Corso di astrologica - Genetliaca - III lezione - Massimiliano Gaetano - Laboratorio astrologico Astrolabs
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*** Corso di astrologica *** Genetliaca – III lezione Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
* * * Argomenti * * * Ciclo sinodico dei pianeti Teoria epiciclica dei pianeti Epiciclo dei pianeti superiori Epiciclo dei pianeti inferiori Esempio pratico Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
CICLO SINODICO DEI PIANETI Il ciclo sinodico planetario è il percorso di un corpo celeste (pianeta o stella fissa) a partire dalla congiunzione precedente fino alla congiunzione successiva al Sole. Il termine sinodo [lat. tardo: synŏdus (f.), gr.: σύνοδος (f.)] significa, in generale, «adunanza, convegno»; e, in particolare in astronomia, «congiunzione di astri». Tutti i corpi celesti compiono sinodo, ovvero congiunzione, con il Sole. I pianeti (dalla Luna a Saturno, per quelli visibili e antichi, ma anche Urano, Nettuno e Plutone, per quelli invisibili e moderni) realizzano congiunzione con il Sole e il periodo intercorrente fra due congiunzioni successive viene definito sinodico. Questo periodo varia da pianeta a pianeta sulla base del moto orbitale dei pianeti e della Terra stessa, che costituisce il nostro luogo di osservazione. Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
In generale, il periodo sinodico dei pianeti è il seguente: Fig. 1 Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
Il rapporto dei vari pianeti con il Sole, l’astro principale e più importante, acquista notevole rilevanza per valutare la forza e l’efficacia di ciascun pianeta. “Rispetto alle loro configurazioni con il Sole, la Luna e i tre astri erranti (le stelle di Saturno, di Giove e di Marte) assumono un'intensità ed un allentamento delle loro proprie virtù. La Luna infatti dal suo primo sorgere fino al primo quarto produce soprattutto un aumento dell'umidità; indi, dal primo quarto al plenilunio, del calore; dal plenilunio all'ultimo quarto della secchezza; e dall'ultimo quarto fino alla sua occultazione del freddo” [Claudio Tolomeo, Tetrabiblos, libro I, Cap. VIII “Della virtù delle configurazioni con il Sole”]. Secondo la fisica aristotelica, tutto quanto appartenga al mondo corporeo è composto da diverse combinazioni di quattro qualità primarie: il caldo, il freddo, il secco e l'umido. Queste quattro qualità primarie si distinguono in: • attive, che sono il caldo e il freddo, le quali sono composte di poca materia, ne richiedono poca e hanno la caratteristica di agire sui corpi dotati di materia; • passive, che sono il secco e l'umido, le quali sono composte di molta materia, ne richiedono molta e hanno la caratteristica di far subire ai corpi dotati di materia l'effetto delle qualità primarie attive (il caldo e il freddo). Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
Il caldo ha la virtù di unire solo cose della medesima natura; il freddo quella di unire cose non solo di natura uguale ma anche contraria. Il secco ha la virtù di limitare, perché ha limiti propri ben definiti, ma è difficile a limitarsi; l’umido quella di espandersi, perché non ha limiti ben definiti, ma è facile a limitarsi. Nella materia ogni qualità primaria è presente sotto forma di combinazione con un'altra qualità primaria. L’interazione e la mescolanza fra di loro delle quattro qualità primarie danno origine ai quattro elementi: il fuoco, l’aria, l’acqua e la terra . Fig. 2 Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
Tutti i corpi terreni sono misti e il rapporto di mescolanza è il loro temperamento, o crasis, poiché risultano composti dalla mescolanza secondo differenti quantità e proporzioni dei quattro elementi (fuoco, aria, acqua e terra) i quali, a loro volta, sono il prodotto della miscelazione delle quattro qualità primarie. [Esempio: se domina l'elemento fuoco il temperamento è detto caldo-secco; se domina l'elemento aria, caldo-umido; se domina l’elemento acqua, freddo-umido; e infine se domina l’elemento terra, freddo-secco]. Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
Il ciclo sinodico di ogni pianeta, a partire dalla Luna fino a Saturno, viene associato alle quattro qualità e, di conseguenza, ai quattro quadranti stagionali. Incominciando dalla Luna, Aristotele sostiene: “La Luna è quasi un altro piccolo Sole e per questo contribuisce a tutti i processi di riproduzione e di compimento [...] sono i movimenti di questi astri che determinano (nei corpi) il limite dell'inizio e della fine”. In quanto piccolo Sole, la Luna ne imita gli effetti. “La Luna, che tra tutti gli astri è quella più vicina alla Terra […] come una regina […] è stata modellata in relazione al Sole regolandosi come le stagioni, in modo simile alle quattro settimane del mese. Infatti, mentre il Sole percorre lo Zodiaco in un intero anno, la Luna […] da sinodo a sinodo impiega approssimativamente ventinove giorni e mezzo, e mostra una strettissima connessione con le quattro stagioni dell’anno. Infatti, dal sorgere fino al primo quarto è come la primavera, da qui in poi fino al plenilunio è come l’estate, e dal plenilunio fino al secondo quarto è come l’autunno, e infine da qui fino all’occultazione, è come l’inverno” [Porfirio, Introduzione al Trattato sugli effetti prodotti dalle stelle di Tolomeo, cap. II “Sui cambiamenti meteorologici prodotti dal Sole, dalla Luna e dalle stelle nei transiti”]. Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
