Opera Omnia Spiritualità 6. 5 del Venerabile Francesco Antonio Marcucci - Venerabile Francesco Antonio Marcucci
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Istituto Suore Pie Operaie dell’Immacolata Concezione Opera Omnia del Venerabile Francesco Antonio Marcucci Spiritualità 6. 5
MARCUCCIANA OPERA OMNIA PIANO GENERALE Sezione 1. storico-letteraria 2. biblico-teologica 3. mariologica 4. filosofica 5. omiletica 6. spiritualità e varie 7. epistolare VOLUMI PUBBLICATI 1.1 Artis Historicæ Specimen. Riflessioni sopra di alcuni Precetti più importanti dell’Arte Istorica, 2002. 1.2 De Asculo Piceno. De Inscriptionibus Asculanis. Delle Sicle e Breviature, 2004. 1.3 La Gramatichetta Franzese ad uso delle educande del Ven. Monistero dell’Immacolata Concezione di Ascoli; L’Egloga pastorale per l’Epifania del 1754 e Il Tetralogo tra una Maestra e tre Pellegrine Oltramontane, 2008. 1.4 Prosodia latina e Antologie metriche, 2008. 1.5 Memorie Ascolane, o sia Istoria Cronologica di Ascoli di Niccolò Marcucci, con le Postille e Commentarj di Francesco Antonio Marcucci D. I. C. Missionario Apostolico [1755], 2015. 2.1 Delle Azioni Umane 1766, 2019. 3.1 Sermoni per il triduo e per la festa dell’Immacolata Concezione, 2004. 3.2 Sermoni per le feste Mariane, 2008. 5.1 Abbozzi di esercizi spirituali dati al mio clero, 2001. 5.2 Scritti sulla predicazione e le missioni popolari, 2014. 6.1 Regolamento di vita, 2009. 6.2 Scritti sulla musica, 2010. 6.3 La Vita Comune e altri scritti su san Francesco di Sales, 2018. 6.4 La vita della Beata Beatrice de Silva, 2019. 6.5 Scritti a M. Tecla Relucenti e alle Pie Operaie dell’Immacolata Concezione, 2021. 7.1 Lettere alle Suore e alle Educande, 2012. 7.2 Corrispondenza con Persone varie, 2017.
Francesco Antonio Marcucci Scritti a Madre Tecla Relucenti e alle Pie Operaie dell’Immacolata Concezione (1741-1769) a cura di Maria Paola Giobbi, Poic Istituto Suore Pie Operaie dell’Immacolata Concezione
In prima di copertina: In prima di copertina: Composizione dei ritratti di Francesco Antonio Marcucci e Madre Tecla Relucenti. AComposizione sinistra, primodeidipinto ritrattidel di venerabile FrancescoF.Antonio Marcucci A. Marcucci, e Madre olio su tela di Tecla Relucenti. ignoto, Ascoli 1746. Nella parte inferiore del quadro si legge: Don A sinistra, Francesco primoMarcucci Antonio dipinto dell’Immacolata del venerabile Concezione, F. A. Marcucci, olio su missionario tela di Apostolico eignoto, Ascoli primo servo delle1746. Nella dell’Immacolata Pie Operarie parte inferioreConcezione, del quadro 29. “Don si legge: di anni AFrancesco destra, Antonio Madre TeclaMarcucci dell’Immacolata Relucenti, Concezione, olio su tela missionario di anonimo Apostolico (cm. 115x155), e primo 1746, Ascoli servo delle Pie Operarie dell’Immacolata commissionato da FrancescoConcezione, Antonio di anni 29”. Marcucci. A destra, Nella Madre parte Tecladel inferiore Relucenti, quadro siolio su tela legge: SuordiTecla anonimo (cm. 115x155), dell’ Immacolata Con- Ascoli 1746, commissionato da Francesco Antonio Marcucci, cezione, Fondatrice e prima Prefetta Maggiore delle Pie Operarie dell’Immacolata di anni 42. Francesco Antonio Marcucci. in Museo-Biblioteca Concezione In quarta In quarta di di copertina: copertina: Firme autografe Firme autografe di di Francesco Francesco Antonio Antonio Marcucci Marcucci ee Madre Madre Tecla Tecla Relucenti apposte Relucenti apposte nel documento Adunanze nel documento AdunanzeCapitolari. Capitolari. Si ringraziano: per aiuto trascrizione e revisione manoscritti Elvezia Di Girolamo per traduzioni dal latino Flavia Petrucci Foto: Domenico Oddi - Archivio Suore Concezioniste © 2021 – Suore Pie Operaie dell’Immacolata Concezione. Casa Madre, Via S. Giacomo, 3 - 63100 Ascoli Piceno Tel. 0736/259977; Casa generalizia, Via Cosimo Tornabuoni, 2 - 00166 Roma - Tel. 06/6240710; e-mail: mariapaolagiobbi@libero.it Stampa: Adverso, Ascoli Piceno Stampa: Adverso, Ascoli Piceno ISBN: 9788894369090 ISBN: 9788894369090
A Madre Tecla Relucenti e alle Pie Operaie dell’Immacolata Concezione
Stemma del Venerabile Francesco Antonio Marcucci Da lui scelto nel 1741, quando divenne sacerdote. Utilizzò lo stemma di famiglia, riportato sulla metà a destra, dove sono raffigurati tre monti, simboli delle virtù della giustizia, della clemenza e dell’equità; la stadera rafforza il simbolo della giustizia. Sulla parte sinistra, introdusse l’immagine dello Spirito Santo e dell’Immacolata “delizia del suo cuore e scala per salire al cielo”. Lo stemma fu mantenuto dal Marcucci per tutta la vita. Il cappello sull’ovato fu aggiunto nel 1770, quando divenne Vescovo e la croce con due aste trasversali nel 1781, quando divenne Patriarca di Costantinopoli.
