DOCUMENTO APPROVATO DALLA 4ª COMMISSIONE PERMANENTE - SENATO DELLA REPUBBLICA
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SENATO DELLA REPUBBLICA XIV LEGISLATURA Doc. XVII n. 14 DOCUMENTO APPROVATO DALLA 4ª COMMISSIONE PERMANENTE (Difesa) nella seduta del 16 dicembre 2003 Relatore MANFREDI A CONCLUSIONE DELL’INDAGINE CONOSCITIVA proposta dalla Commissione stessa nella seduta del 13 novembre 2002, svolta nelle sedute del 15 e del 30 gennaio 2003, del 5, 12 e 19 febbraio 2003, del 12 marzo 2003, del 15 maggio 2003, del 2 luglio 2003, del 14, 15 e 28 ottobre 2003, del 5 novembre 2003, del 3 dicembre 2003 e conclusasi nella seduta del 16 dicembre 2003 SUL RECLUTAMENTO E SULLA FORMAZIONE DEI VOLONTARI DI TRUPPA DELL’ESERCITO (articolo 48, comma 6, del Regolamento) Comunicato alla Presidenza il 22 dicembre 2003 TIPOGRAFIA DEL SENATO (200)
Atti parlamentari – 3 – Doc. XVII, n. 14 XIV LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI INDICE 1. FINALITÀ E PRESUPPOSTI DELL’INDAGINE 1.1 Finalità dell’indagine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 5 1.2 Presupposti dell’indagine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 8 2. MODALITÀ DEL RECLUTAMENTO 2.1 La normativa di base . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 9 2.2 Le nuove figure professionali dei volontari di truppa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 10 2.3 Volontario in ferma breve . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 11 2.4 Volontario in servizio permanente . . . . . . . . . . . . . » 12 2.5 Volontario in ferma annuale . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 13 3. SELEZIONE PER L’IMPIEGO 3.1 Le modalità in corso di applicazione . . . . . . . . . . . » 14 3.2 Le modalità in corso di studio e programmazione . » 16 4. ORGANIZZAZIONE DELLA FORMAZIONE 4.1 Criteri di base . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 18 4.2 Volontari in ferma breve (vedi Scheda «B») . . . . . » 19 4.3 Volontari in servizio permanente (vedi Scheda «C») » 20 4.4 Volontari in ferma annuale (vedi Scheda «D») . . . » 21 5. POSSIBILI EVOLUZIONI FUTURE DEL RECLUTA- MENTO 5.1 La professionalizzazione in atto . . . . . . . . . . . . . . . » 21 5.2 Le iniziative in cantiere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 22 5.3 Il progetto relativo all’anticipo della sospensione della leva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 23 6. RECLUTAMENTO E IMPIEGO DEL PERSONALE FEMMINILE 6.1 L’innovazione del reclutamento femminile . . . . . . . » 26 6.2 La condizione femminile nell’Esercito . . . . . . . . . . » 30 7. INFRASTRUTTURE, VITTO E ASSISTENZA SANITA- RIA 7.1 Il parco infrastrutturale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 32 7.2 Il vettovagliamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 35 7.3 L’assistenza sanitaria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 37
Atti parlamentari – 4 – Doc. XVII, n. 14 XIV LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI 8. CONDIZIONE MILITARE DEI VOLONTARI DI TRUPPA 8.1 La situazione giovanile – Il quadro demografico . . Pag. 40 8.2 I lineamenti dell’aspirante volontario – Il quadro sociologico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 41 8.3 Le attese e rivendicazioni dei volontari . . . . . . . . . » 45 8.4 L’impiego futuro, dopo il servizio militare . . . . . . » 47 9. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE E PROPOSTE . . . . » 49 ALLEGATI Scheda A - Quadri sinottici sugli istituti della legge 53/2000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 53 Scheda B - Addestramento dei volontari in ferma breve dell’esercito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 56 Scheda C - Addestramento dei volontari in servizio permanenente dell’esercito . . . . . . . . . . . . » 58 Scheda D - Addestramento dei volontari in ferma an- nuale dell’esercito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 59
Atti parlamentari – 5 – Doc. XVII, n. 14 XIV LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI DOCUMENTO CONCLUSIVO DELL’INDAGINE CONOSCI- TIVA SUL RECLUTAMENTO E SULLA FORMAZIONE DEI VOLONTARI DI TRUPPA DELL’ESERCITO 1. Finalità e presupposti dell’indagine 1.1 Finalità dell’indagine I problemi della difesa di uno Stato moderno sono considerati, troppo spesso, in termini di meri stanziamenti rapportati al prodotto interno lordo oppure di armamenti più o meno sofisticati o, ancora, di scelte di principio sul sistema di reclutamento. E si ritiene, sovente, che il semplice passag- gio dalla leva al volontariato a lunga ferma possa determinare, di per se stesso, per quanto riguarda il personale, la soluzione che garantisca l’effi- cienza di un Esercito. A differenza delle altre Forze Armate – Marina ed Aeronautica – le quali operano con le navi e gli aerei da combattimento, nell’Esercito «l’arma» per eccellenza è costituita dall’uomo, che deve, oggi come in passato, essere in grado di sopravvivere, muovere e combattere anche nelle peggiori condizioni di luogo e di tempo. Non sempre l’attenzione, soprattutto della classe politica, si sofferma, invece, sulle motivazioni del soldato, sulla qualità della sua vita, sulla di- slocazione e sull’organizzazione delle caserme, sulle prospettive di car- riera, sugli emolumenti. Sono, questi, aspetti fondamentali, che investono la vita del cittadino che ha compiuto una scelta impegnativa, non priva di rischi, generalmente negletta dall’opinione pubblica, la quale continua ad interessarsi prevalen- temente di chi ha fatto fortuna, soprattutto in campo economico. I profili sopra ricordati, e le soluzioni per essi adottate, sono determi- nanti, in positivo o in negativo, per indurre i giovani alla scelta o al rifiuto della carriera militare e, conseguentemente, per garantire un afflusso sod- disfacente, per quantità e per qualità, nei centri di reclutamento. Per quanto possa essere grande l’apporto di altre Forze Armate o de- gli armamenti strategici, le Forze terrestri sono ancora le uniche ad avere valore risolutivo, secondo le concezioni dottrinali dei principali Paesi oc- cidentali, e come confermano le più recenti operazioni condotte o in corso tuttora nel mondo. Una profonda motivazione ha, dunque, indotto – per la prima volta nella storia parlamentare del dopoguerra – la Commissione difesa del Se- nato della Repubblica ad avviare, il 13 novembre 2002, un’indagine cono- scitiva sul reclutamento e sulla formazione dei militari di truppa a lunga ferma dell’Esercito.
