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Atti Parlamentari — 1 — Camera dei Deputati XVIII LEGISLATURA — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI — DOCUMENTI CAMERA DEI DEPUTATI N. 636 — PROPOSTA DI LEGGE D’INIZIATIVA DEI DEPUTATI GADDA, MORETTO, MARCO DI MAIO, ERMINI, PEZZOPANE, ZAN, DE FILIPPO Disposizioni in materia di produzione e vendita del pane Presentata il 17 maggio 2018 ONOREVOLI COLLEGHI ! – Il pane da sempre tenuto con un impasto di acqua, farina e è considerato uno degli elementi fondamen- lievito e con l’aggiunta eventuale di altri tali della nutrizione. È un prodotto straor- ingredienti come l’olio, cotto e venduto dinario frutto di numerosi saperi: dalla nell’arco di poche ore, sul mercato si trova conoscenza della terra ai metodi di colti- pane ottenuto per completamento di cot- vazione, dalla raccolta delle messi alla la- tura effettuata nel punto vendita, anche a vorazione della farina e alla cottura, l’unico partire da basi congelate. ad avere una relazione strettissima con la Per permettere ai consumatori di acce- natura e con i suoi elementi fondamentali, dere a informazioni corrette sulla qualità terra, aria, acqua e fuoco. del pane in commercio il decreto-legge 4 Le trasformazioni tecnologiche e sociali luglio 2006, n. 223, convertito, con modi- degli ultimi decenni hanno modificato la ficazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, modalità di produzione e di vendita del pane e le tecniche di conservazione con il recante « Disposizioni urgenti per il rilan- freddo hanno reso l’offerta di questo pro- cio economico e sociale, per il conteni- dotto estremamente variegata. Il consuma- mento e la razionalizzazione della spesa tore oggi può scegliere fra pane fresco, pubblica, nonché interventi in materia di pane confezionato e presurgelato e altri entrate e di contrasto all’evasione fiscale », prodotti da forno simili. Oggi infatti esi- aveva previsto, all’articolo 4, « Disposizioni stono diverse tecniche per la produzione urgenti per la liberalizzazione dell’attività del pane: accanto a quello tradizionale ot- di produzione di pane ».
Atti Parlamentari — 2 — Camera dei Deputati XVIII LEGISLATURA A.C. 636 In particolare, l’articolo introduceva le normativa nazionale del settore della pa- denominazioni di « panificio » e di « pane nificazione, nuove norme pensate per ren- fresco » e l’adozione della dicitura « pane dere, da un lato, le informazioni più effi- conservato », rimandando l’attuazione a un caci e veritiere, accompagnando gli acqui- successivo decreto ministeriale che doveva renti, e dall’altro, per consentire alle im- essere adottato entro dodici mesi dalla data prese di panificazione di aumentare e di di entrata in vigore della citata legge n. 248 valorizzare le peculiarità artigianali delle del 2006. loro attività e dei loro prodotti. Diverse sono le ragioni per cui questo Il presente progetto di legge dunque si non è avvenuto: in particolare si sono re- occupa di rilanciare, valorizzandolo, il set- gistrati rilievi della Commissione europea tore del pane fresco artigianale stabilendo allo schema del decreto ministeriale sulla nelle finalità che il pane è uno degli ele- disciplina della panificazione di cui al ci- menti fondamentali della nostra nutrizione tato articolo 4, comma 2-ter. Nel prosieguo (articolo 1); è un prodotto capace di rap- dell’iter per l’adozione definitiva del prov- presentare il territorio italiano e gli antichi vedimento da parte dell’Italia, il testo in- saperi legati alla sua lavorazione. Per que- tegrato sulla base delle raccomandazioni sti motivi il pane fresco italiano viene ri- espresse è stato rinviato dall’Unità centrale conosciuto dal provvedimento come rap- di notifica alla Commissione europea ma presentativo del patrimonio culturale na- non sono più pervenute altre comunica- zionale. zioni. Con l’articolo 2 viene data la definizione In sostanza, ad oggi la legge non garan- di « pane »; la denominazione « pane fre- tisce il consumatore nel riconoscimento del sco » è riservata esclusivamente al pane pane fresco artigianale rispetto al pane preparato secondo un processo di produ- conservato, distinzione estremamente ne- zione continuo, privo di interruzioni fina- cessaria non solo per i panificatori ma lizzate al congelamento, alla surgelazione anche