Le fasi della Luna sono assimilate alle quattro stagioni dell'anno, poiché nella primavera prevale l’umido, nell'estate il caldo, nell'autunno il secco e nell’inverno il freddo. Si tratta di un'analogia stabilita per convenzione, in virtù della quale i modi di illuminazione del Sole nei quattro quadranti stagionali dell'anno sono assimilati omogeneamente alle quattro fasi di illuminazione della Luna nel mese e nessuna distinzione viene posta tra la qualità della luce solare e quella della luce lunare. Fig. 3 Fig. 4 Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
Il ciclo sinodico di ogni pianeta, a partire dalla Luna fino a Saturno, viene associato alle quattro qualità e, di conseguenza, ai quattro quadranti stagionali. Il Sole nasce al solstizio invernale, quando inizia a crescere la quantità del giorno pur continuando a essere inferiore alla quantità della notte; in questo quadrante prende avvio la qualità dell’umido, che si estende per dilatazione successiva della sua luce, da un minimo ad un massimo, lungo l'intero emiciclo ascendente fino al solstizio estivo nel quale la quantità del giorno, giunta alla sua massima dilatazione, inizia a decrescere; qui ha inizio il secco, che si estende per restringimento successivo della luce, da un massimo ad un minimo, lungo tutto l’emiciclo discendente fino al solstizio invernale. Umido e secco hanno origine da due circoli tra loro opposti, il tropico del Capricorno e il tropico del Cancro. Diversamente si comportano i principi del calore e del freddo: se l'umido e il secco si propagano per dilatazione e per restringimento, il caldo e il freddo si propagano entro punti delimitati dalla quantità degli archi diurni e notturni del Sole ed operano per intensità dell'uno sull'altro. Essi hanno origine dal medesimo circolo, il cerchio equinoziale, linea mediana delle diverse quantità luminose nel corso dell'anno e, raggiunto il loro massimo nei punti opposti, ritornano al medesimo circolo. In inverno nasce la qualità dell’umido, perdurando il freddo originato nell'autunno; in primavera nasce la qualità del caldo, perdurando l'umido; in estate nasce la qualità del secco, perdurando il caldo; in autunno nasce la qualità del freddo, perdurando il secco. Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
Le quattro qualità primarie sono ripartite in modo tale da caratterizzare le quattro età dell’essere umano (infanzia, giovinezza, maturità e vecchiaia). La prima età dell’essere umano, quella della nascita e dell’infanzia, è caratterizzata dalla prevalenza dell’umido, qualità tipica della stagione della primavera. La seconda età dell’essere umano, quella dell’adolescenza e della giovinezza, è caratterizzata dal caldo, qualità tipica della stagione dell’estate. La terza età dell’essere umano, quella della maturità, è caratterizzata dal secco, qualità tipica della stagione dell’autunno. La quarta età dell’essere umano, quella della vecchiaia, è caratterizzata dal freddo, qualità tipica della stagione dell’inverno. Fig. 5 Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
Il ciclo sinodico della Luna è scandito da quattro fasi fondamentali: il novilunio e il plenilunio (che corrispondono a gradi estremi delle sue qualità); il primo quarto e l’ultimo quarto (che corrispondono a gradi di equilibrio delle sue qualità). Il novilunio è caratterizzato dal freddo, a causa dell’assenza della luce lunare nella totalità del suo disco; e viene assimilato al solstizio d’Inverno, istante nel quale vi è la minore illuminazione dell’anno. Il primo quarto è caratterizzato dall’umido, a causa della presenza della luce lunare nella metà del suo disco nell’emiciclo crescente; e viene assimilato all’equinozio di Primavera, istante mediano rispetto ai solstizi, quello d’Inverno e quello d’Estate. Il plenilunio è caratterizzato dal caldo, a causa della presenza della luce lunare nella totalità del suo disco; e viene assimilato al solstizio d’Estate, istante nel quale vi è la maggiore illuminazione dell’anno. Fig. 6 Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
L’ultimo quarto è caratterizzato dal secco, a causa della presenza della luce lunare nella metà del suo disco nell’emiciclo decrescente; e viene assimilato all’equinozio d’Autunno, istante mediano rispetto ai solstizi, quello d’Estate e quello d’Inverno. Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