Atti parlamentari – 6 – Doc. XVII, n. 14 XIV LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI Il soldato di truppa, asse portante del sistema di reclutamento volon- tario, è stato cosı̀ posto al centro dell’attenzione. L’iniziativa ha avuto lo scopo di acquisire informazioni in merito a tale tipologia di militare, an- che femminile, con riferimento alle caratteristiche, alla provenienza, al flusso del reclutamento, all’addestramento, nonché ai problemi esistenti nella vita di servizio cosı̀ come ai fini del reinserimento nella società civile. Questo, alla ricerca di prospettive di miglioramento del sistema e di concrete soluzioni, in relazione all’imminente sospensione della leva ob- bligatoria. L’indagine conoscitiva si è proposta, altresı̀, di valutare la rispon- denza dell’attuale assetto normativo alle nuove e mutate esigenze della Di- fesa, anche in relazione al crescente impegno internazionale, e individuare opportuni interventi normativi mirati, onde colmare eventuali lacune ed inadeguatezze. È stata sollevata, in sede di discussione finale della relazione, da parte della minoranza, l’opportunità di un ampliamento del programma dell’indagine conoscitiva, in funzione dell’imminente esame in Senato del disegno di legge relativo alla sospensione anticipata della leva, che im- porrebbe l’acquisizione di ulteriori elementi informativi, lamentando, al- tresı̀, la mancanza di un quadro comparativo della situazione italiana con quella degli altri partner europei, tenuto conto che tale valutazione appare ormai imprescindibile sia in relazione all’ormai prossima assun- zione, da parte italiana, del comando del Comitato militare europeo sia in ordine alla piena comprensione del ruolo dello strumento difensivo ita- liano come delimitato dall’Unione europea. È stato lamentato, altresı̀, da parte dell’opposizione, che l’indagine non abbia preso in considerazione l’impiego dei nostri reparti nelle mis- sioni all’estero. Si rileva, in proposito, che gli scopi e i limiti dell’indagine conosci- tiva sono stati preliminarmente definiti come prima illustrato e, inoltre, non sono state, prima e durante la condotta dell’indagine, avanzate propo- ste di modificazione degli scopi o di aggiunta di reparti da visitare o di persone da audire. Una valutazione del disegno di legge di sospensione anticipata della leva esulava ed esula dagli obiettivi dell’indagine la quale, tuttavia, costituisce un utile lavoro preparatorio alla discussione dello stesso, per gli aspetti che l’indagine si era proposta di analizzare, che, si sottolinea, non riguardano, se non marginalmente, il complesso di prov- vedimenti contenuti nel predetto disegno di legge. Per quanto riguarda le missioni all’estero, in particolare, si tratta evi- dentemente di «impiego» che non rientra tra gli scopi dell’indagine che sono, invece, «reclutamento e formazione». Peraltro, l’audizione del Gene- rale Novelli, Capo del Reparto impiego delle Forze dello Stato Maggiore dell’Esercito, ha fornito alla Commissione un esauriente quadro della for- mazione specifica alla quale sono sottoposti i reparti destinati all’estero. L’indagine – i cui criteri e programmazione sono stati definiti nella richiesta di autorizzazione al Presidente del Senato – si è articolata in au-
Atti parlamentari – 7 – Doc. XVII, n. 14 XIV LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI dizioni dei responsabili dei settori in argomento; nell’esame di relazioni riguardanti il personale nonché il reclutamento e l’addestramento; in visite della Commissione Difesa del Senato presso Enti-Reparti della Forza Armata. Per quanto riguarda le audizioni, sono stati sentiti: il 15 gennaio 2003, il Tenente Generale OTTOGALLI, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito; il 19 febbraio 2003, il Tenente Generale GAETA ed il Maggior Generale NOVELLI rispettivamente Capi Reparti Impiego del Personale e Impiego delle Forze dello Stato Maggiore dell’Esercito; il 12 marzo 2003, i Colonnelli BORRECA e PATRUNO, rispetti- vamente Comandanti dei Distretti Militari di NAPOLI e MILANO; il 15 maggio 2003, i caporalmaggiori scelti GRANIERI, OROLO- GIO, LA TASSA e MUCCI del COCER Esercito; il 5 febbraio 2003, il Dottor AMICUCCI Presidente dell’Associa- zione Nazionale Bersaglieri; il 12 febbraio 2003, il Dottor PARAZZINI Presidente dell’Associa- zione Nazionale Alpini; il 2 luglio 2003, la seconda audizione del Tenente Generale OTTOGALLI, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito. Nel corso di tali audizioni sono state illustrate le tematiche relative al processo di professionalizzazione dello strumento militare, i presupposti che hanno condotto all’istituzione della figura professionale del volontario nonché la sua rilevanza nell’attuale assetto dell’Esercito, dal punto di vista sia operativo, in relazione ai differenti e impegnativi scenari cui far fronte, sia dell’esigenza – assoluta – di un reclutamento adeguato, cosı̀ qualitati- vamente come quantitativamente. Rileva, in particolar modo, la prospettiva dell’imminente sospensione della coscrizione obbligatoria che, in ogni modo, priverà la Forza Armata di personale giovane e finora funzionalmente decisivo per l’assolvimento di precisi compiti. In tale quadro, la Commissione Difesa del Senato ha condotto – nel rispetto di criteri che tenessero conto sia della dislocazione territoriale de- gli Enti e Reparti, nel nord e nel sud della Penisola, sia della loro funzione per quanto riguarda il reclutamento e l’addestramento – le seguenti visite: il Centro di Selezione e Reclutamento Nazionale dell’Esercito in FOLIGNO (PG), in data 4 febbraio 2003; il 3º Reggimento Alpini in PINEROLO (TO), il 1º Reggimento Ar- tiglieria in FOSSANO (CN), il Comando Reclutamento e Forze di Com- pletamento Interregionale Nord in TORINO, nel periodo 11-12 febbraio 2003; l’80º Reggimento Addestramento Volontari «Roma» in CASSINO (FR), in data 11 marzo 2003; il 3º Reggimento «Savoia Cavalleria» in GROSSETO, in data 1º aprile 2003;
Atti parlamentari – 8 – Doc. XVII, n. 14 XIV LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI il 131º Reggimento Carri in PERSANO (SA) ed il 19º Reggimento «Cavalleggeri Guide» in SALERNO, in data 15 aprile 2003; il 2º Comando Forze Operative di Difesa in S. GIORGIO A CRE- MANO (NA) ed il 47º Reggimento Addestramento Volontari «Ferrara» in CAPUA (CE), in data 12 giugno 2003; Il Comando Truppe Alpine ed il 6º Reggimento Alpini in BRU- NICO (BZ), rispettivamente in data 19 e 20 giugno 2003. Durante le visite e i sopralluoghi, è stata approfondita la conoscenza delle disposizioni e delle modalità organizzative che presiedono al reclu- tamento, alla formazione ed all’impiego del personale volontario, e sono state, soprattutto, affrontate le tematiche motivazionali che sostengono la scelta dei giovani, inducendoli ad abbracciare la vita militare. Tutto il materiale documentale raccolto è disponibile presso la Segre- teria della 4ª Commissione Difesa. La presente relazione mira a ricostruire un quadro sistematico sia de- gli elementi positivi sia delle carenze emerse sui temi specifici del reclu- tamento e della formazione dei volontari di truppa dell’Esercito, nonché a riepilogare suggerimenti e proposte in tema di motivazione, dislocazione delle unità, qualità della vita in caserma, stipendi e indennità, alloggi, e altri profili che possano avere influenza sul gradimento della condizione militare da parte dei giovani e, di conseguenza, sul reclutamento e sull’ef- ficienza della Forza Armata. 1.2 Presupposti dell’indagine La scelta di procedere alla rivisitazione del modello di Difesa su base interamente professionale scaturisce da precisi fattori, a carattere operativo ed a connotazione sociale. Qui risiedono i presupposti stessi dell’indagine conoscitiva condotta dalla Commissione Difesa del Senato. Quanto ai primi, è da rammentare come il mutamento del quadro geostrategico mondiale, con il passaggio da una logica bipolare alla fram- mentazione in innumerevoli conflitti per l’innanzi sopiti, avesse tra i suoi effetti la ricerca di una nuova connotazione da dare al contributo a carat- tere militare fornito dall’Italia nella risoluzione delle crisi, tenuto conto dell’appartenenza ad Organizzazioni Internazionali quali l’ONU, la NATO e l’Unione europea, pena l’inevitabile decadimento del ruolo del Paese nello scacchiere internazionale. In particolare, tale problematica emerse in tutta la sua urgenza du- rante la guerra del Golfo del 1990, allorché l’Esercito non poté fornire al- cun contributo perché basato interamente su giovani di leva, non impiega- bili per compiti fuori dal territorio nazionale, in quanto non volontari. Ciò anche se ragazzi di leva furono in tempi successivi schierati con successo in Mozambico e in Somalia. Fu allora che, con l’introduzione di graduali modifiche normative, si iniziarono a reclutare volontari, destinandoli prio- ritariamente al completamento dei reparti operativi.
