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La Farfalla Magica                                           www.gandolfofilippo.com

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                      La Farfalla Magica

                                     Autore
                        FILIPPO GANDOLFO

                                    Sponsor
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       Ogni violazione sara' perseguita a norma di legge

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Ciao, prima di leggere questa favola magica, l'unica cosa che ti
chiedo è quello di seguire alcuni piccolissimi consigli.
4,    mettiti comodo sulla tua poltrona preferita;
3,    fai tre respironi profondi gonfiando la pancia;
2,    prova a pensare l'ultima volta che hai visto il mare
      mentre giocavi con la sabbia.
1,    per concludere, immagina di scendere e sederti dentro
      una bellissima macchinina di colore verde.

L'hai Fatto?
Sicuro?
Ok! Buona Lettura.

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                 LA FARFALLA MAGICA
Tanto tempo fa,

esisteva un paese che si chiamava Torbello.

Torbello esisteva fin dai tempi di Pinocchio e                         Biancaneve,
precisamente, per capire meglio, Cenerentola non aveva ancora
perso la scarpina di vetro.

Torbello era ricco e tanto bello.

Aveva tanti parchi con altalene, molleggioni, scivoli, gonfiabili,
giostrine e cavallini dondolosi.

La cosa più sorprendente è che era ricco di fiori e piante,
esistevano tantissimi tipi di alberi ma soprattutto un infinità di
animali.

C'erano le zebre, le scimmie, gli ippopotami, i bradipi, le
giraffe, i fenicotteri, gli orsi buoni, i leoni gentili, le tigri carine
e per finire anche gli elefanti innamorati. Quest'ultimi portavano
per tutto il giorno i bambini con mamma e papà in giro per tutte
le strade della città.

Era un posto meraviglioso.

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C'era una volta Torbello, paesino di campagna tanto bello. Fra
gli abitanti della cittadina viveva Pietro. La sua casa si trovava
in periferia e viveva con la Zia.

Pietro era un gran lavoratore e sapeva a memoria tutta la favola
di Pinocchio.

Non era difficile trovarlo in città, bastava vedere una folla di
bambini, per capire che era proprio lui mentre raccontava una
sua favola fantastica.

Per vivere, Pietro faceva il muratore. Aggiustava la casa del
Sindaco, la chiesa, la biblioteca e la farmacia. Quando finiva di

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lavorare e non era ancora buio, correva davanti la casa di Maria.

                             CHI ERA MARIA?

Maria era una ragazza bellissima, aveva i capelli lunghi di
colore nero, gli occhi verdi, le guanciotte rosse, il nasino a punta
e tutti i denti sanissimi.

Come faceva ad avere tutti i denti sani?

Eh eh, lei, era furbetta, si lavava i denti cinque volte al giorno.
Era talmente fissata che si portava lo spazzolino e il dentifricio
sempre nella tasca della giacca.

Pietro era innamorato di Maria, ma lei ancora non lo sapeva.

Il coraggio per dire certe cose e' difficile trovarlo.

Ma un giorno...

Era Domenica mattina e Pietro dormiva come un ghiro.

    Pietro, Pietro, gridò la Zia, sono le 8.00 è tardi, dobbiamo
      andare alla festa della frittella dove c'e' l'asinello che gioca
      alla Wii con l'elefante.

    Pietro, Pietro, continuò a gridare la Zia.

    si Zia ho capito, mi alzo subito.

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Dopo dieci minuti ed altre grida della Zia con tanta fatica Pietro
si alzò dal letto.

Dopo che si era lavato e vestito, Pietro e la Zia andarono alla
festa della frittella.

Mentre gironzolavano per le bancarelle della festa, Pietro notò
che in un angolo quasi nascosto dietro il banco dei dolci, vi era
un Signore ben vestito con l'area da Dottore.

Incuriosito, si avvicinò sempre di più frà tantissima gente che
ascoltava le sue parole ricche di sogni, speranze e buone
intenzioni.

Il dottore parlava di spremuta d'arancia, un arancia magica, in
grado di far realizzare i sogni più belli e preziosi, diceva, che
con un bicchiere d'aranciata si poteva realizzare qualsiasi
desiderio.

    scusi Dottore, scusi, scusi: chiedeva Pietro alzando la
      mano.

    dimmi ragazzo, rispose il Dottore.

    ma questo intruglio magico può anche far volare?

    volare? No ragazzo mio: Rispose il Dottore sorridendo.

