Dizionari in rete per l'apprendimento delle lingue e delle strategie di ricerca (query strategies) - PETALL project
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Dizionari in rete per l’apprendimento delle lingue e delle strategie di ricerca (query strategies) Carla Marello Università di Torino - Dipartimento di lingue e letterature straniere e culture moderne Via Sant’Ottavio 20 10124 Torino (To) carla.marello@unito.it In questo contributo si sostiene l’importanza di avere nella scuola un abbonamento a un sito di una casa editrice di dizionari o a dizionari online di diverse case editrici per poter usare i dizionari digitali in tutte le loro potenzialità attraverso la LIM o attraverso il Wi-Fi nelle strumentazioni (pc del laboratorio informatico, tablet, smartphone) a disposizione degli allievi. Si presenta la ricerca avanzata nei dizionari anche come un allenamento a ricerche in basi di dati più complesse. Si riferisce dell’esperienza avviata nel marzo 2014 in una scuola secondaria di secondo grado e di quella iniziata nell’università di Torino nel febbraio 2015, dopo che è stato stipulato un abbonamento al sito di una casa editrice e tutti, dipendenti, docenti e studenti, possono consultare dieci dizionari fra monolingui e bilingui. 1. Dizionari in rete Il dizionario in rete (online dictionary) è un dizionario digitale spesso basato su una versione cartacea. I dizionari digitali gratuitamente concessi in rete non consentono ricerche complesse, ma solo la ricerca di una voce per volta. Però sono proprio le ricerche complesse a far apprezzare le potenzialità del dizionario digitale, a far comprendere che è una base di dati. Un dizionario su CD-ROM o DVD o chiavetta USB; permette di fare ricerche complesse, e non ha bisogno della rete, ma ultimamente tablet e smartphone non hanno lettori per CD-ROM o DVD e la tendenza generale è il deposito nella rete, che consente aggiornamenti, link a esercizi, multimedialità. Inoltre ricerche in proposito hanno dimostrato che gli utenti si orientano verso fonti in rete (si veda in proposito Lew e de Schryver 2014). Il dizionario si smaterializza progressivamente perché acquistando un abbonamento non si ha più nemmeno la copia cartacea che accompagnava il CD-ROM o DVD. Gli allievi più giovani non è detto che sappiano come è DIDAMATICA 2015 – ISBN 978-88-98091-38-6
fatto un dizionario, perché non ne hanno mai aperto uno di carta. Imparano in fretta le consultazioni semplici, ma non hanno idea che da un dizionario digitale potrebbero ricavare molto di più, sapendo come farlo parlare. Inoltre la visualizzazione pensata per uno smartphone ha portato a gestire le modalità di ricerca e a visualizzarle in modo differente da come appaiono nei PC fissi dai larghi schermi: si scelgono le opzioni che appaiono a turno, attraverso scorrimento, o si srotolano menu a tendina. Per l’utente ancora ignaro avere le opzioni tutte contemporaneamente visibili era certo più facile: ora deve saper cercare dove si annidano le possibili scelte per lemma o forma o tutto testo, le scelte delle parti del discorso e delle aree tematiche. In compenso il dizionario in rete ti segue ovunque nel tuo smartphone e nel tuo tablet se hai l’app o ti puoi connettere. Compito del docente è fare in modo che il dizionario digitale non venga usato cercando una parola per volta come si faceva nel cartaceo. In Marello 2014a si descrive un esperimento che mette a confronto l’abilità di consultazione di studenti che non avevano mai usato un dizionario bilingue a scuola alle prese rispettivamente con la versione cartacea, la versione digitale su computer e la versione da app per smartphone dello “stesso” dizionario italiano e inglese. L’esperimento dimostra che gli studenti sfoderano abilità di consultazione collegate a abitudini digitali di texting, ad esempio sfruttano la lista di lemmi visibile nella finestra di visualizzazione dello smartphone man mano che digitano la parola. Dimostra anche che se la conoscenza della lingua straniera è scarsa lo studente non trae giovamento dalle facilitazioni che il dizionario digitale offre (ad esempio libertà dall’ordine alfabetico, una più ariosa disposizione grafica delle glosse con a capo e spazi fra le varie accezioni di una parola e una più ampia tavolozza di colori per tipi di informazione diversi) e