Il gabbiano Lidi Leonardo
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3 FESTIVAL DEI DUE MONDI TEATRO CAIO MELISSO SPAZIO CARLA FENDI 7 LUGLIO ORE 19.00 8-9 LUGLIO ORE 16.00 Il gabbiano Progetto Čechov | Prima tappa REGIA Leonardo Lidi CON (IN O.A.) Giordano Agrusta, Maurizio Cardillo, Ilaria Falini Christian La Rosa, Angela Malfitano, Francesca Mazza Orietta Notari, Tino Rossi, Massimiliano Speziani Giuliana Vigogna SCENE E LUCI Nicolas Bovey COSTUMI Aurora Damanti MUSICHE E SUONO Franco Visioli ASSISTENTE ALLA REGIA Noemi Grasso ENGLISH VERSION: produzione Teatro Stabile dell’Umbria, ERT / Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale in collaborazione con Spoleto Festival dei Due Mondi
4 5 TEATRO FESTIVAL DEI DUE MONDI Il gabbiano va in scena per la prima volta Due anni dopo, un vecchio amico di Čechov, Nemirovič-Dančenko, professore d’arte drammatica, gli scrisse una lettera. Con il regista e attore a San Pietroburgo il 17 ottobre del 1896. È un Stanislavskij aveva fondato un teatro, chiamato “Teatro d’arte popolare” che disastro. Nella prefazione del libro Anton Čechov. poco dopo avrebbe cambiato il nome in “Teatro d’Arte di Mosca”. Intendeva mettere in scena Il gabbiano. Čechov dapprima rifiutò, il ricordo delle risate e Vita attraverso le lettere (Einaudi), Natalia dei fischi «ancora lo lacerava», ma alla fine acconsentì. Il 17 gennaio del 1989 Ginzburg scrive: «La gente rideva nei momenti lo spettacolo debutta al Teatro dell’Arte. Ed è un trionfo. Čechov riesce a essere «contemporaneo» come pochi altri scrittori più drammatici. Ogni frase era accolta con fischi di teatro, per i temi affrontati nelle sue «commedie» e per quel senso di e con urla assordanti. Gli attori recitavano inquietudine, di inadeguatezza – di «fuori sincrono», dissonante rispetto al proprio tempo – che i suoi personaggi ci trasmettono. Oggi più che mai. Dice atterriti (l’ostilità del pubblico aveva a tal punto Leonardo Lidi, attore e regista che firma adattamento e regia della nuova intimidito l’attrice Vera Komissarževskaja, produzione del Teatro Stabile dell’Umbria con ERT / Teatro Nazionale e il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, in collaborazione col Festival nel ruolo di Nina, da farle perdere la voce, ndr), dei Due Mondi: «Il gabbiano è il testo che mi ha veramente fatto innamorare ciascuno dimenticava le proprie battute, del teatro, il mio preferito di sempre. È vero, lo dico di tante opere, ma in questo lavoro riesco a identificare tutto quello che del teatro mi affascina. ciascuno era immemore della propria parte. Il primissimo approccio è stato con il personaggio di Konstantìn che cerca Alla fine del secondo atto Čechov se ne andò. la rivoluzione nel classicismo: da giovane studente di recitazione è questo aspetto che più mi ha appassionato. Oggi quasi rido di quel me di allora, Mangiò qualcosa in un ristorante, solo. Poi si col tempo l’interesse si è spostato sui vari personaggi che abitano il testo mise a camminare per le strade piene di neve. (…) e sulle loro dinamiche. Penso al tema del teatro presente in Konstantìn e in sua madre Irina Arkadina, o a quello della scrittura teatrale in Trigorin. L’indomani prese un treno per Mosca». Tre giorni Čechov parla a tutti i tempi e le età della vita, e poco importa che la dopo, vi fu una seconda rappresentazione, prima rappresentazione del Gabbiano sia stata un clamoroso fallimento: e andò bene. Un «successo