ASTRONOMIA WASP 57 b La rivista dell'Unione Astrofili Italiani - Torre Luciana
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
ASTRONOMIA www.ua i.it La rivista dell’Unione Astrofili Italiani n. 2 • marzo-aprile 2017 • Anno XLII WASP 57 b Sped. in A.P. 45% filiale di Belluno Taxe perque - Tassa riscossa - Belluno centro ■ Nuovi asteroidi ■ Spettro di DY Peg ■ Gaia 16aye
ASTRONOMIA Anno XLII • La rivista dell’Unione Astrofili Italiani astronomia@uai.it SOMMARIO n. 2 • marzo-aprile 2017 Proprietà ed editore 15 20 37 Unione Astrofili Italiani Direttore responsabile Franco Foresta Martin Comitato di redazione Consiglio Direttivo UAI Coordinatore Editoriale Giorgio Bianciardi Impaginazione e stampa EDITORIALE 29 Storie ed osservazioni di Tipografia Piave srl (BL) www.tipografiapiave.it 3 UAI: da mezzo secolo al servizio della piccoli mondi (XIX parte) cultura astronomica L. Angeloni, P. Baruffetti, M. Bigi, G. Bonatti, Servizio arretrati Mario Di Sora A. Bugliani, D. Del Vecchio, M. Dunchi G. Tonlorenzi Una copia Euro 5,00 Almanacco Euro 8,00 RUBRICHE 35 ASTROPOESIE Versare l’importo come spiegato nella pa- 4 1997XF11, il presunto asteroide-killer Le notti inquietanti di Dino Buzzati gina successiva specificando la causale. Pasqua Gandolfi che fece litigare gli studiosi di minor Inviare copia della ricevuta a planets amministrazione@uai.it Franco Foresta Martin 36 NOTIZIARIO ISSN 1593-3814 8 Wasp 57 b • Scoperta una nuova stella variabile Copyright© 1998 UAI Claudio Lopresti nella costellazione del Drago. Una Tutti i diritti sono riservati a norma collaborazione tra astrofili della di legge. È vietata ogni forma di 10 Le forme periglaciali e le Thaumasia Regione Campania riproduzione e memorizzazione, anche Highlands • Osservatorio Serafino Zani parziale, senza l’autorizzazione scritta Fabio Zampetti • Osservata rara microlente dell’Unione Astrofili Italiani. RICERCA gravitazionale all’Osservatorio di Pubblicazione mensile registrata al Montarrenti (Siena) 15 Nuovi Asteroidi scoperti • Scoperta all’Osservatorio di Tribunale di Roma al n. 413/97. al GAMP Montarrenti. La Supernova SN Sped. in abb. postale 45%. Paolo Bacci Autorizzazione Filiale PT di Belluno. 2016iug 20 Spettroscopia della variabile • Esperimento italiano di Mattia Manoscritti, disegni e fotografie non DY Peg Barbarossa, socio UAI e UAN, in richiesti non verranno restituiti. Inviare Lorenzo Franco finale per la missione indiana verso la il materiale seguendo le norme riportate nelle Istruzioni per gli autori sul sito Luna ESPERIENZE, DIVULGAZIONE Internet www.uai.it. E DIDATTICA 42 ASTROIMMAGINI Tutti gli articoli scientifici inviati saranno sottoposti al giudizio di referee 24 L’importanza della cicloide 44 DISEGNO qualificati. Gli abstract degli articoli per la misura del tempo ASTRONOMICO originali sono pubblicati su in astronomia Gianpaolo Graziato Astronomy and Astrophysics Abstracts. Domenico Liguori, Pasquale Barone UAI - Unione Astrofili Italiani Segreteria nazionale c/o Osservatorio Astronomico “F. Fuligni” Via Lazio, 14 – località Vivaro In copertina 00040 Rocca di Papa (RM) Tel: 06.94436469 L’Orsa Maggiore sopra Rocca Calascio. ASTRONOMIA www.uai.it (Lun/Ven ore 10-13, Mar/Gio 15-18) Canon 5D3, 500 ISO, 14 mm/3.2. 2X2 minuti. Fax: 1782717479 La rivista dell’Unione Astrofili Italiani n. 2 • marzo-aprile 2017 • Anno XLII amministrazione@uai.it WASP 57 b Compositazione: 2 minuti (statico) + 2 minuti Minitrack LX. www.uai.it 28 maggio 2016. Cristian Fattinnanzi. Sped. in A.P. 45% filiale di Belluno Taxe perque - Tassa riscossa - Belluno centro ■ Nuovi asteroidi ■ Spettro di DY Peg ■ Gaia 16aye
Iscrizione all’UAI Come iscriversi all’UAI Diventa o continua ad essere socio UAI! E se sei socio di una Delegazione, conviene ancora di più… Potrai così beneficiare delle importanti novità che abbiamo in serbo per Voi, oltre che contribuire alla crescita del movimento degli astrofili italiani e della cultura scientifica in Italia. Le quote ordinarie 2016-2017 di iscrizione alla UAI sono le seguenti. Il pagamento della quota di iscrizione può essere effettuato: NB: Alla quota base, va aggiunta l’opzione rivista per chi desidera rice- • tramite il conto corrente postale n. 20523189 intestato a “Unione vere gli otto numeri della rivista ASTRONOMIA UAI (incluso l’Almanacco Astrofili Italiani c/o Oss. Astr. Fuligni - Via Lazio 14, 00040 Rocca 2017) in formato cartaceo. La quota base da diritto a consultare la di Papa (RM)”, utilizzando il bollettino. rivista in formato “solo web”. • tramite bonifico bancario sul CC (anche effettuato on-line) codice IBAN: IT78 L076 0112 1000 0002 0523 189 intestato a Quota base Opzione Rivista “Unione Astrofili Italiani”; • SOCIO INDIVIDUALE € 30 € 20 • tramite Internet collegandosi al sito UAI www.uai.it ed effettuando • Socio Studente € 15 € 20 (minore di 26 anni) il pagamento con il sistema sicuro Paypal che richiede l’utilizzo di • Socio Aggregato € 10 € 20 (già iscritto anche ad una Delegazione UAI) una carta di credito. • Socio Delegazione € 60 inclusa N.B. - Ogni modalità di pagamento ha un costo di transazione aggiuntivo • Socio Ente € 70 inclusa (Associazione, Scuola, altro Ente) alla quota di iscrizione in funzione del servizio utilizzato. Per accelerare le Promo rinnovo tempestivo operazioni di recepimento dell’iscrizione o rinnovo effettuate con bonifico o • per chi rinnova entro il 31/01/2017 è previsto uno sconto di 10 € versamento postale, vi consigliamo di inviare una e-mail a amministrazione@ uai.it con oggetto “ISCRIZIONE UAI” indicando la data del pagamento ed sulla quota base (5 € per socio Studente o Aggregato). allegando l’attestazione dello stesso (ricevuta bollettino o bonifico). Nel caso di socio AGREGATO, specificare il Codice Delegazione UAI. SEZIONI DI RICERCA Pianeti extrasolari: Claudio Lopresti Unione Coordinatori: Salvatore Pluchino pianetiextrasolari@uai.it Astrofili ricerca@uai.it Sole: Luciano Piovan Sorveglianza Spaziale-Detriti Spaziali Fabrizio Piergentili Italiani sole@uai.it detritispaziali@uai.it Luna: Antonio Mercatali Astronautica: Vincenzo