Biografia essenziale del Venerabile Francesco Antonio Marcucci 1717, 27 novembre Francesco Antonio Marcucci, nasce a Force, Ascoli Piceno; e battezzato lo stesso giorno. 1731, 25 aprile Muore la madre. 1722 - 1735 Formazione domestica con un precettore. 1735 La svolta decisiva verso Dio. 1738, settembre Prima intuizione di fondare una Congregazione dedicata all’Immacolata. 1738 - 1748 Predica le missioni al popolo in vari paesi della provincia ascolana e nell’Abruzzo. 1741, 25 febbraio È ordinato sacerdote. 1744, 8 dicembre Quattro giovani vestono l’abito religioso e danno inizio alla Congregazione delle Pie Operaie dell’Immacolata Concezione. 1770, 15 agosto Consacrazione episcopale a Roma, nella chiesa di San Salvatore in Lauro. 1774, 19 gennaio Papa Clemente XIV lo nomina Vicegerente: si trasferisce a Roma. 1782, febbraio-giugno Accompagna il S. Padre Pio VI a Vienna per trattare con l’Imperatore Giuseppe II. 1786, 12 aprile Per motivi di salute, ottiene dal Papa la rinuncia alla Vicegerenza e torna in diocesi VII VII
1789, 9 dicembre A causa del peggiorare della malattia, si stabilisce ad Ascoli. 1797, maggio Si ammala gravemente. 1798, 12 luglio Muore ad Ascoli Piceno in concetto di santità, mentre infuria la dominazione francese. È sepolto nella chiesa dell’Immacolata delle Pie Operaie. 2010, 27 marzo Papa Benedetto XVI promulga il decreto del riconoscimento delle sue virtù. VIII VIII
INDICE GENERALE Presentazione di Madre Antonia Casotto p. X Prefazione e nota redazionale di Suor Maria Paola Giobbi p. XI a) Criteri di trascrizione dei manoscritti p XIV b) Sigle e abbreviazioni p. XV Indice delle Opere I. FOGLI DEL SANTO AMORE, 1741 p. 2 II. ESSORTAZIONI FAMILIARI SOPRA LA DOTTRINA CRISTIANA, 27 FEBBRAIO 1745 p. 13 III. DOTTRINA CRISTIANA, 6 MARZO 1745 p. 54 IV. CATECHISMO SOPRA LA SUPERSTIZIONE p. 76 V. RAGGUAGLIO ANNUALE, 1744-1754 p. 100 VI. LIBRO DELLE ENTRATE E DELLE SPESE, 1746 p. 202 VII. COSTITUZIONE DELL’ACCADEMIA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE, 1747 p. 249 VIII. PRIMA ACCADEMIA DELLE PIE OPERARIE DELL’IMMA- COLATA CONCEZIONE DELLA SCUOLA PIA, 1747 p. 265 IX. MEDITAZIONE SOPRA IL SS.MO SACRAMENTO, 1749 p. 322 X. RISTRETTO DELLA RETTORICA, 1749 p. 335 XI. RELAZIONE DI UN FATTO MIRACOLOSO, 1753 p. 353 XII. DIRETTORIO GENERALE DELLE COSTITUZIONI E ISTORIA DELLA FONDAZIONE, 1763 p. 377 XIII. LETTERA DI MARCUCCI A IGNAZIO RELUCENTI, 1746 p. 438 XIV. ASCULANA TESTAMENTI, 1764 p. 443 FILIPPO VENTURA, Notaio, Biglietto del 12 settembre 1764 p. 496 FOTO A COLORI P. 499 BIBLIOGRAFIA P. 510 a) Fonti Manoscritte p. 510 b) Letteratura p. 510 d) Sitografia p. 513 INDICE ANALITICO p. 514 INDICE DELLE IMMAGINI p. 518 INDICE DEI NOMI NOTEVOLI DI PERSONA p. 519 IX IX
PRESENTAZIONE di Madre Antonia Casotto, Vicaria Generale Con gioia vogliamo rimettere in luce la figura della Serva di Dio Madre Tecla Relucenti, prima Pia Operaia e Co-fondatrice del nostro Istituto. Siamo sempre più consapevoli di come la nostra famiglia religiosa sia nata da questi due fari: Francesco Antonio Marcucci e Madre Tecla, che insieme hanno collaborato per accendere nella Chiesa una nuova luce a lode di Maria Immacolata. Hanno saputo condividere e realizzare un unico sogno che all’inizio necessitava di una figura illuminata e intraprendente come il Venerabile Francesco Antonio Marcucci, ma anche di una madre che con le sue doti umane, femminili e la sua santità concreta e quotidiana sapesse aiutare le suore a muovere i primi passi, perché tutto avesse inizio nel migliore dei modi. Ringraziamo sentitamente Madre Paola Giobbi che con passione e instancabilità, continua a farci conoscere, aprendo ogni tanto lo scrigno degli scritti inediti del Marcucci per estrarne delle preziosità, trascrivendo ciò che riguarda Madre Tecla e la prima Comunità che lei ha guidato. Con gioia aggiungiamo all’Opera Omnia un nuovo tassello utile a conoscere l’opera solerte e materna di Madre Tecla, attraverso lettere, esortazioni familiari, libri di entrate, ragguagli annuali dell’Istituto, emerge la figura della “buona sorella e mia buona madre” come la chiamava affettuosamente il Marcucci. In questi scritti vengono evidenziate le sue virtù che tratteggiano la sua santità quotidiana che hanno fatto di lei “la colonna della Congregazione”: donna saggia, vigilante amorevole, ubbidiente e di grande pietà. Ci auguriamo che questo lavoro sia utile ad accompagnarci nel nostro cammino di santità e ci infonda l’amore per l’Immacolata che animava Francesco Anotonio Marcucci e Madre Tecla. X X
PREFAZIONE E NOTA REDAZIONALE di Suor Maria Paola Giobbi Il presente tomo raccoglie quattordici scritti che il venerabile Francesco Antonio Marcucci ha dedicato a Madre Tecla Relucenti e alle Pie Operaie dell’Immacolata Concezione negli anni 1741-1769, spazio temporale che abbraccia i preparativi della fondazione delle suore Pie Operaie dell’Immacolata Concezione di Ascoli, la realizzazione di essa avvenuta l’8 dicembre 1744 e i primi venticinque anni della sua vita, sotto il sapiente e amorevole governo di Madre Tecla Relucenti, in stretta collaborazione con Francesco Antonio Marcucci, sacerdote e missionario apostolico. Il volume costituisce il XVII della collana Marcucciana Opera Omnia, che l’Istituto si è proposto di pubblicare mentre si sta celebrando l’inchiesta diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione della serva di Dio Madre Maria Tecla Relucenti (1704-1769) per mettere meglio in luce la sinergia e l’amicizia spirituale che si è realizzata, sotto la guida dello Spirito Santo, fra due figure. Il Volume è composto da dodici opere inedite e autografe di Francesco Antonio Marcucci e due già date alle stampe da lui, ma ormai introvabili che sono: - Prima Accademia delle Pie Operaie dell’Immacolata Concezione della Scuolapia di Ascoli. In onore del gloriosissimo Principe San Michele Arcangelo, con le annotazioni dell’Ill.ma Signora Notrisa Posti cittadina R. T., dedicata all’Ill.ma, ed Ecc.ma Signora D. Maria Michele Caraccioli Santobuono religiosa Cistercense nel ven. Monistero di San Pietro di Atri, in Ascoli, 1747. Per Nicola Ricci stamp. Cam., e del Palazzo Apostolico ec. Con Licenza de’ Superiori. - Relazione di un Fatto Miracoloso operato dalla Gran Madre di Dio Maria sempre Vergine a maggior gloria della sua Immacolata Concezione ad una Religiosa del Ven. Monistero dell’Immacolata Concezione, sotto l’ordine di S. Francesco di Assisi, di questa Città di Ascoli, Ascoli 1753. Per Nicola Ricci Stam. Publ. XI XI