colossale». vale per molti capolavori del teatro. I veri rivoluzionari i teatri li hanno svuotati, vedi Ibsen coi suoi Spettri o D’Annunzio con La città morta». Ma a San Pietroburgo Čechov non tornò. Entrambi classici con cui Lidi, vincitore nel 2017 del bando per registi «Quella sera, con le urla e le risate e i fischi, under 30 della Biennale College – Teatro diretto da Antonio Latella, si è coraggiosamente confrontato. non l’aveva cancellata dalla memoria». L’amore non corrisposto è il motore dell’opera. Scrive Čechov a proposito del Gabbiano all’amico Suvorin, il 21 ottobre 1895: «È una commedia, ci sono tre parti femminili, sei maschili, quattro atti, un paesaggio (veduta lago); molti discorsi sulla letteratura, poca azione, tonnellate d’amore». Konstantìn desidera disperatamente l’amore di sua madre, l’attrice Irina Arkadina, ma non lo riceve; Nina si innamora del romanziere Trigorin, l’amante di Arkadina, con cui vivrà per un periodo a Mosca, prima che lui l’abbandoni per tornare dalla ex; la quale vuole l’amore di Trigorin ma deve accontentarsi del dominio su di lui: egli non ama nessuno. Ha ragione Lidi: «Potremmo finire con la prima scena di Maša e Medvedenko: Perché va sempre vestita di nero? È il lutto per la mia vita. Sono infelice. Ecco tutto qui, come la canzone di Jannacci che mi ha accompagnato nello studio… In fin dei conti chi ama è sempre sconfitto e la sconfitta dell’amore ha una sincerità tale che LEONARDO LIDI IL GABBIANO
6 7 TEATRO FESTIVAL DEI DUE MONDI unisce la gran parte di noi». Ma Il gabbiano è anche un’opera metateatrale, Leonardo Lidi un’opera che riflette sul bisogno di un profondo rinnovamento della scrittura drammatica e della concezione scenica. «Del teatro non si può fare a meno. Classe 1988, regista, drammaturgo e attore. Inizia la sua carriera di regista con il Sono necessarie nuove forme» dicono nel primo atto Konstantìn e suo zio Teatro Stabile di Torino che decide di affidargli lo spettacolo annuale per le scuole Peter Pan di James Matthew Barrie. Sempre con il Teatro Stabile di Torino: Qualcuno che tace, Sòrin, nella cui villa si svolge l’azione. «Non amo parlare del teatro nel teatro, trilogia dedicata a Natalia Ginzburg con la rappresentazione di Dialogo, La Segretaria e per me è importante far passare sempre il messaggio che dobbiamo fare Ti ho sposato per allegria. Nell’estate del 2018, al 46° Festival Internazionale del Teatro palpitare il teatro nel nostro presente – sottolinea Lidi –, essere consapevoli della Biennale di Venezia, debutta Spettri da Henrik Ibsen con la regia di Leonardo che lavoriamo per chi c’è, senza nasconderci dietro il classico, senza temere Lidi, spettacolo vincitore del bando registi under 30. Successivamente dirige l’attore di andare incontro alle critiche. Ho optato per una riscrittura non invadente – Francesco Mandelli nel monologo Proprietà e atto di Will Eno. Nel 2019 è regista dello Zoo di Vetro di Tennessee Williams coprodotto da LAC Lugano con il Teatro Carcano di prosegue –, una riscrittura che renda tutto plausibile rispetto a noi, cercando Milano e Fondazione TPE. Nel 2020 dirige la sua prima opera lirica Falstaff di Giuseppe di mantenere intatto quello che risuona ancora nell’oggi: ci sono autori che Verdi, con Luca Salsi nel ruolo del protagonista. Nell’estate 2020 torna come regista hanno bisogno di una riscrittura per risuonare nel presente. Čechov fa alla Biennale di Venezia con due spettacoli: Il lampadario di Caroline Baglioni e La città eccezione: ride e piange con noi, non ride mai di noi. Empatizza. Si commuove morta da Gabriele D’Annunzio prodotto da TSU Teatro Stabile dell’Umbria e Corte delle tenerezze che ci fanno penare. Mi dice che alla fine non c’è niente da Ospitale. Sempre come regista apre la stagione 2020/2021 del Teatro Carignano/ Teatro Stabile di Torino con la Casa di Bernarda Alba di Federico Garcia Lorca. Per il vincere e che nessuna situazione si può mai gestire fino in fondo, che la suo lavoro di regista e drammaturgo viene insignito del Premio della Critica ANCT 2020. mania di controllo che tanto ci tranquillizza è perfettamente inutile. La sua Nel giugno 2021 debutta in prima nazionale al Festival dei Due Mondi di Spoleto con grandezza sta nel tenerci compagnia con le vite dei personaggi che abitano La signorina Julie di August Strindberg, prodotto da TSU Teatro Stabile dell’Umbria. i suoi scritti». Dal 2021 è vicedirettore e coordinatore della Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino diretta da Valerio Binasco. Nel 2022 debutta al Teatro Carignano di Torino con Per Tolstoj «Čechov non può essere paragonato come artista a Il Misantropo e nello stesso anno viene nominato direttore artistico del Ginesio Fest. nessuno degli altri scrittori russi, Turgenev, Dostoevskij o io stesso. Come tutti gli impressionisti, egli possiede una sua forma. Lo vediamo lanciare inavvertitamente i colori che ha a portata di mano, e pensiamo che quei tratti di pittura non abbiano nulla a che fare tra loro. Ma appena si fa un passo Giordano Domenico Agrusta indietro e si guarda da lontano, l’impressione è straordinaria: ci troviamo di Nasce il 7 marzo del 1984 a Grottaglie in provincia di Taranto. Dopo il Diploma parte fronte a un quadro abbagliante, irresistibile». Tolstoj tocca un punto cruciale per Milano dove studia Filosofia e si specializza in Neuroscienze Cognitive. Terminati dell’estetica di Čechov: il suo rapporto con i lettori. Scrittori come Turgenev, gli studi, si trasferisce a Terni nel 2008 per studiare recitazione con Gastone Moschin, Emanuela Moschin e Marzia Ubaldi. Fonda la compagnia Malabranca Teatro con Daniele Goncarov e persino, fino a un certo punto, lo stesso Tolstoj, si rivolgono a Menghini, Ludovico Rohl e Cristina Daniele. Nel 2015 entra a far parte della compagnia un lettore passivo. Čechov, al contrario, non intende spiegare nulla, solo attori del Teatro Stabile dell’Umbria. Lavora con Danilo Nigrelli, Michele Placido, Andrea suggerire. Egli esige una costante collaborazione del lettore, l’obiettivo Baracco. Collabora con diverse compagnie private e organismi produttivi teatrali, tra cui da lui stesso dichiarato è guidare il lettore a pensare: «Quando scrivo, mi Marche Teatro, Teatri di Roma, Teatro alla Scala. concentro sul lettore, e conto che saprà aggiungere lui stesso gli elementi soggettivi che mancano alla mia storia (...) E perché dovremmo spiegare? Basta bussare, è tutto; allora il lettore si interessa e ricomincia a riflettere». Maurizio Cardillo Conferma Lidi: «Non dobbiamo mai dimenticare la dinamica che Čechov intesse con lo spettatore, per un regista questo è fondamentale. Gli Siciliano, è attore e autore. Ha lavorato come attore con Teatro dell’Elfo, Teatri di Vita, Teatro Stabile di Bologna, Teatro Stabile di Bolzano, ErosAntEros, ed è stato spettatori di Čechov videro nel suo teatro una recitazione “nuova” rispetto a diretto da Elena Bucci, Gigi Dall’Aglio, Luigi Gozzi, Renato Carpentieri, Paolo Billi e quella cui erano abituati, un cast giovane capace di sorprendere il pubblico: altri. Dal 2007 ad oggi, ha partecipato a numerosi spettacoli della compagnia Le quegli attori sul palco parlavano come loro. Questo deve far riflettere non Belle Bandiere, formazione con la quale continua a collaborare. Dal 2010 ad oggi ha tanto su un aspetto cinematografico del testo ma su cosa vuol dire essere collaborato frequentemente, come attore e autore, con Tra un Atto e l’altro di Francesca Mazza e Angela Malfitano e Liberty di Elena di Gioia. Per la Società dei Concerti di spettatori della propria vita, attivi o passivi». Parma ha scritto e diretto Lettera a mio padre (da Kafka) con Ugo Pagliai. TESTO DI Laura Zangarini LEONARDO LIDI IL GABBIANO
8 9 TEATRO FESTIVAL DEI DUE MONDI Ilaria Falini Orietta Notari Ha recitato in molti spettacoli dai maggiori autori della drammaturgia classica e Diplomata al Centro Universitario Teatrale di Perugia con maestri tra cui Flaszen, contemporanea, tra cui Shakespeare, Molière, Sofocle, Racine, Ibsen, Labiche, Brecht, Bogdanov, Karpov e Ferrero, prosegue la sua formazione con i registi Schiavelli, Čechov, Pirandello, Beckett, Pinter, Fassbinder, Topor, Fosse. È stata diretta, tra gli altri, Pezzoli, Santagata e Ronconi sotto la cui direzione frequenta il Corso d’Eccellenza da Besson, Ronconi, Sciaccaluga, Stuhr, Bruni e De Capitani, Arias, Binasco e Dini. Nel del Centro Teatrale Santa Cristina. Ha lavorato in più produzioni diretta, tra gli altri, dai 2006 è stata candidata al Premio UBU come attrice non protagonista; nel 2016 vince il registi Bruschetta, Carpentieri, Le Moli, Pepe e Dini. Nel 2021 interpreta Kristine nello Premio ANCT, nel 2019 è stata candidata al Premio Le Maschere del Teatro come attrice spettacolo La signorina Giulia per la regia di Leonardo Lidi, produzione TSU, che ha non protagonista. Nel 2020/21 ha lavorato ne La casa di Bernarda Alba con regia di Lidi, debuttato alla 64ma edizione del Festival dei Due Mondi. Molly Sweeney e Il piacere dell’onestà regia di Binasco e Casa di bambola regia di Dini. Christian La Rosa Tino Rossi Si diploma nel 2012 alla scuola per attori del Teatro Stabile di Torino, poi frequenta Nato nel 1955 in provincia di Piacenza, inizia a fare teatro nel 1980 a Cremona con una il laboratorio internazionale di teatro diretto da Ronconi. In teatro lavora, tra gli altri, compagnia locale. Nel 1987 dà vita a una sua compagnia Quarta Parete, tuttora in attività, con Rifici, Malosti, Sgorbani, Chiodi, Ferracchiati. Nel 2016 è in Santa Estasi. Atridi: otto collaborando con altre compagnie del territorio. Nel 1993 si diploma doppiatore al Centro ritratti di famiglia diretto da Latella e in Qualcuno che tace regia di Lidi. Con il ruolo di Teatro Attivo di Milano. Prende parte a numerosi stages teatrali, fra i tanti: con Carmelo Pinocchio (Latella) nel 2017 vince l’UBU come miglior attore under 35 e il premio ANCT. Rifici, Cesar Brie, Armando Punzo, Serena Sinigaglia, Massimo Popolizio, Salvatore Nel 2018 è in Spettri (Lidi); nel 2019/20 in La valle dell’Eden (Latella) e in La città morta La Ruina e Michele Di Mauro. Ha collaborato a spettacoli teatrali con Carmelo Rifici e (Lidi). È protagonista di Animali domestici di Mingarelli nel 2021 e torna con Lidi per Leonardo Lidi e ha preso parte ad alcuni film, fra cui una