Aperiodico del CLUB ALPINO ITALIANO SEZIONE DI MIRANO - "Alberto Azzolini" APPUNTI e DISAPPUNTI
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Distribuito gratuitamente ai Soci e alle sezioni CAI - Stampato in proprio - Spedizione in abb. post. - Tabella D - D.C.I. Filiale di Venezia “Alberto Azzolini” SEZIONE ITALIANO DI MIRANO CLUB ALPINO Aperiodico del del CAI MIRANO APPUNTI e DISAPPUNTI Gennaio 2020 Anno 26 - n. 56
EL MASEGNO Appunti e disappunti del CAI di Mirano CHI SIAMO Il CAI-MIRANO è una delle 510 sezioni del Club Alpino Italiano. Ci siamo costituiti nel 1982 come gruppo, diventati sottosezione nel 1983 e sezione il 27 settembre 1986. Sono trentatre anni che operiamo attivamen- te nel miranese. Siamo oltre millecento soci e abbiamo un comune denominatore che ci unisce: amiamo la montagna e la natura. SEZIONE “ALBERTO AZZOLINI” La sezione è dedicata al Miranese Alberto Azzolini, appassionato naturalista, di professione guardiaparco, morto in servizio a soli 28 anni, il 17 novembre 1981, presso il Parco del Gran Paradiso. La morte è stata ogget- to di numerose interrogazioni parlamentari del tempo, ufficialmente “conseguenza di un incidente di alta montagna” e comunque in circostanze mai definitivamente chiarite. È stato premiato con il primo AIRONE D’ORO nel 1982, alla memoria. La sua opera di divulgatore naturalistico ha influenzato e guidato un’intera generazione del miranese. PERCHÈ DIVENTARE SOCIO DEL CLUB ALPINO ITALIANO Per partecipare alle uscite organizzate dalla sezione in cui si è inscritti. Per ricevere il mensile Montagne360, la rivista del CAI dedicata alla montagna e la nostra bella rivista sezio- nale El Masegno. Per consultare libri di montagna e carte topografiche dei sentieri di montagna, presenti nella biblioteca sezio- nale. Per avere prezzi convenzionati, particolarmente vantaggiosi, per alloggiare nei rifugi alpini, anche all’estero, e nell’effettuare acquisti in esercizi commerciali dove le sezioni hanno stipulato specifiche convenzioni. Per avere la copertura assicurativa relativa alle spese di soccorso, anche all’estero, nel caso debba intervenire l’elisoccorso. ll CAI organizza, per i propri soci, corsi di addestramento alle attività alpinistiche, sci-alpinistiche, sci-escursio- nistiche, escursionistiche, speleologiche e naturalistiche; tutti i corsi sono tenuti da esperti, appositamente addestrati dal CAI, dotati di esperienza e di regolare attestazione di superamento di specifici esami didattici e formativi. Per garantire la tracciatura e la manutenzione della sentieristica nazionale, nonché per assicurare la gestione e la manutenzione dei rifugi e dei bivacchi di proprietà. Infine il CAI esercita, su competenza attribuita da spe- cifiche Leggi della Repubblica italiana, il soccorso in montagna tramite il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS). Il primo articolo dello statuto del C.A.I. dice: “Il Club Alpino Italiano è una libera associazione che ha per scopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la cono- scenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane e la difesa del loro ambiente naturale”. . ATTIVITÀ E CORSI DIDATTICI E FORMATIVI • ALPINISMO GIOVANILE Attività di educazione ambientale Corso di avvici- namento alla montagna Gite per tutta la famiglia • SCUOLA DI ALPINISMO “A. LEONARDO”, Corso di Roccia, Corso di Alpinismo, Corso di Sci Alpinismo, Corso Ghiaccio, Corso di Arrampicata Libera • SCUOLA DI ESCURSIONISMO “I SCIOXI” Corsi di es- cursionismo estivo e invernale, Escursioni domeni- cali Escursioni Seniores • CORSO DI GINNASTICA • CORSI DI CULTURA AMBIENTALE E MONTANA • MANIFESTAZIONI CULTURALI SULLA MONTAGNA • GESTIONE DEL MURO DI ARRAMPICATA La sezione ha sede a Mirano • PUBBLICAZIONE DE “EL MASEGNO” in Via Belvedere 6, aperta al NOSTRE PUBBLICAZIONI pubblico il giovedì sera, dalle “Esplorante Canto Corale” libro di poesie “La leggenda di Alberto” romanzo breve “L’uomo e la montagna” ore 21 alle ore 22,30 racconti di ragazzi “Oltre la vetta” testo teatrale.
EL MASEGNO Appunti e disappunti del CAI MIRANO VITA INTERSEZIONALE NUOVA TITOLATA ONCN pag. 14 Aperiodico del Club Alpino Italiano di Giovanni Margheritini Sez. “Alberto Azzolini”-Mirano OLTRE LO SCAFFALE Anno 26 – numero 56 – Gennaio 2020 STORIA DELLE “GUIDA MONTI D’ITALIA” parte 1 di Fabio Marcoleoni - pagg.15-19 Riccardo CALZAVARA I SENIORES DEL CAI ITALIA Direttore responsabile di Elio Candussi - pagg. 20-21 Ugo SCORTEGAGNA TESTIMONIANZE Direttore redazionale INTO THE WILD Comitato di redazione di Luca Barban - pagg. 22-25 Barbara MAZZARDIS, Anna Maria FRISON OLTRE IL BALLATOIO Lorenza CAVINATO, Silvana D’ELIA, IL BOSCO DEL PARAURO. LA STORIA, LE PROSPETTIVE Ugo SCORTEGAGNA, Marco PADOAN, di Adriano Marchini - pagg. 26 -29 Stefano MARCHIORI di Ugo Scortegagna Hanno collaborato ORME DEI SOCI Arianna ANOE’, Luca BARBAN, Stefano BARISON, Giovanni BUON COMPLEANNO “SCIOXI” BASSI, Giovanni BELLATO, Alessandro BECHE, Marina BONVICI- di Fabio Marcoleoni - pagg. 30-33 NI, Idalberto BORAN, Diego BORTOLATO, Fabio BUSATO, IX CORSO EAI 1 Riccardo CALZAVARA, Elio CANDUSSI, Lorenza CAVINATO, di Alessandra Boeche e Arianna Anoè – pagg. 34-35 Corsisti A1-E1-SA2-AL1, Dario DE ROSSI, Silvana D’ELIA, XXVI CORSO E1 Adriano MARCHINI, Stefano MARCHIORI, Fabio MARCOLEONI, di Diego Bortolato e Sara - pagg. 36-37 Giovanni MARGHERITINI, Barbara MAZZARDIS, XXIV CORSO A1 Marco PADOAN, Massimo POLATO, Stefania SANTI, a cura degli allievi - pagg. 38-41 Ugo SCORTEGAGNA, Ivan STOCCO, Carlotta TOVEL, XXVI CORSO AR1 Scuola di Alpinismo e di Escursionismo. a cura di Carlotta Tonel - pagg. 42-43 Redazione CAI MIRANO – via Belvedere, 6 PAGINE CENTRALI 30035 MIRANO – Casella Postale 56 CONVOCAZIONE ASSEMBLEA 2020 – Verbale 2019 Tel. Segreteria 348 4138588 e RELAZIONE MORALE 2019 E-mail segreteria@caimirano.it Sito www.caimirano.it CORSO DI SCIALPINISMO - 2019 Stampa: a cura dei corsisti - pagg. 44-45 Tipografia CPESSE S.r.l. CORSO INTESEZIONALE DI