per gli acquirenti a cui la legge ha di impasti e ad altri trattamenti con effetto promesso, fin dal 2007, di fornire gli ele- conservante; processo di produzione con- menti utili per compiere un acquisto ocu- tinuo che non deve superare le 72 ore. lato del pane riuscendo a comprendere se Altre definizioni sono: « pane di pasta ma- il pane che si compra è fresco artigianale o, ad esempio, sfornato ma prodotto con base dre » e « pane con pasta madre ». surgelata o prodotto altrove, anche fuori Nella commercializzazione viene previ- dall’Unione europea. sto il divieto di utilizzare la denominazione Le differenze sono sostanziali: per il « pane fresco » per il pane destinato ad pane artigianale servono acqua, farina e essere posto in vendita oltre le 24 ore sale e una lunga lievitazione; per il pane successive al momento in cui è stato com- industriale si possono avere tempi di pre- pletato il processo produttivo, per il pane parazione più ridotti e ingredienti aggiun- posto in vendita successivamente al com- tivi fra cui i conservanti utili per una più pletamento della cottura di pane parzial- lunga resistenza all’invecchiamento. mente cotto, comunque conservato, e per il È dunque necessario migliorare l’infor- pane ottenuto dalla cottura di prodotti in- mazione al consumatore sul pane che si termedi di panificazione. È previsto, al- compra, mettendolo nelle condizioni di sa- tresì, il divieto di utilizzare denominazioni pere se sta acquistando un prodotto fresco quali: « pane di giornata », « pane appena presso un panificio tradizionale che fa pane sfornato » e « pane caldo », nonché qual- nell’arco della giornata con un procedi- siasi altra denominazione che possa in- mento produttivo unico e continuo ovvero durre in inganno il consumatore. un prodotto che è stato solo cotto nel punto Sono previste delle sanzioni, salvo che il vendita. fatto costituisca reato, per violazioni degli Da qui la proposta di un nuovo e più obblighi; si dispongono pesanti sanzioni attuale quadro legislativo che aggiorni la amministrative fino alla sospensione del-
Atti Parlamentari — 3 — Camera dei Deputati XVIII LEGISLATURA A.C. 636 l’attività per violazioni di particolare gra- La figura del responsabile dell’attività vità o recidiva. produttiva viene disciplinata dall’articolo 9 L’articolo 3 contiene la definizione di ed è identificata nel titolare dell’impresa o « prodotto intermedio di panificazione ». Si in un suo collaboratore familiare, socio o impone l’obbligo, per un’impresa che prov- lavoratore dipendente dell’impresa di pa- vede alla lievitazione e alla cottura ovvero nificazione designato dal legale rappresen- alla sola cottura di un prodotto intermedio tante dell’impresa stessa all’atto della pre- di panificazione, di commercializzare il pane sentazione della SCIA. A tale figura viene così ottenuto in scaffali distinti e separati. affidato il compito di assicurare l’utilizzo e L’articolo 4 prevede che il pane sotto- la manipolazione delle materie prime. È posto a trattamenti che ne aumentino la previsto un corso di formazione professio- durabilità è posto in vendita con una dici- nale accreditato dalla regione o dalla pro- tura aggiuntiva che ne evidenzi il metodo di vincia autonoma competente. Si prevede conservazione e di consumo. Al momento l’esonero da questi corsi formativi quando della vendita, anche questo tipo di pane il titolare eserciti la professione di panifi- deve essere esposto in scomparti riservati. cazione da tre anni oppure sia in possesso L’articolo 5, poi, definisce il lievito come di un attestato di qualifica rilasciato a « l’organismo unicellulare avente la capa- seguito di un corso di formazione profes- cità di convertire gli zuccheri derivanti sionale unitamente a un periodo di attività dalla degradazione dell’amido in alcool e in lavorativa di panificazione da almeno un anidride carbonica, assicurando la forma- anno, o sia affiancato dal responsabile del- l’attività produttiva nella quale è suben- zione della pasta convenientemente lievi- trato. tata ». La norma impone che la produzione In tema di mutuo riconoscimento, l’ar- di lievito deve essere ottenuta da micror- ticolo 10 prevede la possibilità di commer- ganismi presenti in natura. Nei successivi cializzare nel territorio dello Stato italiano commi 2, 3 e 4, si definiscono « lieviti i prodotti da forno realizzati e commercia- impiegabili nella panificazione » la crema lizzati negli altri Paesi membri dell’Unione di lievito e il lievito secco e viene conside- europea o in uno Stato parte contraente rato, invece, « pasta madre » quell’impasto dell’Accordo sullo spazio economico euro- ottenuto esclusivamente con farina e con peo. acqua sottoposto ad una lunga fermenta- L’articolo 11 attribuisce la denomina- zione naturale acidificante, utilizzando la zione di pane tradizionale di qualità ai vari tecnica dei successivi rinfreschi, al fine di tipi di pane tradizionale tipico locale, iden- consentire la naturale lievitazione dell’im- tificati dalle regioni ai sensi del decreto pasto. legislativo n. 173 del 1998 e del regola- L’articolo 6 consente l’utilizzo delle pa- mento di cui al decreto ministeriale n. 350 ste acide, delle paste acide liquide e delle del 1999, e i tipi di pane riconosciuti ai paste acide in pasta. L’articolo 7 contiene la sensi della normativa dell’Unione europea definizione di « panificio » e le norme sulle in materia di DOP, di IGP e di specialità modalità di vendita. Si dispone che l’avvio tradizionale garantita. di un nuovo panificio e il trasferimento e la L’articolo 12 attribuisce la vigilanza sul- trasformazione di panifici esistenti sono l’attuazione della legge alle aziende sanita- subordinati alla segnalazione certificata di rie locali e ai comuni competenti per ter- inizio attività, la SCIA. ritorio. L’articolo 8 prevede che la denomina- L’articolo 13 prevede che le regioni si zione di « forno di qualità » è riservata adeguino alle disposizioni in esame entro esclusivamente al panificio che produce e dodici mesi dalla data di entrata in vigore commercializza pane fresco. Per la vendita della legge; per le regioni a statuto speciale di pane fresco, questo deve essere posto in e per le province autonome di Trento e di scaffali distinti e separati rispetto agli altri Bolzano è prevista la clausola di salvaguar- tipi di pane. dia. In base all’articolo 14, il Governo è
Atti Parlamentari — 4 — Camera dei Deputati XVIII LEGISLATURA A.C. 636 autorizzato ad apportare, nell’esercizio del Si tratta quindi di un provvedimento potere regolamentare, entro sei mesi dalla completo, che risponde alle istanze di un data di entrata in vigore del provvedi- settore che qualifica la tradizione italiana e mento, le modifiche necessarie. L’articolo accoglie le richieste di maggiore informa- 15 abroga alcuni articoli di precedenti prov- zione e chiarezza che i consumatori, in vedimenti in materia di produzione e com- ogni rilevazione demoscopica, hanno sem- mercio del pane superati e in contrasto con pre posto al centro delle loro aspettative. la nuova legge. Infine, l’articolo 16 stabili- L’approvazione di questa proposta di legge sce l’entrata in vigore del provvedimento. qualificherà ancor più l’impegno del Par- Il provvedimento in commento, che ri- lamento nei confronti del settore agroali- produce integralmente il testo approvato mentare e del made in Italy. La finalità dalla Camera nella scorsa legislatura (AS ultima è quella di consentire a chi produce 2996), è atteso da anni dal mondo della di valorizzare al meglio il frutto del proprio produzione artigianale del pane e dalle lavoro, dando piena e completa informa- associazioni dei consumatori e rappresenta zione a chi acquista il prodotto – il pane, l’esito di un approfondito confronto, avve- in questo caso – rispetto ai caratteri di nuto tra i deputati, la Commissione agri- unicità, qualità e genuinità intrinseci nelle coltura e le associazioni dei produttori, dei produzioni artigianali, che la proposta di distributori e dei consumatori. Un testo di legge pone al centro dell’attenzione. Qua- legge che si inserisce appieno nel solco lità, competenza e trasparenza sono i cri- delle iniziative legislative e regolamentari teri che hanno ispirato questa iniziativa di Parlamento e Governo e per tutelare e legislativa di cui auspichiamo una veloce promuovere le produzioni tipiche e tradi- approvazione affinché tali criteri diventino zionali disseminate in variegata diversità in patrimonio condiviso non solo per il settore tutte le nostre regioni e di cui il nostro della panificazione, ma anche per tutto il Paese è sapiente custode. settore agroalimentare nazionale.
