La tecnologia applicata all'immobiliare: il nuovo mondo del "PropTech"
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La tecnologia applicata all’immobiliare: il nuovo mondo del “PropTech” Nell’era dei big data, della digitalizzazione e della realtà aumentata il rinnovamento tecnologico non poteva che condizionare anche il mercato immobiliare. L’utilizzo della rete internet per la ricerca di un’abitazione è sempre più diffuso, e l’emergenza COVID-19 (che indubbiamente ha frenato il mercato) ha fatto altresì da propulsore ad innovazioni già in ascesa, ma adottate solamente da una porzione marginale del mercato. Sono molteplici le agenzie che in questo momento si stanno convertendo alla digital trasformation, attuando processi in grado di rivoluzionare il modo in cui le proprietà immobiliari vengono acquistate, finanziate e gestite. La trasformazione ricorda in modo speculare quello che è successo al mondo della finanza, dando vita al Fintech. L’obiettivo in questo caso è di realizzare piattaforme innovative e strumenti di intelligenza artificiale che permettono di penetrare con rinnovata efficacia le nuove frontiere del mercato immobiliare trovando soluzioni digitali di nuova generazione. Ecco l’avvento del “PropTech”. Il termine anglosassone, coniato nel 2014 come crasi delle parole Property (proprietà) e Tecnology (tecnologia), contempla le recenti dinamiche volte proprio a fronteggiare l’esigenza di rinnovamento digitale. La filosofia sottostante presuppone una differente visione del classico mercato immobiliare: non più spazi fisici ma un contatto virtuale chiaro e trasparente con la finalità di ridurre gli spostamenti, le tempistiche, i costi e facilitare la buona riuscita delle operazioni. Ma in cosa consiste esattamente il PropTech? In un certo senso possiamo immaginare tale fenomeno come l’evoluzione della domotica: basti pensare a dispositivi come Alexa di Amazon o Google Home, che ci assistono in digitale nelle quotidiane attività domestiche. Ma ora si procede con un ulteriore step tecnologico, digitalizzando a monte le operazioni riguardanti il “contenitore” abitazione, dalle piattaforme per l’affitto istantaneo alla compravendita online dell’immobile e il relativo monitoraggio dei servizi connessi.
In sintesi, vengono offerti una serie di servizi digitali a disposizione sia degli agenti immobiliari che dei clienti, quali software di valutazione dell’immobile e fissazione del prezzo basati sui big data, app dedicate che racchiudono varie funzioni (ad esempio la gestione del calendario visite all'immobile e l’aggiornamento in tempo reale quando si ricevono proposte di vendita), annunci di ultima generazione con tanto di “virtual tour” a 360 gradi. Esistono piattaforme come SkyCasa che promettono perfino di ripagare il venditore con una piccola quota sul prezzo finale di rivendita dell’immobile (l’1% fino ad un massimo di 4.998 euro) solamente con la concessione dell’esclusiva di vendita, o Housefy, società di servizi che predispone il range di prezzo in cui collocare in vendita l'immobile mediante un software che incrocia i dati dei principali portali immobiliari online, valutando gli immobili in vendita e il numero di contatti ricevuti al giorno, con i dati pubblici del catasto italiano (info sul proprietario, metri quadri, numero di stanze), confrontando così i dati raccolti dall’abitazione in vendita con quelli relativi ad altri immobili simili, senza neppure il bisogno di un sopralluogo fisico. Definire il PropTech come la semplice applicazione degli strumenti tecnologici al settore del real estate forse può risultare addirittura riduttivo. Il mercato è in forte espansione e sono molteplici anche le nuove professioni che si stanno diffondendo, accostandosi e a volte spodestando quelle tradizionali del settore. In cima alla lista delle novità vi sono le agenzie immobiliari online e i loro operatori sempre più smart, ma si pensi anche ai piloti di droni per mappare una proprietà dall’alto, a ingegneri, un po’ edili e un po’ informatici, che riescono a far “visitare” al consumatore un immobile in modo virtuale ancor prima che la sua costruzione sia iniziata, nonché agli aggregatori di dati per le analisi del mercato e la mappatura di aree edificabili, a sviluppatori di software di intelligenza artificiale ecc. Il settore si è affermato qualche anno fa quando oltreoceano, grazie a numerosi fondi d’investimento, sono sorte le prime start up specializzate, ma nell’ultimo triennio si sta diffondendo anche nel panorama europeo. Secondo i dati pubblicati da Venture Scanner, nel terzo trimestre 2019 l’industria PropTech mondiale ha raggiunto 80 miliardi di dollari di investimenti nelle società del settore.
