ASTRONOMIA WASP 57 b La rivista dell'Unione Astrofili Italiani - Torre Luciana

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ASTRONOMIA WASP 57 b La rivista dell'Unione Astrofili Italiani - Torre Luciana
ASTRONOMIA

                                                                                                                                                                     www.ua
                                                                                                                                                                           i.it
                                                                                      La rivista dell’Unione Astrofili Italiani     n. 2 • marzo-aprile 2017 • Anno XLII

                                                                                                                         WASP 57 b
Sped. in A.P. 45% filiale di Belluno Taxe perque - Tassa riscossa - Belluno centro

                                                                                     ■ Nuovi asteroidi        ■ Spettro di DY Peg        ■ Gaia 16aye
ASTRONOMIA WASP 57 b La rivista dell'Unione Astrofili Italiani - Torre Luciana
ASTRONOMIA WASP 57 b La rivista dell'Unione Astrofili Italiani - Torre Luciana
ASTRONOMIA
Anno XLII • La rivista
dell’Unione Astrofili Italiani
astronomia@uai.it
                                             SOMMARIO
n. 2 • marzo-aprile 2017

Proprietà ed editore
                                             15                                                                                                                                                                                         20                                     37
Unione Astrofili Italiani
Direttore responsabile
Franco Foresta Martin
Comitato di redazione
Consiglio Direttivo UAI
Coordinatore Editoriale
Giorgio Bianciardi

Impaginazione e stampa                                                                                                                            EDITORIALE                                                                                                29         Storie ed osservazioni di
Tipografia Piave srl (BL)
www.tipografiapiave.it                         3                                                                                                  UAI: da mezzo secolo al servizio della                                                                               piccoli mondi (XIX parte)
                                                                                                                                                  cultura astronomica                                                                                                  L. Angeloni, P. Baruffetti, M. Bigi, G. Bonatti,
Servizio arretrati                                                                                                                                Mario Di Sora                                                                                                        A. Bugliani, D. Del Vecchio, M. Dunchi G. Tonlorenzi
Una copia Euro 5,00
Almanacco Euro 8,00                                                                                                                               RUBRICHE                                                                                                  35         ASTROPOESIE
Versare l’importo come spiegato nella pa-      4                                                                                                  1997XF11, il presunto asteroide-killer                                                                               Le notti inquietanti di Dino Buzzati
gina successiva specificando la causale.                                                                                                                                                                                                                               Pasqua Gandolfi
                                                                                                                                                  che fece litigare gli studiosi di minor
Inviare copia della ricevuta a
                                                                                                                                                  planets
amministrazione@uai.it
                                                                                                                                                  Franco Foresta Martin
                                                                                                                                                                                                                                                            36         NOTIZIARIO
ISSN 1593-3814                                 8                                                                                                  Wasp 57 b                                                                                                            • Scoperta una nuova stella variabile
Copyright© 1998 UAI                                                                                                                               Claudio Lopresti
                                                                                                                                                                                                                                                                         nella costellazione del Drago. Una
Tutti i diritti sono riservati a norma                                                                                                                                                                                                                                   collaborazione tra astrofili della
di legge. È vietata ogni forma di            10                                                                                                   Le forme periglaciali e le Thaumasia                                                                                   Regione Campania
riproduzione e memorizzazione, anche                                                                                                              Highlands                                                                                                            • Osservatorio Serafino Zani
parziale, senza l’autorizzazione scritta                                                                                                          Fabio Zampetti
                                                                                                                                                                                                                                                                       • Osservata rara microlente
dell’Unione Astrofili Italiani.
                                             		 RICERCA                                                                                                                                                                                                                  gravitazionale all’Osservatorio di
Pubblicazione mensile registrata al                                                                                                                                                                                                                                      Montarrenti (Siena)
                                             15 Nuovi Asteroidi scoperti                                                                                                                                                                                               • Scoperta all’Osservatorio di
Tribunale di Roma al n. 413/97.
                                                al GAMP                                                                                                                                                                                                                  Montarrenti. La Supernova SN
Sped. in abb. postale 45%.
                                                                                                                                                  Paolo Bacci
Autorizzazione Filiale PT di Belluno.                                                                                                                                                                                                                                    2016iug
                                             20                                                                                                   Spettroscopia della variabile                                                                                        • Esperimento italiano di Mattia
Manoscritti, disegni e fotografie non                                                                                                             DY Peg                                                                                                                 Barbarossa, socio UAI e UAN, in
richiesti non verranno restituiti. Inviare                                                                                                        Lorenzo Franco                                                                                                         finale per la missione indiana verso la
il materiale seguendo le norme riportate
nelle Istruzioni per gli autori sul sito
                                                                                                                                                                                                                                                                         Luna
                                                                                                                                                  ESPERIENZE, DIVULGAZIONE
Internet www.uai.it.                         		                                                                                                   E DIDATTICA                                                                                               42         ASTROIMMAGINI
Tutti gli articoli scientifici inviati
saranno sottoposti al giudizio di referee    24                                                                                                   L’importanza della cicloide                                                                              44 DISEGNO
qualificati. Gli abstract degli articoli                                                                                                          per la misura del tempo                                                                                  		ASTRONOMICO
originali sono pubblicati su                                                                                                                      in astronomia                                                                                                        Gianpaolo Graziato
Astronomy and Astrophysics Abstracts.                                                                                                             Domenico Liguori, Pasquale Barone

UAI - Unione Astrofili Italiani
Segreteria nazionale
c/o Osservatorio Astronomico “F. Fuligni”
Via Lazio, 14 – località Vivaro                   In copertina
00040 Rocca di Papa (RM)
Tel: 06.94436469                                                                                                                                                                                                                     L’Orsa Maggiore sopra Rocca Calascio.
                                                                                                                                        ASTRONOMIA
                                                                                                                                                                                                                        www.uai.it

(Lun/Ven ore 10-13, Mar/Gio 15-18)
                                                                                                                                                                                                                                     Canon 5D3, 500 ISO, 14 mm/3.2. 2X2 minuti.
Fax: 1782717479
                                                                                                                                         La rivista dell’Unione Astrofili Italiani     n. 2 • marzo-aprile 2017 • Anno XLII

amministrazione@uai.it                                                                                                                                                      WASP 57 b
                                                                                                                                                                                                                                     Compositazione: 2 minuti (statico) + 2 minuti Minitrack LX.
www.uai.it                                                                                                                                                                                                                           28 maggio 2016. Cristian Fattinnanzi.
                                                   Sped. in A.P. 45% filiale di Belluno Taxe perque - Tassa riscossa - Belluno centro

                                                                                                                                        ■ Nuovi asteroidi        ■ Spettro di DY Peg        ■ Gaia 16aye
ASTRONOMIA WASP 57 b La rivista dell'Unione Astrofili Italiani - Torre Luciana
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vere gli otto numeri della rivista ASTRONOMIA UAI (incluso l’Almanacco         Astrofili Italiani c/o Oss. Astr. Fuligni - Via Lazio 14, 00040 Rocca
2017) in formato cartaceo. La quota base da diritto a consultare la            di Papa (RM)”, utilizzando il bollettino.
rivista in formato “solo web”.                                              • tramite bonifico bancario sul CC (anche effettuato on-line) codice
                                                                               IBAN: IT78 L076 0112 1000 0002 0523 189 intestato a
Quota base Opzione Rivista
                                                                               “Unione Astrofili Italiani”;
• SOCIO INDIVIDUALE € 30 € 20
                                                                            • tramite Internet collegandosi al sito UAI www.uai.it ed effettuando
• Socio Studente € 15 € 20 (minore di 26 anni)
                                                                               il pagamento con il sistema sicuro Paypal che richiede l’utilizzo di
• Socio Aggregato € 10 € 20 (già iscritto anche ad una Delegazione UAI)
                                                                               una carta di credito.
• Socio Delegazione € 60 inclusa
                                                                            N.B. - Ogni modalità di pagamento ha un costo di transazione aggiuntivo
• Socio Ente € 70 inclusa (Associazione, Scuola, altro Ente)
                                                                            alla quota di iscrizione in funzione del servizio utilizzato. Per accelerare le
Promo rinnovo tempestivo                                                    operazioni di recepimento dell’iscrizione o rinnovo effettuate con bonifico o
• per chi rinnova entro il 31/01/2017 è previsto uno sconto di 10 €         versamento postale, vi consigliamo di inviare una e-mail a amministrazione@
                                                                            uai.it con oggetto “ISCRIZIONE UAI” indicando la data del pagamento ed
  sulla quota base (5 € per socio Studente o Aggregato).
                                                                            allegando l’attestazione dello stesso (ricevuta bollettino o bonifico). Nel caso
                                                                            di socio AGREGATO, specificare il Codice Delegazione UAI.