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      Puo' soltanto far realizzare i sogni della notte, tranne quelli
      che fanno volare.

Il Dottore continuò a parlare con il suo pubblico, proponendo la
sua spremuta ad un prezzo fantastico.

Pietro notò, che sotto il tavolo dove vi erano le bottiglie
dell'aranciata, c'erano cinque bradipi che avevano sete.

Lentamente uno di essi allungò la zampa e ne prese una, aprì il
tappo e la bevve tutta d'un fiato.

    no, non farlo. Gridò il Dottore mettendosi le mani tra i
      capelli. Questo è un disastro, adesso cosa succedera'?

Il bradipo comincio a stare su due zampe, gli occhi
cominciarono a girare velocemente, la lingua si allungò fino allo
stomaco, i peli cominciarono a cadere, le unghie diventarono
piccolissime.

Ad un tratto,

una luce fortissima avvolse il bradipo. La luce era talmente forte
che tutti gli spettatori dovettero coprirsi gli occhi.

Alla fine del bagliore il bradipo non c'era più.

La gente in coro cominciò a dire:

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    cos'è successo Dottore, ci dica.

Ma il Dottore era quello più terrorizzato di tutti. Durante il
bagliore si era nascosto dietro la macchina dello zucchero filato
che si trovava lì vicino. Era talmente impaurito che non riusciva
nemmeno a guardare.

Ad un altro tratto,

un silenzio silenzioso cadde sulla folla...

il bradipo si era trasformato in un bambino bellissimo. Aveva i
capelli neri con i riccioli, gli occhi azzurri, un corpo asciutto e
muscoloso, era bellissimo, talmente bello che tutte le ragazze lo
guardavano.

Pietro, terrorizzato per quello che era successo, non sapeva cosa
fare.

Fuggire?

Continuare a guardare?

Ma cos'era successo?

Come un Flash, passò per la sua mente Maria.

    già Maria! Esclamò Pietro.

Nei suoi pensieri venne fuori la soluzione per l'amore che

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provava per Maria.

Se avesse preso anche lui l'aranciata magica, forse, sarebbe
diventato bellissimo e muscoloso, quindi, Maria non avrebbe
mai resistito al suo fascino. A quel punto doveva trovare la
forza per avvicinarsi e prendere anche lui la sua bottiglia di
succo magico.

Pietro si avvicinò molto lentamente al bradipo trasformato per
vedere se fosse diventato pericoloso, non poteva rischiare di
trasformarsi in una persona cattiva, lui era buono.

Lentamente, lentamente arrivò vicino al bradipo trasformato, si
chinò davanti a lui, gli prese la mano e con voce sottile ed
impaurita, disse:

    scusi Sig. bradipo bambino trasformato, ma come si sente?

    ciuo, cioi, viollo, ciuo.

Rispose il bambino trasformato.

    non ho capito, può ripetere?

    ciuo, cioi, viollo, ciuo, cicciriccicicci.

Pietro capì, che forse l'aranciata era magica a metà. Il bradipo
era diventato un bel Bambino ma si comportava e parlava da

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bradipo.

Erano passati solo 10 minuti dalla trasformazione del bradipo,
eppure al Dottore gli sembrava che fosse trascorso un mese da
quel guaio.

Nella sua testa una nuvoletta appariva con tanti punti
interrogativi ? ? ?

Continuava a ripetere le stesse cose!

Ma adesso che faccio?

Ma come è possibile?

Ma dove ti metto? (guardando il bradipobambino).

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Pietro era vicino vicino e guardava incuriosito tutta la scena.

A quel punto gli venne un idea......

Se avesse aiutato il bradipobambino a diventare un bambino
vero e cioè normale, meglio direee "non sapeva nemmeno lui
cosa voleva che diventasse", forse Maria si sarebbe innamorata
di lui.

    dottore posso dire una cosa?

    dimmi ragazzo, dimmi qualcosa, aiutami almeno tu!

    io credo che questo qui abbia fame. Forse, se lo portiamo
      a casa mia, posso dargli qualcosa da mangiare, Lei che
      dice?