Atti parlamentari – 9 – Doc. XVII, n. 14 XIV LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI Il massiccio e meritorio impegno dei militari italiani nei più disparati «teatri operativi», tale da suscitare il plauso dell’intera comunità interna- zionale, dimostra quanto sia stata strategicamente corretta quella scelta. Per quanto concerne i fattori sociali, sempre a partire dai primi anni Novanta si è assistito ad una graduale erosione del bacino della leva a causa del dilagare dell’obiezione di coscienza e dell’ampliamento delle maglie del sistema di dispense ed esenzioni dalla coscrizione obbligatoria. Ai suddetti fattori devono essere aggiunti due ulteriori elementi, «tra- sversali» e potenzialmente confliggenti tra loro. Il primo è costituito dallo sviluppo tecnologico, che ha portato ad acquisire sistemi d’arma e mezzi sempre più sofisticati, il cui utilizzo richiede un addestramento specifico, non realizzabile con i dieci mesi della ferma di leva. Il secondo elemento è da ricercare nella volontà – comune a tutti i Paesi occidentali – di contrarre le spese per la Difesa, unitamente all’o- biettivo, invero contrastante, di disporre di uno strumento militare pronto ed efficiente anche se di dimensioni più ridotte. 2. Modalità del reclutamento dei volontari di truppa 2.1 La normativa di base Dal complesso dei fattori ed elementi sopra delineati, emergevano due fondamentali linee programmatiche, successivamente concretatesi in provvedimenti di legge, volte a: – consentire l’immissione nei ranghi delle Forze Armate di un ade- guato numero di volontari, dapprima mediante un modello «misto» (leva-volontari), indi interamente professionale; – ridurre quantitativamente le consistenze organiche dello strumento militare, puntando sul conseguimento di due correlati obiettivi, la specia- lizzazione della componente umana e lo sviluppo tecnologico degli arma- menti. Tale processo di ristrutturazione delle Forze Armate è stato attuato, dal punto di vista normativo, dalla legge 14 novembre 2000, n. 331, che ha sancito, attraverso la professionalizzazione delle Forze Armate, l’immissione esclusiva di personale in servizio a tempo determinato ov- vero indeterminato nelle carriere iniziali delle Forze Armate e decretato la sospensione del servizio di leva (al 1º gennaio 2007). Ne è conseguita una svolta storica, nel quadro sociale nazionale: le Forze Armate, per la prima volta, si sono andate configurando interamente su base professionale. Le modalità attuative della predetta professionalizzazione sono state successivamente disciplinate dal decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215. Il modello definito da quest’ultimo provvedimento si configurerà a regime, nella sua consistenza complessiva, entro la fine del 2006, e nella sua ripartizione tra le varie categorie di personale entro la fine del 2020.
Atti parlamentari – 10 – Doc. XVII, n. 14 XIV LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI 2.2 Le nuove figure professionali dei volontari di truppa La figura del militare di truppa volontario era stata introdotta origi- nariamente quale «anticamera» per l’accesso alla carriera dei Sottufficiali. Solo dal 1995, con il decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 196, era isti- tuita la figura professionale del volontario nella connotazione a ferma breve ed in quella in servizio permanente. Tale tipologia di personale trovava la propria genesi nei militari in ferma di leva prolungata, istituiti con la legge 24 dicembre 1986, n. 958. Era personale tratto prioritariamente dalla leva (e subordinatamente, dai ci- vili), cui era data la possibilità, attraverso successive rafferme (due anni pro- lungabili a tre), di partecipare ai reclutamenti nella categoria dei Sottufficiali. Tuttavia, siffatta esperienza non produsse risultati del tutto soddisfa- centi, a causa di un rendimento qualitativo che non risultava confacente alle mutate esigenze della Forza Armata, a causa della permanenza nella stessa sede (che agevolava l’assegnazione d’incarichi logistico-ammini- strativi) e della limitata adesione dei giovani. Peraltro, a partire dal 1992 attraverso l’emanazione di successivi provvedimenti legislativi (tra cui in particolare la legge 23 settembre 1992, n. 386 (1), fu possibile destinare questa tipologia di volontari ad in- carichi prettamente operativi, grazie alla previsione di un ulteriore prolun- gamento della ferma, che permise di migliorarne l’addestramento e di am- pliare le riserve teoriche di posti nelle Amministrazioni civili, rendendosi cosı̀, di fatto, più appetibile tale opzione. Fu cosı̀ che, con legge 24 dicembre 1993, n. 537, il Governo fu de- legato a regolamentare le ferme pluriennali e ad emanare uno o più rego- lamenti per disciplinare il reclutamento dei volontari in ferma prolungata riservando, attraverso una procedura a carattere interforze ed interministe- riale, al suddetto personale aliquote percentuali determinate per l’accesso nelle carriere iniziali delle Forze di Polizia e delle Amministrazioni. In particolare, la menzionata modalità di reclutamento è stata formaliz- zata con il decreto del Presidente della Repubblica 2 settembre 1997, n. 332, il quale ha prodotto, dopo un periodo iniziale di «rodaggio» (e nonostante talune problematiche di ordine burocratico), apprezzabili risultati nei recluta- menti di personale volontario, anche grazie ad una mirata campagna promo- zionale, che è riuscita ad interessare fortemente il potenziale bacino d’utenza. Un cenno particolare merita, infine, il ruolo dei volontari in ferma an- nuale, il cui reclutamento è stato reso possibile dalla legge 18 giugno 1999, n. 186. Il successo registrato da tale tipologia d’arruolamento deriva dalla formula di reclutamento su base decentrata e dalla natura sostitutiva del servizio di leva. Può valere, qui di seguito, trattare dettagliatamente ciascuna tipologia di volontario. —————————— (1) Conversione in legge del decreto legge 25 luglio 1992, n. 349.