Gallo luna@uai.it astronautica@uai.it Sede Nazionale e indirizzo postale: Occultazioni: Claudio Costa Osservatorio Astronomico “F. Fuligni” occultazioni@uai.it COMMISSIONI E SERVIZI Via Lazio, 14 - Località Vivaro Meteore: Enrico Stomeo Commiss. Naz. Rete Osservatori 00040 Rocca di Papa (RM) meteore@uai.it Astronomici (ROSITA): Gabriele Tedesco Pianeti: Paolo Tanga osservatori@uai.it CONSIGLIO DIRETTIVO pianeti@uai.it Didattica: Maria Antonietta Guerrieri Presidente: Mario Di Sora Comete: Giannantonio Milani didattica@uai.it Vicepresidente: Giorgio Bianciardi comete@uai.it Divulgazione: Paolo Volpini Segretario: Luca Orrù Stelle Variabili: Claudio Lopresti divulgazione@uai.it Tesoriere: Massimiliano Lucaroni stellevariabili@uai.it Inquinamento Luminoso: Ugo Tagliaferri Consiglieri: Jacopo Baldi, Pasqua Gandolfi, Cielo Profondo: Fabio Martinelli inqlum@uai.it Giovanna Ranotto, Maria Antonietta Guerrieri, cieloprofondo@uai.it Servizio televideo RAI, p.575: Salvatore Pluchino Quadranti solari: Giuseppe De Donà Paolo Colona quadrantisolari@uai.it tlv@uai.it Collegio dei revisori dei conti Astrocultura: Pasqua Gandolfi Astrologia? No, grazie!: Pasqua Gandolfi Michele Alberti, Pasquale Ago astrocultura@uai.it astrologianograzie@uai.it e Renato Antonelli Radioastronomia: Salvatore Pluchino Telescopio Remoto UAI: radioastronomia@uai.it Giorgio Bianciardi Comitato dei probiviri Spettroscopia: Fulvio Mete telescopioremoto@uai.it Giuseppe De Donà, Gabriele Vanin spettroscopia@uai.it e Piet Jan Schutzman Strumentazione: Carlo Martinelli UFFICIO LEGALE: probiviri@uai.it strumentazione@uai.it avv. Mario Di Sora ufficiolegale@uai.it
EDITORIALE UAI: da mezzo secolo al servizio della cultura astronomica C ari Soci, finalmente ci siamo, i primi 50 Quest’anno, non a caso, festeggeremo il cin- anni dell’UAI ricorrono in questo 2017 e quantenario al Congresso UAI di Frosinone che, varrà pertanto la pena di celebrare questo oltre a rappresentare il centro geografico della traguardo che è anche un primato. penisola, vedrà anche la celebrazione dei 30 anni Come ben noto, specie per quelli di noi con di attività dell’Osservatorio Astronomico di Cam- le tempie più o meno grigie, l’Unione nasce per po Catino che mi onoro di aver fondato e che impulso e merito di un pugno di astrofili prove- ha contribuito, a fine anni ’80, a ridisegnare e nienti da tutta Italia e facenti capo all’Associazio- promuovere il ruolo degli astrofili in Italia. Mario Di Sora ne Astrofili Bolognesi, all’Associazione Astrofili Per comprendere se vi è grande differenza Presidente UAI Fiorentini, all’Associazione Astrofili Triestini e tra l’UAI del 1967 e quella di oggi vi invito a all’Associazione Scientifica Dilettanti Italiani di leggere l’articolo vergato da Franco Marchesini Palermo con il successivo apporto dei Gruppi sul primo numero del nostro organo di stampa Astrofili di Lugo e di Cremona. che, nel lontano agosto del 1968, si chiamava Ed è proprio a Cremona che si svolge il primo “Memorie dell’UAI. Convegno Nazionale UAI (che successivamente Al di là dello stile letterario e dei limiti imposti verrà denominato Congresso), nella sola data del dai mezzi del momento credo che, ancora oggi, 5 novembre 1967 e quasi un mese dopo la sua un vero astrofilo non possa non riconoscersi nei costituzione formale ad Asiago. valori fondamentali e negli obbiettivi finali che Al posto dell’attuale CD, senza parlare delle l’autore enuclea nel suo scritto ricco di passione varie articolazioni introdotte recentemente con il ma anche di progetti. Il più lungimirante di tutti, nuovo Statuto, vi era un Segretario centrale, in ancor oggi non realizzato, è quello della costitu- luogo del Presidente, nella persona dell’amico Lu- zione di una Federazione mondiale degli Astrofili! igi Baldinelli della gloriosa A.A.B. coadiuvato da Se ripercorriamo idealmente, senza citarli in tre segreterie: Culturale, Editoriale e Scientifica. modo specifico, i numerosi traguardi centrati Paolo Andrenelli, Luigi Baldinelli, Franco Fo- dall’UAI per la promozione della ricerca e della resta Martin e Riccardo Slager sono stati quindi divulgazione dell’Astronomia non solo per i Soci i quattro moschettieri dell’astrofilia italiana e a e per i singoli astrofili ma anche per un più vasto loro saremo sempre grati per quanto hanno voluto pubblico, credo che il bilancio sia estremamente fare in un’epoca in cui il telescopio più grande positivo e tale da inorgoglire gli stessi “padri in mano non professionale era un 35 cm, quello costituenti” che oggi voglio ricordare e onorare. appunto dell’A.A.B., e non vi erano internet, CCD, Raccogliamo quindi la loro pesante e sti- computer e quant’altro. Di certo la cosa più im- molante eredità per fare dell’UAI un vero punto portante, il cielo stellato, era meglio di oggi per di riferimento della cultura astronomica per gli l’inquinamento luminoso ancora ridotto, pur nei anni futuri. centri urbani di allora. Per aspera ad astra! In questo numero... ...il titolo di copertina ricorda la pubblicazione sulla prestigiosa MNRAS delle osservazioni della Sezione Extrasolari UAI che hanno permesso la caratterizzazione delle anomalie temporali dell’esopianeta gioviano WASP 57 b (pp. 8-9). L’Editoriale del nostro Presidente ci invita ad essere presenti al prossimo Congresso UAI, cinquantesimo dell’Unione. Nuovi asteroidi, nuove stelle variabili e il rilevamento di una microlente gravitazionale da parte di amatori. Sempre più sofisticati gli approcci: la spettroscopia di una stella variabile, DY Pegasi. Anche con piccoli telescopi, un rifrattore da 100 mm o un commerciale Schmidt-Cassegrain da 8”, è possibile fare interessanti (e utili) riprese di oggetti del profondo cielo (p.40) o dei principali pianeti del Sistema Solare (p. 41). Non mancate all’appuntamento con la rinata Sezione Profondo Cielo UAI: incontro tra amatori e professionisti a Foligno, 8 & 9 aprile, Biblioteca Maffei. Dalla costruzione di un Dobson alla ricerca di Supernovae extragalattiche, dallo studio di Nuclei Galattici Attivi allo star hopping tra nebulose e galassie.