SCIALPINISMO-SA2 Vallà di Riese Pio X (TV) a cura dei corsisti - pagg. 46 V CORSO DI ARRAMPICATA LIBERA AL1 Autorizzazione Trib. Di Venezia di Ivan Stocco - pagg. 47-49 n. 1159 del 10/08/1994 SALITA INVERNALE ALLA CIMA IMMINK Sped. In abb. Postale c. 20/c art. 2 L. 662/96 di Fabio Busato - pagg. 50-53 Libera autorizzazione citando la fonte NON C’É PIÙ TEMPO PER IL TEMPO Foto di copertina: di Massimo Polato - pagg. 54-55 ATTIVITA’ SCIALPINISTICA (Arch. CAI MIRANO) I CORSO CASCATE DI GHIACCIO di Stefano Barison e Stefania Santi- pagg. 56-57 CORSO MONOTEMATICO DI MANOVRE TESSERAMENTO 2020 di Stefania Santi e Roberto Segato - pagg. 58-59 Ogni giovedì dalle 21 alle 22.30 CORSO MATERIALI E MANOVRE di Massimo Polato - pagg. 60-61 Presso sede del CAI Mirano ARRAMPICATORI MOLESTI: UN NOME UNA GARANZIA Soci ordinari € 46,00 di AA.VV. - pagg. 62-63 Soci familiari e Juniores € 23,00 ALPINISMO GIOVANILE Soci giovani € 16,00 VOLIAMO a 3000! Costo iscrizione € 6,00 di Fabio Busatto - pagg. 64-65 Trasf. da altra sede € 3,00 SCUOLA DI ALPINISMO “A. LEONARDO” Recupero bollino € (11,00 ord., 5,00 F. 1,00 G) PROGRAMMI 2020 – pag.66 Abb. “Le Alpi Venete” € 5,00 NUOVI TITOLATI – pag. 67 Duplicato tessera € 3,00 SCUOLA DI ESCURSIONISMO “I SCIOXI” PROGRAMMI 2020 – pagg.68-70 SOMMARIO pag. 1 ESCURSIONI SENIORES – pag. 71 STRUTTURA ORGANIZZATIVA pag. 2 ESCURSIONI SOCIALI 2020 pagg. 72-73 EDITORIALE pag. 3-4 COMMISSIONE CULTURALE PROGRAMMI 2020 – pagg.74-75 RICORDO DI ELISA pagg. 5-7 MAIELLA la “MONTAGNA MADRE – pag. 76 VOCE DEI SOCI 6° CONCORSO FOTOGRAFICO MRS-pag. 77 LE ORIGINI DI “SIGNORE DELLE CIME” LA SEZIONE PROPONE CIAO COSTANTINO SERATE CULTURALI 2020 – pagg.78-79 di Ugo Scortegagna - pagg. 8-9 CURIOSITA’ NATURALISTICHE IL PUNTO IL PETTIROSSO di U. Scortegagna – pagg.80-81 EQUILIBRIO DELLA NATURA E CAMBIAMENTI CLIMATICI: UNA VERA EMERGENZA CHARTA CANTA di Marco Padoan - pagg. 10-11 RESTO QUI di R. Calzavara –pag. 82 IL VENETO DA CONOSCERE – pag. 83 L’OPINIONE TRA ALPINISMO, VIAGGIO e POESIA UNO ZAINO PIENO DI RICORDI - pagg. 84-85 di Giovanni Bassi - pagg. 12-13 SEGNALAZIONI - pag. 86
2 Struttura organizzativa Club Alpino Italiano Sezione di Mirano “A. Azzolini” ATTIVITÀ CULTURALI CONSIGLIO DIRETTIVO PRESIDENTE Lorenza CAVINATO, Stefano MARCHIORI (R.D.) Stefano MARCHIORI RAPPORTI CON LE ISTITUZIONI VICE PRESIDENTE Stefano MARCHIORI, Daniela SECCO Daniela SECCO SITO SEZIONALE SEGRETARIO Antonio CARLON, Simone MARATEA Maurizio VENTURINI Diego BORTOLATO TESORIERE Stefano MARCHIORI (R.D.) Idalberto BORAN DELEGATI SEZIONALI CONSIGLIERI Stefano MARCHIORI (Presidente) Lorenza CAVINATO Luciano SACCAROLA Giovanni BELLATO Ugo SCORTEGAGNA Paolo DE TONI INCARICHI DI SOCI CAI MIRANO IN ALTRI ORGANISMI Giovanni MICHIELETTO DEL CLUB ALPINO ITALIANO Enrico VIAN COMITATO SCIENTIFICO VFG REVISORI DEI CONTI Ugo SCORTEGAGNA (ONCN) Corinna NORDIO, Luigi DOMINIONI GRUPPO REGIONALE DEL VENETO e FONDAZIONE BERTI Denis SCATTOLIN Ivano COLETTO INCARICHI SCUOLA INTERREGIONALE DI ALPINISMO, SEGRETERIA E TESSERAMENTO SCIALPINISMO, ARRAMPICATA LIBERA - VFG Marco PADOAN, Maurizio VENTURINI (R.D.) Dario DE ROSSI (INA), Francesco LAMO (INA - C.A.A.I.), Stefania TONELLO (INSA) BIBLIOTECA Giampaolo ZANIN - CENTRO STUDI MATERIALI E TECNICHE VFG Stefano MARCHIORI (R.D.) Massimo POLATO Antonio CANTON SCUOLA DI ALPINISMO, SCIALPINISMO Simone MARATEA E ARRAMPICATA LIBERA Michele VISENTIN Antonio CANTON “Tonin” (direttore) Paolo DE TONI (R.D.) CENTRO STUDI MATERIALI E TECNICHE Massimo POLATO (Presidente) SCUOLA DI ESCURSIONISMO Fabio MARCOLEONI (direttore) Numero Soci al 31 Ottobre 2019 Idalberto BORAN (R.D.) RINNOVI NUOVI ISCRITTI TOT. ESCURSIONI - GITE ORDINARI 709 104 813 Maurizio VENTURINI (R.D.) GIOVANI 94 23 117 ESCURSIONISMO SENIORES FAMILIARI 230 13 243 Giovanni BELLATO (R.D.) TOTALE 1033 140 1173 GRUPPO TARTARUGHE Avvisi: Lucio FANTON, Enrico VIAN (R.D.) a. Le nuove iscrizioni hanno inizio nel mese di gennaio ALPINISMO GIOVANILE e terminano il 31 ottobre dello stesso anno. Anna BORTOLETTO (Enrico VIAN - R.D.) b. I rinnovi devono essere fatti entro il primo trimestre di ogni anno; 1 gennaio/31 marzo. Dopo tale termine, MURO DI ARRAMPICATA cessa la copertura assicurativa. Paolo CORRADI - Paolo DE TONI (R.D.) c. L’interruzione anche di un solo anno del rinnovo; Elena NISATO - Riccardo VECCHIATO provoca automaticamente la decadenza di socio dal EL MASEGNO sodalizio, qualora si volesse riprendere l’adesione, si Ugo SCORTEGAGNA, Lorenza Cavinato (R.D.) dovrà rifare la tessera o pagare le quote pregresse. ATTIVITÀ SCIENTIFICHE - TAM Ugo SCORTEGAGNA, Stefano MARCHIORI (R.D.) GLI ARTICOLI E LE FOTO PER IL PROSSIMO NUMERO DE “EL MASEGNO” MATERIALI ALPINISTICI E DIDATTICI (numero 58) devono pervenire entro Renato MARAZZATO, Gabriele NALESSO il 31 OTTOBRE 2020 Alessandro VOLPATO presso il nostro indirizzo: CAI-MIRANO, Paolo DE TONI (R.D.) via Belvedere, 6 - (c.p. 56) 30035 MIRANO (VE); GINNASTICA oppure potete inviare gli articoli al seguente indirizzo Chiara SABADIN, Paolo DE TONI (R.D.) di posta elettronica segreteria@caimirano.it R.D. = referenti direttivo