Atti Parlamentari — 5 — Camera dei Deputati XVIII LEGISLATURA A.C. 636 PROPOSTA DI LEGGE __ ART. 1. (Finalità). 1. La presente legge reca disposizioni in materia di produzione e di vendita del pane al fine di garantire il diritto all’informa- zione dei consumatori e di valorizzare il pane fresco. 2. Il pane fresco italiano, quale frutto del lavoro e dell’insieme delle competenze, delle conoscenze, delle pratiche e delle tra- dizioni, costituisce un patrimonio culturale nazionale da tutelare e valorizzare negli aspetti di sostenibilità sociale, economica, produttiva, ambientale e culturale. ART. 2. (Definizioni). 1. È denominato « pane » il prodotto ottenuto dalla cottura totale o parziale di una pasta, convenientemente lievitata uti- lizzando il lievito di cui all’articolo 5, comma 1, preparata con sfarinati di grano o di altri cereali e acqua, con o senza aggiunta di cloruro di sodio o sale comune, spezie o erbe aromatiche. 2. La denominazione di pane di cui al comma 1 può essere integrata dalle se- guenti denominazioni aggiuntive: a) la denominazione di « pane fresco » è riservata in via esclusiva al pane che è stato preparato secondo un processo di produzione continuo, privo di interruzioni finalizzate al congelamento, alla surgela- zione di impasti e ad altri trattamenti con effetto conservante, ad eccezione delle tec- niche mirate al solo rallentamento del pro- cesso di lievitazione, senza additivi conser- vanti. È ritenuto continuo il processo di produzione per il quale non intercorre un intervallo di tempo superiore a settantadue ore dall’inizio della lavorazione fino al mo- mento della messa in vendita del prodotto; b) la denominazione di « pane di pasta madre » è riservata al pane che è stato
Atti Parlamentari — 6 — Camera dei Deputati XVIII LEGISLATURA A.C. 636 prodotto mediante l’utilizzo esclusivo, ai fini della fermentazione dell’impasto, di pasta madre di cui all’articolo 5, comma 5, e senza ulteriori aggiunte di altri agenti lievitanti. Il pane che rientra anche nelle condizioni previste dalla lettera a) può es- sere denominato « pane fresco di pasta madre »; c) la denominazione di « pane con pasta madre » è riservata al pane che è stato prodotto mediante l’utilizzo conte- stuale dei lieviti di cui all’articolo 5, commi 2, 3 e 4, in proporzioni variabili tra loro. Il pane che rientra anche nelle condizioni previste dalla lettera a) può essere deno- minato « pane fresco con pasta madre ». 3. È vietato utilizzare in commercio la denominazione di « pane fresco »: a) per designare il pane destinato ad essere posto in vendita oltre le ventiquattro ore successive al momento in cui è stato completato il processo produttivo, indipen- dentemente dalle modalità di conserva- zione adottate; b) per il pane posto in vendita suc- cessivamente al completamento della cot- tura di pane parzialmente cotto, comunque conservato; c) per il pane ottenuto dalla cottura di prodotti intermedi di panificazione, comun- que conservati. 4. È comunque vietato l’utilizzo delle denominazioni « pane di giornata », « pane appena sfornato » e « pane caldo » nonché di qualsiasi altra denominazione che possa indurre in inganno il consumatore. 5. Il pane ottenuto da una cottura par- ziale, se è destinato al consumatore finale, deve essere contenuto in imballaggi singo- larmente preconfezionati recanti nell’eti- chetta le indicazioni previste dalle disposi- zioni vigenti e, in modo evidente, la deno- minazione di « pane » completata dalla di- citura « parzialmente cotto » o altra equivalente, nonché l’avvertenza che il pro- dotto deve essere consumato previa ulte- riore cottura e l’indicazione delle modalità della stessa.
