Il ruolo dello psicologo a scuola per la promozione della salute e del benessere. Una ricerca esplorativa sul territorio torinese

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Il ruolo dello psicologo a scuola per la promozione della salute e del
                                            benessere.
                     Una ricerca esplorativa sul territorio torinese

       Daniela Bulgarelli, Aldo Ferrari Pozzato, Cristiana Gavello, Carlo Alberto Gallizia,
               Paola Libanoro, Sabina Natali, Silvia Spinelli, Silvia Roberta Villa

                                            Introduzione
Questo articolo presenta l’indagine-pilota “La salute e il benessere a scuola”, promossa dalla
Commissione Scuola dell’Ordine degli Psicologi del Piemonte. La ricerca si proponeva un duplice
obiettivo: raccogliere informazioni aggiornate circa i bisogni di intervento e le iniziative di
promozione della salute a scuola, e riflettere sul ruolo dello psicologo nel contesto scolastico
piemontese.

La salute a scuola

Nella Conferenza del 1986 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la salute viene
definita come uno “stato di completo benessere fisico mentale e sociale”, “che richiede molteplici
azioni sul fronte sociale, ambientale, economico educativo e psicologico (...) a partire da una
educazione alla responsabilità fin dall’età scolare, per rendere ciascuna persona in grado di
affrontare le fasi, le scelte e le difficoltà della vita con la consapevolezza delle risorse personali e
comunitarie a disposizione” e non come semplice assenza di malattia. Da quel momento l’OMS ha
progettato una serie di azioni finalizzate al raggiungimento di tali obiettivi a livello mondiale.
Attualmente gli Stati Membri della Regione Europea dell’OMS attraverso la strategia Europa 2020
sono impegnati in interventi di promozione della salute volti a ridurre significativamente gli effetti
dannosi derivanti dal consumo di sostanze che causano dipendenza quali tabacco, alcool e droghe, a
contrastare l’obesità, a migliorare la salute mentale e ad incentivare l’adozione di stili di vita più
sani nella popolazione di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea entro il 2020.
      Altre definizioni di salute sottolineano la dinamicità del processo: la salute non è uno stato da
raggiungere bensì un divenire, un processo di adattamento ad un sistema in continua trasformazione
(Blum, 1982; Milio, 1986).

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Nella dichiarazione della I Conferenza Europea delle Scuole che Promuovono Salute1 (A. A. V. V.,
1997) viene sottolineato il ruolo fondamentale della scuola nell’attivazione di processi atti a
realizzare la salute delle giovani generazioni: “Tutti i bambini e i giovani hanno il diritto, e
dovrebbero avere l’opportunità, di essere educati in una scuola che promuove la salute” (p. 157).
      Nella dichiarazione della IV Conferenza Europea sulle Scuole che Promuovono Salute
(Barbera et al., 2013) inoltre vengono individuati alcuni valori e principi fondamentali della sua
promozione e del benessere nel contesto scolastico in tutta Europa. Salute, istruzione e sviluppo
sono correlati tra loro attraverso attività e programmi implementati in modo sistematico nel lungo
periodo, secondo il valore della sostenibilità. In tale dichiarazione si ribadisce la necessità di
adottare, in ambito scolastico, un approccio globale alla salute. La promozione della salute nelle
scuole si esprime quindi attraverso azioni di potenziamento delle abilità personali, di miglioramento
delle relazioni sociali, del clima scolastico e di intervento sugli aspetti organizzativi e ambientali.
Le Scuole che Promuovono Salute favoriscono migliori processi di insegnamento e di
apprendimento e migliori risultati, con alunni in salute che imparano meglio e un personale in salute
che lavora meglio.
      Nonostante i documenti sopra citati siano unanimi nel riconoscere alla scuola un contesto
privilegiato di promozione alla salute e alla sicurezza, nella pratica gli interventi sono caratterizzati
da frammentarietà e disomogeneità operative che possono ostacolare il pieno raggiungimento del
ben-essere degli attori coinvolti.
      In Italia il primo riconoscimento dell’importanza dell’Educazione “sanitaria” a scuola è
avvenuto con la Legge n. 162/90 - testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti
e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, che
ha invitato i Provveditorati scolastici ad organizzare corsi di aggiornamento per gli insegnanti delle
scuole di ogni ordine e grado.
      Dall’a.s. 2011/12 la Regione Piemonte ha siglato un Protocollo d’Intesa con il Ministero
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte –
relativo alle attività di Promozione ed Educazione alla Salute nelle Scuole Piemontesi, con
l’obiettivo di assicurare ai destinatari degli interventi un maggior controllo sulla loro salute
mediante la promozione di stili di vita positivi e responsabili e la creazione di ambienti favorevoli.
Il Protocollo si traduce operativamente in azioni volte a:
      -    offrire “livelli minimi” di attività di promozione della salute, come opportunità fruibili in
          tutte le scuole, da inserire nel POF, sulle tematiche prioritarie del programma