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    magari! Dai prendiamolo e portiamolo a casa tua.

Il Dottore era felicissimo per questa soluzione. Non vedeva l'ora
di scappare da Torbello, il paesino tanto bello che aveva
trasformato un bradipo in un bambino bello.

"Dopo un centinaio di metri con il bradipobambino sulle spalle"

    eccoci arrivati Dottore, disse Pietro.

    che bella casa che hai, vivi da solo?

    no, macchè solo.

Io abito con Zia Vecchia e Macchia.

    macchia? Chi è macchia?

    è il mio gatto macchiato.

    va bene ragazzo, adesso che il bradipobambino è al sicuro,
      io vado. Sai, mi aspetta tanta gente per essere guarita.

    trasformata. "Disse Pietro sorridendo".

    ciao Ragazzo. Ci vediamo.

"Credo proprio di no", pensò il Dottore.

Il Dottore scappò via per non ritornare mai piu' nel paese.

Pietro stava preparando un pò di spaghetti al pomodoro e

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canticchiava un ritornello che gli aveva insegnato una sua
amica:

"TRA LA' LA', TRA LA' LERO, ECCO IL PIATTO DEL
BAMBINO CHE NON FA IL BIRICHINO, TRA LA LA, TRA
LA LERO LO SPAGHETTO E PERFETTO ME LO MANGIO
ANCHE SUL LETTO".

La canzoncina andò avanti fino a quando un rumore fortissimo
lo fece balzellare.

    per bacco, che succede, disse Pietro a voce alta.

Corse nella stanza dove c'era il bradipo, il bambino, insomma
quello là, guardò sul letto e non lo vide, cerco sotto il letto e non
lo vide, si affacciò alla finestra e non lo vide, entrò nel bagno ...
e non lo vide.

Ma dove sarà andato?

Cominciò a pensare che magari si era ritrasformato in una
formica oppure in un geco.

Dopo un minuto...

    ciuo, cioi, viollo, ciuo, cicciriccicicci.

    una voce con quelle parole strane l'ho già sentita. Dove ti

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      sei nascosto? Vieni fuori.

    ciuo, cioi, viollo, ciuo, cicciriccicicci.

La voce veniva dal soffitto, alzò gli occhi e il bradipobambino si
era attaccato ad una trave di legno come un vero bradipo.

Pietro cominciò a ridere di gusto. Piu' lo guardava e più rideva
come un pazzo. Rideva cosi forte che la Zia che stava
rincasando dalla festa della frittella, sentì le risate dalla strada, e
si affrettò per vedere cosa stava succedendo.

    Pietro, Pietro. "Gridava la Zia".

Alle grida della Zia, Pietro entrò nel panico. Si alzò in piedi,
iniziò a sistemare la stanza che era sottosopra, mentre diceva al
bradipo di scendere giu'.

Ma tutto d'un botto, come una furia, la Zia sbatacchiò la porta,
entrò nella stanza e con voce alta disse:

    cosa succede qui. Hai portato ancora una volta i tuoi amici
      in casa? Lo sai che non voglio, perche' sicuramente alla
      fine si mangiano tutta la mia marmellata di fragole. Allora
      cosa hai fatto?

    niente Zia mi sono ricordato di una canzoncina che

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      cantavo a scuola che mi faceva tanto ridere.

    qual'è?

    ciuo, cioi, viollo, ciuo, cicciriccicicci.

    stupidino, smettila per oggi e andiamo a pranzare.

    certo Zietta arrivo subito.

Che fortuna. La Zia non si e' accorta del bradipobambino.

Se l'avesse visto... erano guai.

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    a tavola si mangia?

Gridò la Zia dalla cucina.

Finito il pranzo di spaghetti al pomodoro, finalmente rilassata,
la Zia cercò d'immaginare cosa fosse capitato al bradipo dopo
aver bevuto l'aranciata.

Pensava a voce alta, e diceva:

Chissà che intruglio era?

Sicuramente se avesse presentato il mio Tè di basilico, il
successo del Dottore sarebbe stato meraviglioso.