                                                      SEZIONI DI RICERCA                                    Pianeti extrasolari: Claudio Lopresti
                         Unione                       Coordinatori: Salvatore Pluchino                      pianetiextrasolari@uai.it
                         Astrofili                    ricerca@uai.it
                                                      Sole: Luciano Piovan
                                                                                                            Sorveglianza Spaziale-Detriti Spaziali
                                                                                                            Fabrizio Piergentili
                         Italiani                     sole@uai.it                                           detritispaziali@uai.it
                                                      Luna: Antonio Mercatali                               Astronautica: Vincenzo Gallo
                                                      luna@uai.it                                           astronautica@uai.it
  Sede Nazionale e indirizzo postale:                 Occultazioni: Claudio Costa
  Osservatorio Astronomico “F. Fuligni”               occultazioni@uai.it                                   COMMISSIONI E SERVIZI
  Via Lazio, 14 - Località Vivaro                     Meteore: Enrico Stomeo                                Commiss. Naz. Rete Osservatori
  00040 Rocca di Papa (RM)                            meteore@uai.it                                        Astronomici (ROSITA): Gabriele Tedesco
                                                      Pianeti: Paolo Tanga                                  osservatori@uai.it
  CONSIGLIO DIRETTIVO                                 pianeti@uai.it                                        Didattica: Maria Antonietta Guerrieri
  Presidente: Mario Di Sora                           Comete: Giannantonio Milani                           didattica@uai.it
  Vicepresidente: Giorgio Bianciardi                  comete@uai.it                                         Divulgazione: Paolo Volpini
  Segretario: Luca Orrù                               Stelle Variabili: Claudio Lopresti                    divulgazione@uai.it
  Tesoriere: Massimiliano Lucaroni                    stellevariabili@uai.it                                Inquinamento Luminoso: Ugo Tagliaferri
  Consiglieri: Jacopo Baldi, Pasqua Gandolfi,         Cielo Profondo: Fabio Martinelli                      inqlum@uai.it
  Giovanna Ranotto, Maria Antonietta Guerrieri,       cieloprofondo@uai.it                                  Servizio televideo RAI, p.575:
  Salvatore Pluchino                                  Quadranti solari: Giuseppe De Donà                    Paolo Colona
                                                      quadrantisolari@uai.it                                tlv@uai.it
  Collegio dei revisori dei conti                     Astrocultura: Pasqua Gandolfi                         Astrologia? No, grazie!: Pasqua Gandolfi
  Michele Alberti, Pasquale Ago                       astrocultura@uai.it                                   astrologianograzie@uai.it
  e Renato Antonelli                                  Radioastronomia: Salvatore Pluchino                   Telescopio Remoto UAI:
                                                      radioastronomia@uai.it                                Giorgio Bianciardi
  Comitato dei probiviri                              Spettroscopia: Fulvio Mete                            telescopioremoto@uai.it
  Giuseppe De Donà, Gabriele Vanin                    spettroscopia@uai.it
  e Piet Jan Schutzman                                Strumentazione: Carlo Martinelli                      UFFICIO LEGALE:
  probiviri@uai.it                                    strumentazione@uai.it                                 avv. Mario Di Sora
                                                                                                            ufficiolegale@uai.it
ASTRONOMIA WASP 57 b La rivista dell'Unione Astrofili Italiani - Torre Luciana
EDITORIALE

UAI: da mezzo secolo al servizio
della cultura astronomica

C
       ari Soci, finalmente ci siamo, i primi 50             Quest’anno, non a caso, festeggeremo il cin-
       anni dell’UAI ricorrono in questo 2017 e          quantenario al Congresso UAI di Frosinone che,
       varrà pertanto la pena di celebrare questo        oltre a rappresentare il centro geografico della
traguardo che è anche un primato.                        penisola, vedrà anche la celebrazione dei 30 anni
     Come ben noto, specie per quelli di noi con         di attività dell’Osservatorio Astronomico di Cam-
le tempie più o meno grigie, l’Unione nasce per          po Catino che mi onoro di aver fondato e che
impulso e merito di un pugno di astrofili prove-         ha contribuito, a fine anni ’80, a ridisegnare e
nienti da tutta Italia e facenti capo all’Associazio-    promuovere il ruolo degli astrofili in Italia.                                 Mario Di Sora
ne Astrofili Bolognesi, all’Associazione Astrofili           Per comprendere se vi è grande differenza                                  Presidente UAI
Fiorentini, all’Associazione Astrofili Triestini e       tra l’UAI del 1967 e quella di oggi vi invito a
all’Associazione Scientifica Dilettanti Italiani di      leggere l’articolo vergato da Franco Marchesini
Palermo con il successivo apporto dei Gruppi             sul primo numero del nostro organo di stampa
Astrofili di Lugo e di Cremona.                          che, nel lontano agosto del 1968, si chiamava
     Ed è proprio a Cremona che si svolge il primo       “Memorie dell’UAI.
Convegno Nazionale UAI (che successivamente                  Al di là dello stile letterario e dei limiti imposti
verrà denominato Congresso), nella sola data del         dai mezzi del momento credo che, ancora oggi,
5 novembre 1967 e quasi un mese dopo la sua              un vero astrofilo non possa non riconoscersi nei
costituzione formale ad Asiago.                          valori fondamentali e negli obbiettivi finali che
     Al posto dell’attuale CD, senza parlare delle       l’autore enuclea nel suo scritto ricco di passione
varie articolazioni introdotte recentemente con il       ma anche di progetti. Il più lungimirante di tutti,
nuovo Statuto, vi era un Segretario centrale, in         ancor oggi non realizzato, è quello della costitu-
luogo del Presidente, nella persona dell’amico Lu-       zione di una Federazione mondiale degli Astrofili!
igi Baldinelli della gloriosa A.A.B. coadiuvato da           Se ripercorriamo idealmente, senza citarli in
tre segreterie: Culturale, Editoriale e Scientifica.     modo specifico, i numerosi traguardi centrati
     Paolo Andrenelli, Luigi Baldinelli, Franco Fo-      dall’UAI per la promozione della ricerca e della
resta Martin e Riccardo Slager sono stati quindi         divulgazione dell’Astronomia non solo per i Soci
i quattro moschettieri dell’astrofilia italiana e a      e per i singoli astrofili ma anche per un più vasto
loro saremo sempre grati per quanto hanno voluto         pubblico, credo che il bilancio sia estremamente
fare in un’epoca in cui il telescopio più grande         positivo e tale da inorgoglire gli stessi “padri
in mano non professionale era un 35 cm, quello           costituenti” che oggi voglio ricordare e onorare.
appunto dell’A.A.B., e non vi erano internet, CCD,           Raccogliamo quindi la loro pesante e sti-
computer e quant’altro. Di certo la cosa più im-         molante eredità per fare dell’UAI un vero punto
portante, il cielo stellato, era meglio di oggi per      di riferimento della cultura astronomica per gli
l’inquinamento luminoso ancora ridotto, pur nei          anni futuri.
centri urbani di allora.                                                                  Per aspera ad astra!