1
      È una rete di scuole che promuovono la salute secondo i seguenti valori: equità, sostenibilità, inclusione,
empowerment, e democrazia.
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“Guadagnare Salute” (alimentazione e attività fisica, fumo, alcool e dipendenze), degli
            obiettivi ricompresi nell’insegnamento di “Cittadinanza e costituzione”, in particolare per
            quanto riguarda le competenze trasversali per la salute (life skills), nonché dei programmi
            regionali sulla cultura della donazione;
      -     offrire   iniziative   di   informazione,        aggiornamento      e   ricerca/azione      finalizzate
            all’elaborazione di percorsi educativi a valenza regionale su temi quali: il gioco d’azzardo,
            la cultura della donazione, l’alimentazione sana, l’attività fisica, il fumo;
      - favorire l’adesione al Network Europeo delle “Scuole che Promuovono Salute” attraverso
            il percorso sperimentale di ricerca/azione “Il Profilo di Salute della Scuola”, che prevede
            l’individuazione delle criticità, delle risorse e delle azioni prioritarie che le scuole del
            territorio hanno intrapreso in un’ottica di costruzione della salute.
      L’indagine-pilota, promossa dalla Commissione Scuola dell’Ordine degli Psicologi del
Piemonte, prendeva idealmente le mosse da questa cornice di riferimento.

La specificità dello psicologo nel contesto scolastico

La specificità dello psicologo, che opera a scuola rispetto ad altre figure professionali che lavorano
nei contesti educativi, risiede in un approccio attento alla complessità del sistema scuola.
Quest’ultima, infatti, è una realtà composta da individui (studenti, insegnanti, operatori) e da gruppi
(classi, famiglie, corpo docente e amministrativo) ed è inserita in un contesto territoriale più ampio
(comuni, province, sistema sanitario, settore terziario). Lo psicologo lavora nella consapevolezza
delle relazioni tra questi diversi attori sociali e di solito opera su tre obiettivi principali2:
    1. promozione della salute e del benessere;
    2. contrasto dei fenomeni di rischio;
    3. diffusione delle buone pratiche psicologiche.
      L’intervento dello psicologo è svolto in ottemperanza al Codice Deontologico e si caratterizza
perché è declinato su tre livelli differenti ma complementari:
    1. progettuale: l’intervento viene progettato in base ad obiettivi condivisi con gli attori
          coinvolti (dirigenti, insegnanti, studenti, famiglie), a partire dalla domanda;
    2. operativo: l’attuazione degli interventi è gestita dallo psicologo;
    3. valutativo: l’intervento dello psicologo è di solito accompagnato dalla valutazione del
          percorso svolto e dal monitoraggio dei risultati attraverso strumenti idonei; alla valutazione
          segue la restituzione dei risultati ai soggetti coinvolti nell’intervento.

