COMUNE DI BEREGAZZO CON FIGLIARO - REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DELLA TASSA SUI RIFIUTI - TARI
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COMUNE DI BEREGAZZO CON FIGLIARO (Provincia di COMO) REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DELLA TASSA SUI RIFIUTI - TARI Approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n° 16 del 31.07.2020 1
INDICE Art. 1 – Oggetto del regolamento Art. 2 – Gestione e classificazione dei rifiuti Art. 3 - Sostanze escluse dalla normativa dei rifiuti Art. 4 – Soggetto attivo Art. 5 – Presupposto Art. 6 – Soggetti passivi Art. 7 - Locali ed aree scoperte soggette al tributo Art. 8 – Locali ed aree non soggettia al tributo Art. 9 – Esclusione dall’obbligo di conferimento Art. 10 – Esclusione per produzione di rifiuti non conferibili al pubblico servizio Art. 11 – Determinazione della tariffa del tributo Art. 12 – Determinazione della superficie tassabile Art. 13 – Istituzioni scolastiche Art. 14 – Copertura dei costi del servizio di gestione rifiuti Art. 15 – Piano finanziario Art. 16 – Articolazione delle tariffe del tributo Art. 17 – Tariffe per le utenze domestiche Art. 18 – Determinazione del numero occupanti delle utenze domestiche Art. 19 – Tariffe per le utenze non domestiche Art. 20 – Classificazione delle utenze non domestiche Art. 21 – Obbligazione tributaria Art. 22 – Tributo giornaliero Art. 23 – Tributo provinciale Art. 24 – Riduzioni per la raccolta differenziata riferibile alle utenze domestiche Art. 25 – Riduzioni per rifiuti assimilati effettivamente avviati al recupero Art. 26 – Riduzioni per prestazioni del servizio con livelli di qualità fuori standard Art. 27 – Ulteriori riduzioni e agevolazioni da coprire altre risorse diverse dal tributo Art. 28 – Limiti massimi delle riduzioni e agevolazioni Art. 29 – Riduzioni AIRE Art. 30 – Riscossione Art. 31 – Dichiarazione di inizio, variazione e cessazione Art. 32 – Rimborsi e compensazione Art. 33– Funzionario responsabile Art. 34 – Verifiche ed accertamenti Art. 35 – Accertamento Art. 36 – Sanzioni ed interessi Art. 37 – Contenzioso Art. 38 – Riscossione coattiva Art. 39 – Obblighi di trasparenza Art. 40 – Trattamento dei dati personali Art. 41– Importi minimi Art. 42 – Norma di rinvio Art. 43 – Entrata in vigore e norme finali Allegati - Tabella rifiuti assimilabili ai rifiuti solidi urbani 2
ART. 1 - OGGETTO DEL REGOLAMENTO 1. Il presente Regolamento, adottato nell’ambito della potestà regolamentare prevista dall’art. 52 del Decreto Legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, disciplina l’applicazione della Tassa Sui Rifiuti “TARI” del Comune di Beregazzo con Figliaro in attuazione dell’articolo 1, commi dal 639 al 704 della legge n. 147/2013 e s.m.i (legge di stabilità 2014) diretta alla copertura dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti, in particolare stabilendo condizioni, modalità e obblighi strumentali per la sua applicazione. 2. L’entrata qui disciplinata ha natura tributaria, non intendendosi con il presente regolamento attivare la tariffa con natura corrispettiva di cui ai commi 667 e 668 dell’art. 1 della citata Legge n. 147 del 27.12.2013 (legge di stabilità 2014) e s.m.i. L’Amministrazione Comunale nell’ottica di una possibile applicazione della modalità corrispettiva potrà procedere a verifiche di tipo sperimentale per commisurazioni della produzione rifiuti per singola utenza. 3. La tariffa del tributo TARI si conforma alle disposizioni contenute nel Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158. 4. Per quanto non previsto dal presente regolamento si applicano le disposizioni di legge vigenti. ART. 2 - GESTIONE E CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI 1. La gestione dei rifiuti urbani comprende la raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti urbani e assimilati e costituisce un servizio di pubblico interesse, svolto in regime di privativa sull’intero territorio comunale. 2. Il servizio è disciplinato dalle disposizioni del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 nonché dalle disposizioni previste nel presente regolamento. 3. Si definisce «rifiuto», ai sensi dell’art. 183, comma 1, lett. a), del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n.152, qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o abbia l'obbligo di disfarsi. 4. Sono rifiuti urbani ai sensi dell’art. 184, comma 2, del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152: a. i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione; b. i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di cui alla lettera a) del presente comma, assimilati dal Comune ai rifiuti urbani per qualità e quantità di cui all’elenco, approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 5/2006, e allegato alla presente, dando atto che il quantitativo mensile conferito al centro di raccolta rifiuti non potrà superare la quota di 1/12 della quota annuale; c. i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade; d. i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d'acqua; e. i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali; f. i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da attività cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere b), ed e) del presente comma. 3
ART. 3 - SOSTANZE ESCLUSE DALLA NORMATIVA SUI RIFIUTI 1. Sono escluse dal campo di applicazione della normativa sui rifiuti le seguenti sostanze, individuate dall’art. 185, del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152: a. le emissioni costituite da effluenti gassosi emessi nell'atmosfera e il biossido di carbonio catturato e trasportato ai fini dello stoccaggio geologico e stoccato in formazioni geologiche prive di scambio di fluidi con altre formazioni a norma del decreto legislativo di recepimento della direttiva 2009/31/CE in materia di stoccaggio geologico di biossido di carbonio; b. il terreno (in situ), inclusi il suolo contaminato non scavato e gli edifici collegati permanentemente al terreno; c. il suolo non contaminato e altro materiale allo stato naturale escavato nel corso di attività di costruzione, ove sia certo che esso verrà riutilizzato a fini di costruzione allo stato naturale e nello stesso sito in cui è stato escavato; d. i rifiuti radioattivi; e. i materiali esplosivi in disuso; f. le materie fecali, se non contemplate dal comma 2, lettera b), paglia, sfalci e potature, nonché altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso utilizzati in agricoltura, nella selvicoltura o per la produzione di energia da tale biomassa mediante processi o metodi che non danneggiano l’ambiente né mettono in pericolo la salute umana. g. i sedimenti spostati all’interno di acque superficiali ai fini della gestione delle acque e dei corsi d’acqua o della prevenzione di inondazioni o della riduzione degli effetti di inondazioni o siccità o ripristino dei suoli se è provato che i sedimenti non sono pericolosi ai sensi della decisione 2000/532/CE della Commissione del 3 maggio 2000, e successive modificazioni. 