Atti parlamentari – 11 – Doc. XVII, n. 14 XIV LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI 2.3 Volontario in ferma breve (VFB) La legge n. 958 del 1986, sopra citata, istituı̀ una delle prime figure di militare volontario in Italia. Essa delineava per la prima volta la figura professionale del volontario in ferma di leva prolungata (VFP), preveden- done il reclutamento prioritariamente dai militari di leva e, in subordine, dai civili, con possibilità di effettuare una ferma di due o tre anni. Succes- sivamente, la legge n. 386 del 1992, concedeva la possibilità di trattenere in servizio, per ulteriori due anni, i militari in ferma di leva prolungata triennale, nel limite dei posti fissati con apposito Decreto ministeriale. Il provvedimento in cui sono ravvisabili le premesse della professio- nalizzazione delle Forze Armate è stato, tuttavia, il decreto legislativo n. 196 del 1995, regolato successivamente, per gli aspetti afferenti al re- clutamento dei volontari, dal decreto del Presidente della Repubblica n. 332 del 1997. Il decreto legislativo del 1995, infatti, istituiva la figura del volonta- rio in ferma breve, con durata iniziale di tre anni, estendibile a cinque anni su domanda ed in base alle esigenze della Forza Armata. I volontari in ferma breve costituiscono – oggi – il bacino privilegiato da cui trarre il futuro personale in servizio permanente, non solo per le Forze Armate ma anche per i Corpi Armati e le Forze di Polizia ad ordinamento civile e militare dello Stato. Si profilava cosı̀ un «primo livello», già significativamente munito in termini di capacità professionale e con status chiaramente definito e disci- plinato dalla normativa vigente. Le possibilità di carriera offerte ai volontari in ferma breve, con la previsione di transito nel ruolo di volontari in servizio permanente e, suc- cessivamente, in quelli dei Sergenti, dei Marescialli e degli Ufficiali, non- ché l’assegnazione ad incarichi prevalentemente operativi – spesso assolti al di fuori del territorio nazionale, in operazioni richiedenti grande impe- gno e professionalità – facevano sı̀ che questo personale maturasse piena «coscienza» di assolvere un ruolo di prim’ordine all’interno delle Forze Armate. Ancora, a quel personale era riconosciuto un rapporto d’impiego tem- poraneo con lo Stato, in grado di svilupparsi – per i più meritevoli e per coloro che con convinzione manifestassero tale aspirazione – in rapporto d’impiego permanente. Indi, il citato decreto del Presidente della Repubblica n. 332 del 1997 dettava le modalità applicative per il reclutamento dei volontari, rendendo possibile arruolare – con unico concorso – nei ranghi dei volontari in ferma breve personale in un’età compresa fra i 17 e i 25 anni (2). Gli aspiranti possono indicare nella domanda d’arruolamento le pre- ferenze relative alla Forza Armata nella quale intendono effettuare la ferma triennale, nonché la Forza Armata o il Corpo Armato in cui deside- —————————— (2) L’articolo 19 del decreto legislativo n. 215 del 2001 ha elevato a 25 anni il limite di età per l’arruolamento quale VFP e VFB.
Atti parlamentari – 12 – Doc. XVII, n. 14 XIV LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI rano essere immessi al termine della stessa ferma. Sulla base di questa in- dicazione, le attività selettive sono effettuate presso i relativi Centri di se- lezione, con una preselezione culturale, a livello di scuola media inferiore (titolo di studio minimo richiesto), e con accertamenti sanitari, per verifi- care il possesso dei requisiti fisici richiesti dal bando, e test psico-attitu- dinali. I giovani risultati idonei e vincitori del concorso svolgono la ferma triennale presso una delle Forze Armate. È loro assegnato, tra quelli pre- determinati, un incarico di natura esecutiva, da parte di una specifica Commissione ed al termine del corso d’addestramento di base svolto presso le strutture addestrative all’uopo preposte (ad esempio: per l’Eser- cito, i Reggimenti Addestramento Volontari cosiddetti RAV). L’assegna- zione all’incarico è definita sulla base delle esigenze della Forza Armata, tenendo anche in considerazione i parametri relativi al profilo psico-fisio- attitudinale dell’individuo, i precedenti di mestiere-studio, l’incarico svolto durante l’eventuale precedente esperienza militare, la graduatoria finale del corso addestrativo svolto e le aspirazioni del volontario. Al termine della ferma – sulla base dei dati selettivi iniziali e del ren- dimento fornito nei tre anni di ferma – sono stilate apposite graduatorie, sulla cui base i migliori sono immessi nel ruolo dei volontari in servizio permanente della propria Forza Armata ovvero nei ruoli iniziali delle Forze di Polizia o d’altre Amministrazioni (Vigili del fuoco, Corpo mili- tare della Croce Rossa). Il sistema, in definitiva, rende possibile, al termine della ferma, uno sbocco occupazionale, se non per la totalità, almeno per un’apprezzabile aliquota di volontari in ferma breve. 2.4 Volontario in servizio permanente (VSP) I volontari in servizio permanente trovano il proprio fondamento giu- ridico nel citato decreto legislativo n. 196 del 1995. Essi costituiscono la base della piramide relativa al personale con rapporto d’impiego stabile con lo Stato. L’accostamento alla figura geometrica non è casuale, in quanto evidenzia l’ampia possibilità per gli interessati di poter scalare i vari gradini della piramide gerarchica per giungere fino ai gradi vertice o, comunque, a quelli dirigenziali. I volontari in servizio permanente – oltre a determinare, unitamente ai volontari in ferma breve, il «nocciolo duro» dell’intero strumento mili- tare – rappresentano i primi veri professionisti del sistema Difesa, cui sono riconducibili diritti e doveri, più visibili e più impegnativi rispetto all’altra fattispecie appartenente alla categoria dei militari di truppa. Infatti, il volontario in servizio permanente è destinato, altresı̀, ad ele- mentari funzioni di comando, implicanti una particolare assunzione di re- sponsabilità, poiché vi sono correlati profili, oltre che addestrativi e d’im- piego, anche di carattere penale, amministrativo, nonché – in misura sem- pre più incisiva – di diritto umanitario.