Atti Parlamentari — 7 — Camera dei Deputati XVIII LEGISLATURA A.C. 636 6. Nel caso di prodotto surgelato, oltre a quanto previsto dal comma 5, l’etichetta deve riportare le indicazioni previste dalla norma- tiva vigente in materia di prodotti alimentari surgelati, nonché la dicitura « surgelato ». 7. Salvo che il fatto costituisca reato, chiunque viola gli obblighi di cui al pre- sente articolo è soggetto alla sanzione am- ministrativa pecuniaria del pagamento di una somma da euro 500 a euro 3.000. In caso di violazioni di particolare gravità o di reiterazione ai sensi dell’articolo 8-bis della legge 24 novembre 1981, n. 689, l’autorità amministrativa dispone la sospensione del- l’attività di vendita per un periodo non superiore a venti giorni. 8. I prodotti ottenuti dalla cottura di impasti preparati con farine alimentari, compresi quelli miscelati con sfarinati di grano, devono essere posti in vendita con l’aggiunta alla denominazione di pane della specificazione del vegetale da cui proviene la farina impiegata. 9. Qualora nella produzione del pane siano impiegati, oltre agli sfarinati di grano o di altri cereali, altri ingredienti alimen- tari, la denominazione di vendita deve es- sere completata dalla menzione dell’ingre- diente utilizzato e, nel caso di più ingre- dienti, di quello o di quelli caratterizzanti. ART. 3. (Prodotto intermedio di panificazione). 1. È definito « prodotto intermedio di panificazione » l’impasto, preformato o no, lievitato o no, destinato alla conservazione prolungata e alla successiva cottura per l’ottenimento del prodotto finale pane. È da considerare tale l’impasto sottoposto a congelamento, surgelazione o ad altri me- todi di conservazione che mantengono inal- terate le caratteristiche del prodotto inter- medio per prolungati periodi di tempo, determinando un’effettiva interruzione del ciclo produttivo. 2. Nel caso in cui un’impresa provveda alla lievitazione e alla cottura ovvero alla sola cottura di un prodotto intermedio di panificazione, il pane così ottenuto deve essere commercializzato in scaffali distinti e separati dal pane fresco, recanti sia le
Atti Parlamentari — 8 — Camera dei Deputati XVIII LEGISLATURA A.C. 636 indicazioni previste dalle norme in materia di etichettatura sia la dicitura « pane otte- nuto da cottura di impasti », seguita dal- l’indicazione del metodo di conservazione utilizzato. ART. 4. (Pane conservato o a durabilità prolungata). 1. Il pane sottoposto a trattamenti che ne aumentino la durabilità è posto in ven- dita con una dicitura aggiuntiva che ne evidenzi lo stato o il metodo di conserva- zione utilizzato nonché le eventuali moda- lità di conservazione e di consumo. 2. Al momento della vendita, i prodotti di cui al comma 1 devono essere esposti in scomparti ad essi appositamente riservati. ART. 5. (Prodotti utilizzabili per la lievitazione nella panificazione). 1. Ai fini della presente legge, per lievito si intende un organismo unicellulare, tas- sonomicamente appartenente, non limita- tamente, alla specie Saccharomyces cerevi- siae, avente la capacità di convertire gli zuccheri derivanti dalla degradazione del- l’amido in alcool e in anidride carbonica, assicurando la formazione della pasta con- venientemente lievitata. La produzione di lievito deve essere ottenuta a partire da microrganismi presenti in natura, apparte- nenti, non limitatamente, alla specie Sac- charomyces cerevisiae, coltivati su substrati provenienti da prodotti di origine agricola. 2. Il lievito impiegabile nella panifica- zione, denominato anche « lievito fresco » o « lievito compresso », deve essere costituito da cellule in massima parte vive e vitali con adeguato potere fermentativo, con umidità non superiore al 75 per cento e con ceneri non superiori all’8 per cento riferito alla sostanza secca. 3. La crema di lievito, denominata an- che « lievito liquido », impiegabile nella pa- nificazione deve essere costituita da cellule in massima parte vive e vitali con adeguato potere fermentativo, con umidità non su- periore all’83 per cento e con ceneri non
