Insufficienza Glottica Cronica - TESI DI FINE CORSO - CFLPapers

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Insufficienza Glottica Cronica - TESI DI FINE CORSO - CFLPapers
TESI DI FINE CORSO

        Insufficienza Glottica Cronica
    per Slivellamento Cordale in un Cantante

TUTOR                                     STUDENT
Dr. Alfonso BORRAGÁN TORRE                 Dr. Carmen DI MAIO

                   ANNO ACCADEMICO 2020-2021
Insufficienza Glottica Cronica - TESI DI FINE CORSO - CFLPapers
INDICE:

1. INTRODUZIONE …………………………………………………………………………PAG.2

2. FONAZIONE FISIOLOGICA E INSUFFICIENZA GLOTTICA …………...……….…PAG.2

3. CAUSE DELLA INSUFFICIENZA GLOTTICA…………………………………….…. PAG.3

4. CONSEGUENZE DELL’INSUFFICIENZA GLOTTICA ……………………………....PAG.5

5. INSUFFICIENZA GLOTTICA FISIOLOGICA …………………………………..….… PAG.7

6. STUDIO DI UN CASO DI INSUFFICIENZA GLOTTICA.…………………………….PAG.7

7. PROGRAMMA DI AZIONE………………………………………………………..……..PAG.9

8. MOTIVAZIONI E COMMENTI SULL’ESPERIMENTO…………………………….….PAG.9

9. RISULTATI ………………………………………………………………………………PAG.10

10. SECONDO ESPERIMENTO: DESCRIZIONE E RISULTATI …….………………PAG.11

11. CONCLUSIONI…………………………………………………………………………PAG.13

12. BIBLIOGRAFIA.…………….………………………….………………………………PAG.15

13. ALLEGATO NR. 1.…………….……………………….………………………………PAG.16

14. ALLEGATO NR. 2……….….………………………….………………………………PAG.19

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Insufficienza Glottica Cronica - TESI DI FINE CORSO - CFLPapers
1. INTRODUZIONE

    La ragione che mi ha spinto ad affrontare questa ricerca è legata alla mia esperienza di
cantante e insegnante di canto con problemi di fuga d’aria.
    Quando ho iniziato a cantare in molti restavano colpiti dalla mia voce per il suo timbro
scuro, morbido e con una componente particolare. Un’insegnante mi fece notare che la
particolarità della mia voce era quello che lei definì simpaticamente uno ‘’sfiatino’’. Si trattava
di una fuga d’aria legata, secondo la sua opinione, ad un atteggiamento posturale delle
corde vocali consolidato negli anni. Mi disse che potevo decidere se lasciarla cosi o
correggerla per evitare possibili danni in futuro. Io semplicemente scelsi di ignorare il
problema perché non avrei mai voluto che la mia ‘’bella’’ voce cambiasse.
    Nel corso degli anni, mentre consolidavo la mia consapevolezza sulla voce e le mie
conoscenze tecniche, ho cominciato ad osservare una serie di caratteristiche della mia
vocalità sia cantata che parlata alle quali, non solo mi ero abituata, ma consideravo i miei
punti di forza: una voce sporca, disfonica, graffiata, poco a fuoco. Anche se erano spesso
accompagnate da grosse difficoltà nella tessitura acuta e una generale instabilità della voce.
    Soffrivo da molti anni di un reflusso gastro-esofageo latente e di fastidi alle vie
respiratorie con sensazione frequente di naso chiuso, iperproduzione di muchi, raclàge
continuo, ma anche a questo ero abituata, tanto da considerarli elementi indipendenti dalla
mia voce cantata. Solo dopo aver compreso di avere un problema ho iniziato una serie di
visite foniatriche, sedute logopediche e visite gastroenterologiche. Le diagnosi sono state:
ernia iatale, esofagite grave, insufficienza glottica con slivellamento delle aritenoidi.
    A questo punto mi sono chiesta: E’ possibile risolvere l’insufficienza glottica con il canto?
Prima di provare a dare una risposta al mio quesito, vediamo che cos’è l’insufficienza
glottica, da cosa è causata e quali conseguenze produce.

