Inconcreto.net # 158.2018 - con il patrocinio di ATECAP - Ingenio

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ISSN 2039-1218

                 inconcreto.net   #158. 2018

                  con il patrocinio di ATECAP
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#158.2018
                                                                                                       #Editoriale

                                                                                                       Dalla parte del Calcestruzzo: un materiale
                                                                                                       moderno o la preistoria delle costruzioni?
                                                                                                       Andrea Dari

                             Oltre 10 anni di
                  AETERNUM CAL

                                                                                                       “Come il fiore già rigoglioso sullo stelo cade insieme col fiorellino ancora in boccio,
                                                                                                       al passar della falce che pareggia tutte l’erbe del prato.”, Manzoni, I promessi Sposi

                                                                                                       Dei primi 50 grattacieli del mondo, ovvero gli edifici esistenti che superano i 346,3
                                                                                                       metri, ben 35 sono stati costruiti negli ultimi 10 anni.
                                                                                                       Di questi, nessuno è stato realizzato in solo acciaio, mentre 15 lo sono stati in solo
                                                                                                       calcestruzzo, e il resto in strutture miste o composite.
                                                                                                       La Kingdom tower, o Jeddah Tower, il grattacielo che raggiungerà i 1000 metri di
                                                                                                       altezza, viene costruito interamente in calcestruzzo.
                                                                                                       Restando in Italia, a City Life a Milano ci sono 3 grattacieli, le Torri Isozaki, Hadid e
                                                                                                       Libeskind, ovvero il dritto, lo storto e il curvo, uno di 209 m, uno di 177 m e l’altro di
                                                                                                       174 m, uno completato. Tutte queste sono realizzate con calcestruzzo.

                                                                                                       Con che calcestruzzo sono stati realizzati? con un Rck 30? con un S4?

20838 Renate (MB) - Via Sirtori, zona industriale - tel. (+39) 0362 91 83 11 - fax (+39) 0362 919396   La costruzione di questi edifici, in cui il più alto raggiunge ad oggi gli 828 m, il Burj
                        www.teknachemgroup.com - info@teknachem.it
                                                                                                       Khalifa a Dubai, completato nel 2010, ha rappresentato una sfida eccezionale per la
                                                                                                       ricerca scientifica sui materiali e le scelte progettuali.

                                            –2–                                                                                                –3–
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#158.2018
#Editoriale

La sfida delle prestazioni, dei ponti sempre più lunghi, degli edifici sempre più alti,
delle strutture sempre più performanti, delle architetture sempre più aveniristiche ha
fatta da motore per una ricerca senza sosta che ha portato a calcestruzzi biodina-
mici, resistenti come l’acciaio, autoriparanti, durevoli come la pietra, bianchi come
il marmo (e autopulenti), drenanti o impermeabili a seconda delle esigenze, sicura-
mente al passa delle prestazione richiesta dalle costruzioni del futuro.

Il ruolo di queste sfide è stato imoortante: ricordo una pubblicazione del decennio
scorso del Prof. Mario Alberto Chiorino, Emerito del Politecnico di Torino, già Presi-
dente Onorario di ACI Italy Chapter e Honorary Membership del American Concrete
Institute, in cui proprio sulla base degli studi sugli edifici alti aveva analizzato il fe-
nomeno del CREEP fornendo informazioni importantissime per chi si occupa della
progettazione e di si occupa di tecnologie e chimica del cemento. Studio inserito in
un volume che FIB ha dedicato al tema della costruzione degli edifici alti un suo bol-
lettino 3 anni, “Tall buildings: Structural design of concrete buildings up to 300m tall
- State-of-the-art report” riportando considerazioni, studi e ricerche, un’anteprima
tecnica di quello che faranno da base per lo sviluppo dei nuovi eurocodici.

E la prima considerazione che mi viene da esprimere è che a dispetto da quanto è
stato pubblicato da molti media successivamente al crollo del viadotto polcevera,
opera avveniristica di Morandi di oltre cinquant’anni fa, il calcestruzzo e i mate-
riali cementizi non solo è un materiale affidabile e con prestazioni in grado di
rispondere alle più severe prescrizioni progettuali,
ma è anche quanto mai vivo dal punto di vista della             PROSEGUI LA LETTURA
                                                                 LINK all’articolo completo
ricerca e dell’evoluzione tecnica.

                                        –4–                                                   –5–
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#Primo_Piano

CALCESTRUZZO,                                                                             Lo studio della miscela, il “mix-design”, consente al produttore di calcestruzzo di in-
                                                                                          dividuare i componenti più idonei e le giuste proporzioni per ottenere le prestazioni

il materiale delle GRANDI OPERE                                                           desiderate.
                                                                                          Cemento, aggregati, acqua, aria, additivi e eventuali aggiunte, opportunamente
                                                                                          scelti e mescolati nelle giuste proporzioni, vanno a costituire il calcestruzzo fresco
FEDERBETON                                                                                che, grazie alla consistenza plastica, può essere facilmente trasportato in cantiere e
                                                                                          successivamente posto in opera. La reazione di idratazione del cemento a contatto
                                                                                          con l’acqua determina l’indurimento del materiale fino al raggiungimento della resi-
                                                                                          stenza richiesta dalla struttura.
                                                                                          Il controllo continuo della produzione (Factory Production Control) - attuato attra-
                                                                                          verso l’automazione, la verifica dei materiali e dell’impianto, l’aggiornamento del
                                                                                          personale - consente di garantire non solo le prestazioni richieste al materiale e
                                                                                          determinate attraverso lo studio della miscela, ma anche la costanza delle stesse
                                                                                          nel tempo.

                                                                                          Fra le prestazioni che oggi il mercato richiede ai materiali da costruzione grande
                                                                                          importanza hanno anche quelle legate alla sostenibilità ambientale. In questo sen-
                                                                                          so, il calcestruzzo ha enormi potenzialità. La produzione del calcestruzzo, infatti, è
                                                                                          sostenibile dal punto di vista ambientale anche per la possibilità di utilizzare nella
                                                                                          miscela materiali riciclati. Alla fine del suo ciclo di vita, il calcestruzzo può essere
                                                                                          a sua volta riciclato per ridurne l’impatto. In questo modo si riduce lo sfruttamento
                                                                                          delle risorse naturali e si evita l’impatto ambientale determinato dallo smaltimento
                                                                                          dei rifiuti e dall’estrazione, produzione e trasporto.
                                                                                          Il calcestruzzo, grazie alla sua massa termica, contribuisce positivamente anche
                                                                                          agli odierni obiettivi di efficienza energetica degli edifici.

                                                                                          Le origini: il “calcis structio”
                                                                                          Il calcestruzzo è un materiale già conosciuto dagli antichi romani. “Calcis structio”
Conosciuto e utilizzato dall’uomo da oltre duemila anni, il calcestruzzo rappresenta      era la definizione che veniva utilizzata per le strutture realizzate con un composto
la soluzione ideale per realizzare case, infrastrutture, opere piccole e grandi desti-    di calce, sabbie pozzolaniche, mattoni e pietre macinati, acqua, che si è evoluto nei
nate a durare nel tempo e resistere alle avversità naturali.                              secoli fino a diventare l’odierno calcestruzzo. Esempio emblematico di strutture re-
Costantemente migliorato nelle sue prestazioni e nella sua versatilità, il calcestruz-    alizzate con tecniche di questo genere è l’imponente cupola del Pantheon a Roma.
zo armato è oggi il materiale più sicuro, durevole e sostenibile nelle mani dell’uomo
per realizzare ogni tipo di costruzione.                                                  Tra la fine del Diciottesimo e l’inizio del Diciannovesimo secolo, sono stati messi a
                                                                                          punto i primi procedimenti per ricreare artificialmente il comportamento dei legan-
Cos’è il calcestruzzo                                                                     ti naturali (calce e pozzolana). Fino al brevetto del 1818 dell’ingegnere francese
Il calcestruzzo è il materiale più utilizzato al mondo dopo l’acqua ed è la soluzione     Louis-Joseph Vicat, che porta alla nascita del cemento, di gran lunga il legante più
principe nelle costruzioni grazie alle sue caratteristiche di resistenza, affidabilità,   utilizzato per la produzione di calcestruzzo.
durabilità. È una “pietra fusa”, un conglomerato capace di adattarsi alle richieste in
continua evoluzione di progettisti, ingegneri ed architetti.                              La nascita del calcestruzzo armato risale alla fine del Diciannovesimo secolo, con i
                                                                                          brevetti di Joseph Monier che si prevedevano l’utilizzo di un’armatura metallica per
Come si produce il calcestruzzo                                                           rafforzare diverse strutture, tra cui opere in cemento (cosiddetto “Sistema Monier”).
Il calcestruzzo è prodotto all’interno di impianti industrializzati.                      La sua affermazione come materiale da costruzione nel nostro paese risale alla