In Italia il fenomeno appare più recente e si tratta di una tendenza ancora in fase embrionale, ma destinata certamente a evolversi e a estendere il suo bacino di utenza. È vero che il comparto immobiliare è sempre stato legato a modelli di business tradizionali, tuttavia seppur nel nostro Paese la concezione di casa è da sempre vista come “bene sacro e rifugio dal mondo esterno”, esso non è rimasto insensibile al fascino e alle novità digitali legate al settore immobiliare. Nel 2018 in Italia erano 43 le società operanti nel settore, mentre nel 2019 circa 108 e ad oggi si contano addirittura 120 aziende, di cui poco più del 10% estere (Spagna, Estonia, Olanda, Portogallo, USA, Svizzera). In aggiunta, una recente indagine condotta da Google ha rilevato come oltre il 70% delle ricerche immobiliari nel 2019 in Italia avesse avuto luogo tramite dispositivi connessi a Internet con previsioni di crescita nei prossimi anni. Attualmente il numero delle start up innovative (anche dette iBuyer) che operano nel real estate sta aumentando e spesso sono proprio queste imprese che, dopo un proficuo crowdfunding, acquisiscono online appartamenti, ville, dimore di lusso, residenze d’epoca messe in vendita e più in generale immobili dai proprietari, per poi rinnovarle e rimetterle sul mercato. Tra le migliori start up operanti nel settore vi è Casavo, fondata a settembre 2017 da Giorgio Tinacci, risultando la start up più finanziata in Italia nel 2019 con una raccolta complessiva di oltre 100 milioni di euro tra equity e debito. Alla base del successo c'è un algoritmo che consente di valutare in tempo reale il valore di un immobile, assicurando il giusto prezzo di mercato. Obiettivo dichiarato l'abbattimento delle tempistiche di compravendita: si parla di "instant buying immobiliare". In pratica, chi vuole cedere l'immobile può candidarsi direttamente sul sito della società, che organizza un’ispezione nel giro di pochi giorni e, dopo una perizia tecnica, offre una certa cifra. Se il proprietario è d'accordo sul prezzo offerto, Casavo promette di chiudere la vendita con firma dal notaio nel giro di soli 30 giorni pagando tutto il dovuto al venditore. L’agenzia provvederà poi a ristrutturare l’edificio per poi immetterlo nella propria rete di vendita online. Quella attuata si configura una strategia “Win-Win” in cui entrambe le parti traggono beneficio: rispetto al mercato, la società dichiara di applicare uno sconto medio intorno all'8%, lucrando di fatto sulla rivendita dell'immobile a un prezzo migliore, mentre al venditore garantisce una soluzione rapida alla propria esigenza di cedere casa ed ottenere liquidità immediata, contro tempi medi di cessione calcolati nell'ordine dei sette mesi nelle grandi città. Nel 2018 la società ha avviato il
proprio business a Milano per poi espandersi in altre città, chiudendo oltre 500 transazioni in tutta Italia. Anche la scelta dell’agente “perfetto” di cui fidarsi per la negoziazione dell’acquisto di un nuovo immobile è di fondamentale importanza. Con l’evolversi del digitale non potevano mancare i siti web adatti come WeAgentz, dove impostare persino i filtri di ricerca sul professionista incaricato in relazione agli anni di esperienze, alla sua adesione a un’associazione di categoria, alle sue competenze nel settore. Nello scovare sempre più proficue opportunità, molti potenziali acquirenti stanno rivolgendo lo sguardo persino al mercato delle aste immobiliari, un tempo frequentato per lo più dai soli addetti ai lavori del campo real estate. Tuttavia, se da un lato gli annunci online di immobili all’asta suscitano grande interesse, dati i prezzi spesso