Corso Maestro Nazionale Tesi Maestro Nazionale Tutor - Anno Accademico 2017-18
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Corso Maestro Nazionale Tesi Analisi tecnica della risposta al servizio in relazione alle superfici di gioco Maestro Nazionale Giovanni Cassibba Tutor Gennaro Volturo Anno Accademico 2017-18 1
INDICE: Indice...……………………………………..pag.2 Abstract……...………………………….......pag.4 Ringraziamenti…….……………………….pag.5 Introduzione………………………………...pag.5 Capitolo 1: Analisi della risposta al servizio sul cemento outdoor e indoor…………………......pag.8 1.1 Il miglior giocatore in risposta nel 2017: Andy Murray 1.2: Posizione di partenza 1.3: Split step 1.4: Risposta di diritto: Stance, preparazione, impatto e finale 1.5: Risposta di rovescio: Stance, preparazione, impatto e finale 1.6: Differenza della risposta tra primo e secondo servizio 1.7: Differenze e analogie della risposta su cemento, terra Battuta ed erba Capitolo 2: Analisi della risposta al servizio sulla terra battuta………………………………….pag.18 2
2.1: Il miglior giocatore in risposta nel 2017: Rafael Nadal 2.2: Posizione di partenza 2.3: Split step 2.4: Risposta di diritto: stance, preparazione, impatto e finale 2.5: Risposta di rovescio: stance, preparazione, impatto e finale 2.6: Differenza della risposta tra primo e secondo servizio 2.7 Differenze e analogia della risposta su cemento, terra battuta e finale Capitolo 3: Analisi della risposta al servizio sull’erba…………………………………. pag.29 3.1: Il miglior giocatore in risposta nel 2017: Roger Federer 3.2: Posizione di partenza 3.3: Split step 3.4: Risposta di diritto: Stance, preparazione, impatto e finale 3.5: Risposta di rovescio: Stance, preparazione, impatto e finale 3.6: Differenza della risposta tra primo e Secondo servizio 3.7: Differenze e analogie della risposta su cemento, terra battuta ed erba. 3
Capitolo 4: Comparazioni tecniche tra i migliori e i peggiori ribattitori nel 2017; valutare se le eventuali differenze di prestazione sono di natura tecnica o altro……………………..….pag.39 Capitolo 5: Conclusioni e considerazioni personali.…pag.43 ABSTRACT Il lavoro che di seguito sarà esposto, tratterà esclusivamente l’analisi tecnica della risposta al servizio in tutte le superfici di gioco relativamente all’anno 2017. Partendo quindi dalle statistiche ufficiali dell’ATP, sono stati analizzati i migliori di ogni superficie, partendo dalla posizione di partenza fino al finale. Il migliore di ogni superfice è stato colui che ha raggiunto un coefficiente più alto sommando diversi parametri, che nel corso dell’elaborato verranno ampiamente elencati; per quanto riguarda il cemento il migliore è stato Andy Murray, per la terra Rafa Nadal e per l’erba è stato Damir Dzhumur. In questo caso, di comune accordo con il tutor, si è deciso di virare l’analisi su Roger Federer, in quanto sul bosniaco non vi era molto materiale da reperire a differenza dello svizzero che, oltre a fornire più materiale tecnico, risulta essere più attendibile visti i suoi innumerevoli successi su quella determinata superficie. Tutte le analisi tecniche effettuate sui tennisti sopraelencati, sono state elaborate attraverso la visione di molti filmati reperiti in rete, dai quali poi sono stati estrapolati dei fermi immagine che sono stati inseriti alla fine di ogni paragrafo, ad integrazione di quanto scritto sopra. Successivamente è stato fatto un confronto tra i tre migliori e i tre peggiori sempre della stagione scorsa, ma su tutte le superfici, sottolineandone principalmente gli aspetti negativi, specificando se questi sono di natura tecnica, tattica, fisica o di altro genere. Da tutto l’elaborato sono venuti fuori alcuni punti chiave per una buona risposta; si parte sicuramente da una buona posizione di partenza, dalla capacità di reazione alle velocità che si raggiungono col servizio nel tennis moderno, la capacità di saper leggere e intuire il servizio in arrivo, la poca torsione del tronco in fase di preparazione, e un impatto particolarmente avanzato che permette di opporsi e di sfruttare la velocità della palla in arrivo. 4
RINGRAZIAMENTI I ringraziamenti per il lavoro svolto in questo project work, vanno innanzitutto al tutor, il Tecnico Nazionale Gennaro Volturo, il quale è stato sempre presente e preciso nel dare i giusti input e consigli sul lavoro da seguire e da svolgere. Successivamente, l’unica persona che ha collaborato è stato il Dott. Michele Marciano, che si occupa ed è responsabile di lavori di valutazione funzionale fisiologica e biomeccanica in centri della federazione medico sportiva italiana e del coni; la sua collaborazione è stata quella di aiutare a importare video da internet e, attraverso dei programmi di video analisi, catturare i fermi immagine che sono stato integrati ai vari capitoli. INTRODUZIONE Nel tennis moderno la necessità di rispondere a servizi che viaggiano a velocità molto elevate, è diventata una questione primaria. Se è vero che il servizio viene interpretato come un colpo di “fine gioco", la risposta inizia ad assumere sempre di più un ruolo fondamentale nel bagagliaio di un giocatore di tennis, che deve cercare di contrastare, e spesso contrattaccare, alle velocità e agli angoli che un tennista professionista riesce a raggiungere con una certa continuità e facilità. Una delle difficoltà principali di rispondere a una prima di servizio che viaggia mediamente sopra i 200 km/h, è data soprattutto dal poco tempo a disposizione che ha il giocatore in risposta; infatti l’inter contact time, ovvero il tempo che intercorre tra l’impatto con la pallina del giocatore al servizio e l’impatto della risposta, è di 0,81 secondi circa, un lasso di tempo troppo breve per lasciare tutto al caso e non curare e allenare bene la risposta al servizio; diventa ancora tutto più 5