                                         –6–                                                                                     –7–
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#Primo_Piano

                                                                                                 reazioni rispetto agli agenti esterni, in particolare quelli aggressivi come la salse-
                                                                                                 dine, il ciclo gelo/disgelo, la sismicità;
                                                                                             •   L’evoluzione del materiale, che è oggi ancora più durevole grazie all’utilizzo di
                                                                                                 additivi che limitano il ricorso all’acqua per ottenere la giusta lavorabilità, con
                                                                                                 la conseguenza di diminuire la porosità del materiale e quindi la sua sensibilità
                                                                                                 agli agenti esterni. È inoltre cresciuta la capacità dei produttori di adeguare le
                                                                                                 formulazioni dei calcestruzzi alle specifiche richieste progettuali (“calcestruzzo
                                                                                                 su misura”);
                                                                                             •   L’evoluzione della tecnica progettuale, che mette a frutto la miglior conoscenza
                                                                                                 del materiale e delle sue “nuove” possibilità nella realizzazione di opere ancora
                                                                                                 più resistenti e durature (grazie anche all’avvento del BIM – Building Information
                                                                                                 Modelling, l’approccio che rappresenta in digitale il costruito, le sue caratteristi-
                                                                                                 che fisiche e funzionali prima che esso sia realizzato e lungo tutto il ciclo di vita,
                                                                                                 consentendo anche di prevederne il comportamento nel tempo);
                                                                                             •   L’evoluzione della capacità di “messa in opera”, il vero e proprio “ultimo miglio”
                                                                                                 dove le conoscenze e le tecniche progettuali si concretizzano in un manufatto
                                                                                                 realizzato a regola d’arte capace di resistere nel tempo richiedendo nella gran
                                                                                                 parte dei casi soltanto una manutenzione “ordinaria”.

                                                                                             L’evoluzione della conoscenza e della tecnica produttiva del calcestruzzo sono ri-
ricostruzione successiva al devastante sisma che colpì Messina ed altre aree nel             specchiate, a livello normativo, nella norma tecnica europea EN 206, dal 2001 rife-
1908. La necessità di fornire risposte immediate e di sicura solidità determinerà,           rimento fondamentale per la scelta (prescrizione) e la produzione del calcestruzzo,
per la prima volta, l’utilizzo su larga scala della tecnica costruttiva del calcestruzzo     recepita in Italia e completata attraverso una norma tecnica complementare (UNI
armato. Negli anni Trenta del Ventesimo secolo, il calcestruzzo armato è definitiva-         11104), richiamata dalla normativa italiana cogente a partire dal 2008.
mente il materiale più usato per le costruzioni ed è la prima scelta di progettisti ed       La EN 206 ha avuto il merito di introdurre una novità significativa nella fase proget-
architetti.                                                                                  tuale, il requisito della durabilità, oggi alla base anche delle norme nazionali cogenti
                                                                                             sulle costruzioni. Mentre le opere erano in passato progettate solo in funzione dei
Dalla metà del Novecento sino ai giorni nostri, il calcestruzzo è stato considerato          carichi attesi, oggi è richiesto che siano pensate, progettate e realizzate in funzio-
una vera e propria “pietra fusa”, per usare le parole di Pier Luigi Nervi, in grado          ne di una loro attesa di durata di esercizio e delle condizioni ambientali specifiche
di adattarsi alle esigenze specifiche della progettazione e della realizzazione delle        (quindi degli agenti aggressivi ai quali saranno sottoposte) nelle quali assolveranno
opere più complesse, diventando così anche un materiale “a servizio” del bello,              alla loro funzione.
dell’estetica e della funzionalità. Architetti e designer l’hanno utilizzato per dare vita
a creazioni sorprendenti che sposano la solidità alla creatività, perché il calcestruz-      Questa importante novità richiede che la natura dei materiali e la loro messa in ope-
zo sa essere estremamente versatile mantenendo la sua totale affidabilità dal punto          ra tengano conto anche della capacità dei calcestruzzi di resistere all’aggressione
di vista della sicurezza strutturale.                                                        degli agenti esterni per un lungo periodo di tempo.
                                                                                             Oggi, questa possibilità è garantita per tempi ancor più lunghi che in passato, grazie
L’evoluzione tecnologica                                                                     a nuove tecniche e nuovi materiali.
Come in tutti gli ambiti delle attività scientifiche e produttive, dall’informatica alla     Su questo aspetto sono concentrati la ricerca e lo sviluppo di tutta la filiera del ce-
meccanica, dalla chimica alla medicina, nell’ultimo mezzo secolo si è registrata una         mento e del calcestruzzo.
significativa evoluzione anche nel calcestruzzo come materiale e nelle tecniche co-          Calcestruzzo armato: il meglio del calcestruzzo e dell’acciaio insieme.
struttive basate sul suo impiego.                                                            La resistenza e la durabilità di un’opera possono essere garantite da soluzioni pro-
I progressi più significativi si sono registrati in questi ambiti:                           gettuali e costruttive che garantiscano all’opera stessa di fare fronte a due azioni:
• La conoscenza del materiale, del suo comportamento nel tempo e delle sue                   compressione e trazione.

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                   In una semplificazione estrema, la pri-
                   ma è la capacità di sopportare carichi
                   verticali, come il peso della stessa in-
                   frastruttura sommato al peso dei mez-
                   zi che la attraversano, scaricandolo
                   sul terreno su cui l’opera stessa è an-
                   corata.
                   La seconda è legata alla flessione che
                   si determina ad esempio in caso di si-
                   sma o in un ponte nella parte centra-
                   le della campata. A seguito della fles-
                   sione, la parte inferiore della campata
                   si trova sottoposta a trazione, mentre
                   quella superiore a flessione.

                   Il materiale universalmente considera-
                   to più adatto a sopportare la compres-
                   sione è il calcestruzzo. Il materiale più
                   adatto a sopportare la trazione è, inve-
                   ce, l’acciaio.
                   Combinati, essi danno vita al calce-
                   struzzo armato, ovvero strutture in cal-
                   cestruzzo che incorporano un’armatura
                   in acciaio e pertanto capaci di resistere
                   sia a compressione che a trazione.

                   Questa soluzione, adottata ovunque
                   nel mondo da quasi un secolo a que-
                   sta parte, deve fare fronte al naturale
                   processo di invecchiamento dei mate-
                   riali che può essere accelerato da fat-
                   tori aggressivi esterni come l’anidride
                   carbonica, la salsedine o il ciclo gelo/
                   disgelo.

                   Gli agenti presenti in natura, nel tem-
                   po, aggrediscono il calcestruzzo arri-
                   vando progressivamente sempre più
                   vicini all’armatura e causandone la
                   corrosione.