  2. FONAZIONE FISIOLOGICA E INSUFFICIENZA GLOTTICA

    Nella fonazione fisiologica le corde vocali si congiungono sulla linea mediana
producendo l’accollamento dei bordi liberi che creano un ostacolo all’aria proveniente dai
polmoni. Questo produce un aumento immediato e repentino della pressione sotto le corde
tale da determinarne l’apertura. La fuoriuscita dell’aria attraverso le corde provoca un brusco
calo di pressione con un effetto di risucchio (Effetto Bernoulli) che le fa richiudere dando vita
alla cosiddetta Onda Mucosa, ovvero al ciclo infinito di apertura e chiusura delle corde
necessario alla fonazione.

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Insufficienza Glottica Cronica - TESI DI FINE CORSO - CFLPapers
Nello spazio tra le corde false e quelle vere c’è un solco di forma ellittica,
indispensabile al buon funzionamento della voce: il Ventricolo di Morgagni. Questo
spazio genera continuamente muco lubrificante che, attraverso la pressione negativa,
viene aspirato e rilasciato in abbondanza sulle corde cosi da favorirne il movimento
fisiologico e prevenire la denaturalizzazione delle proteine della lamina propria.
   Una buona chiusura delle corde produce, inoltre, un buon timbro già al livello della
sorgente, quindi molto suono con una componente armonica ottimale e la presenza di una
prima armonica fondamentale dotata di un'intensità adeguata.
Naturalmente le cavità di risonanza andranno ad amplificare questo segnale e quindi più il
timbro glottico è buono, più il segnale è ricco di armoniche, più l'amplificazione darà luogo
ad una voce ricca, risonante e bella.

                       Corde vocali in adduzione fisiologica

   L’insufficienza glottica si verifica quando le corde vocali non riescono ad addursi
completamente. Questa chiusura incompleta lascia uno spazio tra le pieghe che provoca un
passaggio d’aria durante la fonazione e impedisce alle corde una corretta vibrazione. La
conseguenza percettiva è l'udibilità di un rumore da fuga d'aria che può andare a
sovrapporsi al segnale in modo più o meno evidente, fino addirittura a sostituirlo.
   Questo rumore si posiziona nelle zone più gravi dello spettro (MDVP-Multi-Dimensional
Voice Program) quando lo spazio glottico è ampio con le pareti non rigide e in questo modo
scurisce la voce. Questo accade quando la corrente aerea è dotata di un Moto Laminare.
   Quando invece lo spazio glottico è più ristretto e le pareti sono tese, il moto dell'aria in
uscita assume carattere Turbolento e questo fa sì che il rumore vada a posizionarsi in una
zona superiore dello spettro.

  3. CAUSE DELLA INSUFFICIENZA GLOTTICA

   Le cause della insufficienza glottica sono solo quattro, anche se, all’interno di ogni
categoria, possono esserci molte varianti. Le prime due sono le più frequenti:
1. Qualsiasi elemento impedisca alla corda di essere perfettamente liscia lascia uno spazio
   nell’ adduzione cordale che produce un’insufficienza glottica. Il bordo libero può essere

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irregolare a causa di una lesione sporgente, di una escrescenza o protuberanza causata
   da patologie quali Pre-contatti, Noduli della plica vocale, Polipi della Laringe. Cisti
   mucose, Cisti sierose, Edemi con prolasso mucoso, Edemi di Reinke. Ci sono anche
   casi di irregolarità congenite del bordo libero quali Sulcus, Vergeture, Ponte mucoso.
2. La seconda causa di scarsa adduzione cordale riguarda le patologie della zona
   posteriore della glottide che non permettono alle corde vocali di addursi sulla linea
   mediana. Si tratta di infiammazioni della zona interaritenoidea (lo spazio tra le aritenoidi)
   che molto spesso si sviluppano a causa di patologie legate al reflusso gastro esofageo
   o ad infiammazioni nasali.
   Le altre due cause sono collegate alla patologia della Paralisi Cordale.
3. La prima è legata alla mobilità della corda. Quando si parla di paralisi cordale in realtà si
   tratta sempre di una paralisi della muscolatura aritenoidea conseguente ad una lesione
   nervosa che paralizza anche le corde vocali. Di solito la paralisi avviene su una delle
   aritenoidi che rende impossibile l’adduzione in quanto una sola corda, con il suo naturale
   movimento, non riesce a raggiungere l’altra oltre la zona mediana. Questo è possibile
   solo dopo un lungo periodo di terapia specifica mirata a modificare l’elasticità muscolare.
4. La seconda causa è legata allo slivellamento del piano glottico a causa di lesioni
   neurologiche. Nello specifico, in seguito ad una paralisi dei muscoli aritenoidei, la postura
   anomala di lunga durata crea un dislivello tra le corde vocali che, in seguito alla
   riconnessione del nervo e alla riattivazione muscolare, restano nella posizione errata.
   Questo evento può verificarsi anche in seguito a lesioni infiammatorie importanti e di
   lunga durata.

