Insulti in aula a "La Svolta": dopo il riconoscimento dei Barilaro. Espulso Gallotta/ DIRETTA (10) - Riviera24

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Insulti in aula a "La Svolta": dopo il riconoscimento dei Barilaro. Espulso Gallotta/ DIRETTA (10) - Riviera24
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     Insulti in aula a “La Svolta”: dopo il riconoscimento dei
     Barilaro. Espulso Gallotta/ DIRETTA (10)
     di Fabrizio Tenerelli
     22 Gennaio 2014 – 10:40

     E’ tornata in aula, alle 10, davanti al Tribunale Collegiale di Imperia (presidente Paolo
     Luppi e giudici a latere: Anna Bonsignorio e Massimiliano Botti), con l’ingresso del pentito
     della ‘ndrangheta, Francesco Oliverio, una nuova udienza al processo per associazione a
     delinquere di stampo mafioso e reati "fine", che vede alla sbarra i 36 imputati
     dell’operazione "La Svolta" contro la criminalità organizzata nel Ponente della Liguria, che
     il 3 dicembre del 2012 portò in carcere 15 persone.

     La mattinata è stata dedicata al riconoscimento fotografico, con il pm Giovanni Arena,
     della Dda di Genova, che ha chiesto di distribuire agli avvocati l’indice delle fotografie dei
     personaggi, alcuni dei quali legati al mondo della malavita, per sapere se il pentito li
     conosce oppure li ha conosciuti in passato e in quali circostanze.

     Si sono vissuti momenti di tensione, in aula, quando Oliverio ha riconosciuto nelle
     immagini: 39 e 40, i fratelli Barilaro. Il detenuto Giuseppe Gallotta, da dietro le sbarre ha
     gridato “Sei un piscia” e il giudice ha interrotto l’udienza, allontanando dall’aula il
     detenuto.

     Altri momenti di contestazione si sono avuti, anche intorno alle 12.30, quando il pm Arena
     ha estratto un ulteriore fascicoletto di 4 foto, portandolo sul banco del teste e dicendo che
     all’interno, nell’ultima pagina, era riportato l’elenco dei nomi dei rispettivi soggetti. Il
     collegio difensivo ha chiesto di togliere quest’ultima pagina; quindi sono state mostrate le

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     foto al pentito, che in una di queste avrebbe riconosciuto un certo "Savino", l’uomo, che lo
     avrebbe ospitato sulle alture di Sanremo, quando si trovava qui in zona per una
     compravendita di 200 chilogrammi di cocaina.

     Nel corso della lunghissima deposizione, Oliverio ha riconosciuto nelle varie foto: i fratelli
     Maurizio, Michele e Roberto Pellegrino. Quindi, ha fatto riferimento a incontri a casa di un
     certo Angelo (del quale non ha detto il nome), dove ha incontrato i due De Marte e due dei
     fratelli Pellegrino.

     Fa anche riferimento a "quella volta dei due chili". Quindi, riconosce Francesco (Ciccio) De
     Marte, che gli avrebbe chiesto, se conosceva qualche “locale” nella zona di Gerenzano
     (Varese). Poi, è la volta di Rocco De Marte; Francesco Barbaro insieme a Vito Tripoli (socio
     occulto del movimento terra); Nunzio Carmelo Novella, che “voleva staccare la Lombardia
     dalla Calabria ed è stato ucciso nel 2009”; Francesco Fortunato e il fratelli di quest’ultimo.

     LA CRONACA DALL’AULA

     Foto 1: Oliverio riconosce Michele Pellegrino

     Foto 5: Maurizio Pellegrino

     Foto 4: Roberto Pellegrino

     Il teste fa, poi, riferimento ad incontri a casa di un certo Angelo (non dice il cognome),
     dove ha incontrato i due De Marte e due fratelli Pellegrino. Fa anche riferimento a "quella
     volta dei due chili".

     Foto 8: Vincenzo Pellegrino

     Foto 10: Francesco (Ciccio) De Marte, che gli avrebbe chiesto, se conosceva qualche locale
     nella zona di Gerenzano (Varese) per i videopoker sui quali avevano il 25 per cento. I
     Pellegrino fornivano le macchine

     Foto 12 riconosce de Marte Rocco

     Ore 10.32

     Foto 14: Francesco Barbaro insieme a Vito Tripoli (socio occulto del movimento terra)

     Foto 18: faccia conosciuta, ma non ricorda

     Foto 25: Nunzio Carmelo Novella, che voleva staccare la Lombardia dalla Calabria ed è
     stato ucciso nel 2009

     Foto 39: Francesco Forurnato

     Foto 42: il fratello di Fortunato

     alle 11, poi, una pausa e l’udienza riprende alle 11.30 circa.