RUBRICA > Storie di cielo e di terra 1997XF11, il presunto asteroide-killer che fece litigare gli studiosi di minor planets Franco Foresta Martin Direttore Responsabile Astronomia sidereus@rocketmail.com I l 12 marzo 1998, sulle scrivanie delle redazioni spaziale nei tempi moderni… Secondo una notizia dei media di tutto il mondo cominciarono ad diffusa dall’Unione Astronomica Internazionale, le arrivare dispacci di agenzie che preannunciavano probabilità di un’effettiva collisione sono piccole, Questa è la storia, dimenticata una minaccia catastrofica: la possibile caduta sulla ma non si possono escludere del tutto”. dai più, dell’asteroide Terra, nel 2028, di un asteroide con alto potere di- Ci risiamo – pensai - ecco un altro dei soliti 1997XF11, inizialmente struttivo. Si trattava di un blocco roccioso, tra uno asteroidi candidati a distruggerci. Sarà sufficiente indicato come una minaccia e due chilometri di diametro, scoperto e fotogra- qualche verifica tra i maggiori esperti per ridimen- per la Terra nel 2028, che fato pochi mesi prima dagli astronomi americani e sionare la notizia. Alla lunga, il primo istinto si suscitò vivaci contrasti fra contrassegnato con la sigla provvisoria 1997XF11. sarebbe rivelato giusto. Ma non avrei potuto imma- gli studiosi del Minor Planet C’è da dire, prima di andare avanti, che il ri- ginare che quello scarno dispaccio apriva il sipario Center dell’International schio della caduta di un asteroide rappresenta su una vicenda che avrebbe segnato una svolta nel Astronomical Union e quelli una notizia ricorrente nel panorama della comu- modo di valutare il rischio di collisione dei corpi del Jet Propulsion Laboratory nicazione scientifica: quasi non passa anno senza minori del sistema solare con la Terra, portando a della NASA. che qualcuno agiti lo spettro della collisione tra la un confronto-scontro e a un chiarimento fra gli Terra e uno dei tanti corpi minori del sistema solare stessi esperti degli enti di ricerca ufficialmente che si avvicinano al nostro pianeta. Così, devo preposti al monitoraggio di questi fenomeni. confessare che il 12 marzo 1998, quando arrivai Ma torniamo a quel giorno di marzo del 1998. nel mio ufficio della redazione romana del Corriere Quando gli astronomi annunciano che un asteroi- della Sera, lessi con una certa insofferenza il primo de si avvicina minaccioso al nostro pianeta, molti e generico comunicato dell’Associated Press: “Un operatori dei media entrano subito in agitazione asteroide, tanto grande da provocare una vastissi- perché pregustano un titolo ad effetto, accompa- ma distruzione, potrebbe entrare in collisione con gnato da qualche illustrazione tratta da un cult la Terra nel 2028; e, comunque, si avvicinerà al no- movie del filone catastrofistico come Armageddon. Figura 1. Orbita dell’asteroide 1997XF11. stro pianeta più vicino di qualunque altro oggetto Per scongiurare questo pericolo decisi di racco- gliere l’opinione di qualche autorevole astronomo che avrebbe potuto aiutarmi a ridimensionare la minaccia. Ma intanto dovetti prendere atto che la notizia originaria proveniva da una fonte di tutto rispetto: Brian G. Marsden (1937-2010), allora direttore del Minor Planet Center dell’Interna- tional Astronomical Union e stimato astronomo planetario presso l’Harvard-Smithsonian Center of Astrophysics di Cambridge, Massachusetts, Usa. Era stato lui stesso, accertai, a redigere un comunicato stampa dal titolo inquietante: “One- Mile-Wide Asteroid to pass close to the Earth in 2028”. In due pagine di testo Marsden ricorda- va che l’asteroide 1997XF11 era stato scoperto dall’astronomo Jim Scotti il 6 dicembre 1997 con 4 ASTRONOMIA n. 2 • marzo-aprile 2017
Storie di cielo e di terra il telescopio Spacewatch di Kitt Peak in Arizona, nell’ambito di un programma universitario di ri- cerca di asteroidi. Pochi giorni dopo la scoperta, grazie a osservazioni effettuate da astrofili giap- ponesi, era stato possibile calcolarne l’orbita e rendersi conto che l’asteroide apparteneva a quei corpi minori che si avvicinano periodicamente alla Terra, incrociandone l’orbita. Di qui la decisione di includerlo tra i Potentially Hazardous Asteroids (PHA). Gli asteroidi potenzialmente pericolosi, la cui lista, attualmente, comprende un migliaio di oggetti, sono definiti tali quando, all’intersezione dell’orbita con la Terra, la minima distanza scende al di sotto di 0,05 Unità Astronomiche. Inoltre, il diametro deve superare i 150 m. Secondo le prime valutazioni, 1997XF11 poteva essere descritto come un corpo roccioso con un diametro di circa 1,6 chilometri e un periodo orbi- tale di 21 mesi. Nel comunicato stampa Marsden luppato, al momento del possibile impatto, un’e- Figura 2. L’asteroide 1997XF11 a riferiva che, subito dopo la scoperta, era stato nergia distruttiva pari ad alcuni milioni di bombe confronto con la città di New York. possibile definire l’orbita dell’asteroide e valutare atomiche del tipo Hiroshima; chi prefigurava una quando avrebbe effettuato il più stretto avvici- catastrofe simile a quella che portò all’estinzione namento alla Terra. I primi calcoli indicavano il dei dinosauri; chi, più saggiamente, faceva notare 26 ottobre del 2028, con una distanza minima che l’incertezza dell’orbita era ancora troppo ele- paragonabile a quella Terra-Luna, circa 400.000 vata per trarre delle conclusioni attendibili. Infatti, km. Ma i primi del mese di marzo del 1998 c’era con i dati approssimativi fino a quel momento di- stata una inaspettata novità. A seguito di nuovi sponibili, la traiettoria del corpo in prossimità della dati raccolti da Peter Shelus del McDonald Obser- Terra poteva essere descritta non come una linea vatory, nel Texas, l’orbita era stata ricalcolata e geometrica, ma come un tubo grande all’incirca l’avvicinamento minimo alla Terra, per la data del quanto tutto lo spazio tra la Terra e la Luna. Quale 26 ottobre 2028, risultava inferiore a 50.000 km, via, dentro quel tubo, avrebbe percorso l’asteroide? distanza che, astronomicamente parlando, equi- La risposta esatta avrebbe richiesto ancora qualche vale a un passaggio radente. A questo punto non anno di accurate osservazioni e calcoli. si poteva fare a meno di prendere in considera- Sul Corriere della Sera del 13 marzo 1998, il zione il rischio di collisione con la Terra e lo stesso direttore dell’Osservatorio Astrofisico di Arcetri- Marsden, rispondendo a diverse agenzie di stampa Firenze, Franco Pacini (1939-2012), che avevo che lo consultavano, dichiarava: “Le probabilità convinto a scrivere un commento accanto al mio di un’effettiva collisione sono piccole, ma non si articolo di apertura, così commentava: “Guardate, possono escludere”. Il direttore del Minor Planet io una spiegazione per giustificare questo diluvio Center lanciava poi un appello, rivolto a tutti gli di asteroidi che ci viene addosso, minacciando osservatori del mondo, a effettuare ricerche su di farci fare, ogni volta, la fine dei dinosauri, ce vecchie fotografie astronomiche, nel tentativo di l’ho. Solo adesso stiamo cominciando a guardarci trovare la debole traccia lasciata dall’asteroide e attorno con strumenti più sofisticati. Solo adesso stabilire quale fosse la sua posizione alcuni anni abbiamo cominciato a stendere una rete di os- prima della scoperta, dato che più le osservazioni servatori specializzati per scoprire questi corpi di un corpo celeste sono estese nel tempo, meglio minori che vagano nello spazio e, molto spesso, si si può definirne l’ orbita. avvicinano alla Terra. Pure negli anni passati piccoli Fin qui le notizie alla fonte. Su queste si erano corpi delle dimensioni di Icarus o di 1997XF11 subito innestate le considerazioni più disparate da devono avere sfiorato la Terra, astronomicamente parte di esperti di varia estrazione. Chi ricordava parlando si tratta pur sempre di decine o di cen- che, date le dimensioni, l’asteroide avrebbe svi- tinaia di migliaia di chilometri, ma noi non ce ne Unione Astrofili Italiani>www.uai.it ASTRONOMIA 5
