Opera Omnia Spiritualità 6. 5 del Venerabile Francesco Antonio Marcucci - Venerabile Francesco Antonio Marcucci

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Opera Omnia Spiritualità 6. 5 del Venerabile Francesco Antonio Marcucci - Venerabile Francesco Antonio Marcucci
Istituto Suore Pie Operaie dell’Immacolata Concezione

               Opera Omnia
   del Venerabile Francesco Antonio Marcucci

                    Spiritualità

                        6. 5
Opera Omnia Spiritualità 6. 5 del Venerabile Francesco Antonio Marcucci - Venerabile Francesco Antonio Marcucci
MARCUCCIANA OPERA OMNIA
PIANO GENERALE
Sezione 1. storico-letteraria
        2. biblico-teologica
        3. mariologica
        4. filosofica
        5. omiletica
        6. spiritualità e varie
        7. epistolare

VOLUMI PUBBLICATI

1.1    Artis Historicæ Specimen. Riflessioni sopra di alcuni Precetti più importanti
       dell’Arte Istorica, 2002.
1.2    De Asculo Piceno. De Inscriptionibus Asculanis. Delle Sicle e Breviature, 2004.
1.3    La Gramatichetta Franzese ad uso delle educande del Ven. Monistero
       dell’Immacolata Concezione di Ascoli; L’Egloga pastorale per l’Epifania del 1754
       e Il Tetralogo tra una Maestra e tre Pellegrine Oltramontane, 2008.
1.4    Prosodia latina e Antologie metriche, 2008.
1.5    Memorie Ascolane, o sia Istoria Cronologica di Ascoli di Niccolò Marcucci, con
       le Postille e Commentarj di Francesco Antonio Marcucci D. I. C.
       Missionario Apostolico [1755], 2015.
2.1    Delle Azioni Umane 1766, 2019.
3.1    Sermoni per il triduo e per la festa dell’Immacolata Concezione, 2004.
3.2    Sermoni per le feste Mariane, 2008.
5.1    Abbozzi di esercizi spirituali dati al mio clero, 2001.
5.2    Scritti sulla predicazione e le missioni popolari, 2014.
6.1    Regolamento di vita, 2009.
6.2    Scritti sulla musica, 2010.
6.3    La Vita Comune e altri scritti su san Francesco di Sales, 2018.
6.4    La vita della Beata Beatrice de Silva, 2019.
6.5    Scritti a M. Tecla Relucenti e alle Pie Operaie dell’Immacolata Concezione, 2021.
7.1    Lettere alle Suore e alle Educande, 2012.
7.2    Corrispondenza con Persone varie, 2017.
Opera Omnia Spiritualità 6. 5 del Venerabile Francesco Antonio Marcucci - Venerabile Francesco Antonio Marcucci
Francesco Antonio Marcucci

 Scritti a Madre Tecla Relucenti
                e
alle Pie Operaie dell’Immacolata
            Concezione
                    (1741-1769)

                      a cura di
               Maria Paola Giobbi, Poic

 Istituto Suore Pie Operaie dell’Immacolata Concezione
Opera Omnia Spiritualità 6. 5 del Venerabile Francesco Antonio Marcucci - Venerabile Francesco Antonio Marcucci
In prima di copertina:
 In prima di copertina:
Composizione         dei ritratti di Francesco Antonio Marcucci e Madre
Tecla Relucenti.
AComposizione
    sinistra, primodeidipinto
                          ritrattidel
                                    di venerabile
                                        FrancescoF.Antonio       Marcucci
                                                      A. Marcucci,            e Madre
                                                                        olio su tela di
 Tecla  Relucenti.
ignoto, Ascoli 1746. Nella parte inferiore del quadro si legge: Don
 A sinistra,
Francesco     primoMarcucci
           Antonio     dipinto dell’Immacolata
                                 del venerabile Concezione,
                                                   F. A. Marcucci,     olio su
                                                                missionario    tela di
                                                                             Apostolico
eignoto,   Ascoli
   primo servo  delle1746.   Nella dell’Immacolata
                      Pie Operarie   parte inferioreConcezione,
                                                       del quadro            29. “Don
                                                                        si legge:
                                                                    di anni
AFrancesco
    destra, Antonio
            Madre TeclaMarcucci   dell’Immacolata
                             Relucenti,            Concezione,
                                          olio su tela          missionario
                                                       di anonimo             Apostolico
                                                                      (cm. 115x155),
 e primo 1746,
Ascoli   servo delle  Pie Operarie dell’Immacolata
                 commissionato         da FrancescoConcezione,
                                                       Antonio di     anni 29”.
                                                                  Marcucci.
 A destra,
Nella       Madre
        parte         Tecladel
               inferiore     Relucenti,
                                quadro siolio  su tela
                                            legge:  SuordiTecla
                                                           anonimo     (cm. 115x155),
                                                                dell’ Immacolata  Con-
 Ascoli  1746,   commissionato         da Francesco   Antonio    Marcucci,
cezione, Fondatrice e prima Prefetta Maggiore delle Pie Operarie dell’Immacolata
             di anni 42. Francesco Antonio Marcucci.
 in Museo-Biblioteca
Concezione

In quarta
In quarta di
          di copertina:
             copertina:
Firme   autografe
Firme autografe di    di Francesco
                          Francesco Antonio
                                    Antonio Marcucci
                                             Marcucci ee Madre
                                                          Madre Tecla
                                                                Tecla
Relucenti apposte
Relucenti  apposte nel    documento Adunanze
                      nel documento  AdunanzeCapitolari.
                                              Capitolari.

Si ringraziano:

per aiuto trascrizione e revisione manoscritti Elvezia Di Girolamo

per traduzioni dal latino Flavia Petrucci

Foto: Domenico Oddi - Archivio Suore Concezioniste

         © 2021 – Suore Pie Operaie dell’Immacolata Concezione.
         Casa Madre, Via S. Giacomo, 3 - 63100 Ascoli Piceno
         Tel. 0736/259977;
         Casa generalizia, Via Cosimo Tornabuoni, 2 - 00166 Roma -
         Tel. 06/6240710; e-mail: mariapaolagiobbi@libero.it

Stampa: Adverso, Ascoli Piceno
Stampa: Adverso, Ascoli Piceno
ISBN: 9788894369090
ISBN: 9788894369090
A Madre Tecla Relucenti
                                          e
alle Pie Operaie dell’Immacolata Concezione
Stemma del Venerabile Francesco Antonio Marcucci
    Da lui scelto nel 1741, quando divenne sacerdote.
          Utilizzò lo stemma di famiglia, riportato
        sulla metà a destra, dove sono raffigurati tre
        monti, simboli delle virtù della giustizia, della
   clemenza e dell’equità; la stadera rafforza il simbolo
        della giustizia. Sulla parte sinistra, introdusse
     l’immagine dello Spirito Santo e dell’Immacolata
      “delizia del suo cuore e scala per salire al cielo”.
 Lo stemma fu mantenuto dal Marcucci per tutta la vita.
   Il cappello sull’ovato fu aggiunto nel 1770, quando
   divenne Vescovo e la croce con due aste trasversali
            nel 1781, quando divenne Patriarca di
                         Costantinopoli.
Biografia essenziale del Venerabile Francesco Antonio Marcucci

1717, 27 novembre         Francesco Antonio Marcucci, nasce a
                          Force, Ascoli Piceno; e battezzato lo stesso
                          giorno.

