenuta del tutto superata o vanni, si trovava sotto la croce e fu il testimone comunque non conforme alla ‘nuova’ visione teo- dell’olocausto divino del Figlio unigenito di Dio, logica. Nella presente emergenza, che impone la unito alla sua Madre addolorata. Questa associa- totale soppressione delle Messe col popolo, tale zione di Maria e di Giovanni al sacrif icio cruento ambiguità si é chiaramente manifestata, inducen- del Signore non intaccò nel modo più assoluto l’uni- do alcuni sacerdoti a non comprendere più il si- cità del sacerdote, della vittima e del sacrif icio com- gnif icato di una tale prassi, sempre ammessa nel- piuto dal Redentore, né oscurò la sua suff icienza e la Chiesa. Questa deriva é di notevole gravità, in pienezza, ma fu l’esordio di quella partecipazione quanto, se già l’interdizione dei fedeli costituisce mistica alla croce di Cristo che sarebbe stata richie- una calamità spirituale di vasta portata, in modo sta a tutti i fedeli nel corso dei secoli mediante l’unio- ancora più radicale la totale soppressione della ne al Sacrif icio sacramentale, secondo le parola Messa da parte dei sacerdoti sarebbe foriera di un dell’Apostolo: «Perciò sono lieto delle sofferenze raffreddamento spirituale senza precedenti. Ciò che sopporto per voi e completo nella mia carne farebbe pensare a quell’abolizione del «sacrif icio quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore quotidiano» annunziato dai profeti e dal Signore del suo corpo che è la Chiesa» (Col 1,24). stesso, come uno dei grandi segni escatologici. 3. Il Signore non si limitò all’offerta del suo Sacrif i- La delicata questione richiede un’articolata argo- cio cruento sulla croce, ma volle anche istituire il mentazione. Sacrif icio incruento e sacramentale, anticipandolo nel cenacolo prima di morire e consegnandolo ai 1. Alla base di ogni indagine sull’oggetto conside- dodici apostoli perché lo celebrassero f ino alla f ine rato vi é la def inizione del medesimo. del mondo. Il dogma cattolico implica anche l’ac- 12
LITURGIA CULMEN ET FONS - 2020 - n.1 www.liturgiaculmenetfons.it cettazione del Sacrif icio eucaristico con la sua con- Questa verità assicura che il sacerdote celebri quo- tinua ripetizione rituale per la santif icazione dei tidianamente la Messa al di là delle contingenze fedeli e del popolo santo. Gli eretici, f issando l’at- sociali in cui si trova, sapendo che comunque l’of- tenzione sul valore assoluto ed insuperabile del ferta del divin Sacrif icio glorif ica sommamente Sacrif icio cruento del Calvario hanno rigettato la SS. Trinità e ottiene la pienezza della grazia sul quello incruento, ritenendolo un’invenzione inde- mondo. Anche quando subentrerà la malattia e bita della Chiesa e privando così il popolo cristiano l’anzianità e il sacerdote non avrà più delle re- della grazia sacramentale connessa. Ma perché il sponsabilità pastorali dirette, sarà fedele al Sacri- Figlio di Dio volle istituire il Sacrif icio eucaristico? f icio quotidiano come massima espressione del Per lo stesso motivo per il quale istituì i sette sacra- suo sacerdozio e somma carità verso il popolo menti: per rendere f isicamente prossimo e dispo- santo. nibile ad ogni credente l’unico Sacrif icio della cro- ce in ogni luogo e in ogni tempo. Non si tratta sem- San Tommaso d’Aquino espone con chiarezza plicemente di tener vivo il ricordo della passione e questo concetto: morte del Signore, quasi fosse soltanto un memo- Alcuni hanno affermato che il sacerdote può riale simbolico, ma di ripresentare al vivo, sotto i lecitamente astenersi del tutto dal celebrare, segni sacramentali, la medesima immolazione a meno che non sia tenuto a celebrare per il redentrice che il Signore fece sulla croce una volta popolo a lui aff idato e ad amministrare i sa- per sempre (semel). Ora quella grazia salvif ica, che cramenti. Ma tale opinione non è ragionevo- fluisce