Storie di cielo e di terra e asteroidi, nel giro di poche ore acquisirono le posizioni di 1997XF11 su alcune lastre fotografi- che scattate anni prima dall’astronoma americana Eleanor Helin, e ridefinirono la sua orbita. I risultati, diffusi in un agguerrito comunicato stampa, ta- gliarono le gambe a ogni speculazione: “Nel 2028 l’asteroide passerà alla confortevole distanza di 960mila chilometri, ben oltre l’orbita della Luna. La sua probabilità di impatto con la Terra è zero”. Poi, in evidente polemica con Marsden, i due specialisti precisarono che, pure senza introdurre i nuovi dati ma fermandosi all’analisi di quelli disponibili, la probabilità di impatto da loro calcolata per il 2028 risultava comunque zero, perché l’incertezza dell’accostamento variava da 25.000 a 700.000 km e, anche nell’ipotesi peggiore, il rischio della caduta sulla Terra era da escludersi: “Parte della confusione iniziale, amplificata dai commenti del pubblico e dei media, risulta dal fatto che il Minor Planet Center non ha calcolato la probabilità di impatto e, pertanto, le sue affermazioni che ‘le probabilità di una collisione nel 2028 sono piccole Figura 3. Brian G. Marsden, celebre siamo accorti. Non voglio affermare con questo ma non si possono escludere del tutto’, sono da astronomo e direttore dal 1978 al che il pericolo non esiste. Dico soltanto che ora ne considerarsi largamente soggettive”. 2006 del Minor Planet Center. siamo più consapevoli perché, grazie alla nuova La polemica interna all’ambiente degli studiosi rete degli osservatori, viene fatto un lavoro di di asteroidi si concluse il 17 marzo a Houston, monitoraggio più sistematico. E poi, diciamoci Texas, con un incontro organizzato dalla NASA a la verità, i ricercatori in questo settore stanno cui parteciparono, oltre agli specialisti in calcoli organizzando una vera e propria campagna per orbitali del JPL, anche Marsden e gli altri criticati imporsi all’attenzione”. vertici del Minor Planet Center. Da quel momen- Ma le voci di cautela e di analisi critica come to, come fu stabilito di comune accordo, tutti i quella dell’astrofisico Pacini furono davvero poche. gruppi ufficialmente coinvolti nel monitoraggio Di fatto, tra il 12 e il 13 marzo 1998 la “fine del dei corpi minori avrebbero gestito in maniera mondo per collisione cosmica” dilagò con grande meno improvvisata e disinvolta i dati delle orbi- clamore su agenzie di stampa, televisioni e giornali te relative alle nuove scoperte, in modo da non in tutto il mondo: un’occasione ghiotta per maghi, fornire ai media e all’opinione pubblica fantasiosi catastrofisti, cultori delle profezie di Nostradamus quanto gratuiti scenari da “fine del mondo”. L’im- e movimenti millenaristici, tutti in pieno fermento pegno comune sarebbe stato quello di migliorare all’approssimarsi del “fatidico” Terzo Millennio. le conoscenze del pubblico su quanto si andava Non sarebbero passate ventiquattrore dal facendo per lo studio dei corpi minori del sistema clamore suscitato dalle informazioni provenienti solare e per la prevenzione dei rischi di eventuali dal Minor Planet Center, che negli Stati Uniti si collisioni, senza nessun segreto ma anche senza manifestò una vera e propria rivolta tra gli studiosi inutili allarmismi. di dinamica celeste, ben decisi a non farsi stru- Tutto questo non ha impedito la periodica mentalizzare da visionari e ciarlatani. Un gruppo di ricomparsa, sui media, di qualche “asteroide kil- studiosi del Jet Propulsion Laboratory della NASA ler” anche quando tale non è, ma almeno fra gli (JPL) prese il sopravvento, con il proposito di fare studiosi è stato concordato un corretto codice di chiarezza. Due di essi, Donald K. Yeomans e Paul W. comunicazione che vieta la formulazione di notizie Chodas, specializzati nel calcolo di orbite di comete ambigue alla fonte. 6 ASTRONOMIA n. 2 • marzo-aprile 2017
Storie di cielo e di terra La Biblioteca UAI I Soci UAI hanno sconti nell’acqui- PUBBLICAZIONI UAI L. Prestinenza ALTRE LETTURE Roberto Casati sto dei libri più sotto riportati. Il LA SCOPERTA DEI PIANETI CONSIGLIATE DOV’E’ IL SOLE DI NOTTE prezzo è quello normale di coper- F. Ferri (a cura di) Da Galileo alle sonde spaziali della Biblioteca UAI Lezioni atipiche di astronomia tina, il secondo è quello riservato MANUALE DELLA SEZIONE Euro 18,00/15,00 Ed. Raffaello Cortina al Socio UAI. Maggiori dettagli sui LUNA L. Ravello singoli libri si possono reperire sul A cura dell’UAI E. Ricci IL CIELO DI PAPÀ MARCEL Margherita Hack con Marco sito Internet UAI (www.uai.it) Euro 6,00/4,00 IL CIELO IMPERFETTO Manuale per un giovane astrofilo Morelli Per ordinare ed effettuare i Guida all’osservazione e allo Euro 12,00/9,00 SIAMO FATTI DI STELLE pagamenti servirsi: S. Foglia studio delle stelle variabili Dialogo sui minimi sistemi • del versamento su conto corren- ASTEROIDI Euro 18,00/15,00 L. Ravello Ed. G. Einaudi te postale n. 20523189 intesta- Il numero 5/2006 di Astronomia. RADIOASTRONOMIA to a Unione Astrofili Italiani Via Euro 13,00/10,00 G. Romano Euro 10,00/8,00 Andrea Albini Lazio, 14 00040 Rocca di Papa LA COMPLESSITÀ MACHINA MUNDI (RM) specificando nella causale C. Rossi DELL’UNIVERSO Luigi Botta (a cura di) L’orologio Astronomico in stampatello Nome, Cognome, MANUALE PER LA LOTTA Euro 18,00/15,00 GIOVANNI VIRGINIO SCHIAPARELLI di Giovanni Dondi indirizzo completo di CAP e, se ALL’INQUINAMENTO LUMINOSO - L’UOMO, LO SCIENZIATO Socio UAI, il numero tessera. I libri di Astronomia G. G. Sansosti Associazione Cristoforo Beggiami Daniele Gasparri • del sistema di pagamento online Euro 6,20/ euro 4,13 MANUALE DI METEOROLOGIA Savigliano, 2004 TECNICHE, TRUCCHI E SEGRETI PayPal, accedendo al sito Inter- Euro 18,00/15,00 Euro 20,00/17,00 DELL’IMAGING PLANETARIO net UAI. Inviare copia della ricevuta a: COLLANA “ASTRONOMIA E. Sassone Corsi Luca Boschini amministrazione@uai.it & DINTORNI” IL SOLE NERO CONSIGLI DI LETTURA IL MISTERO DEI COSMONAUTI GREMESE EDITORE Alla scoperta dell’eclissi di Sole (Internet e dintorni...) PERDUTI ALMANACCO 2014 Euro 13,00/9,00 Leggende, bugie e segreti della Scaricabile gratuitamente in P. De La Cotardière G. Bianciardi cosmonautica sovietica formato pdf da tutti gli astrofili DIZIONARIO DI ASTRONOMIA P. Tempesti MARTE - UN VIAGGIO NEL Prefazione di Paolo Attivissimo Possibilità di stampa su amazon.it Euro 24,00/20,00 IL CALENDARIO E L’OROLOGIO TEMPO E NELLO SPAZIO dalla seguente pagina: Euro 18,00/15,00 Euro 15,00/12,00 http://www.amazon.it/Almanacco- M. Di Sora (ordinare: www.ibs.it ) 2014-effemeridi-astronomiche- L’INQUINAMENTO LUMINOSO dallUnione/dp/1494816180 Euro 18,00/15,00 Unione Astrofili Italiani>www.uai.it ASTRONOMIA 7