Atti Parlamentari — 9 — Camera dei Deputati XVIII LEGISLATURA A.C. 636 superiori all’8 per cento riferito alla so- stanza secca. 4. Il lievito secco impiegabile nella pa- nificazione deve essere costituito da cellule in massima parte vive e con adeguato po- tere fermentativo, con umidità non supe- riore all’8 per cento e con ceneri non superiori all’8 per cento riferito alla so- stanza secca. Può esistere sia nella forma attiva, da reidratare nell’acqua prima del- l’uso, o istantanea, da aggiungere diretta- mente all’impasto. 5. È definito « pasta madre » l’impasto ottenuto con farina e acqua, sottoposto a una lunga fermentazione naturale acidifi- cante utilizzando la tecnica dei rinfreschi successivi al fine di consentire la lievita- zione dell’impasto. La fermentazione deve avvenire esclusivamente a opera di micror- ganismi endogeni della farina o di origine ambientale. È inoltre ammesso l’utilizzo di colture di avviamento (starter) costituite da batteri lattici, senza materiale di supporto ed esenti da contaminanti. ART. 6. (Paste acide). 1. Le paste acide essiccate possono es- sere utilizzate purché prodotte esclusiva- mente con gli ingredienti previsti all’arti- colo 2, comma 1. Oltre alla versione essic- cata, possono essere utilizzate le versioni liquide e in pasta, rispettivamente denomi- nate « pasta acida liquida » e « pasta acida in pasta », purché rispondenti alle prescri- zioni del presente comma. 2. Le paste acide essiccate non sono dotate di adeguato potere fermentativo e, ai fini di cui all’articolo 2, comma 1, neces- sitano di essere integrate con il lievito. La loro funzione primaria è l’apporto di aci- dità e di componenti aromatici caratteri- stici della lievitazione condotta con pasta madre. ART. 7. (Definizione di panificio e modalità di vendita). 1. È denominato « panificio » l’impianto di produzione del pane, degli impasti da
Atti Parlamentari — 10 — Camera dei Deputati XVIII LEGISLATURA A.C. 636 pane e dei prodotti da forno assimilati, dolci e salati, che svolge l’intero ciclo di produzione a partire dalla lavorazione delle materie prime sino alla cottura finale. 2. L’avvio di un nuovo panificio e il trasferimento o la trasformazione di pani- fici esistenti sono subordinati alla segnala- zione certificata di inizio attività (SCIA), come disciplinata dal decreto legislativo 25 novembre 2016, n. 222. 3. È comunque facoltà del titolare del panificio vendere allo stato sfuso i prodotti di propria produzione per il consumo im- mediato, utilizzando i locali e gli arredi dell’azienda, con l’esclusione del servizio assistito di somministrazione e con l’osser- vanza delle prescrizioni igienico-sanitarie. 4. Il pane fresco deve essere posto in vendita in scaffali distinti e separati ri- spetto al pane ottenuto dal prodotto inter- medio di panificazione. 5. Il pane ottenuto mediante completa- mento di cottura di pane parzialmente cotto, surgelato o no, deve essere messo in ven- dita, previo confezionamento ed etichetta- tura riportanti le indicazioni previste dalla normativa vigente in materia di prodotti alimentari, in comparti separati dal pane fresco e con le necessarie indicazioni per informare il consumatore sul luogo e sulla data del primo impasto e sulla natura del prodotto. ART. 8. (Forno di qualità). 1. La denominazione di « forno di qua- lità » è riservata in via esclusiva al panificio che produce e commercializza pane fresco. 2. La denominazione di « forno di qua- lità » può essere usata nella denominazione della ditta, dell’insegna o del marchio. ART. 9. (Responsabile dell’attività produttiva). 1. Il responsabile dell’attività produttiva di cui all’articolo 7 è il titolare dell’impresa ovvero un suo collaboratore familiare, so- cio o lavoratore dipendente dell’impresa di