2
          Nel contesto scolastico, lo psicologo non può prendere in carico globalmente una persona, non può svolgere
percorsi terapeutici, né percorsi diagnostici (Legge regionale 06/11/2007, n. 21).
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Gli strumenti di lavoro dello psicologo sono molteplici: colloqui, interviste, strumenti
standardizzati, role-playing e osservazioni, che sono utilizzati con singoli soggetti o con gruppi a
seconda degli obiettivi dell’intervento svolto. Per un quadro più esaustivo, si rimanda al documento
“Aree di intervento” dell’Ordine Nazionale degli Psicologi (2014).
       In Italia il riconoscimento della figura dello psicologo scolastico e di un servizio di psicologia
scolastica, attivo nelle scuole di ogni ordine e grado, non è ancora istituzionalizzato. Dal 1996 ad
oggi sono stati emanati diversi disegni di legge sullo psicologo scolastico in Italia. La situazione
degli psicologi che lavorano nelle istituzioni educative europee è stata presentata in un documento
della Task Force on Psychologists in The Educational System dell'EFPA (1998) attivata dalla
European Federation on Psychologists Associations. Da tale documento risulta un’accurata indagine
su come i vari paesi Europei hanno strutturato i loro servizi di psicologia scolastica, ed emerge
chiaramente che l'unico paese Europeo a non avere un servizio ufficiale di psicologia scolastica è
l'Italia.

Obiettivi della ricerca “La salute e il benessere a scuola”

L’indagine-pilota, i cui risultati sono qui di seguito presentati, aveva come primo obiettivo quello di
raccogliere informazioni aggiornate circa i bisogni di intervento e le iniziative di promozione della
salute realizzate nelle scuole del territorio della Città di Torino, nell’a.s. 2012-2013. Essa intendeva
fotografare quali e quante iniziative per la promozione del benessere fossero attive nelle scuole e
quale figura professionale le gestisse.
       Un secondo obiettivo era quello di fornire una panoramica della situazione esistente senza la
pretesa di essere esaustivi, ma col fine di consentire una prima lettura, nell’ipotesi di orientare, in
modo mirato, le risorse attualmente disponibili e di permettere alla categoria degli psicologi, che
operano all’interno della scuola, di offrire servizi sempre più adeguati e focalizzati.

                                                Metodo
Il campione
La ricerca ha coinvolto 45 scuole di Torino e Provincia comunali o statali: 14 scuole dell’infanzia,
15 scuole primarie, 4 scuole secondarie di primo grado, 12 scuole secondarie di secondo grado. Sul
totale 12 sono istituti comprensivi.
            Il numero totale di studenti è 21604 di cui 1700 alunni della scuola dell’infanzia, 5105
alunni della scuola primaria, 2269 allievi della scuola secondaria di primo grado, 11910 allievi della
scuola secondaria di secondo grado. Il totale degli insegnanti presenti nelle scuole che hanno

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partecipato all’indagine è 2037, di cui 277 sono insegnanti di sostegno. I referenti dell’educazione
alla salute sono in 27 casi insegnanti, in 3 responsabili psicopedagogisti, in 15 casi il dato non è
stato specificato. Il titolo di studio dei referenti dell’educazione alla salute risulta essere: in 20 casi
la laurea (5 in psicologia, 15 altro), in 7 casi il diploma, in 2 casi non è stato specificato, mentre in
16 caso il dato è missing.

