LA PROGETTAZIONE "SOSTENIBILE" DEL PRODOTTO COSMETICO ATTRAVERSO GLI STRUMENTI DELL'IPM E DEL RISK MANAGEMENT - 7 Corso Valutatori Sicurezza SICC ...
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7° Corso Valutatori Sicurezza SICC Sestri Levante – Hotel 2 Mari 5-9 Ottobre 2020 LA PROGETTAZIONE “SOSTENIBILE” DEL PRODOTTO COSMETICO ATTRAVERSO GLI STRUMENTI DELL’IPM E DEL RISK MANAGEMENT Elio Mignini – Direttore Generale SICC
DALLA LEGISLAZIONE COSMETICA EU La valutazione della sicurezza dei cosmetici si realizza attraverso Valutazione del Rischio ovvero una quantificazione oggettiva di probabilità e conseguenze di effetti avversi causati dai prodotti (Pericoli) sugli utilizzatori Effettuata da Esperti, ovvero i Valutatori della sicurezza cosmetica La valutazione del rischio si traduce nella ricerca della DOSE SICURA
SICUREZZA COME PARAMETRO DI QUALITA’ DEL PRODOTTO La sicurezza/innocuità è parte integrante della qualità del prodotto cosmetico Proviamo a definire meglio la Qualità per ogni Stakeholder della filiera
QUALITA’ Alcune Definizioni Valore attribuito dal cliente prima, durante e dopo l’esposizione al prodotto e/o servizio. Capacità del prodotto e/o servizio di soddisfare le esigenze esplicite ed implicite di tutti gli Stakeholder
Esigenze degli Stakeholder della catena valoriale del cosmetico Società Clienti/Consumatori Rispetto delle Leggi Qualità Rispetto dell’ambiente Percepibile – Equa ed Responsabilità Sociale Affidabile Proprietà/Azionisti Dipendenti Profitto Sicurezza Ritorno su investimenti (ROI) Welfare Riduzione del rischio Retribuzione
ICEBERG DELLA QUALITA Qualità Nascosta Sicurezza (Pretesa) Efficacia (Attesa) Gradevolezza (Attesa) Stabilità (Pretesa) Qualità Percepita
PROFILO DI QUALITA’ INTRINSECA DEL PRODOTTO (COSMETICO) Efficacia/Funzionalità Fare quello per cui è stato progettato Nei modi oggettivamente dimostrabili Nei tempi previsti
PROFILO DI QUALITA’ INTRINSECA DEL PRODOTTO (COSMETICO) Stabilità/Affidabilità Mantenere inalterato il profilo di Qualità Fra i diversi lotti Produttivi (Affidabilità) Nel tempo, fino all’ultimo utilizzo (Durabilità) Nel tempo, durante l’utilizzo (PAO)
PROFILO DI QUALITA’ INTRINSECA DEL PRODOTTO (COSMETICO) Gradevolezza Essere gradito prima, durante e dopo l’utilizzo Soddisfare sul piano Edonistico - Emozionale
PROFILO DI QUALITA’ INTRINSECA DEL PRODOTTO (COSMETICO) Sicurezza , Sostenibilità Ambientale Etica Non nuocere, nè in modo Acuto, nè Cronico Vs. le persone (Lavoratori, Consumatori) e vs. l’ambiente Rispettare l’etica nel business e nella comunicazione Rispettare le leggi
INNOVATION/SUPPLY CHAIN IL SISTEMA QUALITA’ INTEGRATO Come si costruisce la Qualità del Prodotto L’interfaccia R&D – Supply Chain
INNOVATION/SUPPLY CHAIN COSTRUZIONE DELLA QUALITA’ DEL PRODOTTO Influenza sulla Qualità intrinseca Vita del progetto/prodotto Dall’idea alla culla bis con … soddisfazione
INNOVATION/SUPPLY CHAIN COSTRUZIONE DELLA QUALITA’ DEL PRODOTTO LA QUALITA’ VA PRODOTTA, NON CONTROLLATA! Il macroprocesso “Innovation” Sviluppa i Nuovi Prodotti Migliora significativamente quelli esistenti Definisce gli standard di qualità (PIF – Valutazione Sicurezza) Il Macroprocesso “Supply Chain” Approvvigiona, Produce, Distribuisce, Recupera Mantiene e migliora gli standard di Qualità