Atti Parlamentari — 11 — Camera dei Deputati XVIII LEGISLATURA A.C. 636 panificazione designato dal legale rappre- sentante dell’impresa stessa all’atto della presentazione della SCIA. 2. Al responsabile dell’attività produt- tiva è affidato il compito di assicurare l’utilizzo di materie prime in conformità alle norme vigenti, l’osservanza delle norme igienico-sanitarie e la qualità del prodotto finito. 3. Il responsabile dell’attività produttiva deve essere individuato per ogni panificio e per ogni unità locale di un impianto di produzione presso il quale è installato un laboratorio di panificazione. 4. Il responsabile dell’attività produttiva è tenuto a frequentare un corso di forma- zione professionale, accreditato dalla re- gione o dalla provincia autonoma compe- tente per territorio, il cui contenuto e la cui durata sono deliberati, sentite le associa- zioni di rappresentanza e di categoria mag- giormente rappresentative a livello territo- riale, dalla giunta regionale o della provin- cia autonoma con apposito provvedimento. 5. È esonerato dal corso formativo di cui al comma 4 il responsabile dell’attività produttiva che risulta già in possesso di uno dei seguenti requisiti: a) aver prestato la propria opera per almeno tre anni presso un’impresa di pa- nificazione, con la qualifica di operaio pa- nettiere o con una qualifica superiore se- condo la disciplina dei vigenti contratti collettivi di lavoro; b) aver esercitato per almeno tre anni l’attività di panificazione in qualità di tito- lare, collaboratore familiare o socio pre- statore d’opera con mansioni di carattere produttivo; c) aver conseguito un diploma in ma- terie attinenti all’attività di panificazione, compreso in un apposito elenco indivi- duato dalla giunta regionale o della pro- vincia autonoma; d) aver ottenuto un diploma di qua- lifica di istruzione professionale in materie attinenti all’attività di panificazione, con- seguito nell’ambito del sistema di istru- zione professionale, unitamente a un pe- riodo di attività lavorativa di panificazione
Atti Parlamentari — 12 — Camera dei Deputati XVIII LEGISLATURA A.C. 636 di almeno un anno presso imprese del settore, ovvero di due anni qualora il di- ploma sia ottenuto prima del compimento della maggiore età; e) aver conseguito un attestato di qua- lifica in materie attinenti all’attività di pa- nificazione o il profilo di panificatore, in base agli standard professionali della re- gione o della provincia autonoma, rila- sciato a seguito di un corso di formazione professionale, unitamente a un periodo di attività lavorativa di panificazione della du- rata di almeno un anno svolta presso im- prese del settore; f) essere affiancato dal responsabile del- l’attività produttiva nella quale è subentrato. 6. Il responsabile dell’attività produttiva svolge la propria attività in completa autono- mia relativamente alla gestione, all’organiz- zazione e all’attuazione della produzione. ART. 10. (Mutuo riconoscimento). 1. Fermo restando quanto previsto dal regolamento (CE) 852/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, sull’igiene dei prodotti alimentari, le dispo- sizioni della presente legge non si appli- cano ai prodotti legalmente fabbricati o commercializzati negli altri Stati membri dell’Unione europea o in Turchia o fabbri- cati in uno Stato membro dell’Associazione europea di libero scambio (EFTA), parte contraente dell’Accordo sullo Spazio eco- nomico europeo (SEE). ART. 11. (Pane tradizionale di qualità). 1. Sono denominati « pane tradizionale di qualità » i tipi di pane tradizionali tipici locali identificati dalle regioni ai sensi del- l’articolo 8 del decreto legislativo 30 aprile 1998, n. 173, e del regolamento di cui al decreto del Ministro per le politiche agri- cole 8 settembre 1999, n. 350, riportati negli elenchi regionali e inseriti nell’elenco