    Pietro, ma te hai visto dove è andato il bradipo dopo il
      bagliore?

    no zia. Meglio dire, heee, mi sa tanto che il bradipo sia
      volato via.

    volato? Ma cosa dici. Basta viaggiare con tanta fantasia,
      sei grande adesso. Vado a fare il mio bel riposino. Come ti
      ho sempre detto, il riposino quotidiano, dà tanta luce e
      forza ai tuoi pensieri. Ed i pensieri sono le azioni di
      domani.

Dopo un bel bacione sulla fronte di Pietro, la zia finalmente si

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avviò verso la sua stanza.

    va bene zia, buon riposo.

Pietro non vedeva l'ora che la zia si addormentasse, almeno,
poteva approfittarne per portare il bradipobambino lontano da
casa.

Non appena sentì russare la zia, salì piano piano le scale, entrò
nella sua stanza e vide che il bradipo era ancora arrampicato sul
soffitto.

    vieni giù scemo. Adesso sei un bambino non un bradipo.

Lentamente, lentamente il bambino venne giù, prese per la
mano Pietro e pian pianino uscirono di casa,

    ciuo, cioi, viollo, ciuo, cicciriccicicci.

    ma non sai dire altro?

Disse Pietro.

Ciuo, cioi, viollo, ciuo, cicciriccicicci.

    Heee, ok, ho capito. Ma adesso dove ti porto?

Camminando, camminando, giunsero in campagna e si sedettero
sotto un grosso albero.

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Oltre al meraviglioso silenzio, un venticello fresco faceva da
sottofondo per una meritata pennichella. Sotto i rami di
quell'albero, vi era una tranquillità inspiegabile, sembrava
d'immergersi dentro una bellissima vasca piena d'acqua calda.
Che meraviglia.

Come se non bastasse tutta quella tranquillità, si sentiva da
lontano una canzoncina dolcissima che faceva cosi:

FARFALLINA, FARFALLINA, TU SEI BELLA OGNI
MATTINA, MA SE PENSO CHE SEI BELLA IO MI SENTO
UNA STELLA. FARFALLINA, FARFALLINA, LA, LA, LA,
LA, LA, LA.

Era un suono dolce, talmente dolce che Pietro credette di
sognare.

La canzoncina, meglio dire quella voce dolce, si avvicinava
verso di loro, sembrava vicino, proprio vicino, troppo vicino.

Guardò la strada da dove arrivava la voce e non vide niente.

Guardò la collinetta, e non vide niente.

Guardò tra gli alberi e vide Maria.

    Maria?: Gridò Pietro.

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In un baleno si aggiustò i capelli, si stiracchiò i vestiti, si
aggiustò la cinta dei pantaloni. Insomma cerco di farsi bello.

Fece finta di fischiettare indifferente mentre giungeva Maria, ed
ecco.......

    ciao Pietro. Disse Maria.

    Maria, cia, ciao, come mai quì? Che coincidenza.

    io sono a fare una passeggiata. E te che fai?

    sono anche io a fare una passeggiata con il mio amico.

    ciao io mi chiamo Maria, come ti chiami?

    ciuao. Rispose il bradipobambino.

    si chiama Andrea ed è un pò scemotto. Intervenne Pietro.

    non sembrerebbe. Certo che è proprio un bel bambino.

Pietro    vide       negli     occhi      di     Maria       tanti     cuoricini      di
innamoramento. Gli vennero i brividi, il cuore cominciò a
battere fortissimo, iniziò a sudare e la rabbia gli salì fino
all'ultimo capello che aveva sulla testa.

    adesso dobbiamo andare: Disse Pietro con voce rabbiosa.

    no, rimani ancora un pò. Ma perchè il tuo amico non

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      parla? Forse è muto?

    non è muto, è solo scemo.

    ma dai Pietro non è cosi. Sediamoci sotto questa quercia
      querciosa e dimmi un pò di lui.

A quel punto, Pietro si sentiva gelosissimo, ma si lasciò andare
dal raccontare tutta la storia a Maria. Iniziò con la festa della
frittella, del dottore, dell'Aranciata, del bradipo, della Zia e di
come erano finiti nel bosco.

Maria ascoltò incuriosita tutta la storia. Pietro continuava a dire
che non sapeva dove andare e soprattutto cosa fare con il
bradipobambino. Era disperato.