TEORIA EPICICLICA DEI PIANETI L’Epiciclo è un artifizio geometrico (escogitato dal matematico Apollonio di Perga intorno al 200 a.C. e ripreso da Claudio Tolomeo) per rappresentare movimenti periodici composti. Osservati dalla Terra, i pianeti sorgono, avanzano nel cielo, si arrestano e tornano indietro per poi riprendere il cammino. Per conciliare queste apparenze con il principio dei moti uniformi dei pianeti lungo orbite circolari, Tolomeo ricorse a una soluzione geometrica introdotta da Apollonio di Perga (III sec. a.C.): il pianeta si muove con velocità uniforme lungo un cerchio minore (l’epiciclo), che è contemporaneamente trascinato lungo la Fig. 7 circonferenza maggiore (il deferente o eccentrico) al cui centro è posta la Terra. Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
Il centro del complesso moto epiciclico non coincide con il centro della Terra (eccentricità). Un grande cerchio (eccentrico o deferente) è fisso attorno alla Terra. Lungo questo cerchio (eccentrico o deferente) si sposta il centro di un cerchio più piccolo (epiciclo). Il pianeta percorre questo cerchio più piccolo (epiciclo) mentre questo si sposta attorno a quello più grande (eccentrico o deferente). Nella teoria epiciclica, i moti sono due: il periodo siderale del Sole e il periodo siderale del pianeta. Il moto sul cerchio più grande (eccentrico o deferente) è più lento; quello sul cerchio più piccolo (epiciclo) è più veloce. Nel caso di un pianeta interno o inferiore, il cerchio più grande (eccentrico o deferente) viene percorso col periodo siderale del Sole Nel caso di un pianeta esterno o superiore, il cerchio Fig. 9 più grande (eccentrico o deferente) viene percorso col periodo siderale del pianeta. Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
L’epiciclo [termine che deriva dal greco epíkyklos, composto da da epì che vuol dire “sopra” e kyklos che vuol dire “cerchio”, quindi “cerchio che sta sopra”] è un cerchio piccolo sul quale si muove ciascun pianeta. L’eccentrico o deferente [termine che deriva dal greco exxentron, composto da da ex che vuol dire “fuori da” e xentron che vuol dire “cerchio”, quindi “fuori dal cerchio”] è un cerchio più grande tracciato e percorso dal centro dell’epiciclo con velocità non uniforme e il cui centro non coincide con il centro del mondo (la Terra, luogo dell’osservazione). L’eccentrico costituisce l’orbita del pianeta visto dalla Terra e permette di spiegare il fatto che la Terra, in un’ottica o visione geocentrica, costituisce uno dei due fuochi dell’orbita ellittica e non circolare dei pianeti. L’equante è il punto diametralmente opposto alla Terra rispetto al centro dell’eccentrico o deferente; e rispetto al quale il centro dell’epiciclo percorre l’eccentrico con velocità uniforme. Fig. 8 Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
Epiciclo dei pianeti inferiori o interni (Mercurio e Venere) Fig. 9 Fig. 10 Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
Epiciclo dei luminari (Sole e Luna) Fig. 11 Fig. 12 Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
Epiciclo dei pianeti superiori o esterni (Marte, Giove e Saturno) Fig. 13 Fig. 14 Fig. 15 Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
L’epiciclo, lungo il quale si muove il corpo del pianeta, permette di spiegare l’apparente diversità di moto (diretto stazionario retrogrado stazionario diretto) che viene ad assumere ogni pianeta osservato dalla Terra. Il pianeta, quando si trova nella parte superiore dell’epiciclo (apogeo), percorre questo cerchio (cioè l’epiciclo) in senso diretto (osservato dalla Terra, appare muovendosi da ovest a est, ovvero nel senso della sequenza dei segni zodiacali, lungo i quali si muove l’eccentrico); viceversa, quando si trova nella parte inferiore dell’epiciclo (perigeo), percorre questo cerchio (cioè l’epiciclo) in senso inverso (osservato dalla Terra, appare muoversi da est a ovest, ovvero in senso contrario alla sequenza dei segni zodiacali, lungo i quali si muove l'eccentrico). L’anomalia dell’epiciclo ci mostra: - i pianeti superiori muoversi ora con moto diretto e veloce, quando sono prossimi alla congiunzione con il Sole; ora con moto medio, quando sono in quadratura con il Sole; ora con moto retrogrado, quando sono acronici e opposti al Sole; - i pianeti inferiori muoversi ora con moto diretto e veloce, quando sono prossimi alla congiunzione superiore con il Sole; ora con moto medio, quando sono alla massima elongazione; ora con moto retrogrado, quando sono prossimi alla congiunzione inferiore con il Sole. Fig. 16 Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
Fig. 17 Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
EPICICLO DEI PIANETI SUPERIORI I pianeti superiori visibili sono Marte, Giove e Saturno. La congiunzione o sinodo col Sole (c.d. σίνοδος o coniunctio) costituisce il punto di partenza del ciclo sinodico. Il pianeta superiore si trova all’apogeo (massima distanza dalla Terra), ha moto diretto veloce e rapido, rimane invisibile, nascosto dai raggi del Sole. La levata o sorgere eliaco consiste nel fenomeno visivo dell’emersione del pianeta dai raggi del Sole. Il pianeta superiore riacquista visibilità e può essere osservato a oriente prima del sorgere del Sole. La linea del moto medio corrisponde al momento in cui il pianeta ha un moto mediano fra la massima velocità diretta e la prima stazione. Fig. 18 Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
