Reality capture, droni e laser: Volterra rivive in un modello 3D

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Reality capture, droni e laser: Volterra rivive in un modello 3D
Reality capture, droni e
laser: Volterra rivive in un
modello 3D
Nelle scorse settimane un progetto internazionale ha portato a
Volterra, gioiello etrusco nel cuore della Toscana, un team
internazionale formato da ingegneri, architetti e specialisti
delle tecnologie di reality capturing. Con un obiettivo
ambizioso: digitalizzare l’intero patrimonio urbanistico della
città, di incalcolabile valore artistico-culturale, e ottenere
un modello 3D in altissima definizione. Il tutto a un tempo
record: poco più di dieci giorni.

Per farlo, il team ha utilizzato un mix di tecnologie che
rappresentano lo stato dell’arte del settore: fotogrammetria e
rilievo con drone, laser scanning, software di image
processing di ultima generazione. È la prima volta in Italia
che questo sistema di tecnologie viene applicato su una scala
tanto vasta a un intero insediamento urbanistico. Un evento
che, data la sua eccezionalità, abbiamo documentato con
attenzione.

A promuovere il tutto, la Fondazione Volterra-Detroit, che ha
fatto un’offerta allettante all’amministrazione di Volterra:
realizzare un ‘oggetto 3D‘ di altissimo livello dalle utilità
più disparate, dal monitoraggio ambientale alla valorizzazione
turistica. Insieme alla Fondazione, che ha ricevuto dal Comune
un edificio per trent’anni allo scopo di sviluppare progetti
nel settore, il team e i software di Autodesk, partner
tecnologici del progetto.
“Volterra è capace di contenere le testimonianze delle epoche
più disparate”, spiega il sindaco, Marco Buselli. “Dalla cinta
muraria ai reperti artigianali in alabastro, eccellenza
locale, fino al Teatro Romano rinvenuto, in condizioni
incredibilmente buone, durante gli anni Cinquanta.”
Reality capture, droni e laser: Volterra rivive in un modello 3D
Vista dalla cinta muraria del Teatro Romano di Volterra e dell’annesso complesso
termale, scoperto negli anni Cinquanta

Investendo sulla lunga distanza, la Fondazione Volterra-
Detroit ha voluto coinvolgere l’amministrazione comunale del
Comune toscano nella realizzazione di un’attività innovativa:
un workshop internazionale con professionisti delle tecnologie
di rilievo fotogrammetrico, rilievo con drone, laser scanning,
reality capturing. Come partner tecnologico, il team e i
software di Autodesk.
Giunti da Usa e Canada, circa 15 ingegneri, architetti,
specialisti di Gis e di sistemi di aviazione, hanno catturato
immagini ad altissima risoluzione nonché scansionato l’intero
patrimonio edilizio cittadino: milioni di nuvole di punti e
pixel che restuiscono, come potete vedere voi stessi,
un’immagine di qualità abbagliante. Se non la prima volta in
assoluto, è sicuramente un’attività pionieristica in Italia.
Un territorio che, come sappiamo bene, più di ogni altro al
mondo vede ogni giorno le proprie straordinarie bellezze
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architettoniche messe a rischio da un territorio fragile,
colpito da fenomeni di dissesto in preoccupante aumento, per
tacere, purtroppo, dei terremoti, l’ultimo dei quali ha
colpito i territori già martoriati del Centro Italia.

“Non ci sono solo i grandi terremoti a mettere a rischio il
patrimonio italiano. Noi amministratori locali sappiamo bene
che ci sono una miriade di casi più piccoli ma altrettanto
minacciosi per i nostri beni. Qui a Volterra, ad esempio, di
recente un fenomeno franoso ha causato il crollo di un pezzo
di muratura medievale, comportando notevoli disagi anche in
termini di gestione dell’emergenza”, continua Buselli. “Un
progetto come questa ricostruzione 3D ci consente, in un modo
assolutamente innovativo, di possedere una mappa
tridimensionale precisa dello stato attuale delle strutture,
partendo direttamente dalla realtà. Che vuol dire, ad esempio,
essere perfettamente in grado di ricostruire un pezzo di
muratura o di edificio partendo dal suo stato reale”.