e del Pal. Apost. ec. Con Licenza de’ Superiori. Per descrivere la collaborazione tra Madre Tecla Relucenti e il Marcucci ci sono altri scritti1 e studi2 già pubblicati che qui non vengono presi direttamente in esame e altri ancora inditi che non ci è sembrato opportuno per varie ragioni inserire qui. Francesco Antonio si considerò figlio di Tecla, per l’età maggiore 1 Essi sono: MARCUCCI F. A., Lettera a Tecla Relucenti, Ascoli Piceno, 28 febbraio 1744 in Lettere alle Suore e alle Educande (1742-1797), a cura di Maria Paola Giobbi, Marcucciana Opera Omnia, Vol. X, Roma 2012, pp. 3-6; MARCUCCI F. A., Scritti su la predicazione e le missioni popolari (1737-1752) a cura di Vincenzo La Mendola e Maria Paola Giobbi, Marcucciana Opera Omnia, Vol. XI, Roma 2014, pp. 290-291. MARCUCCI F. A., Libro delle defonte religiose, educande, custodi, sindichesse, ed altre della Congregazione dell'Immacolata Concezione della Città di Ascoli, sepolte nella Chiesa del suddetto ven. Monistero dell'Immacolata Concezione (1754-1764), in Le sorelle che ci hanno preceduto, a cura di M. Paola Giobbi, Città di Castello 1993. L. CONCA, Il saggio della prosodia latina diretto alla rev.ma Madre Prefetta da Lotemia Conca accademica concezionista, sabbato 23 agosto 1749. Il testo è stato pubblicato, insieme alle Antologie metriche: Selectio metrica profana atque sacra duas in partes, sett. 1749, con uno studio introduttivo del prof. Franco Zenobi nel novembre 2008 e costituisce il VI volume dell’Opera Omnia Marcucciana. MARCUCCI F. A., Sermoni per le feste mariane, a cura di Suor Maria Paola Giobbi, Marcucciana Opera Omnia, vol. V, Ascoli Piceno, 2008, pp. 22-40. MADRE TECLA RELUCENTI, Sermoncino terzo in onore dell’Immacolata, 1747 in MARCUCCI F. A., Sermoni per il Triduo e per la festa dell’Immacolata Concezione (1739-1786), Dolo (VE), 2004, a cura di suor M. Paola Giobbi, Marcucciana Opera Omnia, vol. III, pp. 22-23; 33-35. 2 Cf. M. PAOLA GIOBBI, La gioia di educare al Vangelo, Madre Tecla Relucenti (1704- 1769) co-fondatrice delle Pie Operaie dell’Immacolata Concezione, Ascoli Piceno 2019; MADRE TECLA, Sproprio della M(ad)re Suor Tecla dell'Immacolata Concezione (Ascoli, 13 Dicembre 1746) in M. PAOLA GIOBBI, La gioia di educare al Vangelo, pp. 69-71. CICETTI I. – PESCE P., La collaborazione nell’Istituto Marcucciano in mons. Marcucci e la Congregazione delle Pie Operaie come servizio sociale, Roma 1992, pp. 34-35; M. E. GRELLI, Donne e cultura nel Settecento ascolano: l’Accademia e le Scuole delle Pie Operaie dell’Immacolata Concezione in Donna Educazione e Società, Esperienza e proposte del Vescovo Francesco Antonio Marcucci (1717-1798), SEI, Torino 1995, pp. 116-130. Alberto CETTOLI, Mons. Marcucci letterato ed erudito in Donna, ecc., pp. 78-97; nello stesso volume, A. ANSELMI, Scuole femminili ed educazione della donna in Ascoli nel sec. XVIII, pp. 98-115; A. ANSELMI, La Scuola Pia delle Concezioniste in Donna, cit., pp. 260-266. M. E. GRELLI, La figura dell’educatrice secondo mons. Marcucci, in Donna, cit., pp. 251-259; GIOBBI M. PAOLA, L’influenza femminile nella fondazione realizzata da Mons. Marcucci in “Luci di Maria”, febbraio 1994; GIOBBI M. PAOLA, Madre Tecla Relucenti in Sprazzi di vita, 25 anni di scuola Elementare nella “Maria Tecla Relucenti, ROMA 1991, PP. 17-20. C. EGIDI, Profili esemplari, Roma 1989, pp. 11-28 e C. GALOSI, Piccole scintille su madre Tecla Relucenti, in “Palestra del Clero”1992, 6, 435-450. M. E. GRELLI, Studio introduttivo a F. A. MARCUCCI, La Vita Comune e altri scritti su san Francesco di Sales (1740-1782), Marcucciana Opera Omnia, Volume XIV, Teramo 2018, pp. XIX-XXXII. XII XII
che aveva e per la stima che le nutriva e si considerò suo Padre, a riguardo della Congregazione che insieme stavano realizzando. Questo rapporto filiale, paterno e materno, fondato in Gesù e Maria, per il bene delle anime, è la chiave per comprendere il rapporto instaurato e vissuto dal Fondatore e dalla Fondatrice delle Pie Operaie dell’Immacolata Concezione. Un rapporto che può essere paragonato a quello che corre tra la mente e la mano. Nel nostro caso, don Marcucci è la mente che, illuminata dalla grazia, ha generato l’intuizione carismatica della Congregazione e Tecla è la mano decisa, concreta e materna che l’ha messa in atto, verificandone passo dopo passo, insieme ad altre sorelle, la fattibilità e l’efficacia. L’arditezza del Marcucci, modulata con la dolcezza femminile, ha reso solide e robuste le basi della nuova Congregazione e l’ha preparata ad affrontare e superare le sfide del tempo a venire. È nota la grande devozione che il venerabile Marcucci ha nutrito per san Francesco di Sales3 dal quale ha ereditato molti tratti della sua spiritualità e ha accolto varie scelte pastorali come la cura per la donna per aiutarla a raggiungere con umiltà e dolcezza il fine più importante della vita: l’amore di Dio e del prossimo e poter a sua volta migliorare la società. San Francesco di Sales espresse in modo eminente l’attenzione educativa per la donna nelle lettere di direzione spirituale con Giovanna Francesca di Chantal4 e con la fondazione dell’ordine delle Visitandine5, mentre Francesco Antonio Marcucci la espresse con la fondazione delle Pie Operaie6 e con la cura educativo-spirituale che ha avuto per ognuna di 3 F. A. MARCUCCI, La Vita Comune e altri scritti su san Francesco di Sales (1740-1782), a cura di M. P. GIOBBI, Marcucciana Opera Omnia, Volume XIV, Teramo 2018. 4 Cf. FRANCESCO DI SALES, Lettere di amicizia spirituale, a cura di André Ravier, SJ, Milano 2003. 5 Le Visitandine vennero fondate ad Annecy, in Savoia, dove avevano trovato rifugio i vescovi di Ginevra, dopo il passaggio della città svizzera al calvinismo (1535). Il 4 giugno 1607 il vescovo Francesco di Sales (1567-1622) espresse la sua volontà di istituire una congregazione femminile a Giovanna Francesca Frémiot, baronessa di Chantal (1572-1641), sua fedele discepola, e il 6 giugno 1610, giorno della festa della Santissima Trinità, le prime tre aspiranti iniziarono il loro noviziato presso Annecy (Cf. https://it.wikipedia.org/wiki/Ordine_della_Visitazione_di_Santa_Maria). 6 Cf. Positio Super Fama Sanctitatis et Virtutibus del venerabile Marcucci, cit., pp. 255- 305; F. A. MARCUCCI, la cura per le Pie Operaie dell’Immacolata Concezione in Corrispondenza con XIII XIII