Atti parlamentari – 13 – Doc. XVII, n. 14 XIV LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI Peraltro, al volontario in servizio permanente – che pur è contraddi- stinto da uno stato giuridico analogo a quello dei Sottufficiali (sia pure con alcune differenziazioni), con possibilità di carriera nei ruoli funzional- mente superiori – non possono essere attribuite responsabilità eccedenti le funzioni per le quali il ruolo è stato istituito. I volontari in servizio permanente, possono essere tratti esclusiva- mente dai volontari in ferma breve che ne abbiano fatto richiesta e che abbiano prestato servizio senza demerito. L’immissione nel ruolo dei volontari in servizio permanente avviene sulla base di una graduatoria di merito, stilata da un’apposita Commis- sione in funzione dei seguenti parametri, da cui si evince il rendimento offerto nel corso del servizio attivo: graduatoria d’ammissione alla ferma breve; attitudini e rendimento durante il servizio svolto in detta ferma; qualità morali e culturali; esito dei corsi d’istruzione, specializzazione o abilitazione; numero e tipo delle specializzazioni/abilitazioni conseguite; titolo di studio e/o titolo professionale posseduto. 2.5 Volontario in ferma annuale (VFA) Con la conversione in legge del decreto legge relativo alla partecipa- zione italiana alle operazioni NATO in Macedonia e in Albania (3), è stata istituita una nuova figura di Volontario che, in relazione alla durata della ferma, ha assunto la denominazione di volontario in ferma annuale. In par- ticolare, è stato cosı̀ reso possibile l’assolvimento degli obblighi di leva attraverso la prestazione di un servizio volontario retribuito e con una du- rata della ferma di soli due mesi superiore a quella prevista per il servizio obbligatorio. Tale nuova figura professionale (la cui consistenza annua è determi- nata sulla base delle carenze che si verificano nelle incorporazioni dei mi- litari di leva e dei volontari) costituisce un mezzo indispensabile per con- sentire il passaggio dello strumento militare dalla attuale configurazione mista a quella interamente professionale. Si è cercato, in altri termini, di individuare un sistema di recluta- mento che rispondesse a criteri d’estrema semplicità, volto ad assicurare al cittadino, se idoneo, l’espletamento del servizio militare nel momento e nella sede richiesti (nel limite dei posti disponibili e dei Reggimenti/ Enti da alimentare). La procedura d’arruolamento, per l’Esercito, prevede che le domande siano presentate al Distretto Militare d’appartenenza o al Comando del Reggimento prescelto per l’espletamento del servizio, per i giovani non —————————— (3) Decreto legge 21 aprile 1999, n. 110, convertito dalla legge 18 giugno 1999, n. 186.
Atti parlamentari – 14 – Doc. XVII, n. 14 XIV LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI ancora alle armi o congedati, oppure al Reparto d’appartenenza, per i mi- litari di leva alle armi. Una volta accertata l’idoneità al servizio, è determinata una gradua- toria sulla base dell’ordine temporale di presentazione della domanda. All’arruolamento possono aspirare tutti i cittadini italiani di sesso ma- schile non ancora alle armi, alle armi ovvero già congedati, che siano in possesso di un profilo sanitario conforme a quello richiesto per il servizio di leva. Per quanto concerne le possibilità di carriera, ai volontari in ferma annuale, è consentita la partecipazione ai concorsi per il reclutamento come volontari in ferma breve, Marescialli ed Ufficiali, purché si soddi- sfino i requisiti generali d’ammissione, con particolare riferimento all’età anagrafica ed al profilo sanitario, più selettivo rispetto a quello fissato per l’arruolamento in qualità di volontario in ferma annuale. Una volta terminata la ferma annuale è previsto – a domanda e ove sussistano esigenze funzionali legate all’impegno in operazione dei sog- getti interessati, ovvero in caso di partecipazione ai concorsi per volonta- rio in ferma breve – il prolungamento della ferma d’ulteriori sei mesi. Ai volontari in ferma annuale sono riconosciute le qualifiche profes- sionali e le specializzazioni acquisite durante il servizio militare quale ti- tolo valutabile ai fini della partecipazione ai concorsi per l’accesso alle carriere delle Pubbliche Amministrazioni, nonché per l’iscrizione nelle li- ste ordinarie e speciali di collocamento. Va comunque sottolineato che questa forma di volontariato è tuttora percepita quale sostitutiva del servizio militare obbligatorio, laddove la sua essenza risiede nel carattere di «esplorazione» del mondo militare, preliminare ad un’eventuale adesione a ferme di più lunga durata. Come già sopra ricordato, la disponibilità di volontari è la chiave di volta della professionalizzazione ed è conseguentemente uno degli obiet- tivi primari per garantire un adeguato passaggio delle Forze Armate ad uno strumento interamente professionale, senza che abbiano a configurarsi traumi organizzativi o brusche diminuzioni di funzionalità. Si rileva che, con la fine della leva obbligatoria, verosimilmente, i VFA sono destinati a scomparire o, comunque, a ridimensionarsi drastica- mente. Inoltre, sembra necessario che il rapporto tra i VSP e i VFB sia a favore di quest’ultimi, al fine di evitare un progressivo invecchiamento dell’Esercito. 3. Selezione per l’impiego 3.1 Le modalità in corso di applicazione La selezione del personale – definita come il processo volto a stabi- lire, mediante l’impiego di tecniche appropriate, le persone più idonee a svolgere l’attività a cui siano destinate – è utilizzata al fine di assicurare alle organizzazioni risorse quantitativamente e qualitativamente adeguate
Atti parlamentari – 15 – Doc. XVII, n. 14 XIV LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI al raggiungimento degli obiettivi prefissati. I criteri selettivi tendono a va- lorizzare non solo le caratteristiche dimostrate dall’individuo utili alle esi- genze organizzative ma, anche la sua crescita professionale sulla base delle proprie attitudini e capacità. La minuziosa attività selettiva non è limitata alla verifica dei requisiti iniziali ma prosegue attraverso selezioni successive nel corso di tutta la carriera talché la perdita dei requisiti può comportare un immediato allon- tanamento dalla Forza Armata e la conseguente impossibilità a partecipare ad ulteriori concorsi banditi dall’Amministrazione ovvero una diversa de- stinazione/attribuzione di incarico. Per garantire la completa autosufficienza della Forza Armata in ogni situazione sia in ambiente operativo sia in guarnigione, i volontari in ferma breve sono impiegati senza limitazioni per esigenze istituzionali, connesse con aree funzionali : logistica, sostegno al combattimento, com- battimento. All’area funzionale logistica appartiene tutto il personale che ricopre incarichi volti a garantire la funzionalità/operatività dei reparti (aiutanti di sanità, conduttori, cuochi, camerieri, eccetera) ovvero responsabili del mantenimento delle infrastrutture e dei mezzi (centralinisti, idraulici, tor- nitori, fabbri, muratori, elettricisti, eccetera). Generalmente tale personale possiede un’adeguata competenza di base per precedenti esperienze lavorative e/o scolastiche maturate nel set- tore e, anche per tali motivi, può essere considerato immediatamente im- piegabile nelle attività del mondo civile in generale, quali: contabilità, am- ministrazione, logistica nella più ampia accezione del termine (gestione magazzini, spedizioni, eccetera). Il personale che opera nell’area funzionale di sostegno al combatti- mento (appartenente a specializzazioni afferenti alle Armi di Artiglieria, Genio, Trasmissioni) deve possedere un elevatissimo profilo tecnico impo- sto dalla sofisticazione e dall’elevata tecnologia dei sistemi d’arma e delle attrezzature utilizzate. Essi, infatti, operano con mezzi similari a quelli co- munemente utilizzati nel mondo civile (basti pensare agli operatori radio- telefonici, informatici, del genio, i quali utilizzano mezzi, piattaforme e strumenti che presentano specifiche complessità, a volte superiori a quelle utilizzate nel mondo civile). Il personale impiegato nell’area funzionale del combattimento, pur avendo ricoperto incarichi e svolto ruoli eminentemente militari, deve es- sere in possesso anche di elevate competenze tecniche e di gestione del personale. Infatti, molto spesso, essi esercitano il «comando» di un piccolo gruppo di uomini ed hanno la responsabilità dei mezzi, delle armi e dei materiali in dotazione. Il volontario appartenente a tale area, inoltre, deve essere in grado di individuare, tra gli obiettivi generali, quello parziale a lui strettamente connesso, e di sviluppare soluzioni in linea con le esigenze di crescita strutturale dell’Organizzazione, condividendo i traguardi prestabiliti nel- l’interesse personale e della comunità in cui è inserito.
