2019 Cinema Teatro Alcione

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2019 Cinema Teatro Alcione
2019

Lunedì 18 novembre               ore 16.00 - 18.30 - 21.00
Martedì 19 novembre              ore 15.30 - 18.00 - 20.30
Mercoledì 20 novembre            ore 16.00 - 18.30 - 21.00
Giovedì 21 novembre              ore 16.30 - 19.00 - 21.30

 7    Lou Von Salome’
Regia: Cordula Kablitz-Post.
Con: Katharina Lorenz, Nicole Heesters, Liv Lisa Fries, Helena Pieske, Katharina Schüttler.
Durata: 1h43’ - Germania, Austria 2016 - Biografico

È il 1933 quando Lou Von Salomé decide di iniziare la trascrizione delle proprie
memorie. Presso la residenza di Gottinga, per il tramite dell’introverso germanista Ernst Pfeiffer, l’anziana
donna inizia il racconto di una vita travagliata e ribelle: vero e proprio cantico della libertà che si riaccende
con prepotenza, mentre fuori la cultura tedesca contemporanea brucia nei roghi nazisti, e la Storia finisce
inesorabilmente preda delle oscure speculazioni nazionalsocialiste.
La casa di Gottinga, sorta di rifugio forzato per sfuggire alla caccia nazista, diventa così luogo di apparizioni
fantasmatiche che prendono corpo a partire dalla memoria della donna : figure, momenti e parole che (ri)
vivono al presente fuoriuscendo da uno scrigno dei ricordi, quelli di Lou ma anche quelli di tutta un’epoca vissuta
dall’Europa, di studio e progresso. Le fotografie in bianco e nero dell’infanzia trascorsa a San Pietroburgo; le
cartoline delle città europee in cui la donna visse e studiò; gli scritti, le poesie e i messaggi d’amore ricevuti
dai più illustri personaggi dell’epoca: tutto contribuisce alla stesura di una mappa dell’Ottocento, del quale
Von Salomé fu grande protagonista, con opere e teorie che influenzarono i tempi e le scoperte psicoanalitiche
successive.
Eppure, la regista Kablitz-Post, figlia dello sguardo documentaristico puro, sceglie stavolta di sposare la
ricostruzione finzionale, seppure attingendo da fatti del tutto reali: la sua Lou non verrà raccontata per il
tramite di documentazioni e interviste ricostruite, bensì attraverso viaggi immaginari dentro quelle stesse
cartoline d’epoca, nelle quali la vedremo saltellare da un luogo a un altro, come il suo spirito fece per tutta la
vita, sempre in preda a nuove scoperte e impulsi intellettuali.
La donna descritta da Kablitz-Post non è soltanto la filosofa, autrice e psicoanalista, teorica del narcisismo
“positivo” e acuta interprete del concetto di erotismo con il quale influenzò persino Freud. Il film è prima di
tutto la sua appassionata “umanità”, il suo essere donna libera e anticonvenzionale, fuori dagli schemi di una

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2019 Cinema Teatro Alcione
società fatta a misura di maschile.
Umana, come umani e fallibili erano stati i corpi di Jung, Spielrein e Freud tratteggiati – sempre con l’ausilio
di carteggi – dal maestro Cronenberg: anche qui si è scelto di accantonare il modello dell’icona storica
inviolabile, e di restituirne invece la verità di un vissuto carico di passioni che ci avvicina alle sua storia
privata come fosse la nostra.

Lunedì 25 novembre        ore 16.00 - 18.30 - 21.00
Martedì 26 novembre       ore 15.30 - 18.00 - 20.30
Mercoledì 27 novembre     ore 16.00 - 18.30 - 21.00
Giovedì 28 novembre       ore 16.30 - 19.00 - 21.30

 8    Downton Abbey
Regia: Michael Engler.
Con: Hugh Bonneville, Jim Carter, Michelle Dockery, Elizabeth McGovern, Maggie Smith.
Durata: 2h02’ - Gran Bretagna 2019 - Drammatico