loro7, in particolare con la co-fondatrice madre Tecla Relucenti8 e con la giovane teologa suor M. Petronilla9, che elesse maestra delle suore, dopo la sua partenza per Roma con l’incarico di Vicegerente. Ringrazio il Consiglio generale dell’Istituto che ha incoraggiato questa pubblicazione e la signora Evezia di Girolamo, fedele compagna di lavoro nella trascrizione - revisione dei manoscritti e nella cura del volume. Ringrazio anche quanti leggeranno queste pagine e si lasceranno ispirare da esse. a) Criteri di trascrizione I tredici testi che compongono il volume sono preceduti da una attenta introduzione con lo scopo di aiutare il lettore a constualizzare il contenuto e anticiparne sinteticamente i temi. Nel caso della trascrizione degli undici manoscritti autografi, dopo l’introduzione, segue la descrizione del manoscritto I manoscritti sono stati trascritti fedelmente. Le sottolineature sono state rese graficamente con il carattere corsivo per snellire la lettura; alcune parole abbreviate sono state trascritte per intero e le sigle sono state sciolte dentro parentesi rotonda; le parti esplicative aggiunte sono state poste tra parentesi quadre. L’uso delle maiuscole è stato lasciato come nell’originale, comeppure l’organizzazione dei paragrafi, i capilettera e i corsivi. I persone varie (1740-1797), a cura di M. P. GIOBBI, Marcucciana Opera Omnia, Volume 7.2, Epistolario II, Roma, Libreria Editrice Vaticana, 2017, pp. 735-871; GIOBBI M. PAOLA, L’influenza femminile nella fondazione realizzata da Mons. Marcucci in “Luci di Maria”, febbraio 1994. 7 F. A. MARCUCCI, Lettere alle Suore e alle Educande (1742-1797), a cura di M. P. Giobbi, Marcucciana Opera Omnia, Volume 7.1, Epistolario I, Roma, Libreria Editrice Vaticana, 2012, pp. 1316. Il volume raccoglie 610 lettere alle suore. 8 Cf. Positio Super Fama Sanctitatis et Virtutibus del venerabile Marcucci, cit., pp. 289- 2955; cf C. EGIDI, Profili esemplari, Roma 1989, pp. 11-28 e C. GALOSI, Piccole scintille su madre Tecla Relucenti, in “Palestra del Clero”1992, 6, 435-450. 9 Cf. il volume inedito che raccoglie la corrispondenza epistolare tra il Marcucci e Suor M. Petronilla, tra il 1766 e il 1775, in ASC 131/a. Alcune lettere sono scritte in italiano e altre in latino. XIV XIV
paragrafi evidenziati con capilettera leggermente più grandi e scuri, sono stati evidenziati in grassetto. Il testo è corredato di note, per segnalare paragrafi o capitoli mancanti, parole corrose o per presentare, dove è possibile, i personaggi citati, precisazioni sui luoghi e la traduzione dalle citazioni in latino. Sono state inserite foto di alcune pagine manoscritte o i frontespizi delle stesse opere e una sezione di foto a colori. Oltre alla documentazione cartacea, ottenuta dalla tradizionale ricerca archivistica e bibliografica, è stata di notevole supporto quella reperita attraverso accreditati siti internet. b) Sigle e abbreviazioni ADAP = Archivio Diocesano di Ascoli Piceno ANT = Biblioteca Suore Concezioniste, fondo antico ASAP= Archivio di Sato di Ascoli Piceno, Archivio notarile ASC = Archivio Suore Concezioniste BSC = Biblioteca Suore Concezioniste Autog. = Autografo Origin. = Originale Poic = Pie Operaie dell’Immacolata Concezione Ver. gr. = Per esempio XV XV
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Francesco Antonio Marcucci, Autografo originale della prima pagina di Fogli del Santo Amore -1- 1
ASC 10, Autog. Origin., pp. 247-256 Di Casa, 11 Dicembre 1741 FOGLI DEL SANTO AMORE alla Povera di Gesù, Maria G(iovanna)10 dell’Immacolata Concezione dal Povero di Maria Francesco Antonio dell’Immacolata Concezione Introduzione “Fogli del Santo Amore” è una lettera, che don Francesco Antonio Marcucci, appena sacerdote, indirizza a Giovanna Battista Mitarelli, pia e saggia signora di Montecchio, oggi Treia, in provincia di Macerata con la quale intratteneva una corrispondenza epistolare dal Settembre 173811. La pia Signora svolse un prezioso ruolo di sostegno e di guida spirituale verso il giovane Marcucci dal 1738 al 1742, periodo che corrisponde alla prima intuizione della fondazione della nostra Congregazione e l’inizio della sua attività missionaria, mentre Tecla Relucenti era ancora molto contraria a questi progetti. La lettera, datata 11 dicembre 1741, testimonia l’avvenuta evoluzione spirituale di Tecla, che ha ormai riconosciuto la validità dei propositi del giovane sacerdote che appoggia con docile generosità. Marcucci, infatti, scrive alla Mitarelli coinvolgendo Tecla che definisce “nostra buona Sorella, e rispettivamente mia buona Madre”. Nello stesso tempo mostra la comprensibile trepidazione di fronte a “quella 10 Si tratta della signora Giovanna Battista Mitarelli. Cf., GIOBBI M. PAOLA, L’influenza femminile nella fondazione realizzata da Mons. Marcucci in “Luci di Maria”, febbraio 1994; F. A. MARCUCCI, Istoria delle Sante Missioni, in Scritti su la predicazione e le missioni popolari (1737-1752) a cura di Vincenzo La Mendola e Maria Paola Giobbi, Marcucciana Opera Omnia, Vol. XI, Roma 2014, pp. 287-310. 11 Cf., F. A. MARCUCCI, Direttorio Generale delle Costituzioni per la Congregazione delle religiose dell’Immacolata Concezione di Maria sempre vergine della città di Ascoli, dette volgarmente le Pie Operaie, sotto l’ordine di san Francesco di Assisi, 1763, ASC 117, Paragrafo 1, nn. 9, 11, 22, 23; Paragrafo 2, n. 5. 2 -2-