Il Questionario “La salute e il benessere nella scuola” (QuSBeS)
Il Questionario “La salute e il benessere nella scuola” (C. Ballarini, D. Bulgarelli, S. Di Paola, E.
Gabriele, C. Gavello, C. Marazziti, P. Libanoro, S. Natali, E. Rabaglietti, S. Spinelli, S. R. Villa,
non pubblicato) è stato creato per questo progetto di ricerca da alcuni componenti della
Commissione Scuola dell’Ordine degli Psicologi del Piemonte, a partire da alcune indicazioni
derivanti dalle carte internazionali sulla salute (ad es., Carta di Ottawa della World Health
Organization, 1986) e sulla sua promozione a scuola (ad es., ISTISAN, 2008), oltre che da una serie
di riflessioni emerse all’interno del gruppo di lavoro.
       Il QuSBeS è stato pensato per essere compilato dal referente alla salute, poichè questa figura
è a conoscenza del quadro delle iniziative svolte all’interno della sua scuola; laddove questa figura
non fosse disponibile, il questionario è stato compilato dal Dirigente Scolastico o da un suo
incaricato.
       Gli obiettivi dello strumento sono principalmente: 1) rilevare quali siano le iniziative
dedicate alla salute ed al benessere all’interno delle scuole; 2) esplorare se queste iniziative
rispondano ai reali bisogni delle scuole; 3) indagare in quale modo lo psicologo sia coinvolto dalla
scuola come figura che può specificamente lavorare sulla promozione della salute e del benessere.
       Il questionario si divide in tre sezioni. La prima rileva le caratteristiche della scuola
compilante (ordine, appartenenza a istituti comprensivi, numero di classi e allievi, numero e ruolo
dei docenti, presenza di casi di disagio nella scuola, ecc.). La seconda sezione è dedicata all’analisi
dei bisogni della scuola, declinati sui vari attori di questo contesto sociale (allievi, insegnanti,
personale ATA, genitori) e indaga inoltre quale sia, nell’immaginario del referente alla salute, il
ruolo che lo psicologo può rivestire all’interno della scuola. La terza sezione è invece dedicata alla
descrizione di alcune iniziative (massimo cinque) per la salute e il benessere che la scuola ha
ospitato nell’anno scolastico in corso. In particolar modo, sono stati indagati l’obiettivo
dell’iniziativa, la durata, le figure cui è rivolta (allievi, insegnanti, personale ATA, genitori), chi sia
l’operatore che l’ha gestita e con quali modalità, chi ha finanziato l’iniziativa, se l’iniziativa ha
risposto ai bisogni della scuola e tramite quale modalità ne è stata valutata l’efficacia.

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Procedure
Nel mese di novembre 2012, la Commissione Scuola ha preso contatto con i Dirigenti Scolastici per
avere l’autorizzazione a proporre il QuSBeS ai referenti per la salute. Per alcune scuole la
compilazione del questionario è avvenuta via web, per altri istituti in formato cartaceo o file word.

                                               Risultati
I dati raccolti attraverso il QuSBeS sono molteplici, ma alcuni risultano più significativi di altri per
promuovere una riflessione all’interno della comunità professionale degli Psicologi; su tali risultati
è focalizzata la nostra analisi.
      Le scuole indicano di avere attive, in media, 2.77 iniziative di promozione della salute e
dell’agio e di prevenzione del disagio (min = 0, max = 10).
        Dall'analisi delle tipologie di iniziative attivate nelle scuole è emerso che, su 114 iniziative
totali, il 37.7% è relativo a interventi di prevenzione, 19.3% a sportelli di ascolto, l’11.4% ad
attività di educazione alimentare, il 10.5% ad iniziative di sensibilizzazione, 7.9% ad attività di
educazione motoria, 7.0% ad attività di supporto per i Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA),
il 5.3% ad attività di formazione su tipologie e modalità di apprendimento e lo 0.9% ad interventi
sull’handicap (vedi Grafico 1).

                                               Grafico 1

        La categoria più rappresentata è quella degli interventi di prevenzione, poiché comprende
aspetti molto diversi della salute: alcuni legati alla sicurezza (guida pericolosa, malattie
sessualmente trasmissibili, ecc.), alcuni alle dipendenze (alcool, sostanze, internet), alcuni ad affetti
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ed emozioni e altri al bullismo e cyberbullismo. La seconda tipologia maggiormente rappresentata è
quella degli sportelli, un dato coerente con l’immagine percepita dello psicologo come interlocutore
dedicato all’ascolto del disagio. A seguire, gli interventi legati all’educazione motoria e
all’alimentazione: emerge come nella scuola questi aspetti siano inclusi all’interno del concetto di
benessere, in accordo con le recenti linee guida. Un’altra tipologia ben rappresentata è quella
relativa alla sensibilizzazione su temi di interesse etico (per es., donazione di sangue e organi). Gli
interventi sui DSA rappresentano il 7% del totale, dato significativo poiché tale categoria è stata
rilevata come a sé stante. Le attività di formazione invece risultano scarsamente rappresentate
(5.3%) e, solo in due casi, riguardano aspetti cognitivi dell’apprendimento (per es., la memoria).
       Il 33% delle attività è gestito dallo psicologo, il 26.1% dall’insegnante, il 12.1% da un
esperto esterno (personale dell’ASL, educatori, ecc.), mentre il 7.8% delle attività è gestita da
istruttori sportivi, tirocinanti o personale in servizio civile (Grafico 2).