complicato, e di primaria importanza per un giocatore professionista , non accontentarsi di rimettere semplicemente la risposta in campo, poiché se non si risponde in maniera adeguata e incisiva, il giocatore al servizio prenderà subito in mano lo scambio o addirittura potrà chiudere direttamente il punto con un colpo vincente subito dopo il sevizio. Non a caso la didattica nel percorso formativo, dal mini tennis fino ad arrivare alla fase di specializzazione, va in questo senso; con esercitazioni sempre più presenti con servizio e risposta, e con l’obiettivo di creare nell’allievo degli atteggiamenti propositivi al servizio tanto quanto alla risposta, che saranno sempre più presenti e predominanti man mano che si prosegue la crescita dell’allievo. La scelta di svolgere questo lavoro di ricerca e di analisi su questo argomento è data proprio da questa motivazione, perché magari troppo spesso non si dà la giusta importanza, la giusta attenzione e non si fa il giusto allenamento su questo colpo, perché troppo spesso viene interpretato come un colpo “normale” come può essere un semplice diritto o un semplice rovescio ma che invece è completamente un altro colpo sia dal punto di vista tecnico ma anche tattico. Spesso incide anche in maniera significativa, la poca conoscenza da parte dell’insegnante della tecnica della risposta, e che quindi non riesce a trasferire le giuste competenze e i relativi principi tecnici e tattici all’allievo, provocandogli delle lacune che andando avanti con il percorso formativo possono risultare determinanti. La differenza sostanziale della tecnica di questo fondamentale con le altre abilità al rimbalzo, la si può notare soprattutto sulla risposta ad una prima palla di servizio dove, dovendo affrontare un servizio che viaggia ad alta velocità, il tennista ha poco tempo a disposizione e quindi non può fronteggiare o contrastare la palla in arrivo colpendola come se fosse un semplice colpo da fondo campo, ma dovrà adattarsi alla situazione e al poco tempo a disposizione e accorciare tutti i movimenti e proprio per questo la risposta al servizio , viene definita come un’abilità ad azione unita dei segmenti 6
corporei; questi infatti intervengono insieme in un’unica azione, a differenza dei colpi a rimbalzo dove invece intervengono separatamente e con un ordine ben preciso, determinando la sostanziale differenza tra colpi a rimbalzo e risposta al servizio. Sulla risposta alla seconda palla di servizio dell’avversario invece, avendo più tempo a disposizione, si produce una maggiore velocità di palla perché il movimento risulta più ampio, grazie al fatto che principalmente l’avversario servirà una seconda che avrà sicuramente più spin rispetto alla prima di servizio, ma che sicuramente in termini di velocità sarà minore, concedendo del tempo prezioso al ribattitore soprattutto in superfici lente come ad esempio la terra battuta. Un’ altra differenza molto importante da sottolineare nella risposta ad una prima o una seconda palla di servizio, si ha per quanto concerne il punto d’impatto; questo ovviamente è molto variabile perché su una prima di servizio la traiettoria della palla in arrivo sarà più “lineare “in quanto il battitore spesso cercherà quasi esclusivamente di dare tanto speed alla palla colpendola in modo più piatto cercando di fare subito il punto o quanto meno di mettere in grossa difficoltà l’avversario. Sulle superfici più veloci questo particolare tecnico è molto più accentuato, e lo è ancora di più sull’erba dove il rimbalzo è ancora più basso. Sulla seconda di servizio invece, come accennato in precedenza, il punto d’impatto sale inevitabilmente e il ribattitore spesso si ritrova a colpire una risposta sopra la linea delle spalle, grazie al maggiore spin applicato sulla palla; questa variante tecnica si può trovare più frequentemente in partite giocate sulla terra battuta, perché la superfice aiuta tanto chi sceglie di servire in “kick” con l idea di aprirsi il campo, sia eseguendo una prima che una seconda di servizio. Gli aspetti tecnici più rilevanti per analizzare una risposta al servizio sono molteplici e sono i seguenti; i processi di anticipazione (della situazione o dell’azione), la posizione di partenza, lo split step, la stance, l’impatto e il finale. I contenuti di questo studio di ricerca sulla risposta al servizio, si baseranno proprio su 7
questi aspetti, che verranno analizzati attraverso dei video e delle immagini, sul migliore in risposta in ogni superfice nel 2017. Si precisa, che per “migliore” non si intende chi esegue una perfetta tecnica della risposta su una determinata superfice piuttosto che un’altra, ma bensì viene considerato tale, colui che attraverso dati statistici attendibili, ha raggiunto le migliori prestazioni possibili. In tal senso, sono state prese in oggetto le statistiche ufficiali dell’ATP, che prende in considerazione diversi aspetti; i punti vinti sulla prima palla di servizio, i punti vinti sulla seconda, le palle break convertite e i game vinti in risposta. Il totale delle percentuali dei suddetti aspetti, ha dato vita a un coefficiente totale con il quale è stata stilata una classifica dei migliori ribattitori del 2017 per ogni diversa superfice. CAPITOLO 1 Come descritto in precedenza, i contenuti di questo lavoro saranno concentrati sull’analisi tecnica del miglior ribattitore di ogni diversa superfice nell’anno appena trascorso il 2017 e, non a caso il primo ad essere attenzionato è il cemento indoor e outdoor. Questo perché una grande fetta dei tornei, si svolge proprio su questa superfice, e tra campi indoor e outdoor, vengono giocati 2 tornei del Grand Slam su 4, 6 Masters1000 su 9, e 8 ATP500 su 13. Visionando i dati statistici ufficiali dell’ATP, il migliore in questa superfice è Andy Murray. Questo dato un po’ sorprende, non tanto per le abilità in risposta e soprattutto in difesa dello scozzese che sono note a tutti da sempre è che sono i suoi punti di forza, ma per il fatto che il giocatore britannico abbia saltato tutta la seconda parte della stagione per un infortunio abbastanza grave all’anca destra, giocando di fatto la sua ultima 8
partita a Wimbledon contro Sam Querrey. I dati su cui si sono basate le statistiche dell’ATP, riguardano quindi pochi tornei, quelli giocati nella prima parte di stagione, e nello specifico sono; ATP 250 Doha, dove lo scozzese è arrivato fino alla finale sconfitto da Novak Djokovic, Australian Open dove è stato sconfitto un po’ a sorpresa al quarto turno dal tedesco Mischa Zverev, ATP 500 Dubai, che di fatto è l’unico torneo vinto nel 2017 dove ha superato in finale lo spagnolo Fernando Verdasco, e al Masters1000 Indian Wells viene eliminato al secondo turno dal canadese Vasek Pospisil. Questa sconfitta fa suonare il primo campanello d’allarme nella stagione di Murray, in quanto dopo aver perso questa partita, accusa il primo acciacco fisico dell’anno al gomito destro, che lo costringe a saltare il successivo Masters1000 di Miami, stare fermo per circa un mese e mezzo per poi rientrare nel circuito nel primo Masters1000 sulla terra rossa di Montecarlo. I dati statistici ufficiali dell’ATP attribuiscono a Murray un coefficiente di 177,6 punti, ricavato tra le somme delle percentuali di diversi aspetti; il 36,3% di punti vinti sulla prima di servizio, il 56,7% di punti vinti sulla seconda, il 35,4% dei games vinti alla risposta, e infine il 49,2% delle palle break convertite. Il dato forse più rilevante è la percentuale per quanto riguarda i punti vinti sulla prima palla di servizio, dove lo scozzese vince quasi 4 punti su 10, un dato non indifferente se consideriamo, come accennato prima, la solidità e l’abilità con cui ormai servono i giocatori moderni. POSIZIONE DI PARTENZA E SPLIT STEP Iniziando un’analisi tecnica, il primo aspetto da prendere in oggetto è di sicuro la posizione di partenza che varia, ovviamente, di giocatore in giocatore, in quanto rispecchia molto le caratteristiche del tennista e dalla 9