La prima stazione mattutina, orientale o retrograda corrisponde al momento in cui il pianeta inverte il suo moto passando da diretto a retrogrado. Il sorgere acronico orientale o vespertino consiste nel fenomeno visivo del sorgere del pianeta a oriente , mentre il Sole sta per tramontare a occidente. L’opposizione o diametro col Sole costituisce il punto a metà del ciclo sinodico. Il pianeta superiore si trova al perigeo (minima distanza dalla Terra), ha moto retrogrado veloce e rapido, possiede la massima visibilità. Il tramonto acronico occidentale o mattutino consiste nel fenomeno visivo del tramonto del pianeta a occidente, mentre il Sole sta per sorgere a oriente. La seconda stazione vespertina, occidentale o diretta corrisponde al momento in cui il pianeta inverte il suo moto passando da retrogrado a diretto. La linea del moto medio corrisponde al momento in cui il pianeta ha un moto mediano fra la seconda stazione e la massima velocità diretta della successiva congiunzione con il Sole. Il coricarsi o tramonto eliaco consiste nel fenomeno visivo dell’immersione del pianeta nei raggi del Sole. Il pianeta superiore perde visibilità e non può essere osservato a occidente dopo il tramonto del Sole. Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
La congiunzione o sinodo col Sole è caratterizzata dal freddo, poiché il pianeta superiore è totalmente invisibile; e viene assimilato al solstizio d’Inverno, istante nel quale si ha minore irraggiamento e illuminazione del Sole. L’opposizione o diametro col Sole è caratterizzata dal caldo, poiché il pianeta è totalmente visibile; e viene assimilato al solstizio d’Estate, istante nel quale si ha maggiore irraggiamento e illuminazione del Sole. Dalla levata eliaca fino alla stazione orientale prevale l’umido. Dalla stazione orientale al sorgere acronico orientale prevale il calore. Dal tramonto acronico occidentale alla stazione occidentale prevale il secco. Dalla stazione occidentale al tramonto eliaco prevale il freddo. Fig. 19 Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
L’arco di epiciclo compreso fra la seconda stazione o vespertina e quella prima o mattutina, passando per la congiunzione o sinodo, prende il nome di arcus directionis, poiché il pianeta che si trova in quest’arco ha moto diretto o additivo. L’arco di epiciclo compreso fra la stazione mattutina o prima e quella vespertina o seconda, passando per l’opposizione, prende il nome di arcus regressionis, poiché il pianeta che si trova in quest’arco ha moto retrogrado o sottrattivo. Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
EPICICLO DEI PIANETI INFERIORI I pianeti inferiori o interni sono Mercurio e Venere. La congiunzione o sinodo (c.d. σίνοδος o coniunctio) superiore che avviene quando il pianeta inferiore si trova al di la del Sole, lungo la linea direttrice che passa fra il centro della Terra, del pianeta e del Sole. Essa costituisce il punto di partenza del ciclo sinodico dei pianeti inferiori. Il pianeta inferiore si trova all’apogeo (massima distanza dalla Terra), ha moto diretto veloce e rapido, rimane invisibile, nascosto dai raggi del Sole. La levata o sorgere eliaco occidentale o vespertino consiste nel fenomeno visivo dell’emersione del pianeta inferiore dai raggi del Sole dopo la congiunzione superiore. Il pianeta inferiore riacquista visibilità e può essere osservato a occidente dopo il sorgere del Sole. Fig. 20 Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
La linea del moto medio corrisponde al momento in cui il pianeta inferiore ha un moto mediano fra la massima velocità diretta e la prima stazione. La prima stazione vespertina, occidentale o retrograda corrisponde al momento in cui il pianeta inferiore inverte il suo moto passando da diretto a retrogrado. Il coricarsi o tramonto eliaco occidentale o vespertino consiste nel fenomeno visivo dell’immersione del pianeta inferiore nei raggi del Sole prima della congiunzione o sinodo inferiore. Il pianeta inferiore perde visibilità e non può essere osservato a occidente dopo il tramonto del Sole. La congiunzione o sinodo (c.d. σίνοδος o coniunctio) inferiore col Sole che avviene quando il pianeta inferiore si trova al di qua del Sole, lungo la linea direttrice che passa fra il centro della Terra, del pianeta e del Sole. Il pianeta inferiore si trova al perigeo (minima distanza dalla Terra), ha moto retrogrado veloce e rapido, rimane invisibile, nascosto dai raggi del Sole. Il levarsi o sorgere eliaco orientale o mattutino consiste nel fenomeno visivo dell’emersione del pianeta inferiore dai raggi del Sole prima dopo la congiunzione o sinodo inferiore. Il pianeta inferiore riacquista visibilità e può essere osservato a oriente prima del sorgere del Sole. La seconda stazione, orientale o diretta corrisponde al momento in cui il pianeta inferiore inverte il suo moto passando da retrogrado a diretto. Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
