La sacra rappresentazione del rivive - Cronache Salerno

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La sacra rappresentazione del
“Cristo    ‘ncroce”    rivive
stasera alle 19 a Maiori
di Monica De Santis

Con le voci recitanti di Alfonso Liguori, Nicola Mansi,
Giovanni Lembo, Angela Di Lieto, Maria Claudia Di Lauro, Anna
Capone, Martina Marciano, e l’interpretazione di Antonio Del
Pizzo, Trofimena Sarno, Alessia Sarno, Alfonso Di Bianco,
Nazario Di Bianco, Maurilio Taiani, Raffaele Scannapieco,
rivive oggi alle 19 a Maiori il grande dramma del Calvario che
ispirò poeti, musicisti, pittori ed artisti di ogni genere e
di ogni epoca: la Passione di Cristo. Una rievocazione in
modalità digitale come richiede il momento, messa in scena per
continuare a tenere vive le tradizioni della cittadina
costiera, nonostante tutto. Una rievocazione digitale promosso
dal Maiori Festival con l’Associazione Atellana di Maiori,
l’Associazione Dancing in the Moonlight di Maiori,
l’Associazione A Croce e’Majur, il Forum dei Giovani di Maiori
e l’Associazione gruppo teatrale “La Ribalta” di Ravello e
resa possibile anche grazie al patrocinio del Comune di
Maiori. Anche le tradizioni più radicate della Pasqua, saranno
rivoluzionate dalle misure per il contenimento e la gestione
dell’emergenza sanitaria da COVID-19, ma saranno mantenute
grazie alle tecnologie e i media. Lungo i vicoli
caratteristici e i luoghi autentici della Città di Maiori,
nella cornice del quartiere Lazzaro e del Casale dei Cicerali
rinasce la Sacra rappresentazione dal titolo “Cristo ‘ncroce”.
Le emozioni e i momenti di fede verranno mostrati grazie
all’ausilio dei media attraverso un cortometraggio realizzato
dal giovane regista maiorese Walter Della Mura con la regia di
Costantino Amatruda. Le scene verranno supportate dalle voci
recitanti degli attori di “Atellana” e del gruppo teatrale “La
Ribalta” di Ravello, i quali daranno vita al dramma della
Passione di Cristo attraverso il registro linguistico del
popolo. Infatti, saranno drammatizzati i momenti più salienti
della via Crucis in dialetto napoletano dell’800: il Vangelo
di Matteo assumerà toni più cupi grazie alle voci degli
ultimi, degli emarginati, al fine di sentire più vicino a loro
la figura di Cristo, consolatore delle loro afflizioni. Il
cortometraggio verrà accompagnato da musiche evocative del
patrimonio polifonico rinascimentale e commistionato con
l’ancestrale canto dei battenti di Maiori che portano avanti
una tradizione ormai ben radicata nel tessuto sociale del
luogo. Sarà possibile vedere la Sacra rappresentazione “Cristo
‘ncroce”, sui canali Facebook e YouTube del Maiori Festival e
sulla pagina ufficiale del Comune di Maiori. Come da antica
tradizione, la Sacra rappresentazione è un evento che ogni
anno sa impreziosirsi, per emozionare sempre di più. Viviamola
con la speranza che questo momento difficile finisca quanto
prima e il desiderio di un luogo migliore dove poter
goderepienamente la bellezza e la gioia di vivere. Ogni scena
è stata realizzata rispettando le normative vigenti in materia
di contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Sulle tracce della                              Scuola
Medica Salernitana
di Monica De Santis

Nuove attività patrocinate dall’assessorato alle Politiche
Sociali del Comune di Salerno guidato da Nino Savastano.
