Istituto Comprensivo "Giordani De Sanctis" - COMPITO DI REALTA' PRIME a.s. 2016/2017
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LE PRINCIPESSE BISTICCIONE AUTORE: MANZELLA ARIANNA (COLLABORATORI LORIS LURDO E ALESSIA MAZZA) 1A 11/05/17 INSEGNATE: PATRIZIA PALUMBO
Situazione iniziale C’era una volta, in un regno lontano tra valli incantate e fiumi fatati, una regina che aveva due figlie: Zafira e Rubina. La primogenita aveva gli occhi di un blu così bello da sembrare zaffiri e la minore aveva due gote rosse come rubini. Le due principesse erano belle e affettuose con tutti, ma tra di loro regnava una grande gelosia e non perdevano occasione per litigare; così litigavano e litigavano continuamente…
Sviluppo Tutti al palazzo erano esasperati; la regina madre non riusciva in alcun modo a calmare i loro caratteri ribelli. Le due principesse avevano un altro difetto: erano molto golose e ogni volta che la cuoca preparava dei dolci, la cucina del castello diventava un vero e proprio campo di battaglia. Arrivò il giorno del compleanno di Rubina e i giullari di corte organizzarono dei giochi nel giardino reale. Le due principesse correvano cercando di afferrare un piccolo maialino rosa, ma arrivate vicino ad un laghetto, Rubina afferrò la sorella strappandole l’orlo del vestito e le due cominciarono a litigare spingendosi e finendo in acqua. Non fecero in tempo a gridare aiuto che furono inghiottite da un vortice e si ritrovarono ai piedi di un grande albero. Le principesse si guardarono intorno sbalordite quando, all’improvviso, una porticina rossa spuntò dall’incavo del tronco. Rubina, che era la più curiosa, aprì la porta ed entrò seguita dalla sorella maggiore.
Sviluppo Attraversarono una lunga galleria e presto si ritrovarono in un’enorme cucina. Un grosso calderone bolliva sulla brace del camino e una strana vecchina sedeva accanto al focolare. “Benvenute principessine!”, esclamò la vecchina. “Ma dove siamo? E tu chi sei?”, domandò Zafira. “Siete nella mia casa ed io sono la fata del lago. Mi sentivo tanto sola e desideravo la compagnia di due graziose principesse. Se resterete un po’ di tempo con me vi regalerò i miei dolcetti fatati”. A quelle parole le principesse si incuriosirono. Rubina accettò subito la proposta mentre Zafira guardava la vecchia con sospetto. La fata fece apparire dal nulla dei biscotti dall’aspetto invitante e Rubina non si fece pregare. Zafira osservava la sorella che mangiava soddisfatta e ad ogni morso diventava più felice ed allegra; poi vide uno gnomo che sbirciava da una finestrella, così prese per mano la sorella e cercò di condurla fuori salutando cortesemente la vecchina, ma Rubina la spinse via dicendo che non si sarebbe mossa da lì. Zafira si arrabbiò, lasciò la sorella e si diresse verso il cortile… Nascosto dietro un cespuglio trovò lo gnomo impaurito. “Non temere, non ti farò del male”, disse Zafira. “Non è di te che ho paura, ma della strega del lago. Fai molta attenzione e non mangiare i suoi dolcetti, altrimenti non potrai più tornare a casa”. “Mia sorella li ha già ,mangiati!”, esclamò allarmata la principessa. “Allora devi lasciarla lì e andartene, non puoi fare altro”, rispose lo gnomo. “Ma deve esserci un modo per salvarla, non posso lasciarla qui, è mia sorella!” “Dovresti riuscire a far mangiare un pezzetto di questo fungo fatato alla strega; si addormenterà e potrete scappare, ma fai attenzione…la strega è furba e non si farà ingannare facilmente”.
Sviluppo Zafira ringraziò lo gnomo, prese il fungo e tornò dalla strega. “Bentornata figliola!”, disse la vecchina. “Ho deciso di restare con Rubina, ma ad una condizione”. “Sentiamo!”, rispose la strega. “Voglio essere io a preparare i tuoi dolcetti”. “Affare fatto!”, accettò la vecchina mentre prendeva gli ingredienti e spiegava a Zafira come fare. La principessa non sapeva come distrarre la strega che non le toglieva gli occhi di dosso neanche per un istante, ma ecco arrivare lo gnomo che, di nascosto, fece cadere una tazza dalla mensola. La strega si voltò e Zafira ne approfittò per sbriciolare il fungo fatato nell’impasto. Nel giro di un’ora i dolcetti furono pronti e Zafira li offrì alla strega che ne prese uno e lo diede a Rubina. Vedendo che Zafira non faceva nulla per impedirlo, ne prese uno per sé e lo mangiò soddisfatta. Dopo qualche minuto la vecchina e la principessa caddero a terra addormentate. Allora Zafira prese la sorella sulle spalle e la trascinò fuori fino alla riva del lago; ringraziò ancora lo gnomo che l’aveva aiutata e si gettò nell’acqua tenendo stretta Rubina.