I droni in volo in Piazza dei Priori, per il rilievo aerofotogrammetrico
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Non ci sono però solo obiettivi di monitoraggio e tutela.
“Questo modello 3D”, conclude il sindaco, “ci consentirà di
fare molte altre cose. Ad esempio sviluppare un nuovo piano
illuminotecnico per la città, o analizzare diversamente la
mobilità. A livello turistico, poi, i benefici sono immensi.
Potremo ad esempio ricostuire la cisterna sotterranea del
Teatro Romano, inaccessibile alle persone diversamente abili,
e consentire loro di esplorarla con un tour virtuale”.

Il sindaco di Volterra, Marco Buselli, davanti alla sala del consiglio comunale nel
Palazzo dei Priori, un altro dei gioielli architettonici oggetti di rilievo con laser
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Un ingegnere al lavoro sul modello Revit della Sala del consiglio comunale, ottenuto
direttamente dalle foto e dalle cloud points ricavate dal laser

Rispetto agli esperimenti già fatti in questo ambito in
Italia, l’esperienza di Volterra aggiunge alcuni tasselli
preziosi. “Una novità importante è che queste tecnologie sono
state applicate sia sulla scala più ampia, con le vedute aeree
di intere aree e la ricostruzione di strade complete, sia
sulla piccola scala”, spiega Tristan Randall, Strategic
Project Executive per Autodesk, a capo della missione
americana a Volterra. “Ad esempio, abbiamo anche fatto il
rilievo di una mostra temporanea allestita nelle splendide
stanze di Palazzo dei Priori, la sede comunale, per mostrare
come il sistema può essere perfettamente adattato anche al
contenuto di musei e gallerie, come reperti, statue, opere
d’arte di dimensioni contenute”.
Reality capture, droni e laser: Volterra rivive in un modello 3D
Tristan Randall, Strategic Project Executive per Autodesk, con uno dei droni
utilizzati per i rilievi a Volterra

Randall lavora in Autodesk da circa cinque anni, dopo aver
fatto esperienza di ingegneria civile negli Stati Uniti, in
particolare su progetti legati alle infrastrutture e ai
sistemi di trasporto. “Mi sono specializzato nell’uso di
sistemi di rilievo che combinano droni e laser su molti
progetti infrastrutturali. Per semplificare, se si scava un
tunnel per inserire una grossa tubatura, si potrà utilizzare
il drone per fare un rilievo dello scavo dall’alto. Visto che
poi lo scavo verrà coperto completamente, è un sistema che può
servire a verificare che il progetto corrisponda alla
realizzazione. Su progetti legati al patrimonio architettonico
come Volterra, tuttavia, le cose possono diventare molto più
complesse”.

Questa complessità ulteriore l’abbiamo vista sul campo con i
nostri occhi, per il rilievo di un’intera strada nel cuore
delle mura medievali. Gli ingegneri americani, abituati alla
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vastità degli spazi dal contesto da cui provengono, si sono
dovuti misurare con l’irregolarità del piano ortogonale. La
larghezza irrisoria dei vicoli, inoltre, ha impedito di
‘entrare’ nel centro storico con i droni.
Sui vicoli, quindi, si è utilizzata la tecnologia di laser
scanning in autonomia. A un livello di precisione e puntualità
strabiliante, come si vede nel video.

Il drone cerca di farsi strada davanti alla Porta Etrusca di Volterra

I droni sono stati determinanti, sempre abbinati al laser, per
le piazze, le viste dall’esterno delle mura, e il teatro
romano. “Le tecnologie che abbiamo impiegato per Volterra sono
una combinazione di laser scanning, fotogrammetria con droni,
targetless registration”, continua Randall. “Con il laser
otteniamo prima una nuvola di punti, catturando l’edificio
dalle varie angolazioni necessarie. Il laser stesso poi, in
una seconda fase, fotografa i medesimi punti, fornendo così il
dettaglio ‘superficiale’ che viene combinato alla nuvola di
punti. Non ci sarebbe nulla di nuovo, in verità, nell’uso di
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queste tecnologie, se non per il fatto – assolutamente
fondamentale – che abbiamo realizzato tutto a una velocità
incredibile per un progetto di tale dimensione”.