pellicola di Marco Bellocchio. La signorina Giulia di Strindberg e Il misantropo di Molière. Angela Malfitano Massimiliano Speziani Premio Hystrio all’interpretazione 2018. Recita diretto, fra gli altri, da Cobelli, Ronconi, Attrice e regista, inizia a lavorare con Leo De Berardinis, suo maestro, a cui seguono Castri, Latella, Tiezzi, Martone, Rifici. Ha lavorato con la compagnia Katzenmacher di Thierry Salmon, Alejandro Jodorowsky, Claudio Morganti, Dario Fo, Andrea Adriatico, Santagata con cui riceve l’UBU nel 1997. Auto produce Il Memorioso. Breve guida alla Fabrizio Arcuri, Marco Sgrosso, Marco Baliani, Mimmo Sorrentino, Mattew Lenton. Memoria del Bene che replica da dieci anni. Dal 2000 avvia il sodalizio con i drammaturghi Vince nel 1992 il Premio Giovani Artisti Europei. Nel 1999 fonda con Francesca Mazza Gabrielli e Molinari. Durante il lockdown crea l’esperienza del Teatro in Condominio e Tra un atto e l’altro e dirige produzioni e rassegne anche negli ambiti di cultura sociale e nasce Nessun Miracolo a Milano, testo di Gabrielli. Tra i suoi ultimi lavori come attore: La di genere. Cura progetti di teatro con reti di artisti e collabora come docente con Unipv Tragedia del Vendicatore (Donnellan) La Valle dell’Eden (Latella), Combattenti (Gabrielli/ e Unibo. Produce drammaturgia contemporanea e su figure d’eccellenza del territorio Ammendola), Cronache del Bambino Anatra (Dall’Aglio). con Regione Emilia Romagna, Città Metropolitana di Bologna ed Emilia Romagna Teatro Fondazione. Francesca Mazza Giuliana Vigogna Diplomata alla Scuola diretta da Alessandra Galante Garrone, dal 1983 al 1995 Si diploma nel 2014 all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico di Roma; lavora negli spettacoli di Leo de Berardinis. In seguito, tra gli altri, lavora con la frequenta poi il corso di alta formazione al Centro Teatrale Santacristina e il corso di compagnia Fanny & Alexander, con Teatri di Vita, con Accademia degli Artefatti, perfezionamento presso il Teatro di Roma. Nel 2016 Latella la sceglie per Santa Estasi con il Teatro stabile del Veneto, Teatro stabile di Roma, Teatro stabile di Torino, ERT (premio UBU come miglior spettacolo e miglior gruppo di attori under 30). Collabora con Emilia Romagna Teatri, Radiotre Rai. Ha vinto il Premio UBU come migliore attrice ERT per Il libro di Giobbe regia di Babina e 1984 diretto da Lenton; nel 2018 è Daphne in non protagonista per la stagione 2004/2005. Nel 2010 ha vinto il Premio UBU come Aminta di Latella. Nel 2019 inizia a collaborare con Lidi per: Il dito (Festival delle Colline migliore attrice protagonista con West e gli spettacoli del progetto Ravenhill Spara/ Torinesi); La città morta e Il lampadario (Biennale di Venezia); La casa di Bernarda Alba trova il tesoro/ripeti. È stata diretta da Leonardo Lidi ne La casa di Bernarda Alba e ne (Teatro Stabile di Torino) e La signorina Giulia (Teatro Stabile dell’Umbria). Il misantropo di Molière. LEONARDO LIDI IL GABBIANO
SUL RETRO Il manifesto ufficiale della 65 a edizione del Festival dei Due Mondi firmato da Anselm Kiefer photo credit: Georges Poncet Fondazione Festival dei Due Mondi • VOLUME A CURA DI Ufficio Comunicazione tel +39 (0) 743 221689 fax +39 (0) 743 234027 Spoleto Festival dei Due Mondi Finito di stampare nel mese di giugno 2022 info@festivaldispoleto.com © 2022 | Tutti i diritti riservati www.festivaldispoleto.com
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