Atti parlamentari – 16 – Doc. XVII, n. 14 XIV LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI A fattor comune, in qualsiasi area sia impiegato, il volontario in ferma breve è innanzi tutto addestrato alla gestione e alla cura dei mate- riali di uso individuale e collettivo a lui assegnati. E questo come risultato più di una intima convinzione che non del rigore della disciplina militare. I numerosi interventi fuori area che le nostre Forze Armate sono state chiamate a fronteggiare negli ultimi anni, quale testimonianza concreta dell’impegno del nostro Paese nel promuovere la pace mondiale, hanno fatto si che la quasi totalità dei volontari fosse impiegata al di fuori del territorio nazionale. I predetti impegni, che hanno posto alla prova ed evi- denziato le deficienze nella formazione e nella preparazione del personale di Eserciti appartenenti a vari Paesi, hanno confermato, invece, la validità del sistema addestrativo utilizzato nella nostra Forza Armata. Esso, infatti, ha assicurato una competente e consapevole partecipazione dei nostri vo- lontari alle varie operazioni, consentendo di ottenere unanimi riconosci- menti in ambito internazionale (recentemente esternati anche al Capo dello Stato). Esiste poi un tipo di selezione finalizzata all’accertamento della capa- cità di assolvere specifici compiti. Un esempio è quella che di recente si è svolta per l’individuazione del personale da impiegare nel contingente «Nibbio» nell’ambito dell’Operazione «Enduring Freedom» in Afghani- stan che, come noto, ha visto impiegati in prima linea reparti alpini e pa- racadutisti, il cui peculiare addestramento doveva garantire il possesso delle abilità necessarie per il compimento della missione. A tal proposito, per dare un’idea del grado di selettività di un adde- stramento finalizzato come quello su esposto, giova evidenziare che ben un ottavo del numero totale dei militari oggetto di selezione è stato escluso per non aver superato tutte le prove previste. E si trattava di per- sonale già selezionato in sede di reclutamento, attraverso uno specifico percorso volto a verificarne le peculiari capacità psico-fisio-attitudinali. La bontà del sistema utilizzato è anche testimoniata dai buoni risultati riscontrati nei volontari in ferma breve transitati nelle Forze di Polizia ad ordinamento militare (Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza) ove si distinguono rispetto a coloro che provengono direttamente dal mondo civile. Peraltro, gli strumenti per la selezione in atto non sono immutabili nel tempo ma è auspicabile che siano perfezionati ed adeguati sulla scorta degli ammaestramenti tratti dalle selezioni effettuate, onde meglio tarare sia gli strumenti sia le procedure cooperando, altresı̀, ritiene la Commis- sione, con strutture scientifiche ed universitarie specializzate nella realiz- zazione di batterie di test attitudinali. 3.2 Le modalità in corso di studio e programmazione La Commissione prende atto che è in corso di avanzata sperimenta- zione, dal 2002 presso la Forza Armata, un sistema multifattoriale per l’assegnazione dell’incarico ai volontari in ferma breve, che avviene sulla base delle prestazioni, delle attitudini e delle caratteristiche psico-fisiche.
Atti parlamentari – 17 – Doc. XVII, n. 14 XIV LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI In particolare, la necessità di tale modalità procedurale nasce dall’e- sigenza di: ottimizzare tempi, costi e rispondenza all’esigenza di Forza Ar- mata, con riguardo alle procedure in vigore per l’assegnazione dell’inca- rico ai volontari in ferma breve; assegnare l’incarico sulla base dei profili definiti all’interno delle aree: prestazionali, attitudinali, medico–legali, al fine di valorizzare al massimo le potenzialità espresse dall’individuo; ottenere il duplice vantaggio che il singolo possa ricoprire una po- sizione nell’organizzazione, congrua con le capacità che è in grado di esprimere, e che l’organizzazione stessa possa impiegare al meglio le ri- sorse a sua disposizione. La sperimentazione accennata, relativamente all’area attitudinale, si sviluppa in due tempi. Il primo tempo – ossia la verifica dello strumento individuato sul campione di volontari – è mirato ad accertare una sufficiente variabilità di dati per poter giustificare la validità dello strumento testologico, ri- spetto al campione considerato (circa 500 uomini e donne), e di poter di- sporre di una sufficiente differenza di risultati in base alle diversità di ge- nere. A tale scopo, sono stati proposti dei test a punteggi multipli che hanno permesso di descrivere e quantificare le attitudini di un soggetto agli incarichi proposti attraverso la misurazione di sette sub-aree o dimen- sioni quali: il ragionamento meccanico; la velocità e la precisione, il ra- gionamento astratto, il ragionamento numerico, il ragionamento verbale; i rapporti spaziali e l’uso del linguaggio. L’analisi dei dati riportati dal campione sperimentale e la distribuzione dei punteggi ha denotato una va- riabilità che ha consentito di definire lo strumento valido all’interno del campione preso in esame. Il secondo tempo – definizione del profilo standard relativo ad ogni incarico/gruppi di incarico – consente di delineare quali siano i profili at- titudinali peculiari relativi alle figure professionali impegnate nei diversi incarichi. Lo sviluppo dell’attività sperimentale è stato concepito in quat- tro fasi: raccolta ed elaborazione dei dati; sperimentazione; fusione, vali- dazione ed infine applicazione del sistema e relativi controlli di qualità ognuna delle quali caratterizzata dal conseguimento di più punti decisivi. Per l’inizio del 2004, si procederà ad attivare il secondo tempo in via sperimentale. A tale applicazione farà seguito un controllo di qualità del sistema e l’eventuale sua manutenzione, prima di sancirne definitivamente la validità ed applicabilità operativa. È stato, in sostanza, accertato che è intendimento della Forza Armata – al fine di far tesoro delle risorse umane e finanziarie disponibili – di procedere ad una scrupolosa selezione, da svolgere sia in sede di recluta- mento sia successivamente nel corso dell’addestramento presso le unità, e volta ad individuare il personale potenzialmente più idoneo ad abbracciare una determinata specialità (il riferimento è all’impiego presso le forze