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Il male occulto del calcestruzzo                                                            Sull’aggettivo apparentemente ci torneremo presto. Per il momento concentriamoci
                                                                                            sul “Facile”.

non è la carbonatazione                                                                     Il calcestruzzo: un prodotto “facile” da produrre
                                                                                            Facile da produrre, perchè in Italia per farlo è sufficiente avere un impianto di stoc-
Andrea Dari - Editore                                                                       caggio e dosaggio, non serve infatti il mescolatore come in quasi tutti i Paesi civi-
                                                                                            lizzati, qualche dispositivo ambientale, un bollettario, un cellulare, una licenza e
Il calcestruzzo è un materiale straordinario                                                qualche permesso. Questa facilità ha portato negli anni del boom dell’edilizia alla
Si produce utilizzando materie prime disponibile ovunque, è completamente rici-             nascita di un numero elevatissimo di aziende e impianti.
clabile, assume qualsiasi forma, grazie all’acciaio è in grado di acquisire l’unica
proprietà in cui è debole, la resistenza a trazione, costa poco, resiste meglio di altri    Nel 2001 il rapporto ATECAP (il primo rapporto del settore, nato su iniziativa di San-
materiali a molte azioni esterne, come per esempio al fuoco e all’aggressione am-           dro Polidori, allora presidente della Commissione Economia e Mercato, e del sotto-
bientale, assorbe CO2, può essere drenante, può essere autoriparante, può essere            scritto che faceva il giovane direttore pro-tempore) in Italia operavano quasi 2.500
impermeabile, per alcune tipologie di opere è insostituibile, è stato addirittura utiliz-   impianti, ma erano solo 3 le aziende con più di 50 impianti: il 96% delle aziende
zato per costruire delle navi ... però ...ha però un problema, un problema davvero          aveva uno o due impianti. In quegli anni si valutava quindi una produzione di circa
importante.                                                                                 26.000 metri cubi/annui per impianto. Circa il 90% degli impianti era orizzontale,
                                                                                            ovvero il sistema più lento ma che richiede un minore capitale di investimento inizia-
Il problema del calcestruzzo non è la carbonatazione                                        le, e solo il 40% degli impianti era automatizzato. Un dato, quello del calcestruzzo
Il problema non la carbonatazione, ne la resistenza ai cloruri, ne quella al gelo di-       prodotto, che è cresciuto fino al 2006/7 quando si sono sfiorati gli 80 milioni di metri
sgelo, ne quella all’abrasione, ne quella agli urti … a tutti questi problemi ci sono       cubi, e con essi sono cresciuti anche il numero di impianti. Ricordo che in quegli
consolidate e affidabili soluzioni tecniche.                                                anni vi erano città come Bologna o Brescia in cui dove ti giravi vedevi impianti di
Il problema sta nel fatto che … è troppo facile, anzi, apparentemente troppo facile         betonaggio che producevano e pompe che gettavano.
da produrre e mettere in opera.
                                                                                            Arriva la crisi: crolla la produzione di calcestruzzo, ma non il numero
                                                                                            di impianti di betonaggio
                                                                                            Con la crisi i metri cubi di calcestruzzo prodotti in Italia sono crollati di oltre il 60%,
                                                                                            ma il numero di impianti è calato di una percentuale inferiore. Al momento si valuta
                                                                                            siano ancora attivi circa 2.000 impianti e si sia arrivati a una produzione annua/
                                                                                            impianto di 12/13.000 metri cubi di cal-
                                                                                            cestruzzo.

                                                                                            Perchè? perchè il calcestruzzo è appa-
                                                                                            rentemente facile da produrre: calano
                                                                                            i volumi, allora si elimina il personale
                                                                                            tecnico, di esternalizza il trasporto, si
                                                                                            riduce la manutenzione, si comprano
                                                                                            materiali più scadenti, si bollano qual-
                                                                                            che metri cubi di calcestruzzo in più
                                                                                            (tanto i controlli alla pesa sono pochi)
                                                                                            … e si sopravvive. E questo è possibi-
                                                                                            le solo un fatto: perchè la percezione
                                                                                            comune di tutti, non solo di molti pro-
                                                                                            duttori di calcestruzzo, ma anche di

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una percentuale sconcertante di professionisti, imprese e committenti è che il calce-
struzzo sia facile da produrre.

Poca selezione dei fornitori, pochi controlli
Allora la variabile principale di scelta diventa il prezzo, anni lo sconto.                       Sistema PENETRON®
Chissenefrega se le sonde dell’impianto non sono tarate, se l’autobetoniera è di un
padroncino che non fa manutenzione alle pale (quelle che teoricamente dovrebbe-                   La vasca bianca REATTIVA
ro mescolare il calcestruzzo in assenza di un mescolatore), se le materie prime non
vengono selezionate e controllate, se la prestazione attesa è frutto di una ricetta               … “chiavi in mano” !
del 2007, se l’azienda non ha un tecnico preparato per la qualifica e controlli del
calcestruzzo.
                                                                                                           PROGETTAZIONE
L’importante è che il calcestruzzo costi poco. Tanto poi i controlli tornano sempre,                     - Mix design dedicato con additivo
                                                                                                           a cristallizzazione PENETRON®ADMIX.
chissà perchè, tanto il direttore dei lavori non sta mai in cantiere. E poi il fornitore
                                                                                                         - Studio della Vasca Strutturale
ha l’FPC !!!
                                                                                                           e definizione dei particolari costruttivi.
Questo è il clima che ha favorito la cultura del calcestruzzo depotenziato, termine
che piace tanto ai giornali, che nel sud italia ha portato all’infiltrazione della crimi-
                                                                                                           ASSISTENZA TECNICA
nalità organizzata, che ha privilegiato chi non investe e penalizzato chi crede nella
                                                                                                           IN CANTIERE
correttezza e nella qualità.                                                                             - Addestramento delle maestranze.
                                                                                                         - Supervisione nelle fasi realizzative.
FPC, un costo inutile per il settore, una certificazione che non fa selezione
Volete sapere quanti impianti operano in Italia? Basta andare su http://sicurnet2.                         GARANZIA
cslp.it/Sicurnet2/Certificato e si trovano tutti gli impianti operativi. Infatti è previsto              - Controllo Tecnico di Ente Certificato.
per legge che un impianto di betonaggio deve avere l’FPC. Ma non è purtroppo così.                       - Decennale postuma-Rimpiazzo
                                                                                                           e posa in opera sul Sistema.
Innanzitutto che cosa è l’FPC: è la certificazione del con-
trollo di fabbrica dell’impianto, e prevede alcuni requisiti        PROSEGUI LA LETTURA
                                                                     LINK all’articolo completo
minimi, tra cui che l’impianto sia automatizzato.

                                                                                                  Il Calcestruzzo impermeabile
                                                                                                  e reattivo nel tempo,
                                                                                                  con capacità “self healing”
                                                                                                  (autocicatrizzazione delle fessurazioni)

                                                                                                                                   è il “know how”          www.penetron.it
                                                                                                                                   su cui poter contare !

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#158.2018
#Speciale PONTE MORANDI

Il crollo del ponte Morandi                                                                                                                   ferroviario, case e industrie. Facendo
                                                                                                                                              parte del tracciato dell’autostrada A10

a Genova                                                                                                                                      costituisce un’infrastruttura strategi-
                                                                                                                                              ca per il collegamento viabilistico fra il
                                                                                                                                              nord Italia e il sud della Francia oltre a
Redazione INGENIO                                                                                                                             essere il principale asse stradale fra il
                                                                                                                                              centro-levante di Genova, il porto con-
                                                                                                                                              tainer di Voltri-Pra’, l’aeroporto Cristo-
                                                                                                                                              foro Colombo e le aree industriali della
                                                                                                                                              zona genovese.