    Alla laringoscopia, l’insufficienza glottica può presentarsi in sette forme diverse in base
al tipo di patologia e alla posizione in cui la corda vocale risulta danneggiata:
   •   Insufficienza glottica anteriore o posteriore: chiudendosi, le corde lasciano
       un’apertura nella parte anteriore o in quella posteriore;

                   Insufficienza glottica anteriore             Insufficienza glottica posteriore

   •   Insufficienza glottica a Clessidra: quando il contatto avviene solo nella zona centrale
       delle corde che lasciano uno spazio vuoto anteriormente ed uno posteriormente;

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Insufficienza glottica a clessidra

   •   Insufficienza glottica longitudinale: quando resta uno spazio vuoto lungo tutto il bordo
       cordale;

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   •   Insufficienza glottica irregolare: quando il bordo cordale si presenta frastagliato o
       ondulato per cui l’adduzione non può essere completa;

                                                Insufficienza glottica irregolare

   •   Insufficienza glottica per paralisi cordale in posizione intermedia (quando la paralisi
       non è in zona paramediana e le corde restano poco aperte) o laterale (quando lo
       spazio tra le corde è molto ampio).

                                                Paralisi cordale monolaterale

  4. CONSEGUENZE DELL’INSUFFICIENZA GLOTTICA

   L’insufficienza glottica di solito rappresenta un sintomo preoccupante, specialmente per
il professionista della voce, a causa delle conseguenze negative che produce:

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•   L’attrito tra le corde vocali. L’eccesso di aria che passa tra le corde produce una
       secchezza delle mucose con conseguente modificazione delle strutture circostanti
       (assottigliamento dei tessuti, micro lesioni);
   •   La diminuzione della pressione dell’aria e dell’emissione sonora. Se la pressione
       dell’aria che spinge sotto le corde non trova l’ostacolo necessario, ne consegue la
       produzione di una voce debole, soffiata, ipofonica, poco intensa, sporca e che
       necessita di compensazioni per poter essere emessa;
   •   La diminuzione della pressione transglottica. Ovvero la riduzione della pressione tra
       le corde vocali. Se la pressione non è sufficientemente negativa, anche l’aspirazione
       del muco lubrificante dal Ventricolo di Morgagni sarà insufficiente, con conseguente
       alterazione della lubrificazione dei tessuti;
   •   La diminuzione dell’Onda mucosa, che porterà come conseguenza un aumento dello
       sforzo vocale che a sua volta produrrà irrigidimento e quindi riduzione dell’elasticità
       delle strutture con conseguente compressione di queste ultime.

 In sintesi, una insufficienza glottica produce tre situazioni estremamente dannose per la
salute vocale
   1. Mette la laringe in una condizione di sforzo vocale continuo.
   2. Modifica la lubrificazione della laringe in forma cronica.
   3. Produce modificazioni strutturali e microlesioni dei tessuti anche definitive.

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Tutte queste alterazioni convergono in un unico, enorme problema: le Infiammazioni.
I processi infiammatori possono essere di varia natura: reflusso gastro-esofageo, cattivo
funzionamento del naso o qualsiasi altro disturbo legato alla zona naso-faringea. Essi
portano come conseguenza primaria la riduzione della capacità di autoregolarsi dei tessuti.
Anche questa diminuzione può diventare, a sua volta, causa di infiammazioni e di
insufficienza glottica.
    In conclusione, quindi, l’insufficienza può essere origine, ma anche conseguenza di
processi infiammatori importanti.