VALUTATORE DELLA SICUREZZA Garante di uno degli aspetti più importanti della qualità intrinseca del prodotto la Sicurezza (Innocuità) Costruita prevalentemente durante la fase di innovazione e sviluppo Con il possibile utilizzo di due modelli gestionali: l’IPM ed il Risk Management
Da “ITINERARI DI INNOVAZIONE SICC INNOVATION PROJECT MANAGEMENT “I.P.M.” UNO STRUMENTO PER LA GESTIONE DELL’INNOVAZIONE
COSA VUOL DIRE INNOVAZIONE “Creativity is thinking up new ideas, Innovation is doing new things” (T. Levitt - Professor at Harvard Business School) Non si può fare Innovazione senza avere idee e senza essere creativi, ma le idee da sole non bastano
INNOVAZIONE VUOL DIRE CONDIVIDERE “If I have one apple and you have one apple and we exchange the apples, then we both still have one apple. But if I have one idea and you have one idea and we exchange the ideas, then we both have two ideas!” (G.B.Shaw)
IPM: IL “DEVELOPMENT FUNNEL” Un metodo disciplinato che permette la gestione del processo completo di sviluppo dell’Innovazione dalla generazione delle idee fino al concretamento delle idee più “meritevoli” ed al lancio di prodotti sul mercato
INNOVATION FUNNEL PROCESS DEVELOPMENT INVESTIGATION DEVELOPMENT & PRODUCTION IDEA GENERATION FEASIBLITY CAPABILITY IMPLEMENTATION LAUNCH Refine ideas, Develop initial Marketing & Refine Mix Technical Quantify consumers Concepts & commercial Finalize mix, Robustness put capital in place, Fine-tune mix, Prepare prepare launch PLA Launch operations Plan Purchase Materials & Distribution & Production Planning Sales Capital Proposal & Launch result Assessment of Ideas Launch Gate Charter Gate Contract Gate S.MASSAROTTI
IPM: INNOVATION FUNELL IPM: Le 6 fasi del “Funell” Idea Generation • IDEA GENERATION Feasibility • FEASIBILITY Market Potential • CAPABILITY Launch Preparation (9 phases) • IMPLEMENTATION Market Launch • MARKET LAUNCH Post Launch Analysis • POST LAUNCH ANALYSIS
IPM: Development Funnel IDENTIFICAZIONE NEEDS & KEY POSITIONING Marketing & Comunicazione ANALISI MECCANISMI NATURALI (Bioimitazione) SELEZIONE PRINCIPI ATTIVI COSMETICI Product Development FORME COSMETICHE E TECNOLOGIA COSMETICA SVILUPPO & DESIGN PACKAGING Packaging Development IDENTIFICAZIONE DEL PROFILO DI QUALITA’ Performance Evaluation VALUTAZIONE E VALIDAZIONE COSMETICA INGEGNERIZZAZIONE Process Development Quality Standards & Control INDUSTRIALIZZAZIONE
IPM: Development Funnel Le otto fasi della progettazione del mix di prodotto Cosmetico Individuazione Obiettivi e Targets Valutazione Meccanismi Naturali Selezione Meccanismi e Principi Attivi Applicazione Tecnologia Cosmetica Valutazione Cosmetica Sviluppo Packaging Process Development e Industrializzazione Informazione ed Assistenza (Pre- e Post- lancio)
MARKETING & COMUNICAZIONE IDENTIFICAZIONE NEEDS & KEY POSITIONING INDIVIDUARE LE OPPORTUNITA’ DI MERCATO, LE SPECIFICITA’ DELLA LINEA E LE FUNZIONALITA' DEI PRODOTTI IN RELAZIONE ALLE ESIGENZE DEI CLIENTI QUESTA FASE TERMINA CON LA DEFINIZIONE DELLA BRAND KEY
PRODUCT DEVELOPMENT ANALISI e COMPRENSIONE MECCANISMI NATURALI ANALIZZARE I MECCANISMI FISIOLOGICI, BIOLOGICI E CHIMICO FISICI RELATIVI ALL'OBIETTIVO DI FUNZIONALITA' COSMETICA RICHIESTA BIOIMITAZIONE