sua tipologia di gioco soprattutto per quanto concerne la profondità. Murray, essendo un contrattaccante da fondo, tende ad assumere una posizione molto arretrata rispetto alla riga di fondo campo, soprattutto sulla prima palla di servizio, salvo poi con il conseguente split step, riprendere un po’ più di campo e avvicinarsi quindi alla riga. Partendo dalla parte inferiore del corpo, si può evidenziare come i piedi non siano esattamente allineati, ed una cosa abbastanza singolare è quella che riguarda il primo passo in avanti; questo avviene alcune volte con il piede destro, ed altre con il piede sinistro, segno del fatto che sotto questo aspetto lo scozzese non ha una regola ben precisa. La base d’appoggio in questa fase, non è eccessivamente ampia, e anche l’inclinazione del busto e la postura del corpo in avanti è abbastanza ridotta; molti giocatori invece tendono, a mantenere una base d’appoggio più ampia, e a stare con il busto molto più inclinati in avanti per avere un focus attentivo maggiore. Murray invece con il busto e con il corpo sta in una posizione quasi eretta leggermente inclinata in avanti salvo poi alzare completamente la linea delle spalle, che gli permette comunque di avere un ottimo timing sulla palla e di rispondere in maniera ottimale. Per quanto concerne il grip, lo scozzese tende in una prima fase, a far ruotare la racchetta tra le mani prima di impugnarla bene, ed essendo un giocatore con rovescio bimane, tiene entrambe le mani vicine e adiacenti sul manico, utilizzando una semi western di diritto nella mano inferiore, e una eastern di rovescio nella mano superiore; questa sembra essere la soluzione migliore in posizione di partenza, in quanto permette di ritrovare in modo efficiente e veloce, la giusta impugnatura sia sulla risposta di diritto che su quella di rovescio. Un aspetto abbastanza rilevante per l’ottima riuscita di una risposta come quella di Murray, è senza dubbio la posizione delle braccia, delle mani e della racchetta, in quanto lo scozzese assume una posizione abbastanza raccolta e con gli arti superiori abbastanza vicini al tronco che gli permettono di reagire e opporsi in maniera brillante e tempestiva soprattutto sulla prima palla di 10
servizio dell’avversario, permettendogli spesso di ribattere in maniera offensiva. Andando ad osservare la tecnica e l’esecuzione dello split step, si possono evidenziare diversi punti chiave, come ad esempio tutto ciò che fa Murray prima del vero e proprio split step. Come detto in precedenza, il britannico soprattutto sulla prima palla di servizio, tende a partire molto lontano dalla riga di fondo, per poi avvicinarsi parecchio eseguendo un passo in avanti verso la palla molto ampio. Questo passo essendo appunto molto accentuato, necessita di tempo per essere eseguito, a ragione del fatto che ancora si è in una fase antecedente allo split step. Infatti il giocatore in questione risulta essere molto sincronizzato con il movimento esecutivo del servizio dell’avversario, e lo dimostra il fatto che inizia a fare il passo in avanzamento non appena l’avversario ha lanciato la palla. Un’altra peculiarità dello split step di Murray, riguarda ancora il primo passo in avanzamento, che risulta essere non solo ampio verso avanti, ma anche molto accentuato verso l’alto. Questo potrebbe essere un piccolo errore, considerato il fatto che uno split di questa ampiezza (in avanti) e altezza (verso l’alto) porta via tanto tempo, e viste le velocità con cui si serve, se non si è abili come lo scozzese, si può incappare in diversi errori tecnici con il conseguente scarso rendimento e scarse prestazioni alla risposta. Al momento dell’impatto del giocatore al servizio, Murray si trova ancora in aria, molto di più di tanti suoi colleghi che eseguono uno split con una spinta sensibilmente più bassa e che si trovano già in una fase di atterraggio. Nel momento in cui atterra con i piedi, invece la palla è già in arrivo e lui ha già individuato in che direzione dovrà muoversi, iniziando già ad orientare il corpo verso la palla. 11
Posizione di partenza Cambio assetto del busto Passo in avanti prima dello split RISPOSTA DI DIRITTO: STANCE, PREPARAZIONE, IMPATTO E FINALE. Al termine dello split step, come detto in precedenza, la palla ha già superato la rete ed è in arrivo, ed è diretta verso il diritto. L’analisi in oggetto, prende in considerazione la risposta sulla prima palla di servizio, quindi adesso si andrà ad analizzare cosa succede nella fase di preparazione, nella determinazione della stance, nella fase dell’impatto e per ultimo nel finale. Murray da sempre, ha avuto come caratteristica, quella di rispondere in maniera offensiva, pertanto i suoi movimenti e le sue preparazioni sono sempre molto ridotti. Il primo input si evidenzia nella parte inferiore del corpo, effettuando un side step (passo laterale) in direzione della palla con il piede destro, e determinando allo stesso tempo subito la stance, che è sempre in posizione aperta e dalla quale Murray prende forza da trasferire poi alla palla, scelta dettata dall’intenzione dello scozzese di rispondere aggressivo sfruttando la velocità del servizio avversario. Nel momento in cui determina la stance, attiva la torsione del tronco (minima) tramite le anche, dissociando gli arti superiori. Questa fase è molto breve ma allo stesso tempo di 12