                                                                                                                                                Ponte sul Polcevera, inaugurato
                                                                                                                                                nel 1967
                                                                                                                                                Inaugurato nel settembre 1967, dopo 4
                                                                                                                                                anni di lavori, il viadotto Polcevera rap-
                                                                                                                                                presenta una pietra miliare nella storia
                                                                                             delle autostrade italiane, sia per la complessità della soluzione tecnica, sia per l’e-
                                                                                             levato risultato estetico.
                                                                                             Si trattava di un compito arduo, data la quasi totale occupazione del suolo sotto il
                                                                                             viadotto: esso venne brillantemente risolto con una raffinata struttura a due campate
                                                                                             principali (lato est), sorrette da tre alti piloni e tiranti in calcestruzzo armato, cui se-
                                                                                             guivano verso ovest ulteriori campate minori tradizionali.
                                                                                             Due le particolarità strutturali di questo ponte: gli stralli, che a differenza di quanto
                                                                                             avviene per i ponti in acciaio non formano un ventaglio o un’arpa, sono solo una
                                                                                             coppia per lato e sono realizzati in calcestruzzo armato precompresso; le modalità
                                                                                             di realizzazione dell’impalcato (la parte che sostiene direttamente il piano viabile)
                                                                                             in calcestruzzo armato precompresso, secondo un brevetto ideato dallo stesso Mo-
Il crollo del ponte Morandi, un doveroso approfondimento tecnico                             randi. (cit. Occhiuzzi)
Alle 11.36 del 14 agosto 2018 sotto una pioggia incessante, un boato assordante ha
squarciato la città di Genova cancellando per sempre dalle cartine autostradali un           Scheda tecnica del Ponte Morandi
tratto importantissimo della viabilità della città ligure e un pezzo della storia dell’in-   > Anno di costruzione: 1963-1967 (inaugurato nel 1967)
gegneria italiana: un tratto del viadotto sul Polcevera, un tratto del famosissimo           > Campata maggiore: 210 m
Ponte Morandi, crollava portando con se 43 vittime.                                          > Lunghezza: 1182 m
                                                                                             > Tecnologia costruttiva: calcestruzzo armato precompresso
Di seguito una raccolta di tutto il materiale tecnico che INGENIO ha raccolto sul pon-       > Forma delle pile: cavalletto rovesciato bilanciato
te, sulla tecnologia usata, sui materiali e la loro durabilità ma anche sulla sicurezza      > Altezza delle pile: 90 m
delle infrastrutture, temi che terrà continuamente aggiornati.                               > Stralli: Trefoli in acciaio rivestiti di calcestruzzo

Qualche dato sul ponte Morandi                                                               Chi è Riccardo Morandi
Lungo 1.182 metri il ponte Morandi presenta un’altezza al piano stradale di 45 metri         Riccardo Morandi (Roma, 1º settembre 1902 – Roma, 25 dicembre 1989) è stato
e attraversa il torrente Polcevera tra i quartieri di Sampierdarena e Cornigliano, pas-      un ingegnere italiano. Ha iniziato la sua attività in Calabria, sullo scorcio degli anni
sando anche sopra la rete ferroviaria. Il viadotto, progettato da Riccardo Morandi,          venti, con la progettazione di strutture in cemento armato per il recupero di edifici
aveva lo scopo di connettere la nuova A10 con la A7, scavalcando un vasto parco              di pregio (principalmente chiese) che riportavano ancora i danni del terremoto

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#Speciale PONTE MORANDI

del 1908. Tornò poi a Roma continuando lo studio o la soluzione dei problemi tec-
nici connessi a questo tipo di struttura (allora nuova per l’Italia), ricca di promesse
e di avvenire. Insegnò Tecnologia dei materiali e Tecnica delle costruzioni presso
l’Università degli studi di Roma. Ricevette la laurea honoris causa dalla Facoltà di
Ingegneria dell’Università di Monaco di Baviera e dalla Facoltà di Architettura dell’U-
niversità di Reggio Calabria. Morì il 25 dicembre 1989.
Egli rappresenta l’uomo che con maggior coraggio ha cercato di superare i limiti del
materiale e delle forme strutturali. La leggerezza delle sue strutture e le loro stesse
forme e proporzioni, testimoniano una continua ricerca di una intelligente utilizza-
zione del materiale fino ai limiti consentiti dalla sua natura. Dopo il 1951 egli realizzò
tutta una serie di ponti ad arco e a travatura: il ponte delia Vella, presso Sulmona
di 22 metri e con cavalletti obliqui; il viadotto della Fiumarella (Catanzaro), lungo
467 m; il ponte di Maracaibo in Venezuela lungo otto chilometri e settecento metri;
il viadotto sul Polcevera a Genova (quello crollato). Fra le molte opere egli realizza
anche un hangar a Firenze, che ricopre un’area di 3.500 M2 senza sostegni inter-
medi; il padiglione sotterraneo dell’automobile a Torino, superficie senza appoggi di
160 m per 70 m e le aviorimesse Alitalia a Fiumicino (1960-1962).

Il crollo del viadotto
Il 14 agosto 2018 la sezione del ponte che sovrasta la zona fluviale e industriale di
Sampierdarena, lunga circa 250 metri, è crollata insieme al pilone occidentale di
sostegno (pila 9) provocando 43 vittime fra gli automobilisti che transitavano e tra gli
operai presenti nella sottostante area.
In questo momento le Autorità giudiziarie stanno inda-
gando sulle varie responsabilità, perché questo è il loro        PROSEGUI LA LETTURA
                                                                  LINK all’articolo completo
compito.

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L’invenzione di Morandi                                                                       do progetto per il ponte sulla laguna di Maracaibo, il ponte strallato è ben conosciuto
                                                                                              a livello internazionale ma è di acciaio.
                                                                                              L’invenzione di Morandi consiste nel costruire la struttura strallata con il ce-
Tullia Iori, Sergio Poretti                                                                   mento armato precompresso.
                                                                                              Da qui nasce lo stupore: la leggerezza tipica del sistema tirantato entra in con-
Premessa: pubblichiamo questo articolo per gentile concessione della prof.ssa Tul-            trasto con la natura muraria della struttura.
lia Iori. L’articolo è tratto della serie SIXXI / 4 - Storia dell’ingegneria strutturale in   La possibilità di costruire in opera questo colossale congegno è basata sulla fiducia
Italia, a cura di Tullia Iori e Sergio Poretti, ed. Gangemi, Roma 2017                        sconfinata che Morandi nutre per la precompressione, che per lui è uno strumen-
                                                                                              to straordinariamente versatile: ci si può fare tutto. È il trucco che consente di
Un logo della Scuola italiana di ingegneria                                                   esaltare la sensazione di arditezza delle sue strutture. Ma è anche il dispositivo po-
Il ponte strallato omogeneizzato di Riccardo Morandi è uno dei loghi della Scuo-              tentissimo che aiuta a risolvere i problemi più complessi del cantiere: costruire
la italiana di ingegneria, negli anni del boom.                                               nel vuoto facendo a meno delle centine, regolare le sollecitazioni durante le
Mentre le cupole olimpiche di Nervi evidenziano il flusso delle tensioni interne, met-        fasi costruttive intermedie.
tendosi in perfetta sintonia con la natura, il cavalletto inventato da Morandi raf-
figura l’equilibrio delle forze esterne, il gioco di pesi e contrappesi, delle spinte         Le figure strutturali di Morandi, mettendo in scena equilibri arditi, trasmettono visi-
e delle controspinte: al naturalismo delle forme resistenti contrappone l’artificioso         vamente il senso della modernità: esaltano le potenzialità della scienza, valorizzano
scientismo delle figure in equilibrio.                                                        le nuove abilità del costruttore scientificamente consapevole. Riprendendo così, da
                                                                                              una parte, il filo degli esperimenti sulla muratura armata dell’Italia ottocentesca e
A definirne l’originalità – e quindi l’italianità – contribuisce soprattutto il modo di co-   dall’altra la linea visionaria esaltata dal futurismo.
struire. Quando il cavalletto bilanciato viene abbozzato per la prima volta, nel secon-
                                                                                              I primi Ponti di Morandi
                                                                                              Nella prima parte della sua attività Morandi è stato principalmente un progettista di
                                                                                              autorimesse e cinema. Solo nel 1938, insieme ai fratelli Giovannetti - Massimo,
                                                                                              Riccardo e Corrado - si cimenta con “un tema che, naturalmente senza saperlo
                                                                                              intimamente” ci dice Morandi - “consideravo uno dei più importanti e dei più
                                                                                              legati alla mia sensibilità”: il ponte. L’occasione è l’appalto concorso per il ponte
                                                                                              autarchico di San Giovanni dei Fiorentini sul Tevere, per il quale propone un’ar-
                                                                                              cata di 93 metri di luce realizzata con conci di granito resistentissimo dell’Isola del
                                                                                              Giglio, leggermente “forzati” da cunei di acciaio.