  5. INSUFFICIENZA GLOTTICA FISIOLOGICA

    La fuga d'aria può essere anche fisiologica in fasi transitorie della vita.
Durante la muta vocale nelle ragazze c’è una riduzione dell’adduzione glottica con
insufficienza posteriore, causata dal ridotto tono dei muscoli interaritenoidei, con comparsa
di voce soffiata soprattutto nella parte più acuta della tessitura.
Nella muta iniziale maschile è presente una labilità adduttoria con rumore da fuga d’aria
nella parte più acuta della tessitura che migliora in un arco di 12/14 mesi circa.
    Nella fase dell’invecchiamento avviene un irrigidimento del giunto cricoaritenoideo che
provoca la diminuzione del movimento cordale con un’adduzione meno efficace.
    E’ possibile anche produrre volontariamente una fuga d'aria attivando la cosiddetta Voce
Soffiata, molto in uso nella voce artistica, ma bisogna saperla dosare perché l’abuso
produrrebbe gli stessi effetti delle patologie sopra descritte.

  6. STUDIO DI UN CASO DI INSUFFICIENZA GLOTTICA

    Lo slivellamento delle corde vocali, come abbiamo già visto, accade quasi sempre per
una causa neurologica: Il nervo perde forza e cede. Questo può accadere anche per una
causa infiammatoria, ma si tratta di un evento piuttosto raro.
    Le mie corde vocali, alla visita foniatrica, mostrano uno slivellamento che, per come si
presenta la muscolatura (con entrambe le aritenoidi mobili), non sembra riconducibile ad
una paralisi.

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Corde vocali con dislivello sul piano glottico

    E’ probabile che la causa sia un’infiammazione molto forte che ha bloccato e tirato verso
l’alto o il basso le aritenoidi provocando una differenza di altezza tra le corde. Questo
dislivello impedisce il corretto accollamento dei bordi liberi cordali con conseguente fuga
d’aria intrafonatoria.
    L’infiammazione può dipendere dal reflusso gastro esofageo o dal naso (o da qualsiasi
altra cosa accaduta nella zona glottica posteriore). Si può mettere in relazione con una
postura scorretta perché, quando si ha un’infiammazione e si assume una postura
compensatoria sbagliata, l’infiammazione fissa la posizione errata della corda facendole
perdere mobilità.
    Un altro elemento può essere la costrizione che attivavo di frequente prima di iniziare a
studiare canto. Non può essere ritenuta la diretta responsabile dell’infiammazione, ma
certamente può aver provocato una postura errata.
    L’ultimo elemento analizzato riguarda la posizione della mandibola che, a causa di una
II classe non più trattabile in ortodonzia, viene spinta in avanti, come atteggiamento
compensatorio, fin da quando ero bambina e questo può influenzare la posizione della
lingua.
In sintesi nel mio caso il reflusso (o altro) ha provocato l’infiammazione, che ha provocato
l’insufficienza glottica, che, a sua volta, ha alimentato l’infiammazione innescando un brutto
circolo vizioso dal quale è difficile uscire.
    Attualmente sono in cura con Inibitore di pompa protonica per ernia iatale e forte
esofagite, e dalle immagini dell’ultima visita foniatrica si evince un assottigliamento della
lamina propria con delle lesioni.
    A questo punto le domande che mi sono posta sono:
E’ possibile modificare definitivamente l’insufficienza glottica in un cantante con il canto?
E’ reversibile lo stato infiammatorio in cui mi trovo? Cosa posso fare?

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7. PROGRAMMA DI AZIONE

    Sono partita dal presupposto che il nostro corpo cambia continuamente e nel giro di 10
anni riesce a rigenerarsi completamente, che c’è un turnover cellulare che tende a riformare
correttamente le cellule di ogni parte del corpo in tempi diversi.
    Ho quindi studiato il seguente programma di azione da svolgere in 5 giorni per 3 volte
al giorno, per un totale di 9 minuti, cronometro alla mano:
   •   3 min. parlare o cantare mentre respiro vapore caldo/umido (con fiori di camomilla e
       timo)
   •   RIPETERE PER 3 VOLTE I SEGUENTI DUE ESERCIZI:
       60 sec.: trazioni in avanti della lingua tenendo 8/10 sec, poi mollare e riprendere
       tirando un po' di più cantando o parlando.
       60 sec.: esercizi di micro-yodel (tipo sioux) 10 sec + 5 sec. normali toccando le zone
       acute o gravi in base a dove trovo maggiori difficoltà

    Per misurare la validità della sperimentazione ho registrato la mia voce prima di iniziare
il protocollo e dopo i 5 giorni registrando con il cellulare nelle stesse condizioni (stesso luogo
e alla stessa distanza dal cellulare) nel modo seguente:
   •   /a/ lunga al TMF per 3 volte (altezza comoda)
   •   + registrazione di un brano difficile per intero (ho scelto ‘Hurt’ di Christina Aguilera)