Maria, vedendolo così confuso, lanciò un idea.

    portiamolo di nascosco nel fienile di casa mia per questa
      notte. Domattina, si porta nella foresta delle meraviglie.
      Laggiù esiste un posto dove tutto è possibile, sicuramente
      il bradipobambino diventerà per sempre un bambino. Che
      ne pensi?

    è proprio una bellissima idea. Ho sempre saputo che eri
      inteliggentissima.

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Maria a quel complimento di Pietro arrossì tantissimo.

Dopo tutti i vari complimenti, si apprestarono per andare a casa
di Maria che era molto distante da dove si trovavano. Per Pietro
fu un momento fantastico e bellissimo.

Finalmente lungo il tragitto potette parlare con Maria. Pietro
cercò di raccontare tante barzellette divertenti, facendo ridere
tantissimo Maria. Tra una risata e un complimento, gli fece un
indovinello:

    sai cosa fanno due Api sulla Luna?

    non sò. Rispose Maria.

    la luna di Miele.

Maria rideva ad ogni parola.

Pietro continuò:

cosa fanno due pulci alla fermata dell'autobus?

    bhoo.

    aspettano il primo cane, per andare a casa.

Maria continuava a ridere. Pietro era felicissimo per questo.

Ridendo e scherzando, ma soprattutto camminando, arrivaro a

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casa di Maria.

    piano, piano. Disse Maria. Il babbo non mi deve sentire. Si
      arrabbierebbe sicuramente.

Portarono il bradipobambino nel fienile e lo fecere attaccare
sulle travi del tetto.

    guarda come è contento lo scemo. Adesso posso andare
      via. Disse Pietro.

    se ti và, possiamo fare merenda con biscotti e una tazza di
      latte. Che dici?

    si, si, si. Rispose Pietro.

Pietro era felice, felice, ma sempre più innamorato della
dolcissima Maria.

Dopo aver fatto merenda, portarono una tazza di latte al
bradipobambino e Pietro entusiasta per quel meraviglioso
pomeriggio, si avviò verso casa.

La gioia era immensa, grazie al bradipo, finalmente aveva fatto
colpo su Maria.

Quella notte Pietro non dormì, ricostruì con la mente tutto
quello che era successo, sognando un futuro con la bella Maria.

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L'indomani di buon ora si alzò dal letto, si lavò le mani, il viso,
il collo, le orecchie, i piedi, i denti e per finire una spruzzata di
profumo ai fiori di gelsomino non potè mancare.

Corse a casa di Maria, appena arrivò, bussò alla porta.

    TOC TOC.

    chi è?: Rispose una voce grossissima.

"Che faccio adesso": pensò Pietro.

Neanche il tempo di riflettere che la porta si aprì. Dalla casa
uscì un uomo grandissimo, con un pancione ed un barbone
grande grande. Sembrava mangiafuoco della favola di
Pinocchio. Invece era il babbo di Maria.

    cosa vuoi ragazzetto?

    he, be, io, forse, no, però.........

    ciao Pietro finalmente sei arrivato. Era Maria da dietro
      quel colosso del babbo. Lui è il mio amico Pietro, oggi si
      va insieme alla festa delle fate.

    che bello, quando ero bambino andavo sempre a tutte le
      feste. Mi sembra che c'era una festa tutti i giorni.

Va bene, non fate tardi. Mi raccomando a te ragazzetto. Capito?

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Il capito da parte del babbo, fu seguito da un gesto minaccioso,
fatto con il dito indice proprio verso il petto di Pietro.

    certo, certo signore staro' attento. Rispose Pietro con la
      voce tremante.

Salutato con tanti baci da parte di Maria, il babbo ritorno in
casa. Pietro finalmente poteva passare un'altra giornata con la
sua innamorata.

Fecero finta di andare verso il paese. Ma appena furono sicuri
che il babbo non li vedesse, ritornarono indietro per prendere il
bradipobambino dal fienile.

Tutti e tre tenendosi per mano s'incamminarono verso la foresta
incantata. Dopo una, due, tre ore di cammino, giunsero davanti
ad un'infinità di alberi altissimi, ricchi di foglie verdissime, con
dei fiori che sbocciavano dai rami luccicanti e splendenti.

    mi sà che siamo arrivati. Disse Pietro.

    questo è un posto magico, qui si può avere tutto quello che
      si desidera. Ecco la grotta! Entriamo.