1731, 25 aprile           Muore la madre.

1722 - 1735               Formazione domestica con un precettore.

1735                      La svolta decisiva verso Dio.

1738, settembre           Prima intuizione di fondare una
                          Congregazione dedicata all’Immacolata.

1738 - 1748               Predica le missioni al popolo in vari paesi
                          della provincia ascolana e nell’Abruzzo.

1741, 25 febbraio         È ordinato sacerdote.

1744, 8 dicembre          Quattro giovani vestono l’abito religioso e
                          danno inizio alla Congregazione delle Pie
                          Operaie dell’Immacolata Concezione.

1770, 15 agosto           Consacrazione episcopale a Roma, nella
                          chiesa di San Salvatore in Lauro.

1774, 19 gennaio          Papa Clemente XIV lo nomina
                          Vicegerente: si trasferisce a Roma.

1782, febbraio-giugno     Accompagna il S. Padre Pio VI a Vienna
                          per trattare con l’Imperatore Giuseppe II.

1786, 12 aprile           Per motivi di salute, ottiene dal Papa la
                          rinuncia alla Vicegerenza e torna in diocesi

                              VII                                 VII
1789, 9 dicembre   A causa del peggiorare della malattia, si
                   stabilisce ad Ascoli.

1797, maggio       Si ammala gravemente.

1798, 12 luglio    Muore ad Ascoli Piceno in concetto di
                   santità, mentre infuria la dominazione
                   francese.
                   È sepolto nella chiesa dell’Immacolata delle
                   Pie Operaie.

2010, 27 marzo     Papa Benedetto XVI promulga il decreto
                   del riconoscimento delle sue virtù.

VIII                   VIII
INDICE GENERALE

Presentazione di Madre Antonia Casotto                     p.  X
Prefazione e nota redazionale di Suor Maria Paola Giobbi   p. XI
  a) Criteri di trascrizione dei manoscritti               p XIV
  b) Sigle e abbreviazioni                                 p. XV

Indice delle Opere
I.      FOGLI DEL SANTO AMORE, 1741                      p.     2
II.     ESSORTAZIONI FAMILIARI SOPRA LA DOTTRINA
        CRISTIANA, 27 FEBBRAIO 1745                      p.    13
III. DOTTRINA CRISTIANA, 6 MARZO 1745                    p.    54
IV. CATECHISMO SOPRA LA SUPERSTIZIONE                    p.    76
V. RAGGUAGLIO ANNUALE, 1744-1754                         p.   100
VI. LIBRO DELLE ENTRATE E DELLE SPESE, 1746              p.   202
VII. COSTITUZIONE DELL’ACCADEMIA DELL’IMMACOLATA
        CONCEZIONE, 1747                                 p.   249
VIII. PRIMA ACCADEMIA DELLE PIE OPERARIE DELL’IMMA-
        COLATA CONCEZIONE DELLA SCUOLA PIA, 1747         p.   265
IX. MEDITAZIONE SOPRA IL SS.MO SACRAMENTO, 1749 p.            322
X. RISTRETTO DELLA RETTORICA, 1749                       p.   335
XI. RELAZIONE DI UN FATTO MIRACOLOSO, 1753               p.   353
XII. DIRETTORIO GENERALE DELLE COSTITUZIONI E
        ISTORIA DELLA FONDAZIONE, 1763                   p.   377
XIII. LETTERA DI MARCUCCI A IGNAZIO RELUCENTI, 1746 p.        438
XIV. ASCULANA TESTAMENTI, 1764                           p.   443
FILIPPO VENTURA, Notaio, Biglietto del 12 settembre 1764 p.   496
FOTO A COLORI                                            P.   499
BIBLIOGRAFIA                                             P.   510
    a) Fonti Manoscritte                                 p.    510
    b) Letteratura                                       p.   510
    d) Sitografia                                        p.   513
INDICE ANALITICO                                         p.   514
INDICE DELLE IMMAGINI                                    p.   518
INDICE DEI NOMI NOTEVOLI DI PERSONA                      p.   519

                                   IX                                IX
PRESENTAZIONE
                                    di
                   Madre Antonia Casotto, Vicaria Generale

Con gioia vogliamo rimettere in luce la figura della Serva di Dio Madre
Tecla Relucenti, prima Pia Operaia e Co-fondatrice del nostro Istituto.
Siamo sempre più consapevoli di come la nostra famiglia religiosa sia nata
da questi due fari: Francesco Antonio Marcucci e Madre Tecla, che
insieme hanno collaborato per accendere nella Chiesa una nuova luce a
lode di Maria Immacolata. Hanno saputo condividere e realizzare un unico
sogno che all’inizio necessitava di una figura illuminata e intraprendente
come il Venerabile Francesco Antonio Marcucci, ma anche di una madre
che con le sue doti umane, femminili e la sua santità concreta e quotidiana
sapesse aiutare le suore a muovere i primi passi, perché tutto avesse inizio
nel migliore dei modi.
Ringraziamo sentitamente Madre Paola Giobbi che con passione e
instancabilità, continua a farci conoscere, aprendo ogni tanto lo scrigno
degli scritti inediti del Marcucci per estrarne delle preziosità, trascrivendo
ciò che riguarda Madre Tecla e la prima Comunità che lei ha guidato.
Con gioia aggiungiamo all’Opera Omnia un nuovo tassello utile a conoscere
l’opera solerte e materna di Madre Tecla, attraverso lettere, esortazioni
familiari, libri di entrate, ragguagli annuali dell’Istituto, emerge la figura
della “buona sorella e mia buona madre” come la chiamava affettuosamente il
Marcucci. In questi scritti vengono evidenziate le sue virtù che tratteggiano
la sua santità quotidiana che hanno fatto di lei “la colonna della
Congregazione”: donna saggia, vigilante amorevole, ubbidiente e di grande
pietà.
Ci auguriamo che questo lavoro sia utile ad accompagnarci nel nostro
cammino di santità e ci infonda l’amore per l’Immacolata che animava
Francesco Anotonio Marcucci e Madre Tecla.

X                                     X
PREFAZIONE E NOTA REDAZIONALE
                                          di

                              Suor Maria Paola Giobbi

        Il presente tomo raccoglie quattordici scritti che il venerabile
Francesco Antonio Marcucci ha dedicato a Madre Tecla Relucenti e alle
Pie Operaie dell’Immacolata Concezione negli anni 1741-1769, spazio
temporale che abbraccia i preparativi della fondazione delle suore Pie
Operaie dell’Immacolata Concezione di Ascoli, la realizzazione di essa
avvenuta l’8 dicembre 1744 e i primi venticinque anni della sua vita, sotto
il sapiente e amorevole governo di Madre Tecla Relucenti, in stretta
collaborazione con Francesco Antonio Marcucci, sacerdote e missionario
apostolico.
        Il volume costituisce il XVII della collana Marcucciana Opera Omnia,
che l’Istituto si è proposto di pubblicare mentre si sta celebrando
l’inchiesta diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione della
serva di Dio Madre Maria Tecla Relucenti (1704-1769) per mettere meglio
in luce la sinergia e l’amicizia spirituale che si è realizzata, sotto la guida
dello Spirito Santo, fra due figure.
         Il Volume è composto da dodici opere inedite e autografe di
Francesco Antonio Marcucci e due già date alle stampe da lui, ma ormai
introvabili che sono:
- Prima Accademia delle Pie Operaie dell’Immacolata Concezione della Scuolapia di
    Ascoli. In onore del gloriosissimo Principe San Michele Arcangelo, con le
    annotazioni dell’Ill.ma Signora Notrisa Posti cittadina R. T., dedicata all’Ill.ma,
    ed Ecc.ma Signora D. Maria Michele Caraccioli Santobuono religiosa Cistercense
    nel ven. Monistero di San Pietro di Atri, in Ascoli, 1747. Per Nicola Ricci
    stamp. Cam., e del Palazzo Apostolico ec. Con Licenza de’ Superiori.