grande impresa”, vale a dire la fondazione di noi Pie Operaie, che tante volte ha promesso di abbracciare. Il Marcucci apre la lettera riallacciandosi ad alcuni pensieri sul Santo Amore di Dio dell'ultima della Mitarelli, espressi sotto forma di domanda desiderativa “Quando saremo abbruciati da questo fuoco?”. Segue una risposta fiduciosa fondata sui meriti di Gesù, che certamente esaudirà questo ardente desiderio: “lo farà, io lo spero, e per voi, e per me, e per la nostra buona Sorella, e rispettivamente mia buona Madre”. Confortati da questa certezza, il Marcucci promette di dedicarsi allo studio e alla meditazione del Santo Amore e a scrivere insegnamenti sopra di esso. Immaginando, poi, che la Mitarelli gli chieda come fare per acquistare il santo amore, risponde che la principale cosa è il domandarlo continuamente con umiltà a Dio, allo Spirito Santo, a Maria Vergine SS.ma, all'Angelo Custode, a San Francesco di Sales, a tutte le Anime beate e a quelle del Purgatorio. Altre tre cose importanti da praticare con diligenza per acquistare il Santo Amore sono: meditare i motivi del Santo Amore, praticare i mezzi che ci invogliano al Santo Amore e esaminarci ogni giorno sopra la pratica dei mezzi per acquistarlo. Nessuno certamente potrà ritirarci da questo Santo Amore, quando col divino aiuto ci saremo entrati. Occorre solo deciderlo. Esso è la scorciatoia alla santità. E come il contadino dopo la mietitura ripulisce il campo, accendendovi il fuoco per bruciare le cattive erbacce, così il fuoco del Santo Amore brucia tutte le imperfezioni, vizi, e difetti perché esso racchiude tutta la perfezione. Il testo è stato trascritto fedelmente dal volume miscellaneo ASC 10. La grafia è minuta e armonica con rimandi a fondo pagina. I paragrafi sono evidenziati con capilettera leggermente più grandi e scuri che noi abbiamo reso con il grassetto; si notano macchie d’inchiostro e tracce di umidità. La copertina ha il dorso in pergamena; il resto è in cartoncino con decorazioni a piccole stelle di color ruggine e paglierino; è lacera ai bordi e lungo la linea centrale e misura mm. 140×210. -3- 3
FOGLIO PRIMO Sia lodato Gesù Re del Santo Amore. Amen Appunto alcuni periodi dell'ultima vostra Lettera mi stimolano a dar'una volta principio a quella grande impresa, che tante replicate volte ho promesso di addossarmi. Voi, mia buona Figliuola, poco dopo il principio esclamate così: O Santo Amore! Quando saremo abbruciati da questo fuoco? Altro, che il caro Gesù può consolarci: ma lo farà, io lo spero, e per voi, e per me, e per la nostra buona Sorella, e respettivamente mia buona Madre. Le esclamazioni dell'O Santo Amore, e i desideri del quando saremo abbruciati da questo fuoco, già, Grazie al Signore, sono in tutti noi comuni. Questo tutto giorno esclamiamo, a questo tutto giorno aneliamo; sicchè è dovere, che a queste comuni esclamazioni, e brame, diasi una comune e coraggiosa risoluzione di porre efficacemente mano all'opera. Ma, mia Figliuola, il Santo Amore è una virtù tutta Divina, voi lo sapete, è una virtù tutta celeste; e da noi, tutto che ci uccidessimo di penitenze non possiamo mai ottenerla. Come dunque faremo? Ah voi mi dite tosto: Altro, che il caro Gesù può consolarci. Oh che bella confessione di un vero atto di Fede dell'onnipotenza di Dio! Datene a lui la gloria, che in pochi periodi scritti all'impensata sapeste accoppiar quanto basta per fare un'Anima Santa. Or così ancor noi lo confessiamo, che solamente Gesù può consolarci; ma tuttavia ricercando egli le nostre cooperazioni, vogliam dire, che noi dandoci giù all'acquisto del Santo Amore, voglia poi concedercelo? Si, voi mi dite, lo farà, io lo spero, e per voi, e per me, e per la nostra buona Sorella. Oh che bell'atto di vera confidenza, di vero abbandono! Benedetto Gesù, che per sua sola Bontà ve lo ha ispirato. Questa appunto è la comune nostra speranza, il comun nostro abbandono in Dio. E volete poi, che io a tal sentire, più indugi a darmi al Santo Amore? Volete poi, che io più tardi a darvi tutti gli aiuti a me possibili per entrar una volta daddovero in questa ardentissima fornace di Santo Fuoco? Come mai è possibile. La Bontà adunque del nostro caro Gesù sia propizia a voi, alla mia buona Madre, e a me miserabile, mentre a comune utilità di tutti e tre, ecco che darò principio a studiare Libri del Santo Amore, a meditare Massime del Santo Amore, a scrivere 4 -4-
insegnamenti sopra il Santo Amore. Questo Santo Amore sia a voi, alla mia Madre, e a me il principio, il mezzo, e il fine di ogni operazione, e della nostra Vita. Questo Santo Amore sia nel mio Cuore quando parlo, leggo, scrivo, penso, studio, respiro, sospiro, e qualunque cosa opero. Questo Santo Amore sia nel vostro cuore in ogni vostro pensiero, in ogni vostra parola, in ogni vostra azione. O Amore, o Amore! O amare, o morire, ripetiamolo spesso, o amare, o morire, perchè la vita che è senza l'Amore è peggior della medesima morte. O nostro buon Gesù, o fateci amar voi, o toglieteci dal mondo! E giacchè questo nostro Cuore ce lo avete dato per amarvi, fate che vi ami, vi ami, vi ami ferventemente, umilmente, fortemente, e costantemente. Sì, nostro buon Gesù, sempre sempre solo solo. Amen. Olà, viva Gesù Re del Santo Amore! Mi direte, Figliuola, cosa poi dovrem noi fare dal canto nostro per acquistar questo Santo Amore? Rispondo, che la principal cosa debb'essere il dimandarlo a Dio incessantemente, umilmente, e costantemente; perchè essendo puro suo Dono sovrannaturale, a lui spetta il darlo, e a noi il dimandarlo. Sicchè, ormai, e nelle orazioni della mattina, del giorno, e della sera, e nelle Sante Comunioni, sempre si abbia da noi a chiedere a Dio il Santo Amore. Abbissati nel nostro nulla; conosciutici indegni, e inatti, dimandiamolo con viva confidenza all'Eterno Padre in Nome di Gesù suo Divin Figlio; dimandiamolo a Gesù Cristo per i Meriti infiniti della sua Passione e Morte; dimandiamolo allo Spirito Santo per quanto gli è cara la sua purissima Sposa Maria Vergine SS.ma; dimandiamolo a Maria Vergine SS.ma in onore della sua Immacolata Concezione; dimandiamolo all'Angelo nostro Custode per quanto gli è cara l'Anima nostra; dimandiamolo al nostro caro San Francesco di Sales per quanto a lui fu caro questo Santo Amore; dimandiamolo a tutte le Anime beate, per quanto a loro è caro l'Amor di Dio; dimandiamolo alle Anime Sante del Purgatorio per quanto loro è cara l'unione con Dio. Questa è la dimanda, o almeno una buona parte di quella dimanda, che io vi accennai esser bene di farla ogni giorno, o con una corda al collo, o colle braccia in Croce. E questa al presente vi -5- 5