PRODUCT DEVELOPMENT ANALISI e COMPRENSIONE MECCANISMI NATURALI QUALCHE ESEMPIO L’organismo si protegge dalla radiazione solare attraverso Melanogenesi Protezione Metabolismo Filaggrina (Acido Urocanico) Meccanismi accessori ma importanti sono Idratazione Metabolismo Filaggrina (PCA) Radical Scavenger Turnover cellulare
PRODUCT DEVELOPMENT SCHEMA DI UN MECCANISMO NATURALE DI IDRATAZIONE E PROTEZIONE DELL’EPIDERMIDE ACIDO DEGRADAZIONE UROCANICO FILAGGRINA (Histidine Rich Protein) EPIDERMICA PROTEZIONE U.V.A. MODULATA PCA Strato corneo Pelle idratata Lipidi superficiali + PCA+H20+ALTRI NMF FUNZIONE BARRIERA FUNZIONE IDRATANTE
La gestione del rischio nel processo di sviluppo dei prodotti (IPM)
LA GESTIONE DEL RISCHIO DELL’INNOVAZIONE Prima del passaggio di ogni porta dovrebbe essere effettuata una SWOT Analysis ed un Risk Assessment con pianificazione per la sua riduzione
IPM: STRUMENTI DECISIONALI Strengths Weaknesses Opportunities • SWOT ANALYSIS Threats Rischio Pericolo • RISK ASSESSMENT
SWOT ANALYSIS L'analisi SWOT è uno strumento di pianificazione strategica usato per valutare i punti di forza (Strengths), debolezza (Weaknesses), opportunità (Opportunities) e minacce (Threats) di un progetto in ogni situazione in cui un'organizzazione o un individuo debba decidere per il raggiungimento di un obiettivo, sia parziale che globale
RISK MANAGEMENT DEFINIZIONI Pericolo Un agente o una condizione con potenziale di causare un effetto negativo nei confronti di una delle interfacce collegate al progetto .....
RISK MANAGEMENT DEFINIZIONI Rischio ...... che la situazione pericolosa si verifichi in maniera significativa
RISCHIO – PERICOLO PERICOLO Se un aereo cadesse su questa stanza, ucciderebbe o ferirebbe la maggior parte di noi. Tuttavia, la probabilità che questo accada è (si spera!) molto bassa. RISCHIO
RISK MANAGEMENT Un possibile modello di gestione del rischio Applicabile all’Innovation Process DRM: Design 4 Excellence Tecnica di Risk Management nella progettazione di prodotti e/o nel cambiamento organizzativo con l’obiettivo della riduzione del Rischio Residuo
MODELLO DRM: DESIGN 4 EXCELLENCE Aree di rischio di progetto Bisogni dei consumatori Compatibilità Ambiente e Marchio Responsabilità Sociale Supply chain & Tecnologia infrastrutture Coerenza con Strategie e Concorrenti Business Distribuzione
MODELLO DRM DESIGN 4 EXCELLENCE Percezione e Costi di gestione del rischio in progettazione 100% “Brain Storming” Percezione del Livello di Costo rischio Di gestione del Rischio Livello di Rischio Time to Market Residuo 0% Idee fattibilità potenzialità pre - lancio - post
RISK ASSESSMENT ENTITA’ DEL RISCHIO PROBABILITA’ IMPATTO Quanto è probabile che l’evento causi un problema Se accade, quanto grande sarà l’impatto sul durante lo sviluppo, o dopo il lancio, in modo da progetto come risultato di un probabile effetto richiedere extra-risorse per contenerlo? negativo sullo stakeholder considerato? Low (L) significa: Low (L) significa: Non ci aspettiamo che accada, ma potrebbe E’ improbabile che causi ritardi o blocchi succedere dell’implementazione; non dovrebbe avere effetti significativi sui business results se non risolto. Medium (M) significa: Medium (M) significa: Ci aspettiamo che accada, ma abbiamo le risorse Potrebbe ritardare l’implementazione; potrebbe per gestirlo avere un impatto sui business results se irrisolto. High (H) significa: High(H) significa: Ci aspettiamo che avvenga e crediamo che richieda Potrebbe bloccare il progetto; può avere un risorse extra significative per gestirlo. impatto significativo sui risultati se irrisolto. Punteggi: 1= Low, 2=Medium, 3=High