- Relazione di un Fatto Miracoloso operato dalla Gran Madre di Dio Maria sempre
  Vergine a maggior gloria della sua Immacolata Concezione ad una Religiosa del
  Ven. Monistero dell’Immacolata Concezione, sotto l’ordine di S. Francesco di
  Assisi, di questa Città di Ascoli, Ascoli 1753. Per Nicola Ricci Stam. Publ.

                                         XI                                        XI
e del Pal. Apost. ec. Con Licenza de’ Superiori.

      Per descrivere la collaborazione tra Madre Tecla Relucenti e il
Marcucci ci sono altri scritti1 e studi2 già pubblicati che qui non vengono
presi direttamente in esame e altri ancora inditi che non ci è sembrato
opportuno per varie ragioni inserire qui.
      Francesco Antonio si considerò figlio di Tecla, per l’età maggiore

          1 Essi sono: MARCUCCI F. A., Lettera a Tecla Relucenti, Ascoli Piceno, 28 febbraio 1744

in Lettere alle Suore e alle Educande (1742-1797), a cura di Maria Paola Giobbi, Marcucciana
Opera Omnia, Vol. X, Roma 2012, pp. 3-6; MARCUCCI F. A., Scritti su la predicazione e le
missioni popolari (1737-1752) a cura di Vincenzo La Mendola e Maria Paola Giobbi,
Marcucciana Opera Omnia, Vol. XI, Roma 2014, pp. 290-291. MARCUCCI F. A., Libro delle
defonte religiose, educande, custodi, sindichesse, ed altre della Congregazione dell'Immacolata Concezione
della Città di Ascoli, sepolte nella Chiesa del suddetto ven. Monistero dell'Immacolata Concezione
(1754-1764), in Le sorelle che ci hanno preceduto, a cura di M. Paola Giobbi, Città di Castello
1993. L. CONCA, Il saggio della prosodia latina diretto alla rev.ma Madre Prefetta da Lotemia Conca
accademica concezionista, sabbato 23 agosto 1749. Il testo è stato pubblicato, insieme alle
Antologie metriche: Selectio metrica profana atque sacra duas in partes, sett. 1749, con uno
studio introduttivo del prof. Franco Zenobi nel novembre 2008 e costituisce il VI volume
dell’Opera Omnia Marcucciana. MARCUCCI F. A., Sermoni per le feste mariane, a cura di Suor
Maria Paola Giobbi, Marcucciana Opera Omnia, vol. V, Ascoli Piceno, 2008, pp. 22-40.
MADRE TECLA RELUCENTI, Sermoncino terzo in onore dell’Immacolata, 1747 in MARCUCCI F.
A., Sermoni per il Triduo e per la festa dell’Immacolata Concezione (1739-1786), Dolo (VE), 2004,
a cura di suor M. Paola Giobbi, Marcucciana Opera Omnia, vol. III, pp. 22-23; 33-35.
          2 Cf. M. PAOLA GIOBBI, La gioia di educare al Vangelo, Madre Tecla Relucenti (1704-

1769) co-fondatrice delle Pie Operaie dell’Immacolata Concezione, Ascoli Piceno 2019;
MADRE TECLA, Sproprio della M(ad)re Suor Tecla dell'Immacolata Concezione (Ascoli, 13
Dicembre 1746) in M. PAOLA GIOBBI, La gioia di educare al Vangelo, pp. 69-71. CICETTI I.
– PESCE P., La collaborazione nell’Istituto Marcucciano in mons. Marcucci e la Congregazione delle
Pie Operaie come servizio sociale, Roma 1992, pp. 34-35; M. E. GRELLI, Donne e cultura nel
Settecento ascolano: l’Accademia e le Scuole delle Pie Operaie dell’Immacolata Concezione in Donna
Educazione e Società, Esperienza e proposte del Vescovo Francesco Antonio Marcucci (1717-1798),
SEI, Torino 1995, pp. 116-130. Alberto CETTOLI, Mons. Marcucci letterato ed erudito in
Donna, ecc., pp. 78-97; nello stesso volume, A. ANSELMI, Scuole femminili ed educazione della
donna in Ascoli nel sec. XVIII, pp. 98-115; A. ANSELMI, La Scuola Pia delle Concezioniste in
Donna, cit., pp. 260-266. M. E. GRELLI, La figura dell’educatrice secondo mons. Marcucci, in
Donna, cit., pp. 251-259; GIOBBI M. PAOLA, L’influenza femminile nella fondazione realizzata
da Mons. Marcucci in “Luci di Maria”, febbraio 1994; GIOBBI M. PAOLA, Madre Tecla
Relucenti in Sprazzi di vita, 25 anni di scuola Elementare nella “Maria Tecla Relucenti, ROMA
1991, PP. 17-20. C. EGIDI, Profili esemplari, Roma 1989, pp. 11-28 e C. GALOSI, Piccole
scintille su madre Tecla Relucenti, in “Palestra del Clero”1992, 6, 435-450. M. E. GRELLI,
Studio introduttivo a F. A. MARCUCCI, La Vita Comune e altri scritti su san Francesco di Sales
(1740-1782), Marcucciana Opera Omnia, Volume XIV, Teramo 2018, pp. XIX-XXXII.

XII                                               XII
che aveva e per la stima che le nutriva e si considerò suo Padre, a riguardo
della Congregazione che insieme stavano realizzando.
        Questo rapporto filiale, paterno e materno, fondato in Gesù e Maria,
per il bene delle anime, è la chiave per comprendere il rapporto instaurato
e vissuto dal Fondatore e dalla Fondatrice delle Pie Operaie
dell’Immacolata Concezione. Un rapporto che può essere paragonato a
quello che corre tra la mente e la mano. Nel nostro caso, don Marcucci è
la mente che, illuminata dalla grazia, ha generato l’intuizione carismatica
della Congregazione e Tecla è la mano decisa, concreta e materna che l’ha
messa in atto, verificandone passo dopo passo, insieme ad altre sorelle, la
fattibilità e l’efficacia.
        L’arditezza del Marcucci, modulata con la dolcezza femminile, ha
reso solide e robuste le basi della nuova Congregazione e l’ha preparata ad
affrontare e superare le sfide del tempo a venire.
        È nota la grande devozione che il venerabile Marcucci ha nutrito
per san Francesco di Sales3 dal quale ha ereditato molti tratti della sua
spiritualità e ha accolto varie scelte pastorali come la cura per la donna per
aiutarla a raggiungere con umiltà e dolcezza il fine più importante della
vita: l’amore di Dio e del prossimo e poter a sua volta migliorare la società.
San Francesco di Sales espresse in modo eminente l’attenzione educativa
per la donna nelle lettere di direzione spirituale con Giovanna Francesca
di Chantal4 e con la fondazione dell’ordine delle Visitandine5, mentre
Francesco Antonio Marcucci la espresse con la fondazione delle Pie
Operaie6 e con la cura educativo-spirituale che ha avuto per ognuna di