RUBRICA > Pianeti oltre il Sistema Solare Wasp 57 b Claudio Lopresti Wasp 57 b no questa scoperta, e immagini ad alta risoluzione Responsabile Sezione Pianeti Avevamo dedicato svariate puntate di questa che non mostrano evidenze di compagni vicini” John Extrasolari rubrica al programma DETEX, un programma di ricerca Southworth. Ecco il link all’articolo originale: https:// pianetiextrasolari@uai.it della Sezione Pianeti Extrasolari, che si proponeva di arxiv.org/pdf/1509.05609v1.pdf trovare anomalie nei tempi di transito dei alcuni pia- Il via alla ricerca lo diedi il 24 maggio 2014, dopo neti extrasolari, al fine di migliorarne, come risultato una prima osservazione di un transito del pianeta in di minima, il calcolo delle effemeridi e, al tempo stes- cui avevo notato delle anomalie sui tempi dell’evento WASP-57 b è un pianeta so, sfruttare qualche probabilità di riuscire a trovare (vedere la figura 1). Da qui si era partiti, come Sezione extrasolare gigante gassoso in queste anomalie, una motivazione fisica, e cioè la di Ricerca Pianeti Extrasolari, per cercare la conferma che orbita attorno ad una presenza di un altro pianeta, nel sistema, non ancora di questa scoperta, poiché si trattava di verificare stella di tipo G. Si trova nella scoperto. Esistono molti casi in cui sarebbe bene una grossa discrepanza fra questa osservazione e la costellazione della Bilancia ed approfondire questo tipo di ricerca, e ne parleremo letteratura ufficiale. Era partita la campagna Wasp ha una magnitudine V di 13.04. prossimamente. 57 b della Sezione. Questo pianeta fu scoperto a Il lavoro della sezione è risultato fruttuoso già Alle osservazioni di alcune serate dedicate alla marzo del 2013, con il metodo in occasione delle anomalie temporali scoperte sul verifica avevano partecipato, oltre a Claudio Lopresti, dei transiti. pianeta extrasolare Wasp 57 b. I risultati sul pianeta Claudio Arena, Lorenzo Barbieri, il compianto Giorgio extrasolare Wasp 57 b sono stati pubblicati sulla rivista Corfini, Alessandro Marchini e Giuseppe Marino. Dopo della Royal Astronomical Society “Monthly Notices” alcuni tentativi, molto disturbati dal rumore causato (arXiv:1509.05609 [astro-ph.EP]), Larger and faster: dalla vicinanza della Luna, finalmente il 27 giugno revised properties and a shorter orbital period for the 2014 la campagna andò a buon fine, fornendo una WASP-57 planetary system from a pro-am collabo- osservazione collettiva e concordante sui tempi, che ration (John Southworth et al.). in pratica confermava pienamente l’osservazione del Come dice l’abstract di questo articolo, “È stato 24 maggio, Il grafico di questa osservazione, con i dati trovato che i transiti del sistema planetario WASP- combinati di cinque osservatori, è in figura 2. 57 si verificano mezz’ora prima del previsto. Sono A questo punto, Luigi Mancini, del Max Plank presentate dieci curve di luce di transiti fatte con Institute, venuto a sapere delle nostre ricerche, mi telescopi amatoriali, sulle quali si basa questa sco- segnalò che Wasp-57 b era stato osservato anche perta, e tredici curve di luce di transiti ottenute da da lui e John Sowthworth, del Keele University, Regno strutture professionali, che confermano e definisco- Unito con il Danish telescope a La Silla, e anch’essi Figura 1. La prima osservazione di Wasp 57 b del 24 maggio 2014, fatta da Claudio Lopresti, da cui scaturì la campagna osservativa sulle anomalie di questo pianeta extrasolare. Specialmente nell’uscita del transito si vede una grossa differenza fra quanto previsto ufficialmente (linea tratteggiata blu, egress) e quanto osservato (linea tratteggiata rossa, observed). 8 ASTRONOMIA n. 2 • marzo-aprile 2017
Pianeti oltre il Sistema Solare Figura 2. Dati combinati dell’osservazione del 27 giugno 2014 (transito del pianeta extrasolare Wasp-57 b). L’anomalia nei tempi di transito è indicata dalle frecce (rossa = calcolato, verde = osservato). Questa osservazione conferma quella precedente di Claudio Lopresti del 24 maggio 2014. avevano notato l’errore nelle effemeridi. Quindi ci fu dove T0 è l’epoca del transito: 2.456.058,54910 è la la proposta, da noi accettata, di unire i nostri dati con data in giorni giuliani. quelli del Danish per un articolo congiunto. Il periodo P è risultato essere 2,83891856 giorni. Lo stesso titolo dell’articolo racconta bene quale E è il fattore di moltiplicazione: in pratica il nu- sia stato il lavoro fatto, e recitava all’incirca così: mero dei cicli successivi all’epoca T0 che restituisce le Wasp-57 b: più grande e più veloce: corrette le pro- date dei successivi midtransits (centralità dei transiti). prietà del pianeta e rilevato un periodo orbitale più Mediante questi parametri possono essere ora breve per il sistema planetario WASP-57, grazie ad una calcolate con estrema precisione le effemeridi dei collaborazione fra astronomi professionisti ed amatori. transiti di questo pianeta extrasolare. I transiti del sistema planetario WASP-57 risultano avvenire mezz’ora prima di quanto Conclusioni previsto. Nell’articolo sono state inserite dieci curve di Si può dire quindi che il programma Detex, pro- luce di transiti ottenute dai componenti della Sezione posto qualche anno fa dal responsabile di sezione Pianeti Extrasolari con i loro telescopi, sulle quali Sezione Pianeti Extrasolari, con questa scoperta sul- è basata questa scoperta, e tredici curve di luce di le anomalie dei tempi di transito di Wasp-57 b, ha transiti ottenuti da astronomi professionisti. Oltre avuto un primo importante riscontro e risultato. In alla conferma di questa scoperta sono state ottenute base a questo lavoro congiunto fra professionisti anche immagini in ottico, ad alta risoluzione, che ed amatori, sono state determinate nuove e precise mostrano nessuna presenza di compagni vicini. Con effemeridi orbitali, e misurate nuove proprietà fisiche questi dati abbiamo determinato un nuovo e preciso del sistema. Le nuove effemeridi, calcolate in base a calcolo delle effemeridi, e misurato meglio le proprietà queste osservazioni, potranno essere usate per predire Figura 3. Rappresentazione in scala fisiche del sistema. Il periodo orbitale è stato corretto transiti con una precisione di meno di 1 minuto fino di Wasp-57 b (a sinistra) rispetto a a una lunghezza inferiore, il che spiega la comparsa all’anno 2170. Giove. precoce dei transiti. Si è determinata anche la massa e la grandezza , sia della stella che del pianeta, risul- tati entrambi più grandi e meno massicci di quanto calcolato in precedenza. Quindi le misure di massa e raggio del pianeta sono ora coerenti con la teoria dei modelli di giganti gassosi che contengono nessun nucleo di elementi pesanti. In figura 3 possiamo vedere la grandezza di que- sto pianeta (rappresentato a sinistra) rispetto a Giove. Ecco, infine, la formula per il calcolo delle nuove effemeridi di Wasp-57 b: T0= BJD(TDB) 2 456 058.54910(16) + 2.83891856(81)×E Unione Astrofili Italiani>www.uai.it ASTRONOMIA 9
RUBRICA > ESPLORIAMO MARTE Le forme periglaciali e le Thaumasia Highlands Fabio Zampetti Geologo T fabio.zampetti@gmail.com haumasia fœlix fu osservata per la prima vol- 1924 ebbe così modo di notare come le formazioni ta da Schiaparelli nel lontano 1877 (figura 1). lineari venissero risolte in particolari discreti se si In quell’anno la macchia di albedo delineata aumentava l’ingrandimento di visione in situazione dall’astronomo mostrava una caratteristica forma di osservazione favorevole. cerchiata e leggermente schiacciata. Tale luminosi- La natura semipermanente della macchia di tà veniva interrotta soltanto verso settentrione da luminosità ha fatto pensare, sin dai primi studi, a Le caratteristiche fisiche di un linea ad albedo più scura sino a ricongiungersi variazioni morfologiche difficilmente interpretabili. Marte fanno si che esso sia a Lacus Phænicis. L’interno si presentava con un L’analisi statistica su frequenza e periodicità dei un corpo freddo in cui l’acqua chiarore più basso e nominato dallo stesso studioso maggiori eventi ivi riconosciuti, portavano a con- può esistere principalmente Solis Lacus (letteralmente “Lago del