di Stefano Marchiori EDITORIALE 3 Il rischio… tensione dell’uomo al sublime La radice etimologica del tano di solito avventure sostantivo sublime, deri- davvero memorabili, ma va dal latino sublimis, insistono sul dato tecnico composto da sub-, e presuppongono l’espe- “sotto”, e limen, “soglia”, rienza alpinistica del letto- quindi : “ciò che è al limi- re, che diviene troppo te”, “ciò che arriva fino spesso l’unica chiave per la alla soglia più alta”. condivisione delle emozio- L’essenza della natura ni. Il modello è e rimane umana è permeata da tuttora appunto, la trage- una costante tensione ad dia classica o l’epica, di cui elevarsi al di sopra di se si conosce o si capisce stessa, trascendendo la subito il finale: eroi e desti- mediocrità e la banalità ni maledetti che tengono del quotidiano. Il sublime in sospeso il lettore nella rappresenta la grande vana speranza, di un sfida alla natura da parte inceppamento del mecca- di una umanità che con nismo che porta inevitabil- l’Illuminismo ha compre- mente al disastro. È un so di aver perso la cen- modello che può conqui- tralità nell’universo, nella stare il lettore, se instilla il cognizione di rappresen- fascino dell’avventura o fa tare soltanto un minu- Stefano il presidente (Ph F.M.) scattare l’emulazione; ma scolo organismo in uno lascia agli altri tutte le loro spazio naturale e cosmico infinito. L’alpinismo in perplessità e le loro opinioni, la principale delle termini assoluti, rappresenta questa tensione quali è che gli alpinisti siano matti. Soltanto colo- emotiva. L’alpinismo non consiste nella ricerca ro che il rischio lo praticano riescono davvero a delle difficoltà, nella sfida al cronometro, ma in comprendere la tensione verso il sublime che da una spinta ideale innata nell’uomo. E’ un’attività questo e per questo ne deriva. Immanuel Kant, riservata a pochi, che permette di elevarsi con il nella sua grande opera Critica del giudizio narra corpo e con lo spirito. Certo, lo scalatore rischia. testualmente: “le rocce che sporgono audaci in Ma accetta il rischio con un senso di liberazione. alto e quasi minacciose, le nuvole di temporale che “Il rischio peraltro è uno degli aspetti dell’alpini- si ammassano in cielo tra lampi e tuoni... riducono smo più difficili da spiegare a chi ad una piccolezza insignificante il non lo pratichi.” nostro potere di resistenza... Ma il Lo afferma l’alpinista Franco loro aspetto diventa tanto più Brevini, professore universitario di attraente per quanto più è spavente- Letteratura italiana nel libro vole, se ci troviamo al sicuro; e queste “Alfabeto verticale” una delle sue cose le chiamiamo volentieri sublimi, ultime opere letterarie. Infatti il perché esse elevano le forze dell’ani- messaggio che traspare dai testi ma al di sopra della mediocrità ordi- letterari e giornalistici presenti nei naria, e ci fanno scoprire in noi stessi media, nelle narrazioni di episodi ed avventure una facoltà di resistere interamente diversa, la legate all’alpinismo, non aiutano certamente il quale ci dà il coraggio di misurarci con l’apparente non alpinista. Racconti narrati da alpinisti che onnipotenza della natura”. hanno compiuto imprese leggendarie, magari Del resto l’alpinista è appeso a un filo in modo sopravvivendo a un tragedione omerico, raccon- tutt’altro che metaforico, ed è questa consapevo-
4 EDITORIALE di Stefano Marchiorii lezza che fa dire a Brevini: “per me l’alpinismo è dido lavoro svolto nel corso del 2019, un anno questa presenza totale verso un mondo spietato e vissuto così intensamente. Dedichiamo a Lei tutti avvincente, questa partecipazione alla vita che i successi e lo splendido ed eccezionale lavoro mobilita mente e corpo, scrollandosi di dosso l’ar- svolto in un anno che rimarrà scolpito nella tificio in cui siamo in ogni istante immersi”. memoria della nostra sezione, così unico e parti- Sul concetto di sublime e di coscienza del rischio, colare per tutti. insito nella frequentazione della montagna, e più Da parte della Scuola di Alpinismo, che ha visto un strettamente nell’alpinismo ai vari gradi, purtrop- nuovo Istruttore Nazionale, un nuovo istruttore di po l’anno appena trascorso è stato quanto meno arrampicata libera, un nuovo istruttore di alpini- emblematico ed ha lasciato dopo la morte di smo, della Scuola di Escursionismo con due nuovi Leonardo, un secondo profondo segno indelebile accompagnatori, degli Operatori Naturalistici con sul dna del nostro sodalizio miranese. Era inevita- una nuova operatrice nazionale e tutte, tutte le bile pertanto nel redigere questo editoriale non attività a cui hanno contribuito tanti soci attivi ritornare su quello che è stata il fatto più estremo nella sezione. Un anno così speciale, denso di toni e sfortunato accaduto lo scorso15 giugno. Una chiaro scuri, che insieme a tante soddisfazioni è data che ricorderemo per sempre. La vitalità e la riuscito in pochi attimi a toglierci il fiato e la voce, forza che Elisa aveva in se e che esprimeva con un quando il fato ed un triste destino hanno voluto sorriso luminoso e straordinario, ha lasciato un rapire e strappare alla vita la nostra Elisa... solco incolmabile ed ineliminabile nei nostri cuori Un pensiero infine corre a Costantino Azzolini, e nella nostra mente. Dedichiamo a Lei lo splen- fratello del già compianto Alberto cui è intitolata la nostra sezione. Testimone di una sensibilità e rispetto verso l’ambiente ineccepibili ed inoppu- gnabili. Testimone di un tempo presente in cui la sensibilità sociale verso i temi ambientali appare in tutta la sua vacuità e priva di sostanza, tanto conclamata da una società ipocritamente rivolta sempre più massicciamente al consumismo più sfrenato, alla tensione verso l’effimero e all’inuti- le, allo spreco e ad imporre stili di vita privi di lungimiranza e di rispetto dei valori fondamenta- li dell’uomo. Gli slogan ed i movimenti estempo- ranei che nascono e muoiono in poco tempo, diventano quasi un rimedio apparente o addirit- tura un alibi a tutto quanto avviene nel silenzio accomodante di tutti. Ecco allora ritornare a quanto citato prima dalla penna di Kant. L’attrazione al rischio che diventa tanto più inten- sa quanto più ci sentiamo al sicuro. Il rischio in questo caso non è rappresentato dal gesto alpini- stico, bensì dai disastri ambientali che il cambia- mento climatico inevitabilmente comporterà e quanto sentirsi al sicuro è diventata più una ras- segnazione o una convinzione inculcataci dai media legati esclusivamente ad interessi di lobbies economiche nazionali ed internazionali. In questa sfida ci mancheranno Elisa e Costantino, ma in loro nome troveremo il coraggio e lo stimolo di perseverare nella lunga ed estenuante battaglia che ci aspetta per i prossimi anni, come sodalizio ed ancor più come cittadini del mondo. Un saluto a tutti Il Vostro presidente. Un fiore per Elisa e Costantino (Ph F.M.)