2. Sono altresì escluse dal campo di applicazione della normativa sui rifiuti, in quanto regolati da altre disposizioni normative comunitarie, ivi incluse le rispettive norme nazionali di recepimento: a. le acque di scarico; b. i sottoprodotti di origine animale, compresi i prodotti trasformati, contemplati dal regolamento (CE) n. 1774/2002, eccetto quelli destinati all’incenerimento, allo smaltimento in discarica o all’utilizzo in un impianto di produzione di biogas o di compostaggio; c. le carcasse di animali morti per cause diverse dalla macellazione, compresi gli animali abbattuti per eradicare epizoozie, e smaltite in conformità del regolamento (CE) n. 1774/2002; d. i rifiuti risultanti dalla prospezione, dall'estrazione, dal trattamento, dall'ammasso di risorse minerali o dallo sfruttamento delle cave, di cui al Decreto Legislativo 30 maggio 2008, n. 117. ART. 4 - SOGGETTO ATTIVO 1. Il tributo è applicato e riscosso dal Comune nel cui territorio insiste, interamente o prevalentemente, la superficie degli immobili assoggettabili al tributo. Ai fini della prevalenza si considera l’intera superficie dell’immobile, anche se parte di essa sia esclusa o esente dal tributo. 2. In caso di variazioni delle circoscrizioni territoriali dei Comuni, anche se dipendenti dall’istituzione di nuovi comuni, si considera soggetto attivo il Comune nell'ambito del cui territorio risultano ubicati gli immobili al 1° gennaio dell'anno cui il tributo si riferisce, salvo diversa intesa tra gli Enti interessati e fermo rimanendo il divieto di doppia imposizione. 4
ART. 5 - PRESUPPOSTO 1. Presupposto per l’applicazione del tributo è il possesso, l’occupazione o la detenzione, a qualsiasi titolo e anche di fatto, di locali o di aree scoperte a qualunque uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani e assimilati identificati al successivo art. 7. 2. Si intendono per: a. locali, le strutture stabilmente infisse al suolo chiuse su ogni lato verso l’esterno, anche se non conformi alle disposizioni urbanistico-edilizie; b. aree scoperte, sia le superfici prive di edifici o di strutture edilizie, sia gli spazi circoscritti che non costituiscono locale, come tettoie, balconi, terrazze, campeggi, dancing e cinema all’aperto, parcheggi; c. utenze domestiche, le superfici adibite di civile abitazione; d. utenze non domestiche, le restanti superfici, tra cui le comunità, le attività commerciali, artigianali, industriali, professionali e le attività produttive in genere. 3. Sono escluse dal tributo: a. ad eccezione delle aree scoperte operative, le aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali tassabili. b. le aree comuni condominiali di cui all'art. 1117 c.c. che non siano detenute o occupate in via esclusiva, come androni, scale, ascensori, stenditoi o altri luoghi di passaggio o di utilizzo comune tra i condomini. La presenza di arredo oppure l’attivazione anche di uno solo dei pubblici servizi di erogazione idrica, elettrica, calore, gas, telefonica o informatica costituiscono presunzione semplice dell’occupazione o conduzione dell’immobile e della conseguente attitudine alla produzione di rifiuti. Per le utenze non domestiche la medesima presunzione è integrata altresì dal rilascio da parte degli enti competenti, anche in forma tacita, di atti assentivi o autorizzativi per l’esercizio di attività nell’immobile o da dichiarazione rilasciata dal titolare a pubbliche autorità. 4. Le unità immobiliari quali garage, fondi, soffitte e cantine non pertinenza di abitazioni, sono assoggettati alla tariffa prevista per n. 1 componente. 5. La mancata utilizzazione del servizio di gestione dei rifiuti urbani e assimilati o l’interruzione temporanea dello stesso non comportano esonero o riduzione del tributo. ART. 6 - SOGGETTI PASSIVI 1. Il tributo è dovuto da chiunque ne realizzi il presupposto, con vincolo di solidarietà nel caso di pluralità di possessori o di detentori dei locali o delle aree stesse. 2. Per le parti comuni condominiali di cui all’art. 1117 c.c. utilizzate in via esclusiva il tributo è. dovuto dagli occupanti o conduttori delle medesime. 3. Nell’ipotesi di utilizzi temporanei di durata non superiore a sei mesi nel corso dello stesso anno solare, il tributo è dovuto soltanto dal possessore dei locali o delle aree a titolo di proprietà, usufrutto, uso abitazione, superficie. 4. Per i locali in multiproprietà e di centri commerciali integrati il soggetto che gestisce i servizi comuni è responsabile del versamento del tributo dovuto per i locali ed aree scoperte di uso comune e per i locali ed aree scoperte in uso esclusivo ai singoli possessori o detentori. A questi ultimi spettano invece tutti i diritti e sono tenuti a tutti gli obblighi derivanti dal rapporto tributario riguardante i locali e le aree scoperte in uso esclusivo ART. 7 - LOCALI E AREE SCOPERTE SOGGETTI AL TRIBUTO 1. Sono soggetti al tributo tutti i locali comunque denominati, esistenti in qualsiasi specie di costruzione stabilmente infissa al suolo o nel suolo, chiusi da ogni lato, 5
verso l’esterno, qualunque sia la loro destinazione o il loro uso, suscettibili di produrre rifiuti urbani e assimilati, insistenti interamente o prevalentemente nel territorio del Comune. Si considerano soggetti tutti i locali predisposti all’uso anche se di fatto non utilizzati, considerando tali quelli dotati di almeno un’utenza attiva ai servizi di rete (acqua, energia elettrica, gas, calore, telefonica o informatica) e di arredamento e, per i locali ad uso non domestico, quelli forniti di impianti, attrezzature o, comunque, ogniqualvolta è ufficialmente assentito l’esercizio di un’attività nei locali medesimi. 