    In questo numero...
    ...il titolo di copertina ricorda la pubblicazione sulla prestigiosa MNRAS delle osservazioni della Sezione Extrasolari UAI che hanno
    permesso la caratterizzazione delle anomalie temporali dell’esopianeta gioviano WASP 57 b (pp. 8-9). L’Editoriale del nostro Presidente ci
    invita ad essere presenti al prossimo Congresso UAI, cinquantesimo dell’Unione. Nuovi asteroidi, nuove stelle variabili e il rilevamento di
    una microlente gravitazionale da parte di amatori. Sempre più sofisticati gli approcci: la spettroscopia di una stella variabile, DY Pegasi.
    Anche con piccoli telescopi, un rifrattore da 100 mm o un commerciale Schmidt-Cassegrain da 8”, è possibile fare interessanti (e utili)
    riprese di oggetti del profondo cielo (p.40) o dei principali pianeti del Sistema Solare (p. 41). Non mancate all’appuntamento con la rinata
    Sezione Profondo Cielo UAI: incontro tra amatori e professionisti a Foligno, 8 & 9 aprile, Biblioteca Maffei. Dalla costruzione di un Dobson
    alla ricerca di Supernovae extragalattiche, dallo studio di Nuclei Galattici Attivi allo star hopping tra nebulose e galassie.
ASTRONOMIA WASP 57 b La rivista dell'Unione Astrofili Italiani - Torre Luciana
RUBRICA > Storie di cielo e di terra

                                          1997XF11, il presunto
                                          asteroide-killer che fece
                                          litigare gli studiosi
                                          di minor planets
Franco Foresta Martin
Direttore Responsabile
Astronomia
sidereus@rocketmail.com

                                      I
                                        l 12 marzo 1998, sulle scrivanie delle redazioni      spaziale nei tempi moderni… Secondo una notizia
                                        dei media di tutto il mondo cominciarono ad           diffusa dall’Unione Astronomica Internazionale, le
                                        arrivare dispacci di agenzie che preannunciavano      probabilità di un’effettiva collisione sono piccole,
    Questa è la storia, dimenticata   una minaccia catastrofica: la possibile caduta sulla    ma non si possono escludere del tutto”.
    dai più, dell’asteroide           Terra, nel 2028, di un asteroide con alto potere di-        Ci risiamo – pensai - ecco un altro dei soliti
    1997XF11, inizialmente            struttivo. Si trattava di un blocco roccioso, tra uno   asteroidi candidati a distruggerci. Sarà sufficiente
    indicato come una minaccia        e due chilometri di diametro, scoperto e fotogra-       qualche verifica tra i maggiori esperti per ridimen-
    per la Terra nel 2028, che        fato pochi mesi prima dagli astronomi americani e       sionare la notizia. Alla lunga, il primo istinto si
    suscitò vivaci contrasti fra      contrassegnato con la sigla provvisoria 1997XF11.       sarebbe rivelato giusto. Ma non avrei potuto imma-
    gli studiosi del Minor Planet          C’è da dire, prima di andare avanti, che il ri-    ginare che quello scarno dispaccio apriva il sipario
    Center dell’International         schio della caduta di un asteroide rappresenta          su una vicenda che avrebbe segnato una svolta nel
    Astronomical Union e quelli       una notizia ricorrente nel panorama della comu-         modo di valutare il rischio di collisione dei corpi
    del Jet Propulsion Laboratory     nicazione scientifica: quasi non passa anno senza       minori del sistema solare con la Terra, portando a
    della NASA.                       che qualcuno agiti lo spettro della collisione tra la   un confronto-scontro e a un chiarimento fra gli
                                      Terra e uno dei tanti corpi minori del sistema solare   stessi esperti degli enti di ricerca ufficialmente
                                      che si avvicinano al nostro pianeta. Così, devo         preposti al monitoraggio di questi fenomeni.
                                      confessare che il 12 marzo 1998, quando arrivai             Ma torniamo a quel giorno di marzo del 1998.
                                      nel mio ufficio della redazione romana del Corriere     Quando gli astronomi annunciano che un asteroi-
                                      della Sera, lessi con una certa insofferenza il primo   de si avvicina minaccioso al nostro pianeta, molti
                                      e generico comunicato dell’Associated Press: “Un        operatori dei media entrano subito in agitazione
                                      asteroide, tanto grande da provocare una vastissi-      perché pregustano un titolo ad effetto, accompa-
                                      ma distruzione, potrebbe entrare in collisione con      gnato da qualche illustrazione tratta da un cult
                                      la Terra nel 2028; e, comunque, si avvicinerà al no-    movie del filone catastrofistico come Armageddon.
Figura 1. Orbita dell’asteroide
1997XF11.
                                      stro pianeta più vicino di qualunque altro oggetto      Per scongiurare questo pericolo decisi di racco-
                                                                                              gliere l’opinione di qualche autorevole astronomo
                                                                                              che avrebbe potuto aiutarmi a ridimensionare la
                                                                                              minaccia. Ma intanto dovetti prendere atto che la
                                                                                              notizia originaria proveniva da una fonte di tutto
                                                                                              rispetto: Brian G. Marsden (1937-2010), allora
                                                                                              direttore del Minor Planet Center dell’Interna-
                                                                                              tional Astronomical Union e stimato astronomo
                                                                                              planetario presso l’Harvard-Smithsonian Center
                                                                                              of Astrophysics di Cambridge, Massachusetts,
                                                                                              Usa. Era stato lui stesso, accertai, a redigere un
                                                                                              comunicato stampa dal titolo inquietante: “One-
                                                                                              Mile-Wide Asteroid to pass close to the Earth in
                                                                                              2028”. In due pagine di testo Marsden ricorda-
                                                                                              va che l’asteroide 1997XF11 era stato scoperto
                                                                                              dall’astronomo Jim Scotti il 6 dicembre 1997 con

4         ASTRONOMIA                                                                                                         n. 2 • marzo-aprile 2017
ASTRONOMIA WASP 57 b La rivista dell'Unione Astrofili Italiani - Torre Luciana
Storie di cielo e di terra

il telescopio Spacewatch di Kitt Peak in Arizona,
nell’ambito di un programma universitario di ri-
cerca di asteroidi. Pochi giorni dopo la scoperta,
grazie a osservazioni effettuate da astrofili giap-
ponesi, era stato possibile calcolarne l’orbita e
rendersi conto che l’asteroide apparteneva a quei
corpi minori che si avvicinano periodicamente alla
Terra, incrociandone l’orbita. Di qui la decisione di
includerlo tra i Potentially Hazardous Asteroids
(PHA). Gli asteroidi potenzialmente pericolosi, la
cui lista, attualmente, comprende un migliaio di
oggetti, sono definiti tali quando, all’intersezione
dell’orbita con la Terra, la minima distanza scende
al di sotto di 0,05 Unità Astronomiche. Inoltre, il
diametro deve superare i 150 m.
     Secondo le prime valutazioni, 1997XF11 poteva
essere descritto come un corpo roccioso con un
diametro di circa 1,6 chilometri e un periodo orbi-
tale di 21 mesi. Nel comunicato stampa Marsden            luppato, al momento del possibile impatto, un’e-          Figura 2. L’asteroide 1997XF11 a
riferiva che, subito dopo la scoperta, era stato          nergia distruttiva pari ad alcuni milioni di bombe        confronto con la città di New York.
possibile definire l’orbita dell’asteroide e valutare     atomiche del tipo Hiroshima; chi prefigurava una
quando avrebbe effettuato il più stretto avvici-          catastrofe simile a quella che portò all’estinzione
namento alla Terra. I primi calcoli indicavano il         dei dinosauri; chi, più saggiamente, faceva notare
26 ottobre del 2028, con una distanza minima              che l’incertezza dell’orbita era ancora troppo ele-
paragonabile a quella Terra-Luna, circa 400.000           vata per trarre delle conclusioni attendibili. Infatti,
km. Ma i primi del mese di marzo del 1998 c’era           con i dati approssimativi fino a quel momento di-
stata una inaspettata novità. A seguito di nuovi          sponibili, la traiettoria del corpo in prossimità della
dati raccolti da Peter Shelus del McDonald Obser-         Terra poteva essere descritta non come una linea
vatory, nel Texas, l’orbita era stata ricalcolata e       geometrica, ma come un tubo grande all’incirca
l’avvicinamento minimo alla Terra, per la data del        quanto tutto lo spazio tra la Terra e la Luna. Quale
26 ottobre 2028, risultava inferiore a 50.000 km,         via, dentro quel tubo, avrebbe percorso l’asteroide?
distanza che, astronomicamente parlando, equi-            La risposta esatta avrebbe richiesto ancora qualche
vale a un passaggio radente. A questo punto non           anno di accurate osservazioni e calcoli.
si poteva fare a meno di prendere in considera-                Sul Corriere della Sera del 13 marzo 1998, il
zione il rischio di collisione con la Terra e lo stesso   direttore dell’Osservatorio Astrofisico di Arcetri-
Marsden, rispondendo a diverse agenzie di stampa          Firenze, Franco Pacini (1939-2012), che avevo
che lo consultavano, dichiarava: “Le probabilità          convinto a scrivere un commento accanto al mio
di un’effettiva collisione sono piccole, ma non si        articolo di apertura, così commentava: “Guardate,
possono escludere”. Il direttore del Minor Planet         io una spiegazione per giustificare questo diluvio
Center lanciava poi un appello, rivolto a tutti gli       di asteroidi che ci viene addosso, minacciando
osservatori del mondo, a effettuare ricerche su           di farci fare, ogni volta, la fine dei dinosauri, ce
vecchie fotografie astronomiche, nel tentativo di         l’ho. Solo adesso stiamo cominciando a guardarci
trovare la debole traccia lasciata dall’asteroide e       attorno con strumenti più sofisticati. Solo adesso
stabilire quale fosse la sua posizione alcuni anni        abbiamo cominciato a stendere una rete di os-
prima della scoperta, dato che più le osservazioni        servatori specializzati per scoprire questi corpi
di un corpo celeste sono estese nel tempo, meglio         minori che vagano nello spazio e, molto spesso, si
si può definirne l’ orbita.                               avvicinano alla Terra. Pure negli anni passati piccoli
     Fin qui le notizie alla fonte. Su queste si erano    corpi delle dimensioni di Icarus o di 1997XF11
subito innestate le considerazioni più disparate da       devono avere sfiorato la Terra, astronomicamente
parte di esperti di varia estrazione. Chi ricordava       parlando si tratta pur sempre di decine o di cen-
che, date le dimensioni, l’asteroide avrebbe svi-         tinaia di migliaia di chilometri, ma noi non ce ne