RICORDO DI ELISA di Dario De Rossi 5 Elisa Nalesso, Cara Compagna di Cordata, Mai e poi mai avrei immaginato scrivere il ricordo LENZIER…sì proprio quello del Pilastro della di una cara persona che è venuta a mancare …e TORRE D’ALLEGHE, vederlo prepararsi i chiodi tanto meno di te Elisa. Assolutamente mai ! nella sua piccola officina e quelle poche parole Purtroppo, quel sabato 15 giugno 2019 un assur- che diceva per lei erano sacre e momenti indi- do e tragico gioco del destino ti ha portato via menticabili. lasciando a me e a tutti quelli che ti conoscevano -ELISA poi, da ragazza, con gli amici, il moroso e ti volevano bene, un grande vuoto dentro che FABIO e la sorella PAOLA, l’amico LUCA incomin- sarà difficile colmare, per sempre. Ed è ancora dif- ciò con le escursioni ai Rifugi, poi le ferrate, le alte ficile per me trovare le parole giuste ed accettare vie e le vie normali…si muoveva dappertutto ed il dolore di una perdita così grande. era instancabile. Si è fermata solo nel periodo per Scriverò di te Elisa, di quello che per te, dedicarlo ai suoi figli ELENA e MARCO. l’Alpinismo, è sempre stato il tuo stile di vita, sca- -ELISA era anche una brava Pianista, sensibile con lare le montagne era un appagamento interiore, la la roccia come lo era sui tasti del suo pianoforte tua gioia profonda ed il tuo senso di Libertà. nero a coda. ELISA ha cominciato amare la montagna fin da -ELISA si iscrive poi ai Corsi con il CAI di Mirano: piccola. Con suo papà, bravo alpinista, non vede- Alpinismo - Roccia - Ghiaccio…era sempre alla va l’ora di andare al CAI per sentire parlare i suoi ricerca di nuove avventure e di conoscere nuovi amici rocciatori, ascoltare le loro avventure e, alla amici… Partecipava sempre a tutti gli aggiorna- sera, prima di dormire sognava ad occhi aperti: di menti con la Scuola e ha conseguito meritata- essere su quei posti, sulle pareti di roccia verticali mente il titolo di “Istruttore Sezionale” al quale ne assieme a loro. E poi in estate ad Alleghe, andavi andava veramente fiera con la sua Giacca Rossa. a trovare assieme al papà l’amico DOMENICO BEL- -ELISA sosteneva con forza la semplicità, il rispet- Verso il cielo
6 RICORDO DI ELISA to e la sincerità tra le persone. Era affascinata da quelle persone che mettono il cuore e il senti- mento sulla passione per l‘ALPINISMO. Sentiva che il suo Alpinismo era parte pura e totale di se stessa, sapeva che questo le dava una grande ric- chezza interiore e questa era la sua felicità di quello che faceva. E su questi profondi principi era basato il suo forte e ferreo concetto di essere dei “Compagni di Cordata”. -ELISA le piaceva da sempre un Alpinismo roman- tico senza riflettori su ambienti un po’ nascosti, selvaggi, ultimamente si era innamorata delle Piccole Dolomiti e, dopo lavoro nel pomeriggio, erano frequenti le uscite che faceva su quelle zone e diceva sempre:” meglio una via corta con pochi tiri che tanti mono-tiri “. Le piaceva proprio il concetto di stare “in della Scuola. Era così orgogliosa nel portare all’e- Cordata”. same il libro di RENATO CASAROTTO, che raccon- -ELISA era raro vederla arrabbiarsi e neanche tava anche i minimi dettagli delle sue imprese…sul trittico...sulle sue solitarie invernali... -ELISA…e poi venne “quel week end “... Andiamo al Ghiacciaio dei Forni …era ancora notte e partia- mo e saliamo, saliamo … -ELISA era molto concentrata e particolarmente felice, continuava a meravigliarsi di tutto quello che la circondava, stava assorbendo tutta la pie- nezza che le dava quell’ambiente dentro la sua passione profonda … E poi…ECCO… sopraggiunge il destino. -ELISA …. è stato nel vedere il tuo lieve movimen- to delle labbra e guardare gli occhi di Marco che mi ha dato una grande speranza ed una enorme energia per scendere giù, il più veloce possibile per chiamare i soccorsi, così Elisa...nello stato in cui ero e con quello che avevo sono sceso di corsa e ci ho creduto fino in fondo…ecco ELISA… IO ci In sosta ho creduto fino all’ultimo istante prima della ter- ribile notizia.. arrendersi. In qualsiasi situazione manteneva una calma indescrivibile, era tenace, coriacea ed instancabile, mai un lamento e rare sono state le ritirate. Era una persona sensibile, a volte silen- ziosa ma sempre attenta e scrupolosa, si ricorda- va sempre tutti i dettagli di quello che faceva …e anche gli amici che incontrava. Si ricordava sem- pre delle loro vite e delle loro famiglie. -ELISA era pronta anche per passare l’esame di Istruttore Regionale. Era proprio entusiasta, con- centrata e decisa. Contenta di aver passato que- st’inverno il primo esame sulle cascate di ghiac- cio, nell’ultimo periodo oltre a fare molte vie, coinvolgeva tutti per il suo studio delle materie di parte culturale: La famiglia e gli amici istruttori Nuvole
RICORDO DI ELISA 7 ELISA ti ricorderò anche così… -ELISA…. Seduta su una roccia, di spalle come facevi Posso solo dirti che per me è stato un privilegio sempre, capelli al vento, con la tua Camel tra le che la vita mi ha concesso nel conoscerti spe- dita che guardi gli spazi sconfinati verso Nord, cialmente sul lato della tua grande passione immersa nelle tue gioie e nei tuoi pensieri. E che pochi hanno potuto conoscere. Terrò per poi, quando ti giravi, il tuo viso era un libro sempre il ricordo di una persona forte, umile e aperto, i tuoi grandi occhi erano sempre lucidi sensibile, con un’Anima e un Cuore Speciale, e di contentezza e carichi di emozioni e pieni di di essere stati assieme dei grandi Compagni di felicità… e guardarti per me era sempre una Cordata di tante avventure. gioia particolare. Il tuo Compagno di Cordata Dario
8 VOCE DEI SOCI di Ugo Scortegagna Le origini di “Signore delle Cime” Ai primi di aprile (u.s.) mi avviavo verso Arzignano, “Signore delle Cime” non conoscevo, osservando con difficoltà i cartelli Il canto è diventato, in seguito, un successo mon- indicatori (difficoltà dovuta ad una pioggia torren- diale, tradotto in 134 lingue e adattato per le più ziale arrivata dopo un lungo periodo di siccità), diverse esecuzioni, quel “Signore delle Cime” che è perché non esperto di navigatore nemmeno con il assieme canto e preghiera, espressione di dolore e cellulare, e mi avvicinavo a destinazione, vengo speranza. colto da una sorpresa: incontrato finalmente il Il testo di Signore delle cime è riportato qui di cartello che indicava l’entrata ad Arzignano. Sotto seguito: c’era una seconda segnalazione “paese natale di Achille Beltrame”. Arrivato a destinazione mi Dio del cielo, Santa Maria, incontro con un amico, colui che mi aveva invita- Signore delle cime, Signora della neve, to, e subito gli chiedo: ma Beltrame è lo stesso che un nostro amico copri col bianco, fu l’illustratore delle famose copertine della hai chiesto alla montagna. soffice mantello, “Domenica del Corriere”? Si! mi risponde, ma Ma ti preghiamo: il nostro amico, Arzignano è anche la città natale di Guido su nel Paradiso il nostro fratello. Bedeschi, l’autore di “Centomila gavette di ghiac- lascialo andare Su nel Paradiso cio” e di Bepi De Marzi colui che ha scritto e armo- per le tue montagne. lascialo andare nizzato “Signore delle Cime”. per le tue montagne. Subito ho pensato che sono arrivato in uno dei luoghi ricchi di storia e di memoria. Per concludere, ecco alcune segnalazioni dello Entrato nella sede CAI di Arzignano, meravigliosa, stesso De Marzi:“La cosa divertente - aggiunge De bellissima, credo seconda tra quelle che ho visto io Marzi con una gran risata - è che molti pensano solo a quella di Schio, almeno nel Veneto, subito sia un vecchissimo canto popolare, il cui autore sia incontro un altro amico, accompagnatore di ormai scomparso. E poi nessuno che ricordi il tito- escursionismo e, ai miei complimenti per la sede, lo esatto: parlano di Signore delle montagne, di mi dice che qui è nata la canzone “Signore delle Madonnina delle nevi… storpiano il nome. Lo stes- Cime” perché questa è anche la sede del coro CAI so succedeva a Mario Rigoni Stern che mi diceva: “I Crodaioli”, fondato da Bepi De Marzi. “Se uno almeno si ricordasse il titolo esatto del “Signore delle cime” penso, la canzone più famosa Sergente nella neve”. Tutti mi parlano del.