Atti Parlamentari — 13 — Camera dei Deputati XVIII LEGISLATURA A.C. 636 nazionale dei prodotti agroalimentari isti- tuito dal citato regolamento, purché non contengano ingredienti finalizzati alla con- servazione o alla durabilità prolungata né siano stati sottoposti ad altri trattamenti a effetto conservante. Possono altresì avva- lersi della denominazione di « pane fresco tradizionale di qualità » i tipi di pane ri- conosciuti ai sensi della normativa dell’U- nione europea in materia di denomina- zione di origine protetta, di indicazione geografica protetta e di specialità tradizio- nale garantita. 2. Le regioni, su proposta delle associa- zioni territoriali di rappresentanza della categoria della panificazione aderenti alle organizzazioni imprenditoriali più rappre- sentative a livello nazionale, riconoscono i disciplinari di produzione dei tipi di pane di cui al primo periodo del comma 1. ART. 12. (Vigilanza). 1. La vigilanza sull’attuazione della pre- sente legge è esercitata dalle aziende sani- tarie locali e dai comuni competenti per territorio, cui spettano i proventi derivanti dall’applicazione di eventuali sanzioni am- ministrative stabilite dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano, per la violazione delle disposizioni della medesima legge, ad esclusione di quelle di cui all’articolo 2. Dall’attuazione delle di- sposizioni del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. ART. 13. (Adeguamento della normativa regionale. Clausola di salvaguardia per le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano). 1. Entro dodici mesi dalla data di en- trata in vigore della presente legge, le re- gioni adeguano la propria legislazione ai princìpi in essa contenuti. 2. Le disposizioni della presente legge sono applicabili nelle regioni a statuto spe-
Atti Parlamentari — 14 — Camera dei Deputati XVIII LEGISLATURA A.C. 636 ciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con le dispo- sizioni dei rispettivi statuti e delle relative norme di attuazione, anche con riferi- mento alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3. ART. 14. (Adeguamento del regolamento di cui al de- creto del Presidente della Repubblica 30 novembre 1998, n. 502). 1. Il Governo, nell’esercizio della potestà regolamentare ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, provvede ad apportare le modifiche necessarie per ade- guare il regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 novembre 1998, n. 502, alle disposizioni della pre- sente legge. ART. 15. (Abrogazioni). 1. Sono abrogati: a) gli articoli 14 e 21 della legge 4 luglio 1967, n. 580; b) l’articolo 8 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 novembre 1998, n. 502; c) l’articolo 4 del decreto-legge 4 lu- glio 2006, n. 223, convertito, con modifica- zioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248. ART. 16. (Entrata in vigore e disposizioni transitorie). 1. Le disposizioni della presente legge, notificate alla Commissione europea ai sensi della direttiva (UE) 2015/1535 del Parla- mento europeo e del Consiglio, del 9 set- tembre 2015, si applicano a decorrere dal sessantesimo giorno successivo alla pubbli- cazione della medesima legge nella Gazzetta Ufficiale.
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