  8. MOTIVAZIONI E COMMENTI SULL’ESPERIMENTO

    Ho utilizzato la fonazione con il caldo umido per preparare la mucosa al lavoro
successivo; le trazioni ripetute della lingua durante la fonazione perché ogni volta che tiro
la lingua verso l’esterno le corde vocali si chiudono e si allenano alla fonazione in adduzione;
gli esercizi di microyodel perché i salti aiutano a togliere tensione cordale producendo un
contatto più preciso, alternati ad intervalli semplici di seconda minore per migliorare
l’elasticità complessiva.
    Ripeto l’esperimento per tre volte in ognuna delle tre sessioni quotidiane cosi da
trasferire e fissare le informazioni al cervello nel modo più efficace.
Nei cinque giorni in cui ho fatto l’esperimento ho tenuto un diario in cui ho appuntato tutte le
sensazioni. La prima volta mi è servita per capire esattamente cosa fare così ho definito un
protocollo standardizzato con tutti i vocalizzi e le emissioni sonore.
    Le trazioni linguali sono state piuttosto spiacevoli. Ho sentito dolore in particolare al
livello del frenulo linguale, infatti ho dovuto tirare la lingua anteriormente e non verso il

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basso. I primi tre giorni il dolore non mi ha permesso una buona trazione della lingua e
questo ha reso gli esercizi molto sgradevoli tanto da associare tutto il protocollo ad una
sensazione spiacevole. Nel momento della fonazione la lingua tendeva ad arretrare
soprattutto sugli estremi della tessitura vocale, ed è qui che ho attivato di più il gioco della
forza. Pian piano la lingua ha mollato un po' la tensione, l’ho sentita meno ‘’ingombrante’’ e
ho avuto la sensazione che alcuni suoni intrappolati dietro di essa si stessero liberando,
mentre il movimento della lingua si ampliava. L’indolenzimento è continuato sempre, ma
negli ultimi due giorni il dolore acuto si è affievolito.
    Ho percepito fin da subito un forte aumento della salivazione e una migliore
umidificazione del cavo orale.
    Durante i cinque giorni la qualità della mia voce è risultata fortemente instabile. L’ho
sentita ariosissima, con la gola secca, particolarmente sfocata, affaticata e fioca, a volte la
voce è uscita sdoppiata (tipo diplofonia), a tratti ho sentito più che una scarsa adduzione,
come se le corde andassero a vuoto, e, per riuscire ad emettere i suoni, ho dovuto provarli
molte volte.
    Infine, lavorando sulle note acute, ho sentito dolori muscolari a livello di gola e collo.
Di contro sono anche riuscita a migliorare la tessitura acuta toccando bene note tipo
FA#4/SOL4 sempre lavorando gradualmente.

  9. RISULTATI

    Le analisi effettuata sulle registrazioni con MDVP (Multi-Dimensional Voice Program 22
parametri in rapporto a frequenza, intensità e rumore delle diverse frequenze) hanno
evidenziato che la vocale /a/ risulta molto migliorata alla fine dei 5 giorni.

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Sulla canzone, invece, notiamo addirittura il peggioramento di alcuni parametri. Questi i
parametri soggettivi valutati, i risultati dell’MDVP (VEDI ALLEGATO 1):
                                              Tirare lingua+microyodel

                          Parametri              PRE           POST
                          Leggerezza                   1                 3
                          Risonanza                    1                 2
                          Proiezione                   2                 1
                          Vibrato                      2                 2
                          Intonazione                  3                 2
                                                  9             10

                          Rotture di voce              1                 2
                          Voce ariosa                  2                 3
                                                  3             5

                    Parametri soggettivi valutati: (punteggio da 0 min a 4 max)