                                                 Grafico 2

       Come emerge dalla Tabella 1, lo sportello di ascolto è gestito principalmente dallo psicologo
e, in parte minore ma comunque presente, dall’insegnante con abilitazione alla professione di
psicologo. Le attività di prevenzione sono il secondo principale lavoro dello psicologo nella scuola,
sebbene questa categoria di interventi sia gestita soprattutto da altre figure professionali,
probabilmente anche a causa della grande eterogeneità delle attività svolte nelle scuole. Rispetto ai
DSA, sono soprattutto insegnanti e figure specializzate a occuparsene. L’educazione alimentare è
soprattutto gestita dagli insegnanti: affrontata più come educazione all’assunzione di cibi sani che

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nei suoi aspetti psicologici. Mentre le attività di sensibilizzazione sono gestite da altre figure
professionali, spesso personale attivo in associazioni per la donazione del sangue o degli organi.

      Tabella 1. Tipologia di attività gestita da psicologi e/o insegnanti all’interno della scuola
                           Tipologia             Psicologo     Insegnante         Altro
                          Sportello                  18             2               0
                         Prevenzione                  9             3              23
                             DSA                      4             7               1
                    Educazione alimentare             3            12               2
                  Formazione apprendimento            2             2               2
                      Sensibilizzazione               1             2               7
                     Educazione motoria               0             1               8
                        Interventi HC                 0             1               0

                                       Discussione e conclusioni
Questa indagine pilota, promossa dalla Commissione Scuola dell’Ordine degli Psicologi, ha fatto
emergere come il concetto di salute, nell’immaginario del personale che lavora a scuola, sia molto
ampio: ne fanno parte aspetti più prettamente fisici (l’educazione motoria), aspetti psicologici
(comportamenti a rischio, sviluppo affettivo, ecc.) e aspetti trasversali, come l’educazione
alimentare ad esempio, che può essere approcciata dal punto di vista psicologico oppure medico o
educativo (la coltivazione dell’orto, abbastanza diffusa nella scuola dell’infanzia, ne è un esempio).
       Gli elementi che pensiamo sia utile discutere in questo articolo hanno in particolar modo a
che vedere con la figura dello psicologo a scuola e con i suoi ambiti di intervento. Il primo aspetto
che ci ha colpito è che lo psicologo lavora principalmente attraverso sportelli di ascolto, mentre
altre aree di intervento (prevenzione, DSA, educazione alimentare, …) che lo potrebbero
coinvolgere sono in realtà gestite soprattutto da figure professionali diverse.
       La numerosità degli sportelli attivi è, da una parte, indice dell’incremento dei bisogni
espressi dall’utenza (anche se nella situazione attuale le ore di sportello sono in forte declino);
dall’altra parte, rispecchia l'immagine diffusa dello psicologo come interlocutore dedicato al
disagio, meno interpellato per iniziative che riguardano la prevenzione e lo sviluppo dell'agio e del
ben-essere. Sebbene nella nostra indagine lo sportello di ascolto psicologico sia in misura molto
minore gestito da insegnanti, è importante ricordare che esso è di esclusiva competenza dello
psicologo e non di figure diverse (counsellor, psicopedagogisti, filosofi, ecc.): anche l’insegnante,
pur in possesso di laurea in psicologia e abilitazione all’esercizio della professione, non può
svolgere tale compito, in quanto si configura il rischio di violazione dell’art. 26 del Codice