… e conosciuta nel mondo alpinistico, forse più de Sergente della neve. E se almeno uno indovinasse i “La Montanara”. titolo di “Arboreto Salvatico”. No, ripetono selvati- Mi raccontano che l’ispirazione per di questo canto co, selvatico, senza capire”. è stata la scomparsa di un giovane studente di Un’amicizia e una frequentazione assidua con lo legge, socio CAI, durante un’escursione in monta- scrittore italiano iniziata grazie ad un altro canto, gna nel 1951 nell’Alta Valle del Chiampo: Bepi “La contrà de l'Acqua ciara”; una denuncia della Bertagnoli. Oggi la sezione CAI di Arzignano è a lui crisi che ha vissuto la montagna, il su spopola- intitolata, come anche un rifugio ai piedi del mento, l’abbandono subito dell’Arco alpino nel Carega. secondo dopoguerra: un Paese di vecchi. (La con- Ma andiamo con ordine: Bepi De Marzi di trà de l’Acqua ciara/ no zè più de l’alegria/quasi Arzignano nel 1958, fresco di diploma del tuti zè’ndà via/solo i veci zè restà/ Le finestre senza Conservatorio e reduce dalla naia nel corpo degli fiori/poco fumo dai camini/senza zughi de bambi- Alpini (paracadutista), mise su un coro che sareb- ni/ la montagna zè malà). be diventato “I CRODAIOLI” e, su sollecitazione di La trasferta ad Arzignano si è rilevata più arric- un componente del coro stesso, che gli chiese, in chente di quanto potessi pensare. Fatta la confe- occasione della posa di una lapide nelle vicinanze renza presso il CAI di Arzignano, sono tornato a di Arzignano (Chiampo), a ricordo del povero Bepi casa accompagnato da una pioggia torrenziale e il Bertagnoli, di fare un canto per il “Bepi”. mio pensiero andava a quante persone importanti Così, racconta lo stesso De Marzi, allora venti- ed illustri quella cittadina ha dato i natali. treenne, una sera di settembre, cogliendo l’invito, compose “Signore delle Vette” diventato poi Ugo Scortegagna (Mira, aprile 2019)
di Ugo Scortegagna VOCE DEI SOCI 9 ciao COSTANTINO 10 novembre, una domenica luminosa, con un senza mettersi in mostra, ma con estrema natu- sole tipico da “Estate di San Martino”, limpida al ralezza. Uscire con lui è sempre stato un arricchi- punto che le montagne si stagliano all’orizzonte mento per chi gli stava attorno. imbiancate dalla prima neve stagionale, tutte le Ecco, questo era Costantino Azzolini, un naturali- condizioni per affermare che “magnifica giorna- sta, un ambientalista, un amante della natura ta”, invece una telefonata arriva e mi porta una appassionato e contagioso, sicuramente ha avuta amarezza che speravo di non avere, almeno quel- l’influenza del fratello Alberto, morto a soli 28 la domenica. Flavia la moglie di Costantino anni; e lui, Costantino, quattro anni più giovane, Azzolini, mi dice che “Costantino è andato avanti”! Un mese prima erano venuti a trovarmi in libreria e lo stesso Costantino mi aveva racconta- to che era appena uscito dall’o- spedale dove aveva subito un intervento e che durante il periodo di degenza una farfalla si era appoggiata sul davanzale della sua camera ma non sape- va di che specie fosse e quindi mi chiedeva un manuale per il riconoscimento. Lo trovavo molto provato, ma lo vedevo fiducioso. Dopo tre giorni lo richiamai per dirgli che gli avevo procurato il libro e lui venne, sempre con la moglie a prenderlo. Eravamo stati insieme all’uscita sezionale di Pradis e mi diceva che era molto dispiaciuto di non poter venire a quella di Barcis, in programma per fine ottobre. Costantino, al Gran Paradiso, accanto alla targa che ricorda il fratello Alberto (Ph U.S.) Si era riavvicinato alla sezione CAI che porta il nome del fratello “Alberto” da un decina di anni, ne seguiva le tracce. Mi raccontava quando anda- partecipando in modo attento e attivo ai corsi va all’Herbetet “Gran Paradiso” a trovarlo, lui più naturalistici che organizziamo annualmente in che ventenne andava ad incontrare il fratello che sezione, alle uscite cercava di esserci sempre aveva fatto la scelta di fare il guardaparco e mi manifestando una curiosità che ho riscontrato in raccontava le lunghe chiacchierate che facevano poche persone. Aveva una conoscenza dell’am- insieme nel casotto dei guardia parchi. biente, dei fiori, degli alberi, ma soprattutto degli Ecco, nel salutarti mi piace ricordarti così, atten- uccelli, ampia. In ambiente ogni volta che identi- to, curioso sempre pronto a manifestare con cir- ficava un volatile mi stupiva sempre. Ricorderò cospezione e una leggere forma di timidezza le sempre quella volta che attraversammo il corpo tue conoscenze e il tuo grande amore per di frana del Vajont e da uno specchio d’acqua si l’Altopiano di Asiago, dove eri orgoglioso di ricor- involò un piccolo rapace, lui subito lo riconobbe dare le tue origini, e il tuo modo di essere. stupito (perché non era il suo ambiente!) che si Ciao Costantino ci mancherai. trattasse di una albanella femmina, lo diceva Ugo
10 IL PUNTO di Marco Padoan Equilibrio della natura e cambiamenti climatici: un VERA emergenza Prendo spunto dalle relazioni scientifiche presen- preoccuparsi troppo, del resto cosa potrei fare io tate al recente congresso Scuole di Alpinismo da solo? sono a mio parere entrambe sbagliate. Scialpinismo e Arrampicata Libera VFG di Trieste, Anche se è tardi, adeguate scelte, sia personali, con alcune citazioni dalla News di CAI TAM (il che collettive potranno ridurre le conseguenze e gruppo che all'interno del CAI si occupa di Tutela rischio e la riduzione del rischio è il principio che Ambiente Montano): chi frequenta la montagna conosce bene. "Al recente summit sul clima delle Nazioni Unite, Quali scelte? Greta Thunberg non ha usato giri di parole per Per esempio, ampliare (adesso e qui) a Mirano il accusare i leader di tutto il mondo di non fare bosco del Parauro: l'Amazzonia brucia (leggete il abbastanza per salvare il Pianeta da (Guardian). programma elettorale del nuovo presidente del Nella settimana delle mobilitazioni globali sul Brasile: era tutto prevedibile), la tempesta Vaia ha clima (Ohga), ultimo rapporto ONU sullo stato dei decimato il patrimonio boschivo; cosa di più lun- ghiacciai lancia l'ennesimo allarme: inondazioni e gimirante che ampliare un bosco urbano? alluvioni in futuro saranno inevitabili e le conse- Abbiamo firmato tutti la petizione proposta da guenze ancora più devastanti (da Washington Italia Nostra e altre associazioni? Post). Altra scelta? Cosa ne pensiamo dello sbancamen- L'Earth Overshoot Day, ovvero il to delle Tofane le opere collatera- giorno in cui la Terra termina le li di cementificazione per realizza- risorse disponibili in un anno, è re il "carosello" in vista di modiali caduto il 29 luglio mentre vent'an- di sci e soprattutto delle Olimpi- ni fa cadeva a settembre (da adi? Siamo convinti che si tratti di Quartz). ..." E ancora: un investimento "per il futuro"? "Nonostante il cambiamento del clima stia sempre più evidenziando Il libro "I limiti dello sviluppo" i suoi effetti negativi sui ghiacciai commissionato al MIT dal Club di alpini, l'industria del turismo sciisti- Roma fu pubblicato già nel 1972 co sembra non conoscere limiti e a (profeticamente, l’anno preceden- Pitztal, in Austria, i ghiacciai li pial- Mujca (fonte internet) te alla prima crisi energetica del lano, li scavano con le ruspe per farne piste da 1973), quando ancora non esistevano le evidenze sci...". del cambiamento climatico e dell'effetto serra. Molti ancora cercano di ignorare ovvero di non Esso indicava già un problema fondamentale: voler conoscere e capire fatti reali e provati, non l'impossibilità della crescita "infinita" in un "opinioni allarmistiche dei soliti ambientalisti", e mondo "finito". Abbiamo un solo pianeta, il clima purtroppo rivestono ruoli importanti (presidenti, sta cambiando velocemente per effetto del cosi- politici, giornalisti...). Rinviare al 2050 la riduzio- detto "sviluppo" e ancora qualcuno lo nega e non ne delle emissioni di gas serra fa capire che si lo considera un problema primario globale! pensa solo a se stessi e non ai propri figli e nipo- La soluzione definitiva purtroppo, non sarà sem- ti e in generale al futuro. plicemente usare auto elettriche al posto di auto Inoltre, i cambiamenti climatici e le diseguaglian- con motore a combustione interna perché anche ze hanno un impatto diretto su conflitti e migra- produrre litio per 9 miliardi di persone non è so- zioni ed è bene renderlo esplicito anche nelle stenibile: informiamoci su quello che accadrà in pagine di questa rivista. Perù, nei dintorni del lago Titicaca. Le due reazioni opposte: Dobbiamo forse esplorare il concetto di sobrietà, "Ormai è troppo tardi, non si può fare nulla" e che aiuta anche a ridurre le disuguaglianze. "Qualcuno sicuramente troverà una soluzione, se José Mujica (ex presidente Uruguay 2000-2005) veramente ci sarà il problema, quindi perchè sostiene che a guidare la vita di ciascuno debba