perennemente dal Kyrios immolato e glo- le. […] Ora, l’opportunità di offrire il sacrif i- rioso, raggiunge, per divina disposizione, tutti i re- cio non va considerata solo in rapporto ai fe- denti mediante il Sacrif icio incruento dal quale deli cristiani, ai quali si devono amministrare escono come da sorgente tutti i sette sacramenti. i sacramenti, ma principalmente in rapporto Nell’intenzione del Signore «fate questo in memo- a Dio, al quale con la consacrazione di questo ria di me» si coglie la volontà di convocare il suo sacramento si offre il sacrif icio. Il sacerdote popolo e di renderlo partecipe dell’unico suo Sacri- quindi, anche se non ha cura di anime, non f icio, trasmettendolo di generazione in generazio- può astenersi del tutto dal celebrare, ma è ne attraverso il ministero apostolico f ine alla f ine tenuto a farlo almeno nelle feste principali, e dei secoli, secondo la testimonianza dell’Apostolo: specialmente in quei giorni in cui i fedeli han- «Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che no l’abitudine di comunicarsi. Per questo la anch’io ho ricevuto…» (1 Cor 15, 3). Scrittura (2 Mac 4,14) lamenta che alcuni sa- cerdoti «non si dedicavano più al servizio 4. Alla luce dei principi teologici sopra esposti pos- dell’altare, disprezzando il tempio e trascu- siamo dedurre i fondamenti della questione inizia- rando i sacrif ici»5. le: il valore inalterato della Messa, sia col popolo, sia senza il popolo. L’Aquinate specif ica ulteriormente: Dal fatto che il sacrif icio della croce fu offerto dal Gli altri sacramenti vengono compiuti men- solo Gesù Cristo, quale sacerdote unico, vittima tre sono amministrati ai fedeli, per cui non è perfetta e altare eccelso, si deve concludere che tenuto ad amministrarli se non chi assume la anche la Messa é un’immolazione sacramentale del cura dei fedeli. L’Eucaristia invece si compie tutto propria del medesimo Cristo, che agisce me- nella consacrazione, nella quale si offre un diante il sacerdote (causa strumentale), operante sacrif icio a Dio: al che il sacerdote è obbliga- in persona Christi. In tal senso la Messa é tutta nel to in forza dell’ordine sacro che ha ricevuto 6. solo sacerdote nel modo stesso che l’immolazione sulla croce fu tutta nel solo Cristo. Ogni volta che il 5. Se invece si considera il fatto che il Signore sacerdote, anche da solo, celebra il divin sacrif icio, oltre al sacrif icio della croce, consumato una volta si compie il sacrif icio incruento della croce, che per sempre, volle istituire il medesimo sacrif icio come afferma il Tridentino: «Si tratta di una sola e anche in forma sacramentale per una indef inita identica vittima e lo stesso Gesù la offre ora per il ripetizione nel tempo e nello spazio, si compren- ministero dei sacerdoti, egli che un giorno offrì se de il valore della partecipazione il più possibile stesso sulla croce: diverso é solo il modo di offrir- ampia e plenaria del popolo di Dio diffuso su tut- si»4. ta la terra. Raggiungere tutti i fedeli é il f ine spe- cif ico dell’istituzione dell’Eucaristia. Per questo Da ciò deriva che propriamente il popolo non ag- il sacerdote provvederà ad offrire con larghezza giunge alcunché al valore pieno e perfetto del sa- e zelo pastorale la santa Messa ai suoi fedeli in crif icio offerto dal solo sacerdote in persona Christi. modo che ogni giorno e soprattutto alla domeni- Agli occhi di Dio e riguardo alla redenzione del ca vi possano partecipare con frutto. In questa genere umano la Messa senza il popolo e quella col prospettiva la Messa col popolo è la forma prima- popolo raggiungono il medesimo f ine: glorif icare ria e ordinaria della Messa, che non può mai di- inf initamente Dio e santif icare eff icacemente il ventare un semplice pio esercizio della spirituali- mondo. tà sacerdotale. Questo é il motivo per cui nel 13
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