Sole”). cludere che le variazioni di intensità e di aspetto allo stato solido producendo Nel 1879 l’astronomo di Brera tornò a osservare dell’albedo fossero stagionali. Oggi è noto che tali forme superficiali di ambiente Marte. Basandosi su punti rilevati con un micrometro modifiche possono essere ricondotte, almeno in par- periglaciale riscontrate a notò che le formazioni, da lui nominate nella pre- te, ad una dinamica atmosferica, con la formazione determinate latitudini del cedente opposizione, erano cambiate, in particolar di tempeste di polvere. Un’altra componente che si pianeta. modo Solis Lacus (soprannominato successivamente pensi porti a notevoli mutamenti di albedo sono le l’Occhio di Marte). Laddove si presentava quasi cir- variazioni secolari, che mostrano casualità. In questo colare nel 1877, ora mostrava una forma appuntita contesto si pone la scomparsa o la ricomparsa di (per poi modificarsi nuovamente in un ovale nella antichi dettagli, come la riapparizione nel 1988 della opposizione del 1882). Durante le grandi opposizioni zona lineare scura, denominata Phasis, documentata Solis mostrava la sua vera natura. solo nelle rappresentazioni di inizio secolo scorso. L’astronomo Maggini osservava che in realtà era Con la visione ravvicinata del pianeta tramite composto da «un cospicuo ammasso di nuclei a bassa sonde vennero riconosciuti particolari superficiali, riflettività, congiunti da regolari strutture apparen- altrimenti impossibili da identificare. Grazie agli or- Figura 1. Thaumasia fœlix è una delle più importanti e particolari temente lineari o ad arco che la collegavano con i biter si è visto così che Thaumasia fœlix e Solis Lacus macchie di albedo riconosciute bordi della Thaumasia.» L’astronomo empolese nel in realtà corrispondevano a una serie di altipiani a su Marte. Il riquadro in alto a sinistra ne mostra la morfologia sulla areografia di Schiaparelli del 1877, assieme alla più nota regione di Solis Lacus a riflettività minore. L’albedo in questa parte di superficie è rimasta pressoché immutata nel corso del tempo, come testimoniano le areografie compilate dai successivi studiosi, sebbene con una conformazione suscettibile a variazioni annuali. Il cerchio rosso mostra l’area sulla rappresentazione ufficiale dell’Unione Astrofili Italiana (UAI, 2000), come un insieme di macchie ad alta riflettività a circondare Solis Lacus. Image Credit: Sezione Pianeti dell’Unione Astrofili Italiani. 10 ASTRONOMIA n. 2 • marzo-aprile 2017
Esploriamo Marte litologia vulcanica oggi chiamati Syria, Sinai, Solis e Thaumasia Planum (figura 2). I confini coincidono con le maggiori strutture di Marte: a settentrione vengono bordati dal gigantesco sistema lineare di Valles Marineris, mentre verso est circondano Thar- sis, già descritto in uno dei precedenti articoli. Questi terreni si estendono dal margine sud di Acidalia Pla- nitia, verso est sino a lambire il margine meridionale di Amazonis Planitia. L’evoluzione geologica degli altipiani è certa dall’Epoca del Noachiano Superiore, grazie alla pre- senza dei terreni di tipo embayment che bordano il limite orientale. Ulteriori costrizioni temporali ven- gono fornite dai processi di denudazione che hanno agito lungo i margini di Thaumasia Planum, dove Figura 2. Lo stralcio della carta a scala 1:20 000 000 mostra gli altipiani corrispondenti alla localmente, morfologie terrazzate possono essere macchia di albedo Thaumasia–Solis. I terreni che le compongono sono composte da rocce ricondotte a strati parzialmente erosi e cartografati vulcaniche formatesi per la emissione di estesi flussi lavici in un arco temporale che va dall’alto nel complesso come unità indivisa. La conseguen- Noachiano sino al tardo Esperiano. La zona raffigurata è centrata in 30° sud, 80° ovest. La te deposizione dei detriti asportati potrebbe aver larghezza delle pianure è pari a 2800 km circa. Il nord è verso l’alto. Le linee nere contrassegnate da un doppio triangolo pieno indicano la tettonica da contrazione. Quelle contrassegnate da contribuito alla formazione degli altipiani stessi. La anelli pieni indicano le forme da tettonica estensionale. Le linee nere con un solo triangolo pieno genesi dei terreni del tardo Noachiano sono coe- indicano scarpate formatesi per tettonica, vulcanismo o erosione. Le linee nere contrassegnate renti con la messa in posto della catena montuosa da un doppio triangolo vuoto indicano creste semplici da erosione o vulcanismo. Le linee nere di Thaumasia highlands, avvenuta principalmen- sottili contrassegnate da un pallino vuoto indicano una o più serie di fori da collasso per attività te nel medio Noachiano durante il quale vengono tettonica. Le linee rosse con un pallini pieno indicano truogoli per possibile collasso vulcanico. a formarsi stretti graben e fratture densamente In blu chiaro vengono segnati i canali di deflusso. Le frecce rosso scuro indicano i versi di spaziate. Ulteriori strutture tettoniche impostatesi scorrimento dei flussi vulcanici. Le linee nere contrassegnate dalle lettere y/o indicano contatti al passaggio dei periodi, tagliano le superfici del tra terreni giovani (y) da quelli più antichi (o). eNh: unità di altipiano del Noachiano Inferiore. tardo Noachiano, mostrando rapporti stratigrafici Nhe: unità di edificio di altipiano del Noachiano. mNh: unità di altipiano del Noachiano Medio. Nhu: unità indivisa di altipiano del Noachiano. lNh: unità di altipiano del Noachiano Superiore. di attraversamento dei terreni. In parte risultano eHh: unità di altipiano dell’Esperiano Inferiore. Nve: unità di edificio vulcanico del Nochiano. lNv: parzialmente oscurate dagli affioramenti del basso unità vulcanica del Noachiano Superiore. eHv: unità vulcanica dell’Esperiano Inferiore. lHv: unità Esperiano che tende a ricoprirli. vulcanica dell’Esperiano Superiore. lHvf: unità di campo vulcanico dell’Esperiano Superiore. Ave: I primi flussi vulcanici rilevati nel pianoro, cor- unità di edificio vulcanico dell’Amazzoniano. lAvf:unità di campo vulcanico dell’Amazzoniano rispondono ai terreni lobati del tardo Noachiano. Superiore. HNt: unità di transizione del Noachiano e dell’Esperiano. Hto: unità di svraflusso Sebbene si creda che tali depositi siano dovuti alla dell’E’soeriano. lHt: unità di transizione dell’Esperiano Superiore. Htu: unità indivisa di transizione azione della tettonica, si pensa che in alcuni luoghi si dell’esperiano. Aa: unità di copertura dell’Amazzoniano. L’unità da impatto, AHi, sarà l’oggetto del siano formati anche per emissioni provenienti dalla prossimo articolo. Rappresentazione in proiezione di Robinson con datum Mars 2000. (Da Tanaka, et al,, 2014, Geologic map of Mars: U.S. Geological Survey Scientific Investigations Map 3292, regione vulcanica più grande del pianeta. Purtroppo scale 1:20,000,000, pamphlet 43 p.) la presenza di forme indicatrici di modificazioni nelle litologie hanno occultato queste ultime morfologie, arrivando in alcuni casi ad impedire il riconoscimento logie dovute allo sviluppo di ambienti glaciali e peri- della roccia originaria. Ciò risulta particolarmente glaciali. Nella regione montuosa e nei suoi dintorni vero nelle alture. In questa regione, studi appro- prima descritta si è arrivati anche al coinvolgimento fonditi tramite spettrometri, hanno messo in risalto del ghiaccio a quote superiori ai 4000m. Difatti sono segnature ben distinte dai flussi lavici provenienti state identificate diverse strutture, peculiari nella dal complesso di Syria Planum, i quali contengono disposizione spaziale e per associazione con i terreni fillosilicati, a conferma di genesi diverse per le lave che ricoprono, geologicamente recenti. delle differenti parti degli altipiani. I plateau mantling (mantelli di copertura) segna- Tra i segni lasciati dagli agenti atmosferici sui no diffusamente i terreni al di fuori di depressioni e terreni degli altipiani si hanno i depositi di materiali crateri da impatto. Si mostrano eterogenei in spes- che hanno coinvolto acqua liquida e ghiacciata. sore e a vario grado di conservazione. Tendono ad Quest’ultimi hanno prodotto come risultato morfo- ammantare la topografia preesistente, arrivando a Unione Astrofili Italiani>www.uai.it ASTRONOMIA 11