       Unione Astrofili Italiani>www.uai.it                                                                                         ASTRONOMIA            5
ASTRONOMIA WASP 57 b La rivista dell'Unione Astrofili Italiani - Torre Luciana
Storie di cielo e di terra

                                                                                              e asteroidi, nel giro di poche ore acquisirono le
                                                                                              posizioni di 1997XF11 su alcune lastre fotografi-
                                                                                              che scattate anni prima dall’astronoma americana
                                                                                              Eleanor Helin, e ridefinirono la sua orbita. I risultati,
                                                                                              diffusi in un agguerrito comunicato stampa, ta-
                                                                                              gliarono le gambe a ogni speculazione: “Nel 2028
                                                                                              l’asteroide passerà alla confortevole distanza di
                                                                                              960mila chilometri, ben oltre l’orbita della Luna. La
                                                                                              sua probabilità di impatto con la Terra è zero”. Poi,
                                                                                              in evidente polemica con Marsden, i due specialisti
                                                                                              precisarono che, pure senza introdurre i nuovi
                                                                                              dati ma fermandosi all’analisi di quelli disponibili,
                                                                                              la probabilità di impatto da loro calcolata per il
                                                                                              2028 risultava comunque zero, perché l’incertezza
                                                                                              dell’accostamento variava da 25.000 a 700.000
                                                                                              km e, anche nell’ipotesi peggiore, il rischio della
                                                                                              caduta sulla Terra era da escludersi: “Parte della
                                                                                              confusione iniziale, amplificata dai commenti del
                                                                                              pubblico e dei media, risulta dal fatto che il Minor
                                                                                              Planet Center non ha calcolato la probabilità di
                                                                                              impatto e, pertanto, le sue affermazioni che ‘le
                                                                                              probabilità di una collisione nel 2028 sono piccole
Figura 3. Brian G. Marsden, celebre   siamo accorti. Non voglio affermare con questo          ma non si possono escludere del tutto’, sono da
astronomo e direttore dal 1978 al     che il pericolo non esiste. Dico soltanto che ora ne    considerarsi largamente soggettive”.
2006 del Minor Planet Center.         siamo più consapevoli perché, grazie alla nuova              La polemica interna all’ambiente degli studiosi
                                      rete degli osservatori, viene fatto un lavoro di        di asteroidi si concluse il 17 marzo a Houston,
                                      monitoraggio più sistematico. E poi, diciamoci          Texas, con un incontro organizzato dalla NASA a
                                      la verità, i ricercatori in questo settore stanno       cui parteciparono, oltre agli specialisti in calcoli
                                      organizzando una vera e propria campagna per            orbitali del JPL, anche Marsden e gli altri criticati
                                      imporsi all’attenzione”.                                vertici del Minor Planet Center. Da quel momen-
                                           Ma le voci di cautela e di analisi critica come    to, come fu stabilito di comune accordo, tutti i
                                      quella dell’astrofisico Pacini furono davvero poche.    gruppi ufficialmente coinvolti nel monitoraggio
                                      Di fatto, tra il 12 e il 13 marzo 1998 la “fine del     dei corpi minori avrebbero gestito in maniera
                                      mondo per collisione cosmica” dilagò con grande         meno improvvisata e disinvolta i dati delle orbi-
                                      clamore su agenzie di stampa, televisioni e giornali    te relative alle nuove scoperte, in modo da non
                                      in tutto il mondo: un’occasione ghiotta per maghi,      fornire ai media e all’opinione pubblica fantasiosi
                                      catastrofisti, cultori delle profezie di Nostradamus    quanto gratuiti scenari da “fine del mondo”. L’im-
                                      e movimenti millenaristici, tutti in pieno fermento     pegno comune sarebbe stato quello di migliorare
                                      all’approssimarsi del “fatidico” Terzo Millennio.       le conoscenze del pubblico su quanto si andava
                                           Non sarebbero passate ventiquattrore dal           facendo per lo studio dei corpi minori del sistema
                                      clamore suscitato dalle informazioni provenienti        solare e per la prevenzione dei rischi di eventuali
                                      dal Minor Planet Center, che negli Stati Uniti si       collisioni, senza nessun segreto ma anche senza
                                      manifestò una vera e propria rivolta tra gli studiosi   inutili allarmismi.
                                      di dinamica celeste, ben decisi a non farsi stru-            Tutto questo non ha impedito la periodica
                                      mentalizzare da visionari e ciarlatani. Un gruppo di    ricomparsa, sui media, di qualche “asteroide kil-
                                      studiosi del Jet Propulsion Laboratory della NASA       ler” anche quando tale non è, ma almeno fra gli
                                      (JPL) prese il sopravvento, con il proposito di fare    studiosi è stato concordato un corretto codice di
                                      chiarezza. Due di essi, Donald K. Yeomans e Paul W.     comunicazione che vieta la formulazione di notizie
                                      Chodas, specializzati nel calcolo di orbite di comete   ambigue alla fonte.

6       ASTRONOMIA                                                                                                              n. 2 • marzo-aprile 2017
ASTRONOMIA WASP 57 b La rivista dell'Unione Astrofili Italiani - Torre Luciana
Storie di cielo e di terra

                                                       La Biblioteca UAI
I Soci UAI hanno sconti nell’acqui-      PUBBLICAZIONI UAI                 L. Prestinenza                       ALTRE LETTURE                      Roberto Casati
sto dei libri più sotto riportati. Il                                      LA SCOPERTA DEI PIANETI              CONSIGLIATE                        DOV’E’ IL SOLE DI NOTTE
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    te postale n. 20523189 intesta-      Il numero 5/2006 di Astronomia.                                        RADIOASTRONOMIA
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amministrazione@uai.it                   & DINTORNI”                       IL SOLE NERO                         CONSIGLI DI LETTURA                IL MISTERO DEI COSMONAUTI
                                         GREMESE EDITORE                   Alla scoperta dell’eclissi di Sole   (Internet e dintorni...)           PERDUTI
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ASTRONOMIA WASP 57 b La rivista dell'Unione Astrofili Italiani - Torre Luciana
RUBRICA > Pianeti oltre il Sistema Solare