Nonostante la zona rossa non frena, questa stessa, stimola
l’impegno del Centro per la Legalità della cooperativa sociale
Galahad. Nell’ambito del laboratorio audiovisivo – educazione
civica applicata che, salvo che in zona rossa, si svolge nei
locali del centro di aggregazione di Matierno, i giovani
utenti stanno ora prendendo parte ad approfondimenti sulla
storia e le origini della nostra città, soffermandosi sulle
leggende del nostro territorio, con una particolare attenzione
alla Scuola Medica Salernitana. Calandosi nei personaggi della
Salerno antica e contando sui costumi artigianali realizzati
ad hoc per ciascuno di loro, dunque, gli utenti del Centro
studiano e interpretano i protagonisti del passato, scoprendo
e promuovendo i tesori artistici e storici che caratterizzano
la nostra città, al fine di conoscerli, valorizzarli e
sensibilizzare la comunità tutta alla bellezza made in
Salerno, attraverso la realizzazione e la diffusione di video
tematici. Al via, dunque, i video storici realizzati in
scenari naturali quali i luoghi simbolo della Salerno
medievale, patrocinati dalle Politiche Sociali del Comune.
Primo fra questi, il prodotto multimediale dedicato alla
leggenda sulla nascita della Scuola Medica Salernitana, in
occasione della candidatura del sito a Patrimonio Unesco.
Notevole l’interesse, da parte non solo dei giovani
salernitani, ma anche degli stranieri ospiti delle case
famiglia del territorio che partecipano alle attività del
Centro di Galahad. La zona rossa e le relative limitazioni,
dunque, hanno rappresentato lo spunto per organizzare “gite”
all’aperto nella Salerno antica, nel rispetto del
distanziamento e delle norme anti-Covid: grazie a questa nuova
esperienza dinamica, i giovani hanno acquisito conoscenze
importanti e, come da mission del Centro per la Legalità, ora
fungono da ambasciatori di saperi preziosi per la
valorizzazione del nostro territorio. Va ricordato, infine,
che nell’ambito dei laboratori creativi e sartoriali del
Centro per la Legalità, gli stessi utenti continuano a
realizzare souvenir e mascherine, molti dei quali ispirati
proprio alla Scuola Medica, che vengono di volta in volta
esposti presso il mercato coperto della Coldiretti, a
Sant’Apollonia. L’intero ricavato delle creazioni artigianali
viene, quindi, devoluto agli stessi utenti. L’impegno della
cooperativa Galahad continua. Per vedere il video clicca sul
link: https://youtu.be/et4PlDdp-5Y

Vito   Nocera, la   classe
operaia, la politica e il
futuro
di Erika Noschese

Lunedì 29 marzo alle ore 18,30 in video conferenza, con
diretta FB e tramite i canali del proprio sito, l’Associazione
Memoria in Movimento ha presentato il libro Senza Classe di
Vito Nocera, uno dei maggiori esponenti della sinistra
napoletana, fra i fondatori di Democrazia Proletaria e
Rifondazione Comunista, molto presente nel dibattito pubblico.