2. Sono altresì soggette al tributo le aree scoperte operative, escluse quelle aventi destinazione accessoria e/o pertinenziale a locali a loro volta assoggettati a prelievo. ART. 8 - LOCALI ED AREE NON SOGGETTI AL TRIBUTO 1. Non sono soggetti al tributo i locali e le aree che non possono produrre rifiuti o che non comportano, secondo la comune esperienza, la produzione di rifiuti in misura apprezzabile per la loro natura o per il particolare uso cui sono stabilmente destinati, come a titolo esemplificativo: a. le unità immobiliari adibite a civile abitazione prive di mobili e suppellettili e sprovvisti di contratti attivi di fornitura dei servizi pubblici a rete; b. le superfici destinate a campo da gioco, locali vasche piscina, pista d’atletica fermo restando l’imponibilità delle superfici destinate ad usi diversi, quali spogliatoi, servizi igienici, uffici, biglietterie, punti di ristoro, gradinate e simili; c. i locali stabilmente riservati a impianti tecnologici, quali vani ascensore, centrali termiche, cabine elettriche, celle frigorifere, locali di essicazione e stagionatura senza lavorazione, silos e simili; d. le unità immobiliari per le quali sono stati rilasciati, anche in forma tacita, atti abilitativi per restauro, risanamento conservativo o ristrutturazione edilizia, limitatamente al periodo dalla data di inizio dei lavori fino alla data di inizio dell’occupazione; e. le aree adibite in via esclusiva al transito o alla sosta gratuita dei veicoli; f. per gli impianti di distribuzione dei carburanti: le aree scoperte non utilizzate né utilizzabili perché impraticabili o escluse dall’uso con recinzione visibile; le aree su cui insiste l’impianto di lavaggio degli automezzi; le aree visibilmente adibite in via esclusiva all’accesso e all’uscita dei veicoli dall’area di servizio e dal lavaggio. g. soffitte e sottotetti a falde spioventi limitatamente alla superficie avente un’altezza inferiore a 1,50 m; h. gli edifici adibiti in via permanente ed esclusiva all’esercizio di qualsiasi culto religioso, escluse in ogni caso le abitazioni dei ministri di culto, ed i locali utilizzati per attività non strettamente connesse al culto stesso. 2. Non sono soggette al tributo altresì: a. le aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali tassabili quali, a titolo di esempio, parcheggi gratuiti a servizio del locale, aree a verde, giardini, corti, lastrici solari, balconi, verande, terrazze e porticati non chiusi o chiudibili con strutture fisse; b. Le aree comuni condominiali ai sensi di cui all’art. 1117 del codice civile non detenute o occupate in via esclusiva, come androni, scale, ascensori, stenditoi o altri luoghi di passaggio o di utilizzo comune tra condomini. 3. Le circostanze di cui al comma precedente devono essere indicate nella dichiarazione originaria o di variazione ed essere riscontrabili in base ad elementi obiettivi direttamente rilevabili o da idonea documentazione quale, ad esempio, la dichiarazione di inagibilità o di inabitabilità emessa dagli organi competenti, la revoca, la sospensione, la rinuncia degli atti abilitativi tali da 6
impedire l'esercizio dell'attività nei locali e nelle aree ai quali si riferiscono i predetti provvedimenti. 4. Nel caso in cui sia comprovato il conferimento di rifiuti al pubblico servizio da parte di utenze totalmente escluse da tributo ai sensi del presente articolo verrà applicato il tributo per l’intero anno solare in cui si è verificato il conferimento, oltre agli interessi di mora e alle sanzioni per infedele dichiarazione. ART.9 - ESCLUSIONE DALL’OBBLIGO DI CONFERIMENTO 1. Sono esclusi dal tributo i locali e le aree per i quali non sussiste l’obbligo dell’ordinario conferimento dei rifiuti urbani e assimilati per effetto di norme legislative o regolamentari, di ordinanze in materia sanitaria, ambientale o di protezione civile ovvero di accordi internazionali riguardanti organi di Stati esteri. 2. Si applicano i commi 3 e 4 dell’articolo 8. ART. 10 - ESCLUSIONE PER PRODUZIONE DI RIFIUTI NON CONFERIBILI AL PUBBLICO SERVIZIO 1. Nella determinazione della superficie tassabile delle utenze non domestiche non si tiene conto di quella parte ove si formano di regola, ossia in via continuativa e nettamente prevalente, rifiuti speciali non assimilati e/o pericolosi, oppure sostanze escluse dalla normativa sui rifiuti di cui all’articolo 3, al cui smaltimento sono tenuti a provvedere a proprie spese i relativi produttori, a condizione che il produttore ne dimostri l’avvenuto trattamento in conformità alla normativa vigente. 2. Non sono in particolare, soggette a tariffa: a. le superfici adibite all’allevamento di animali; b. le superfici agricole produttive di paglia, sfalci e potature, nonché altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso utilizzati in agricoltura o nella selvicoltura, quali legnaie, fienili e simili depositi agricoli; c. Le superfici delle strutture sanitarie pubbliche e private in cui si producono rifiuti speciali non assimilati e/o pericolosi. 3. Relativamente alle attività, qualora sia documentata una contestuale produzione di rifiuti urbani o assimilati e di rifiuti speciali non assimilati o di sostanze comunque non conferibili al pubblico servizio, ma non sia obiettivamente possibile o sia sommamente difficoltoso individuare le superfici escluse da tributo, la superficie imponibile è calcolata forfetariamente, applicando all’intera superficie su cui l’attività è svolta la percentuale di abbattimento del 20%. 4. Per fruire dell'esclusione prevista dai commi precedenti, gli interessati devono: a. indicare nella denuncia originaria o di variazione il ramo di attività e la sua classificazione (industriale, artigianale, commerciale, di servizio, ecc.), nonché le superfici di formazione dei rifiuti o sostanze, indicandone l’uso e le tipologie di rifiuti prodotti (urbani, assimilati agli urbani, speciali, pericolosi, sostanze escluse dalla normativa sui rifiuti) distinti per codice CER; b. comunicare entro il 31 gennaio dell’anno successivo a quello di riferimento i quantitativi di rifiuti prodotti nell’anno, distinti per codici CER, allegando la documentazione attestante lo smaltimento presso imprese a ciò abilitate a titolo esemplificativo (copia formulari debitamente firmati a destinazione, copie contratti di smaltimento ecc.). 5. Nella determinazione della superficie tassabile non si tiene conto di quella in cui si producono in via esclusiva rifiuti speciali non assimilati agli urbani. In tal caso oltre che alle aree di produzione dal cui utilizzo ne consegue la diretta produzione del rifiuto speciale in via esclusiva, la detassazione spetta ai magazzini funzionalmente ed esclusivamente collegati al processo produttivo dell’attività svolta dall’utenza. Si considerano funzionalmente ed esclusivamente collegati 7