    Nella vocale ferma, a differenza della complessa dinamicità della canzone, sono riuscita
a controllare bene la chiusura, quindi concludo che gli esercizi, almeno in parte, hanno
funzionato e allora mi chiedo: Perché la voce non è migliorata anche nella canzone?
    La prima ipotesi è che, in presenza di uno slivellamento cordale presente già da tempo,
è troppo difficile controllare l’adduzione.
    La seconda ipotesi è che, nonostante le cure, l’infiammazione alla base è ancora attiva
e quindi il risultato raggiungibile con questo protocollo è insignificante perché gestire le
dinamiche del canto su una patologia così complessa risulta davvero difficile.
Il trattamento farmacologico per il reflusso, infatti, non è risolutivo, ma serve solo ad
abbassare il grado di acidità. Se lo sfintere dell’esofago è aperto, qualsiasi comportamento
errato (piegarsi in avanti, mangiare troppo) provoca la risalita di acido che danneggia i
tessuti, i quali impiegano non meno di 3 o 4 mesi per ripararsi. Anche il naso chiuso e le
mucose secche sono conseguenza del reflusso quindi potrebbe trattarsi di una patologia
secondaria ad esso.
    Poi ho valutato che, se il lavoro svolto ha addirittura peggiorato l’emissione cantata,
evidentemente la soluzione non è da ricercare in un cambio di tecnica vocale, ma bisogna
puntare a modificare le strutture.

  10. SECONDO ESPERIMENTO: DESCRIZIONE E RISULTATI

    Ipotizzando quindi che la causa del problema sia da ricercare nell’ infiammazione, ho
tentato anche un secondo esperimento.

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Ho provato a cantare recuperando la memoria della voce corretta, provando, cioè, a
recuperare le capacità dei bambini che non cantano con la gola, ma imitano con il cervello.
    Poiché la mia voce ha sempre avuto un certo grado di disfonia e una grossa difficoltà a
muoversi sul registro acuto, ho provato a recuperare nella memoria la voce del brano
originale di C. Aguilera che avevo ascoltato un’infinità di volte. Ho provato a cantarlo per tre
volte senza voce, concentrandomi sul suono originale che avevo in testa, quindi il mio
cervello ha abbinato i movimenti del corpo a quei risultati acustici.
    Immediatamente dopo, mi sono immersa in una vasca con l’acqua fino al collo che mi
permetteva di fluttuare. Ho cantato la canzone con le orecchie tappate dalle cuffie nelle quali
ho mandato la musica ad alto volume in modo da sentire pochissimo la mia voce e l’ho
registrata. L’obiettivo era mettere il corpo in una condizione di massima leggerezza per
rendere i tessuti liberi di muoversi con elasticità, e capaci di emettere i suoni che avevo
appena fissato nella mia mente, senza che io potessi controllarli con l’ascolto.

    Nella prima parte è’ stata un’esperienza un po' faticosa perché ho dovuto concentrarmi
molto per cercare di fissare nella memoria il brano originale, ma anche piacevole, perché
ho provato un senso di grande libertà nel cantare che ormai fatico a sentire.
Ho riascoltato il brano registrato, l’ho messo a confronto con la prima e la seconda
registrazione e questi sono i risultati:
                                    Tirare lingua+microyodel            BAGNO
                  Parametri                PRE          POST            VASCA
                  Leggerezza                     1                3                3
                  Risonanza                      1                2                4
                  Proiezione                     2                1                4
                  Vibrato                        2                2                3
                  Intonazione                    3                2                2
                                            9             10              16

                  Rotture di voce                1                2                1
                  Voce ariosa                    2                3                1
                                            3             5                2
                     Parametri soggettivi valutati: (punteggio da 0 min a 5 max)

                                                                                          12
La voce è risultata molto più timbrata, risonante e proiettata (anche grazie al vapore che
respiravo) ma anche un po' urlata, forse a causa del bisogno istintivo di ‘ascoltarmi’.
Poi abbiamo provato a confrontare le tre registrazioni con l’MDVP (Multi-Dimensional Voice
Program), ma non abbiamo ottenuto risultati attendibili in quanto l’ultima registrazione era
stata fatta in un ambiente con eco e rumori molto diversi dai primi due ed il programma dava
dei risultati chiaramente distanti dalla realtà. Abbiamo deciso, quindi, di affidare la
valutazione a tre giudici esterni, esperti di voce (cantanti lirici e moderni) i quali hanno
valutato la mia voce secondo i parametri soggettivi utilizzati nel primo esperimento.
    Il brano è stato diviso in tre parti definite Canzone 1-2-3 e il confronto è stato fatto solo
tra la prima registrazione e l’ultima. Risultano migliorati in modo significativo la Risonanza,
la Proiezione e il Vibrato e risultano ridotte sia le rotture di voce che l’insufficienza glottica
.
    11. CONCLUSIONI