fondamentale importanza, perché è qui che il giocatore scozzese accumula la massima energia che poi trasferisce sulla palla in arrivo. Unitamente alla torsione del tronco, avviene anche un arretramento della racchetta, grazie all’aiuto della mano sinistra che in una prima fase arretra leggermente all’indietro insieme all’attrezzo, ma poi si posiziona davanti al corpo per creare equilibrio al momento dell’impatto, ma anche per dare al giocatore un punto di riferimento decisamente avanzato su dove colpire la palla. Essendo un colpo molto diverso dai fondamentali da fondocampo, in queste abilità di gioco i gradi di libertà dei movimenti delle articolazioni sono sensibilmente ridotti, infatti si può evidenziare un’azione unita dei segmenti corporei quali spalla, braccio, gomito e infine la mano, che intervengono insieme per contrastare la palla in arrivo, cosa che fa molto bene lo scozzese, che riesce ad avere preparazioni ridotte ma che allo stesso tempo riesce a trasferire energia alla palla trasformando la risposta in un colpo spesso vincente. L’ottimo timing di cui dispone Murray, gli permette di colpire la palla sempre in una posizione molto avanzata rispetto al corpo, riuscendo anche ad indirizzare in maniera ottimale la risposta. Come detto in precedenza, con la determinazione della stance vi è anche una sensibile fase di caricamento della gamba destra, che va scaricare la sua energia accumulata, al momento dell’impatto; infatti il giocatore scozzese, dopo aver colpito la palla esegue un passo di scarico incrociato in avanti con la gamba sinistra anche con lo scopo di muoversi incontro alla palla e andare a chiudere l’angolo al giocatore al servizio. Al momento dell’impatto è la mano che esegue un’azione di opposizione alla palla in arrivo ed è anche il segmento corporeo dove va a concentrarsi l’energia accumulata nelle fasi precedenti all’impatto. Un ruolo decisamente importante nella fase dell’impatto e nel finale è ricoperto dall’arto sinistro, che stabilizza e controlla la torsione del tronco e dà equilibrio al giocatore scozzese. Nella fase successiva all’impatto si può notare come l’attrezzo segua la direzione della palla e viene ripresa in tempi 13
abbastanza brevi dalla mano sinistra in modo tale da essere subito pronto per il prosieguo dello scambio. Stance e preparazione diritto Impatto diritto Finale diritto 14
RISPOSTA DI ROVESCIO: STANCE, PREPARAZIONE, IMPATTO E FINALE. Anche nell’analisi della risposta di rovescio, come già fatto con la risposta di diritto, bisogna partire dalla parte inferiore del corpo partendo dalla scelta della stance, che è risulta essere sempre in open, dettata dall’interpretazione aggressiva e propositiva del giocatore in analisi della risposta. Non appena ha individuato la direzione del servizio dell’avversario, (sul rovescio in questo caso), Murray esegue uno side step con il piede sinistro caricando allo stesso tempo la gamba sinistra. Con il caricamento sulla gamba, si attiva la torsione del tronco con la racchetta che si allontana dal corpo con gli arti superiori quasi distesi, anche se comunque in questa fase la preparazione è abbastanza ridotta. Con l’attrezzo che ha raggiunto il maggior punto di allontanamento dal tronco che si può avere in risposta, attraverso una preparazione lineare, si può notare l’inizio dell’azione dei polsi, i quali in questa prima fase fanno scendere leggermente verso il basso la punta della racchetta. Nella fase precedente all’impatto, si evidenzia anche un disallineamento delle spalle, infatti la spalla sinistra risulta su un piano superiore rispetto alla destra, dettata anche dalla scelta tattica di Murray di salire sopra al rimbalzo della palla e quindi di colpirla molto in anticipo. Essendo la risposta un’abilità a catena cinetica chiusa, i gradi di libertà di movimento delle articolazioni sono molto ridotti, e si può notare come le anche e le spalle siano bloccate al momento dell’impatto, con l’azione delle mani che diventa fondamentale nella fase di opposizione alla pallina in arrivo. Al momento dell’impatto, che risulta particolarmente avanzato e su un piano e su un piano sensibilmente avanzato, lo scozzese riesce controllare in maniera ottimale la torsione del busto, che appunto risulta essere veramente minima; in questa fase si può anche evidenziare come entrambe 15
le mani e gli arti distribuiscono la forza sulla pallina, ma con un leggero utilizzo prevalente da parte dell’arto (tramite un movimento di abduzione) e della mano sinistra che riescono a imprimere la giusta energia alla palla. Successivamente all’impatto l’arto sinistro prosegue la corsa in avanti, anche se questa è minore rispetto a un qualsiasi rovescio da fondo campo, soprattutto perché il movimento a colpire è molto più breve, ma anche perché subito dopo aver colpito il tennista deve riprendere la posizione ideale in campo per poter proseguire in maniera ottimale il punto. Nella parte finale spesso Murray non completa del tutto questa fase, ma si limita soltanto a far passare la mano sinistra sopra la destra, e nella maggior parte dei casi non arriva con l’attrezzo sopra la spalla destra, ma termia la sua corsa un po’ prima. Stance e preparazione di rovescio Appena dopo l’impatto 16
DIFFERENZE TRA 1° E 2° SERVIZIO, E RISPOSTA SU CEMENTO, TERRA BATTUTA ED ERBA Andando a definire una completa analisi della risposta al servizio di Andy Murray, è necessario riscontrare le differenze della risposta ad una prima palla piuttosto che ad una seconda. La differenza che salta subito agli occhi riguarda la posizione in campo; sulla prima palla Murray parte da parecchio lontano dalla riga di fondo e impatta la risposta a circa un metro o un metro e mezzo dalla riga, mentre sulla seconda palla entra sensibilmente in campo anticipando molto l’impatto con la palla. In entrambe le esecuzioni effettua un primo passo in avanti prima dello split step avanzando molto in avanti; quindi si può concludere dicendo che dal punto in cui è pronto in posizione di partenza al punto in cui colpisce la palla, il giocatore scozzese avanza di un metro circa sia se si tratta di una prima sia se si tratta di una seconda palla. In sostanza, il modo di interpretare la risposta ad una prima o ad una seconda palla cambia poco, in quanto risponde in modo compatto e tutto sommato vicino alla riga alla prima, mentre alla seconda impatta con i piedi abbondantemente dentro al campo anticipando molto il rimbalzo della palla, evitando di farla salire troppo e trovarsi poi a colpire una palla sopra la linea delle spalle; questo aspetto è evidenziato dal fatto che molte volte sulla risposta di rovescio, Murray risponde addirittura al salto per esasperare questo concetto. La differenza tecnica più importante invece la si può notare su una seconda palla, dove lo scozzese accentua un po’ di più la fase di torsione del tronco quando arretra la racchetta in fase di preparazione, e i gradi di libertà delle articolazioni e della mano in particolare sono più evidenti, soprattutto quest’ultima componente sulla prima di servizio funge un’azione di opposizione, mentre sulla seconda è a tutti gli effetti l’ultima componente di spinta dopo spalla ,avambraccio e polso, riuscendo quindi a 17