                                             Wasp 57 b

Claudio Lopresti                         Wasp 57 b                                                   no questa scoperta, e immagini ad alta risoluzione
Responsabile Sezione Pianeti                  Avevamo dedicato svariate puntate di questa            che non mostrano evidenze di compagni vicini” John
Extrasolari                              rubrica al programma DETEX, un programma di ricerca         Southworth. Ecco il link all’articolo originale: https://
pianetiextrasolari@uai.it                della Sezione Pianeti Extrasolari, che si proponeva di      arxiv.org/pdf/1509.05609v1.pdf
                                         trovare anomalie nei tempi di transito dei alcuni pia-           Il via alla ricerca lo diedi il 24 maggio 2014, dopo
                                         neti extrasolari, al fine di migliorarne, come risultato    una prima osservazione di un transito del pianeta in
                                         di minima, il calcolo delle effemeridi e, al tempo stes-    cui avevo notato delle anomalie sui tempi dell’evento
    WASP-57 b è un pianeta               so, sfruttare qualche probabilità di riuscire a trovare     (vedere la figura 1). Da qui si era partiti, come Sezione
    extrasolare gigante gassoso          in queste anomalie, una motivazione fisica, e cioè la       di Ricerca Pianeti Extrasolari, per cercare la conferma
    che orbita attorno ad una            presenza di un altro pianeta, nel sistema, non ancora       di questa scoperta, poiché si trattava di verificare
    stella di tipo G. Si trova nella     scoperto. Esistono molti casi in cui sarebbe bene           una grossa discrepanza fra questa osservazione e la
    costellazione della Bilancia ed      approfondire questo tipo di ricerca, e ne parleremo         letteratura ufficiale. Era partita la campagna Wasp
    ha una magnitudine V di 13.04.       prossimamente.                                              57 b della Sezione.
    Questo pianeta fu scoperto a              Il lavoro della sezione è risultato fruttuoso già           Alle osservazioni di alcune serate dedicate alla
    marzo del 2013, con il metodo        in occasione delle anomalie temporali scoperte sul          verifica avevano partecipato, oltre a Claudio Lopresti,
    dei transiti.                        pianeta extrasolare Wasp 57 b. I risultati sul pianeta      Claudio Arena, Lorenzo Barbieri, il compianto Giorgio
                                         extrasolare Wasp 57 b sono stati pubblicati sulla rivista   Corfini, Alessandro Marchini e Giuseppe Marino. Dopo
                                         della Royal Astronomical Society “Monthly Notices”          alcuni tentativi, molto disturbati dal rumore causato
                                         (arXiv:1509.05609 [astro-ph.EP]), Larger and faster:        dalla vicinanza della Luna, finalmente il 27 giugno
                                         revised properties and a shorter orbital period for the     2014 la campagna andò a buon fine, fornendo una
                                         WASP-57 planetary system from a pro-am collabo-             osservazione collettiva e concordante sui tempi, che
                                         ration (John Southworth et al.).                            in pratica confermava pienamente l’osservazione del
                                              Come dice l’abstract di questo articolo, “È stato      24 maggio, Il grafico di questa osservazione, con i dati
                                         trovato che i transiti del sistema planetario WASP-         combinati di cinque osservatori, è in figura 2.
                                         57 si verificano mezz’ora prima del previsto. Sono               A questo punto, Luigi Mancini, del Max Plank
                                         presentate dieci curve di luce di transiti fatte con        Institute, venuto a sapere delle nostre ricerche, mi
                                         telescopi amatoriali, sulle quali si basa questa sco-       segnalò che Wasp-57 b era stato osservato anche
                                         perta, e tredici curve di luce di transiti ottenute da      da lui e John Sowthworth, del Keele University, Regno
                                         strutture professionali, che confermano e definisco-        Unito con il Danish telescope a La Silla, e anch’essi

Figura 1. La prima osservazione di
Wasp 57 b del 24 maggio 2014,
fatta da Claudio Lopresti, da cui
scaturì la campagna osservativa
sulle anomalie di questo pianeta
extrasolare. Specialmente nell’uscita
del transito si vede una grossa
differenza fra quanto previsto
ufficialmente (linea tratteggiata blu,
egress) e quanto osservato (linea
tratteggiata rossa, observed).

8         ASTRONOMIA                                                                                                                   n. 2 • marzo-aprile 2017
Pianeti oltre il Sistema Solare

                                                                                                                          Figura 2. Dati combinati
                                                                                                                          dell’osservazione del 27 giugno
                                                                                                                          2014 (transito del pianeta
                                                                                                                          extrasolare Wasp-57 b). L’anomalia
                                                                                                                          nei tempi di transito è indicata dalle
                                                                                                                          frecce (rossa = calcolato, verde =
                                                                                                                          osservato). Questa osservazione
                                                                                                                          conferma quella precedente di
                                                                                                                          Claudio Lopresti del 24 maggio
                                                                                                                          2014.

avevano notato l’errore nelle effemeridi. Quindi ci fu       dove T0 è l’epoca del transito: 2.456.058,54910 è la
la proposta, da noi accettata, di unire i nostri dati con    data in giorni giuliani.
quelli del Danish per un articolo congiunto.                     Il periodo P è risultato essere 2,83891856 giorni.
     Lo stesso titolo dell’articolo racconta bene quale          E è il fattore di moltiplicazione: in pratica il nu-
sia stato il lavoro fatto, e recitava all’incirca così:      mero dei cicli successivi all’epoca T0 che restituisce le
Wasp-57 b: più grande e più veloce: corrette le pro-         date dei successivi midtransits (centralità dei transiti).
prietà del pianeta e rilevato un periodo orbitale più            Mediante questi parametri possono essere ora
breve per il sistema planetario WASP-57, grazie ad una       calcolate con estrema precisione le effemeridi dei
collaborazione fra astronomi professionisti ed amatori.      transiti di questo pianeta extrasolare.
     I transiti del sistema planetario WASP-57
risultano avvenire mezz’ora prima di quanto                  Conclusioni
previsto. Nell’articolo sono state inserite dieci curve di        Si può dire quindi che il programma Detex, pro-
luce di transiti ottenute dai componenti della Sezione       posto qualche anno fa dal responsabile di sezione
Pianeti Extrasolari con i loro telescopi, sulle quali        Sezione Pianeti Extrasolari, con questa scoperta sul-
è basata questa scoperta, e tredici curve di luce di         le anomalie dei tempi di transito di Wasp-57 b, ha
transiti ottenuti da astronomi professionisti. Oltre         avuto un primo importante riscontro e risultato. In
alla conferma di questa scoperta sono state ottenute         base a questo lavoro congiunto fra professionisti
anche immagini in ottico, ad alta risoluzione, che           ed amatori, sono state determinate nuove e precise
mostrano nessuna presenza di compagni vicini. Con            effemeridi orbitali, e misurate nuove proprietà fisiche
questi dati abbiamo determinato un nuovo e preciso           del sistema. Le nuove effemeridi, calcolate in base a
calcolo delle effemeridi, e misurato meglio le proprietà     queste osservazioni, potranno essere usate per predire       Figura 3. Rappresentazione in scala
fisiche del sistema. Il periodo orbitale è stato corretto    transiti con una precisione di meno di 1 minuto fino         di Wasp-57 b (a sinistra) rispetto a
a una lunghezza inferiore, il che spiega la comparsa         all’anno 2170.                                               Giove.
precoce dei transiti. Si è determinata anche la massa
e la grandezza , sia della stella che del pianeta, risul-
tati entrambi più grandi e meno massicci di quanto
calcolato in precedenza. Quindi le misure di massa
e raggio del pianeta sono ora coerenti con la teoria
dei modelli di giganti gassosi che contengono nessun
nucleo di elementi pesanti.
     In figura 3 possiamo vedere la grandezza di que-
sto pianeta (rappresentato a sinistra) rispetto a Giove.
     Ecco, infine, la formula per il calcolo delle nuove
effemeridi di Wasp-57 b:
       T0= BJD(TDB) 2 456 058.54910(16) +
                  2.83891856(81)×E

        Unione Astrofili Italiani>www.uai.it                                                                                              ASTRONOMIA           9
RUBRICA > ESPLORIAMO MARTE

                                               Le forme periglaciali e le
                                               Thaumasia Highlands
Fabio Zampetti
Geologo