     Alle 11.40: il giudice risospende l’udienza, perchè un detenuto mormora qualcosa e parla
     di "fiction" e vuole sapere cosa è stato detto. Alla fine viene allontanato dall’aula, Giuseppe
     Gallotta, per il comporamento processuale e l’udienza riprende.

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     Pare abbia detto (RIFERITO AL PENTITO) "Una biscia".

     Ore 11,48

     Dopo l’espulsione ricomincia il riconosimentoo delle foto

     Foto 66: faccia conosciuta ma non ricorda, gli sembra in Liguria

     Foto70: Marcello (cognome) suo parente e sodale

     Foto 80: Lorenzo carbone conosciuto in carcere (abita a brandizzo-to)

     F83: Gorin romeno spacciatore

     Foto 85 Raffaele Rossi sodale il fratello era della locale di Rho

     Foto 97-98-99: facce conosciute ma non ricorda forse li ha incontrati a Sanremo la sera
     prima della cena

     Foto 104: Alessio Vincenzo novella figlio di Carmelo

     Foto 105: Giulio Martini esponente dei De Stefano, in Lombardia

     Riferimenti a Lega Nord e a Belsito per far vedere che politicamente erano messi bene

     Foto 111: Stefano Sanflippo braccio destro di Novella

     I Callace temono una reazione da parte sua e salgono per "fargli il discorso" (ucciderlo) il
     teste e altri ‘uomini’ si impegnano per non farlo eliminare

     Ore 12.04

     Spiega che con una sua ditta ‘cava transe?’ Facevano finti colloqui e facevano portare ai
     candidati le fotocopie dei documenti. Una volta fatti verificare da uomini delle forze
     dell’ordine conniventi, se erano incensurati li clonavano

     Ore 12.30 circa

     Brusio e contestazioni in aula, quando il pm afferma che accanto alle foto delle persone
     mostrate al pentito (nel secondo fascicoletto), in una pagina ci sono scritti anche i nomi.
     Gli stessi parenti dei detenuti si sono sollevati e la difesa ha chiesto di togliere quella
     pagina.

     Ore 12.52

     Riprende il processo. Il pm chiede, per riepilogare, se il teste ha altri processi in corso e
     quest’ultimo risponde di sì. Viene chiesto al teste, se era a conoscenza di giri di appalti in
     Liguria. Quest’ultimo afferma che quando era in carcere a Torino gli avevano parlato di
     una possibilità di attività di smaltimento rifiuti tra la Liguria e la Toscana ma non è mai
     entrato in merito perché se ne occupavano altri.

     Il teste ripercorre il motivo del suo pentimento che già ha iniziato a maturare dal
     2006/2007 dopo l’omicidio da lui commesso (la madre della vittima e morta di infarto
     quando ha riconosciuto il figlio) in questi anni ha riflettuto sul suo passato e sulle cose che

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     ha fatto pensando anche alla sua famiglia

     Ore 13.06

     La vittima era più o meno un coetaneo del teste. Lo ha ucciso tra natale e capodanno e
     insieme. Ad altri ha lasciato il cadavere nella sua macchina (della vittima) con una
     bombola di gas che ha in seguito fatto esplodere. Quando il corpo viene ritrovato il teste
     (tramite gli affiliati della zona) viene a sapere che la madre della vittima è stata ricoverata
     per un attacco di cuore alla notizia della morte del figlio e dall’ospedale non è più uscita.

     Ore 13.11
     L’omicidio è avvenuto nel 2006, Il teste si è pentito, dopo che è stato arrestato (ha scritto
     al pm Curcio, nel 2011, dcendo che voleva pentirsi). A questo punto, l’avvocato Marco
     Bosio dice che nel 2006, nell’inchiesta "Galassia", tuttora in corso, il nome di Oliverio non
     viene menzionato nel rapporto dei Carabinieri del Ros, malgrado lui stesso (il pentito)
     affermi di essere a capo di una locale.

     Ore 13.20

     Il teste prosegue nellam propria deposizione: tra il 2007 e il 2010 dice che ha incontrato
     Gangemi, ma non ricorda precisamente quando e dove. Pare che Gangemi stesse andando
     dai lombardi per delle ‘novità’. Spiega che nel nord per aprire una nuova locale bisogna
     chiedere prima ‘al crimine’ e poi alla "mamma". L’ultima parola spetta alla "mamma" (una
     sorta di centro di controllo formato dalle varie locali). Se l’autorizzazione non chiede data
     e la ‘ndrina continua lo stesso le sue attività, viene chiamata "’ndrina bastarda".

     Ore 13.53

     L’av. Bosio chiede: "Perché chiede finanziamenti agli Arena invece che ai Papalia?".
     Risponde il pentito Oliverio: "Primo lui era alleato con gli Arena, poi per comodità
     logistica, perché gli Arena avevano l’area dell’interland milanese mentre i Papalia avevano
     Milano".