Questa velocità è stata possibile grazie a Autodesk Recap 360,
che va a semplificare una serie di fasi dell’image processing
altrimenti dispendiose sul piano del tempo (e, di conseguenza,
delle risorse). “Tutti questi rilievi li abbiamo potuti
ultimare in una decina di giorni”, continua Randall. “Il
motivo è che il software, per dirla semplicemente, è in grado
di ‘unire’ le nuvole di punti e le fotografie scattate con i
droni e con il laser facendo in modo che scompaiano le
sovrapposizioni, un problema tipico di questa attività. È
sufficiente prendere le foto e caricarle in Recap, e il
software combina tutti i dati automaticamente producendo
modelli, nuvole di punti e mappe, in tutti i formati
disponibili per l’integrazione e la lavorazione BIM in
Autodesk Revit. E tutto, in totale automazione. Il vantaggio
per noi progettisti è che ci liberiamo di una serie di tempi
tecnici che ci servono per focalizzarci sul progetto vero e
proprio.”
Reality capture, droni e laser: Volterra rivive in un modello 3D
Nella sede della Fondazione Volterra Detroit gli ingegneri lavorano sulle immagini 3D
processate in Autodesk Revit

A Volterra è stata testata una soluzione sperimentale, ancora
non disponibile sul territorio italiano. Si tratta di una
speciale integrazione con il sistema 3DR Site Scan. In
pratica, il team di progetto può controllare via tablet
direttamente il girato del drone, che peraltro può filmare in
controllo manuale ma anche automatico, per le parti di take
off and landing (in Italia, date le restrizioni molto
stringenti in questo ambito, è stato usato il controllo
manuale). Una volta finito il rilievo, questa integrazione
consente con un click direttamente dal tablet in situ di
inviare i dati a Autodesk Recap.
“Questa tecnologia”, aggiunge Randall, “si basa su un
principio che in Autodesk chiamiamo ‘hardware agnostic’, che
semplificando vuol dire che non importa il tipo di hardware
che stiamo utilizzando, in ogni caso il risultato finale sarà
un file leggibile a qualsiasi livello. Con l’integrazione allo
studio in questa fase consentiremmo un ulteriore risparmio di
tempo, ma considerate che già al momento il metodo consente di
fare le foto con la GoPro, e dopo circa 8 ore scaricare una
superficie 3d, una nuvola di punti o una mappa (ad esempio,
file .ortho o .rcs).”

A Volterra si è creato un modello 3D degli elementi più
disparati. Lo splendido Battistero, la porta etrusca
all’interno delle mura, la Piazza dei Priori. Potete vederne
alcuni esempi cliccando la gallery di seguito.

Photogallery

Modello Revit ricavato dal rilievo laser del Battistero di
Volterra © Paul F. Aubin

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Battistero di Volterra – Sezione © Paul F. Aubin

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Battistero di Volterra – Piano terra © Paul F. Aubin

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Battistero di Volterra – Vista 3D del soffitto © Paul F. Aubin

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Battistero di Volterra © Paul F. Aubin

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Il laser in azione sull'esterno del Battistero

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Dettaglio del laser utilizzato. Lavora in due fasi: prima con
il fascio ottiene la nuvola di punti, poi esegue fotografie
delle medesime aree

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Il drone impiegato per il rilievo visto da vicino

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La squadra di piloti dei droni comanda l'Apr, mentre un
tecnico verifica real time il girato su Tablet

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La prova più strabiliante, tuttavia, è il Teatro Romano, il
sito archeologico scoperto ‘per caso’ durante gli anni
Cinquanta, quando alcuni scavi dovuti al cedimento di un
frammento della muratura rivelarono un anfiteatro della
capienza di 3.500 posti in buonissime condizioni. Dietro il
teatro fu scoperto anche il complesso termale che fu costruito
dopo lo smantellamento del teatro nel III secolo.