         3 F. A. MARCUCCI, La Vita Comune e altri scritti su san Francesco di Sales (1740-1782),

a cura di M. P. GIOBBI, Marcucciana Opera Omnia, Volume XIV, Teramo 2018.
         4 Cf. FRANCESCO DI SALES, Lettere di amicizia spirituale, a cura di André Ravier, SJ,

Milano 2003.
         5
           Le Visitandine vennero fondate ad Annecy, in Savoia, dove avevano trovato
rifugio i vescovi di Ginevra, dopo il passaggio della città svizzera al calvinismo (1535). Il
4 giugno 1607 il vescovo Francesco di Sales (1567-1622) espresse la sua volontà di
istituire una congregazione femminile a Giovanna Francesca Frémiot, baronessa di
Chantal (1572-1641), sua fedele discepola, e il 6 giugno 1610, giorno della festa
della Santissima Trinità, le prime tre aspiranti iniziarono il loro noviziato presso Annecy
(Cf. https://it.wikipedia.org/wiki/Ordine_della_Visitazione_di_Santa_Maria).
         6 Cf. Positio Super Fama Sanctitatis et Virtutibus del venerabile Marcucci, cit., pp. 255-

305; F. A. MARCUCCI, la cura per le Pie Operaie dell’Immacolata Concezione in Corrispondenza con

                                              XIII                                           XIII
loro7, in particolare con la co-fondatrice madre Tecla Relucenti8 e con la
giovane teologa suor M. Petronilla9, che elesse maestra delle suore, dopo
la sua partenza per Roma con l’incarico di Vicegerente.

      Ringrazio il Consiglio generale dell’Istituto che ha incoraggiato
questa pubblicazione e la signora Evezia di Girolamo, fedele compagna di
lavoro nella trascrizione - revisione dei manoscritti e nella cura del volume.
Ringrazio anche quanti leggeranno queste pagine e si lasceranno ispirare
da esse.

a) Criteri di trascrizione

       I tredici testi che compongono il volume sono preceduti da una
attenta introduzione con lo scopo di aiutare il lettore a constualizzare il
contenuto e anticiparne sinteticamente i temi. Nel caso della trascrizione
degli undici manoscritti autografi, dopo l’introduzione, segue la
descrizione del manoscritto
       I manoscritti sono stati trascritti fedelmente. Le sottolineature sono
state rese graficamente con il carattere corsivo per snellire la lettura; alcune
parole abbreviate sono state trascritte per intero e le sigle sono state sciolte
dentro parentesi rotonda; le parti esplicative aggiunte sono state poste tra
parentesi quadre. L’uso delle maiuscole è stato lasciato come nell’originale,
comeppure l’organizzazione dei paragrafi, i capilettera e i corsivi. I

persone varie (1740-1797), a cura di M. P. GIOBBI, Marcucciana Opera Omnia, Volume 7.2,
Epistolario II, Roma, Libreria Editrice Vaticana, 2017, pp. 735-871; GIOBBI M. PAOLA,
L’influenza femminile nella fondazione realizzata da Mons. Marcucci in “Luci di Maria”, febbraio
1994.
         7 F. A. MARCUCCI, Lettere alle Suore e alle Educande (1742-1797), a cura di M. P.

Giobbi, Marcucciana Opera Omnia, Volume 7.1, Epistolario I, Roma, Libreria Editrice
Vaticana, 2012, pp. 1316. Il volume raccoglie 610 lettere alle suore.
         8 Cf. Positio Super Fama Sanctitatis et Virtutibus del venerabile Marcucci, cit., pp. 289-

2955; cf C. EGIDI, Profili esemplari, Roma 1989, pp. 11-28 e C. GALOSI, Piccole scintille su
madre Tecla Relucenti, in “Palestra del Clero”1992, 6, 435-450.
         9 Cf. il volume inedito che raccoglie la corrispondenza epistolare tra il Marcucci e

Suor M. Petronilla, tra il 1766 e il 1775, in ASC 131/a. Alcune lettere sono scritte in
italiano e altre in latino.

XIV                                           XIV
paragrafi evidenziati con capilettera leggermente più grandi e scuri, sono
stati evidenziati in grassetto.
        Il testo è corredato di note, per segnalare paragrafi o capitoli
mancanti, parole corrose o per presentare, dove è possibile, i personaggi
citati, precisazioni sui luoghi e la traduzione dalle citazioni in latino.
        Sono state inserite foto di alcune pagine manoscritte o i frontespizi
delle stesse opere e una sezione di foto a colori.
        Oltre alla documentazione cartacea, ottenuta dalla tradizionale
ricerca archivistica e bibliografica, è stata di notevole supporto quella
reperita attraverso accreditati siti internet.

b)    Sigle e abbreviazioni

ADAP = Archivio Diocesano di Ascoli Piceno
ANT = Biblioteca Suore Concezioniste, fondo antico
ASAP= Archivio di Sato di Ascoli Piceno, Archivio notarile
ASC = Archivio Suore Concezioniste
BSC = Biblioteca Suore Concezioniste
Autog. = Autografo
Origin. = Originale
Poic = Pie Operaie dell’Immacolata Concezione
Ver. gr. = Per esempio

                                    XV                                   XV
XVI
Francesco Antonio Marcucci, Autografo originale della prima pagina di
                        Fogli del Santo Amore

                                -1-                                     1
ASC 10, Autog. Origin., pp. 247-256

                                                                Di Casa, 11 Dicembre 1741

                        FOGLI DEL SANTO AMORE
     alla Povera di Gesù, Maria G(iovanna)10 dell’Immacolata
        Concezione dal Povero di Maria Francesco Antonio
                    dell’Immacolata Concezione

                                            Introduzione

        “Fogli del Santo Amore” è una lettera, che don Francesco Antonio Marcucci,
appena sacerdote, indirizza a Giovanna Battista Mitarelli, pia e saggia signora di
Montecchio, oggi Treia, in provincia di Macerata con la quale intratteneva una
corrispondenza epistolare dal Settembre 173811.
        La pia Signora svolse un prezioso ruolo di sostegno e di guida spirituale verso il
giovane Marcucci dal 1738 al 1742, periodo che corrisponde alla prima intuizione
della fondazione della nostra Congregazione e l’inizio della sua attività missionaria,
mentre Tecla Relucenti era ancora molto contraria a questi progetti.
        La lettera, datata 11 dicembre 1741, testimonia l’avvenuta evoluzione
spirituale di Tecla, che ha ormai riconosciuto la validità dei propositi del giovane
sacerdote che appoggia con docile generosità. Marcucci, infatti, scrive alla Mitarelli
coinvolgendo Tecla che definisce “nostra buona Sorella, e rispettivamente mia buona
Madre”. Nello stesso tempo mostra la comprensibile trepidazione di fronte a “quella

          10 Si tratta della signora Giovanna Battista Mitarelli. Cf., GIOBBI M. PAOLA,

L’influenza femminile nella fondazione realizzata da Mons. Marcucci in “Luci di Maria”, febbraio
1994; F. A. MARCUCCI, Istoria delle Sante Missioni, in Scritti su la predicazione e le missioni
popolari (1737-1752) a cura di Vincenzo La Mendola e Maria Paola Giobbi, Marcucciana
Opera Omnia, Vol. XI, Roma 2014, pp. 287-310.
          11 Cf., F. A. MARCUCCI, Direttorio Generale delle Costituzioni per la Congregazione delle

religiose dell’Immacolata Concezione di Maria sempre vergine della città di Ascoli, dette volgarmente le
Pie Operaie, sotto l’ordine di san Francesco di Assisi, 1763, ASC 117, Paragrafo 1, nn. 9, 11, 22,
23; Paragrafo 2, n. 5.