all’esercizio delle attività produttive svolte nelle aree di cui al precedente periodo, i magazzini esclusivamente impiegati per il deposito e lo stoccaggio di materie prime o di prodotti finiti utilizzati o derivanti dal processo produttivo ove siano insediati macchinari la cui lavorazione genera rifiuti speciali non assimilabili. Restano, pertanto, esclusi dalla detassazione quelli destinati anche solo parzialmente al deposito di prodotti o merci non derivanti dal processo produttivo svolto nelle aree di produzione a cui gli stessi sono collegati o destinati alla commercializzazione, allo stoccaggio di prodotti finiti e semilavorati oppure destinati alla successiva trasformazione in altro processo produttivo che non comporti la produzione esclusiva di rifiuti non assimilati da parte della medesima attività. ART. 11 – DETERMINAZIONE DELLA TARIFFA DEL TRIBUTO 1. Il tributo è corrisposto in base a tariffa commisurata ad anno solare, cui corrisponde un’autonoma obbligazione tributaria. 2. La tariffa è commisurata alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi ed alla tipologia di attività svolte, sulla base dei criteri determinati con il regolamento di cui al D.P.R. 27 aprile 1999, n. 158. 3. Le tariffe della TARI sono approvate annualmente dal Consiglio Comunale entro il termine fissato da norme statali per l’approvazione del bilancio di previsione, in conformità al piano finanziario di cui al successivo art. 15. Ai sensi dell’art. 1, comma 169, della Legge n. 296/2006, le tariffe anche se approvate successivamente all’inizio dell’esercizio purchè entro il termine sopra indicato, hanno effetto dal primo gennaio dell’anno di riferimento. In caso di mancata deliberazione nel termine, si applicano le tariffe deliberate per l’anno precedente. 4. In deroga a quanto sopra ed alle norme dell’art. 1, comma 169 della Legge n. 296/2006, le tariffe del tributo possono essere modificate, entro il termine stabilito dall’art. 193 del Decreto Legislativo n. 267/2000, ove necessario per il ripristino degli equilibri di bilancio. ART. 12 – DETERMINAZIONE DELLA SUPERFICIE TASSABILE 1. Fino all’attuazione delle disposizioni di cui al comma 647 della Legge n. 147/2013 (cooperazione tra i comuni e l’Agenzia del territorio per la revisione del catasto), la superficie delle unità immobiliari a destinazione ordinaria iscritte o iscrivibili nel catasto edilizio urbano assoggettabile al tributo è costituita da quella calpestabile dei locali e delle aree suscettibili di produrre rifiuti urbani ed assimilati. Ai fini dell’applicazione del tributo si considerano le superfici dichiarate o accertate ai fini della Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani di cui al decreto legislativo n. 507 del 13.11.1993 (TARSU) e della TARES prevista pel l’anno 2013 dall’art. 14 del D.L. n. 201/2011. 2. Avvenuta la compiuta attivazione delle procedure per l’allineamento tra i dati catastali relativi alle unità immobiliari a destinazione ordinaria e i dati riguardanti la toponomastica e la numerazione civica interna ed esterna di ciascun comune, la superficie assoggettabile al tributo delle unità immobiliari a destinazione ordinaria iscritte o iscrivibili nel catasto edilizio urbano, è pari all’80% della superficie catastale determinata secondo i criteri del D.P.R. n. 138/1998. Il comune comunicherà ai contribuenti le nuove superfici imponibili adottando le più idonee forme di comunicazione e nel rispetto dell’art. 6 della L. n. 212/2000. 3. Per le altre unità immobiliari la superficie assoggettabile al tributo, ai sensi del comma 648 della Legge n. 147/2013, è costituita da quella calpestabile misurata a filo interno dei muri, con esclusione di quella parte di essa ove si formano di regola 8
rifiuti speciali non assimilati, a condizione che il produttore ne dimostri l’avvenuto trattamento in conformità alla normativa vigente. 4. La superficie calpestabile di cui al precedente comma 1 per i locali è determinata considerando la superficie dell’unità immobiliare al netto dei muri interni, dei pilastri escludendo i balconi e le terrazze. Nella determinazione della predetta superficie non si tiene conto dei locali con altezza inferiore a 1,5 mt., delle rientranze o sporgenze realizzate per motivi estetici, salvo che non siano fruibili, dei locali tecnici quali cabine elettriche, vani ascensori, locali contatori ecc La superficie dei locali tassabili è desunta dalla planimetria catastale o da altra analoga (ad esempio planimetria sottoscritta da un tecnico abilitato iscritto all’albo professionale), ovvero da misurazione diretta. 5. La superficie complessiva è arrotondata al metro quadro superiore se la parte decimale è maggiore di 0,50; in caso contrario al metro quadro inferiore. 6. Per i distributori di carburante sono di regola soggetti a tariffa i locali, nonché l’area della proiezione al suolo della pensilina ovvero, in mancanza, una superficie forfettaria pari a 20 m2 per colonnina di erogazione. 7. Relativamente all'attività di accertamento, il Comune, per le unità immobiliari iscritte o iscrivibili nel catasto edilizio urbano, può considerare come superficie assoggettabile alla TARI quella pari all'80 per cento della superficie catastale determinata secondo i criteri stabiliti dal Regolamento di cui al Decreto del Presidente della Repubblica 23 marzo 1998, n. 138. ART. 13 – ISTITUTUZIONI SCOLASTICHE 1. Il tributo dovuto per il servizio di gestione dei rifiuti delle istituzioni scolastiche statali (scuole materne, elementari, secondarie inferiori, secondarie superiori, istituti d’arte e conservatori di musica) resta disciplinato dall’art. 33-bis del Decreto Legge 31 dicembre 2007, n. 248 (convertito dalla Legge 28 febbraio 2008, n. 31). 2. La somma attribuita al Comune ai sensi del comma precedente è sottratta dal costo che deve essere coperto con il tributo Tari. ART. 14 COPERTURA DEI COSTI DEL SERVIZIO DI GESTIONE RIFIUTI 1. Le tariffe sono determinate in modo da garantire la copertura integrale dei costi del servizio di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati. 2. In particolare il tributo deve garantire la copertura di tutti i costi relativi agli investimenti nonché di tutti i costi d’esercizio del servizio di gestione dei rifiuti, inclusi i costi di cui all’articolo 15 del D. Lgs 13/01/2003, n. 36. 3. Pe la determinazione dei costi del servizio si fa riferimento a quanto previsto dalla delibera n. 443/2019 dell’Autorità per regolazione dell’Energia, reti e ambiente (ARERA) e le sue successive modifiche ed integrazioni. 4. Nella determinazione dei costi del servizio non si tiene conto di quelli relativi ai rifiuti speciali al cui smaltimento provvedono a proprie spese i relativi produttori, comprovandone l’avvenuto trattamento in conformità alla normativa vigente. 5. Nella determinazione dei costi del servizio si tiene anche conto delle risultanze dei fabbisogni standard relativi allo specifico servizio, ove approvate in tempo utile. 6. A norma dell’art. 1, comma 655 della Legge 27/12/2013, n. 147 il costo relativo alla gestione dei rifiuti delle istituzioni scolastiche statali è sottratto dal costo che deve essere coperto con il tributo. 7. I costi del servizio di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati sono determinati annualmente dal Piano Finanziario di cui all’art. 1, comma 683 della Legge 27/12/2013, n. 147. 9