Conclusione Quando riaprirono gli occhi, le due principesse si ritrovarono nel giardino reale. Zafira raccontò alla sorella l’accaduto e, dal quel giorno, le due principesse non litigarono più, perché avevano capito quanto erano importanti l’una per l’altra.
Situazione iniziale C’era una volta una cagnolina che aveva il difetto di essere troppo buona con tutti .
Sviluppo Un giorno dei ladri rubarono nella sua casa. Quel giorno il padrone aveva comprato un bel pastore tedesco addestrato per far scappare i ladri. Quando il pastore tedesco si accorse che in casa erano entrati dei ladri li aggredì subito. Il padrone di casa si svegliò di soprassalto perché sentì il cane che abbaiava molto forte. A questo punto la piccola cagnolina si rese conto che stava sbagliando e andò a chiudere tutte le uscite per non fare scappare i ladri così il padrone chiamò la polizia e i ladri vennero arrestati.
Conclusione La cagnolina capì che doveva essere buona, ma non sciocca, perché doveva difendere il suo padrone.
IL MIO AMICO LEONE Alessandro Fatone 1A 11/5/17 Prof. Palumbo Patrizia
Situazione iniziale Un giorno un leone stava camminando nella Savana e vide un leoncino in difficoltà perché i leoni più grandi di lui lo prendevano in giro. Il leoncino non riusciva a reagire perché non aveva stima di se stesso.
Sviluppo Il leone , che aveva capito questo , aiutò il leoncino ad avere stima di se stesso facendogli, piano piano, notare tutte le sue virtù che erano: cioè era buono, un grande amico, affettuoso , riconoscente e grazie a queste divenne più coraggioso e imparò a difendersi anche grazie agli allenamenti che faceva ogni giorno con il suo amico . Il leoncino , partecipò ad un torneo dove c erano anche i leoni che lo prendevano in giro . Con grande coraggio il leoncino sconfisse tutti . Quel torneo da quel giorno fu di esempio per tutti quelli che come il leoncino imparano a diventare coraggiosi grazie alla propria forza di volontà ma soprattutto grazie a quel meraviglioso sentimento che è l’ amicizia.
Conclusione Non bisogna svalutarsi , ma credere nelle proprie capacità e svilupparle.
IL RE E IL DRAGO TROIANO DENNIS 1^ A Maggio 2017 Prof.Patrizia Palumbo
INIZIO • C’era una volta in un castello maestoso un re di nome Dennis. Era molto gentile, aveva i capelli castani, gli occhi blu e indossava una bellissima armatura di ferro invulnerabile. Nel villaggio tutti sapevano che nella foresta Xuyanh c’era un drago gigante a tre teste di color verde, capace di sputare fuoco e di tagliare qualsiasi cosa con i suoi artigli, il suo nome era Warkhos. In passato aveva già distrutto il villaggio ma grazie ad un eroe il drago fu sconfitto; infatti il drago aveva un punto debole, se ascoltava la musica di un flauto magico si addormentava e solo quando sarebbe stato suonato, si sarebbe potuto risvegliare. Questo flauto era stato nascosto dal re Dennis affinché nessuno lo potesse più risuonare.
SVOLGIMENTO • Un giorno, uno gnomo vagava nel castello fin quando vide un baule e decise di aprirlo; vide all’interno un bellissimo flauto mai visto prima e dimenticandosi di quello successo in passato, lo suonò per lungo tempo, fino a quando il re lo trovò e subito glielo tolse di mano. Purtroppo però era troppo tardi ed il drago si era già svegliato e si dirigeva in gran fretta verso il villaggio. Nel frattempo al castello il re rimproverava lo gnomo per il guaio fatto ma, tra una spinta e l’altra il flauto cadde a terra, rompendosi in mille pezzi. Il re, disperato osservò dalla finestra che ormai il drago aveva già devastato il villaggio e si avvicinava al castello sempre più. Il re mandò tutti i suoi cavalieri a cercare di fermare Warkhos ma furono tutti sconfitti velocemente. Il drago, entrò nel castello dove ormai restavano solo il re e gli gnomi suoi aiutanti, e si preparava a radere al suolo anche il castello; a quel punto il re fu costretto a combattere per cercare di salvare quello che ormai restava della maestosa reggia ma, Dennis era molto più debole del drago e così ordinò agli gnomi di ricostruire velocemente il flauto magico. Il re ormai non ne poteva più e proprio in punto di morte gli gnomi finirono il flauto e lo suonarono rapidamente facendo addormentare in un solo colpo il drago che cadde a terra. Scampato il pericolo il re mise il flauto magico in una prigione super custodita; e non solo, infatti gli gnomi fecero una pozione magica col potere di far diventare buono il drago. Preparata la pozione il re Dennis la diede al drago che si svegliò e diventò buono.