“Per ottenere questa digitalizzazione”, spiega Silviu Stoian,
Virtual Building Services Manager at The Beck Group, che ha
curato sul campo il modello del Teatro Romano, “abbiamo dovuto
eseguire la cifra record di 110 scansioni, in oltre 3 giorni
di riprese. È stato un lavoro di enorme difficoltà, in
particolare considerando l’irregolarità del sito, che ha
richiesto di dover ‘spacchettare’ in un certo senso il
progetto in frazioni più piccole. Ciò nonostante, il sistema
‘seamless’ del software ha consentito di ricongiungere il
prodotto delle scansioni in modo eccezionale. Alla fine
avevamo 5 miliardi di punti”.
Silviu Stoian utilizza il laser per rilevare i punti del Teatro Romano di Volterra

Modello BIM del Teatro Romano di Volterra, prodotto attraverso tre giorni di rilievi
laser e foto da drone. Cinque miliardi di punti riconvertiti in Revit

Senza arrivare a giga-progetti simili, la tecnologia consente
comunque di lavorare ai livelli più disparati. Anzi, in molti
casi sono gli stessi specialisti del settore a suggerire di
tararsi sugli obiettivi. “Prima di fare il rilievo, occorre
sapere esattamente qual è il nostro obiettivo”, Paul F. Aubin,
specialista di Revit e BIM, autore di volumi sul tema. “Un
modello ai fini di ricerca architettonica o di restauro
differisce negli obiettivi da uno fatto per valorizzazione
turistica, che vuol dire che non mi serve in entrambi i casi
la medesima precisione del dettaglio. A seconda delle esigenze
del cliente, in sostanza, si determina il grado di profondità
del dato da utilizzare nel modello BIM. La grande potenzialità
del sistema, comunque, è che andando a modificare anche un
solo elemento del progetto Revit, il sistema è in grado di
riadattare in modo ‘intelligente’ i vari pattern
architettonici presenti. Il Battistero di San Giovanni, ad
esempio, risale alla seconda metà del XIII secolo. Le
finestre, è emerso dal rilievo, erano tutte irregolari. Nel
modello Bim, se sposto una finestra o parte del serramento o
una decorazione, il modello è in grado di riadattare i
parametri secondo l’intervento compiuto. Coniugando
automazione ed efficienza”.

Le attività sperimentate a Volterra sono solo la punta
dell’iceberg delle possibili applicazioni di questa
tecnologia. “In generale”, aggiunge Tristan Randall, “il
sistema è perfetto per fare monitoraggio, e non solo di
edifici o costruzioni. Si può monitorare così anche le stesse
persone, o le attrezzature tecniche. Pensate a un grande
cantiere: quale vantaggio sarebbe poter rilevare, all’inizio
di ogni settimana, l’esatta dotazione tecnica, i materiali
giunti e quelli che ripartono, i flussi logistici? Il drone
capturing si presta anche a questo”.

Al di là dell’esperienza volterrana, il progetto dimostra
ancora una volta quanto queste tecnologie stiano mutando in
tempi rapidissimi il modo di fare progettazione ed esecuzione
a livello globale. E mutano, di conseguenza, anche le
competenze richieste. Basta vedere il background professionale
dei partecipanti al workshop: “Questo team internazionale”,
conclude Randall, “è composto da ingegneri meccanici,
robotici, civili, ma anche specialisti di rilievo del
territorio, di aviazione, architetti. È la natura stessa della
tecnologia che impone competenze sempre più trasversali, da
applicare in team. Nel passato venivano richieste
specializzazioni molto forti. Oggi – e con Autodesk, da tempo,
stiamo cercando di fare questo – occorre scalare la tecnologia
e ‘democratizzarla’ in modo che possa essere utilizzata dal
maggior numero di persone possibili”.

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