ART. 15 – PIANO FINANZIARIO 1. Il tributo comunale sui rifiuti è istituito per la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani e assimilati. 2. I costi del servizio sono definiti ogni anno sulla base del Piano Economico Finanziario, elaborato dal gestore del servizio di gestione integrata dei RU e integrato dall’Ente Territorialmente Competente. Il documento rappresenta l’andamento dei costi di gestione e di investimento, nonché la determinazione annuale dei proventi da tariffa. 3. Il piano economico finanziario è redatto secondo normativa vigente e in ottemperanza delle direttive emanate dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), in particolare con la Delibera n. 443/2019/R/rif del 31/10/2019 con relativo allegato A e Appendici. 4. Il piano economico finanziario è composto da: a) uno schema riportante il dettaglio di tutti i costi e ricavi riconosciuti dall’Autorità; b) una dichiarazione di veridicità, ai sensi del d.P.R. 445/00, sottoscritta dal legale rappresentante; c) una relazione che illustra sia i criteri di corrispondenza tra i valori riportati nella modulistica con i valori desumibili dalla documentazione contabile, sia le evidenze contabili sottostanti; d) eventuali ulteriori elementi richiesti dall’Ente territorialmente competente. 5. Il piano economico finanziario è, inoltre, corredato da una relazione attestante il programma e il piano finanziario degli investimenti necessari per conseguire gli obiettivi del servizio integrato di gestione dei RU; 6. L’ente territorialmente competente assume le pertinenti determinazioni in Consiglio Comunale e provvede, entro trenta giorni, a trasmettere all’Autorità il piano economico finanziario; 7. L’Autorità, salva la necessità di richiedere ulteriori informazioni, verifica la coerenza regolatoria degli atti, dei dati e della documentazione trasmessa e, in caso di esito positivo, conseguentemente approva. 8. Fino all’approvazione da parte dell’Autorità, si applicano, quali prezzi massimi del servizio, quelli determinati dall’Ente Territorialmente Competente. ART. 16 - ARTICOLAZIONE DELLE TARIFFE DEL TRIBUTO 1. Le tariffe sono articolate in base a due macroclassi rappresentate dalle utenze domestiche e dalle utenze non domestiche, ai sensi del D.P.R. n. 158/1999. In base al predetto decreto, le utenze domestiche sono suddivise in base ai componenti del nucleo familiare e quelle non domestiche in categorie omogenee di attività sulla base della potenzialità di produzione del rifiuto. 2. A decorrere dal 2020, le utenze relative agli studi professionali vengono assegnate alla categoria 12, unitamente alle banche, in luogo della categoria 11, indicata dal D.P.R. n. 158/1999. 3. Le tariffe si compongono di una quota variabile, rapportata alla quantità di rifiuti conferiti, ed una quota fissa, relativa alle componenti essenziali del costo del servizio di gestione dei rifiuti. 4. La tassa è composta, sulla base dei criteri previsti dal DPR 158/1999 e successive modifiche ed integrazioni, apportate in particolare dalla Delibera ARERA n. 443/2019/R/rif del 31/10/2019, da una quota fissa (TF), determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio, riferite in particolare ai costi di 10
spazzamento e lavaggio delle strade e piazze pubbliche, ai costi amministrativi e di gestione, ai costi per gli investimenti e ai relativi ammortamenti, e da una quota variabile (TV), rapportata alle quantità di rifiuti conferiti e al servizio fornito. Nella ripartizione dei costi fissi e variabili, è applicata la condizione stabilita dall’art. 3 dell’All. A alla delibera dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) n. 443/2019/R/rif del 31/10/2019. 5. Il provvedimento di determinazione delle tariffe del tributo, ai sensi del D.P.R. 158/1999, stabilisce altresì: a) La ripartizione dei costi del servizio tra le utenze domestiche e quelle non domestiche, indicando il criterio adottato, sulla base di criteri razionali; b) I coefficienti Ka, Kb, Kc e Kd previsti dall’allegato 1 al D.P.R. 158/99, fornendo idonea motivazione dei valori scelti. 6. I rifiuti riferibili alle utenze non domestiche possono essere determinati anche in base ai coefficienti di produttività Kd di cui alla tabella 4a, all. 1, del Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158. ART. 17 – TARIFFA PER LE UTENZE DOMESTICHE 1. La quota fissa della tariffa per le utenze domestiche è determinata applicando alla superficie dell’alloggio e dei locali che ne costituiscono pertinenza, le tariffe per unità di superficie parametrate al numero degli occupanti, secondo le previsioni di cui al punto 4.1, all.1, del Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158, in modo da privilegiare i nuclei familiari più numerosi. 2. La quota variabile della tariffa per le utenze domestiche è determinata in relazione al numero degli occupanti, secondo le previsioni di cui al punto 4.2, all.1, del Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158. 3. I coefficienti rilevanti nel calcolo della tariffa sono determinati nella delibera tariffaria. ART. 18 – DETERMINAZIONE DEL NUMERO OCCUPANTI DELLE UTENZE DOMESTICHE 1. Per le utenze domestiche occupate da nuclei familiari che vi hanno stabilito la loro residenza, ai fini dell’applicazione del tributo, si fa riferimento alla composizione del nucleo familiare risultante dai registri anagrafici comunali. Nel numero dei componenti devono essere altresì considerati i soggetti che, pur non avendo la residenza nell’unità abitativa, risultano ivi dimoranti, fatta eccezione per quelli la cui permanenza nell’abitazione stessa non supera i 180 giorni annui. A titolo di esempio colf e/o badanti. 2. I soggetti che risultano iscritti negli elenchi anagrafici del Comune risultanti residenti in una determinata unità abitativa possono non essere considerati ai fini della determinazione del numero dei componenti, a condizione che l’assenza per un periodo non inferiore all’anno, sia adeguatamente documentata, nel caso in cui si tratti di: a. Degenza o ricovero presso case di cura o di riposo, comunità di recupero, centri socio educativi, istituti penitenziari; b. soggetto che svolge attività di studio o di lavoro all’estero. 3. Per le unità abitative, di proprietà o possedute a titolo di usufrutto, uso o abitazione da soggetti già ivi anagraficamente residenti, tenute a disposizione dagli stessi dopo aver trasferito la residenza/domicilio in Residenze Sanitarie Assistenziali (R.S.A.) o istituti sanitari e non locate o comunque n o n utilizzate, il numero degli occupanti è fissato, previa presentazione di richiesta documentata, in una unità. 11