Esploriamo Marte Figura 3. L’immagine della Context Camera (CTX) della Mars Reconnaissance Orbiter qui riportata mostra un particolare delle Thaumasia Higlands. Si possono notare i plateau mantling lungo i bordi del cratere e le forme da materiale da riempimento lineare interne alla depressione. Data di acquisizione: 21 agosto 2011 04:30 ora locale. Scala: 5 m/pixel. Image Credit: NASA/JPL/MSSS depositi embayment al bordo dei maggiori crateri da impatto. La diffusione potrebbe essere il risul- tato di un combinazione di vari processi geologici avvenuti nel tempo, compresi quelli fluviali, alluvio- nali, colluviali oltre che glaciali, con deposizione di sottile strati di ghiaccio. Al contrario, i materiali da riempimento lineare in depressioni trovano posto solo nei grandi crateri da impatto degli altopiani specialmente di quelli presenti in prossimità del- la dicotomia marziana (figura 3). La caratteristica morfologica principale è l’estensione di una tessitura lineare trasversale o sub–concentrica e interpretata in alcuni casi come flussi di ghiaccio. Nelle riprese ad alta risoluzione tali strutture si mostrano associate con forme circolari o pseudo–circolari riconducibili a piccoli crateri fortemente degradati oppure a fori prodotti dai fenomeni di termocarsismo. Sebbene si pensi che i riempimenti lineari siano collegati a flussi glaciali, si pone l’accento sul fatto che alcuni autori spiegano tale formazione per azione eolica, divenendo quindi il vento un agente importante su lunghi periodi, limitando il materiale depositato alla sola componente fine, in associazione con la perdita di sostanze volatili per sublimazione. Presenti anche in altre parti di Marte (ad esempio Tempe Terra), morfologie simili ai grembiuli di detriti sono state osservate in alcuni crateri da impatto della regione. Si configurano come accumuli di detriti roc- Figura 4. I protalus rampart sono composti da sedimenti detritici associati a preesistenti depositi ciosi, sottostanti pendii ripidi e tendono a mostrare di ghiaccio. Sono tipici di ambienti periglaciali e si trovano alla base di ripide scarpate. Dall’alto lineazioni simili ai rock glaciers terrestri. Possono assumono la forma di basse creste arcuate. Alcune strutture poste alla base delle pareti di certuni essere isolati, oppure sovrapposti ai materiali lineari crateri di Marte assumono una morfologia molto simile, tanto da far pensare a un processo di riempimento. Nei rilievi, i grembiuli di detrito sono di formazione analogo. Data di acquisizione: 15 dicembre 2006; scala proiettata: 0,150m/ caratterizzati da una tessitura, variabile da liscia pixel; vengono risolti particolari al massimo pari a 0,760m/pixel. – http://www.uahirise.org/ sino a moderatamente rugosa, mentre in sezione la PSP_001816_1410. Image Credit: NASA/JPL/University of Arizona. superficie si presenta spesso concava verso l’alto, in 12 ASTRONOMIA n. 2 • marzo-aprile 2017
Esploriamo Marte Figura 5. I terreni poligonali sono presenti alle alte latitudini marziane. Presentano forti similitudini con gli equivalenti terrestri, dove la genesi implica la presenza di acqua. Sebbene questa componente sia necessaria per la formazione, alcun autori credono che tale forma sia prodotta per processi di sublimazione più che di gelo e disgelo. La forma in rilievo a destra potrebbe essere un pingo, struttura collinare di piccole dimensioni formata dal un nucleo ghiacciato. contrasto con strutture simili osservate al confine formano in topografie pianeggianti per contrazione Data di acquisizione: 29 dicembre dei pianori settentrionali, solitamente convesse nello termica, contornati da massi disgregati a segnarne i 2007; scala proiettata: 0,250m/ stesso verso. Le dimensioni sono decisamente minori limiti. Su Marte potrebbe avvenire un processo simile, pixel; vengono risolti particolari dei più grandi e antichi riempimenti lineari. interessando solo litologie della grandezza della sab- al massimo pari a 0,910m/ Di grandezza limitata risultano essere invece i bia, ma potrebbero formarsi anche per produzione pixel. – http://www.uahirise. protalus lobes e rampart, morfologie prodotte dalla di cunei ghiacciati o per sublimazione dell’acqua org/PSP_006672_2245. Image Credit: NASA/JPL/University of permanenza di ghiaccio sotto ammassi di detriti ca- (figura 5). Qualora siano interessati i pendii verranno Arizona. duti dalle scarpate adiacenti e accumulatisi alla sua a prendere forma strutture particolari come i cerchi base (figura 4). Comunemente si trovano in stretta di pietre e i terreni a strisce. associazione con i bordi dei crateri da impatto op- Sebbene molte delle morfologie presenti su Mar- pure con scarpate di faglia a carattere compressivo te abbiano degli equivalenti terrestri che ne permet- o distensivo. La morfologia lobata è caratterizzata tono di ipotizzare la composizione e l’evoluzione, dalle molteplici creste concentriche a geometria risulta necessario anche considerare le condizioni relativamente semplice, rispetto ai materiali di riem- fisiche in cui queste potrebbero essersi formate. pimento, con una larghezza che solitamente supera Osservazioni di fenomeni che puntano in tal senso la lunghezza totale di pochi chilometri. richiedono difatti condizioni particolari attualmente Gli ambienti periglaciali sono caratteristici delle non presenti sul pianeta rosso. medie latitudini marziane di cui fanno parte an- Alcuni ricercatori ritengono che effettivamente che gli altipiani di Solis/Thaumasia. Invero, altre siano possibili i processi richiesti per la generazione regioni mostrano diverse morfologie, arrivando a delle morfologie periglaciali grazie alla presenza di coinvolgere il permafrost (a tale proposito si legga acqua. Questi invocano la conferma data dal Pho- la definizione data da Van Everdingen nel 2005), enix che ha rilevato la presenza di ghiaccio alle riscontrate in particolare tra i 30° e i 60° di latitu- medie–alte latitudini marziane. Il lander difatti ha dine e nella fascia di transizione. Vicino quindi ai scoperto un sottile strato di regolite presso il sito di ghiacciai di pietra si trovano altre morfosculture atterraggio frammisto ad acqua ghiacciata, nonché che presentano l’analoga controparte terrestre che la presenza di perclorati che, abbassando le tem- ne facilita lo studio. perature di congelamento, facilitano il processo di I pingos sono caratteristici dei terreni sabbiosi disgelo alle condizioni attuali del pianeta. In parti- molto fini. Presentano un nucleo ghiacciato formato colare si ritiene che ciò favorirebbe la morfogenesi, da acqua presente per sovrappressione dal basso temporalmente ciclica, con origine dei fenomeni che, sollevando il terreno circostante superficiale, termocarsici, di creep, di soliflusso e di crioturbazione produce una caratteristica conformazione a cupola aiutati anche dalla presenza del permafrost. Diversi di dimensioni modeste. Se la pressione dell’acqua di questi processi sono alla base delle forme già è molto alta, lo sviluppo finale sarà la rottura della descritte: i lobi sarebbero strettamente correlati ai parte superiore della collina . processi soliflusso; i poligoni e i terreni “intagliati” Se si osservano attentamente le immagini riprese potrebbero essere legati alla crioturbazione, mentre il dagli orbiter di alcune aree poste al limite della zona creep produrrebbe strutture tipo rock glaciers. Infine ghiacciata marziana, si noteranno alcune strutture il termoclastismo porterebbe a forme tipiche per peculiari. I terreni poligonali sul nostro pianeta si innalzamento della temperatura con conseguente Unione Astrofili Italiani>www.uai.it ASTRONOMIA 13