La linea del moto medio corrisponde al momento in cui il pianeta ha un moto mediano fra la massima velocità diretta e la prima stazione. Il coricarsi o tramonto eliaco orientale o mattutino consiste nel fenomeno visivo dell’immersione del pianeta inferiore nei raggi del Sole prima della congiunzione o sinodo superiore. Il pianeta inferiore perde visibilità e non può essere osservato a oriente prima del sorgere del Sole. La congiunzione o sinodo, sia superiore che inferiore, col Sole è caratterizzata dal freddo, poiché il pianeta inferiore è totalmente invisibile; e viene assimilato al solstizio d’Inverno, istante nel quale si ha minore irraggiamento e illuminazione del Sole. Dal sorgere eliaco vespertino alla massima elongazione occidentale e dal sorgere eliaco mattutino alla seconda stazione prevale l’umido. Dalla massima elongazione occidentale alla stazione vespertina e dalla stazione mattutina alla massima elongazione orientale prevale il caldo. Dalla stazione vespertina al tramonto eliaco vespertino e dalla massima elongazione orientale al tramonto eliaco mattutino orientale prevale il secco. Fig. 21 Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
L’arco di epiciclo compreso fra la stazione mattutina e quella vespertina, passando per la congiunzione o sinodo superiore, prende il nome di arcus directionis, poiché il pianeta che si trova in quest’arco ha moto diretto o additivo. L’arco di epiciclo compreso fra la stazione mattutina e quella vespertina, passando per l’opposizione, prende il nome di arcus regressionis, poiché il pianeta che si trova in quest’arco ha moto retrogrado o sottrattivo. L’epiciclo dei pianeti inferiori si distingue da quello dei pianeti superiori per i seguenti motivi: - l’epiciclo dei pianeti inferiori è caratterizzato da due congiunzioni o sinodi, uno superiore che avviene in prossimità dell’apogeo (corrispondente alla congiunzione o sinodo dei pianeti superiori) e uno inferiore che avviene in prossimità del perigeo (corrispondente all’opposizione dei pianeti superiori); - la prima stazione è vespertina (quella dei pianeti superiori è mattutina) e quella seconda è mattutina (quella dei pianeti superiori è vespertina); - i pianeti inferiori raggiungono una distanza rispetto al Sole (c.d. elongazione) che non permette configurazioni come il sestile o esagono (60°), il quadrato (90°), il trigono (120°) e l’opposizione o diametro (180°), diversamente da quanto avviene per i pianeti superiori. L’epiciclo dei pianeti inferiori è caratterizzato da un doppio ciclo illuminativo poiché, a causa delle loro orbite interne, realizzano due volte la congiunzione o sinodo con il Sole. Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
L’anomalia dell’epiciclo mostra: - i pianeti superiori muoversi con moto diretto e veloce, quando sono prossimi alla congiunzione con il Sole; con moto medio, quando sono in quadratura; stazionari, quando sono in trigono con il Sole; con moto retrogrado, quando sono acronici e opposti al Sole; - i pianeti inferiori muoversi con moto diretto e veloce, quando sono prossimi alla congiunzione superiore con il Sole; con moto medio, quando sono alla massima elongazione; con moto retrogrado, quando sono prossimi alla congiunzione inferiore con il Sole. La rivoluzione sinodica che il pianeta compie intorno all’epiciclo si chiama anomalia epiciclica. Questa anomalia è data dalla differenza fra il moto diurno medio del Sole e quello del pianeta. [Esempio. Se vogliamo trovare l’anomalia epiciclica di Saturno, sottraiamo il moto diurno medio di Saturno nello Zodiaco da quello del Sole: 59’ 08’’,33 – 02’ 00’’,45 = 57’ 07’’,88] Il raggio (R) dell’eccentrico è 60°. Per i pianeti inferiori, moltiplicando questo valore per il semiasse maggiore espresso in unità astronomica (U.A.), si ottiene il raggio (r) dell’epiciclo. Per i pianeti inferiori, dividendo questo valore per il semiasse maggiore espresso in unità astronomica (U.A.), si ottiene il raggio dell’epiciclo. Fig. 22 Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
L’eccentrico costituisce l’orbita del pianeta visto dalla Terra e permette di spiegare il fatto che la Terra, in un’ottica o visione geocentrica, costituisce uno dei due fuochi dell’orbita ellittica e non circolare dei pianeti. Ogni pianeta ha un proprio eccentrico (cioè il cerchio più grande percorso dal centro dell’epiciclo) il cui centro, ruotando attorno alla Terra con un periodo diverso per ciascun pianeta, permette di misurare il periodo della rivoluzione siderale del pianeta, in cui il pianeta percorre l’intero Zodiaco (Saturno 29,45 anni, Giove 11,87 anni, Marte 1,88 anni, Sole 1 anno, Venere 0,615 anni, Mercurio 0,241 anni). Il movimento del centro dell'eccentrico attorno alla Terra è molto più lento di quello del centro dell'epiciclo e ancora di più rispetto a quello del pianeta lungo l'epiciclo. Il pianeta percorre sull’eccentrico la sua rivoluzione siderea e sull’epiciclo la sua rivoluzione sinodica. Dal momento che la rivoluzione siderea sull’eccentrico è più lenta di quella sull’epiciclo, le variazioni di luce del pianeta sono graduali e lente quando percorre la sua rivoluzione siderea sull’eccentrico; invece sono più repentine e rapide quando percorre la sua rivoluzione sinodica sull’epiciclo. Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