4. Per le utenze domestiche occupate o a disposizione di persone che hanno stabilito la residenza fuori dal territorio comunale e per le abitazioni tenute a disposizione da parte di soggetti residenti, il numero dei componenti occupanti l’abitazione viene stabilito in base a quanto indicato nella dichiarazione presentata ai sensi dell’art. 30. In caso di mancata indicazione nella dichiarazione, salvo prova contraria, il numero degli occupanti viene stabilito in numero 1 (un) componente. 5. Per le unità immobiliari ad uso abitativo occupate da due o più nuclei familiari la tariffa è calcolata con riferimento al numero complessivo degli occupanti l’alloggio. 6. Le cantine, le autorimesse o gli altri simili luoghi di deposito si considerano utenze domestiche condotte da un occupante, se condotte da persona fisica priva nel comune di utenze abitative. 7. Il numero degli occupanti le utenze domestiche è quello risultante alla data di emissione dell’invito di pagamento di cui all’articolo 30 o per le nuove utenze, dalla data di apertura. Le variazioni intervenute successivamente avranno efficacia a partire dall’anno seguente. ART. 19 - TARIFFA PER LE UTENZE NON DOMESTICHE 1. La quota fissa della tariffa per le utenze non domestiche è determinata applicando alla superficie imponibile le tariffe per unità di superficie riferite alla tipologia di attività svolta, calcolate sulla base di coefficienti di potenziale produzione secondo le previsioni di cui al punto 4.3, all.1, del Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158. 2. La quota variabile della tariffa per le utenze non domestiche è determinata applicando alla superficie imponibile le tariffe per unità di superficie riferite alla tipologia di attività svolta, calcolate sulla base di coefficienti di potenziale produzione secondo le previsioni di cui al punto 4.4, all.1, del Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158. 3. I coefficienti rilevanti nel calcolo della tariffa sono determinati per ogni classe di attività contestualmente all’adozione della delibera tariffaria. ART. 20 - CLASSIFICAZIONE DELLE UTENZE NON DOMESTICHE 1. Per le utenze non domestiche, sino a che non siano messi a punto e resi operativi sistemi di misurazione delle quantità di rifiuti effettivamente prodotti dalle singole utenze, i locali e le aree con diversa destinazione d’uso vengono accorpati in classi di attività omogenee con riferimento alla tipologia di attività svolta, tenuto conto dei criteri stabiliti dal D.P.R. n. 158/1999. 2. L’inserimento di un’utenza in una determinata categoria di attività, avviene di regola sulla base della classificazione delle attività economiche ATECO adottata dall’ISTAT relativa all’attività principale o ad eventuali attività secondarie, fatta salva la prevalenza dell’attività effettivamente svolta. 3. Le attività non comprese in una specifica categoria sono associate alla categoria di attività che presenta maggiore analogia sotto il profilo della destinazione d’uso e della connessa potenzialità quantitativa e qualitativa a produrre rifiuti. 4. La tariffa applicabile è di regola unica per tutte le superfici facenti parte del medesimo compendio. 5. Nelle unità immobiliari adibite a civile abitazione in cui sia svolta anche un’attività economica o professionale alla superficie a tal fine utilizzata è applicata la tariffa prevista per la specifica attività esercitata. 6. In tutti i casi in cui non sia possibile distinguere la porzione di superficie destinata per l’una o l’altra attività, si fa riferimento all’attività principale desumibile dalla visura camerale o da altri elementi. 12
ART. 21 -OBBLIGAZIONE TRIBUTARIA 1. Il tributo è dovuto limitatamente al periodo dell’anno, computato in giorni, nel quale sussiste il possesso, o la detenzione dei locali o aree. 2. L’obbligazione tributaria cessa il giorno in cui termina il possesso o la detenzione a condizione che il contribuente presenti la dichiarazione di cessata occupazione entro il 30 giugno dell’anno successivo. 3. Se la dichiarazione di cessazione è presentata in ritardo si presume che l’utenza sia cessata alla data della presentazione, salvo che l’utente dimostri con idonei elementi di prova la data di effettiva cessazione. 4. La cessazione dà diritto all’abbuono o al rimborso del tributo secondo quanto stabilito dal successivo articolo 30. 5. Le variazioni intervenute nel corso dell’anno, in particolare nelle superfici e/o nelle destinazioni d’uso dei locali e delle aree scoperte, che comportano un aumento di tariffa producono effetti dal giorno di effettiva variazione degli elementi stessi. Il medesimo principio vale anche per le variazioni che comportino una diminuzione di tariffa, a condizione che la dichiarazione, se dovuta, sia prodotta entro i termini di cui al successivo articolo 30 decorrendo altrimenti dalla data di presentazione. Le variazioni di tariffa saranno di regola conteggiate a conguaglio. ART. 22 - TRIBUTO GIORNALIERO 1. Il tributo si applica in base a tariffa giornaliera ai soggetti che occupano o detengono temporaneamente, ossia per periodi inferiori a 183 giorni nel corso dello stesso anno solare, con o senza autorizzazione, locali od aree pubbliche o di uso pubblico. 2. La tariffa applicabile è determinata rapportando a giorno la tariffa annuale relativa alla corrispondente categoria di attività non domestica e aumentandola del 50%. 3. In mancanza della corrispondente voce di uso nella classificazione contenuta nel presente regolamento è applicata la tariffa della categoria recante voci di uso assimilabili per attitudine quantitativa e qualitativa a produrre rifiuti urbani e assimilati. 4. L'obbligo di presentazione della dichiarazione è assolto con il pagamento del tributo da effettuarsi con le modalità e nei termini previsti per la tassa di occupazione temporanea di spazi ed aree pubbliche ovvero per l'imposta municipale secondaria di cui all'art. 11, del Decreto Legislativo 14 marzo 2011, n. 23, a partire dalla data di entrata in vigore della stessa. 5. Al tributo giornaliero n o n si applicano riduzioni ed agevolazioni. 6. L’Ufficio comunale addetto al rilascio delle concessioni per l’occupazione del suolo pubblico e quello addetto alla vigilanza sono tenuti a comunicare all’ufficio tributi tutte le concessioni rilasciate, nonché eventuali occupazioni abusive riscontrate. ART. 23 - TRIBUTO PROVINCIALE 1. Ai soggetti passivi del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi, compresi i soggetti tenuti a versare il tributo giornaliero, è applicato il tributo provinciale per l'esercizio delle funzioni di tutela, protezione ed igiene dell'ambiente di cui all'art. 19, del Decreto Legislativo 30 dicembre 1992, n. 504. 2. Il tributo provinciale, commisurato alla superficie dei locali e delle aree assoggettabili al tributo comunale, è applicato nella misura percentuale deliberata dalla provincia sull'importo del tributo comunale. 13