Riccardo Morandi con i tecnici della Società Precomprimido, in Venezuela, 1957 (Sixxi)        Ponte A. Vespucci sull’Arno a Firenze, 1956 (ACS, Morandi)

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Pur sconfitto nel concorso, da quel momento progetterà e realizzerà centinaia                                                                   una schietta impressione architettoni-
di ponti, complici le nuove esigenze dettate dalla ricostruzione post-bellica, che ri-                                                          ca di forma originale” (dalla relazione
chiede lo sforzo di tutti gli ingegneri per riprogettare le migliaia di ponti demoliti. Lun-                                                    del 10 gennaio 1955). Il tirante “sot-
go le linee principali di fronte, sul Liri e sul Garigliano ma anche sull’Arno, Morandi                                                         teso”, composto da cavi protetti da
sperimenta tutte le tipologie possibili, economiche e rapide, vincendo gli appalti con                                                          tubi di eternit, nel gennaio 1959 sarà
decine di imprese diverse.                                                                                                                      rivestito da scatole di cemento, anti-
Due sono i modelli preferiti: l’arco e la travata, prima a contrappesi (come nel                                                                cipando l’immagine dell’omogeneiz-
ponte Ercolaneo a San Giorgio) e poi, dal 1950, precompressa.                                                                                   zazione che sarà staticamente valo-
                                                                                                                                                rizzata solo più tardi, nel ponte per la
Ponte Amerigo Vespucci sull’Arno, Firenze                                                                                                       via Olimpica a Roma (febbraio 1959) e
Nel Ponte Amerigo Vespucci sull’Arno a Firenze, disegnato già nel dicembre 1953                Padiglione sotterraneo a Torino Esposizioni,     in quello identico sul Vella a Sulmona
per l’appalto-concorso, la tradizionale travata a contrappesi evolve nelle mani di             R. Morandi con con V. Bonadé Bottino, 1959       (settembre 1960).
Morandi e si trasforma nell’originale versione a tiranti sottesi. Morandi modifica             (AFAitec)
a piacimento le sollecitazioni nelle travi appoggiate (eliminando ben il 67% del mo-                                                             Nel Padiglione Sotteraneo a Torino
mento flettente) aggiungendo tiranti inferiori alle estremità delle loro brevi apofisi,        Esposizioni, la soluzione a tiranti sottesi raggiunge il culmine.
giusto oltre l’appoggio, presollecitandoli e bloccandoli alle fondazioni. Tutto è ben          Alla banale teoria di archi progettata da Bonadé Bottino, Morandi sostituisce l’intreccio
nascosto all’interno delle voluminose ma cave pile murarie.                                    romboidale di travi sottilissime, precompresse, vincolate ai pilastri inclinati, pen-
                                                                                               doli incernierati-incernierati dall’equilibrio apparentemente incerto. Segreto, nel
Ponte sul Cerami, Gagliano Castelferrato                                                       muro, c’è il tirante, da cui dipende la stabilità della struttu-
Nel ponte sul Cerami a Gagliano Castelferrato in Sicilia, elaborato per la Cassa               ra che appare come un giocattolo meccanico di ispirazio-          PROSEGUI LA LETTURA
del Mezzogiorno, i tiranti vengono lasciati in vista “in maniera da determinare                ne futurista, perfetta scenografia di un’aerodanza.                LINK all’articolo completo

Ponte sul Cerami oggi, fotografia di Graziano Savone (Sixxi)

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Le Strutture Strallate Omogenee                                                             Il ponte strallato omogeneo
                                                                                            in cemento armato

in Cemento Armato, di Riccardo Morandi                                                      “Si è convenuto di chiamare ponte
                                                                                            strallato un sistema resistente a travata
                                                                                            rettilinea vincolata su appoggi, in par-
Andrea Dari - Editore INGENIO                                                               te concettualmente rigidi (le spalle e le
                                                                                            pile) ed in parte a comportamento note-
                                               Nel 1980 Riccardo Morandi scrisse un         volmente diverso dai precedenti e cioè
                                               articolo che verrà pubblicato su una         caratterizzati dal valore della loro co-
                                               splendida rivista del tempo, oggi pur-       stante elastica comparabilmente molto
                                               troppo chiusa, “L’Industria Italiana del     minore, perchè costituiti dai terminali di
                                               Cemento”, dal titolo “Le Strutture           tiranti obliqui (gli stralli) passanti sulle
                                               Strallate in Cemento Armato”.                estremità superiori di antenne verticali
                                                                                            poste in corrispondenza degli appoggi
                                             Il ponte strallato in cemento armato:          di cui sopra.”
                                             un’idea nata nel 1957
                                             “Ventitre anni fa, nella primavera del         È questa la definizione da Riccardo Morandi a questa tipologia di ponti, che non solo
                                             1957, sotto l’assillo di dover inventare       sono gradevoli dal lato estetico, ma, in confronto con il ponte sospeso, risultano più
                                             una inusitata applicazione del calce-          convenienti nel campo di luci tra i 200 m e i 1100 m, soprattutto se è previsto il transi-
                                             struzzo, cioè un ponte con grandissime         to ferroviario. Infatti il ponte strallato rispetto al ponte sospeso è meno deformabile,
                                             luci (almeno per allora) per cui non era       più facilmente costruibile e comporta un quantitativo di acciaio ad alta resistenza
                                             conveniente ricorrere a strutture spin-        (per i cavi) decisamente inferiore. E infatti Morandi scriveva: “un siffatto sistema
                                             genti e non era conveniente nemmeno            resistente offre una serie di interessanti particolarità che lo rendono adatto alla rea-
                                             usare strutture metalliche data l’ecce-        lizzazione di ponti di grandi luci in cemento armato, essenzialmente per il fatto che
                                             zionale aggressività dell’atmosfera è          la componente della reazione dei tiranti obliqui, passante per la superficie bari cen-
                                             nata la prima idea della struttura strilla-    trale orizzontale della travata, equilibrata per ogni disposizione di carico simmetrico
                                             ta omogeneizzata in calcestruzzo.              rispetto al piano trasversale passante per l’asse della pila generica, determina una
                                             Poichè da allora e per ventitré anni ho        sforzo a compressione (variabile al variare dei carichi aleatori sulla travata stessa)
                                             perseverato nell’intento di perfezionare       che produce una forte riduzione delle tensioni di trazione di essa, con conseguente
sempre di più un’applicazione che si è subito rilevata particolarmente adatta per           risparmio di armatura metallica”.
contribuire alla conquista di luci sempre maggiori per opere in calcestruzzo armato,
ritengo sia interessante ripercorrere questo ormai lungo cammino, rileggendo criti-         Perchè STRUTTURE STRALLATE OMOGENEE
camente le soluzioni adottate per i vari temi, spesso così diversi specialmente dal         Morandi quindi prosegue con alcune valutazioni di calcolo sui temi dei carichi e delle
punto di vista ambientale.                                                                  azioni, e sull’idea di proteggere i cavi di acciaio con guaine in calcestruzzo precom-
Nel prosieguo quindi mostrerò e commenterò brevemente i più importanti ponti                presso. E in tal senso ci spiega perchè abbia usato il termine OMOGENEIZZATI:
strallati in cemento armato da me progettati …”                                             “l’eliminazione concettuale delle fessurazioni nel calcestruzzo delle guaine garan-
                                                                                            tisce una efficace protezione dell’acciaio dagli agenti atmosferici. I tiranti, quindi,
Sono queste le parole con cui Riccardo Morandi. Si tratta di un lungo articolo, in cui      almeno nelle condizioni di esercizio, si comportano come delle lunghe e sottili travi
l’autore ci spiega come si è arrivati ai ponti strallati in Calcestruzzo armato. Era il     di calcestruzzo, precompresse e sollecitate essenzialmente a decompressione al
1957, e non si utilizzavano programmi di calcolo, ogni scelta innovativa era fatta sul-     passaggio dei carichi, pertanto il sistema, con tutte le sue membrature, avrà un
la base di intuizioni tecniche supportate da un’ampissima conoscenza della scienza          comportamento comparabile e potrà considerarsi omogeneo. Questa è la ragione
e della tecnica delle costruzioni, dei materiali, dei problemi di cantierizzazione, delle   per cui si è ritenuto definire tali strutture PONTI STRALLATI OMOGENEIZZATI.”
valutazioni economiche. Ogni scelta portava a nuove conoscenze.                             Morandi nell’articolo poi ci spiega tutte le attenzioni che devono essere eseguite

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#158.2018
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per progettare e realizzare questa soluzione di inguainamento dei tiranti, e il calcolo
che dimostra che in questo modo si possono ridurre il numero di tiranti.