2                                               -2-
grande impresa”, vale a dire la fondazione di noi Pie Operaie, che tante volte ha
promesso di abbracciare.
        Il Marcucci apre la lettera riallacciandosi ad alcuni pensieri sul Santo Amore
di Dio dell'ultima della Mitarelli, espressi sotto forma di domanda desiderativa
“Quando saremo abbruciati da questo fuoco?”. Segue una risposta fiduciosa fondata
sui meriti di Gesù, che certamente esaudirà questo ardente desiderio: “lo farà, io lo
spero, e per voi, e per me, e per la nostra buona Sorella, e rispettivamente mia buona
Madre”.
        Confortati da questa certezza, il Marcucci promette di dedicarsi allo studio e
alla meditazione del Santo Amore e a scrivere insegnamenti sopra di esso.
        Immaginando, poi, che la Mitarelli gli chieda come fare per acquistare il santo
amore, risponde che la principale cosa è il domandarlo continuamente con umiltà a Dio,
allo Spirito Santo, a Maria Vergine SS.ma, all'Angelo Custode, a San Francesco di
Sales, a tutte le Anime beate e a quelle del Purgatorio. Altre tre cose importanti da
praticare con diligenza per acquistare il Santo Amore sono: meditare i motivi del Santo
Amore, praticare i mezzi che ci invogliano al Santo Amore e esaminarci ogni giorno
sopra la pratica dei mezzi per acquistarlo.
        Nessuno certamente potrà ritirarci da questo Santo Amore, quando col divino
aiuto ci saremo entrati. Occorre solo deciderlo. Esso è la scorciatoia alla santità. E come
il contadino dopo la mietitura ripulisce il campo, accendendovi il fuoco per bruciare le
cattive erbacce, così il fuoco del Santo Amore brucia tutte le imperfezioni, vizi, e difetti
perché esso racchiude tutta la perfezione.

        Il testo è stato trascritto fedelmente dal volume miscellaneo ASC 10.
La grafia è minuta e armonica con rimandi a fondo pagina. I paragrafi sono evidenziati
con capilettera leggermente più grandi e scuri che noi abbiamo reso con il grassetto; si
notano macchie d’inchiostro e tracce di umidità. La copertina ha il dorso in pergamena;
il resto è in cartoncino con decorazioni a piccole stelle di color ruggine e paglierino; è
lacera ai bordi e lungo la linea centrale e misura mm. 140×210.

                                           -3-                                            3
FOGLIO PRIMO

                 Sia lodato Gesù Re del Santo Amore. Amen

Appunto alcuni periodi dell'ultima vostra Lettera mi stimolano a dar'una
  volta principio a quella grande impresa, che tante replicate volte ho
  promesso di addossarmi. Voi, mia buona Figliuola, poco dopo il
  principio esclamate così: O Santo Amore! Quando saremo abbruciati da
  questo fuoco? Altro, che il caro Gesù può consolarci: ma lo farà, io lo spero, e per
  voi, e per me, e per la nostra buona Sorella, e respettivamente mia buona
  Madre. Le esclamazioni dell'O Santo Amore, e i desideri del quando saremo
  abbruciati da questo fuoco, già, Grazie al Signore, sono in tutti noi comuni.
  Questo tutto giorno esclamiamo, a questo tutto giorno aneliamo; sicchè
  è dovere, che a queste comuni esclamazioni, e brame, diasi una comune
  e coraggiosa risoluzione di porre efficacemente mano all'opera. Ma,
  mia Figliuola, il Santo Amore è una virtù tutta Divina, voi lo sapete, è
  una virtù tutta celeste; e da noi, tutto che ci uccidessimo di penitenze
  non possiamo mai ottenerla. Come dunque faremo? Ah voi mi dite
  tosto: Altro, che il caro Gesù può consolarci. Oh che bella confessione di un
  vero atto di Fede dell'onnipotenza di Dio! Datene a lui la gloria, che in
  pochi periodi scritti all'impensata sapeste accoppiar quanto basta per
  fare un'Anima Santa. Or così ancor noi lo confessiamo, che solamente
  Gesù può consolarci; ma tuttavia ricercando egli le nostre cooperazioni,
  vogliam dire, che noi dandoci giù all'acquisto del Santo Amore, voglia
  poi concedercelo? Si, voi mi dite, lo farà, io lo spero, e per voi, e per me, e per
  la nostra buona Sorella. Oh che bell'atto di vera confidenza, di vero
  abbandono! Benedetto Gesù, che per sua sola Bontà ve lo ha ispirato.
  Questa appunto è la comune nostra speranza, il comun nostro
  abbandono in Dio. E volete poi, che io a tal sentire, più indugi a darmi
  al Santo Amore? Volete poi, che io più tardi a darvi tutti gli aiuti a me
  possibili per entrar una volta daddovero in questa ardentissima fornace
  di Santo Fuoco? Come mai è possibile. La Bontà adunque del nostro
  caro Gesù sia propizia a voi, alla mia buona Madre, e a me miserabile,
  mentre a comune utilità di tutti e tre, ecco che darò principio a studiare
  Libri del Santo Amore, a meditare Massime del Santo Amore, a scrivere

4                                       -4-
insegnamenti sopra il Santo Amore. Questo Santo Amore sia a voi, alla
  mia Madre, e a me il principio, il mezzo, e il fine di ogni operazione, e
  della nostra Vita. Questo Santo Amore sia nel mio Cuore quando parlo,
  leggo, scrivo, penso, studio, respiro, sospiro, e qualunque cosa opero.
  Questo Santo Amore sia nel vostro cuore in ogni vostro pensiero, in
  ogni vostra parola, in ogni vostra azione. O Amore, o Amore! O amare,
  o morire, ripetiamolo spesso, o amare, o morire, perchè la vita che è
  senza l'Amore è peggior della medesima morte. O nostro buon Gesù, o
  fateci amar voi, o toglieteci dal mondo! E giacchè questo nostro Cuore
  ce lo avete dato per amarvi, fate che vi ami, vi ami, vi ami
  ferventemente, umilmente, fortemente, e costantemente. Sì, nostro
  buon Gesù, sempre sempre solo solo. Amen. Olà, viva Gesù Re del Santo
  Amore!