                                           T
fabio.zampetti@gmail.com                         haumasia fœlix fu osservata per la prima vol-      1924 ebbe così modo di notare come le formazioni
                                                 ta da Schiaparelli nel lontano 1877 (figura 1).    lineari venissero risolte in particolari discreti se si
                                                 In quell’anno la macchia di albedo delineata       aumentava l’ingrandimento di visione in situazione
                                           dall’astronomo mostrava una caratteristica forma         di osservazione favorevole.
                                           cerchiata e leggermente schiacciata. Tale luminosi-           La natura semipermanente della macchia di
                                           tà veniva interrotta soltanto verso settentrione da      luminosità ha fatto pensare, sin dai primi studi, a
  Le caratteristiche fisiche di            un linea ad albedo più scura sino a ricongiungersi       variazioni morfologiche difficilmente interpretabili.
  Marte fanno si che esso sia              a Lacus Phænicis. L’interno si presentava con un         L’analisi statistica su frequenza e periodicità dei
  un corpo freddo in cui l’acqua           chiarore più basso e nominato dallo stesso studioso      maggiori eventi ivi riconosciuti, portavano a con-
  può esistere principalmente              Solis Lacus (letteralmente “Lago del Sole”).             cludere che le variazioni di intensità e di aspetto
  allo stato solido producendo                  Nel 1879 l’astronomo di Brera tornò a osservare     dell’albedo fossero stagionali. Oggi è noto che tali
  forme superficiali di ambiente           Marte. Basandosi su punti rilevati con un micrometro     modifiche possono essere ricondotte, almeno in par-
  periglaciale riscontrate a               notò che le formazioni, da lui nominate nella pre-       te, ad una dinamica atmosferica, con la formazione
  determinate latitudini del               cedente opposizione, erano cambiate, in particolar       di tempeste di polvere. Un’altra componente che si
  pianeta.                                 modo Solis Lacus (soprannominato successivamente         pensi porti a notevoli mutamenti di albedo sono le
                                           l’Occhio di Marte). Laddove si presentava quasi cir-     variazioni secolari, che mostrano casualità. In questo
                                           colare nel 1877, ora mostrava una forma appuntita        contesto si pone la scomparsa o la ricomparsa di
                                           (per poi modificarsi nuovamente in un ovale nella        antichi dettagli, come la riapparizione nel 1988 della
                                           opposizione del 1882). Durante le grandi opposizioni     zona lineare scura, denominata Phasis, documentata
                                           Solis mostrava la sua vera natura.                       solo nelle rappresentazioni di inizio secolo scorso.
                                                L’astronomo Maggini osservava che in realtà era          Con la visione ravvicinata del pianeta tramite
                                           composto da «un cospicuo ammasso di nuclei a bassa       sonde vennero riconosciuti particolari superficiali,
                                           riflettività, congiunti da regolari strutture apparen-   altrimenti impossibili da identificare. Grazie agli or-
Figura 1. Thaumasia fœlix è una
delle più importanti e particolari         temente lineari o ad arco che la collegavano con i       biter si è visto così che Thaumasia fœlix e Solis Lacus
macchie di albedo riconosciute             bordi della Thaumasia.» L’astronomo empolese nel         in realtà corrispondevano a una serie di altipiani a
su Marte. Il riquadro in alto a
sinistra ne mostra la morfologia
sulla areografia di Schiaparelli
del 1877, assieme alla più nota
regione di Solis Lacus a riflettività
minore. L’albedo in questa parte
di superficie è rimasta pressoché
immutata nel corso del tempo, come
testimoniano le areografie compilate
dai successivi studiosi, sebbene con
una conformazione suscettibile a
variazioni annuali. Il cerchio rosso
mostra l’area sulla rappresentazione
ufficiale dell’Unione Astrofili Italiana
(UAI, 2000), come un insieme
di macchie ad alta riflettività a
circondare Solis Lacus. Image
Credit: Sezione Pianeti dell’Unione
Astrofili Italiani.

10       ASTRONOMIA                                                                                                                  n. 2 • marzo-aprile 2017
Esploriamo Marte

litologia vulcanica oggi chiamati Syria, Sinai, Solis
e Thaumasia Planum (figura 2). I confini coincidono
con le maggiori strutture di Marte: a settentrione
vengono bordati dal gigantesco sistema lineare di
Valles Marineris, mentre verso est circondano Thar-
sis, già descritto in uno dei precedenti articoli. Questi
terreni si estendono dal margine sud di Acidalia Pla-
nitia, verso est sino a lambire il margine meridionale
di Amazonis Planitia.
     L’evoluzione geologica degli altipiani è certa
dall’Epoca del Noachiano Superiore, grazie alla pre-
senza dei terreni di tipo embayment che bordano il
limite orientale. Ulteriori costrizioni temporali ven-
gono fornite dai processi di denudazione che hanno
agito lungo i margini di Thaumasia Planum, dove             Figura 2. Lo stralcio della carta a scala 1:20 000 000 mostra gli altipiani corrispondenti alla
localmente, morfologie terrazzate possono essere            macchia di albedo Thaumasia–Solis. I terreni che le compongono sono composte da rocce
ricondotte a strati parzialmente erosi e cartografati       vulcaniche formatesi per la emissione di estesi flussi lavici in un arco temporale che va dall’alto
nel complesso come unità indivisa. La conseguen-            Noachiano sino al tardo Esperiano. La zona raffigurata è centrata in 30° sud, 80° ovest. La
te deposizione dei detriti asportati potrebbe aver          larghezza delle pianure è pari a 2800 km circa. Il nord è verso l’alto. Le linee nere contrassegnate
                                                            da un doppio triangolo pieno indicano la tettonica da contrazione. Quelle contrassegnate da
contribuito alla formazione degli altipiani stessi. La
                                                            anelli pieni indicano le forme da tettonica estensionale. Le linee nere con un solo triangolo pieno
genesi dei terreni del tardo Noachiano sono coe-            indicano scarpate formatesi per tettonica, vulcanismo o erosione. Le linee nere contrassegnate
renti con la messa in posto della catena montuosa           da un doppio triangolo vuoto indicano creste semplici da erosione o vulcanismo. Le linee nere
di Thaumasia highlands, avvenuta principalmen-              sottili contrassegnate da un pallino vuoto indicano una o più serie di fori da collasso per attività
te nel medio Noachiano durante il quale vengono             tettonica. Le linee rosse con un pallini pieno indicano truogoli per possibile collasso vulcanico.
a formarsi stretti graben e fratture densamente             In blu chiaro vengono segnati i canali di deflusso. Le frecce rosso scuro indicano i versi di
spaziate. Ulteriori strutture tettoniche impostatesi        scorrimento dei flussi vulcanici. Le linee nere contrassegnate dalle lettere y/o indicano contatti
al passaggio dei periodi, tagliano le superfici del         tra terreni giovani (y) da quelli più antichi (o). eNh: unità di altipiano del Noachiano Inferiore.
tardo Noachiano, mostrando rapporti stratigrafici           Nhe: unità di edificio di altipiano del Noachiano. mNh: unità di altipiano del Noachiano Medio.
                                                            Nhu: unità indivisa di altipiano del Noachiano. lNh: unità di altipiano del Noachiano Superiore.
di attraversamento dei terreni. In parte risultano
                                                            eHh: unità di altipiano dell’Esperiano Inferiore. Nve: unità di edificio vulcanico del Nochiano. lNv:
parzialmente oscurate dagli affioramenti del basso          unità vulcanica del Noachiano Superiore. eHv: unità vulcanica dell’Esperiano Inferiore. lHv: unità
Esperiano che tende a ricoprirli.                           vulcanica dell’Esperiano Superiore. lHvf: unità di campo vulcanico dell’Esperiano Superiore. Ave:
     I primi flussi vulcanici rilevati nel pianoro, cor-    unità di edificio vulcanico dell’Amazzoniano. lAvf:unità di campo vulcanico dell’Amazzoniano
rispondono ai terreni lobati del tardo Noachiano.           Superiore. HNt: unità di transizione del Noachiano e dell’Esperiano. Hto: unità di svraflusso
Sebbene si creda che tali depositi siano dovuti alla        dell’E’soeriano. lHt: unità di transizione dell’Esperiano Superiore. Htu: unità indivisa di transizione
azione della tettonica, si pensa che in alcuni luoghi si    dell’esperiano. Aa: unità di copertura dell’Amazzoniano. L’unità da impatto, AHi, sarà l’oggetto del
siano formati anche per emissioni provenienti dalla         prossimo articolo. Rappresentazione in proiezione di Robinson con datum Mars 2000. (Da Tanaka,
                                                            et al,, 2014, Geologic map of Mars: U.S. Geological Survey Scientific Investigations Map 3292,
regione vulcanica più grande del pianeta. Purtroppo
                                                            scale 1:20,000,000, pamphlet 43 p.)
la presenza di forme indicatrici di modificazioni nelle
litologie hanno occultato queste ultime morfologie,
arrivando in alcuni casi ad impedire il riconoscimento      logie dovute allo sviluppo di ambienti glaciali e peri-
della roccia originaria. Ciò risulta particolarmente        glaciali. Nella regione montuosa e nei suoi dintorni
vero nelle alture. In questa regione, studi appro-          prima descritta si è arrivati anche al coinvolgimento
fonditi tramite spettrometri, hanno messo in risalto        del ghiaccio a quote superiori ai 4000m. Difatti sono
segnature ben distinte dai flussi lavici provenienti        state identificate diverse strutture, peculiari nella
dal complesso di Syria Planum, i quali contengono           disposizione spaziale e per associazione con i terreni
fillosilicati, a conferma di genesi diverse per le lave     che ricoprono, geologicamente recenti.
delle differenti parti degli altipiani.                         I plateau mantling (mantelli di copertura) segna-
     Tra i segni lasciati dagli agenti atmosferici sui      no diffusamente i terreni al di fuori di depressioni e
terreni degli altipiani si hanno i depositi di materiali    crateri da impatto. Si mostrano eterogenei in spes-
che hanno coinvolto acqua liquida e ghiacciata.             sore e a vario grado di conservazione. Tendono ad
Quest’ultimi hanno prodotto come risultato morfo-           ammantare la topografia preesistente, arrivando a