Atti parlamentari – 18 – Doc. XVII, n. 14 XIV LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI operative speciali, quali paracadutisti ed alpini, nonché tra unità altamente operative, come bersaglieri e lagunari), nonché a svolgere un determinato incarico. Tale volontà si è tradotta nell’approntamento di appositi «protocolli» di selezione, attualmente utilizzati con risultati più che soddisfacenti in tutti i momenti del percorso professionale, del militare in genere ed in spe- cie dei volontari di truppa, dei quali l’attuale impiego – pressoché esclu- sivo – nell’area operativa richiede un’accurata gestione. La Commissione ha, peraltro, rilevato che tale selezione ottimale da un punto di vista teorico, contrasta spesso, in pratica, con le volontà espresse dai giovani meridionali che non desiderano essere assegnati ad incarichi e specialità in zone disagiate, in particolare, per esempio, alle Truppe Alpine e in Alto Adige. La situazione suggerisce, pertanto, di ri- volgere particolare attenzione al reclutamento delle Truppe Alpine, come messo in evidenza, per altri motivi, nella presente relazione. Questa forte spinta verso la specializzazione del personale, che è una caratteristica degli Eserciti su base interamente professionale dei Paesi al- leati soprattutto dell’area anglosassone, è finalizzata non solamente ad as- sicurare la piena affidabilità e rendimento sul campo ma altresı̀ a favorire il riconoscimento nel mondo civile delle professionalità acquisite durante il servizio militare. In particolare, la realizzazione di quest’ultimo indirizzo programma- tico, in particolar modo nell’ambito del personale di truppa, agevolerebbe, di fatto, un forte ricambio di personale, consentendo alla Forza Armata di disporre di risorse umane giovani, motivate e quindi prontamente impiega- bili. Tale iniziativa potrà essere perseguita operando su due livelli stretta- mente intercorrelati. Anzitutto dovrà essere sostenuta dal punto di vista normativo, garantendo il riconoscimento dei titoli e delle abilità acquisite in costanza di servizio in ambito civile; secondariamente si dovrà proce- dere ad un’armonizzazione dei profili formativi sı̀ che possano essere ri- conosciuti anche nei contesti civili, conferendo ai volontari una capacità polifunzionale d’impiego e garantendo concreta autonomia alle unità, che potranno cosı̀ disporre di diverse professionalità. 4. Organizzazione della formazione 4.1 Criteri di base L’operatività dei volontari di truppa dell’Esercito è un aspetto quali- ficante, al quale occorre dedicare la massima attenzione, soprattutto da quando le missioni internazionali impegnano i reparti italiani in compiti molto delicati, nei quali non solo l’addestramento al combattimento e al- l’uso delle armi, bensı̀ anche la collaborazione con unità d’altri Eserciti e i rapporti con le popolazioni civili, esigono una preparazione multiforme, che non era richiesta in passato.
Atti parlamentari – 19 – Doc. XVII, n. 14 XIV LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI Non di secondaria importanza, inoltre, è l’attenzione all’istruzione professionale, in previsione del futuro congedo dei giovani. Si tratta di una vera e propria formazione e non soltanto di addestramento militare in senso stretto. I principali obiettivi oggi perseguiti sono: garantire una formazione di base comune ed omogenea; assicurare una selezione ottimale fin dai momenti iniziali, prolun- gando il periodo di permanenza presso i Reparti d’addestramento delle reclute; far svolgere una fase afferente alla formazione iniziale, ed una suc- cessiva per l’addestramento all’incarico di base da attribuire al volontario; completare successivamente, una volta ultimato l’addestramento di specializzazione relativo all’incarico di base, l’addestramento ad altri inca- richi complementari; assegnare il personale ai reparti d’impiego, al termine della fase istruttiva, solo allorquando lo stesso ha raggiunto il primo livello d’ope- ratività. Assume, in tale contesto, particolare rilevanza la preparazione lingui- stica dei volontari, tenuto conto che la conoscenza della lingua inglese si configura com’elemento indefettibile nell’addestramento del personale mi- litare destinato ad essere impiegato in ambito internazionale. La Commissione ha accertato che l’attenzione della Forza Armata è indirizzata al progetto «EUROFORMAZIONE», che prevede, altresı̀, lo svolgimento di corsi d’informatica e d’orientamento professionale. In particolare, i volontari in ferma breve svolgono un corso di lingua inglese della durata di 336 ore, commisurato allo specifico grado di pre- parazione. I volontari in servizio permanente frequentano, in base ad una pianificazione annuale, corsi di perfezionamento linguistico a distanza. Per lo svolgimento delle suddette attività, l’Esercito ha approntato un apposita struttura (scuola di lingue estere di Perugia), cui si affianca la stipula di convenzione con Istituti privati. 4.2 Volontari in ferma breve (vedi Scheda «B») Il volontario in ferma breve deve garantire all’Istituzione una sicura professionalità e prontezza d’impiego, tale da permettergli di assolvere con continuità ed efficace rendimento i molteplici compiti a lui affidati sia in campo internazionale sia in quello nazionale. Tale obiettivo è perseguito mediante una progressione addestrativa che si sviluppa per fasi formative successive, caratterizzate da un’articola- zione modulare che garantisce la possibilità di definire la programmazione delle attività in un quadro di massima flessibilità e di finalizzazione al- l’impiego.