IL PUNTO 11 essere il principio della sobrietà: “Concetto ben ci appartiene, difenderlo è questione di civil- diverso da austerità, termine che avete prostitui- tà e saggezza". to in Europa, tagliando tutto e lasciando la gente Appunto di equilibrio si parla: un equilibrio che senza lavoro. Io consumo il necessario ma non troppo rapidamente è stato alterato. accetto lo spreco. Perché quando compro qualco- I giovani e giovanissimi di Friday for Future appli- sa non la compro con i soldi, ma con il tempo cano questa semplice verità e si espongono per della mia vita che è servito per guadagnarli. E il difenderla. A loro tutta la mia, e credo anche la tempo della vita è un bene nei confronti del quale vostra stima, il mio incoraggiamento, la mia spe- bisogna essere avari. Bisogna conservarlo per le ranza, il miosostegno. cose che ci piacciono e ci motivano. Questo Informamoci e diventiamo consapevoli! Grazie. tempo per se stessi io lo chiamo libertà. E, se vuoi www.fridaysforfutureitalia.it essere libero, devi essere sobrio nei consumi. xrebellion.org L'alternativa è farti schiavizzare dal lavoro per permetterti consumi cospicui che però ti tolgono il tempo per vivere... Lo spreco è invece funziona- le all'accumulazione capitalista che implica, che si compri di continuo, magari indebitandosi, sino alla morte”. (da Wikipedia). Come soci della sezione intitolata a Alberto Azzolini, dobbiamo ricordare in ogni occasione che oltre 30 anni fa già si sapeva. Infatti, nel suo diario Alberto scriveva: "L'equilibrio della natura è un patrimonio che (Fonte internet) Da Concorso “Alberto Azzolini 2016” - Archivio CAI Mirano
12 L’OPINIONE di Giovanni Bassi “Tra Alpinismo, Viaggio e Poesia” Sveglia ad ore improponibili, scarponi ai piedi, che una persona vissuta nel XVI° sec., ben radica- zaino in spalla, e via… ta nell’entroterra tra le colline vicentine, potesse Questo è l’Alpinista. Magari per un attimo può prendere una simile decisione, tanto da essere tra avere la tentazione di spegnere quella frastornan- i primi uomini ad aver circumnavigato la Terra, te sveglia sul comodino, di continuare a rigirarsi assumeva per me un fascino particolare. La mente nel letto… ma si alza. Sa che quel breve fastidio di un ragazzo è estremamente permeabile alle sarà ampiamente ripagato nel corso della giorna- atmosfere descritte nei loro racconti, tanto da ta. E allora va. A volte su facili sentieri, assorben- immedesimarsi profondamente in molte di quelle do con tutti i propri sensi le emozioni che la mon- esperienze, e quanto più i parametri sociali ed tagna sa dare; oppure si cimenta su qualche ambientali dei luoghi descritti divergono dai pro- impegnativa arrampicata per mettere alla prova pri, tanto più la lettura risulta gratificante. anche il fisico e la forza d’animo. E sale… sale… Crescendo, ho poi seguito le letture di Bruce Finché giunge lassù: … quel magico punto d’os- Chatwin, Sven Hedin, Giuseppe Tucci, Alexandra servazione da cui quasi percepisce un canto di David-Néel ed altri. A scuola però venni partico- sirena che lo attrae. Allora si siede, divora il suo larmente colpito dai versi di uno dei nostri più frugale panino quasi fosse cibo degli Dei, esau- grandi poeti che, secondo me, descrive splendida- sto, ma felice. Poi inizia a guardarsi attorno e lo mente l’attitudine dell’uomo al viaggio. Parlo sguardo si perde all’infinito su boscose vallate, della poesia di un uomo che, per oggettivi proble- inquieti fiumi, sperduti paesetti. E questo conti- mi fisici, certo non può essere annoverato tra i nua a farlo per tante, tante volte, mutando sen- grandi viaggiatori del passato; ma per me lo è. tieri e panorami. E sempre si sofferma a fissare Parlo de “L’Infinito” di Leopardi. Il più delle volte, dall’alto nuovi orizzonti… laggiù; finché quegli da giovani, le poesie s’imparano in modo asettico sperduti confini cominciano a solleticare la sua e le conseguenti recitazioni appaiono piuttosto curiosità, finché anche da questi gli giunge quel meccaniche. Esse però lasciano sempre nel nostro canto di sirena ammaliatore. E allora, scende dalla animo un piccolo seme che da adulti può germo- montagna… e inizia a camminare; anche oltre gliare e spingerci a rileggerle, a dedicare loro la quel limite che l’aveva attirato dall’alto. E cammi- dovuta attenzione. In essa il poeta esprime la sua na, cammina… finché anche i successivi orizzonti gratitudine verso quel colle solitario, da lui spes- non diventano altro che la scansione del suo so frequentato, ed anche verso quella siepe, che cammino, uno dopo l’altro. pur gli ostruisce gran parte della veduta verso l’o- Ecco… questo è ciò che mi è successo tanti anni rizzonte più lontano. Non si duole per questo, ma addietro. Forse è anche la montagna che acuisce è a lei grato, perché gli concede di viaggiare in la tua curiosità, che t’insegna a osservare con modo diverso. Non ha la fortuna dell’alpinista, grande attenzione sia il particolare che la vastità che, assiso sulle cime raggiunte, può spaziare con degli spazi; a spingerti oltre i tuoi limiti fisici e lo sguardo attorno. Anche lui però si siede ed ini- mentali. zia ad osservare: non con gli occhi, ma con l’ani- Curiosità… una forza rivoluzionaria. ma. E s’immagina sconfinati spazi immersi in una Sono sempre stato affascinato dalle figure dei calma e in silenzi che trascendono l’umano; tal- grandi viaggiatori. Da ragazzo prediligevo Ulisse, mente intensi che lui quasi si spaventa. Il vento il Capitano James Cook, Marco Polo, Jack London, che s’insinua e stormisce tra le piante quasi si Magellano. A proposito di quest’ultimo, mi ha trattasse di una moltitudine di uccelli, lo distoglie sempre incuriosito di più il personaggio di dalla sua riflessione… e paragona quell’incredibi- Antonio Pigafetta. Che un uomo di mare, o che le silenzio immaginario a questo sommesso viva nelle sue adiacenze, si dia alle scoperte per rumore reale. E ricorda l’eterno, l’infinità del mare mi è sempre sembrato comprensibile, ma tempo, e il tempo trascorso, e quello attuale, che
L’OPINIONE 13 tuttora vive… e il suon di lei. Non dice “la voce di al vento il grano per separarlo dalla pula. Poi, sulla lei”, ma usa il termine “suon”, quasi fosse il dolce via del ritorno, se ne sono perse le tracce: dicono suono di uno strumento musicale. Così, in quel- sia morto in mare, forse finalmente riappacifica- l’immensità di spazi e tempo, il suo fantasticare si to tra le braccia di Poseidone, che tanto l’aveva diluisce, si disperde… e trae piacere nel lasciarvisi osteggiato. andare senza opporre alcuna resistenza. Non è un Al ritorno tra i monti, dopo un viaggio, il piacere caso che definisca quell’infinità “mare”: uno dei di ripercorrere sentieri a me noti è ancora mag- luoghi per eccellenza in cui l’uomo ama viaggiare giore. Sento di essere ritornato nella mia Itaca più ed ove, a volte, ha la sventura di naufragare. ricco. Probabilmente, la lascerò ancora, per poi Ecco, il suo non è un viaggio che necessita di ritornarvi una volta di più… e rimarrà comunque movimento, è un viaggio dell’anima. sempre il mio luogo prediletto per far scorrere lo Al giorno d’oggi, non vi è quasi più un angolo sguardo sui suoi familiari profili. sulla Terra in cui l’uomo non abbia misurato se 19 Febbraio 2019 stesso. E quando non è più sembrata sufficiente Giovanni Bassi la Terra a soddisfare la sua intraprendenza, egli si è prefissato nuove mete, anche all’infuori di essa. Quando penso a questo suo irreprimibile compor- tamento, mi viene naturale paragonarlo a quello di altri esseri appartenenti al mondo animale, i quali, nell’avvicinarsi di eventi più o meno cata- strofici, quali forti temporali, alluvioni, terremoti od altro, iniziano ad agitarsi nervosamente cer- cando qualche improbabile riparo all’imminente minaccia. Sappiamo che tutto il nostro mondo si regge su una serie incredibile di sottili equilibri. Basterebbe per esempio che l’attrazione esercitata dal Sole sulla Terra fosse leggermente più forte per far sì che il nostro pianeta diventi una palla di fuoco. Oppure che tale attrazione diminuisca lievemente per scaraventarci nei gelidi spazi siderali. E molti scienziati sono concordi nell’affermare che alcuni di questi equilibri, fortunatamente in un futuro lontanissimo, tenderanno a svanire per diversi motivi (evoluzione fisico-chimica del Sole, riscal- damento globale, aumento dell’acidità degli oceani, scioglimento del permafrost e dispersione d’immensi giacimenti di metano, ecc.). Rifacendomi al paragone citato prima, sembra quasi che anche l’uomo “percepisca istintivamen- te” una certa precarietà nella sua esistenza sulla Terra e si arrabatti alla ricerca di nuovi rifugi, nuove opportunità, nuove sicurezze, che non taciteranno comunque mai la sua irrequietezza. Ulisse ha combattuto 10 anni per prendere Troia e ne ha impiegati altri 10 per ritornare, tra ben note peripezie, nella sua amata Itaca. Tuttavia, dopo alcuni anni, ha ripreso la via del mare, oltre le Colonne d’Ercole, alla ricerca di nuove genti dalle abitudini talmente diverse dalle sue da scambiare il suo remo per un ventilabro, quella specie di pala di legno con cui il contadino scaglia Escursionisti e traccia (Ph F.M.)