ART. 24 - RIDUZIONI PER LA RACCOLTA DIFFERENZIATA RIFERIBILE ALLE UTENZE DOMESTICHE 1. E’ assicurata una riduzione del 15 % della quota variabile del tributo alle utenze domestiche che abbiano avviato il compostaggio dei propri scarti organici ai fini dell’utilizzo in proprio del materiale prodotto. La riduzione è subordinata alla sottoscrizione di apposita dichiarazione di praticare il compostaggio domestico in modo continuativo e la disponibilità a sottoporsi a periodici controlli. 2. La riduzione di cui sopra viene applicata agli utenti a seguito di accertamento e/o verifica da parte degli Uffici della effettiva attuazione del compostaggio domestico, a decorrere dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui è stata presentata la domanda. 3. Qualora a seguito di controlli il compost venisse trovato inutilizzato, o non più presente presso l’utenza, all’utente verranno addebitate tutte le annualità pregresse di cui ha goduto della agevolazione, fino al massimo di 5 annualità e le eventuali sanzioni applicabili. ART. 25- RIDUZIONI PER RIFIUTI ASSIMILATI EFFETTIVAMENTE AVVIATI AL RECUPERO 1. Per le utenze non domestiche, ai sensi dell’art.1 comma 649, secondo periodo, della L. 147/2013, modificata con DL n. 16 del 06/03/2014, convertito con modificazioni nella Legge n. 68 del 02.05.2014, la parte variabile del tributo può essere ridotta, a consuntivo, sulla sola superficie individuata come produttiva di rifiuti assimilati di cui all’allegato A) al presente regolamento, in proporzione alle quantità di rifiuti assimilati che il produttore dimostri di aver avviato al recupero nell’anno di riferimento, mediante specifica attestazione rilasciata dall’impresa/e, a ciò abilitata, che ha effettuato l’attività di recupero. 2. Per «recupero» si intende, quanto indicato all’art. 183, comma 1, lett. t), del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e smi. 3. La riduzione si applica sulla quota variabile della tariffa nei limiti di quanto previsto al successivo articolo 72. Tale riduzione è calcolata determinando la percentuale del totale dei rifiuti prodotti e avviati al recupero rispetto alla capacità produttiva totale di rifiuti assegnata all’utenza non domestica (determinata dal prodotto del Kd assegnato*superficie totale) secondo la seguente formula: kg rifiuti recuperati Calcolo della % di recupero = ----------------------------------------------------- * 100 Kd assegnato * Superficie tassabile 4. La riduzione deve essere richiesta annualmente dall’interessato, compilando apposito modulo da presentare entro il entro il 31 gennaio dell’anno successivo allegando una dichiarazione attestante la quantità di rifiuti avviati al riciclo nel corso dell’anno solare precedente, ai sensi del D.P.R. 445/2000. A tale dichiarazione dovranno essere altresì allegati copie di tutti i formulari di trasporto, di cui all’art. 193 del D.Lgs. 152/2006 relativi ai rifiuti avviati al riciclo, debitamente controfirmati al destinatario, o altra documentazione comprovante la quantità dei rifiuti speciali assimilati avviati al recupero, in conformità delle normative vigenti. E’ facoltà del Comune, comunque, richiedere ai predetti soggetti copia del modello unico di denuncia (MUD) per l’anno di riferimento o altra documentazione equivalente. 5. Il Comune si riserva di applicare la riduzione di cui al comma 3, solo ed esclusivamente dopo aver verificato l’avvenuto pagamento del tributo da parte della 14
ditta beneficiaria, sia relativamente all’anno oggetto di riduzione che agli anni precedenti. ART. 26 -RIDUZIONI PER PRESTAZIONE DEL SERVIZIO CON LIVELLI DI QUALITÀ FUORI STANDARD 1. Si intende servita qualsiasi utenza la cui strada di accesso risulti compresa nel perimetro di regolare effettuazione del servizio. A tutte le utenze non domestiche è regolarmente assicurato il servizio di raccolta dei rifiuti prodotti ovunque siano insediate nell’ambito del territorio comunale. 2. Tutte le utenze domestiche, anche se non servite direttamente, devono conferire i rifiuti in luogo idoneo, definito dal Comune, internamente al perimetro in cui il servizio è effettuato regolarmente. 3. Per le utenze poste ad una distanza superiore a 500 metri dal più vicino punto di conferimento, la parte fissa della tariffa è computata al 40%, in considerazione del minor servizio erogato. 4. Qualora il servizio venga esteso a zone non servite il tributo si applica, nella misura prevista, a far data dalla comunicazione di attivazione del servizio effettuata a cura del Funzionario Responsabile. ART. 27 - ULTERIORI RIDUZIONI ED ESENZIONI A CUI DARE ADEGUATA COPERTURA CON RISORSE DIVERSE DAI PROVENTI DEL TRIBUTO 1. Il Consiglio Comunale può decidere ulteriori riduzioni ed esenzioni, ad esempio di valenza sociale per famiglie economicamente disagiate o per famiglie in cui vi sia la presenza di un portatore di handicap, ovvero per le associazioni di volontariato operanti sul territorio comunale o per le altre scuole pubbliche o musei ovvero per altri casi da dettagliare adeguatamente e modulare purché al costo complessivo di dette agevolazioni sia assicurata adeguata copertura con risorse diverse dai proventi del tributo. ART. 28 - LIMITI MASSIMI DELLE RIDUZIONI E AGEVOLAZIONI 1. Qualora si rendessero applicabili più riduzioni o agevolazioni, ciascuna di esse opera sull’importo ottenuto dall’applicazione delle riduzioni o agevolazioni precedentemente considerato. 2. Le riduzioni potranno cumularsi fino ad una quota massima del 50% dell’intera tariffa (parte fissa + parte variabile). ART. 29- RIDUZIONE AIRE 1. Secondo quanto stabilito dalla Legge n. 80 del 23/05/2014, sull’unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato e iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE), già pensionati nei rispettivi Paesi di residenza, a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia, a condizione che non risulti locata o data in comodato d'uso, il tributo è applicato in misura ridotta di due terzi. 2. Per usufruire del beneficio, il contribuente ha l’obbligo di presentare apposita dichiarazione corredata di tutta la documentazione richiesta dalla legge, al fine di permettere agli Uffici Comunali di effettuare le dovute verifiche. 3. La trasmissione della dichiarazione di cui al comma precedente va effettuata entro il 30 giugno (o diverso termine previsto dalla normativa vigente) dell’anno successivo a quello per il quale si richiede l’applicazione della riduzione. Non saranno considerate 15