produrre una maggiore velocità della racchetta nel movimento a colpire. Anche il finale risulta essere molto più completo, quasi simile a quello di un rovescio da fondo campo con la racchetta che arriva molto vicina alla spalla destra. Per quanto concerne l’adattamento dello scozzese alle varie superfici, si può evidenziare come non ci siano grosse differenze, infatti Murray tende ad assumere la stessa posizione di partenza, sia sulla prima palla che sulla seconda, a prescindere dalla superfice in cui gioca. Ovviamente in base al campo e alla tipologia della superfice, cambia l’altezza dell’impatto con la palla, ma nonostante ciò tende ad assumere sempre un solo tipo di atteggiamento alla risposta sia sulla terra dove magari il rimbalzo è più alto, sia sull’erba dove la palla tende a scivolare, cercando sempre di rispondere ad una prima palla abbastanza vicino al campo con un’azione a catena cineteca chiusa, mentre sulla seconda un metro dentro al campo con una maggiore presenza dei gradi di libertà di movimento delle articolazioni. CAPITOLO 2 Per quanto concerne le statistiche sul migliore in risposta sulla terra rossa nel 2017, visto tutto quello che ha vinto, sarebbe quasi superfluo affermare che questa classifica è guidata da colui che è senza dubbio il migliore della storia su questa superfice, ovvero Rafael Nadal. Come gli è spesso accaduto durante tutta la sua carriera in questo periodo della stagione, lo spagnolo ha fatto quasi sempre bottino pieno in tutti i tornei che si svolgono sulla terra. Nel dettaglio si può evidenziare come abbia iniziato subito vincendo il primo 18
torneo della stagione al Master1000 Montecarlo dove ha battuto in finale il connazionale Albert Ramos, ha continuato vincendo il torneo ATP 500 di Barcellona e il Master1000 di Madrid conquistando entrambe le finali in due set contro l’austriaco Dominic Thiem, il quale poi si riprenderà la rivincita e farà registrare l’unica sconfitta della scorsa stagione di Nadal sulla terra battura agli Internazionali d’Italia ai quarti di finale. Ma si rifarà presto con l’inizio del Roland Garros, torneo al quale è particolarmente legato per la sua supremazia dimostrata negli anni su questa superfice; lo spagnolo si aggiudicherà per la decima volta il torneo parigino senza perdere nemmeno un set, sconfiggendo in una finale senza storia lo svizzero Stan Wawrinka, chiudendo questa parte della stagione con un saldo di 24 vittorie contro una sola sconfitta. Sulla base di queste partite, si sono sviluppate le statistiche ufficiali dell’ATP, le quali, come detto in precedenza, assegnano a Nadal il primato per questa superfice grazie al coefficiente di 175.5 punti, ricavato da varie percentuali: il 35.8% di punti vinti sulla prima di servizio dell’avversario, il 58.2% di punti vinti sulla seconda di servizio, il 37.7% di game vinti in risposta e il 43.8% di palle break convertite. POSIZIONE DI PARTENZA E SPLIT STEP Come descritto in precedenza nel primo capitolo, una corretta analisi tecnica parte sempre dalla parte inferiore del corpo e dal posizionamento in campo. Come ben noto, una delle peculiarità e una delle caratteristiche della risposta dello spagnolo, sta nella tendenza di posizionarsi sempre molto lontano dalla riga di fondo. Se è vero che partendo così lontano dalla riga costringe il giocatore in risposta a coprire più campo, è anche vero che proprio grazie a 19
questo accorgimento Nadal riesce, avendo maggior tempo a disposizione, a caricare sempre le sue risposte con palle piene di rotazione e sempre molto profonde, che gli permettono di coprire il campo scoperto che lascia posizionandosi cosi indietro, rispondendo sempre in modo ottimale. Nella posizione di partenza si può notare come abbia una base d’appoggio sensibilmente ampia e con il busto leggermente inclinato in avanti; questa posizione cambia, non appena l’avversario inizia il movimento del servizio e lo spagnolo è ormai in posizione eretta per effettuare lo split. Al momento dell’impatto del giocatore al servizio, si nota come Nadal sia ancora in aria, e a differenza di come descritto nel capitolo precedente con Murray che esegue uno split più ampio, più verso l’alto e che quindi necessita di più tempo, lo split dello spagnolo è molto più compatto e basso ed eseguito sul posto, anche perché rispondendo da così lontano non ha necessità di accumulare energia elastica nella parte inferiore del corpo; questo lo si può evidenziare quando in alcune situazioni della partita esegue uno split sul posto, poi un leggero scivolamento laterale di avvicinamento alla palla e infine determina la stance. Uno degli accorgimenti di Nadal che si vedono soprattutto nelle superfici veloci quali cemento ed erba e in rare occasioni, è quello di effettuare dei piccoli e rapidi passettini sul posto (una sorta di skip basso rimanendo pero con la base d’appoggio ampia), che gli consentono di essere più pronto e reattivo quando magari gioca contro i grandi battitori del circuito e quindi a volte prova a trovare soluzioni alternative al suo standard, per cercare di rispondere in maniera più efficace quando si accorge che il suo posizionamento in campo risulta deleterio per la vittoria finale del match. Un altro aspetto che può essere considerato determinante per la buona efficacia della risposta di Nadal riguarda ancora lo split; si nota infatti, come spesso grazie anche ad una buona conoscenza dell’avversario di turno e soprattutto ai suoi processi di anticipazione molto sviluppati, al momento dell’atterraggio questo non avviene necessariamente sul posto, ma spesso 20
atterra leggermente verso destra o verso sinistra, in base a ciò che ha intuito e percepito osservando il suo avversario, cosa che fa molto bene ma con una meccanica diversa Novak Djokovic. Osservando infine il grip, lo spagnolo mantiene l’impugnatura del suo diritto nella mano inferiore, mentre per la mano superiore si nota come nella primissima fase di partenza la tiene vicina alla mano sinistra, per poi alzarla avvicinandola al cuore mentre effettua split. Posizione di partenza; Atterraggio dopo lo split un passo a sinistra Piede destro nel corridoio 21
In alcuni casi in risposta da destra, entrambi i piedi sono all’interno del corridoio RISPOSTA DI DIRITTO: STANCE, PREPARAZIONE, IMPATTO E FINALE. Non appena termina lo split e quindi anche l’atterraggio, Nadal determina la stance, che anche in questo caso come per Murray, è sempre in open. A differenza dello scozzese che risponde molto più vicino alla riga e che quindi ha meno tempo perché la palla al servizio gli arriva prima, lo spagnolo rispondendo sensibilmente lontano dal campo e quindi con più tempo a disposizione, esegue uno swing e un movimento a colpire un po’ più ampio, a maggior ragione questo particolare lo si può notare sulla seconda palla, 22