        Unione Astrofili Italiani>www.uai.it                                                                                                 ASTRONOMIA         11
Esploriamo Marte

Figura 3. L’immagine della
Context Camera (CTX) della Mars
Reconnaissance Orbiter qui
riportata mostra un particolare delle
Thaumasia Higlands. Si possono
notare i plateau mantling lungo
i bordi del cratere e le forme da
materiale da riempimento lineare
interne alla depressione. Data di
acquisizione: 21 agosto 2011 04:30
ora locale. Scala: 5 m/pixel. Image
Credit: NASA/JPL/MSSS

                                                                                                         depositi embayment al bordo dei maggiori crateri
                                                                                                         da impatto. La diffusione potrebbe essere il risul-
                                                                                                         tato di un combinazione di vari processi geologici
                                                                                                         avvenuti nel tempo, compresi quelli fluviali, alluvio-
                                                                                                         nali, colluviali oltre che glaciali, con deposizione di
                                                                                                         sottile strati di ghiaccio. Al contrario, i materiali da
                                                                                                         riempimento lineare in depressioni trovano posto
                                                                                                         solo nei grandi crateri da impatto degli altopiani
                                                                                                         specialmente di quelli presenti in prossimità del-
                                                                                                         la dicotomia marziana (figura 3). La caratteristica
                                                                                                         morfologica principale è l’estensione di una tessitura
                                                                                                         lineare trasversale o sub–concentrica e interpretata
                                                                                                         in alcuni casi come flussi di ghiaccio. Nelle riprese ad
                                                                                                         alta risoluzione tali strutture si mostrano associate
                                                                                                         con forme circolari o pseudo–circolari riconducibili
                                                                                                         a piccoli crateri fortemente degradati oppure a fori
                                                                                                         prodotti dai fenomeni di termocarsismo. Sebbene
                                                                                                         si pensi che i riempimenti lineari siano collegati a
                                                                                                         flussi glaciali, si pone l’accento sul fatto che alcuni
                                                                                                         autori spiegano tale formazione per azione eolica,
                                                                                                         divenendo quindi il vento un agente importante su
                                                                                                         lunghi periodi, limitando il materiale depositato alla
                                                                                                         sola componente fine, in associazione con la perdita
                                                                                                         di sostanze volatili per sublimazione.
                                                                                                              Presenti anche in altre parti di Marte (ad esempio
                                                                                                         Tempe Terra), morfologie simili ai grembiuli di detriti
                                                                                                         sono state osservate in alcuni crateri da impatto della
                                                                                                         regione. Si configurano come accumuli di detriti roc-
Figura 4. I protalus rampart sono composti da sedimenti detritici associati a preesistenti depositi      ciosi, sottostanti pendii ripidi e tendono a mostrare
di ghiaccio. Sono tipici di ambienti periglaciali e si trovano alla base di ripide scarpate. Dall’alto   lineazioni simili ai rock glaciers terrestri. Possono
assumono la forma di basse creste arcuate. Alcune strutture poste alla base delle pareti di certuni      essere isolati, oppure sovrapposti ai materiali lineari
crateri di Marte assumono una morfologia molto simile, tanto da far pensare a un processo                di riempimento. Nei rilievi, i grembiuli di detrito sono
di formazione analogo. Data di acquisizione: 15 dicembre 2006; scala proiettata: 0,150m/
                                                                                                         caratterizzati da una tessitura, variabile da liscia
pixel; vengono risolti particolari al massimo pari a 0,760m/pixel. – http://www.uahirise.org/
                                                                                                         sino a moderatamente rugosa, mentre in sezione la
PSP_001816_1410. Image Credit: NASA/JPL/University of Arizona.
                                                                                                         superficie si presenta spesso concava verso l’alto, in

12       ASTRONOMIA                                                                                                                        n. 2 • marzo-aprile 2017
Esploriamo Marte

                                                                                                                       Figura 5. I terreni poligonali sono
                                                                                                                       presenti alle alte latitudini marziane.
                                                                                                                       Presentano forti similitudini con
                                                                                                                       gli equivalenti terrestri, dove la
                                                                                                                       genesi implica la presenza di acqua.
                                                                                                                       Sebbene questa componente sia
                                                                                                                       necessaria per la formazione,
                                                                                                                       alcun autori credono che tale
                                                                                                                       forma sia prodotta per processi
                                                                                                                       di sublimazione più che di gelo e
                                                                                                                       disgelo. La forma in rilievo a destra
                                                                                                                       potrebbe essere un pingo, struttura
                                                                                                                       collinare di piccole dimensioni
                                                                                                                       formata dal un nucleo ghiacciato.
contrasto con strutture simili osservate al confine        formano in topografie pianeggianti per contrazione          Data di acquisizione: 29 dicembre
dei pianori settentrionali, solitamente convesse nello     termica, contornati da massi disgregati a segnarne i        2007; scala proiettata: 0,250m/
stesso verso. Le dimensioni sono decisamente minori        limiti. Su Marte potrebbe avvenire un processo simile,      pixel; vengono risolti particolari
dei più grandi e antichi riempimenti lineari.              interessando solo litologie della grandezza della sab-      al massimo pari a 0,910m/
     Di grandezza limitata risultano essere invece i       bia, ma potrebbero formarsi anche per produzione            pixel. – http://www.uahirise.
protalus lobes e rampart, morfologie prodotte dalla        di cunei ghiacciati o per sublimazione dell’acqua           org/PSP_006672_2245. Image
                                                                                                                       Credit: NASA/JPL/University of
permanenza di ghiaccio sotto ammassi di detriti ca-        (figura 5). Qualora siano interessati i pendii verranno
                                                                                                                       Arizona.
duti dalle scarpate adiacenti e accumulatisi alla sua      a prendere forma strutture particolari come i cerchi
base (figura 4). Comunemente si trovano in stretta         di pietre e i terreni a strisce.
associazione con i bordi dei crateri da impatto op-             Sebbene molte delle morfologie presenti su Mar-
pure con scarpate di faglia a carattere compressivo        te abbiano degli equivalenti terrestri che ne permet-
o distensivo. La morfologia lobata è caratterizzata        tono di ipotizzare la composizione e l’evoluzione,
dalle molteplici creste concentriche a geometria           risulta necessario anche considerare le condizioni
relativamente semplice, rispetto ai materiali di riem-     fisiche in cui queste potrebbero essersi formate.
pimento, con una larghezza che solitamente supera          Osservazioni di fenomeni che puntano in tal senso
la lunghezza totale di pochi chilometri.                   richiedono difatti condizioni particolari attualmente
     Gli ambienti periglaciali sono caratteristici delle   non presenti sul pianeta rosso.
medie latitudini marziane di cui fanno parte an-                Alcuni ricercatori ritengono che effettivamente
che gli altipiani di Solis/Thaumasia. Invero, altre        siano possibili i processi richiesti per la generazione
regioni mostrano diverse morfologie, arrivando a           delle morfologie periglaciali grazie alla presenza di
coinvolgere il permafrost (a tale proposito si legga       acqua. Questi invocano la conferma data dal Pho-
la definizione data da Van Everdingen nel 2005),           enix che ha rilevato la presenza di ghiaccio alle
riscontrate in particolare tra i 30° e i 60° di latitu-    medie–alte latitudini marziane. Il lander difatti ha
dine e nella fascia di transizione. Vicino quindi ai       scoperto un sottile strato di regolite presso il sito di
ghiacciai di pietra si trovano altre morfosculture         atterraggio frammisto ad acqua ghiacciata, nonché
che presentano l’analoga controparte terrestre che         la presenza di perclorati che, abbassando le tem-
ne facilita lo studio.                                     perature di congelamento, facilitano il processo di
     I pingos sono caratteristici dei terreni sabbiosi     disgelo alle condizioni attuali del pianeta. In parti-
molto fini. Presentano un nucleo ghiacciato formato        colare si ritiene che ciò favorirebbe la morfogenesi,
da acqua presente per sovrappressione dal basso            temporalmente ciclica, con origine dei fenomeni
che, sollevando il terreno circostante superficiale,       termocarsici, di creep, di soliflusso e di crioturbazione
produce una caratteristica conformazione a cupola          aiutati anche dalla presenza del permafrost. Diversi
di dimensioni modeste. Se la pressione dell’acqua          di questi processi sono alla base delle forme già
è molto alta, lo sviluppo finale sarà la rottura della     descritte: i lobi sarebbero strettamente correlati ai
parte superiore della collina .                            processi soliflusso; i poligoni e i terreni “intagliati”
     Se si osservano attentamente le immagini riprese      potrebbero essere legati alla crioturbazione, mentre il
dagli orbiter di alcune aree poste al limite della zona    creep produrrebbe strutture tipo rock glaciers. Infine
ghiacciata marziana, si noteranno alcune strutture         il termoclastismo porterebbe a forme tipiche per
peculiari. I terreni poligonali sul nostro pianeta si      innalzamento della temperatura con conseguente