La Terra e il centro dell’eccentrico o deferente si trovano allineati sulla linea degli apsidi o absidi. Apside o abside è il punto di maggiore o minore distanza di un corpo celeste dal fuoco nel quale si trova il corpo celeste attorno al quale orbita. Il punto che dista maggiormente dalla Terra si chiama apogeo (greco) o auge (arabo); viceversa, quello che dista di meno perigeo o auge infima. La distanza fra il centro dell’eccentrico e la Terra varia da pianeta a pianeta e costituisce il rapporto di eccentricità. Nel loro moto in longitudine i pianeti mostrano un’anomalia anche lungo l’eccentrico, poiché si muovono con moto veloce presso l’apogeo, con moto medio presso i transiti medi e con moto lento presso Fig. 23 il perigeo. Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
Quando il centro dell’epiciclo di un pianeta o il pianeta stesso si trovano nell’arco sopra la linea del moto medio [segmento GAH] (ovvero semi-arco GH passante per R), essendo più distante dalla Terra [punto A], è più lento e meno luminoso. Viceversa quando il centro dell’epiciclo di un pianeta o il pianeta stesso si trovano nell’arco sotto la linea del moto medio [segmento GAH] (ovvero il semi-arco GH passante per S), essendo più vicino alla Terra [punto A], è più veloce e più luminoso. Inoltre, l’emiciclo dell’eccentrico compreso fra l’apogeo [punto R] e il perigeo [punto S] si dice ascendente; quello compreso fra il perigeo [punto S] e l’apogeo [punto R] si dice discendente. Con riferimento all’eccentrico la migliore condizione è quando il centro dell’epiciclo del pianeta o il pianeta stesso si trovano nel quadrante compreso fra la linea del moto medio [punto G] e il perigeo [punto S], poiché il pianeta aumenta il suo moto e la sua luce apparente. Inoltre, l’emiciclo dell’epiciclo compreso fra l’apogeo [punto R] e il perigeo [punto S] si dice ascendente e il moto vero del pianeta è maggiore di quello del centro del suo epiciclo (aucti numero); invece quello compreso fra il perigeo [punto S] e l’apogeo [punto R] si dice discendente e il moto vero del pianeta è minore di quello del centro del suo epiciclo (minuti numero). Per questo motivo Cardano afferma: “I pianeti orientali rispetto al Sole si muovono velocemente” [Gerolamo Cardano, Aphorismorum astronomicorum segmenta semptem, Sez. II, 88, pag. 46]. Durante il loro percorso sull’eccentrico possiamo associare ai pianeti le quattro qualità primarie attive (caldo e freddo) e passive (secco ed umido). Generalmente un pianeta all’apogeo è più secco, mentre uno al perigeo è più umido. Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
I pianeti inferiori sono più forti quando sono occidentali al Sole (dal sorgere eliaco vespertino fino alla stazione occidentale o vespertina); al contrario, i pianeti superiori sono più forti quando sono orientali al Sole (dal sorgere eliaco fino alla stazione orientale o mattutina). Il motivo risiede nel fatto che in entrambi i casi i pianeti, con moto diretto, si allontanano dal Sole divenendo sempre più luminosi. Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
Fig. 24 Fig. 25 Un pianeta è sotto i raggi del Sole quando si trova entro 15° prima o dopo il Sole. Quando il pianeta si trova sotto i raggi del Sole, possiamo distinguere tre condizioni: - cuore del Sole (in corde Solis) [Fig. 24 ❶; Fig. 25 ❶ e ❾]; - combustione (combustio o adustio) [Fig. 24 ②⑯; Fig. 25 ②⑯ e ⑧⑩]; - sotto i raggi del Sole (sub radiis Solis) [Fig. 24 ③⑮; Fig. 25 ③⑮ e ⑦⑪]. Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
Un pianeta è nel cuore del Sole (c.d. cazimi, termine che deriva dall’arabo samîn) quando si trova in longitudine eclittica (λ) e in latitudine celeste (β) entro 59’ (secondo gli astrologi ellenistici) o, più restrittivamente, entro 16’ (secondo gli astrologi arabi) dal Sole. Questa fase indica una condizione molto favorevole per il pianeta, il cui influsso è amplificato e potenziato dal Sole; e i suoi significati sono di prosperità e di cose buone. Un pianeta è combusto (c.d. combustio o adustio) quando si trova compreso fra 59’ (secondo gli astrologi ellenistici) o, più restrittivamente, fra 16’ (secondo gli astrologi arabi) e 7° dal Sole [Fig. 24 ②⑯; Fig. 25 ②⑯ e ⑧⑩]. Questa fase indica una condizione di maggiore debolezza, nella quale il pianeta superiore non è in grado di esprimere e manifestare le proprie qualità, sia positive che negative. Ne consegue che se il pianeta superiore è benefico (Giove) diminuisce il suo essere benefico; se il pianeta superiore è malefico (Marte e Saturno) diminuisce il suo essere malefico. L’influsso del pianeta non viene completamente annullato, ma notevolmente attenuato, poiché “il male del malefico è meno grave, il bene del benefico è mediocre”. Nel caso in cui il pianeta combusto sia maschile, la combustione è meno dannosa; mentre nel caso in cui il pianeta combusto sia femminile, la combustione è maggiormente invalidante. La combustione che avviene nei gradi antecedenti il Sole è migliore di quella che avviene nei gradi successivi al Sole, perché i gradi antecedenti al Sole sono stati già attraversati dal Sole stesso; mentre quelli successivi devono essere ancora percorsi dal Sole. Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