dove la tecnica della risposta di Nadal si avvicina molto a quella del diritto da fondocampo, dove si riesce a far intervenire tutti i segmenti corporei ed i gradi di libertà di movimento delle articolazioni sono maggiori. Nella fase di preparazione lo spagnolo effettua una leggera torsione del tronco orientando il corpo in direzione della palla in arrivo, e dissocia abbastanza velocemente gli arti superiori tenendo l’attrezzo in posizione verticale con l’arto non dominante che in una prima fase arretra leggermente insieme alla racchetta, ma subito dopo si dispone in una posizione laterale garantendo equilibrio, stabilità e un punto di riferimento per l’impatto con la palla. Al termine della preparazione l’arto destro si trova completamente disteso, mentre l’arto sinistro con il gomito leggermente flesso. Dal punto più lontano che ha raggiunto la racchetta, da qui in poi il braccio sinistro inizia gradualmente la fase di abduzione, allontanandosi e distendendosi verso l’impatto con la palla. È importante notare come Nadal riesca in questa fase a mantenere sempre la parte inferiore della racchetta rivolta verso la palla in arrivo, entrando solo all’ultimo con l’attrezzo per andare a colpire la palla. L’impatto con la palla avviene sempre in un punto abbastanza laterale/avanti rispetto al corpo, dettato dal fatto che Nadal colpisce il diritto con il braccio disteso quindi ha necessità di creare sempre il giusto spazio con la pallina. A differenza della risposta di Murray dove il movimento dell’attrezzo risultava essere per lo più lineare, qui si può notare come comunque il giocatore spagnolo tenda a scendere con la mano e con la racchetta sotto la palla per dare la sua solita rotazione che gli permettere di rispondere con una palla complessa e non perdere subito troppo campo. Per fare questo e per accumulare energia, spesso utilizza tutto l’arto sinistro, a partire dalla spalla, dal braccio e infine la mano, e i gradi di libertà delle articolazioni sono maggiori e intervengono chiaramente per dare spinta e rotazione alla palla. Anche il finale è un segno distintivo dello spagnolo, infatti come nel diritto, 23
anche nella risposta esegue un finale alto con la racchetta che conclude il suo percorso dietro la testa. Stance e preparazione di diritto Finale di diritto RISPOSTA DI ROVESCIO: STANCE, PREPARAZIONE, IMPATTO E FINALE. Per quanto concerne la stance della risposta di rovescio, si può notare come sia sempre in open, e con il conseguente caricamento della parte inferiore che parte dalla gamba destra. Come descritto in precedenza, la posizione di partenza che spesso Nadal predilige, è quella di partire tendenzialmente molto lontano dalla riga di fondo, aprendo molto gli angoli al servizio dell’avversario. Questo aspetto è molto accentuato quando lo spagnolo risponde da destra ad un servizio a uscire dell’avversario, il quale molte volte 24
tende a servire spesso in quel lato, sia per non fare rispondere il giocatore maiorchino di diritto, e sia per l’opportunità di aprirsi già il campo con il primo colpo. A seguito della necessità di andare verso destra per coprire il campo lasciato scoperto, Nadal è costretto a compiere uno scivolamento laterale che gli permette di posizionarsi alla distanza giusta con la palla e a determinare la stance con la gamba destra. Una volte terminata questa fase, si può notare come lo spagnolo effettua un movimento di torsione della spalle, riuscendo in alcuni casi a separare quest’ultime dalle anche (soprattutto sulla seconda), che si trovano in posizione più frontale rispetto alla rete, mentre le braccia e la racchetta vanno dietro. Questo ovviamente permette di creare più energia e più spin alla palla, ma è anche vero che per riuscire a separare anche e spalle in risposta bisogna stare molto lontani dalla riga e avere anche più tempo. Unitamente alla torsione del tronco, avviene l’arretramento degli arti superiori insieme all’attrezzo, il quale al termine della fase di preparazione si trova con la testa della racchetta rivolta verso il basso, e con l’attrezzo all’incirca sulla stessa altezza dell’anca destra, questi due accorgimenti sono senza dubbio sintomo del fatto che Nadal risponderà cercando di dare alla palla molto spin provando a trovare allo stesso tempo margine sulla rete e soprattutto la profondità. Questi due aspetti sono da sempre il “termometro” che indica la qualità della sua risposta, infatti quando riesce a mettere insieme questi due fattori difficilmente può essere aggredito dall’avversario in uscita dal servizio, al contrario invece quando non riesce si trova subito in difficoltà e a coprire quindi zone di campo molto ampie. Completata la fase di preparazione, le braccia sono quasi distese e i polsi iniziano a piegarsi leggermente verso il basso facendo cadere la testa della racchetta; durante la fase di accelerazione, le braccia iniziano un movimento di abduzione allontanandosi quindi dal tronco e arrivando all’impatto con la pallina in completa estensione. In questa fase si può notare come lo spagnolo tenga ferma la testa, avendo così un’ottima stabilità al momento 25
dell’esecuzione. Nella fase appena successiva all’impatto, gradualmente la spalla destra si porta più avanti rispetto alla spalla sinistra favorendo così la torsione del tronco e il trasferimento del peso del corpo sulla palla, e inoltre si può notare come l’arto destro sia disteso mentre quello sinistro leggermente flesso, segno della dominanza del braccio destro durante l’esecuzione di questa abilità. Nella parte finale del movimento entrambi i gomiti sono flessi e il corpo si trova in posizione frontale rispetto alla rete in modo tale che il maiorchino sia pronto a recuperare velocemente il mid point. Stance e preparazione di rovescio con la racchetta al di sotto dell’anca destra. 26
DIFFERENZE TRA 1° E 2° SERVIZIO, E RISPOSTA SU CEMENTO, TERRA BATTUTA ED ERBA Per completare l’analisi tecnica della risposta al servizio di Rafael Nadal, bisogna andare a vedere quali sono, e se ci sono, le differenze della risposta alla prima e alla seconda palla di servizio, e quali sono, le differenze tecniche ma anche di atteggiamento del giocatore in analisi per quanto concerne le diverse superfici di gioco. Per quanto riguarda il primo fattore, si evidenziano delle differenze soprattutto sulla seconda palla di servizio, in particolar modo nella fase di preparazione, che risulta essere leggermente più accentuata, in particolar modo la torsione del tronco e l’utilizzo poi in fase di spinta della spalla, del braccio e della mano; cosi come lo sono anche i maggior gradi di libertà di movimento delle articolazioni. Questo è consentito grazie alla profondità della posizione di partenza dello spagnolo che prevalentemente risulta essere orientativamente di tre metri (in alcuni casi anche di più) lontano dalla riga di fondo, e che fa sì che questo colpo si avvicini molto ad un colpo al rimbalzo. Sulla prima palla invece, soprattutto su servizi che viaggiano a velocità molto elevate, si nota come tutto sommato sia un movimento abbastanza compatto, e soprattutto sulla risposta di diritto, è presente spesso il finale dietro la testa tipico dello spagnolo. Un altro fattore da considerare, riguarda la posizione assunta sulla risposta dal lato destro del campo, infatti molto spesso sulla prima palla tende e posizionarsi con il piede destro in linea quasi con la seconda linea del corridoio, in questo modo lo spagnolo è più pronto ad andare a coprire il servizio a uscire dell’avversario. In alcuni casi, si sono evidenziate delle differenze per quanto concerne le 27