MATRICE DEL RISCHIO: IxP 3 6 9 Impatto 2 4 6 1 2 3 Low Medium High Probabilità
INNOVAZIONE: CRITERI IMPRESCINDIBILI INNOVAZIONE = OPPORTUNITA’ INNOVAZIONE = PERICOLO INNOVATION SWOT RISK PROCESS ANALYSIS ASSESSMENT • Dev. Funnel • Minacce • Pericolo • Opportunità • Rischio Elementi Non aneddotici, con Evidenze Target ed Action Standard Preventivi Priorità, Azioni, responsabilità, planning
PROCESSO DI RISK ASSESSMENT PER IL VALUTATORE DELLA SICUREZZA COSMETICA DIPENDENZA “DOSE - IDENTIFICAZIONE DEL PERICOLO VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE RISPOSTA” CARATTERIZZAZIONE DEL RISCHIO GESTIONE DEL RISCHIO COMUNICAZIONE DEL RISCHIO
CARATTERIZZAZIONE DEL RISCHIO IDENTIFICAZIONE DEL PERICOLO DOSE -RISPOSTA VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE IL PERICOLO COME PROPRIETA’ INTRINSECA DELLE SOSTANZE PUO’ LA SOSTANZA X CAUSARE UN QUAL’E’ LA RELAZIONE FRA LA QUAL’E’ LA QUANTITA’ EFFETTO AVVERSO? DOSE E L’INCIDENZA E ED IL TEMPO DI SEVERITA’ DI EVENTUALI ESPOSIZIONE DELLA BASANDOSI SU EFFETTI AVVERSI? SOSTANZA STUDI EPIDEMIOLOGICI QUAL’E’ LA DOSE NECESSARIA STUDI CLINICI E SUFFICIENTE A CAUSARE STUDI IN-VIVO DANNI STUDI IN-VITRO STUDI IN-SILICO (E.G. QSAR) NOAEL !
CARATTERIZZAZIONE DEL RISCHIO DIPENDENZA “DOSE - IDENTIFICAZIONE DEL PERICOLO VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE RISPOSTA” CARATTERIZZAZIONE DEL RISCHIO QUAL’E’ LA PROBABILITA’ CHE IL DANNO VENGA PRODOTTO? DI QUALE NATURA POTRA’ ESSERE IL DANNO? IMPORTANZA DELLA VARIABILITA’ E DELL’INCERTEZZA
GESTIONE DEL RISCHIO DIPENDENZA “DOSE - IDENTIFICAZIONE DEL PERICOLO VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE RISPOSTA” CARATTERIZZAZIONE DEL RISCHIO GESTIONE E COMUNICAZIONE DEL RISCHIO RITIRO DAL PROGETTO/MERCATO RESTRIZIONI E/O AVVERTENZE D’USO (CONCENTRAZIONI E/O MODALITA’ D’USO) MODIFICHE PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO RESIDUO PIENA AUTORIZZAZIONE SENZA VINCOLI O RESTRIZIONI
Sfida alla creazione di prodotti innovativi sostenibili
L’Itinerario Assegnazione del brief in aula: Didattica Frontale lezioni di tecnologia-formulativa, project/product management, marketing e comunicazione a casa: Didattica a Distanza 4 mesi di lavoro di gruppo (virtuale) assistito da un mentor e tutors in laboratorio: Tirocinio pratico sperimentazione e controlli Presentazione del progetto
RISK MANAGEMENT ESEMPI DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI PROGETTO PER IL VALUTATORE DELLA SICUREZZA Già dalle prime fasi dell’IPM dovrebbe essere effettuata un’analisi del rischio con il contributo del valutatore della sicurezza ed una pianificazione per la riduzione dei rischi eccedenti l’Action Standard deciso dall’Azienda
ESEMPIO 1 APPLICATO AL PRODOTTO COSMETICO PERICOLO Un allergene (Profumo) nella formulazione Che causi danno al consumatore RISCHIO salutistico per l’interfaccia “Bisogni dei Consumatori”
ESEMPIO 2 APPLICATO AL PRODOTTO COSMETICO PERICOLO Nanomateriali nella formulazione da dichiarare in etichetta Impatto negativo nel consumatore RISCHIO di immagine per l’interfaccia “Bisogni dei Consumatori”