viceversa ribadisce che uno studente con un miglior livello di lingua riesce a consultare un bilingue cartaceo anche se non è mai stato allenato a farlo. Si possono fare vari esempi di ricerche lessicografiche con dizionari digitali sia a partire dalla lista di lemmi sia a partire dalla glossa (si veda Marello 2014b), ma qui si porta l’attenzione da un lato su esercizi ludici e dall’altro su un’attività con una valenza più culturale, in cui l’uso della ricerca avanzata in un dizionario digitale è un mezzo glottodidattico, ma anche un mezzo per addestrare a ricerche che combinino più di un campo della base di dati. 2. Cruciverba crittografato e bersaglio risolti con il dizionario digitale Nel corso di Didattica delle lingue moderne 2014/15 del Dipartimento di lingue e letterature straniere e culture moderne dell’università di Torino, grazie all’abbonamento al sito della Zanichelli, si sono potuti far costruire Genova, 15-17 Aprile 2015
dagli studenti esercizi volti alla fissazione della grafia inglese o tedesca o francese o spagnola. Dopo esser stato preso dai giochi enigmistici e presentato come attività didattica per l’italiano lingua madre (Marello 1993, 2-3), il cruciverba crittografato riscuote per le lingue straniere discreto successo da quando esistono i dizionari elettronici che permettono ricerche con asterisco (= non importa quante e quali lettere) e punto interrogativo (= una sola lettera qualsiasi) nel campo lemma. Diventa un utile gioco ortografico che permette di portare l’attenzione sulle lettere in finale di parola e sulle sequenze caratteristiche di ogni lingua. Le caselle sono vuote di lettere però riportano un numero che corrisponde sempre alla stessa lettera. Tre o quattro lettere sono date. Margherita Patrignani ha immaginato come ipotetici studenti di tedesco livello CEFR A1/A2 avrebbero potuto sfruttare le ricerche con punto interrogativo (= una sola lettera qualsiasi) nel campo lemma del dizionario italiano e tedesco Giacoma Kolb terza edizione, consultabile nel sito ubidictionary Zanichelli. È partita da un cruciverba contenuto in una scheda di esercizi ludici DaF (Deutsch als Fremdsprache – tedesco L2 trovata nel sito http://raetselshop.land-der-woerter.de © Monika Beck) di livello A1 relativa al tema abbigliamento. Ha risolto il cruciverba, ha osservato, come da istruzioni date a lezione, le lettere più frequenti e con il maggior numero di incroci. Come accade spesso nei cruciverba didattici, gli incroci sono molto pochi, ma Patrignani ha concluso che dare le lettere E, H, R, S poteva essere una chiave sufficiente perché il gioco risultasse fattibile e non frustrante. Ha anche innovato aggiungendo i colori nel cruciverba ritenendo che aiutino ad identificare più facilmente le lettere più frequenti. Nella fig. 1 in appendice si vede l’esercizio finale come viene proposto da Patrignani agli ipotetici studenti; le lettere abbinate ai numeri dall’1 al 4 (1=E, 2=H, 3=R, 4=S) sono riportate, sempre per incoraggiare a giocare, in tutte le caselle in cui compaiono. Nelle riviste di enigmistica invece sono date una volta sola e il giocatore deve riportarle. Ecco il processo di svolgimento passo passo come lo descrive Patrignani. “Tutte le parole contenute nel cruciverba appartengono al lessico di base e al tema dell’abbigliamento. Purtroppo alcune di esse compaiono nella loro forma plurale, contravvenendo ad una delle regole di base dei cruciverba, ma basterà spiegarlo all’inizio. Nel caso si volesse presentare in un reale ambiente didattico e non si disponesse di un accesso a un dizionario italiano tedesco online che permetta ricerche con il carattere ?, potrebbero essere utilizzate in alcuni casi, come aiuto, le definizioni verticali e orizzontali. Partendo dalla parola più corta e usando il dizionario Zanichelli online (http://ubidictionary.zanichelli.it/dizionariOnline/#tedesco), come parola di tre lettere (?hr) si troverà Uhr.→ 6= U DIDAMATICA 2015 – ISBN 978-88-98091-38-6
