La lingua, il calendario e i numeri romani - La lingua dei romani: il latino
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La lingua, il calendario e i numeri romani La lingua dei romani: il latino Ave, Lucius sum Ave, ego sum Caius Ad scholam eo. Schola Quo vadis? init hodie, kalendis septembribus sunt. Age, simul eamus! Ego quoque ad magistrum eo 1
Lucio e Caio si incontrano: - Ciao, sono Lucio - Ciao, io sono Caio - Dove Vai? - Vado a scuola. Oggi inizia, è il primo settembre - Anch’io vado dal maestro - Dài, andiamo insieme! La lingua latina e quella italiana si somigliano? Sottolinea le parole in latino e in italiano che ti sembrano simili e scrivile: ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... Certamente hai trovato somiglianze tra il latino e l’italiano. Conosci altre lingue che somigliano al latino? Quali?................................................... Infatti, derivano dal latino e si chiamano neo-latine alcune lingue europee, ad esempio, oltre l’italiano, il francese, il castigliano, il catalano, il portoghese e il rumeno. Ora, presentati tu in latino:................................................................................... Dal latino antico alle lingue neo-latine Le tracce del latino più antico risalgono al III secolo a.C. e compaiono soprattutto nelle iscrizioni. Il latino era una scrittura derivata dal greco, ma aveva anche influenze etrusche. In origine le lettere avevano un’unica forma simile alla nostra maiuscola, la minuscola fu introdotta successivamente. WWW.SCUBIMONDO.ORG 2
Molte opere di importanti scrittori tra il II e il I secolo a.C. sono giunte fino a noi. Forse hai sentito nominare Plauto, era uno scrittore di commedie che avevano successo perché rappresentavano vizi e difetti delle persone comuni, ad esempio “Il soldato spaccone” (Miles gloriosus). Vuoi recitare una commedia di Plauto? Ti consiglio di consultare il sito della Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei: www.pompeiisites.org Quando apri la pagina iniziale hai diverse possibilità. Puoi visitare in modo virtuale l’antica città romana di Pompei, sepolta dalla pioggia di ceneri seguita all’eruzione vulcanica del Vesuvio nel 79 d.C. Puoi anche entrare nel “Mondo di Caius”, è un’avventura didattica che ti conduce nella vita di Pompei e, tra le tante esperienze, ti propone di recitare una commedia di Plauto. Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior. Odio e amo. Forse mi chiedi come io faccia. Non lo so, ma sento che ciò accade, e ne sono tormentato. È una poesia del poeta Catullo, che si tormenta d’amore per la sua innamorata. Catullo è un poeta dell’età classica (dal I secolo a.C.) il periodo più importante per la lingua latina. Infatti, troviamo molte opere di letterati, filosofi e poeti. Tra i poeti, oltre Catullo, vanno ricordati Orazio e Virgilio, che scrisse l’Eneide, la storia di Enea e delle origini di Roma. Importanti sono anche Cicerone, oratore e filosofo, Tito Livio e Tacito, storici, e anche Giulio Cesare che scrisse la storia delle sue campagne di guerra. WWW.SCUBIMONDO.ORG 3
A partire dal V secolo d.C. con la caduta dell’Impero romano e la nascita dei Regni romano-barbarici il latino subì profonde trasformazioni. Continuò ad essere usato come lingua scritta, nei libri e nei documenti ufficiali, ma, contemporaneamente, nella lingua parlata fu sempre più influenzato dalle lingue dei popoli che avevano invaso l’impero. Si cominciò a parlare il latino volgare, da vulgus (popolo) e il latino si differenziò in tante diverse lingue secondo le caratteristiche tipiche della parlata locale. Si formarono, così, le lingue neo-latine, come l’italiano, il francese, il castigliano, il catalano, il rumeno. Erano differenti tra loro ma avevano un’origine comune. La Chiesa cattolica romana usò sempre il latino sia nei documenti sia nei testi religiosi e nelle preghiere. Oggi il latino è studiato nelle scuole superiori di molti paesi, è la lingua ufficiale della Santa Sede e lo troviamo spesso .................... indovina dove? Il motto ufficiale Nella diversità la dell’Unione europea è: concordia “In varietate concordia” E quello degli Stati Uniti d’America: “E pluribus unum” Dai più all’uno Fai una ricerca nel tuo paese o nella tua città, cerca le targhe o le iscrizioni in latino. Sarai sorpreso, perché sono più di quelle che immagini. Oppure, fai una ricerca su internet degli stemmi che usano motti in latino e disegnali sul quaderno o crea un cartellone. WWW.SCUBIMONDO.ORG 4