stance; infatti su delle seconde palle particolarmente lente, lo spagnolo essendo spesso troppo indietro alla palla in arrivo, ha addirittura il tempo per posizionarsi in neutral per poi rispondere. Analizzando invece la risposta del maiorchino nelle varie superfici relativa sempre all’anno 2017, il dato ovviamente più lampante riguarda soprattutto la posizione di partenza che, come descritto più volte, è sempre abbondantemente lontana dalla riga. Questo naturalmente ha delle ripercussioni nella tecnica della risposta in quanto permette di avere più tempo per caricare i colpi e dare alla palla l’esasperato spin che contraddistingue lo spagnolo, permettendo quindi usare leggermente di più la torsione del tronco nella fase di preparazione e di usare anche in maniera più netta tutti i segmenti corporei soprattutto per quanto riguarda gli arti superiori. Sulla terra rossa questo atteggiamento è sempre presente e l’interpretazione della risposta è rimasta sempre uguale, permettendogli di vincere praticamente tutte le partite giocate su questa superfice. Stessa cosa non si può dire per le altre superfici, specialmente sull’erba, dove a Wimbledon ha giocato l’unico torneo della stagione, e dove ha perso una partita al quinto set contro Gilles Muller. In questa partita si è vista ancora una volta la tendenza a rimanere molto fuori dalla riga di fondo, e più andava avanti la partita più Nadal indietreggiava la sua posizione, permettendo al suo avversario di fare molti ace, molti servizi vincenti e molti serve and volley, che lo hanno portato a vincere meritatamente il match. Qualche piccolo cambiamento e adattamento si è visto invece sul cemento, sia in America ma soprattutto in Australia, dove Nadal qualche volta si è leggermente avvicinato alla riga soprattutto sulla seconda palla di servizio, e si è notato come questo avvenisse quando il maiorchino si sentiva in particolare fiducia o quando magari era avanti nel punteggio; in poche parole, difficilmente su una palla break o su una palla importante si è visto stare vicino al campo e aggredire la risposta. Queste variazioni si sono viste un po’ più marcate nelle partite contro Dimitrov e A.Zverev, anche se non 28
sempre sono state soluzioni vincenti per lui visto che spesso o perdeva il punto o andava subito sotto nella scambio, segno del fatto che Nadal preferisce rispondere molto dietro la linea tendenzialmente in tutte le superfici, e poi conti e trofei alla mano, per lui è la soluzione migliore e più prestativa, che gli permette di produrre palle molto complesse all’avversario che sono state il segno distintivo della sua incredibile carriera. CAPITOLO 3 L’ultima superficie che manca all’analisi e che verrà presa in oggetto in questo capitolo è l’erba. Su questa superficie non si giocano molti tornei e il circuito ci si sofferma solo per poche settimane, ma gli amanti del tennis ne apprezzano tutte le manifestazioni ed i tornei in merito, Wimbledon in primis. Essendo una parte della stagione in cui ci si gioca poco, anche le statistiche ufficiali dell’ATP sulle quali si basa questo studio di analisi tecnica, sono da prendere un pò con le pinze, perché comunque bisogna valutare quante partite ha giocato realmente ogni singolo giocatore sull’erba. Non a caso, il primo che è risultato essere il miglior ribattitore nel 2017 è il bosniaco Damir Dzumhur che in realtà ha giocato solamente due partite nella scorsa stagione sull’erba, entrambe a Wimbledon, totalizzando un coefficiente di 206,01 punti, sommando vari percentuali quali i punti vinti sulla prima palla di servizio (32,7%), i punti vinti sulla seconda palla di servizio (66,7%), i game vinti in risposta (44,8%), e le palle break convertite (61,9%). Considerata la poca validità delle statistiche relative al giocatore 29
bosniaco e la mancanza di materiale sufficiente per elaborare una buona analisi tecnica, si è deciso di virare verso un giocatore che ha fatto la storia del tennis moderno ma anche nei campi in erba dove ha vinto, tra gli altri trofei, 8 Wimbledon; si parla ovviamente di Roger Federer. Il campione svizzero in questa superfice ha giocato tre tornei la scorsa stagione, debuttando nel torneo di Stoccarda dove a sorpresa è stato sconfitto dal tedesco Tommy Haas in tre set non sfruttando un match point al tie break del secondo parziale. Il secondo torneo giocato è stato ad Halle, dove ha trionfato dominando in finale A.Zverev, e infine arriva la ciliegina sulla torta con la vittoria a Wimbledon dove tra gli altri elimina giocatori del calibro di Raonic, Dimitrov e Berdych, che sempre molto pericolosi su questa superfice, per poi battere in finale il croato Marin Cilic. Federer conquista così il suo ottavo slam londinese e chiude questa parte della stagione con un saldo di 12 vittorie contro una sconfitta. Su queste 13 partite si sono basate le statistiche dell’ATP che hanno attribuito a Federer un totale di 150,00 punti realizzato sommando il 33,7% di punti vinti sulla prima, il 51,5% di punti vinti sulla seconda, il 27,4 game vinti in risposta e il 37,4% di palle break convertite. POSIZIONE DI PARTENZA E SPLIT STEP Per prima cosa, come già fatto precedentemente nei primi due capitoli riguardanti Murray e Nadal, bisogna iniziare l’analisi tecnica dalla posizione di partenza e tutto quello che avviene prima della vera e propria risposta al servizio. Nel caso specifico di Roger Federer, che è un giocatore completo a tutto campo ma estremamente offensivo già con i colpi di inizio gioco, si 30