    La domanda iniziale era: ‘’Posso risolvere l’insufficienza glottica con il canto?
La risposta è sicuramente affermativa, ma nel mio caso non risolutiva della resa vocale,
infatti il risultato sulla canzone è stato insoddisfacente. Perché?
    Quando ho affrontato il lavoro vocale vero, con tutte le sue complessità, ho realizzato
che il mio problema non è la cattiva adduzione, ma, avendo a disposizione l’endoscopia, ho
ipotizzato si trattasse dell’infiammazione. Quindi ho fatto il secondo esperimento provando
a mettere il mio corpo nello stato di massima leggerezza e analizzare i risultati. Il problema
non l’ho risolto, ma ho avuto molte risposte interessanti:
    1. Il lavoro di trazione linguale e microyodel ha decisamente migliorato l’accollamento,
       con ottimi risultati soprattutto sulla voce parlata.
    2. Sarebbe inutile lavorare solo sul miglioramento dell’adduzione cordale perché non
       otterrei alcun risultato sulla voce cantata.
    3. Il mio problema principale non è la fuga d’aria, ma lo slivellamento cordale.
    4. Lo slivellamento è secondario ad una infiammazione importante perciò bisogna
       lavorare per modificare completamente la struttura.
    5. Ho verificato che cantando al massimo della leggerezza ottengo dei buoni risultati in
       termini di libertà vocale e di miglioramento qualitativo.
    In conclusione credo che il risultato sia raggiungibile, ma solo programmando un
intervento complesso come complessa è la patologia. Servono tempi più lunghi e un lavoro
su più fronti: esercizi quotidiani per migliorare l’elasticità e l’adduzione cordale (i più efficaci
restano le trazioni linguali e il micro-yodel), un’attenta gestione del reflusso gastro esofageo

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da valutare con lo specialista e poi tantissima idratazione. A questo proposito potrei provare,
degli antinfiammatori locali lubrificanti a base di Pectina (Acido Galatturonico), Aloe,
Vitamine B5 (Acido Pantotenico).
   In casi estremi potrei valutare la chirurgia per riparare i tessuti. Esiste una tecnica
efficace e consolidata in cui si preleva grasso autologo dal paziente da infiltrare nelle corde
vocali trasformandone la struttura. Questo avviene per la presenza di cellule madre che
hanno la capacità di ‘’modificare’’ le corde. In alternativa esiste la tecnica PRP che infiltra
nelle corde vocali i fattori di crescita piastrinica estratti dal sangue dello stesso paziente e
purificati per centrifugazione, che ha la funzione di accelerare il naturale processo di
guarigione e rigenerazione tissutale. Si tratta, però, di una terapia ancora in fase di
sperimentazione.

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BIBLIOGRAFIA:

  Ø A.Borragàn Torre, M.A. Agudo Leguina, M.J Gonzàles Fernàndez, B. Gomez

     Mediavilla, M.Borragàn Salcines - PROEL Metodo Propriocettivo Elastico per il

     trattamento dei problemi della voce – Elasticità e Risonanza

  Ø Lyris N. Onwordi; Chadwan Al Yaghchi. - Airway Glottic Insufficiency

  Ø Blake Simpson, Clark Rosen - Glottic Insufficiency: Vocal Fold Paralysis,

     Paresis, and Atrophy

  Ø Presentazione Massimo DEL BO LA VOCE – Anatomia e Fisiologia - Patologia –

     Terapia 2 PATOLOGIA VOCALE - Tomo1 Semiologia, Disfonie disfunzionali

  Ø Angela Castellani/Cecilia Cardinali a cura di - L’ANATOMIA PER IL CANTANTE -

     Guida anatomica per conoscere il proprio strumento.

  Ø Silvia Magnani - LA FUGA D’ARIA INTRAFONATORIA – Podcast

  Ø Silvia Magnani - CURARE LA VOCE Diagnosi e Terapia dei disturbi della voce ––

     Francoangeli Editore

  Ø Theodore Dimon – ANATOMIA DELLA VOCE – ed italiana a cura di P.Scimemi e

     G.Lucarini – PICCIN Editore

  Ø Daniela Battaglia Damiani – ANATOMIA DELLA VOCE Tecnica, tradizione, scienza

     e canto – RICORDI Editore

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