Il calendario romano Quo vadis? Ad scholam eo. Schola init hodie kalendis septembribus. Lucio dice a Caio che è il primo settembre, in latino kalendis septembribus, le calende di settembre. Il mese sembra il nostro mese di settembre, ma il giorno no, noi non abbiamo le calende. E’ necessario, per saperne di più, conoscere il calendario romano Il primo calendario romano viene attribuito a Romolo, ma si tratta di leggende, in realtà il primo re che mise ordine nel conto dei mesi fu Numa Pompilio. Nel 46 a.C. fu Giulio Cesare che riformò in modo definitivo il calendario, che diventò di 365 giorni con l’aggiunta di un giorno nell’anno bisestile. Il caledario giuliano, dal nome di Giulio Cesare: Ianuarius Dedicato al dio Ianus, Giano Gennaio Februarius Mese della Februa, Febbre, festività romana Febbraio Martius Dedicato al dio Mars, Marte Marzo Aprilis Dedicato alla dea Venus, Venere Aprile Maius Dedicato alla dea Maia, Maia Maggio Iunius Dedicato alla dea Iuno, Giunone Giugno Iulius Dedicato a Giulio Cesare Luglio Augustus Derdicato all’Imperatore Augusto Agosto September Settimo mese Settembre October Ottavo mese Ottobre November Nono mese Novembre December Decimo mese December WWW.SCUBIMONDO.ORG 5
I giorni non avevano nomi come nel nostro calendario, solo tre giorni avevano un proprio nome: il primo era il giorno delle calende, da cui deriva la parola calendario, poi c’erano le none e le idi. Mentre le calende cadevano sempre il primo giorno di ogni mese, le none e le idi cambiavano in questo modo: a gennaio, febbraio, aprile, giugno, agosto, settembre, novembre e dicembre cadevano il 5° e 13° giorno del mese; a marzo, maggio, luglio e ottobre cadevano il 7° e 15° giorno del mese. E gli altri giorni? Venivano nominati a seconda che venivano prima o dopo uno dei tre giorni indicati. Ad esempio il 2 settembre era il giorno dopo le calende di settembre. Ricordi chi fu ucciso alle idi di marzo, cioè il 15 marzo? Proprio Giulio Cesare! Qui a sinistra un calendario a forma di cippo, ogni mese è raffigurato con un segno zodiacale. A destra un mosaico che rappresenta i mesi dell’anno Ora costruisci tu il caledario dei mesi: ispirati al mosaico, su un cartoncino crea un disegno per ogni mese e indicalo con il nome in latino, poi lega i cartoncini tra loro o componi un cartellone. WWW.SCUBIMONDO.ORG 6
I numeri romani Continua la tua presentazione in latino: ripeti il tuo nome: ego.................................... scrivi il tuo mese di nascita:...................................... e ora il tuo anno di nascita in numeri romani:............................................... Hai incontrato difficoltà nello scrivere i numeri romani? Niente paura, rileggi le regole dei numeri romani che hai studiato in quarta, ricordi? Per indicare i numeri, i Romani impiegarono alcuni simboli convenzionali : I (un dito) = una unità; V (la mano aperta) = cinque unità; X (entrambe le mani aperte) = dieci unità. Più tardi la numerazione si perfezionò, alcuni numeri vennero indicati con lettere dell'alfabeto: L = cinquanta; C = cento per moltiplicare un numero per mille, vi si poneva sopra una lineetta, per esempio, V con una lineetta sopra , indicava 5000. I Romani non hanno mai usato lo zero, perché zero indica il nulla e non si conta. Quindi, gli antichi Romani usavano scrivere i numeri utilizzando alcune lettere dell'alfabeto, così: I=1 V=5 X = 10 L = 50 C = 100 D= 500 M =1000 Hai notato che le lettere usate dai Romani corrispondono solo ai numeri 1 e 5 e ai loro multipli . Come facevano allora con gli altri numeri? Avevano inventato delle regole: fino al numero 3 veniva scritta tre volte la lettera corrispondente all'unità o alla decina, ecc. ad esempio: III = 3 XXX = 30 CCC = 300 7
per i tre numeri successivi a quelli contrassegnati dalla lettera si aggiungeva , a destra , l’unità VI = 5 + 1 = 6 VII = 5 + 2 = 7 VIII = 5 + 3 = 8 XI = 10 +1 = 11 LI = 50 + 1 = 51 per il quarto numero, si sottraeva uno o dieci o cento dal più vicino "carattere di quintina" V, L, D: IV = 5 – 1= 4 , XL = 50 – 10 = 40 , CD = 500 – 100 = 400 Per i numeri 9 , 19, 29 o 90 e 900 si sottraeva l’unità, la decina o la centinaia dal numero più grande successivo, come con il numero 4 IX = 10 – 1 = 9 XC = 100 -10 = 90 CM = 1000 – 100 = 900 I "caratteri di decina" (I, X, C, e M) potevano essere ripetuti fino a tre volte: III = 3 , XXX = 30, CCC =300, MMM = 3000 I "caratteri di quintina"( V, L, D ) non potevano essere ripetuti. Ora puoi scrivere la tua età in numeri romani: ad esempio 10 anni: .........e nove anni? ............. e 11 anni? ................... Ora scrivi l’anno della tua nascita, ad esempio 2000 = MM e 2001?........................... e l’anno di nascita dei tuoi genitori, ad esempio 1970 = MCMLXX , oppure......................................................... Oggi i numeri romani sono usati per indicare i secoli e millenni, ad esempio: XV sec. - II millennio d.C. Sono anche usati negli orologi, nelle targhe, nei manifesti o nelle iscrizioni che trovi sui monumenti e che ricordano eventi importanti. Cerca nella tua città una targa o un monumento dove compaiono i numeri romani, fai una foto e poi, in classe, raccogliete tutte le foto e componete un cartellone. Non dimenticate di tradurre i numeri romani in numeri arabi! WWW.SCUBIMONDO.ORG 8
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