Analisi del rischio: Es° 1 Interfaccia Bisogni dei Consumatori Valutazione STARTER ELEMENTI DI RISCHIO NEI CONFRONTI DEI CONSUMATORI Action Plan del Rischio Area Problema Prevedibili Cosa, chi, Tecnico/Fun Fattore di rischio (Certo o Evidenza PxI Conseguenze quando zionale Prevedibile) Dichiarazione in Regolamento + Riduzione 2*1=2 No Action etichetta Scheda Tecnica Vendite Allergeni Reazioni CSC allergiche nei Reclami 1*3=3 No Action Formula consumatori Letteratura •Sostituire MP Dichiarazione in Regolamento Riduzione Nanomateriali 3*2=6 •R&D etichetta Scheda tecnica Vendite •Before Tests Action Standard: Livello di Accettabilità di Rischio (RAL) ≤3
Analisi del rischio: Es° 2 Interfaccia Ambiente/Responsabilità Sociale Valutaz STARTER ELEMENTI DI RISCHIO Action Plan Rischio Area Fattore di Conseguenze Cosa, chi, Tecnico- Possibile Problema Evidenza PxI rischio (Certe/Probabili) quando Funzionale •Congresso difesa Presa posizione Letteratura allergeni. Riduzione Vendite 2*2=4 Nuovi Opinion Leaders scientifica •Direzione Allergeni •Prima del Lancio Presa posizione Working Bando e ritiro 1*3=3 No Action organi legislativi Group CE prodotti Formula Presa posizione Letteratura Riduzione Vendite 1*3=3 No Action Opinion Leaders scientifica Nanomat- •“Microspie” eriali nei WG CE Working Obbligo Presa posizione •Regulatory Groups CE Riformulazione 2*2=4 organi legislativi •Post Launch prodotti Action Standard: Livello di Accettabilità di Rischio (RAL) ≤3
Risk Assessment anche .. per scegliere Il packaging I quesiti del gruppo Itinerari Cosmetici • alluminio Quale materiale scegliere? • plastica • vetro • monodose Quale formato? • flacone • LCA Come valutare la scelta? • Analisi del Rischio
Claims e Dichiarazioni Relative ai Prodotti Anche la sicurezza va dichiarata tenendo conto del Regolamento CE sui claim
REGOLAMENTO COSMETICO CAPO VI – Informazione del Consumatore Art. 20 – Comma 2 - Subparagrafo 2 Dopo aver consultato il CSSC o altre autorità pertinenti, la commissione adotta un elenco di criteri comuni per le dichiarazioni che possono essere utilizzate riguardo ai prodotti cosmetici, secondo la procedura di regolamentazione 53
REGOLAMENTO 655/2013 “Claims” Regolamento UE N. 655/2013 del 10 Luglio 2013 Che stabilisce criteri comuni per la giustificazione delle dichiarazioni utilizzate in relazione ai prodotti cosmetici Guidelines to Commission Regulation (EU) No 655/2013 Entrata in vigore Pubblicato sulla Rivista Ufficiale della UE il 21 Luglio 2013 54
REGOLAMENTO 655/2013 Preambolo: highlights (1) Destinato a garantire che le informazioni fornite all’utilizzatore finale (*) siano utili, comprensibili ed affidabili e che consentano loro di prendere decisioni informate e di scegliere i prodotti che meglio soddisfano le loro esigenze e le loro aspettative (*) L’utilizzatore finale è definito dall’articolo 2(1)(f) del regolamento Cosmetico come “il consumatore o il professionista che utilizza il prodotto cosmetico” 55
REGOLAMENTO 655/2013 Articoli 56
REGOLAMENTO 655/2013 Articoli 57