molto concorrenziali rispetto al potenziale valore dell’immobile, dall’altro demoralizzano il compratore, in quanto l’immagine e la burocrazia che avvolge queste attività è ancora oscura e complicata per chi non opera nel settore. Per ovviare a tale problema, nel mondo PropTech italiano è nata nel 2017 la start up Reviva, che si occupa di “vivacizzazione d’asta”, sfruttando i big data e l’intelligenza artificiale per potenziare, migliorandola, la vendita degli immobili in asta abbattendo i rischi per l’acquirente. La particolarità è quella di guidare passo dopo passo il cliente nelle fasi di preparazione all’asta, fornendo tutte le indicazioni valide per poter acquistare con maggior consapevolezza. Inoltre, tale sistema sostiene anche il creditore, ovvero la banca o il fondo d’investimento, che recuperando il credito incagliato ritorna ad avere maggiori liquidità e può concedere di fatto nuovi prestiti. L’innovazione della start up ha portato fin da subito a risultati concreti: ad aprile 2020 sono 190 le aste vivacizzate, con un aumento delle aggiudicazioni del 40%, mentre per quanto riguarda invece il prezzo medio di vendita degli immobili c’è stato un incremento del 56% rispetto al valore iniziale. E se vi dicessimo che potreste sottoscrivere addirittura un abbonamento per vendere la vostra casa? Il gruppo CasAmica dopo 20 anni di classica attività immobiliare ha deciso di intraprendere un progetto innovativo e ambizioso pensato proprio per chi vuole cedere casa in tutta Italia. A partire dal 16 luglio 2020 ha attivato Smarthome, un’agenzia digitale di nuova generazione che punta a farvi vendere l’abitazione con un semplice abbonamento. Con la formula flat (a canone fisso) “99
euro x 10 mesi”, applicabile a tutti gli immobili con valore inferiore ai 149 mila euro, si hanno zero provvigioni al momento della vendita ma tanti servizi esclusivi atti a valorizzare la proprietà: è inclusa una certificazione che garantisce che l’immobile non presenti vizi, un servizio fotografico eseguito da un professionista, una consulenza di home staging per rendere gli interni più accattivanti, riprese con drone eseguite da pilota Enac, altissima visibilità sui portali e promozioni mirate sui social. Per di più ogni immobile avrà un agente che seguirà passo a passo sempre quel bene ed un consulente finanziario dedicato. E per chi non volesse anticipare le quote fisse dell’abbonamento esiste una formula alternativa in cui il cliente paga 1.499 euro al momento della vendita dell’immobile da parte dell’agenzia. Un ulteriore aspetto rilevante nelle nuove formule commerciali del PropTech è il venir meno delle classiche commissioni di intermediazioni e di agenzia del 3/4%, dovute sia dal compratore sia dal venditore. Ora un sistema online più vantaggioso che spesso arriva al “costo zero” per chi cede l’immobile e una fee applicata solo sul compratore. Possiamo dire che le novità non scarseggiano. Il futuro? Anche se non è facile identificare il percorso che l’intero business intraprenderà, causa crisi post-pandemia, è evidente come la quarta rivoluzione industriale (quella tecnologica) stia promuovendo una trasformazione sostanziale nella relazione tra l’ambiente digitale e l’ambiente edificato. Si potrebbe tuttavia pensare che non si tratti di un fenomeno antagonista del mercato tradizionale, quanto piuttosto come portatore di un valore aggiunto e di una moderna forma di cultura che vuole dare risposte veloci a una domanda di servizi e soluzioni in continuo mutamento. 30 luglio 2020 Autori | Gessica Valsecchi e Matteo Rimanelli Analyst di inFinance
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