raccomando: comeppure vi esorto, che ogni qual volta vi si offerisce l'occasione di parlar con persone confidenti, o di scriver loro, sempre dobbiate supplicarle a pregarvi Dio, acciocchè per sua infinita Misericordia vi conceda il suo Santo Amore, vero, forte, e costante. E lo stesso esorto alla mia buona Madre, e il medesimo spero praticar anch'io. Or ecco la principal cosa, che noi dobbiam fare dal canto nostro per acquistar il Santo Amore. Dobbiamo poi in oltre usar una gran diligenza in praticar tre altre cose, cioè primo, meditar attentamente i motivi, o sieno stimoli del Santo Amore; secondo, praticar diligentemente i mezzi che c'inducono al Santo Amore; e terzo, esaminarci puntualmente ogni giorno sopra la pratica o sia esercizio dei mezzi per acquistare il Santo Amore. Queste tre cose saranno quelle, che col Divino Aiuto, con tutta la diligenza a me possibile, procurerò di stendervi in questi sagri fogli, sì per voi mia Figliuola, che per la mia buona Madre; con questo però, che gli esami solamente saranno qui accennati sopra qual materia; ma poi a ciascuna li farò punto per punto particolarmente. Quanto poi ai motivi, e i mezzi del Santo Amore, già ve l'accennai in una delle mie, in che consistevano. Convien qui nondimeno che ve li riaccenni. Udite: Motivi o sieno Stimoli del Santo Amore non sono altro, che tutte quelle massime, quelle verità Cristiane che ci eccitano al Santo Amore, che ci riscaldano con questo fuoco, ver. gr.. L'Amabilità infinita di Dio, la sua Bontà infinita verso di noi, la sua Santa Passione, l'Istituzione del SS.mo Sagramento, e andate voi discorrendo. Quali cose ben meditate, non può farsi a meno, che non eccitino il cuore al Santo Amore. Vero è, che non ognuna di queste Massime serve per eccitar ogni cuore, attesochè un'Anima, che non sarà mossa dalla Considerazion di un mistero, sarà mossa dalla meditazione di un altro (e ciò accade frequentemente); nulladimeno però qualcuna di queste verità cagionerà il suo effetto, come dicea poc'anzi. Io però, quasi fingendo di non saper quali cose muovono voi, e quali la mia buona Madre, stenderò motivo per motivo, come mi si presenterà l'occasione; lasciando poi a voi altre la libertà, se non vi muovesse 6 -6-
quello, di appigliarvi a qualche altro. Mezzi poi del Santo Amore, non sono altro che tutte quelle virtù che ci dispongono ad acquistarlo, e tutte quelle divote pratiche che ci aiutano a trovarlo, ver. gr.. La Santa Comunione, l'orazione, la divozione tenera verso Maria Vergine sempre Immacolata, l'Umiltà, il raccoglimento, e vadasi discorrendo. E però vi scrissi, che la Santa Comunione, l'Orazione, e la tenera divozione verso la Vergine Immacolata, comeppure la Confessione frequente, erano le vere e legittime Madri del Santo Amore: in oltre che il Raccoglimento, il Silenzio, il Ritiro, la Presenza di Dio, la Modestia e Compostezza, erano le fedeli guardie del Santo Amore; il desiderio, e il colloquio giaculatorio erano i veri paggi del Santo Amore; e in fine, che l'Umiltà, l'Ubbidienza, la Pazienza, la Dolcezza, la Rassegnazione, la Mortificazione, l'Allegrezza, la Pace, ecc. erano le fedeli serve del Santo Amore; il quale come Re, sta sopra tutte, dà aiuto a tutte, e riceve omaggio da tutte. O Gesù mio quanto siete caro! Vivete in eterno ne'nostri cuori. Amen. Ride il mio Cuor di giubilo a tai pensieri. O Dio, mia Figliuola, chi potrà ritirarci da questo Santo Amore, quando col Divin Aiuto ci saremo entrati? Niuno certamente. Nè il Mondo, né il demonio, né la carne, né alcun altro Nemico. Stiamo noi forti, e costanti colla volontà di voler amar costantemente il nostro buon Dio, il nostro amabile Gesù, e non temiam di nulla. Olà coraggio! Viva in noi il Santo Amore! Bisogna risolverci a fare un nuovo sforzo a tale impresa! Via adunque risolviamoci! Sia questo primo Foglio, come un dolce invito mandatovi dal vostro celeste Sposo per mezzo di me miserabile al suo ardentissimo Amore. Di fatti Egli nel Santo Vangelo non solo ci esorta il Santo Amore, ma a questo ci invita; e non solo ci invita, ma ce lo comanda espressamente, col dirci: Io voglio, io ordino, io comando che voi mi amiate sopra tutte le cose, e mi amiate con tutto il cuore, con tutta l'Anima, con tutta la mente, con tutte le forze: Diliges Dominum Deum tuum ex toto corde tuo, ex tota anima tua, ex tota mente tua, ex totis viribus tuis. Oh che Bontà Divina, affinchè noi non temessimo, non ci paresse presunzione il pretendere di amarlo, ci invita, ci esorta, e ci comanda il Santo Amore. Or chi vorrà, chi potrà ricusar adunque l'amar Dio, senza -7- 7