REGOLAMENTO 655/2013 Allegato e Linee Guida al CC1 1. Conformità alle norme (2) Una dichiarazione è considerata accettabile in base al modo in cui il prodotto cosmetico viene percepito dall’utilizzatore finale medio, normalmente e ragionevolmente attento ed avveduto, tenendo conto dei fattori sociali, culturali e linguistici del mercato in questione (3) Non sono consentite le dichiarazioni che suscitino l’impressione che un prodotto abbia uno specifico beneficio se tale beneficio consiste nel semplice rispetto dei requisiti minimi di legge. Per esempio, il claim “il prodotto non contiene Idrochinone” non è permesso perché l’idrochinone è vietato dalla Legislazione Cosmetica Europea 58
REGOLAMENTO 655/2013 Allegato e Linee Guida al CC1 2. Veridicità Né la presentazione del prodotto cosmetico,né i claim specifici devono basarsi su informazioni false od irrilevanti Il Claim “Allergen-free” non è ammesso se il prodotto contiene allergeni potenziali 59
REGOLAMENTO 655/2013 Allegato e Linee Guida al CC1 3. Supporto Probatorio (1) I Claim, sia espliciti che impliciti, devono essere sostenuti da prove adeguate e verificabili indipendentemente dal tipo di supporto probatorio usato per convalidarli, comprese eventualmente anche valutazioni di esperti La Persona Responsabile 1) Determina le metodologie appropriate e sufficientemente rilevanti L’appropriatezza e la rilevanza potrebbero essere valutati dalle Autorità competenti come parte delle loro attività di sorveglianza La rappresentazione dei risultati dei test ex-vivo, in-vitro o in-silico non dovrebbero suggerire funzionalità in-vivo 2) Determina l’evidenza a supporto del claim Tale evidenza può essere di tipo e forma differente Deve essere riportata, quando necessario, nel PIF 60
REGOLAMENTO 655/2013 Allegato e Linee Guida al CC1 3. Supporto Probatorio (2) Le prove a sostegno delle dichiarazioni devono tenere conto di prassi all’avanguardia Allegato II “Best Practices for Claim substantiation evidence” (3) Gli studi portati a supporto dei claim devono: essere rilevanti sia per il prodotto che per l’efficacia vantata; seguire metodologie ben concepite e applicate correttamente (valide, affidabili e riproducibili) rispettare considerazioni etiche (4) Le prove o le convalide devono essere di un livello coerente con il tipo di dichiarazione presentato, in particolare per claim la cui carenza di efficacia possa causare problemi di sicurezza, come nel caso della protezione solare 61
REGOLAMENTO 655/2013 Allegato e Linee Guida al CC1 3. Supporto Probatorio Allegato II “Best Practices for Claim substantiation evidence” Test devono essere condotti con conoscenze e consapevolezza dei principi statistici dei disegni sperimentali, e del trattamento dei dati Best Practices applicabili a studi sperimentali Best Practices applicabili a test di “consumer perception” Best Practices applicabili all’uso di informazioni pubblicate 62
REGOLAMENTO 655/2013 Allegato e Linee Guida al CC1 3. Supporto Probatorio – Allegato II Best Practices applicabili a studi sperimentali Test In-silico, in-vitro, ex-vivo, Valutazioni su volontari, da valutatori esperti, sensoriali Metodi strumentali o biochimici affidabili e riproducibili Linee guida o standard Internazionali (CEN, ISO) Condotti da persone con Qualifiche appropriate Formazione ed esperienza nel campo degli studi proposti Qualità etiche elevate ed integrità professionali In laboratori provvisti di sistemi di Assicurazione di qualità 63