FINE • Dopo mille scuse il drago insieme allo gnomo che aveva causato tutto questo, iniziarono a ricostruire il villaggio che divenne anche molto più forte grazie a Warkhos, così Dennis e tutti gli altri vissero per sempre felici e contenti.
IL CONIGLIO E LA TALPA Alunno: D’Ardes Matteo Classe I A Maggio 2017 Ins. Palumbo Patrizia
Situazione iniziale ● Un giorno un coniglio sbucò fuori dalla sua tana e vicino a lui c'era una talpa che sembrava voler fare amicizia con il conigli.-
SVILUPPO Allora il coniglio chiese: Il coniglio disse di sì; ogni giorno,all'alba,si incontravano e giocavano. Erano tanto felici ma un giorno si dissero: !Allora la talpa e il coniglio all'alba del giorno seguente iniziarono a scavare e a scavare finché non incontrarono un recinto e non potevano più passare. Con tutte le loro forze spinsero e lo buttarono giù. Nessuna era in testa ma il coniglio si era riposato cinque minuti.
Conclusione Ma in quei cinque minuti la talpa aveva vinto e allora il coniglio litigò con la talpa e da quel momento non si videro più. MORALE: non bisogna gareggiare con chi ha mezzi superiori ai nostri.
Mermidia AURORA D’ANTUONO Classe:1A 16/05/17 Prof: Patrizia Palumbo
Situazione iniziale C’era una volta una sirenetta che viveva nel mare con la sua famiglia,si chiamava Mermidia. Cresceva felice e serena insieme ai suoi fratelli e sorelle.
Sviluppo Un brutto giorno , Neridia , la strega dei mari, gelosa della famiglia di Mermidia , decise di mandare i suoi squali bianchi che vivevano con lei nelle profondità dell ‘oceano, per prenderli e portarli via dal palazzo dove non sarebbero potuti tornare mai più . Mermidia e la sua famiglia cercarono di scappare dalle grinfie di Neridia, ma avendo tutti la coda molto pesante e lunga, vennero presi e portati via , invece Mermidia , essendo ancora piccola rispetto ai genitori e ai fratelli , aveva la coda molto più leggera e così riuscì a scappare. Ma Neridia non riusciva a sopportare il fatto che nell ‘oceano ci fosse qualcuna più bella di lei, così la minacciò dicendole::cosi Mermidia sparì per sempre da quel posto e andò a vivere in una piccola grotta in fondo all ‘oceano e ogni sera andava sullo scoglio che si trovava più sopra, in superficie . Cantava e piangeva, dalle sue lacrime uscivano tanti pesciolini . Col passare degli anni, lei crebbe e l‘oceano era ormai colmo di pesci , talmente tanti che ogni marinaio del quartiere per guadagnarsi da vivere, andava a lavorare lì , ma quasi tutti quelli che partivano per il lavoro , non tornavano più ;
Sviluppo ‐ Disse il capitano della nave ‐ :: Ben era il miglior pescatore , era anche molto affascinante , infatti tutte desideravano sposarsi con lui, anche per la sua bravura e il suo coraggio.‐:: Il capitano gli diede ciò che voleva e poi partirono alla ricerca della creatura.
sviluppo Durante il viaggio cominciarono ad udire qualcosa, poi videro su uno scoglio una ragazza che cantava, non poteva mai essere una normale fanciulla perché non sarebbe mai riuscita ad arrivare a nuoto fino a quello scoglio nell‘oceano, così capirono che era proprio la sirena e cominciarono a spalmarsi la pozione sulle orecchie per evitare di sentirla cantare. La sirena si voltò, vide il marinaio Ben e se ne innamorò, stessa cosa per lei. Mermidia si avvicinò alla barca per vedere più da vicino il volto di Ben , poi i due si guardarono per un po’, finché il capitano afferrò la sua spada e gridando si scagliò contro Mermidia che scappò. Ben si arrabbiò molto con il capitano e decise di non ascoltarlo quando gli diceva di non avvicinarsi più alla sirena.
sviluppo Così ogni sera partiva per andare a trovare Mermidia , finché un giorno gli porto un meraviglioso anello fatto con un corallo speciale che cambiava colore al sole e le chiese di sposarlo , lei ovviamente rispose con un “SI”e andò a chiamare tutti i suoi amici pesci per celebrare le nozze . Ma nel frattempo arrivò il capitano della nave :> dopo aver detto questo, il capitano si scagliò su Ben che con due colpi di spada fece affondare il capitano e la sua nave nelle profondità degli abissi .
Conclusione Così finalmente Ben e Mermidia si sposarono sullo scoglio e in quel momento Mermidia si trasformò in una ragazza come le altre e poi andarono a vivere insieme felici e contenti .
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