Mi direte, Figliuola, cosa poi dovrem noi fare dal canto nostro per
  acquistar questo Santo Amore? Rispondo, che la principal cosa
  debb'essere il dimandarlo a Dio incessantemente, umilmente, e
  costantemente; perchè essendo puro suo Dono sovrannaturale, a lui
  spetta il darlo, e a noi il dimandarlo. Sicchè, ormai, e nelle orazioni della
  mattina, del giorno, e della sera, e nelle Sante Comunioni, sempre si
  abbia da noi a chiedere a Dio il Santo Amore. Abbissati nel nostro nulla;
  conosciutici indegni, e inatti, dimandiamolo con viva confidenza
  all'Eterno Padre in Nome di Gesù suo Divin Figlio; dimandiamolo a Gesù
  Cristo per i Meriti infiniti della sua Passione e Morte; dimandiamolo allo
  Spirito Santo per quanto gli è cara la sua purissima Sposa Maria Vergine
  SS.ma; dimandiamolo a Maria Vergine SS.ma in onore della sua
  Immacolata Concezione; dimandiamolo all'Angelo nostro Custode per
  quanto gli è cara l'Anima nostra; dimandiamolo al nostro caro San
  Francesco di Sales per quanto a lui fu caro questo Santo Amore;
  dimandiamolo a tutte le Anime beate, per quanto a loro è caro l'Amor
  di Dio; dimandiamolo alle Anime Sante del Purgatorio per quanto loro è
  cara l'unione con Dio. Questa è la dimanda, o almeno una buona parte
  di quella dimanda, che io vi accennai esser bene di farla ogni giorno, o
  con una corda al collo, o colle braccia in Croce. E questa al presente vi

                                    -5-                                      5
raccomando: comeppure vi esorto, che ogni qual volta vi si offerisce
    l'occasione di parlar con persone confidenti, o di scriver loro, sempre
    dobbiate supplicarle a pregarvi Dio, acciocchè per sua infinita
    Misericordia vi conceda il suo Santo Amore, vero, forte, e costante. E lo
    stesso esorto alla mia buona Madre, e il medesimo spero praticar
    anch'io.

Or ecco la principal cosa, che noi dobbiam fare dal canto nostro per
    acquistar il Santo Amore. Dobbiamo poi in oltre usar una gran
    diligenza in praticar tre altre cose, cioè primo, meditar attentamente i
    motivi, o sieno stimoli del Santo Amore; secondo, praticar diligentemente
    i mezzi che c'inducono al Santo Amore; e terzo, esaminarci
    puntualmente ogni giorno sopra la pratica o sia esercizio dei mezzi per
    acquistare il Santo Amore. Queste tre cose saranno quelle, che col
    Divino Aiuto, con tutta la diligenza a me possibile, procurerò di
    stendervi in questi sagri fogli, sì per voi mia Figliuola, che per la mia
    buona Madre; con questo però, che gli esami solamente saranno qui
    accennati sopra qual materia; ma poi a ciascuna li farò punto per punto
    particolarmente. Quanto poi ai motivi, e i mezzi del Santo Amore, già
    ve l'accennai in una delle mie, in che consistevano. Convien qui
    nondimeno che ve li riaccenni. Udite: Motivi o sieno Stimoli del Santo
    Amore non sono altro, che tutte quelle massime, quelle verità Cristiane
    che ci eccitano al Santo Amore, che ci riscaldano con questo fuoco, ver.
    gr.. L'Amabilità infinita di Dio, la sua Bontà infinita verso di noi, la sua
    Santa Passione, l'Istituzione del SS.mo Sagramento, e andate voi
    discorrendo. Quali cose ben meditate, non può farsi a meno, che non
    eccitino il cuore al Santo Amore. Vero è, che non ognuna di queste
    Massime serve per eccitar ogni cuore, attesochè un'Anima, che non sarà
    mossa dalla Considerazion di un mistero, sarà mossa dalla meditazione
    di un altro (e ciò accade frequentemente); nulladimeno però qualcuna
    di queste verità cagionerà il suo effetto, come dicea poc'anzi. Io però,
    quasi fingendo di non saper quali cose muovono voi, e quali la mia
    buona Madre, stenderò motivo per motivo, come mi si presenterà
    l'occasione; lasciando poi a voi altre la libertà, se non vi muovesse

6                                     -6-
quello, di appigliarvi a qualche altro. Mezzi poi del Santo Amore, non
   sono altro che tutte quelle virtù che ci dispongono ad acquistarlo, e
   tutte quelle divote pratiche che ci aiutano a trovarlo, ver. gr.. La Santa
   Comunione, l'orazione, la divozione tenera verso Maria Vergine sempre
   Immacolata, l'Umiltà, il raccoglimento, e vadasi discorrendo. E però vi
   scrissi, che la Santa Comunione, l'Orazione, e la tenera divozione verso la
   Vergine Immacolata, comeppure la Confessione frequente, erano le vere e
   legittime Madri del Santo Amore: in oltre che il Raccoglimento, il Silenzio, il
   Ritiro, la Presenza di Dio, la Modestia e Compostezza, erano le fedeli guardie
   del Santo Amore; il desiderio, e il colloquio giaculatorio erano i veri paggi
   del Santo Amore; e in fine, che l'Umiltà, l'Ubbidienza, la Pazienza, la
   Dolcezza, la Rassegnazione, la Mortificazione, l'Allegrezza, la Pace, ecc. erano
   le fedeli serve del Santo Amore; il quale come Re, sta sopra tutte, dà aiuto
   a tutte, e riceve omaggio da tutte. O Gesù mio quanto siete caro! Vivete
   in eterno ne'nostri cuori. Amen.

Ride il mio Cuor di giubilo a tai pensieri. O Dio, mia Figliuola, chi potrà
   ritirarci da questo Santo Amore, quando col Divin Aiuto ci saremo
   entrati? Niuno certamente. Nè il Mondo, né il demonio, né la carne, né
   alcun altro Nemico. Stiamo noi forti, e costanti colla volontà di voler
   amar costantemente il nostro buon Dio, il nostro amabile Gesù, e non
   temiam di nulla. Olà coraggio! Viva in noi il Santo Amore! Bisogna
   risolverci a fare un nuovo sforzo a tale impresa! Via adunque
   risolviamoci! Sia questo primo Foglio, come un dolce invito mandatovi
   dal vostro celeste Sposo per mezzo di me miserabile al suo ardentissimo
   Amore. Di fatti Egli nel Santo Vangelo non solo ci esorta il Santo
   Amore, ma a questo ci invita; e non solo ci invita, ma ce lo comanda
   espressamente, col dirci: Io voglio, io ordino, io comando che voi mi
   amiate sopra tutte le cose, e mi amiate con tutto il cuore, con tutta
   l'Anima, con tutta la mente, con tutte le forze: Diliges Dominum Deum
   tuum ex toto corde tuo, ex tota anima tua, ex tota mente tua, ex totis viribus tuis.
   Oh che Bontà Divina, affinchè noi non temessimo, non ci paresse
   presunzione il pretendere di amarlo, ci invita, ci esorta, e ci comanda il
   Santo Amore. Or chi vorrà, chi potrà ricusar adunque l'amar Dio, senza