Il ritorno dopo alcuni anni dei nobili e della loro servitù non deluderà gli amanti della serie e non solo. C’è
posta a Downton. Una lettera speciale per annunciare la visita, nientemeno, del re e della regina, che per
una notte alloggeranno nella dimora dei Grantham, con tanto di parata militare e cena di gala. Un evento
memorabile che crea scompiglio, eccitazione e voglia di ben figurare in tutti gli abitanti, quelli sopra e quelli
sotto le scale. Dopo quasi tre anni dalla conclusione della sesta e ultima stagione, è giunto il momento del film
di Downton Abbey. Un’occasione per soddisfare gli amanti della serie in crisi d’astinenza, ma soprattutto per
avere la conferma che il creatore e sceneggiatore, Julian Fellowes, ha saggiamente atteso qualche tempo
prima di avere l’idea giusta. Il film è concentrato intorno alla visita reale che ricompatterà gli abitanti della
dimora, anche quelli che l’avevano da poco lasciata, come Mr Carson, che si conferma uno dei personaggi
più interessanti e amati della saga, insieme a una straordinaria Maggie Smith, nei panni di Lady Violet. È lei a
prendere le redini della parte conclusiva del film, quando la visita reale si sta concludendo ed è il momento di
riprendere il filo della vita e del futuro della gente di Downton. I suoi dialoghi pungenti e i battibecchi sul filo
di un’esilarante ironia sono, al solito, memorabili. Questa volta duetterà perlopiù con un nuovo personaggio
che le tiene testa, la cugina e dama di compagnia della regina, Lady Bagshaw (Imelda Staunton). L’operazione
convince in pieno. Il film spinge ancora più del solito sul versante dell’ironia, creando una gustosa collisione
fra due mondi del piano di sotto: quello fra la servitù locale e quella reale, pronta a giungere in massa
per sostituire in ogni mansione Mr Carson e compagni.
 In un periodo in cui i confini fra cinema e televisione sono sempre più sfumati non ci sembra inopportuno
vedere un prodotto del genere sul grande schermo. Una visione che riconcilia con la scrittura arguta e
complessa, con delle recitazioni sempre impeccabili, per ogni singolo ruolo, e non sono pochi.
Fellowes si conferma grande antropologo capace di analizzare l’evoluzione dei vizi e delle virtù della società
britannica, eccellendo nelle sotto trame, nella cura con cui vengono rappresentati gli anni che passano, con le
variazioni sociali e nei costumi, attraverso piccole sottolineature, fugaci momenti.

Lunedì 2 dicembre         ore 16.00 - 18.30 - 21.00
Martedì 3 dicembre        ore 15.30 - 18.00 - 20.30
Mercoledì 4 dicembre      ore 16.00 - 18.30 - 21.00
Giovedì 5 dicembre        ore 16.30 - 19.00 - 21.30

 9    Joker
Regia: Todd Phillips.
Con: Joaquin Phoenix, Robert De Niro, Zazie Beetz, Frances Conroy, Marc Maron.
Durata: 2h01’ - USA 2019 - Azione

Arthur Fleck vive con l’anziana madre in un palazzone fatiscente e sbarca il lunario facendo pubblicità
per la strada travestito da clown, in attesa di avere il giusto materiale per realizzare il desiderio di fare il
comico. La sua vita, però, è una tragedia: ignorato, calpestato, bullizzato,
preso in giro da chiunque, ha sviluppato un tic nervoso che lo fa ridere
a sproposito in maniera incontrollabile, rendendolo inquietante e
allontanando ulteriormente da lui ogni possibile relazione sociale. Ma
un giorno Arthur non ce la fa più e reagisce violentemente, pistola alla
mano. Mentre la polizia di Gotham City dà la caccia al clown killer, la
popolazione lo elegge a eroe metropolitano, simbolo della rivolta degli
oppressi contro l’arroganza dei ricchi.
Si presenta con una carta, il Fleck di Todd Phillips, ma non è una carta
da gioco: è il documento di una malattia mentale, che lo rende un
emarginato, un rifiuto della società, come ci dice la prima sequenza del
film, sovrapponendo al suo volto la cronaca di una città allo sbando,
sommersa dalla spazzatura fisica e metaforica. Il film di Todd Phillips esplora dunque la nascita di un mostro
prodotto dalla società stessa, creato e nutrito da illusioni e delusioni, maltrattamenti fisici e psichici, nell’epoca
che mescola spettacolo pubblico e degrado morale.
Ambientata nei primi anni ‘80, l’origin story diretta, prodotta e co-scritta da Phillips colma i vuoti strategici
lasciati nel passato del personaggio, mescolando le indicazioni di Alan Moore e Brian Bolland con la cronaca
vera americana e con l’omaggio al cinema coevo di Scorsese. Parallelamente alla costruzione narrativa della
maschera di Joker, siamo invitati ad assistere alla costruzione interpretativa del personaggio che Joaquin
Phoenix compie sotto i nostri occhi, trasformandosi fisicamente in altro da sé, aggiungendo energia man
mano che perde peso, liberandosi progressivamente dal diktat del sorriso socialmente conveniente (“It’s so
hard to be Happy all the time”) per riscrivere radicalmente e alla propria maniera le regole della commedia della
vita.
Non ci sarebbe Joker, film e personaggio, senza Joaquin Phoenix: prova totale e totalizzante, balla, ride,
s’intorcina, dà e prende, aria, emozioni, precipizio e fatalità.
Dalla risata allo sguardo, il volto di Joaquin Phoenix si piega per trasfigurarsi in tutte le storiche smorfie
del Joker. Ma è il corpo il dato più sconcertante della sua performance. Scarnificato, pelle e ossa, Arthur Fleck
mentre diventa Joker asseconda la sua sfrenata passione per il ballo.