     Ore 13.47

     Episodio a casa Oliverio (2007/2008) la famosa storia dei "due chili" 8si presume
     stupefacenti) e dei fratelli Pellegrino, con i De Marte. Bosio chiede se nella casa c’era
     odore di ammoniaca il teste risponde di no, probabilmente avevano areato la casa prima
     che arrivasse lui. Quella sera poi sono arrivati i carabinieri.

     Ore 14.00

     L’avvocato Bosio controinterroga il teste a proposito del suo viaggio, a Sanremo, per
     l’affare di Mentone e sul l’incontro con i Pellegrino per ricevere l’autorizzazione
     all’operazione. Il teste risponde con alcune contraddizioni rispetto al verbale del 2012,
     Olivieri si giustifica, dicendo che, nel 2012, alla prima deposizione, non era sicuro dei nomi
     e chi lo interrogava, allora, gli ha detto che poteva poi ‘ritrattare’ ( in particolare nel 2012
     parla di Pelle, ma oggi ha detto Palamara).

     I NOMI DEI 36 IMPUTATI

     Di seguito i nomi degli arrestati rinviati a giudizio: Giuseppe Marcianò, 80 anni, detto
     "Peppino" o "Zio", di Vallecrosia, ex titolare del ristorante "Le Volte" di Ventimiglia,

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     ritenuto capo del "locale" di Ventimiglia della ‘ndrangheta; Vincenzo Marcianò, 35 anni,
     detto "Vincenzino", figlio di Giuseppe, di Vallecrosia, partecipe; Vincenzo Marcianò, 65
     anni, nipote di Giuseppe, di Ventimiglia, partecipe; Omar Allavena, 59 anni,
     sovrintendente della polizia municipale di Vallecrosia, residente a Ventimiglia, partecipe;
     Giuseppe Gallotta, 47 anni, detto "Pino", di Ventimiglia, partecipe; Annunziato Roldi,
     57 anni, detto "Nunzio", di Ventimiglia, partecipe; Federico Paraschiva, 41 anni, detto
     "Ragioniere", di Vallecrosia, imprenditore, partecipe; Salvatore Trinchera, 67 anni, di
     Ventimiglia, originario di Gioia Tauro (RC), partecipe; Giuseppe Cosentino, 68 anni,
     detto "Compare Pino", di Ventimiglia, originario di Reggio Calabria, partecipe; Antonio
     Palamara, 73 anni, di Ventimiglia, ritenuto al pari di Giuseppe Marcianò capo del "locale"
     di Ventimigia (arresti domiciliari); Giuseppe Scarfò, 82 anni, di Ventimiglia, originario di
     Giffone (RC), partecipe (arresti domiciliari); per altri reati emersi nel corso dell’indagine i
     carabinieri hanno arrestato; Filippo Spirlì, 40 anni, detto "Baiocco", di Ventimiglia,
     originario di Taurianova (RC). per prestito ad usura; Rosario Ambesi, 65 anni, di
     Ventimiglia, originario di Molochio (RC) per prestito ad usura ed estorsione; Maurizio
     Pellegrino, 40 anni, di Bordighera, attualmente detenuto, traffico di droga e detenzione di
     armi; Roberto Pellegrino, 36 anni, di Bordighera, attualmente detenuto, detenzione di
     armi.

     Tra gli altri rinviati a giudizio, che non vennero arrestati, ma che vennero sottoposti ad atti
     giudiziari (perquisizioni e via dicendo) risultano: agli altri due fratelli Pellegrino,
     Giovanni (43 anni) e Michele (46 anni); l’ex sindaco di Ventimiglia, Gaetano Scullino e
     il suo ex direttore generale del Comune, il commercialista Marco Prestileo. E poi:
     Antonio De Marte, 40 anni , Francesco De Marte, 42 anni e Salvatore De Marte, 35
     anni, originari di Seminara (RC); Marcello Giovinazzo, 43 anni, originario di Rosarno
     (RC); Ettore Castellana (per la vicenda dell’attentato a Parodi), 63 anni, originario di
     Camporosso, con la moglie Stefania Basso, 60 anni, originaria di Rocchetta Nervina.
     Quindi, Paolo Macrì, 67 anni, originario di Gioia Tauro (RC), Alessandro Macrì, 28 anni,
     nata a Bordighera, Angela Elia, 70 anni, originaria di Varapodio (RC), Giuseppe
     Calabrese, 39 anni, originario di Reggio Calabria, Nazzareno Alvaro, 40 anni, di
     Ventimiglia, Jason Allavena, 35 anni, di Ventimiglia, Antonino Barilaro, 57 anni,
     originario di Anoia (RC), Armando D’Agostino, 55 anni, originario di Rosarno (RC),
     Fortunato Foti, 40 anni, di Ventimiglia, Angelo Oliveri, 49 anni, originario di Scandale
     (KR), Enzo Gammicchia, 46 anni, originario di Erice (TP).

     LA DIRETTA (10)

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