                                        -7-                                          7
taccia di empio, di ingrato, di diabolico? Certo tal è chi ricusa d'amarlo.
    Lasciate per tanto, mia Figliuola, che io richiamando gli affetti più teneri
    del mio cuore sulla mia Lingua, esclami col mio caro Santo di Sales: Ah
    Signor mio caro, e non basterebbe, che ci permetteste di amarvi, senza che ci
    obbligaste ad amarvi colle vostre esortazioni, e comandi! Ma no, Bontà Divina:
    affinchè, né la Grandezza vostra, né la nostra bassezza, né qualsiasi altro pretesto
    ci ritardasse, voi ci comandaste di amarvi. O Dio! Io non so, se io debba più amare
    la vostra infinita Bellezza, che una sì Divina Bontà mi ordina di amare, o la vostra
    Divina Bontà, che mi ordina di amare una sì infinita Bellezza. O Bellezza del mio
    Dio, quanto siete amabile, essendomi accordata da una sì infinita Bontà! O Bontà
    del mio Dio, quanto siete amabile, comunicandomi una sì infinita Bellezza! O che
    affettuosissima esclamazione, che al certo serve di strada, e di
    preambolo a tutt'i motivi, e gli stimoli del Santo Amore! Questa sola
    esclamazione del gran Santo di Sales basterebbe per accendere ogni
    cuore, per incoraggiare ogni Anima all'acquisto della Carità. E se voi la
    riflettete bene, vedrete se io dica il vero. Massimamente poi se ci unite
    insieme quest'altra considerazione, cioè, che per amore siamo stati
    creati, per amore siamo stari redenti, per amore siamo stati collocati nel
    grembo di Santa Chiesa Cattolica, per amore siamo stati nudriti con
    tanti Sagramenti, per amore siamo stati tanto tempo aspettati a
    penitenza, per amore siamo stati chiamati al sagro fortunatissimo stato
    di Sposi del Signore, per amore siamo stati uniti di volontà e di cuore,
    per amore ci sono date le ispirazioni e le dolci chiamate del Divino
    Sposo, per amore ci sono date le croci amabilissime del patire per amor
    del Signore; in somma e Cielo, e Terra, e Mare, e Fiumi, e Valli, e Monti,
    e Fiori, e Erbe, e Alberi, e vitto, e vestito, e infermità, e salute, e
    prosperità, e disgrazie, e vita, e morte, tutte queste cose ci sono date da
    Dio per amore, e coll'Amore; tutte, affinchè amiamo di vero cuore il
    nostro buon Creatore, il nostro amantissimo Redentore, il nostro
    assoluto Padrone, il nostro ultimo Fine, il nostro primo Principio, il
    nostro unico Padre, il nostro purissimo, e dolcissimo Sposo. O Santo
    Amore, o Santo Amore, per te è fatto tutto; a te è diretto tutto; con te
    è acquistato tutto! Beato chi ti ha, beato chi ancor ti cerca, o Santo
    Amore! O GESU', o GESU', o GESU'! (meditate) Oh dolce Amore!

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Chi non ama GESU' non porta cuore! Non porta cuore!

E vogliam poi maravigliarci, mia Figliuola, che il Santo Amore sia la
  Scortatora della Santità? Io vedo, che tutte le virtù ad esso tendono, e
  per esso si praticano: ond'è, che son forzato a dire, che chiunque
  prende (a primo abboccarsi nella strada dello Spirito) il Santo Amore
  per mira, e lo tien forte, e non lo lascia mai, fa un gran viaggio in pochi
  giorni, scorta molte strade, molto cammino. Il Contadino, che dopo
  la mietitura, vuol ripulir di erbe cattive la sua pianura, per non perder
  tempo in diradicar filo per filo di erba secca, le dà fuoco, e riduce la
  fatica di più settimane in poche ore con molto suo vantaggio, e con
  maggior frutto del terreno. Così un'Anima, che dopo essersi data allo
  Spirito, e aver mietute con una buona Confessione, tutte le colpe
  passate, se vuol avanzar tempo in estirpar tutte le imperfezioni, vizi, e
  difetti, basta che dia loro Fuoco, e Fuoco di Santo Amore, che farà
  più giovamento in un giorno, che tutte le altre fatiche in un anno non
  farebbero. Ma come questo? Eccolo, mia Figliuola: l'Amor di Dio è la
  più degna, la più eccellente virtù, anzi la Regina, e l'anima, per così
  dire, di tutte le virtù: coll'Amor di Dio vi sono tutte le altre, e senza lui
  non ve n'è alcuna virtù della vera. Quindi ne viene, che entrando in
  un'Anima l'Amor di Dio, vi entrano insieme tutte le altre virtù.

Depose così l'Apostolo San Paolo, allorchè disse (parlando della Fede,
  della Speranza, e della Carità), che la Carità era la maggiore tra tutte le
  virtù. Di fatti senza il Santo Amore non ha vita la Fede, manca il
  fondamento alla Speranza, e le altre virtù sono inutili. Dove che col
  Santo Amore hanno tutte le virtù la loro vita, la loro bellezza, la loro
  efficacia. Udite di nuovo San Paolo, come parla, l'Amor di Dio, dic'egli,
  la Carità è paziente, dolce, e benigna: non è invidiosa, vana, ambiziosa, superba:
  non è litigiosa, né sindicatrice de'fatti altrui: non pensa al male, né s'irrita; non si
  rallegra dell'iniquità, ma si congratula della verità; sopporta tutto, crede tutto, spera
  tutto. Ond'egli si protestava di essere un vero nulla, se non avea questa
  Santa Carità, questo Santo Amore, benchè avesse avuto il dono delle
  Lingue, e de' Miracoli.

                                         -9-                                             9
In somma bisogna confessare che l'Amor di Dio racchiude in sè tutta la
     perfezione, è la somma della Santità, è il tutto di un'Anima. Udite cosa
     scrive il caro Santo di Sales ad una Signora: L'Amor di Dio, dic'egli, è il
     nostro tutto: questo è il nostro miele, nel quale, e per il quale tutti gli affetti, e tutte
     le azioni del nostro cuore debbono essere confettate, e addolcite. O Dio, quanto felice
     è il Regno interiore, quando questo Santo Amore in esso regna! Quanto felici sono
     le potenze dell'Anima nostra, che ubbidiscono ad un Re così santo, e così savio!
     Sotto la sua ubbidienza egli non permette, che abitino peccati gravi, né affetto alcuno
     a'più leggeri.

Grazioso dire, che m'innamora il cuore al solo rifletterlo. Sicchè, mia
     Figliuola, bisogna fare un cuor grande, e generoso per abbracciar
     questo Amore santisssimo, e potentissimo. Olà dunque, coraggio! Viva
     Gesù! Ogni Cosa per suo Amore, tutto nel suo Amore, tutto col suo
     Amore! Amore, Amore, Amore!

E buon per me, che io dovendovi parlare di questa virtù tanto cara, e
     dilicata, di cui non può discorrersene senza innamorarsene; buon per
     me, dico, perchè potrà essere, che parlandovene, l'infinita Bontà di Dio
     me ne faccia innamorar con efficacia. Amen. Le vostre orazioni però
     mi potrebbero dar grande aiuto.

Se Gesù mi facesse la grazia di riempirmi di questo suo Santo Amore,
     sarebbe gran bene per me, nol niego; ma sarebbe anche gran bene per
     voi; ond'è, che ugual dev'esser la premura affinchè io miserabile ne
     rimanga riempito, abbruciato, e incenerito.

Ultimamente dico qui in fine per chiusa di questo primo Foglio, che io
     molto vi raccomando le Madri del Santo Amore, amatele, praticatele,
     tenetele molto a caro, perchè, benchè tardassero, vi assicuro che non
     potranno far meno di donarvi questo lor caro purissimo figlio, di
     consegnarvelo nelle vostre braccia, di depositarvelo nel vostro cuore.