Il volume, è il racconto disincantato di un protagonista della
sinistra e che in assenza dei risultati che si aspettava cerca
di voler leggere la nuova società che fuori dai riferimenti
sociali vede una politica compretamente assente è edito
dall’associazione “Il quaderno Edizioni”. “Senza Classe è,
insieme, la descrizione del lavoro di un tempo, oggi
profondamente cambiato, e il tentativo di individuare le
tracce del nuovo lavoro, del lavoro contemporaneo frammentato
e precarizzato. Questo libro nasce dal tentativo di riflettere
sulla condizione del lavoro contemporaneo fatto di estrema
frammentazione e precarietà. Il lavoro oggi c’è ma, i
protagonisti sono invisibili, privi di soggettività. Una
situazione completamente differente rispetto a ciò che erano
prima Napoli, l’Italia ma anche l’Europa. Non è un volume
incentrato sul passato – ha continuato – offre spunti su come
la nostra nazione possa tornare ad essere fondata realmente
sull’attività lavorativa che, di sicuro in questi anni ha
subìto dei cambiamenti radicali, ma che resta comunque
fondamentale ed essenziale. Il tema principale è la
ricomposizione del lavoro, esercitato negli ultimi anni
solamente nella sua accezione economica, abbiamo messo da
parte la componente politica, basterebbe osservare con
attenzione i conflitti urbani a Napoli o quello che sta
accadendo in America, si tratta di una condizione disperata,
priva di indirizzo reale, di una direzione precisa che, un
tempo era tracciata dagli operai, come quelli di Bagnoli o
Napoli Est. Una ricerca per contribuire alla ricostruzione di
una coscienza di classe, cosa certo complicata e difficile. Ma
il primo sciopero dei lavoratori Amazon, contro ritmi
massacranti e sfruttamento, ci dice che non è una impresa
impossibile”. Così Vito Nocera sul suo ultimo libro “Senza
Classe”. L’evento è stato introdotto da Nello De Luca, in
rappresentanza dell’associazione Memoria in Movimento. A
discuterne con l’autore, Vito Nocera, Marcello D’Ambrosio,
giornalista e ingegnere, i docenti universitari Vittorio Dini
e Mario Raffa, e Piero Lucia autore tra le tante opere diversi
volumi sulla storia dell’industrializzazione della nostra
provincia. Il dibattito è stato moderato dalla giornalista
Monica De Santis.

Il teatro scuola viaggia sul
“Tappeto volante”
Domenico Corrado, è il direttore artistico della Tappeto
Volante, una società specializzata nella creazione,
progettazione, produzione, organizzazione e realizzazione di
grandi eventi, di natura artistica spettacolare e culturale.
Risulta essere una delle pochissime società italiane
specializzate nel settore ‘servizi per lo spettacolo’,
fornendo difatti tutta quella serie di attività – segreteria
organizzativa, ufficio stampa, comunicazione a livello locale,
nazionale e internazionale – che garantiscono l’alto livello
degli eventi da loro curati Il nome, ‘Tappeto volante’,
solletica la nostra immaginazione con suggestioni da mille e
una notte, ma come nasce tutto ciò? “Bisogna fare un po’ di
ordine. ‘Tappeto volante’ è il marchio operativo con il quale
la società di produzione ‘I mercanti d’arte’, in buona
sostanza, lavora. La società ‘I mercanti d’arte’ nasce nel
1991 e da sempre si occupa della realizzazione di spettacoli
site specific, ossia eventi che associano la valorizzazione
del bene culturale nei quali questi vengono messi in scena
alla spettacolarizzazione ad essi finalizzata. Abbiamo
allestito, ad esempio, l’Eneide di Virgilio negli scavi di
Ercolano; abbiamo portato Molière alla corte dei Borboni di
Caserta; abbiamo portato Eduardo dal Rione Sanità al Palazzo
reale di Napoli; l’Inferno di Dante nelle Grotte di
Castelcivita; il Purgatorio nella Certosa di Padula; il
Paradiso al Castello Arechi; l’Orlando furioso nel castello
svevo di Rocca Imperiale. Insomma, questa è la specialità
della nostra società, con la quale, però, ci occupiamo, in
un’ottica di multitasking – se così si può dire – anche di
editoria: pensa che nel ‘98 abbiamo dato alle stampe l’opera
editoriale di Edoardo De Filippo a fumetti. Abbiamo, poi,
organizzato – e organizziamo – degli eventi di natura
turistico/spettacolare, come può essere, ad esempio la Bitus
