AFRICANE/ITALIANE Cenni sul Femminismo africano - Gruppo Abele

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AFRICANE/ITALIANE Cenni sul Femminismo africano - Gruppo Abele
AFRICANE/ITALIANE
Cenni sul Femminismo africano
AFRICANE/ITALIANE Cenni sul Femminismo africano - Gruppo Abele
Femminismo africano
         1 – Cenni sul femminismo africano

        2 – Profili del femminismo africano

        2.1 – Chimamanda Ngozi Adichie

              2.1.1 – Minna Salami

           2.1.2 – Rosebell Kagumire

             2.1.3 - Bogaletch Gebre

                     3 – Fonti
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1. Cenni sul femminismo africano
• Il Femminismo africano si distacca dalla cultura
  occidentale e si caratterizza per le sue grandi pensatrici,
  per le donne guerriere e le regine che lottavano per
  allontanare i colonizzatori. Esemplare è stata la figura di
  Taytu Batul, (1851- 1918), imperatrice d’Etiopia che ebbe
  un ruolo chiave nel tentativo di respingere la
  colonizzazione da parte dell’Italia.
• Come ritiene Alice Walker, scrittrice afro-americana
  autrice del celebre libro “ Il Colore viola”, occorrerebbe
  parlare di womanism, termine coniato da lei stessa,
  proprio per avanzare l’idea di una specificità delle donne
  nere e delle minoranze, una womanist ama le donne, la
  cultura, combatte il razzismo e odia i separatismi.
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Con il tempo, il femminismo
africano somiglia sempre più una
rete di femminismi, grazie anche
l’allargamento a Paesi che
avevano vissuto in maniera
marginale le battaglie degli anni
70. Ben presto si affacciano le
prime femministe
islamiche, e il movimento
dovrà confrontarsi anche con le
critiche delle donne di colore,
deluse da una battaglia che, pur
professandosi universale, spesso
sembrava guardare solo alle
esigenze delle donne bianche.
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In questi ultimi decenni è stata
fondamentale la presa di
consapevolezza da parte delle donne
non occidentali. In virtù del loro
contributo il tema dell’identità
culturale diventa centrale: “Ai loro
occhi, le battaglie compiute dal
femminismo occidentale appaiono
come l’esito di un percorso storico e
situato, legato cioè alla particolare
condizione delle donne occidentali”.
Nel corso degli anni Novanta, i
movimenti femministi si sviluppano
anche nei paesi a sud del mondo,
dall’India al Sudafrica, dall’America
Latina al Medio Oriente che prendono
le mosse dalla necessità di riconoscere
le differenze tra le donne che vengono
invece opacizzate dal femminismo
bianco e occidentale
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• Nel 2006, ad Accra (Ghana), un centinaio di attiviste di molte
  e della diaspora si incontrarono ed elaborarono, dal 15 al 19
  novembre il documento fondante del femminismo africano: la
  Carta dei principi femministi per femministe africane. Il
  testo ribadisce l’impegno a smantellare ogni forma di
  patriarcato, a difendere e a far rispettare i diritti di tutte le
  donne e a salvaguardare l’eredità delle “antenate femministe”.

• Il femminismo africano di oggi si avvale in larga misura del
  web, strumento aggregante e veloce: sono nati, negli ultimi
  anni, siti di informazione, di collettivi, ma soprattutto sono
  nati blog che mostrano l’universo femminista africano
2. Profili del femminismo
africano
o   Chimamanda Ngozi Adichie

o   Minna Salami

o   Rosebell Kagumire

o   Bogaletch Gebre
2.1 Chimamanda Ngozi Adichie
1977
Enugu, Nigeria
Scrittrice
• Studia medicina e farmacia all’Università della Nigeria, si trasferisce
  nel 1997 negli Stati Uniti dove frequenta Scienza della
  comunicazione e scienze politiche alla Eastern Connecticut State
  University e consegue un master in scrittura creativa alla Johns
  Hopkins University di Baltimora. Studia Storia dell’Africa
  all’Università di Yale.

• Tra le opere narrative, Purple ibiscus vince nel 2005 il
  Commonwealth writers Prize per la categoria First best book; Half
  of a yellow sun, ambientato nella guerra del Biafra del 1967-70,
  vince l’ Orange Prize 2007 per la fiction; i racconti più noti sono The
  thing about your neck (2009, trad. it.na 2017); Americanah (2013)
  storia di una giovane nigeriana che emigra in America. I saggi
  femministi We should all be feminists (2014, vincitore del National
  Critics Circle Award)) e Dear Ijeawele, or a feminist manifesto in
  fifteen suggestions (2017; trad. it. 2017), hanno avuto ampia
  diffusione.

• Chimamanda divide il suo tempo tra la Nigeria, dove insegna
  regolarmente seminari di scrittura, e gli Stati Uniti.
• Curiosità: nel 2018, in un
  confronto durante il Pen World
  Voices Festival alla Cooper Union di
  Manhattan con Hilary Clinton,
  Chimamanda chiese all’ex
  segretario di stato Usa perché il suo
  bio-profilo su Twitter cominciasse
  con la parola «moglie» e
  proseguisse con “mamma” e
  “nonna”. «Sono andata a guardare
  il profilo Twitter di tuo marito e la
  prima parola non era “marito”», ha
  sottolineato la Adichie. Il bio-
  profilo di Bill Clinton su Twitter
  comincia, infatti, con: «Fondatore
  della Clinton Foundation, 42°
  Presidente degli Stati Uniti». Hilary
  Clinton, poco dopo, ha aggiornato il
  proprio profilo inserendo prima le
  cariche pubbliche
2.1.1 Minna Salami
                     1978
                     Finlandia
                     Scrittrice
• Laureata all’università di Lund (Svezia) in Scienze politiche, ha conseguito
  alla London’s School di Studi Orientali e Africani un Master in Studi di
  genere con focus sui femminismi neri. Fonda, nel 2010,
  MsAfropolitan, pluripremiato blog – dice la stessa Minna nella biografia
  – «che collega il femminismo con riflessioni critiche sulla cultura
  contemporanea da una prospettiva centrata sull’Africa». Come docente e
  relatrice principale, ha parlato in oltre duecento università, eventi culturali
  e conferenze in cinque continenti. È autrice di “Sensuous Knowledge”: a
  Black Feminist Approach for Everyone – una raccolta di saggi che esplorano
  domande centrali su come vediamo noi stessi, la nostra storia e il nostro
  mondo.”