evidenzia come la sua posizione sia sempre molto vicina alla riga di fondo, sia che si tratti di rispondere a una prima sia che si tratti di una seconda palla. In questa fase, il giocatore svizzero tende ad assumere una base d’appoggio piuttosto ampia che gli permette di coprire e di chiudere molto rapidamente gli angoli al servizio all’avversario, e i piedi risultano essere allineati. Per quanto concerne la parte superiore del corpo, si può notare come il busto e la testa siano inclinati verso avanti, riuscendo così a tenere un focus attentivo sulla palla molto alto, favorendo anche i riflessi dello svizzero che spesso contro i grandi battitori hanno fatto la differenza. Questa posizione iniziale del busto, cambia gradualmente non appena l’avversario inizia il movimento del servizio; infatti al termine della fase di caricamento dell’avversario, Federer si trova in una posizione intermedia tra quella inziale e quella finale, e si trova in posizione completamente eretta solo pochi millisecondi prima che avvenga l’impatto al servizio. Si può evidenziare chiaramente come questo cambio di assetto sia molto repentino e che avviene solo pochissimo tempo prima di andare a impattare la palla alla risposta. Gli arti superiori si trovano dentro la linea delle spalle, con la racchetta in posizione verticale sorretta dalla mano sinistra appoggiata sul cuore, con un’impugnatura della mano dominante che va sulla continental; lo svizzero quindi predilige mantenere una presa neutra che gli permette di cambiare rapidamente sia se deve rispondere dal lato destro sia se deve farlo dal lato sinistro. Alcuni giocatori invece, soprattutto quelli bimani, tendono a tenere in posizione di partenza il grip della mano dominante già orientata sul diritto o sul rovescio in base alla loro comodità o fiducia su un colpo piuttosto che un altro. Per quanto concerne la tecnica dello split step, come detto in precedenza Federer parte da una base d’appoggio sensibilmente ampia, e utilizza diverse tecniche, differenziando in base al tipo di palla al servizio, al tipo di giocatore che ha davanti, e soprattutto se si tratta di prima o seconda palla. Sulla risposta alla prima si vede rispondere il campione elvetico, sia effettuando 31
uno split step sul posto sia uno split step in avanti; in entrambi i casi si osserva come lo effettui utilizzando e “saltando” con entrambi i piedi contemporaneamente. Un’altra tecnica invece viene utilizzata per quanto riguarda la seconda palla, dove si nota come quasi sempre faccia un primo passo di avanzamento per poi effettuare lo split e impattando la pallina con i piedi molto spesso dentro al campo. In questo c’è una grossa analogia con quello che fa Murray, perché entrambi non effettuano il primo passo di avanzamento sempre con lo stesso piede ma ne utilizzano uno piuttosto che un altro un base alla situazione tattica, se rispondono da destra o da sinistra o se affrontano un determinato giocatore piuttosto che un altro. Per concludere questa prima parte, particolare attenzione merita il timing dell’esecuzione dello split; si nota come al momento dell’impatto con la palla del giocatore avversario, lui si trovi in aria e in fase di atterraggio; questo vuol dire che quando la palla è in viaggio verso la sua metà campo già diretta verso una zona precisa del campo, lui si trova nella situazione ideale per poter andare subito verso la pallina e sicuramente si troverà a tempo sulla palla. 32
Posizione di partenza Cambio assetto del busto e split step Con entrambi i piedi insieme RISPOSTA DI DIRITTO: STANCE, PREPARAZIONE, IMPATTO E FINALE. Una volta completato lo split step con il conseguente atterraggio e capito che risponderà con il diritto, Federer inizia ad orientare il corpo verso la palla attraverso un side step. Vista la posizione molto avanzata in risposta, e la vicinanza alla riga, lo svizzero nella maggior parte dei casi non ha bisogno di effettuare altri passi di avvicinamento alla palla prima della determinazione della stance come accade per esempio a Nadal, ma necessita solo di un passo per poi posizionarsi in open stance. Contestualmente alla determinazione della stance, avviene la torsione del tronco che, a differenza dei colpi a rimbalzo dove viene attivata dalle spalle, in questa occasione 33
viene attivata dalle anche; in questo modo si ha la possibilità di controllare con più facilità la torsione e ridurla al minino con la conseguenza di avere un buon timing sulla palla, che poi è quello che fa esattamente Federer. In questa fase, il caricamento degli arti inferiori si accumula tutta sulla gamba destra, che completa la sua spinta durante la fase di accelerazione e impatto. Alla torsione del tronco segue un movimento di dissociazione degli arti superiori, infatti si può notare come in una prima fase entrambe le mani sono sulla racchetta mentre il tronco gira, ma subito dopo la mano sinistra che era posizionata sul cuore, si stacca e va a posizionarsi davanti al corpo per dare stabilità e per tenere un riferimento attivo sul punto d’impatto che deve essere molto avanzato, mentre il braccio dominante arretra insieme alla racchetta e una volta terminata questa fase, si può osservare un movimento di abduzione che porta l’arto destro a distendersi del tutto prima dell’impatto. La fase di preparazione nella risposta dello svizzero è veramente breve, e si può notare come sia un’azione unita dei segmenti corporei, con un evidente riduzione dei gradi di libertà di movimento delle articolazioni, ragion per cui sfrutta molto la posizione avanzata e la velocità del servizio avversario e quindi per forza di cosa deve adottare movimenti e preparazioni molto ridotte. Sulla prima palla in particolar modo, dove il rimbalzo del servizio è piuttosto basso, si nota come Federer arretri la racchetta mantenendola sempre piuttosto bassa all’incirca alla stessa altezza dell’anca destra, in modo tale da essere già in linea con la palla in arrivo. Il percorso quindi che segue la racchetta non è molto ampio vista la poca torsione del tronco e il poco arretramento dell’attrezzo, per cui una componente di spinta, e di opposizione in alcuni casi, viene svolta dalla mano sia nella fase appena prima l’impatto, sia durante l’impatto stesso che avviene molto davanti al corpo; anche l’arto non dominante svolge un ruolo fondamentale durante questa fase del movimento, perché durante questo segmento della risposta, si può osservare come sia in termini di avanzamento quasi sulla stessa linea 34
del punto d’impatto, dando dei benefici a livello di stabilità importanti. Per quanto riguarda l’ultima parte finale, successivamente dopo l’impatto si osserva come tenga la mano ancora ferma, ma comunque continua il trasferimento del peso del corpo sulla palla; infatti dopo l’impatto la racchetta continua la sua corsa in avanti con il piatto corde rivolto verso l’avversario. E’ in un successivo momento che inizia a deviare la mano verso il pollice e a portare il braccio in avanti il quale, il più delle volte soprattutto sulla prima palla di servizio, termina la sua corsa grazie alla mano sinistra che blocca la racchetta vicino la spalla sinistra. Stance e preparazione di diritto 35
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