Maria per la prima volta si trovò ad essere la guida ufficiale di
quel posto incantato e misterioso.

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La grotta, aveva un corridoio lunghissimo, scendeva per circa
venti metri sotto terra. Alla fine del corridoio si trovarono
nell'ingresso di un'altra grotta, che sicuramente era grande
quanto la stessa foresta che si trovava sopra di loro.

In lontananza si notava una luce splendente, era così lontana che
sembrava una piccola mosca. Si avviarono verso quella luce che
lentamente s'ingrandiva passo dopo passo. Il bagliore che
avevano visto all'inizio era generato dal volare di migliaia e
migliaia di farfalle brillintinose. Ogni farfalla aveva un colore
diverso. Gialle, bianche, rosse, verdi, blu, rosa, e celeste.
L'unica cosa che avevano in comune era il colore delle antenne.

Le antennine erano tutte dorate e brillavano moltissimo.
All'arrivo dei tre bambini vicino alla casa delle farfalle
brillintinose, il bagliore diminuì, e le farfalline smisero di volare
per guardare i nuovi ospiti. Dall'interno della casa, una luce
dorata era ancora splendente. Si avvicinava verso di loro
muovendovi tra la folla delle farfalle.

Finalmente la Regina si presentò ai tre ragazzi.

Era bellissima, aveva un colore dorato, con dei puntini neri e
bianchi sulle ali, nei piedi aveva delle scarpine dorate e portava

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gli occhiali dorati. Lei ci vedeva benissimo, però gli occhiali la
facevano più bella.

La farfalla Regina, si avvicinò a Maria, la guardò e le disse:

    ciao bella bambina, non ricordo il tuo nome, ma sò cosa
      vuoi da me.

    davvero? Rispose Maria.

    tu desideri che il tuo amico bradipo diventi per sempre un
      bambino. È vero?

si signora Regina delle Farfalle, credo che sia una bella cosa.
Questo bradipobambino potrebbe avere una vita normale e
felice se diventasse per sempre un vero Bambino. Rispose
intimidita Maria.

La Regina guardò Pietro e gli chiese:

    è quello che vuoi anche tu? Vuoi davvero che il bradipo
      diventi un bambino? È per questo che sei venuto qui da
      me?

Pietro non si aspettava quella domanda e rimase come un
cubetto di ghiaccio. Cercava di trovare altre parole e altre scuse,
ma non riuscì a dire niente. L'unica cosa che fece, fu un

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respirone profondo mentre guardava Maria.

    perchè non le dici la verità? Vuoi che lo faccia io?
      Domandò la Regina a Pietro.

    no, no.

    ascolta caro Pietro. Tu sei un ragazzo bravo e gentile.
      Credi di essere timido, ma la timidezza non esiste, la tua
      paura è solo nella tua testa. Hai solo paura di una risposta.
      Fai una cosa, quello che pensi sempre, quindi tutti i tuoi
      cattivi pensieri compreso le risposte negative, falli
      diventare come una foto immaginaria. L'hai fatto?

    si.

    adesso, immagina di prendere questa idea bruttissima e di
      gettarla a terra, la guardi e la schiacci con un piede. L'hai
      fatto?

    si.

    Ora, immagina come se fosse un film, che la sua risposta
      sia solo ed esclusivamente un bellissimo "si", immagina
      che tutto andrà bene, immagina che la tua vita sarà
      meravigliosa, sentiti contento e felice, guarda le persone

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      che ti vogliono bene che sono contente per te, mentre lo
      fai ingrandisci queste immagini, ingrandiscile tantissimo.
      L'hai fatto?

    si, è bellissimo.

    prendi le mani di Maria e parla con lei del tuo segreto.

Pietro in completa tranquillità si girò verso Maria, le prese le
mani, la guardò negli occhi e con voce sicura ...

    e' da tanto tempo che volevo dirti una cosa. Io sono
      innamorato di te. Non ho mai saputo come dirtelo, adesso
      l'ho fatto. Vorrei essere il tuo fidanzato.