SICURO, nei limiti dei sovraccarichi massimi di esercizio
Ma l’ingegnere pone un’attenzione importante, forse una delle possibili cause del
crollo e che molti commentatori, anche tecnici, non hanno non solo considerato,
anzi hanno escluso: “nei limiti dei sovraccarichi massimi di esercizio è da escludere
per i tiranti il prodursi di fessurazioni nelle guaine di protezione di calcestruzzo con
conseguente, come già detto, protezione assoluta nel tempo dell’acciaio”.
È lo stesso Morandi che evidenzia come vi sia un problema - come per ogni struttu-
ra, peraltro - di rispettare i limiti di sovraccarichi massimi di esercizio.

11 ponti che rappresentano altrettante elaborazioni obbligate da differenze
ambientali

                                                                                                                    Rivoluziona il progetto
Morandi nell’articolo analizza 11 diversi ponti, che come lui afferma sono simili ma
diversi perchè “diversamente elaborati in funzione dell’ambiente”:
Il Ponte sulla laguna di Maracaibo (Venezuela)
Il Ponte di Goteborg
il Ponte sulla Schelda di Anversa                                                                                 del tuo calcestruzzo con
il Viadotto sul Polcevera
il Ponte sulla Roma-Fiumicino all’Ansa del Tevere della Magliana
il Ponte di Wadi Kuff in Cirenaica                                                                                le fibre d’acciaio Dramix®
il Ponte sulla Baia di Vigo (Spagna)
il Ponte sul Rio Magdalena a Barranquilla (Colombia)
il Viadotto Carpineto della superstrada basentana in pro-        PROSEGUI LA LETTURA
vincia di Potenza ...                                             LINK all’articolo completo

                                        – 26 –                                                 440x618px_Singapore gardens_IT.indd 1
                                                                                                                                       – 27 –    2/02/2018 15:23:42
#158.2018
#Speciale PONTE MORANDI

Morandi: Su alcune recenti realizzazioni di strutture                      Molti dei protagonisti della cultura architettonica e ingegneristica italiana vi hanno
                                                                           contributo, da Carlo Mollino a Pier Luigi Nervi, da Augusto Cavallari Murat a Roberto

in cemento armato e cemento armato precompresso                            Gabetti (questi ultimi ne furono anche lungamente direttori).
                                                                           LINK al sito della rivista.

Andrea Dari                                                                L’articolo di Morandi
                                                                           Nell’articolo sono molte le informazioni interessanti che si possono trovare per com-
                              Dopo il crollo del viadotto Polcevera,       prendere meglio le scelte che hanno portato alla progettazione del viadotto polce-
                              detto anche ponte Morandi, abbiamo           vera, tra cui una che parla proprio del sistema dei tiranti che è stato adottato, però
                              purtroppo sentito di tutto, anche sul fat-   del simile ponte realizzato sul lago di Maracaibo:
                              to che l’ing. Riccardo Morandi fosse un
                              genio della costruzione di ponti e, più in   “Se avessi previsto dei semplici tiranti di acciaio mi sarei imbattuto, per il passaggio
                              generale, della tecnica delle costruzio-     dei carichi accidentali (pernso in particolare a quelli severissimi ferroviari) in due se-
                              ni. Per questo abbiamo cercato di af-        rie difficoltà: la prima che l’allungamento dei tiranti dovuti al suddetto passaggio dei
                              frontare il tema in modo tecnico con un      carichi avrebbe lesionaito qualsiasi guaina in calcestruzzo gettata a loro protezione
                              dossier che man mano che troviamo            e che l’allungamento stesso sarebbe stato di tale entità da disturbare addirittura il
                              nuove informazioni aggiorniamo.              transito dei veicoli ferroviari sul ponte (l’abbassamento della sede stradale sarebbe
                              Il Dossier è visibile a questo LINK.         stato di circa 1 metro).
                                                                           Ho pensato quindi che se i cavi di acciaio fossero stati pretesi in maniera tale che
                              Grazie a un post dell’Ing. Vincenzo Ca-      una guaina di calcestruzzo preventivamente disposta intorno ad essi fosse risulta-
                              ruso è stato possibile avere un articolo     ta compressa, il passaggio dei carichi avrebbe operato su di essa soltanto una
                              scritto proprio da Riccardo Morandi dal
                              titolo: “Su alcune recenti realizzazio-
                              ni di strutture in cemento armato                                                                                        Omya Construction
                              e cemento armato precompresso”                                                                                                       omya.com

                              pubblicato nel 1958 su “Atti e Rasse-
                              gna Tecnica”, rivista della SIAT - So-
                              cietà Ingegneri e Architetti di Torino,
                              annoverata tra le più antiche associa-
                                                                                                                    Betocarb®
                              zioni italiane in attività .                                                          Omya‘s Mineral Plasticizer®
                                                                                                                    Il contributo di Omya allo sviluppo del calcestruzzo:
                              “Atti e Rassegna Tecnica”, rivista
                              della SIAT                                                                            -   Incremento della lavorabilità e fluidità nel
                              Nata nel 1868 come «Atti della Società                                                    calcestruzzo e nei prodotti premiscelati cementizi
                              degli Ingegneri e Industriali in Torino»,                                             -   Contributo ad una minore emissione di CO2
                              la prima denominazione dell’attuale                                                   -   Miglioramento dell’aspetto superficiale e riduzione
                                                                                                                        delle microporosità
                              SIAT, la rivista è tra le più antiche te-
                                                                                                                    -   Ottimizzazione delle operazioni di getto
                              state tecniche, non solo italiane, tuttora
                              attive. Sospesa a ridosso del ventennio
                              fascista, non riprese le pubblicazioni
                                                                              Omya S.p.A.
                              per via delle leggi avverse al libero as-       info.it@omya.com
                              sociazionismo, ma venne subito rifon-           +39 02 380831

                              data dopo la Liberazione.

                          – 28 –                                                                                  – 29 –
#158.2018
#Speciale PONTE MORANDI

                                                                                                  L’importanza dell’opera di Morandi sull’evoluzione
                                                                                                  dei ponti e viadotti
                                                                                                  Antonino Recupero - Università di Messina

                                                                                                  Ormai sono passati alcune settimane da quel maledetto 14 agosto 2018 nel quale
                                                                                                  la nazione ha assistito alla morte di 43 concittadini vittime innocenti e nello stesso
                                                                                                  tempo al crollo di uno dei simboli della ricostruzione post-bellica. È forse il segno del
                                                                                                  destino, il segnale che questa Italia ormai si incammina lentamente verso il proprio
                                                                                                  declino?

                                                                                                  I ponti di Morandi stanno sù?
                                                                                                  Purtroppo la reazione degli italiani è stata diversa da quella che io mi aspettavo, in
                                                                                                  qualche modo; loro cercavano solo il colpevole e lo hanno già trovato.
diminuzione di compressione, senza mai raggiungere il valore zero, per cui fossero                Ormai nei bar, nei parchi giochi per bambini, nelle piazze del paese, al supermerca-
da escludersi concettualmente le fessuraizonei e le deformazioni sarebbero state                  to tutti sanno che “i ponti di Morandi non stanno su”. I sindaci del Bel Paese vanno
ridotte dal rapporto tra modulo elastico dell’acciaio e quello del calcestruzzo.                  nelle proprie città alla spasmodica ricerca di un ponte Morandi, se non lo trovano ne
È da considerare inoltre che la componente orizzontale della reazione, in corri-                  cercano anche un surrogato, uno “tipo Morandi”, da poter chiudere. Così aumenta-
spondenza del punto di innesco del tirante della travata orizzontale, costituisce uno             no il consenso nei confronti dei propri elettori.
sforzo di autocompressione della travata che contribuisce sensibilmente alla buona
risoluzione economica del problema.”                                                              Ponti, materia da specialisti
                                                                                                  Io studio ponti da 30 anni, ho avuto un grande maestro, (sono uno degli allievi del
Ponte Morandi: il peso proprio della struttura e le soluzioni adottate                            Prof. Giuseppe Mancini), mi sono confrontato in giro per il mondo con colleghi,
Nell’articolo Morandi ci parla anche delle altre soluzioni adottate, in particolare per           che fino alla mattina del 14 agosto ritenevano Morandi un grande dell’Ingegneria
la gestione dei carichi del peso proprio della struttura.