       Unione Astrofili Italiani>www.uai.it                                                                                            ASTRONOMIA          13
Esploriamo Marte

degradazione del permafrost: verrebbero a             con le fessure di confine sottili e i poligoni       de dimensione che la stabilizzi, l’inclinazione
prodursi quindi fenomeni di collasso e sub-           ben definiti. A latitudini comprese tra i 60° e i    dell’asse di rotazione tenderebbe a variare con
sidenze locali con la genesi di forme analo-          70°, i poligoni sembrano leggermente alterati,       un ciclo di 117.000 anni circa. Ciò influenza la
ghe alla Terra per decongelamento di masse            dove è visibile una degradazione delle spac-         dinamica climatica con la conseguenza che
ghiacciate. Fosse ellittiche, spesso coalescenti,     cature seppure i poligoni risultino ancora ben       il ghiaccio d’acqua è spesso migrato dai poli
le alases, sono causate dal disgelo di lenti          identificabili. Infine a latitudini più o meno       verso latitudini più basse, durante periodi di
di ghiaccio. Frequenti in Siberia si osserva-         al di sotto dei 55°–60° i poligoni sembrano          obliquità maggiori, quando le regioni polari ri-
no come strutture simili alle medie latitudini        fortemente degradati, dove ne risultano al-          cevevano un maggiore quantitativo di energia
marziane.                                             terati un grande quantitativo e difficilmente        solare alla superficie. Al contrario, il ghiaccio
     Altri studiosi ipotizzano invece una forma-      identificabili. Questa rappresenterebbe una fase     d’acqua è stato ridistribuito verso latitudini
zione senza la presenza di acqua predominante,        finale di degradazione delle forme, in cui l’al-     più elevate durante i successivi periodi, di
almeno per alcune delle morfologie periglaciali.      terazione da sublimazione sarebbe così spinta        bassa obliquità. Ne risulta che il ghiaccio è
Le teorie che considerano questa componente           che i terreni prendono l’amichevole appellativo      un fattore di evoluzione significativo del pae-
in quantità subordinata, vengono definite dry         “a basketball”.                                      saggio marziano con la possibilità di trovarlo
(ossia “secche”) e la prova invocata dai ricer-            Alle medie latitudini l’insieme di mor-         conservato, come relitto, in zone dove ora non
catori per la produzione di forme da sublima-         fologie minori (100 m di altezza massima)            ne sarebbe possibile l’esistenza. Laddove non
zione sono i fenomeni che avvengono nella             suggeriscono la modificazione dei volumi di          esiste più il ghiaccio neanche residuale, sono
copertura polare. Elaborate tessiture si trovano      terreno per rimozione differenziale di materia-      rimaste forme inattive che indicherebbero la
nelle riprese delle sonde nel ghiaccio residuale      le. Appaiono allora aperture tipo pozzi, terreni     loro natura glaciale. Così si trovano in svariati
settentrionale, formate per azione combinata          tassellati e butterati dalle forme eterogenee e      posti gli esker, indicatori dei morfoprocessi
dell’ablazione con la sublimazione, durante i         mesas residui. Il verificarsi di queste morfo-       del passato. Costituiti da rilievi composti da
periodi caldi. Date le attuali condizioni di Marte,   logie su pendii dall’insolazione specifica e la      terreni a granulometrie sabbiose–ghiaiose, tali
alcuni ricercatori pensano che il processo sia        loro correlazione con medie latitudini, porta        strutture vengono a formarsi nella parti sot-
agente in maniera preponderante, vista anche          ad ipotizzare la presenza di volatili interni alle   tostanti i ghiacciai per circolazione dell’acqua
l’incertezza della presenza di acqua ghiacciata       polveri che con la sublimazione porterebbe-          di fusione. Questa trascina con se i sedimenti
a profondità elevate, ben oltre il chilometro.        ro alla formazione delle tessiture osservate         depositandoli in maniera stratificata sul fon-
Regolerebbero il tasso di sublimazione para-          tramite la correlazione con processi associati       do della massa ghiacciata. Una forma tipica
metri come le temperature medie superficiali          alla circolazione atmosferica. In alcune zone        di ambiente glaciale, ma che per sua natura
e la pressione del vapore acqueo. Deve essere         come Utopia Planitia, i pozzi potrebbero es-         geologica viene a formarsi in quella parte dove
considerata però anche la diffusione e l’assor-       sersi formati in concomitanza con i poligoni         si verifica sovente lo scioglimento del ghiaccio,
bimento dell’acqua perché, variando in fun-           tramite un meccanismo analogo ai mudcracks           contribuendo ad aumentare quella variabilità
zione della porosità e della composizione della       terrestri in cui i bordi verrebbero segnati dai      geologica che solo il Pianeta Rosso può offrirci.
regolite, portano a differenze nella profondità       fori per sublimazione con la conseguente
teorica di stabilità del ghiaccio da zona a zona.     rottura del terreno. Questi, assieme ad altre
Ciò significa che assume rilevanza la struttura       forme, potrebbero quindi essersi formate da          Bibliografia essenziale
del sottosuolo (fratture e stratificazione) nel       processi denominati da termocarsismo secco
controllare la sublimazione e in definitiva nella     o criocarsismo, in analogia ai corrispondenti        AA.VV., U.S. Geological Survey: Geological Map of
formazione delle morfologie, spiegando una            terrestri in cui verrebbe coinvolto lo sciogli-              Mars scale 1:20 000 000, 2014.
forte dipendenza del processo con la latitudine.      mento di ghiacci.                                    Falorni M., Tanga P., Osservare I pianeti, Media Pres-
                                                                                                                   se s.r.l., Milano, 1994.
Diventerebbe importante oltre i 60° e al di sotto          Qualunque siano gli agenti esogeni che
                                                                                                           Mangold N., Water ice sublimation–related
dei 25° a causa delle maggiori temperature            hanno prodotto le forme che oggi osserviamo,                 landforms on Mar, in: Balme, M. R., Bar-
medie annuali. Risulterebbero invece libere le        certamente si deve tenere conto delle condi-                 gery, A. S., Gallagher, C. J. & Gupta, S. (eds)
regioni equatoriali (entro i 25° di latitudine)       zioni climatiche attuali e al momento della                  Martian Geomorphology. Geological Society,
da qualsivoglia morfologia da sublimazione,           loro formazione. Il sottosuolo superficiale di               London, Special Publications, 356, 151–169.
riflettendo probabilmente un sottosuolo pro-          Marte ha sperimentato temperature conti-             Rossi A. P., Van Gasselt S., Pondrelli M., Dohm J.,
fondo libero dai ghiacci. Le forme poligonali         nuative sotto lo 0°C per gran parte della sua                Hauber E., Dumke A., Zegers T., Neukum G.,
potrebbero in definitiva essere spiegate con il       storia. Alle attuali condizioni il ghiaccio può              Evolution of periglacial landforms in the
                                                                                                                   ancient mountain range of the Thaumasia
solo passaggio solido–aeriforme. Sono state           essere stabile solo alle alte latitudini. Tutta-
                                                                                                                   Highlands, Mars, in: Balme, M. R., Bargery, A.
infatti osservate per tutto il pianeta con ca-        via l’estensione latitudinale di esistenza è una
                                                                                                                   S., Gallagher, C. J. & Gupta, S. (eds) Martian
ratteristiche differenti. A latitudini superiore      funzione della obliquità dell’asse del pianeta.              Geomorphology. Geological Society, London,
ai 70° sembrano essersi formate recentemente          In mancanza di un satellite naturale di gran-                Special Publications, 356, 151–169.

14       ASTRONOMIA                                                                                                                      n. 2 • marzo-aprile 2017
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