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Deontologico degli Psicologi, data una interferenza di ruoli che può mettere a rischio l’efficacia
degli interventi e la privacy dei soggetti coinvolti.
       Rispetto ad ambiti di intervento o nicchie lavorative in cui lo psicologo potrebbe inserirsi
maggiormente, la formazione ci pare particolarmente interessante: le iniziative di formazione sui
processi di insegnamento-apprendimento risultano scarse, sebbene lo psicologo possegga una
preparazione specifica circa tali aspetti. Infatti sembra opportuno ricordare che lo psicologo che
lavora nella scuola è la figura competente per le iniziative di formazione sulle caratteristiche dei
processi cognitivi, affettivi e sociali dell’individuo che apprende (i vari tipi e le problematiche
dell’intelligenza, le varie forme di disabilità, i DSA, ecc.); per l’acquisizione delle competenze di
base e complesse (in scrittura, lettura, calcolo, soluzione di problemi, ecc.); per i fattori personali,
interpersonali e contestuali (struttura e organizzazione scolastica, programmi, rapporti scuola-
famiglia-comunità, ecc.) che facilitano o ostacolano i processi di insegnamento e apprendimento;
per l’acquisizione di valori e regole, le motivazioni ad apprendere; per le modalità e gli effetti dei
differenti stili educativi e delle pratiche di insegnamento (stili di insegnamento, modi di condurre la
classe, metodologie didattiche, etc.); ed infine per le interazioni sociali tra pari e con gli adulti, così
come già evidenziato dall’Ordine Nazionale degli Psicologi (2014).
       Anche la presenza di una percentuale significativa di progetti di sensibilizzazione sulla
donazione di sangue o di organi risulta coerente con le direttive del recente Protocollo di Intesa
Regione Piemonte-MIUR (2011) e suggerisce un ambito di applicazione lavorativa per lo psicologo
ancora poco esplorato (implicazioni emotivo-relazionali della donazione, rapporto donatore-
ricevente, ecc.).
       In conclusione, ci sembra che emerga un quadro in cui gli interventi realizzati nelle scuole
appaiono disgiunti fra loro, svolti secondo una modalità puntiforme, come se lo psicologo agisse “a
chiamata” e solo quando si presenta un problema. Non emerge una progettualità condivisa e portata
avanti da un professionista specifico insieme al personale scolastico: sembra quindi non essere
rilevato che lo psicologo, come professionista formalmente preposto in base a una legge dello Stato
(L. 18/02/1989, n. 56), si occupa del benessere psicologico dell'intero sistema, e non solo
dell'individuo, potendo contare su specifici strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione,
il sostegno, la sperimentazione, la ricerca e la didattica (Art. 1).
       Per superare questo limite, riteniamo che si debba far leva sulla corretta diffusione
informativa di quali siano le competenze specifiche della figura professionale dello psicologo, i suoi
molteplici ambiti di intervento e la peculiarità del suo approccio lavorativo (progettuale, operativo e
valutativo). In questo senso la Commissione Scuola desidera farsi promotrice di iniziative
informative e di buone pratiche professionali, anche nei confronti degli organi scolastici e della

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cittadinanza, al fine di promuovere l’immagine dello psicologo in un contesto così importante per lo
sviluppo del benessere nella società, quale è il contesto scolastico.

                                             Bibliografia

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       Ordine Nazionale degli Psicologi (2014). Aree di intervento, reperibile su:
http://www.psi.it/lo_psicologo/aree_pratica.html
       World     Health     Organization       (1986).      The   Ottawa   Charter   for   Health
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reperibile su:
http://www.euro.who.int/en/health -topics/health -policy/health -2020-the-european-
policy-for-health-and-well-being/publications

                                             Leggi

       Legge n. 56 del 18/02/1989 - Ordinamento della Professione di Psicologo
       Legge n. 162 del 26/06/1990 - Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli
stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di
tossicodipendenza
       DGR n.6 del 3/8/2011 - Protocollo d’intesa tra Regione e USR sulle attività di promozione
ed educazione alla salute nelle scuole

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Puoi anche leggere