Un pianeta è sotto i raggi del Sole (c.d. sub radiis tantum) quando si trova compreso fra 7° e 15° dal Sole con questa distinzione: da 7° a 12° il pianeta è ancora assolutamente privo di forza; mentre da 12° a 15° riacquista il suo potere [Fig. 24 ③⑮; Fig. 25 ③⑮ e ⑦⑪]. Secondo Guido Bonatti, il pianeta che si trova sotto i raggi prima della combustione è come una persona anziana malandata e inferma; quando si trova sotto i raggi dopo la combustione è come una persona molto giovane ancora in tenera età. Un pianeta compie il sorgere o levarsi (apparizione) [Fig. 24 ③⑮; Fig. 25 ③⑮ e ⑦⑪] e il tramontare o coricarsi (occultazione) quando, rispettivamente, esce o emerge dai raggi del Sole oppure entra o s’immerge in tali raggi. Queste due fasi sono molto importanti poiché, se alla luminosità di un corpo celeste si ricollega la sua efficacia, ovvero la sua capacità di produrre effetti concreti e tangibili nel mondo sub- lunare, la prima e l’ultima apparizione costituiscono gli estremi temporali entro i quali con gradazioni variabili secondo le fasi dell’epiciclo il pianeta è suscettibile di manifestare i propri significati e i conseguenti effetti. Il sorgere o levarsi (apparizione) è il momento in cui un pianeta diviene visibile e riconoscibile perché la sua luce è separata e distinta da quella propria del Sole. Questo momento non è identico, ma varia in relazione alle coordinate del luogo geografico della Terra. Claudio Tolomeo dichiara nella Sintaxis mathematica, conosciuto come Almagesto, che le apparizioni dei pianeti dipendono dalla diversità della grandezza luminosa di ciascun pianeta (c.d. magnitudo), da quella dell’angolo di inclinazione tra l’Eclittica e l’orizzonte del luogo e da quella delle latitudini celesti (β) dei pianeti. Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
Per determinare quando un pianeta diviene visibile dobbiamo ricorrere alla nozione di arcus visionis o fulsionis. L’arcus visionis è la quantità di altezza negativa (c.d. depressione) che il Sole deve avere affinché un pianeta sull’orizzonte sia visibile. L’altezza (h) è negativa quando un corpo celeste si trova sotto l’orizzonte del luogo geografico; in caso contrario, ovvero quando si trova sopra quest’orizzonte, l’altezza è positiva. Se η è l’elongazione eclittica di un pianeta dal Sole, ν l’angolo fra l’Eclittica e l’orizzonte del luogo e β la latitudine celeste del pianeta, la formula per trovare l’arcus visionis è la seguente: h* = η sin ν + β cos ν dove h* è l’arcus visionis, η l’elongazione eclittica, ν l’angolo fra l’eclittica e l’orizzonte e β la latitudine celeste del pianeta. Il valore dell’arcus visionis dei pianeti è 12° per Mercurio, 5° (per la prima visibilità mattutina e l’ultima vespertina, ovvero presso la congiunzione inferiore, quando ha moto retrogrado) e 7° (per la prima visibilità vespertina e l’ultima mattutina, ovvero presso la congiunzione superiore, quando ha moto diretto) per Venere, 14° 30’ per Marte, 9° per Giove e 13° per Saturno [questi gradi non sono eclittici, bensì di altezza (h)]. Fig. 26 Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
Un pianeta è stazionario quando appare fermo prima di invertire il proprio moto. La stazione può essere orientale o mattutina oppure occidentale o vespertina. La stazione orientale o mattutina è quella che segna, per i pianeti superiori (Marte, Giove e Saturno), il passaggio dal moto diretto a quello retrogrado e, per i pianeti inferiori (Mercurio e Venere), il passaggio dal moto retrogrado a quello diretto. La stazione occidentale o vespertina è quella che segna, per i pianeti superiori (Marte, Giove e Saturno), il passaggio dal moto retrogrado a quello diretto e, per i pianeti inferiori (Mercurio e Venere), il passaggio dal moto diretto a quello retrogrado. La stazione che segna il passaggio dal moto diretto a quello retrogrado si chiama prima stazione (c.d. prima statio) e quella che segna il passaggio dal moto retrogrado a quello diretto si chiama seconda stazione (c.d. secunda statio). Il pianeta stazionario significa o rappresenta una condizione di incertezza e sembra indugiare nel realizzare i suoi significati o i propri effetti. Tuttavia l’interpretazione varia a seconda che si tratti di prima oppure di seconda stazione. Infatti, mentre nella prima stazione indicano un ritardo, un rinvio, un dilazionare i propri significati ed effetti; nella seconda stazione indicano la possibilità concreta di realizzazione a breve di tali significati ed effetti non appena il loro moto riprenda ad essere diretto. Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