• Collabora con Guardian, Bcc, Cnn, The Independent, Al Jazeera, New
  Internationalist ed è editorialista del Guardian Nigeria. La rivista Elle l’ha
  posta accanto a Michelle Obama e Angelina Jolie come una delle 12 donne
  che cambiano il mondo.
2.1.2 Rosebell Kagumire
                 1982
                 Uganda
                 Giornalista
• Specialista di comunicazioni multimediali, giornalista, pluripremiata
  blogger. Della sua attività multimediale dice: “Ho usato i nuovi strumenti
  mediatici per documentare e difendere i diritti delle donne in
  situazioni di conflitto armato lavorando con gruppi di donne locali e
  regionali in vari paesi africani”. Ha studiato Comunicazione di massa
  all’Università di Makerere, Conflitti non violenti all’Università di Tufts
  (Massachusset). Ha conseguito un Master in studi sui media, sulla pace e
  sui conflitti presso l’Università per la pace delle Nazioni Unite in Costa Rica.
  È leader globale del World Economic Forum. Come giornalista, collabora
  con The Guardian, Al Jazeera, Quartz (organizzazione giornalistica
  internazionale in lingua inglese).

• Nel 2018 è stata premiata per la sua difesa della democrazia digitale da
  Africtivistes, una rete di attivisti africani. Ha vissuto in Uganda, Costa Rica,
  Svizzera e Etiopia.
2.1.3 Bogaletch Gebre
                 1950 (?) - 2019
                 Etiopia
                 Epidemiologa, promotrice dei
                 diritti delle donne
• La data di nascita di Boge, come comunemente era chiamata, è
  tuttora incerta. In alcuni casi è certificata nel 1950, in altri nel ‘53 a
  circa 370 Km da Addis Abeba, in Etiopia, da genitori agricoltori.
  Molti dei suoi 13 tra sorelle e fratelli morirono già durante la sua
  infanzia.
• A 12 anni, mentre tre donne e un uomo la tenevano ferma a terra,
  subisce, a colpi di rasoio, la mutilazione dei genitali rischiando
  di morire per dissanguamento.
• Sostenuta e protetta dallo zio, approfitterà dell’incarico mattutino
  di approvvigionamento dell’acqua per iscriversi di nascosto a
  scuola. Quando il segreto sarà scoperto, Boge aveva già imparato a
  leggere e scrivere. Studierà epidemiologia e parassitologia in
  Israele e conseguì all’Università della California a Los Angeles, il
  dottorato di ricerca in epidemiologia.
• Nel 1987, ebbe un incidente d’auto in seguito al quale i medici le
  dissero che non avrebbe più potuto camminare. Eppure, per
  finanziare il progetto che aveva in mente per il proprio Paese, corse
  cinque maratone, raccogliendo 5000 $. L’idea era creare un
  centro per donne con scuole professionali e cooperative
  autosufficienti, una biblioteca e un centro-risorse per tutta la
  comunità, una casa in cui le donne potessero incontrarsi, usufruire
  di servizi per la salute riproduttiva e di madre e figlio.

• Nasce così, nel 1997, Kmg, organizzazione no profit tesa a liberare
  le donne da discriminazioni e violenze, in grado di ottenere
  giustizia per se stesse.
• Kmg ha così costruito strade e ponti per abbreviare i tempi per
  recuperare acqua, per arrivare ai mercati; attraverso programmi di
  rimboschimento, le donne hanno potuto reperire legna in posti più
  vicini alle case; l’empowerment economico attraverso i corsi
  professionali, ha permesso alle donne di essere meno dipendenti
  dai mariti; l’istruzione ha offerto alle giovani indipendenza e
  sicurezza di sé.

• Kmg ha trasformato il modo di vedere della gente su questioni tabù
  fino a prima del suo apparire. Il tasso di mutilazioni genitali
  femminili, da quasi il 100% nel 1999, è sceso al 3% in 10 anni;
  pratiche quali matrimonio infantile, rapimento della sposa,
  violenze domestiche sono diminuite e comunque hanno trovato
  attraverso Kmg un forte contrasto. Sotto la guida di Boge, Kmg ha
  ottenuto riconoscimenti internazionali per meriti nella lotta contro
  la discriminazione e la violenza di genere.
• Boge ha partecipato al Women
  Economic Forum di Nuova
  Delhi, dove ha ricevuto il
  premio “Women of the Decade
  in Community Leadership” per
  il suo “potere di leadership e
  contributi stellari”.

• Muore il 2 novembre 2019.
Fonti principali
•   Enciclopedia Treccani on line,
•   Emancipazione femminile
•   www.educational.rai.it › materiali › file_lezioni
•   https://www.zeroviolenza.it/sostieni/item/15779-il-
    femminismo-italiano-dai-70-ai-90-appunti-per-una-storia
•   MsAfropolitan
•   Harper’ Bazaar
•   Voci globali (Global voices)
•   African feminist forum
•   Kmg
•   The New York Time
(a cura di Roberta Boero)
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