14 VITA INTERSEZIONALE di Giovanni Margheritini Notizie dal Comitato Scientifico Centrale NUOVA TITOLATA ONCN Durante il 2019 si è svolto il 6° Corso per Operatori Naturalistici e Culturali Nazionali, al quale ha partecipato Lorenza Cavinato della Sezione di Mirano. Si vede che questa Sezione, sorta in mezzo alle Centurie romane, ha qualcosa di veramente particolare, perché è, sempre, rappresentato da persone eccezionali. L’ultima in ordine di tempo è Lorenza, che con charme tutto particolare è riuscita a distinguersi con una tesi molto interessante “La Valle del rame - Val Imperina nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi” che presto sarà pubblicata sul sito del CSC, ma soprattutto con il suo modo di essere in mezzo alle persone. Mi ha perfino fatto la caricatura senza che me ne accorgessi (Figura in alto a sx). Grande operatrice questa Lorenza! Si è guadagnata anche una maglietta speciale “unica”. Grazie e continuate ad inviarci sempre persone speciali! Giovanni Margheritini - Direttore del 6° Corso ONCN del Club Alpino Italiano
OLTRE LO SCAFFALE 15 Storia delle “Guide dei Monti d’Italia” Per qualcuno il Vangelo, per altri la Bibbia… degli alpinisti. di Fabio Marcoleoni Quando mi avvicinai alla montagna, si manifestò fin da subito la necessità di documentarmi, per organizzare e piani- ficare le prime “avventure”… All’epoca internet non esisteva ancora; cominciai quindi a cercare nelle librerie e a chiedere suggerimenti agli amici, per orientarmi sulla scelta di una buona guida. La vera scoperta la feci tra gli scaffali della biblioteca sezionale, dove era custodita in sequenza una lunga serie di volumetti dal formato tascabile con la copertina in tela. Sfogliandone con interesse le sottilissime pagine, ingiallite dagli anni e pregne del caratteristico odore del tempo, cominciai a leggere dettagliate e minuziose descrizioni di itinerari, luoghi, vie di salita, note di geologia, aspetti stori- ci e naturalistici… il tutto narrato con una piacevole enfasi letteraria. Ne rimasi subito affascinato, tanto che decisi subito di acquistare quelle che più mi interessavano, e non senza fatica: erano infatti difficilmente reperibili sul mer- cato, perché poco richieste. La maggior parte degli utenti preferiva pubblicazioni di editoria moderna, con itinerari già “confezionati” , corredate da belle cartine e accattivanti fotografie a colori. Con l’andar del tempo, le mie conoscenze sulla montagna progressivamente crescevano, non solo tecnicamente, ma anche culturalmente. La storia dell’alpinismo mi coinvolgeva e affascinava emotivamente sempre di più: leggevo con molto interesse delle ardite imprese e dei protagonisti, che con le loro gesta hanno scritto intere pagine di storia… Le “Guide dei Monti d’Italia” che già tanto apprezzavo, acquistarono così un valore aggiunto; leggere dalla penna di Castiglioni, Tanesini, Saglio, Buscaini, Berti, Angelini e altri grandi storici alpinisti era particolarmente attraente… Ciò che era nato come semplice necessità di avere delle guide da consultare si trasformò ben presto in una sorta di col- lezionismo, sfociata poi nel desiderio di possedere anche i volumi storici, quelli introvabili, che pur essendo oramai obsoleti dovevano trovare ugualmente posto nella mia libreria. Iniziai così, e ancora continuo, a frequentare mercati- ni dell’usato e librerie antiquarie alla ricerca dei preziosi volumi… La lunga vita della prestigiosa collana ha subito nel tempo dei cambiamenti, obbligati non solo da aggiornamenti o esigenze editoriali, la raccolta è stata influenzata anche dalle vicende storiche e politiche accadute in Italia… Ho voluto saperne di più sulla vita e sulla storia della collana. Tra le ricerche che ho effettuato, la più interessante che propongo di leggere è sicuramente quella scritta dal Socio Giorgio Fantechi, pubblicata nella Rivista della Sezione del CAI di Firenze, “Alpinismo Fiorentino”. Buona lettura.
16 OLTRE LO SCAFFALE di Fabio Marcoleoni “Una montagna di Guide” di Giorgio Il frutto del lavoro del Bobba, ALPI MARITTIME, primo Fantechi volume della nuova collana, venne distribuito ai soci nel Per gentile concessione di: “ALPINISMO FIORENTINO” mese di aprile del 1908. La pubblicazione, a cura della Rivista del Club Alpino Italiano - Sezione di Firenze sezione di Torino sotto gli auspici della Sede Centrale, fu PARTE PRIMA edita dalla stamperia reale G.B. Paravia e Comp. Un volumetto in brossura blu di 416 pagine in “papier veli- Sono trascorsi più di cento anni dalla pubblicazione del ne” con una carta topografica nella scala 1:400000, otto primo volume della collana “Guida dei Monti d’Italia” carte schematiche, tre panorami e numerose vedute che il nostro sodalizio pubblica, seppur con alterne intercalate nel testo, rappresentanti la regione descritta vicende, ininterrottamente dal 1908. e gli itinerari d’accesso. Scrive l’autore nella prefazione Alzi la mano chi di voi, alpinista o semplice appassiona- “Con questo libro il Club Alpino Italiano inizia la stampa to delle nostre montagne, non si è mai ritrovato tra le d’una Guida dei Monti d’Italia, valendosi della terza edi- mani un volumetto che trattava, con minuziosa preci- zione, per intero rifatta e di molto aumentata, che la sione, corredato di foto e soprattutto di schizzi, la mon- Sezione di Torino fa di quella parte della sua Guida delle tagna dei suoi sogni. Questi volumi, prima di formato Alpi Occidentali che tratta delle Marittime; alpi ricche diverso l’uno dall’altro e solo successivamente al 1934 come forse non altre di ridenti valli, di ardite vette, di (seconda serie) con una veste editoriale più omogenea, ampi laghi e di panorami immensi che dal mare e dal sono tuttora fedeli compagni delle nostre gite, riposti litorale ligure vanno alla pianura padana e alle Graie e nello zaino e sfogliati magari sotto la flebile luce di un alle Pennine (...) ”. rifugio in attesa della mattutina partenza. In effetti Il Bobba riprendeva ed aggiornava la Guida Era il 20 dicembre del 1906 quando l’assemblea dei delle Alpi Occidentali, da lui stesso compilata assieme a delegati del CAI, su proposta dei senatori Enrico Luigi Vaccarone, in tre volumi, fra il 1889 e 1896. d’Ovidio e Pippo Vigoni, deliberava l’ambizioso progetto Qualche curiosità su questo illustre antenato? Parlando di una collana che descrivesse in maniera sistematica e a pag 354 del Gran Sometta (modesta vetta della Valle puntuale tutta l’orografia del nostro Paese. Del resto lo Tournanche m. 3167) si riporta: “ (….) Quest’ascensione Statuto, da quello originario fino a quello attuale, reci- è raccomandabile anche alle Signore, oltre per la sua ta che lo scopo del Club Alpino è quello di far conosce- facilità, per l’interessantissimo panorama, ammirando- re le montagne, in special modo quelle italiane. Per il visi i bacini superiori delle valli Tournanche e d’Ayaz, a nome da dare alla collana, rimasto del resto immutato cui fan corona le bellissime punte di Cian, del Chateau fino ai nostri giorni, venne scomodato nientemeno che des Dames, la Dent d’Herens, il Cervino, il Teodulo, il Edmondo de Amicis, che, interpellato da Giovanni Breithorn, il ghiacciaio della Ventina, ecc… (….) ”. Bobba, lo preferì a “Guida delle montagne Italiane” e Interessante, per chi ha la fortuna di possedere i volu- “Guida delle Alpi Italiane”; quest’ultimo, avrebbe del mi, anche la lettura delle vie di salita alla Gran Becca, la resto relegato gli Appennini ad un ruolo troppo margi- cui vetta era stata violata solo pochi decenni addietro, e nale. Un’attenta riflessione sul significato dei termini che al tempo dominava imponente gli allegri pascoli del “monte” e “montagna” fatta dallo stesso Bobba, fu pub- Giomein e non lo scempio turistico dell’attuale Cervinia. blicata sulla Rivista Mensile del 1908 a pag. 221. Fu deciso inoltre di affidare la responsabilità delle pubbli- cazioni dei volumi alle singole Sezioni, motivo per cui i seguenti, si presenteranno poi in maniera totalmente diversa l’uno dall’altro.