Un pianeta acronico è quello che sorge oppure tramonta, contestualmente e rispettivamente, al tramonto oppure al sorgere del Sole. In particolar modo, quando il pianeta sorge contestualmente al tramonto del Sole prima della fase dell’opposizione al Sole si verifica il sorgere acronico; invece quando tramonta contestualmente al sorgere del sole dopo la fase dell’opposizione al Sole, si verifica il tramonto acronico. Il pianeta acronico si trova in una condizione simile a quella della congiunzione o sinodo il Sole. Questa condizione è ammessa solo per i pianeti superiori, poiché questi sono gli unici che possono realizzare opposizione al Sole. Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
Le fasi dei pianeti nell’epiciclo sono utili e rilevanti ai fini dell’interpretazione. Giuliano di Laodicea sinteticamente sostiene che i pianeti hanno affinità con: - l'indugiare, quando sono stazionari (hoi stêrizontes); - il ritardare e il recalcitrare, quando sono retrogradi (hoi anapodizontes); - l'operare prestamente, quando hanno moto diretto (hoi euthyporountes); - i profitti e gli acquisti utili all'esistenza, quando aumentano in luce e in moto (hoi tois phôsin kai tois arithmois prostithentes); - la sottrazione e il danno, quando diminuiscono in luce e in moto (hoi d’aphairountes); - l'ignavia e la tardanza, quando sono di moto lento (hoi de bradeôs kinoumenoi); - la sveltezza e l'esser sollecito, quando sono di moto lento (hoi de tacheôs). Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
Per quanto riguarda il corpo fisico, il pianeta significatore del corpo fisico: - se si trova all’apogeo dell’epiciclo, indica un corpo alto; - se si trova in luogo mediano fra l’apogeo e il perigeo, indica un corpo nella media; - se si trova al perigeo dell’epiciclo, indica un corpo basso. - se è diretto, indica un fisico magro; - se si trova nella prima stazione, indica un fisico grasso ma non molto e resistente; - se è retrogrado, indica un fisico grasso; - se si trova nella seconda stazione, indica un fisico magro ma non troppo e debole. Saturno è intrinsecamente freddo/secco; orientale è freddo/umido; occidentale è freddo/secco Giove è intrinsecamente caldo/umido; orientale è caldo/umido; occidentale è umido Marte è intrinsecamente caldo/secco; orientale è caldo/secco; occidentale è secco Venere è intrinsecamente freddo/umido; orientale è umido; occidentale è freddo Mercurio è intrinsecamente secco; orientale è caldo; occidentale è secco La Luna è intrinsecamente freddo/secco Il Sole è intrinsecamente caldo/secco (dipende dal quadrante stagionale: caldo/umido in Primavera; caldo/secco in Estate; freddo/secco in Autunno; freddo/umido in Inverno). Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
Per quanto riguarda le qualità dell’animo, il pianeta significatore dell’animo: - se si trova all’apogeo, indica un animo più spirituale; se si trova al perigeo, indica un animo più materialista; - se si trova al sorgere eliaco, per i pianeti superiori, o al sorgere eliaco vespertino , per i pianeti inferiori, indica un animo nobile, vivace, chiaro; - se si trova al tramonto eliaco, indica un animo timido, avaro, rozzo; - se si trova nella prima stazione, indica un animo ambiguo, ma forte; - se si trova nella seconda stazione, indica un animo ambiguo, ma debole e scoraggiato; - se si trova nella retrogradazione prima dell’opposizione, indica un animo tenace, ma ottimista e gagliardo; - se si trova nella retrogradazione dopo l’opposizione, indica un animo tenace, ma pessimista. Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
Albert Einstein 14 marzo 1879 11h 30m Neuburg an der Donau Nascita diurna con il Sole (luminare del tempo) in Casa X (luogo culminante) e in Pesci (segno di Giove) La Luna (l’altro luminare) [DH: 04h 13m] forma trigono nello spazio locale con il Sole [DH: 00h 56m] in Casa X e si trova in Sagittario (segno di Giove). L’Oroscopo (AS) si trova in Cancro (segno dell’esaltazione di Giove). Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
Giove è orientale al Sole e in fase di levata eliaca (realizza la levata eliaca entro 7 giorni, esattamente 3 giorni dopo). La levata eliaca è una dignità potente del pianeta che opera efficacemente nel luogo in cui il pianeta si trova. Dal momento che Giove si trova nella Casa IX, la levata eliaca di questo pianeta promette un'espansione (Giove) innovativa e rivoluzionaria (Acquario) della conoscenza (Casa IX). Giove ricopre un ruolo importante nella carta di nascita perché signore del Sole e della Luna per domicilio e dell’Oroscopo (AS) per esaltazione. Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
Mercurio è occidentale al Sole e sta realizzando la levata eliaca vespertina. Esso indica un’anima forte e molto adatta alle attività di tipo intellettuale e un ingegno notevolmente spiccato. Mercurio, significatore dell’animo, è dominato da Giove (per termine) e richiama gli studi superiori, il lontano e la speculazione mentale, l’insegnamento, la ricerca, l’estero. La congiunzione di Mercurio con Saturno indica una mente profonda, riflessiva che discrimina e discerne, dotata di grande forza logica e critica. Massimiliano Gaetano docente CIDA abilitato all’insegnamento
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