Atti parlamentari – 20 – Doc. XVII, n. 14 XIV LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI Essa è in grado di conferire al personale, in relazione alle suddette fasi, tre differenziati e consequenziali livelli d’operatività, che consentono l’impiego dei militari in attività operative di profilo proporzionale alle ca- pacità acquisite. L’addestramento è, altresı̀, integrato con altre attività, condotte anche presso Enti formativi civili (Euroformazione), che conferiscono titoli rico- nosciuti onde favorire la successiva immissione dei giovani nel mondo del lavoro. 4.3 Volontari in servizio permanente (vedi Scheda «C») I volontari in servizio permanente sono la naturale estensione profes- sionale di quelli in ferma breve e sono destinati essenzialmente alle unità prontamente impiegabili «fuori area». Gli incarichi da attribuire al personale volontario in servizio perma- nente sono raggruppati in tre categorie: operativa, tecnica e logistico-am- ministrativa. Essi, quindi, possono svolgere compiti: di comando in formazioni a livello di squadra; esecutivi di tipo «polifunzionale»; d’istruttore presso le Scuole d’arma/specialità/logistiche e presso i reparti operativi; logistico-amministrativi, al termine dell’impiego «operativo». Successivamente, con la progressiva flessione delle capacità psicofi- siche, i volontari in servizio permanente potranno essere destinati ad inca- richi di carattere logistico-amministrativo che richiedono essenzialmente capacità tecniche. 4.4 Volontari in ferma annuale (vedi Scheda «D») I Volontari in ferma annuale costituiscono un importante bacino in termini di risorse umane, cui la Forza Armata attinge per soddisfare le proprie esigenze operative sia in ambito nazionale sia internazionale, a co- pertura delle carenze derivanti dal minor flusso garantito dal servizio di leva. In particolare, per l’impiego in Italia, per il quale è sufficiente il con- seguimento del primo dei tre gradi di preparazione nei quali si articola la formazione del suddetto personale, le tipologie d’impiego sono individua- bili in: attività logistico-amministrative per la vita ed il funzionamento dei reparti; servizi di presenza e sorveglianza in genere; interventi a favore della collettività in caso di pubbliche calamità.
Atti parlamentari – 21 – Doc. XVII, n. 14 XIV LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI In ambito internazionale, previo conseguimento del secondo grado ovvero terzo grado di preparazione, il volontario in ferma annuale può es- sere impiegato in operazioni per il sostegno della pace a bassa intensità ovvero in interventi d’assistenza umanitaria. La Commissione, nel corso dei sopralluoghi effettuati, non ha appro- fondito oltre la conoscenza specifica del grado di operatività raggiunta dai reparti, in quanto gli stessi reparti sono in prevalenza impiegati all’estero. Si è avuta, peraltro, la sensazione che le esigenze addestrative mirate a conseguire l’operatività necessaria per essere impiegati all’estero e la frequente turnazione degli stessi reparti in impieghi fuori area rendano dif- ficoltoso acquisire e mantenere l’addestramento tipico di specialità, segna- tamente per le Truppe Alpine, per le quali tale addestramento estivo ed invernale rappresenta, insieme con il reclutamento strettamente regionale, un elemento qualificante ed indispensabile per il mantenimento della spe- cialità stessa. 5. Possibili evoluzioni future del reclutamento 5.1 La professionalizzazione in atto Il modello, definito nel citato decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, prevede un volume organico complessivo, per le tre Forze Armate, di 190.000 unità. Peraltro, non va sottaciuto che lo stesso sarà realizzabile esclusiva- mente attraverso la disponibilità, in quantità e qualità adeguata, dei volon- tari di truppa necessari sin da subito, posto l’effetto delle minori incorpo- razioni del personale di leva, le quali sono sostanzialmente attribuibili: al costante aumento d’adesioni per il servizio civile ed al massiccio ricorso all’obiezione di coscienza; alle allettanti proposte offerte dalle Forze di Polizia; alle aumentate possibilità per la concessione del beneficio della di- spensa dal servizio militare. Nel quadro sopradescritto, al 1º gennaio 2007 lo strumento militare sarà verosimilmente carente di circa 20.000 unità nella categoria dei mi- litari di truppa, con un conseguente contraccolpo negativo sulle capacità operative in termini di disponibilità di personale per la costituzione di complessi di forze multinazionali aventi capacità d’intervento rapido nella gestione o risoluzione delle crisi. Pertanto, è manifestamente minacciata la possibilità di assolvere i compiti sanciti dalla normativa in vigore e gli impegni assunti dal Paese in ambito internazionale. Va soggiunto, inoltre, che pure il mantenimento degli attuali sforzi operativi risulterebbe fortemente compromesso. La situazione ovviamente peggiorerebbe, qualora si desse corso alla sospensione del servizio di leva già dal 31 dicembre 2004 senza aver
Atti parlamentari – 22 – Doc. XVII, n. 14 XIV LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI messo a punto un opportuno sistema d’arruolamento che consenta di fare fronte alle problematiche evidenziate. In tal caso, la carenza di militari di truppa risulterebbe incrementata addirittura a circa 25.000 unità. Questo sembra essere lo scenario più pro- babile, in quanto l’anticipo della sospensione del servizio obbligatorio di leva appare ineludibile, anche alla luce del mutato quadro geo-strategico internazionale con il conseguente impegno massiccio delle Forze armate in più «teatri operativi». Tutto ciò ha indotto alla proposizione di un progetto volto ad indivi- duare una serie di correttivi alla prefata situazione, per la salvaguardia del- l’operatività dello strumento militare. Tali provvedimenti sono stati concretati in un disegno di legge d’o- rigine governativa, ai più noto per avere tra i presupposti principali quello di anticipare la sospensione della leva di due anni (dal pianificato 1º gen- naio 2007 al 1º gennaio 2005) che, nella sua attuale versione, è stato tra- smesso il 30 marzo scorso alla Camera da parte del Consiglio dei ministri (A.C. 4233). 5.2 Le iniziative in cantiere Le Forze armate devono motivare all’arruolamento volontario per un lungo periodo, per cui strategia comunicativa, criteri selettivi e sistemi for- mativi dovranno essere improntati a criteri d’omogeneità, oltre che d’effi- cacia, per il singolo membro dell’organizzazione. Tale prospettiva induce a cercare di definire i modi più idonei per reclutare il personale. Un insegnamento elementare dell’economia pre- vede, per ridurre significativamente i rischi d’insuccesso, di diversificare gli investimenti, per cui, in linea teorica, sarebbe opportuno mettere «in campo» incentivi molteplici. Inoltre, la figura del volontario, nell’ottica della professionalizzazione delle Forze Armate, avrà verosimilmente un bacino d’utenza ridotto, per- ciò potrebbero sorgere oggettive limitazioni quantitative alle possibilità di selezione. Le nuove Forze Armate non possono correre rischi di mancate ali- mentazioni, anche perché il personale, definito numericamente nella mi- sura massima, deve essere in grado di assolvere i propri compiti istituzio- nali con grande professionalità e diuturna disponibilità. La ricerca di strumenti idonei ad allargare il bacino d’utenza tradizio- nale costituisce un profilo fondamentale. Alcuni di questi strumenti sono insiti nella prospettazione di seguito proposta, altri sono stati dedotti dal- l’analisi della società nazionale, del mondo giovanile e delle aspettative che da tale analisi emergono. In particolare, oltre agli strumenti individuati, alla luce delle espe- rienze maturate con il reclutamento delle attuali tipologie di volontari e degli esempi tratti da altri modelli di Forze Armate, la Commissione ri- tiene che le possibili e principali linee programmatiche da perseguire siano
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