Esploriamo Marte degradazione del permafrost: verrebbero a con le fessure di confine sottili e i poligoni de dimensione che la stabilizzi, l’inclinazione prodursi quindi fenomeni di collasso e sub- ben definiti. A latitudini comprese tra i 60° e i dell’asse di rotazione tenderebbe a variare con sidenze locali con la genesi di forme analo- 70°, i poligoni sembrano leggermente alterati, un ciclo di 117.000 anni circa. Ciò influenza la ghe alla Terra per decongelamento di masse dove è visibile una degradazione delle spac- dinamica climatica con la conseguenza che ghiacciate. Fosse ellittiche, spesso coalescenti, cature seppure i poligoni risultino ancora ben il ghiaccio d’acqua è spesso migrato dai poli le alases, sono causate dal disgelo di lenti identificabili. Infine a latitudini più o meno verso latitudini più basse, durante periodi di di ghiaccio. Frequenti in Siberia si osserva- al di sotto dei 55°–60° i poligoni sembrano obliquità maggiori, quando le regioni polari ri- no come strutture simili alle medie latitudini fortemente degradati, dove ne risultano al- cevevano un maggiore quantitativo di energia marziane. terati un grande quantitativo e difficilmente solare alla superficie. Al contrario, il ghiaccio Altri studiosi ipotizzano invece una forma- identificabili. Questa rappresenterebbe una fase d’acqua è stato ridistribuito verso latitudini zione senza la presenza di acqua predominante, finale di degradazione delle forme, in cui l’al- più elevate durante i successivi periodi, di almeno per alcune delle morfologie periglaciali. terazione da sublimazione sarebbe così spinta bassa obliquità. Ne risulta che il ghiaccio è Le teorie che considerano questa componente che i terreni prendono l’amichevole appellativo un fattore di evoluzione significativo del pae- in quantità subordinata, vengono definite dry “a basketball”. saggio marziano con la possibilità di trovarlo (ossia “secche”) e la prova invocata dai ricer- Alle medie latitudini l’insieme di mor- conservato, come relitto, in zone dove ora non catori per la produzione di forme da sublima- fologie minori (100 m di altezza massima) ne sarebbe possibile l’esistenza. Laddove non zione sono i fenomeni che avvengono nella suggeriscono la modificazione dei volumi di esiste più il ghiaccio neanche residuale, sono copertura polare. Elaborate tessiture si trovano terreno per rimozione differenziale di materia- rimaste forme inattive che indicherebbero la nelle riprese delle sonde nel ghiaccio residuale le. Appaiono allora aperture tipo pozzi, terreni loro natura glaciale. Così si trovano in svariati settentrionale, formate per azione combinata tassellati e butterati dalle forme eterogenee e posti gli esker, indicatori dei morfoprocessi dell’ablazione con la sublimazione, durante i mesas residui. Il verificarsi di queste morfo- del passato. Costituiti da rilievi composti da periodi caldi. Date le attuali condizioni di Marte, logie su pendii dall’insolazione specifica e la terreni a granulometrie sabbiose–ghiaiose, tali alcuni ricercatori pensano che il processo sia loro correlazione con medie latitudini, porta strutture vengono a formarsi nella parti sot- agente in maniera preponderante, vista anche ad ipotizzare la presenza di volatili interni alle tostanti i ghiacciai per circolazione dell’acqua l’incertezza della presenza di acqua ghiacciata polveri che con la sublimazione porterebbe- di fusione. Questa trascina con se i sedimenti a profondità elevate, ben oltre il chilometro. ro alla formazione delle tessiture osservate depositandoli in maniera stratificata sul fon- Regolerebbero il tasso di sublimazione para- tramite la correlazione con processi associati do della massa ghiacciata. Una forma tipica metri come le temperature medie superficiali alla circolazione atmosferica. In alcune zone di ambiente glaciale, ma che per sua natura e la pressione del vapore acqueo. Deve essere come Utopia Planitia, i pozzi potrebbero es- geologica viene a formarsi in quella parte dove considerata però anche la diffusione e l’assor- sersi formati in concomitanza con i poligoni si verifica sovente lo scioglimento del ghiaccio, bimento dell’acqua perché, variando in fun- tramite un meccanismo analogo ai mudcracks contribuendo ad aumentare quella variabilità zione della porosità e della composizione della terrestri in cui i bordi verrebbero segnati dai geologica che solo il Pianeta Rosso può offrirci. regolite, portano a differenze nella profondità fori per sublimazione con la conseguente teorica di stabilità del ghiaccio da zona a zona. rottura del terreno. Questi, assieme ad altre Ciò significa che assume rilevanza la struttura forme, potrebbero quindi essersi formate da Bibliografia essenziale del sottosuolo (fratture e stratificazione) nel processi denominati da termocarsismo secco controllare la sublimazione e in definitiva nella o criocarsismo, in analogia ai corrispondenti AA.VV., U.S. Geological Survey: Geological Map of formazione delle morfologie, spiegando una terrestri in cui verrebbe coinvolto lo sciogli- Mars scale 1:20 000 000, 2014. forte dipendenza del processo con la latitudine. mento di ghiacci. Falorni M., Tanga P., Osservare I pianeti, Media Pres- se s.r.l., Milano, 1994. Diventerebbe importante oltre i 60° e al di sotto Qualunque siano gli agenti esogeni che Mangold N., Water ice sublimation–related dei 25° a causa delle maggiori temperature hanno prodotto le forme che oggi osserviamo, landforms on Mar, in: Balme, M. R., Bar- medie annuali. Risulterebbero invece libere le certamente si deve tenere conto delle condi- gery, A. S., Gallagher, C. J. & Gupta, S. (eds) regioni equatoriali (entro i 25° di latitudine) zioni climatiche attuali e al momento della Martian Geomorphology. Geological Society, da qualsivoglia morfologia da sublimazione, loro formazione. Il sottosuolo superficiale di London, Special Publications, 356, 151–169. riflettendo probabilmente un sottosuolo pro- Marte ha sperimentato temperature conti- Rossi A. P., Van Gasselt S., Pondrelli M., Dohm J., fondo libero dai ghiacci. Le forme poligonali nuative sotto lo 0°C per gran parte della sua Hauber E., Dumke A., Zegers T., Neukum G., potrebbero in definitiva essere spiegate con il storia. Alle attuali condizioni il ghiaccio può Evolution of periglacial landforms in the ancient mountain range of the Thaumasia solo passaggio solido–aeriforme. Sono state essere stabile solo alle alte latitudini. Tutta- Highlands, Mars, in: Balme, M. R., Bargery, A. infatti osservate per tutto il pianeta con ca- via l’estensione latitudinale di esistenza è una S., Gallagher, C. J. & Gupta, S. (eds) Martian ratteristiche differenti. A latitudini superiore funzione della obliquità dell’asse del pianeta. Geomorphology. Geological Society, London, ai 70° sembrano essersi formate recentemente In mancanza di un satellite naturale di gran- Special Publications, 356, 151–169. 14 ASTRONOMIA n. 2 • marzo-aprile 2017
Puoi anche leggere