OLTRE LO SCAFFALE 17 Ma torniamo ai primi del ‘900: c’è da dire che l’assem- giche della storia alpinistica dell’ultimo secolo. blea dei delegati del dicembre 1906 aveva altresì delibe- Ovviamente, tale parete nella guida non è menzionata, rato che la pubblicazione delle guide illustrate tascabili se non per evidenziarne la sua verginità alpinistica e la descriventi una regione montana d’Italia sarebbe anda- sua altezza di “circa 700 m”. A proposito del Badile, a ta alternandosi alla pubblicazione del Bollettino, che pag. 232 si dice: “Imponente e severo massiccio a forma sarebbe diventata biennale. Successivamente, la sede di tronco di piramide quadrangolare, dalle pareti vertica- centrale affidava alla sezione di Milano il compito di li e lisce, culminante in una lunga cresta – Ascensione compilare i volumi della collana relativi alla zona delle splendida, interessantissima, non banale; frequentata Alpi Centrali. La sezione affidò l’incarico a Democrito più che pel panorama, (quasi identico a quello del Prina che di li a poco dovette abbandonare per motivi Cengalo), pel puro godimento dell’arrampicata – E’ meri- familiari. La sua opera di coordinamento fu proseguita tatamente la cima più celebre della Val Masino. – da Luigi Brasca, che assieme ad altri componenti del Piccozza e corda necessarie”. Come vie di salita, vengo- GLASG (Gruppo Lombardo Alpinisti Senza Guide) dette no descritte, invece, quella dello spigolo S (Via Baroni), avvio alla stesura del lavoro. Ecco che, nel 1911, usciva per la parete O (Via Sertori), per la cresta O (Via KlucKer), per cura della sezione di Milano, ALPI RETICHE OCCI- e per la cresta Est, considerata l’accesso più facile. Prima DENTALI. Il volume, che descrive l’ampia zona che va dal di arrivare ai tragici eventi del primo conflitto Mondiale, Passo del S. Bernardino al Passo del Bernina, è diviso in era il 1913, il Club Alpino Italiano aveva pubblicato, con quattro parti: Parte I: Regione Spluga Bregaglia, curata la cura del consiglio direttivo, il volume “L’opera del Club da Luigi Brasca Parte II: Regione Codera-Ratti, curata da Alpino Italiano nel primo suo cinquantennio”, edito dalle Guido Silvestri. Parte III: Regione Albigna-Disgrazia, officine grafiche della S.T.E.N. Il volume, in grande for- curata da Romano Balabio Parte IV: Regione Bernina, mato (cm.23x 33) con tiratura di 8550 copie, venne dis- curata da Alfredo Corti E’ un bel volume in copertina tribuito gratuitamente ai soci e costò in tutto la bellez- verde, con fregi in oro (titolo e stemma del C.A.I.) che za di 21.561,81 Lire. Il libro, di 280 pagine e corredato di racchiude 550 pagine con 155 illustrazioni (anche più 225 fotoincisioni, riscosse ampie lodi anche su numero- volte ripiegate) e 9 cartine a colori. Edito dallo stabili- se recensioni straniere e fu presentato al castello del mento tipografico Luzzago di Brescia, fu venduto ai soci Valentino durante la storica seduta del XLII congresso, per L.5 (L.3 per i soci della sezione di Milano). Il libro si per celebrare degnamente i primi 50 anni di vita del Club sviluppa appunto secondo il concetto dei senza guida Alpino. Lo scoppio della guerra causò, oltre ad un nume- cosi caro agli stessi autori: nella prefazione lo stesso ro elevato di soci caduti, anche notevoli cambiamenti Brasca precisa che “una guida alpinistica moderna “(…) dal punto di vista della stampa sociale. Nel 1916 il con- deve fin dove possibile, bastare colle sue indicazioni, alle siglio direttivo decise la sostituzione dell’allora Comitato esigenze di un alpinista senza guide”. Le novità rispetto delle pubblicazioni, con una Commissione per la Rivista, alle guide tradizionali consistevano, oltre alla soprade- rimasta del resto l’unico organo ufficiale del club. La scritta separazione fra autori delle ampie zone da stessa passò da dodici a nove numeri annuali e succes- descrivere, alla divisione per gruppi e non per vallate, sivamente, in seguito al D.L. del 1917 limitante il consu- alla presenza di carte originali a più colori con diversi mo di carta per riviste e giornali, divenne pubblicazione segni convenzionali, ma soprattutto alla presenza di trimestrale. La stessa “Commissione per la rivista”, causa numerose illustrazioni. Ne uscì un lavoro molto detta- le reali difficoltà dovute alla guerra, fu sostituita, nel gliato, destinato soprattutto agli alpinisti e, a chi muo- 1918, da un “Commissario unico per la Rivista Mensile” veva a Brasca la critica di aver tralasciato notizie di nella persona dell’ Avv. Giovanni Bobba. Per quanto carattere geologico e turistiche in genere, egli rispose riguarda la “Guida dei Monti d’Italia”, il terzo volume che le molte righe che per questo sarebbero state neces- (secondo della serie Alpi Centrali) già pronto nel 1915 sarie erano degnamente sostituite dalle molte illustra- non potè essere distribuito ai soci, poiché il Comando zioni. Altra novità introdotta fu la classificazione delle Supremo dell’Esercito lo classificò “Riservato”, impeden- difficoltà, tema al tempo oggetto di vivaci discussioni; done, di fatto, la distribuzione, descrivendo questo zone per l’occasione, a ogni itinerario (monte o passo), fu di intense operazioni militari. assegnata una delle tre grandi categorie: 1) ascensioni alla portata di chiunque (facile); 2) ascensioni riservate a buoni alpinisti (alquanto difficile); 3) ascensioni riser- vate ad alpinisti provetti (difficile.) Ad ognuna di esse fu attribuito un corrispondente segno convenzionale ripor- tato poi sui singoli itinerari e nel dubbio, si scelse pru- dentemente la classificazione più grave. Una delle vette più celebri descritte nel volume è senza dubbio il Pizzo Badile, spartiacque fra la Valtellina e la Val Bregaglia, la cui parete NORD EST non conosceva ancora le vie più celebri, prima fra tutte la storica Cassin, aperta nel 1937 dalle cordate Cassin Ratti Esposito e Molteni Valsecchi, Fu così che nel 1919 uscì REGIONE DELL’ORTLER, a cura la cui discesa, poi, fece scrivere una delle pagine più tra- della tipo-litografia Ripalta di Milano. Ne era autore il
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