 Film d’Essai         Tutto il mio folle amore
Venerdì 6 dicembre       ore 17.00 - 19.00 - 21.00     (Intero € 7,00 - Tesserati Cineforum € 4,00)

Regia: Gabriele Salvatores.
Con: Claudio Santamaria, Valeria Golino, Diego Abatantuono, Giulio Pranno, Daniel
Vivian.
Durata: 1h37’ - Italia 2019 - Drammatico

Trieste. Vincent ha 16 anni e un grave disturbo della personalità, con il quale sua
madre Elena si confronta da sempre. Col tempo ad aiutare Elena nell’impresa è sopraggiunto suo marito
Mario, che ha imparato a voler bene a Vincent come ad un figlio e l’ha adottato legalmente. Ma quando
sulla scena irrompe Willi, il padre naturale del ragazzo che ha abbandonato lui ed Elena alla notizia
della gravidanza, quel poco di equilibrio che si era instaurato con un figlio gestibile a stento si rompe, e
Vincent trova la via di fuga che cercava: si infila nel furgone di Willi, cantante da matrimoni e da balere
soprannominato “il Modugno della Dalmazia”, ora diretto verso una tournée nei Balcani. Tutto il mio
folle amore prende il titolo da un verso della canzone di Domenico Modugno “Cosa sono le nuvole”, a sua
volta titolo dell’episodio di Capriccio all’italiana diretto da Pier Paolo Pasolini.
Anche qui i protagonisti sono marionette del destino: Willi, Elena e Mario vengono infatti manovrati da
Vincent che li trascina in un’avventura picaresca tra Slovenia e Croazia, impedendo loro di adagiarsi su
una quotidianità fino a quel momento accettata come immutabile. Per Gabriele Salvatores si tratta di un
ritorno al road movie, suo genere del cuore, e del recupero di una libertà espressiva che, come in passato,
prende la forma del viaggio iniziatico.
Lunedì 9 dicembre                                  ore 16.00 - 18.30 - 21.00
Martedì 10 dicembre                                ore 15.30 - 18.00 - 20.30
Mercoledì 11 dicembre                              ore 16.00 - 18.30 - 21.00
Giovedì 12 dicembre                                ore 16.30 - 19.00 - 21.30

10      Grazie a Dio                                                 (Grâce à dieu)

Regia: François Ozon.
Con: Melvil Poupaud, Denis Ménochet, Swann Arlaud, Éric Caravaca, Francois Marthouret.
Durata: 2h17’ - Francia 2019 - Drammatico

“Non è un film sulla pedofilia o sul cattolicesimo. È un film sugli uomini e sulla loro fragilità”. Parola del regista francese
François Ozon che dopo l’Orso d’Argento vinto al Festival di Berlino arriva ora nelle nostre sale con il film sul caso
degli abusi sui minori nella diocesi di Lione, allora retta dal cardinale Philippe Barbarin.
Il titolo è Grazie a Dio e nasce proprio da una frase infelicemente pronunciata da quest’ultimo nel corso di una
conferenza stampa dove dichiarò: “Grazie a Dio i fatti sono prescritti”.
Un film solido, in grado di far riflettere dall’inizio alla fine, che non cede alla polemica. Ancorata a una
sceneggiatura scritta con cura e a dialoghi incisivi al punto giusto, la vicenda raccontata dal cineasta francese è
quella che coinvolge il prete settantenne Bernard Preynant che, nel 2016, dopo 25 anni di silenzi, è stato accusato
di molestie sessuali da circa 70 ex parrocchiani tra il 1986 e il 1991.
L’autore francese non rischia molto sul versante formale, la sua messinscena non prevede momenti o iperboli che
tagliano la memoria lasciandole i segni, ma è il disegno d’insieme a risultare decisamente riuscito, grazie anche a
un cast intenso e ben assortito (dove svetta Melvil Poupaud,).
Ozon si concentra sulle vittime, le ascolta, gli dà voce, analizza le forme assunte da vite segnate da incontri sessuali
violenti nell’età più acerba e vulnerabile. Mostra la sua arte soprattutto nella distanza che mette tra sé e il racconto,
lasciando che la vicenda cambi prospettiva da un protagonista all’altro.
Per il resto Ozon rimane in disparte a guardare i suoi attori e ad ascoltarli recitare le deposizioni delle vittime
trascritte nella sceneggiatura. Il film di Ozon, resta giustamente aperto, il dibattimento è ancora aperto e, forse, il
processo si concluderà questa primavera.
Un film importante, che apre un ampio spazio di discussioni e riflessioni in vista del mega summit sugli abusi del
21-24 febbraio fortemente voluto da Papa Francesco.

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  20/06/2020 (il Cineforum è riservato ad un pubblico adulto o agli over 14 anni accompagnati da un adulto).
  Il Carnet intero è al portatore; il carnet ridotto può essere utilizzato solo dagli aventi diritto. Entrambi possono essere utilizzati per un massimo di due
  ingressi a spettacolo.

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