taccia di empio, di ingrato, di diabolico? Certo tal è chi ricusa d'amarlo. Lasciate per tanto, mia Figliuola, che io richiamando gli affetti più teneri del mio cuore sulla mia Lingua, esclami col mio caro Santo di Sales: Ah Signor mio caro, e non basterebbe, che ci permetteste di amarvi, senza che ci obbligaste ad amarvi colle vostre esortazioni, e comandi! Ma no, Bontà Divina: affinchè, né la Grandezza vostra, né la nostra bassezza, né qualsiasi altro pretesto ci ritardasse, voi ci comandaste di amarvi. O Dio! Io non so, se io debba più amare la vostra infinita Bellezza, che una sì Divina Bontà mi ordina di amare, o la vostra Divina Bontà, che mi ordina di amare una sì infinita Bellezza. O Bellezza del mio Dio, quanto siete amabile, essendomi accordata da una sì infinita Bontà! O Bontà del mio Dio, quanto siete amabile, comunicandomi una sì infinita Bellezza! O che affettuosissima esclamazione, che al certo serve di strada, e di preambolo a tutt'i motivi, e gli stimoli del Santo Amore! Questa sola esclamazione del gran Santo di Sales basterebbe per accendere ogni cuore, per incoraggiare ogni Anima all'acquisto della Carità. E se voi la riflettete bene, vedrete se io dica il vero. Massimamente poi se ci unite insieme quest'altra considerazione, cioè, che per amore siamo stati creati, per amore siamo stari redenti, per amore siamo stati collocati nel grembo di Santa Chiesa Cattolica, per amore siamo stati nudriti con tanti Sagramenti, per amore siamo stati tanto tempo aspettati a penitenza, per amore siamo stati chiamati al sagro fortunatissimo stato di Sposi del Signore, per amore siamo stati uniti di volontà e di cuore, per amore ci sono date le ispirazioni e le dolci chiamate del Divino Sposo, per amore ci sono date le croci amabilissime del patire per amor del Signore; in somma e Cielo, e Terra, e Mare, e Fiumi, e Valli, e Monti, e Fiori, e Erbe, e Alberi, e vitto, e vestito, e infermità, e salute, e prosperità, e disgrazie, e vita, e morte, tutte queste cose ci sono date da Dio per amore, e coll'Amore; tutte, affinchè amiamo di vero cuore il nostro buon Creatore, il nostro amantissimo Redentore, il nostro assoluto Padrone, il nostro ultimo Fine, il nostro primo Principio, il nostro unico Padre, il nostro purissimo, e dolcissimo Sposo. O Santo Amore, o Santo Amore, per te è fatto tutto; a te è diretto tutto; con te è acquistato tutto! Beato chi ti ha, beato chi ancor ti cerca, o Santo Amore! O GESU', o GESU', o GESU'! (meditate) Oh dolce Amore! 8 -8-
Chi non ama GESU' non porta cuore! Non porta cuore! E vogliam poi maravigliarci, mia Figliuola, che il Santo Amore sia la Scortatora della Santità? Io vedo, che tutte le virtù ad esso tendono, e per esso si praticano: ond'è, che son forzato a dire, che chiunque prende (a primo abboccarsi nella strada dello Spirito) il Santo Amore per mira, e lo tien forte, e non lo lascia mai, fa un gran viaggio in pochi giorni, scorta molte strade, molto cammino. Il Contadino, che dopo la mietitura, vuol ripulir di erbe cattive la sua pianura, per non perder tempo in diradicar filo per filo di erba secca, le dà fuoco, e riduce la fatica di più settimane in poche ore con molto suo vantaggio, e con maggior frutto del terreno. Così un'Anima, che dopo essersi data allo Spirito, e aver mietute con una buona Confessione, tutte le colpe passate, se vuol avanzar tempo in estirpar tutte le imperfezioni, vizi, e difetti, basta che dia loro Fuoco, e Fuoco di Santo Amore, che farà più giovamento in un giorno, che tutte le altre fatiche in un anno non farebbero. Ma come questo? Eccolo, mia Figliuola: l'Amor di Dio è la più degna, la più eccellente virtù, anzi la Regina, e l'anima, per così dire, di tutte le virtù: coll'Amor di Dio vi sono tutte le altre, e senza lui non ve n'è alcuna virtù della vera. Quindi ne viene, che entrando in un'Anima l'Amor di Dio, vi entrano insieme tutte le altre virtù. Depose così l'Apostolo San Paolo, allorchè disse (parlando della Fede, della Speranza, e della Carità), che la Carità era la maggiore tra tutte le virtù. Di fatti senza il Santo Amore non ha vita la Fede, manca il fondamento alla Speranza, e le altre virtù sono inutili. Dove che col Santo Amore hanno tutte le virtù la loro vita, la loro bellezza, la loro efficacia. Udite di nuovo San Paolo, come parla, l'Amor di Dio, dic'egli, la Carità è paziente, dolce, e benigna: non è invidiosa, vana, ambiziosa, superba: non è litigiosa, né sindicatrice de'fatti altrui: non pensa al male, né s'irrita; non si rallegra dell'iniquità, ma si congratula della verità; sopporta tutto, crede tutto, spera tutto. Ond'egli si protestava di essere un vero nulla, se non avea questa Santa Carità, questo Santo Amore, benchè avesse avuto il dono delle Lingue, e de' Miracoli. -9- 9
In somma bisogna confessare che l'Amor di Dio racchiude in sè tutta la perfezione, è la somma della Santità, è il tutto di un'Anima. Udite cosa scrive il caro Santo di Sales ad una Signora: L'Amor di Dio, dic'egli, è il nostro tutto: questo è il nostro miele, nel quale, e per il quale tutti gli affetti, e tutte le azioni del nostro cuore debbono essere confettate, e addolcite. O Dio, quanto felice è il Regno interiore, quando questo Santo Amore in esso regna! Quanto felici sono le potenze dell'Anima nostra, che ubbidiscono ad un Re così santo, e così savio! Sotto la sua ubbidienza egli non permette, che abitino peccati gravi, né affetto alcuno a'più leggeri. Grazioso dire, che m'innamora il cuore al solo rifletterlo. Sicchè, mia Figliuola, bisogna fare un cuor grande, e generoso per abbracciar questo Amore santisssimo, e potentissimo. Olà dunque, coraggio! Viva Gesù! Ogni Cosa per suo Amore, tutto nel suo Amore, tutto col suo Amore! Amore, Amore, Amore! E buon per me, che io dovendovi parlare di questa virtù tanto cara, e dilicata, di cui non può discorrersene senza innamorarsene; buon per me, dico, perchè potrà essere, che parlandovene, l'infinita Bontà di Dio me ne faccia innamorar con efficacia. Amen. Le vostre orazioni però mi potrebbero dar grande aiuto. Se Gesù mi facesse la grazia di riempirmi di questo suo Santo Amore, sarebbe gran bene per me, nol niego; ma sarebbe anche gran bene per voi; ond'è, che ugual dev'esser la premura affinchè io miserabile ne rimanga riempito, abbruciato, e incenerito. Ultimamente dico qui in fine per chiusa di questo primo Foglio, che io molto vi raccomando le Madri del Santo Amore, amatele, praticatele, tenetele molto a caro, perchè, benchè tardassero, vi assicuro che non potranno far meno di donarvi questo lor caro purissimo figlio, di consegnarvelo nelle vostre braccia, di depositarvelo nel vostro cuore. 10 - 10 -