Abbiamo così S?HUHE, che mi sembra abbastanza semplice individuare, benché purtroppo sia un plurale, quasi mai usato al singolare.→ 7= C Un’altra parola, quasi completa, è H?SE, che appare di abbastanza ovvia risoluzione visto il campo semantico, come conferma una ricerca sullo Zanichelli (coppia minima con Hase – unici due risultati trovati).→ 14= O A questo punto affrontiamo ROC?. Se si avesse bisogno di cercare la parola con lo Zanichelli, si scoprirebbe che ROCK è l’unico lemma, tra quelli trovati, appartenenti al lessico di base. →12= K La prossima parola su cui concentrarsi è ??CKE. Tramite la ricerca sullo Zanichelli, soli lemmi del vocabolario di base, verrebbero fuori SOCKE e JACKE, di cui la prima è da escludere poiché la parola in questione non contiene una casella 14 da riempire con la O (già trovata). In un colpo solo scopriamo →15= J, 5= A Finalmente abbiamo trovato la A! E abbiamo constatato che serve meno che nei cruciverba per l’italiano. La prossima parola quasi completa è ?EANS abbastanza trasparente. Può trarre in inganno perché è un prestito, ma lo è anche in italiano ed è diffusissimo. È comunque l’unica che viene fuori tramite ricerca su dizionario.→10= N La prossima parola quasi completa è HAN??ASCHE, a prima vista complicata perché manca una combinazione di lettere poco familiare in lingua italiana. Tra le due parole che vengono fuori con la solita ricerca, quella che ci serve è quella del lessico di base. →16= D, 8= T Un altro prestito dall’inglese molto usato anche in italiano – ma di più in tedesco – ci si svela in TSH?RT, probabilmente non di immediato riconoscimento sia per l’assenza di vocali che del trattino (che di regola nei cruciverba non compare). A causa di questo secondo grande assente, sarà impossibile anche trovarlo nel dizionario on-line, ma con il tentativo di inserire le 5 vocali, non ci sono grosse difficoltà a selezionare la I.→ 13= I Affrontiamo poi K?EIDER, che in un cruciverba sull’abbigliamento non poteva mancare. La difficoltà sta nel fatto che è presente nella sua forma al plurale (irregolare) quindi di non immediato successo è la ricerca sul dizionario (ovviamente con il dizionario Giacoma Kolb digitale si può aggirare l’ostacolo inserendo il filtro “Forme flesse”.) →11= L La parola successiva potrà essere ?ANTEL, con la quale scopriamo anche HEMD e NUMMER (si fa riferimento alla taglia di scarpe). La successione potrebbe essere un’altra, ma ritengo più facile quella ipotizzata, poiché MANTEL è più lunga di HEMD, è lunga come NUMMER, ma fornisce una lettera in più e non ha l’iniziale.→9= M Finite le parole orizzontali, affrontiamo la parola più lunga verticale: SCHMUT?I? è quasi completa, contiene già quasi per intero il sostantivo da cui deriva ed è declinata come la stragrande maggioranza degli aggettivi tedeschi (2182 lemmi terminanti in –ig i cui primi 20 visualizzati sono solo aggettivi). È comunque l’unica che si trova tramite la solita ricerca. →20= Z, 19= G Benché bizzarra di primo acchito, in ambito di abbigliamento ?ULLO?ER può essere abbastanza intellegibile. Anche questa è un prestito.→17= P, 18= V Genova, 15-17 Aprile 2015
L’ultima parola da completare (e che volendo, avremmo potuto pure affrontare prima) è l’aggettivo SAU?ER, al quale manca solo la terzultima di 6 lettere. (Ho sempre trovato curioso il fatto che la parola “più pulita” che ci sia inizi con Sau = ‘scrofa’!) → 21= B” Il bersaglio francese (fig. 2 in appendice) di Marion Duclos, un’altra allieva del corso universitario sopra menzionato, ha preso spunto dal gioco del bersaglio, come già proposto per l’italiano L2 in Corda e Marello (1999: 96) in una veste semplificata rispetto a quello delle riviste di enigmistica. Il gioco consiste nel passare da una parola all’altra con cambio di lettera, aggiunta/sottrazione di lettera, anagramma o per legami di senso. Duclos propone passaggi non banali come nombre-sombre, e soprattutto sono da notare quelli con cambio di lettera interna, come bijou-bisou, langue- longue, che hanno tratto spunto dalla sua competenza di francofona ma che i futuri risolutori non francofoni possono ricavare da ricerche del tipo “l?ngue, bi?ou”. Il passaggio brise-vent invece può esser motivato (o meglio scoperto dai risolutori) a partire dalla voce del dizionario Boch sesta edizione presente nel sito ubidictionary Zanichelli: brise /bʀiz/ s. f.brezza: brise de mer, de terre, brezza di mare, di terra [omissis] jolie brise, vento moderato [omissis] 3. Prestiti e apporti da altre lingue Nelle definizioni e negli esempi di un dizionario c’è molta cultura, ma può essercene già traccia anche nei lemmi: riporto qui il cuore di un compito comunicativo (task) risolvibile con il dizionario monolingue digitale e con un bilingue e tralascio i prerequisiti e altre componenti didattiche (rinforzo, distribuzione dei ruoli, etc.) per focalizzare l’attenzione sulle strategie di ricerca nel dizionario digitale. Nel disegnare il compito mi sono ispirata allo schema di task previsto per un progetto europeo in corso (PETALL Pan European Task Activities for Language Learning http://petallproject.wix.com/petall). Lo scopo è rendere consapevole l’allievo del fatto che sa già delle parole della lingua straniera che si accinge a studiare. Supponiamo che questa lingua sia il russo. Si fa una ricerca avanzata nel dizionario italiano monolingue Zingarelli digitale, selezionando nel campo lingua “russo”: si ottengono 51 parole. Scorrendole si troveranno fra l’altro vodka, iurta, sputnik e kalashnikov. Però ci si chiederà come mai nella lista non compaia troika, che pure è presente nel dizionario. Leggendo la definizione di troika nello Zingarelli ci si rende conto che non ha la parola russo nel campo lemma, mentre l’ha altrove, nell’etimologia. Nella lista delle 51 parole sono infatti presenti solo i prestiti che nel campo lemma hanno anche la parola russo, e l’hanno perché viene fornita la pronuncia adattata italiana e quella russa. it-pr p / ˈadʒitˈprɔp, russo ʌɡjitˈprwɔp/ DIDAMATICA 2015 – ISBN 978-88-98091-38-6
l oz / ˈkɔlkos, -ots*, russo kaɫˈxɰɔs/ È bene dunque avviare una ricerca di “vc. russa”, ossia voce russa, nel campo etimologia: troveremo 36 parole, di cui alcune già trovate con l’altra ricerca, ma altre nuove come astrakan, dacia, karakul, matrioska, samovar. Troviamo anche qualche intruso come ronco che nell’etimologia contiene “”[vc. dotta, lat. rŏnchu(m), dal gr. rónchos ‘rumore di chi russa’, da ronchiân ‘russare’ ☼ 1829]”” La query strategy più fruttuosa è tuttavia la ricerca tuttotesto di “russ?”, come illustrata in fig. 3, che porta a ben 193 voci. Vi troviamo bianco e bolscevico e molto altro relativo alla cultura russa, veicolato attraverso gli esempi, come nel caso della voce balletto. Un esercizio utile è far controllare la lista agli allievi per espungere i casi di voci intruse. Non disponendo di un dizionario digitale il controllo sarebbe molto lungo, ma è rapido se suddiviso fra più allievi che abbiano accesso al dizionario digitale. La consultazione del dizionario italiano russo di Kovalev, presente nel sito ubidictionary Zanichelli, può inoltre permettere agli aspiranti studenti di russo un confronto da cui ricavare qualche costante sui diversi modi e tempi in cui le parole russe sono arrivate all’italiano traslitterate dall’ alfabeto cirillico (si veda Marello e Masla in corso di stampa). 4. Conclusioni Come evidenziato dall’ultima ricerca, i dizionari digitali italiani sono ancora molto dipendenti dalla loro versione cartacea: un mercato scolastico che giustifichi il costo di revisioni mirate alla consultazione digitale potrà portare a versioni migliori con un disegno della voce lessicografica più efficace. Bibliografia Corda A., Marello C., Insegnare e imparare il lessico, Paravia, Torino, 1999. Marello C., Lavorare sulla lingua col dizionario, Loescher, Torino, 1993. Marello C., Using Mobile Learning Dictionary in an EFL Class, in Abel A., et al. (a cura di), Proceedings of the XVI EURALEX CONGRESS The User in Focus, Eurac Research Press, Bolzano, 2014a, 63-83; scaricabile da http://www.euralex.org/elx_proceedings/Euralex2014/euralex_2014_003_p_63.pdf. Marello C., La lessicografia digitale, in Daloiso M. (a cura di), Scienze del linguaggio ed educazione linguistica, Loescher, Torino, 2014b, 33-44. Marello C., Masla A. (in corso di stampa), Lemmi traslitterati tra integrazione ed estraneità. Il caso dei russismi nei dizionari italiani. Lew R., de Schryver G.-M., Dictionary Users in the Digital Revolution. International Journal of Lexicography, 27, 4, 2014, 341-359. Genova, 15-17 Aprile 2015
Appendice 4 1 5 S 1 5 7 1 1 1 5 2 7 E 2 5 6 2 3 H H R 9 5 1 8 1 1 0 1 E 6 4 1 1 S 8 3 1 7 1 4 2 R 2 1 0 8 1 2 1 4 1 3 4 H S E 1 5 3 9 R 1 1 0 0 1 6 6 8 4 2 1 3 8 9 3 S H R 5 5 9 6 4 7 2 6 2 1 S H H E 2 7 1 3 1 E R 1 2 9 H 3 1 1 1 1 1 1 3 2 1 3 6 R E E R Fig.1 DIDAMATICA 2015 – ISBN 978-88-98091-38-6
Fig. 2 Fig. 3 Genova, 15-17 Aprile 2015
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