valide le dichiarazioni non corredate della documentazione richiesta dalla legge. 4. Le dichiarazioni effettuate oltre il termine di cui al comma 3 del presente articolo, se ritenute valide, saranno efficaci dall’anno successivo a quello per il quale se ne richiedeva l’applicazione. ART. 30- RISCOSSIONE 1. La tassa sui rifiuti è versata direttamente al Comune, mediante modello di pagamento unificato del decreto Legislativo n. 241 del 09/07/1997, tramite bollettino di conto corrente postale ovvero tramite le altre modalità di pagamento offerto dai servizi elettronici di incasso e di pagamento interbancari e postali. 2. Il Comune provvede all’invio ai contribuenti di un apposito avviso di pagamento contenente l’importo dovuto per la tassa sui rifiuti ed il tributo provinciale, l’ubicazione e la superficie dei locali e delle aree su cui è applicato il tributo, le tariffe applicate, l’importo di ogni singola rata e le scadenze. L’avviso di pagamento deve contenere tutti gli elementi previsti dall’art. 7 della Legge n. 212/2000, nonché tutte le indicazioni contenute nella delibera ARERA n. 444/2019, a partire dall’entrata in vigore delle disposizioni in essa contenute. In particolare, è previsto l’invio di un documento di riscossione in formato cartaceo, fatta salva la scelta dell’utente di ricevere il documento medesimo in formato elettronico. A tal fine l’avviso di pagamento contiene specifiche indicazioni che consentano agli utenti di poter optare per il formato elettronico, con la relativa procedura di attivazione. 3. Il numero e la scadenza della rate verranno deliberate annualmente dall’organo competente e pubblicate sul sito web istituzionale. In caso di mancata deliberazione si intenderanno applicabili le scadenze dell’anno precedente. 4. Eventuali conguagli di anni precedenti o dell’anno in corso possono essere riscossi anche in unica soluzione. 5. L’importo complessivo del tributo annuo dovuto da versare è arrotondato all’euro superiore o inferiore a seconda che le cifre decimali siano superiori o inferiori/pari a 49 centesimi, in base a quanto previsto dal comma 166, art. 1, della Legge 27/12/2006, n. 296. L’arrotondamento, nel caso di impiego del modello F24, deve essere operato per ogni codice tributo. 6. Le modifiche inerenti alle caratteristiche dell’utenza, che comportino variazioni in corso d’anno del tributo, potranno essere conteggiate nel tributo relativo all’anno successivo anche mediante conguaglio compensativo. 7. Al contribuente che non versi alle prescritte scadenze le somme indicate nell’invito di pagamento è notificato, anche a mezzo raccomandata A.R. e a pena di decadenza entro il 31 dicembre del quinto anno successivo all’anno per il quale il tributo è dovuto, avviso di accertamento per omesso o insufficiente pagamento. L’avviso indica le somme da versare in unica rata entro sessanta giorni dalla ricezione, con addebito delle spese di notifica, e contiene l’avvertenza che, in caso di inadempimento, si applicherà la sanzione per omesso pagamento di cui all’articolo 76, comma 1, oltre agli interessi di mora, e si procederà alla riscossione coattiva con aggravio delle spese di riscossione. ART. 31 - DICHIARAZIONE DI INIZIO, VARIAZIONE E CESSAZIONE 1. I soggetti passivi del tributo devono dichiarare ogni circostanza rilevante per l’applicazione del tributo e in particolare: a. l’inizio, la variazione o la cessazione dell’utenza; b. la sussistenza delle condizioni per ottenere agevolazioni o riduzioni; c. il modificarsi o il venir meno delle condizioni per beneficiare di agevolazioni 16
o riduzioni. 2. Nell’ipotesi di soggetti obbligati in solido, la dichiarazione può essere presentata anche da uno solo dei possessori o detentori. 3. I soggetti obbligati provvedono a consegnare al Comune la dichiarazione, redatta sui moduli appositamente predisposti dallo stesso, entro il 30 giugno dell’anno successivo alla data di inizio del possesso o della detenzione dei locali e delle aree assoggettabili al tributo.- La dichiarazione debitamente sottoscritta dal soggetto dichiarante, può essere consegnata o direttamente, o a mezzo posta con raccomandata a/r, o a mezzo fax, allegando copia del documento d’identità, o a mezzo PEC (posta elettronica certificata). La denuncia si intende consegnata all’atto del ricevimento da parte del Comune, nel caso di consegna diretta, alla data di spedizione risultante dal timbro postale, nel caso di invio postale, alla data del rapporto di ricevimento nel caso di invio a mezzo fax, dalla data del ricevimento del rapporto di ricevimento nel caso di invio a mezzo PEC. 4. Ai fini dell’applicazione del tributo la dichiarazione ha effetto anche per gli anni successivi, sempre che non si verifichino modificazioni dei dati dichiarati da cui consegua un diverso ammontare del tributo. In quest’ultimo caso il contribuente è obbligato a presentare apposita dichiarazione di variazione entro il termine del 30 giugno dell’anno successivo a quello nel quale si sono verificate le modificazioni. Non comporta obbligo di presentazione della denuncia di variazione la modifica del numero di componenti il nucleo familiare se si tratta di soggetti residenti. 5. La dichiarazione, originaria, di variazione, deve contenere i seguenti elementi: Utenze domestiche: a. Generalità dell’occupante/detentore/possessore, il codice fiscale, la residenza; b. Generalità del denunciante se diverso dal contribuente, con indicazione della qualifica; c. Dati catastali, indirizzo di ubicazione comprensivo di numero civico e di numero dell’interno, ove esistente, superficie calpestabile e destinazione d’uso dei singoli locali, nonché i dati del proprietario/i dello stesso. d. Numero degli occupanti i locali (solo se necessario); e. Generalità e codice fiscale dei soggetti non residenti nei medesimi; f. Data di inizio o cessazione del possesso o della detenzione dei locali o in cui è intervenuta la variazione; g. La sussistenza o il venir meno dei presupposti per usufruire di agevolazioni, riduzioni o esenzioni. Utenze non domestiche: a. Denominazione della ditta o ragione sociale della società, relativo scopo sociale o istituzionale della persona giuridica, sede principale o legale, codice fiscale e partita IVA, codice ATECO dell’attività, PEC; b. Generalità del soggetto denunciante, con indicazione della qualifica; c. Persone fisiche che hanno la rappresentanza e l’amministrazione della società; d. Dati catastali, indirizzo di ubicazione comprensivo del numero civico e dell’interno ove esistente, superficie calpestabile e destinazione d’uso dei singoli locali ed aree denunciati e loro pertinenze interne, nonché i dati del proprietario/i degli stessi; e. Indicazione dell’eventuale parte della superficie produttiva di rifiuti speciali non assimilati agli urbani; f. Data di inizio o di cessazione del possesso o della detenzione o divariazione degli elementi denunciati; g. La sussistenza o il venir meno dei presupposti per usufruire di agevolazioni, riduzioni o esenzioni. 17
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