REGOLAMENTO 655/2013 Allegato e Linee Guida al CC1 3. Supporto Probatorio – Allegato II Best Practices applicabili a studi sperimentali 1. Test ex-vivo ed in-vitro in condizioni standardizzate con metodi e protocolli validati Predittivi di attività o rappresentativi di effetti in-vivo Validati da studi sull’uomo 2. Studi su volontari Principi etici Prodotti già validati per la sicurezza Su soggetti coerenti con il target (quando appropriato) Definiti da severi criteri di inclusione/esclusione affidabili e riproducibili Le autovalutazioni dei consumatori non possono essere portati a supporto I Rapporti devono identificare inequivocabilmente il prodotto, obiettivi, pianificazione e protocolli usati 64
REGOLAMENTO 655/2013 Allegato e Linee Guida al CC1 3. Supporto Probatorio – Allegato II Best Practices applicabili a studi sperimentali: dichiarazioni ammissibili se: Tolerance Tested Con la supervisione di professionisti scientificamente qualificati Per valutarne la tollerabilità su un target group Con risultati comprovanti la buona tollerabilità Testati sotto supervisione medica Supervisione di un medico qualificato (e.g. Dottore o Dentista) In funzione del claim, riferibile sia ad efficacia che tollerabilità Testati dermatologicamente Con la supervisione di un dermatologo In funzione del Claim riferibile sia a specifica efficacia o tollerabilità Testati clinicamente Sotto la supervisione di professionisti qualificati (medici o scientifici) Seguendo protocolli clinici od effettuati in strutture cliniche 65
REGOLAMENTO 655/2013 Allegato e Linee Guida al CC1 4. Onestà (2) I Claims non dovrebbero attribuire ai prodotti caratteristiche specifiche (cioè uniche) se prodotti simili possiedono le stesse caratteristiche I profumi generalmente contengono una tale quantità di etanolo che l’uso addizionale di conservanti non è necessario. In questo caso, sarebbe disonesto enfatizzare nella pubblicità che non contengono conservanti 66
REGOLAMENTO 655/2013 Allegato e Linee Guida al CC1 5. Correttezza (1) Le dichiarazioni relative ai prodotti cosmetici devono essere obiettive e non denigrare i prodotti della concorrenza, né denigrare ingredienti legalmente utilizzabili Un claim del tipo “Ben tollerato perché non contiene oli minerali” è sleale nei confronti degli altri prodotti che sono egualmente tollerabili Un claim del tipo “Non allergenico perché non contiene conservanti” è sleale perché presume che tutti i conservanti siano allergenici 67
REGOLAMENTO 655/2013 Allegato e Linee Guida al CC1 6. Decisioni informate (1) I Claim devono essere chiari e comprensibili all’utilizzatore finale medio (2) I Claim sono parte integrante dei prodotti e devono contenere informazioni che permettano all’utilizzatore finale medio di effettuare una scelta informata (3) I messaggi commerciali devono tener conto della capacità di comprensione dei messaggi da parte del pubblico destinatario (popolazione degli stati membri interessati o segmenti della popolazione, come per es° consumatori di età e genere diversi, o professionisti) di capire la comunicazione. Devono essere chiari, precisi, pertinenti e comprensibili dal target di pubblico destinatario 68
SOCIETA’ ITALIANA DI CHIMICA E SCIENZE COSMETOLOGICHE Educazione e Sviluppo Cosmetico un’organizzazione indipendente per il miglioramento del benessere della persona
Ringrazio tutti i presenti per l’attenzione dimostrata
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