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Ond'è, che io di queste Madri poco o nulla ne parlerò (e forse nel
decorso sarà che ne parli), supponendole già vostre strettissime
Amiche. Vi parlerò solamente, come dissi, de' Motivi, e de' Mezzi,
particolarmente delle guardie, de' paggi, e delle serve del Santo Amore. Per
ora, anzi per sodo principio, vi assegno per virtù corrente la pratica
della Contrizione, che anch'essa è una vera Madre del Santo Amore:
potrete replicarne più Atti tra giorno, riflettendo chi avete offeso, e
quante volte. L'esame poi ve lo manderò fra brieve. Trattanto,
pregandovi da Gesù il Santo Amore, resto benedicendovi in Nome
dell'Immacolata Concezione della nostra gran Signora Maria V. SS.ma. Viva
Gesù!

                                    Indegnissimo fratello nel Signore
                       Francesco Antonio dell'Immacolata Concezione

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Frontespizio delle Essortazioni familiari sopra la Dottrina Cristiana

12                                    - 12 -
ASC 10, Autog. Origin. pp. 1-39

                                               Di casa12, Sabato 27 Febbr(aio) 1745

             ESSORTAZIONI FAMILIARI
           SOPRA LA DOTTRINA CRISTIANA

               Per uso delle Pie Operarie dell'Immacolata
                 Concezione di Maria sempre Vergine,

                                       Composte

                 da Francesco Antonio Marcucci,
                detto dell'Immacolata Concezione,
       Sacerdote Secolare di Ascoli, Missionario Apostolico,
            e primo Servo delle Pie Operarie suddette.

                                   PARTE PRIMA

     In cui si contengono l'Essortazioni sopra le dimande, e
         insegnamenti per il terz'Ordine della Dottrina.

       12
          La dizione “casa” indica la località dove viene scritta la lettera e si riferisce al
Palazzo della famiglia Marcucci, situato ad Ascoli Piceno tra via Antonio Vipera, corso
Mazzini e via Trieste, oggi identificato con una targa commemorativa. Dal 1790 la stessa
dizione “casa” indica la Foresteria del Monastero dove mons. Marcucci, ormai stanco e
malato, viene a vivere.

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Alla Molto Reverenda Madre
              Suor Tecla dell’Immacolata Concezione
          Prefetta Maggiore, e prima Pietra fondamentale
 della Scuolapia delle Pie Operarie dell’Immacolata Concezione di
                       Maria sempre Vergine

                                      Introduzione

         Il Marcucci scrive a Madre Tecla per affidarle il compito del catechismo
domenicale alle studenti della scuolapia e alle donne che lo desideravano. Esso iniziò
domenica 14 marzo 1745 nell’Oratorio della comunità. Il Fondatore, consapevole del
sacrificio che chiedeva a Madre Tecla, s’impegnò a prepararle ogni settimana la lezione
scritta, incoraggiandola a cooperare con lui alla salvezza delle anime. Possiamo
immaginare con quanta trepidazione Madre Tecla abbia letto la lettera e poi con quanta
fede abbia accolto il compito che a chiunque sarebbe sembrato troppo grande, tanto più
a lei, così modesta e riservata. La sua obbedienza fece miracoli; le dame che
parteciparono a quella straordinaria catechesi rimasero sorprese ed edificate. Nel libro
delle Memorie, il Fondatore scrive: “La prima, che ha fatta l’Esortazione con tutta
proprietà, e zelo, è stata la Rev. da Madre Prefetta Suor Tecla Maria. La funzione è
riuscita divota e fruttuosa, e anche di maraviglia alle numerose Donne concorse”13.

        Lo Spirito Santo sia sempre col suo santo Amore in mezzo al vostro
cuore, mia R(everen)da Madre e Figliuola primogenita dilettissima.
Degnandosi sempre la Divina Bontà di darmi nuovi lumi per il vostro
spirituale profitto, e per il buon progresso della nostra diletta Scuolapia,
ho pensato che non sarebbe altro che bene il far qualche breve Essortazione
alle Fanciulle in ogni Domenica dopopranzo, in cui vi sarà la Dottrina
solenne o sia Scuola; o in pubblica Chiesa. Vero è che di ciò non abbiam
fatta menzione veruna nelle sagre Istruzioni, ma il raccomandarlo qui a
parte servirà come se ne avessimo ivi parlato. Conosco anch’io la gran
fatica maggiore, che apporterà tal’impiego, ma pure riflettendo che noi

     13  ASC, 128, Francesco Antonio Marcucci, Memorie della Congregazione, Autog. origin.,
vol. 1, p. 8.

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siamo figli delle pene, e fatiche di Gesù Cristo, debbe ciò bastarci per farci
piegar dolcemente, e confidentemente il collo ad ogni giogo pesante. Mia
buona Madre, coraggio! Dopo che la Divina Misericordia ci ha incaricati
di un’Impresa sì degna, qual è quella di cooperare alla salvezza delle
Anime, non bisogna abbandonarla per fatica, e per patimenti. Dio ci ha
creati, e poi ci ha cosibbene uniti insieme di cuore, di parere, e di volontà;
e però se io fatico per una parte, voi dovete faticar per un’altra; e così
vivendo in un solo spirito di carità, e di zelo, Ambo in uno spiritu, avremo
un giorno la sorte, mediante la Divina Bontà, di godere l’eterno frutto
beatissimo di questa nostra santa, e soavissima Unione. Già avrete ben
capito dal sin qui detto, se a chi io brami di appoggiar questo peso delle
Essortazioni. Pare ragionevole per ogni verso che alla Prefetta si appoggi. E
però fatevi animo ad intraprenderlo di buona voglia: con questo bensì, che
essendo voi legittimamente impedita, possiate addossarlo alla Direttrice delle
Novizie, o alla Viceprefetta quando vi sarà, o qualche altra Maestra, che voi
riconoscerete più abile, avvisandola sei o otto giorni prima, più, o meno,
secondo che meglio giudicherete. La materia poi, serva di che si dovrà fare
queste famigliari Essortazioni, sarà la Dottrina Cristiana, potendo sopra
ciascuna dimanda, e insegnamento di ognuno de’ tre ordini, già stabiliti nelle
Istruzioni, potendo, dico, tirarsi un’Essortazione: imperocché in tal guisa, e le
Fanciulle rimarranno poco a poco più bene istruite, e le Maestre più bene
impossessate delle materie Dottrinali. Circa il tempo, nel quale potrà
recitarsi l’Essortazione suddetta, io stimo che il migliore sia quello, dopo che
le due, o quattro Fanciulle hanno recitata a mente la Dottrina sovra i
panchetti; allora, dico, potrà recitars’in sedia. Ed eccovi pertanto, che per
più facilitarci l’Impresa, vi stendo le accennate Essortazioni; e
primieramente ora in questa prima parte vi stenderò quelle sopra tutte le
domande proprie del terz’ordine della Dottrina; nella seconda parte poi sopra
le interrogazioni del second’ordine. Coraggio! Pregate la Nostra Immacolata
Signora per me poverino: ed essa si degni di benedirvi con tutte le vostre,
e mie dilette Figliuole.
      Di V. R.
                              Indeg(nissi)mo pr(imo) S(ervo) e F(edelmente)
                   F(rancesco) A(ntonio) d(ella) I(mmacolata) C(oncezione)
                                                     M(issionari)o A(postolic)o

                                     - 15 -                                   15
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