Maria diventò tutta rossa. Iniziò a batterle forte forte il cuore,
l'unica cosa che continuava a fare era ammirare gli occhi di
Pietro. In quel preciso momento, avevano una luce chiara, erano
belli, erano dolcissimi come un miagolio di un gattino che vuole
le coccole.

     ho sempre creduto che tu non potessi mai innamorarti di
       me. Io sono brutta, bassa e lentiginosa. Speravo nel
       nostro amore. Ti amo anche io. Sei bellissimo. Rispose
       Maria.

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A quel punto, Maria avvolse le braccia sulle spalle di Pietro e
gli dette un bel bacio sulla guancia. Entrambi erano felicissimi.
Tutte le farfalle, compreso il bradipobambino si unirono in
cerchio per ammirare la bellezza di quel momento d'amore.

    l'amore è tutto ragazzi miei. L'amore sconfigge ogni forma
       di paura. L'amore sconfigge ogni forma di fobia e
       malattia.         L'amore           distrugge          ogni        forma        di
       condizionamento. Giorno per giorno siamo condizionati
       da tutto quello che ci circonda. Il nostro aspetto esteriore, i
       soldi, i vestiti firmati e le biciclette di lusso. Crediamo che
       soltanto questo sia felicità. Non è così, più si dà peso a
       quello che gli altri vogliono guardare e sempre piu'
       rischiamo di rimanere soli.

Ricordate che soltanto l'amore ci può salvare. L'amore.

La regina finì con il saggio parlare. Sorrideva nel guardare i due
giovani innamorati.

    la ringrazio tanto signora Regina. Avete realizzato il mio
       sogno, il mio desiderio, cosa posso fare per voi? Domandò
       Pietro.

      io non ho fatto niente ragazzo mio. Hai fatto tutto da solo.

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      Ricorda che ogni problema che vedi, in realtà non esiste.
      Guarda dentro di te e ti accorgerai che non è mai dovuto
      alla sfortuna, ma solo alle tue convinzioni. La nostra vita è
      quella che pensiamo, sia nel bene che nel male.

"Quindi, devi pensare solo cose belle"

Adesso andate, e godetevi la felicità.

    ma il bradipobambino? Domandò Maria.

    non preoccupatevi di lui, adesso è felicemente ritornato ad
      essere quello che voleva, un bradipo. Lui è felice di essere
      quello che è. Nessuno può decidere per te quello che
      veramente si desidera. Ogni persona ha il diritto di
      decidere il proprio destino.

Adesso andate.

Salutata la regina e tutte le farfalline, Pietro e Maria ricchi
d'amore e con tanta voglia di essere felici, si avviarono verso
casa. Il loro camminare mano nella mano era sempre
accompagnato da qualche bacino che si scambiavano sulla
guancia.

"Che giorno meraviglioso".

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Era già sera, quando arrivarono a casa. I ragazzi si salutarono
con tanto amore. Pietro giunse a casa sua, la Zia preoccupata
per l'ora, rimproverò bruscamente il nipote, a lui non importò,
quello che veramente rendeva tutto indispensabile era l'amore.
Dopo essersi lavato i denti, si mise a letto e mentre si
addormentava, decise che l'indomani avrebbe regalato un bel
fiore alla sua fidanzata. Dopo pochi minuti si addormentò con
un bel sorriso sulle labbra.

    Pietro, Pietro, svegliati è tardi. Sono stanca di chiamarti
      dieci volte.

      Pietrooooo, Alzati, fai tardi. Gridava la zia.

    si zia, mi alzo subito.

Dopo dieci minuti ed altre grida della Zia con tanta fatica Pietro
si alzò dal letto.

Andò in bagno, si lavò i denti, il viso, le mani, il collo, le
orecchie ed uscì dal bagno.

    zia scusami, dove hai messo i miei vestiti da lavoro?

    hai voglia di scherzare oggi?

quale lavoro, sei ancora piccolo. Fai colazione che tra un pò

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passa la Mamma e Papà per portarti a scuola.

                        Pietro rimase impietrito

Non capiva cosa stesse succedendo. Si avvicinò alla finestra,
spostò la tenda e guardò fuori.

    non ci posso credere. No, no, non voglio questo.

Furono le uniche parole che Pietro riuscì a dire in quel
momento.

È stato tutto un sogno.

Torbello non esisteva, la farfalla magica non esisteva, il Bradipo
anche, non esisteva nulla di tutto quello che fino ad un
momento prima sembrava la sua vita.