“Come ho già detto, per quanto si riferisce al peso proprio della struttura, i due si-
stemi risultano bilanciati e la risultante delle azioni passa per le verticali delle due
pile antenne. Il passaggio dei carichi invece determina una sissimetria delle azio-
ni entro le due braccia dei tiranti, ed a sua volta induce sulle antenne degli sforzi
tensionali che hanno obbligato a determinare una condizione di congruenza tra le
deformazioni elastiche dei tiranti e quelle delle antenne. Da considerare inoltre che
il passsaggio dei carichi sulla luce centrale non produce un sollevamento sensibile
in corrispondenza degli attacchi dei tiranti sulle pile a cavalletto, posti ai limiti delle
due luci adiacenti a quella centrale”
“Queste due ultime pile a cavalletto presentano altresì la caratteristica di pemettge-
re all’atto della messa in tensione dei tiranti, una certa traslazione sul piano orizzon-
tale e questo allo scopo di poter utilizzare la componente sul detto piano orizzonta-
le dello sforzo di pretensione dei tiranti medesimi quale
tensione di auto-precompressione delle luci comprese                PROSEGUI LA LETTURA
tra le pile a cavalletto e le pile antenne.”                         LINK all’articolo completo

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#158.2018
#Speciale PONTE MORANDI

mondiale. So, perché alcuni di loro li ho sentiti anche dopo, che non hanno cam-
biato idea.

Ma allora perché gli italiani hanno emesso la loro personale sentenza. Gli italiani
sono un popolo strano molto emotivo e umorale lontani dallo stereotipo del tecnico
puro, quale credo di essere diventato io con gli anni.
Non riflettono, usano l’istinto, e poi sono tuttologi: medici, avvocati, ingegneri, alle-
natori di calcio .. a secondo le necessità. Anche il mio panettiere, oggi, sa o crede di
sapere cosà è un ponte strallato.

Io ci ho impiegato 30 anni per avere seri dubbi quando ne studio, progetto e analizzo
uno. Lui, invece, in una settimana è giunto al punto di sentenziare sulla inidoneità
del progetto di Morandi. Ma la cosa peggiore e sentirlo dire ai colleghi ingegneri che
si sono uniti al coro.

Morandi è un genio, lo è stato e noi che amiamo i ponti, li abbiamo studiati, per
passione prima che per lavoro, glielo riconosciamo. Egli è stato un visionario un
precursore uno che ha fatto del motto latino di dannunziana memoria “memento
audere semper” una ragione di vita professionale. Egli ha fatto fare all’Ingegneria
dei “ponti in calcestruzzo” quel balzo in avanti che in tempi normali avremmo fatto
in una trentina di anni. Non voglio qui cantare gli elogi dell’attività professionale
di Morandi e quindi cercherò di spiegare la mia ragione
solo su quella tipologia strutturale che oggi è oggetto di      PROSEGUI LA LETTURA
veementi attacchi: i ponti strallati di Morandi.                 LINK all’articolo completo

                                        – 32 –                                                – 33 –
#158.2018
#Gli interventi successivi sul ponte Morandi

Ing. Camomilla: come e perché intervenimmo sugli                                           Il difetto costruttivo era questo: i fili ad
                                                                                           altissima resistenza avrebbero dovuto

stralli della pila 11 del Ponte Morandi nel 1992                                           essere tra loro tutti distanziati per es-
                                                                                           sere tutti avviluppati dal calcestruzzo,
                                                                                           che ha un notevole potere di protezio-
Gabrielle Camomilla - Terotechnologist expert in maintenance and road management           ne dalla corrosione delle strutture di
                                                                                           acciaio. A causa di un difetto costrut-
Crollo del ponte Morandi: conoscere per comprendere                                        tivo, invece, tutti questi fili si sono tro-
In questi giorni, dopo il crollo di una parte del viadotto Polcevera, con INGENIO ab-      vati impacchettati in sommità alla pila,
biamo cercato di pubblicare una serie di approfondimenti tecnici - a cominciare da         per cui non erano bene avviluppati dal
alcuni articoli di Riccardo Morandi - per aiutare chi opera nel settore a comprendere      calcestruzzo. Questo consentiva il pas-
chi fosse l’ing. Morandi stesso, le caratteristiche del ponte, le manutenzioni realiz-     saggio di una parte di aria, e quindi l’at-
zate, i punti di debolezza e di forza. Uno dei temi più interessanti riguarda proprio      tacco dell’acciaio.
l’intervento di manutenzione del 1992 su uno degli stralli, quello della pila 11, una      In pochi giorni avviammo l’intervento.
manutenzione effettuata durante le “Colombiadi” di Genova, quindi in un momento            Allora non c’era una legge che buro-
di grande traffico per il capoluogo ligure.                                                cratizzasse la manutenzione, quindi fu
                                                                                           relativamente semplice farlo, a parte le
Abbiamo ritrovato - grazie a un lettore - due pubblicazioni tecniche:                      discussioni sul “come” farlo. Autostra-
• la pubblicazione IABSE dove gli autori sono prof. F. Martinez Y Cabrera, l’Ing.          de aveva una sua società di costruzio-
   Camomilla, l’ing. Marioni e l’ing. Pisani.                                              ni, Italstrade Spa sempre IRI con la sua
• la pubblicazione che fu presentata in ambito scientifico a Shangai dal prof. F.          filiale locale ISA Appalti, e con essa av-
   Martinez Y Cabrera, l’Ing. Camomilla, l’arch. Donferri Mitelli e l’ing. Pisani          viammo l’intervento.
Entrambre descrivono tutto l’intervento con particolari diversi.
                                                                                           Andrea Dari: Perchè lo strallo era
Abbiamo anche intervistato l’ex Direttore della Ricerca e Manutenzione di Au-              protetto con il calcestruzzo, un ma-
tostrade, Gabriele Camomilla, uno degli autori e quindi delle figure che seguirono         teriale che ha, a sua volta, problemi
l’intervento.                                                                              di durabilità?
                                                                                           Gabriele Camomilla: Perchè stiamo
Ecco il testo e in allegato l’articolo                                                     parlando degli anni sessanta. Perchè
                                                                                           stiamo parlando di uno dei primi pro-
Andrea Dari                                                                                getti di ponti strallati al mondo che ha
                                                                                           dato poi le basi per uno sviluppo tecno-
L’intervista all’Ing. Gabriele Camomilla                                                   logico sui ponti strallati a livello interna-
Andrea Dari: Ing. Camomilla, nel 1992 avete riparato uno strallo di una delle              zionale. Perchè in quegli anni non c’e-
pile del ponte Morandi. Come scopriste il problema?                                        rano le tecnologie di oggi, in cui i trefoli
Gabriele Camomilla: Il ponte era oggetto di ispezioni accuratissime e costanti, an-        sono inseriti in guaine in polietilene pe-
che alla sommità dei piloni 90 metri dal suolo.                                            sante ed ingrassati. Da non confonde-
Durante uno di questi controlli scoprimmo che sull’ultima porzione di uno strallo, in      re con le abituali tecniche di protezione
cima alla struttura del numero 11, sullo strallo lato Genova (lato nord), il cemento       dei precompressi “normali”, basate su
aveva lasciato scoperta una porzione d’acciaio e questo aveva portato alla corro-          trefoli inseriti in guaine d’acciaio in cui
sione per dissoluzione di circa il 30 % dei trefoli. Va sottolineato che le azioni a cui   sono pompati cementi speciali (sia per
l’acciaio portante dello strallo lavorava (circa 7.000 kg) erano di gran lunga inferiori   prestazioni che per reologia) per la pro-
alle capacità di resistenza dell’acciaio che lo costituiva (15.000 kg).                    tezione dell’acciaio.