Ond'è, che io di queste Madri poco o nulla ne parlerò (e forse nel decorso sarà che ne parli), supponendole già vostre strettissime Amiche. Vi parlerò solamente, come dissi, de' Motivi, e de' Mezzi, particolarmente delle guardie, de' paggi, e delle serve del Santo Amore. Per ora, anzi per sodo principio, vi assegno per virtù corrente la pratica della Contrizione, che anch'essa è una vera Madre del Santo Amore: potrete replicarne più Atti tra giorno, riflettendo chi avete offeso, e quante volte. L'esame poi ve lo manderò fra brieve. Trattanto, pregandovi da Gesù il Santo Amore, resto benedicendovi in Nome dell'Immacolata Concezione della nostra gran Signora Maria V. SS.ma. Viva Gesù! Indegnissimo fratello nel Signore Francesco Antonio dell'Immacolata Concezione - 11 - 11
Frontespizio delle Essortazioni familiari sopra la Dottrina Cristiana 12 - 12 -
ASC 10, Autog. Origin. pp. 1-39 Di casa12, Sabato 27 Febbr(aio) 1745 ESSORTAZIONI FAMILIARI SOPRA LA DOTTRINA CRISTIANA Per uso delle Pie Operarie dell'Immacolata Concezione di Maria sempre Vergine, Composte da Francesco Antonio Marcucci, detto dell'Immacolata Concezione, Sacerdote Secolare di Ascoli, Missionario Apostolico, e primo Servo delle Pie Operarie suddette. PARTE PRIMA In cui si contengono l'Essortazioni sopra le dimande, e insegnamenti per il terz'Ordine della Dottrina. 12 La dizione “casa” indica la località dove viene scritta la lettera e si riferisce al Palazzo della famiglia Marcucci, situato ad Ascoli Piceno tra via Antonio Vipera, corso Mazzini e via Trieste, oggi identificato con una targa commemorativa. Dal 1790 la stessa dizione “casa” indica la Foresteria del Monastero dove mons. Marcucci, ormai stanco e malato, viene a vivere. - 13 - 13
Alla Molto Reverenda Madre Suor Tecla dell’Immacolata Concezione Prefetta Maggiore, e prima Pietra fondamentale della Scuolapia delle Pie Operarie dell’Immacolata Concezione di Maria sempre Vergine Introduzione Il Marcucci scrive a Madre Tecla per affidarle il compito del catechismo domenicale alle studenti della scuolapia e alle donne che lo desideravano. Esso iniziò domenica 14 marzo 1745 nell’Oratorio della comunità. Il Fondatore, consapevole del sacrificio che chiedeva a Madre Tecla, s’impegnò a prepararle ogni settimana la lezione scritta, incoraggiandola a cooperare con lui alla salvezza delle anime. Possiamo immaginare con quanta trepidazione Madre Tecla abbia letto la lettera e poi con quanta fede abbia accolto il compito che a chiunque sarebbe sembrato troppo grande, tanto più a lei, così modesta e riservata. La sua obbedienza fece miracoli; le dame che parteciparono a quella straordinaria catechesi rimasero sorprese ed edificate. Nel libro delle Memorie, il Fondatore scrive: “La prima, che ha fatta l’Esortazione con tutta proprietà, e zelo, è stata la Rev. da Madre Prefetta Suor Tecla Maria. La funzione è riuscita divota e fruttuosa, e anche di maraviglia alle numerose Donne concorse”13. Lo Spirito Santo sia sempre col suo santo Amore in mezzo al vostro cuore, mia R(everen)da Madre e Figliuola primogenita dilettissima. Degnandosi sempre la Divina Bontà di darmi nuovi lumi per il vostro spirituale profitto, e per il buon progresso della nostra diletta Scuolapia, ho pensato che non sarebbe altro che bene il far qualche breve Essortazione alle Fanciulle in ogni Domenica dopopranzo, in cui vi sarà la Dottrina solenne o sia Scuola; o in pubblica Chiesa. Vero è che di ciò non abbiam fatta menzione veruna nelle sagre Istruzioni, ma il raccomandarlo qui a parte servirà come se ne avessimo ivi parlato. Conosco anch’io la gran fatica maggiore, che apporterà tal’impiego, ma pure riflettendo che noi 13 ASC, 128, Francesco Antonio Marcucci, Memorie della Congregazione, Autog. origin., vol. 1, p. 8. 14 - 14 -
siamo figli delle pene, e fatiche di Gesù Cristo, debbe ciò bastarci per farci piegar dolcemente, e confidentemente il collo ad ogni giogo pesante. Mia buona Madre, coraggio! Dopo che la Divina Misericordia ci ha incaricati di un’Impresa sì degna, qual è quella di cooperare alla salvezza delle Anime, non bisogna abbandonarla per fatica, e per patimenti. Dio ci ha creati, e poi ci ha cosibbene uniti insieme di cuore, di parere, e di volontà; e però se io fatico per una parte, voi dovete faticar per un’altra; e così vivendo in un solo spirito di carità, e di zelo, Ambo in uno spiritu, avremo un giorno la sorte, mediante la Divina Bontà, di godere l’eterno frutto beatissimo di questa nostra santa, e soavissima Unione. Già avrete ben capito dal sin qui detto, se a chi io brami di appoggiar questo peso delle Essortazioni. Pare ragionevole per ogni verso che alla Prefetta si appoggi. E però fatevi animo ad intraprenderlo di buona voglia: con questo bensì, che essendo voi legittimamente impedita, possiate addossarlo alla Direttrice delle Novizie, o alla Viceprefetta quando vi sarà, o qualche altra Maestra, che voi riconoscerete più abile, avvisandola sei o otto giorni prima, più, o meno, secondo che meglio giudicherete. La materia poi, serva di che si dovrà fare queste famigliari Essortazioni, sarà la Dottrina Cristiana, potendo sopra ciascuna dimanda, e insegnamento di ognuno de’ tre ordini, già stabiliti nelle Istruzioni, potendo, dico, tirarsi un’Essortazione: imperocché in tal guisa, e le Fanciulle rimarranno poco a poco più bene istruite, e le Maestre più bene impossessate delle materie Dottrinali. Circa il tempo, nel quale potrà recitarsi l’Essortazione suddetta, io stimo che il migliore sia quello, dopo che le due, o quattro Fanciulle hanno recitata a mente la Dottrina sovra i panchetti; allora, dico, potrà recitars’in sedia. Ed eccovi pertanto, che per più facilitarci l’Impresa, vi stendo le accennate Essortazioni; e primieramente ora in questa prima parte vi stenderò quelle sopra tutte le domande proprie del terz’ordine della Dottrina; nella seconda parte poi sopra le interrogazioni del second’ordine. Coraggio! Pregate la Nostra Immacolata Signora per me poverino: ed essa si degni di benedirvi con tutte le vostre, e mie dilette Figliuole. Di V. R. Indeg(nissi)mo pr(imo) S(ervo) e F(edelmente) F(rancesco) A(ntonio) d(ella) I(mmacolata) C(oncezione) M(issionari)o A(postolic)o - 15 - 15
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