Maria?

L'amore per lei esisteva. Io ho accarezzato il suo viso, la sua
mano, ho baciato le sue guancie. Ma come è possibile che
questo accada?

Tristemente, Pietro si avviò a scuola per le solite strade di
Firenze. Ma il pensiero era sempre al suo meraviglioso sogno.

Arrivò a scuola, entrò in classe e si sedette come sempre nel suo
solito posto. All'arrivo dei compagni non fece il suo abituale

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sorriso di gioia. Era proprio triste.

Gli veniva da piangere, quindi decise di uscire un attimo dalla
classe, aspettando vicino la porta l'arrivo degli ultimi compagni.

Arrivò la Maestra e tutti entrarono in classe.

    adesso faccio l'appello. Disse la Maestra.

Toc Toc. Si sentì bussare alla porta.

    mi scusi signora Maestra, sono in ritardo mi dispiace.

    vieni pure Maria, dobbiamo ancora cominciare.

Pietro credette di sognare, Maria esisteva, ed era nella sua
classe. Lui non l'aveva nemmeno notata, eppure la scuola era
iniziata da venti giorni. Ma come era possibile.

Maria lo guardò entrando in classe e si sedette.

Passò la prima ora di lezione, e Pietro non poteva smettere di
pensare al suo sogno.

La campenella della scuola avvisò la ricreazione. Pietro rimase
a sedere cercando di sistemare le sue cosine, mentre i compagni
si allontanavano dalla classe.

Adesso Pietro era nuovamente solo. Solo con se stesso,
cercando di capire com'è possibile che un semplice "sogno,

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possa sconvolgere lo stato d'animo di una persona".

    Pietro, perchè sei triste? Io devo parlarti.

Era la voce di Maria, anche lei era rimasta in classe. Pietro si
voltò e vide che nella realtà era molto più bella del sogno.

    ciao Maria. Siediti vicino a me. Cosa mi devi dire?

    questa notte ho fatto un sogno bellissimo. Mi trovavo nel
      paese di Torbello, era un posto fantastico. Sono successe
      tante cose. Nel mio sogno c'eri anche tu, ed insieme,

    abbiamo accompagnato un Bradipo nella foresta incantata.
      La interruppe Pietro.

    si. Come fai a saperlo?

    ho fatto lo stesso sogno. È stato proprio un bel sogno.

    ma com'e' possibile che abbiamo sognato la stessa cosa?
      Sarà mica che la regina delle farfalle esiste davvero? Disse
      Maria.

Entrambi scoppiarono a ridere, ricostruendo ogni momento del
sogno, ma soprattutto ricordando le barzellette che Pietro le
aveva raccontato. Ma tra un ricordo e l'altro Maria fece una
domanda:

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    anche te hai sognato quando mi hai detto che mi...

    che ti amavo?

    si. Che mi amavi. È stato bello lo sai. Non credo nemmeno
      di aver vissuto un sogno, mi sembra una vera realtà.

Entrambi arrossirono. Gli batteva il cuore fortissimo, gli occhi
erano lucidi e non sapevano cosa dire.

Ma Pietro, ricordando l'insegnamento della Farfalla Regina,
mise da parte la timidezza e chiese a Maria:

    ma te mi ami?

Maria non ci pensò un secondo e rispose subito:

    si. Ti amo e voglio farlo per sempre.

Dopo il “si” di Maria, entrambi avvicinarono le loro labbra,
chiusero gli occhi e si dettero un bacio vero, pieno d'amore.

In quel preciso momento, nella stanza un raggio di luce illuminò
i due ragazzi, mentre una farfalla entrata dalla finestra, svolazzò
intorno a loro e si posò sopra le strette mani degl'innamorati.

"Ogni sogno può essere realizzato, ogni desiderio, ogni amore è
possibile.

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L'importante... non smettere mai di credere che tutto è possibile.

Il potere della nostra mente è inspiegabile ed inimmaginabile.

Non smettere mai di SOGNARE, non smettere mai di AMARE.
Ama tutto quello che è intorno a te, soprattutto ama te stesso".

Buona Vita amico o amica mia.

                                                      Gandolfo Filippo

Nel ricordo più bello di Mamma e Papà

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