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#158.2018
#Gli interventi successivi sul ponte Morandi

Nello strallo la protezione era costituita da conci in calcestruzzo che a strallo te-
sato, venivano precompressi con appositi ulteriori cavi, che impedivano che detto
rivestimento protetivo andasse in trazione e si fessurasse al passaggio dei veicoli
e/o per motivi di temperatura o altro Quella era la tecnologia innovativa morandiana
per proteggere l’acciaio in un ambiente soggetto a forti aggressioni anche per come
funzionano gli stralli che sono deg i appoggi “dall’alto”, mobili sotto traffico.
                                                                                                  Quando ti serve una presa
Il calcestruzzo era precompresso, per garantire l’assenza di fessure; solo in                     RAPIDA, SICURA e RESISTENTE
segito si sono sviluppati gli stralliseparati ad “arpa” ricoperti di polietilene
pesante come quelli usati nella riparazione. La precompressione però la rendeva
difficile come rende difficile qualsiasi demolizione incontrollata.
Su questo vorrei evidenziare un aspetto di cui si è parlato in questo giorni molto
poco e in cui invece si è fatto molta comunicazione allarmistica.
Molti ponti in cui si raccontano problematiche di crollo imminente non stanno crol-
lando ma hanno problemi sui copriferro carbonatati dalla CO2 e non più ptotettivi dei
ferri esterni che per questo arrugginiscono ed espellono, con l’aumento di volume
degli ossidi che si sono formati, la parte esterna del calcestruzzo non più protettiva
Lo spessore di questi copriferro è molte volte più basso dello spessore delle prote-

                                                                                                                                                                                                                fotografia: Xenja Santarelli
zioni degli stralli del Polcevera che, per carbonatarsi completamente, hanno biso-
gno di più dei 60 anni passati.
Tutti questi ponti aggrediti, ma ancora portanti, avrebbero bisogno di una manuten-
zione che ricostruisse le protezioni utilizzando, per esempio, malte reoplastiche a
ritiro compensato frutto del genio del prof. Collepardi e la protezione catodica delle

                                                                                                 GRAUTEK
armature, altra eccellenza italiana applicata per esempio da me su alcuni ponti del
vecchio Bologna Firenze e più recentemente dall’ANAS
sul viadotto Sfalassà della Salerno Reggio credo nel
2011, prima che si interrompesse il suo completamento.
                                                                   PROSEGUI LA LETTURA
                                                                    LINK all’articolo completo
                                                                                                 EXTRARAPID 1h
                                                                                                 Malta cementizia monocomponente
                                                                                                 a rapidissima presa ed indurimento

                                                                                                 L'ideale per interventi mirati in cui è richiesto un
                                                                                                 indurimento extra rapido che una malta tradizionale non
                                                                                                 potrebbe garantire.
                                                                                                 GRAUTEK EXTRARAPID è in grado di sviluppare elevate
                                                                                                 resistenze meccaniche dopo solo 1 ora, rispetto alle
                                                                                                 comuni malte tradizionali che raggiungono una resistenza
                                                                                                 meccanica dopo 12 ore.

                                                                                                 TEKNA CHEM S.p.A. - via Sirtori, 20838 Renate (MB) - tel. 0362 918311 - www.teknachem.it - info@teknachem.it

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#158.2018
#Gli interventi successivi sul ponte Morandi

E se il vecchio ponte Morandi potesse essere                                                sono molte e sarebbe un peccato perdere l’occasione per pensare ad un vero siste-
                                                                                            ma di sicurezza dei ponti oggi più facilmente realizzabile e operativamente funzio-

salvato…                                                                                    nante di quanto lo fosse 26 anni fa.

                                                                                            Le strutture parlano: ecco come guardare al futuro dei ponti
Gabriele Camomilla - Terotechnologist expert in maintenance and road management             Innanzitutto, per esempio, va osservato che le strutture come i ponti, prima di morire
Stefania Alessandrini - Caporedattore INGENIO                                               emettono i cosiddetti gridi di dolore ossia delle frequenze tipiche che richiamano
                                                                                            “grida di aiuto”. Ci sono alcune frequenze che variano a seconda del tipo di materia-
La chiave di lettura sta nel guardare al passato per pensare al futuro                      le e che indicano uno stato di “difficoltà della struttura” nei suoi diversi stadi. Queste
                                                                                            frequenze sono rilevabili da sensori, di costo e dimensioni contenute, che, trasmet-
Non tutto va distrutto                                                                      tendo le informazioni ad un centro di controllo, possono permette ai ponti di durare.
Anzi partendo dall’analisi della riparazione della Pila 11 è facile comprendere
come un ponte moderno - macchina tecnologica, possa durare centinaia di                     Questo è il futuro.
anni! A spiegarci il perché l’ing. Gabriele Camomilla ex Direttore della Ricerca
e Manutenzione di Autostrade.                                                               È questa la prima ricetta che l’ing. Camomilla mi da parlando del futuro dei ponti, lin-
                                                                                            fa vitale del nostro sistema di trasporto che ci permette di vivere ai livelli a cui siamo
Continua il dibattito sul Ponte Morandi, e lo si fa ormai parlando solo del nuovo           abituati e che consideriamo immutabili, ma non mi nasconde che, in Italia spesso, è
ponte. Sul tavolo per ora una proposta scarsamente operativa di Renzo Piano                 l’investimento, insieme alla burocrazia, che frena la piena sicurezza delle infrastrut-
e molti dibattiti su chi deve costruirlo, sui tempi di ricostruzione, sulle concessioni…    ture; “basti pensare che in termini bilancistici delle società, la manutenzione, tanto
                                                                                            strombazzata in questi giorni e quasi mai praticata, è una voce di spesa e non di
“Subito la demolizione e nuovo ponte per Genova nel 2019. La parola d’ordine è:             investimento, come dovrebbe.”
facciamolo bene e in fretta” cosi ha commentato e sintetizzato il Presidente della
Regione Liguria, Giovanni Toti in una intervista sul Corriere della Sera, parole che        Se si arrivasse – aggiunge l’ingegnere - ad una valutazione dello stato delle ope-
descrivono bene “l’aria che si respira” e che per ora sono solo desideri più che piani.     re generalizzata con metodi adatti, seguita da interventi mirati nei punti critici
Poco importa di ciò che è rimasto in piedi, in quanto solo il simbolo di una disgrazia      o destinati a divenire tali, avremmo ottenuto il sistema di controllo con preav-
che deve essere archiviata al più presto nelle menti e soprattutto dagli occhi di chi       viso dei ponti.
resta. Ma non tutti sono della stessa idea.
                                                                                            Già la diffusione della protezione catodica (che evita per esempio il distacco del
                                                 Per l’ing. Camomilla, che nel 1992 ave-    copriferro, giudicato erroneamente prodromo di crollo imminente) darebbe luogo
                                                 va seguito il complesso intervento di      all’arresto per decenni e decenni a quel degrado che, anche se solo estetico, terro-
                                                 risanamento dello strallo della Pila 11,   rizza gli amministratori delle strade di ogni ordine e grado.
                                                 (ndr è possibile scaricare il pdf con la
                                                 descrizione dettagliata degli interventi   I metodi da perfezionare, ma già tecnicamente risolti, sono la soluzione.
                                                 e dei controlli che ne sono conseguiti),
                                                 il ponte va salvato nelle sue parti cer-   “Non può essere, per esempio, l’analisi modale che, per il controllo dei ponti, è sen-
                                                 tamente sicure e durevoli e ricostruito    za dubbio oggi migliorata rispetto a 20 anni fa, ma che rimane ancora poco precisa
                                                 per il resto. Ma cerchiamo di capire il    e sensibile, e complessa nell’applicazione per usarla in modo diffuso.
                                                 perché e cosa questa vicenda può in-       Quello che serve sono metodi/analisi affidabili che possano essere gestiti da
                                                 segnarci.                                  tecnici formati ad hoc (lavoro vero per giovani), anche perché i ponti più importanti
                                                                                            in Italia sono oltre 20.000 solo tra quelli extraurbani, ed è quindi fondamentale appli-
                                                 Chiacchierando con l’ing. Camomilla,       care un metodo che ne consenta l’applicazione diffusa ed operativa.
                                                 ex Direttore della Ricerca e Manuten-
                                                 zione di Autostrade, le cose da capire     Quello delle emissioni acustiche, del cosiddetto “grido di dolore”, può essere, senza

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