(Borsa Italiana del Turismo Scolastico e della Didattica non
formale), la cui ultima e più recente edizione avrebbe dovuto
essere quella salernitana dello scorso Ottobre, che, a causa
dello scoppio della pandemia, è stata rinviata a data da
destinarsi. Gestiamo il ‘Museo dell’orgoglio italiano’ a
Sorrento, proponendo una mostra itinerante sulla vita e le
opere di Leonardo Da Vinci che, tra le altre cose, abbiamo
anche portato a Salerno tre anni fa, a Palazzo Fruscione col
titolo ‘Leonardo Da Vinci, il genio del bene’, che ebbe un
successo incredibile”. Un florilegio di iniziative davvero
lodevoli e senza dubbio interessantissime il cui germe –
adesso siamo curiosi di saperlo – quando è stato depositato e
perché? “Per rispondere a questa domanda, devo innanzitutto
dirti che è dall’83 che faccio questo lavoro, quello
dell’attore: ho frequentato la ‘Bottega Teatrale di Firenze’
di Gassman, ho lavorato con una serie di grossi personaggi: da
Giorgio Strehler a Mario Pisciroli; da Armando Pugliese a Ugo
Gregoretti. Sono stato diretto dai fratelli Giuffrè, da Mario
Scarpetta; insomma: ho avuto il privilegio di partecipare a
diverse esperienze teatrali le quali, ognuna di esse, mi hanno
reso maggiormante consapevole delle possibilità offerte dal
teatro, già trent’anni fa. Diciamo che però, il teatro, in
quanto tale, già allora era vittima di quei meccanismi
televisivi che piano piano hannpo spinto le persone ad
assistere ad un qualsiasi allestimento non perché si
trattasse, ad esempio, di un allestimento della Divina
Commedia, ma, piuttosto, perché vi recitava, o era diretto, da
un grande nome. Ecco quindi che, nella mia testa, prese a
formarsi, a poco a poco, l’idea di metter su un gruppo di
talenti che sì, portassero sulla scena comunque uno spettacolo
teatrale degno di tale nome, ma che al posto del grande nome,
fosse il luogo stesso in cui questo allestimento prendeva vita
ad offrire quelle stesse suggestioni che, ad esempio, Muti
trasferisce al suo pubblico quando dirige la terza di
Beethoven. Quindi, sostanzialmente, niente grandi nomi,
invero, ma vere e proprie esperienze in grado di coinvolgere
il pubblico in un modo che, in teatro, seduto in poltroncina,
non sarebbe stato possibile. In sintesi: quella di creare
questa nuova formula di spettacolo site specific nasce
dall’esigenza di voler intercettare una fetta di pubblico più
grande e galvanizzata di quella che afferisce, solitamente, ad
uno spettacolo teatrale tradizionale e dall’idea, poi, di
dirottarne l’attenzione verso luoghi, come ad esempio le
Grotte di Castelcivita, che meritano di essere valorizzati e
fatti conoscere e praticare da un pubblico certamente più
vasto ed eterogeneo di quello locale, regionale o persino
nazionale. Eh sì, perché pensa che, ad esempio, dal 2006 ad
oggi abbiamo registrato circa un milione di spettatori per i
soli allestimenti della Divina Commedia, ottocentomila dei
quali non conoscevano le Grotte. Sono numeri, questi, che un
pò ti spingono a riflettere sull’impatto che queste
rapprsentazioni potrebbro avere nella comunicazione di un
luogo al di fuori dei confini entro i quali è circoscritto”.
C’è una voce, nel menù primario del vostro sito web,
evidenziata in rosso che recita ‘Progetto scuole’. Abbiamo
dato un’occhiatina approfondita alla brossura illustrativa
delle iniziative contemplate per le scuole e dobbiamo dire di
essere rimasti piuttosto sbalorditi da ciò che abbiamo
appreso: da viaggi organizzati a spettacoli teatrali sino ad
esperienze in realtà aumentata come, ad esempio, la “Pompeii
Experience”: non si può certo dire che manchiate di adeguare
la vostra offerta ai trend del momento. “Sì, perché pensa che
sino a poco tempo prima dello scoppio della pandemia, con le
nostre proposte intendevamo rivolgerci anche – e soprattutto –
a una utenza dal respiro internazionale desiderosa di vivere
delle esperienze sui generis ma che però presentassero delle
caratteristiche che le rendessero appetibili sia in ambito
scoalstico che in ambito turistico”. Lo scoppio della pandemia
da Covid-19, nel 2020, immaginiamo abbia potuto nuocere non
poco ai vostri progetti… “Assolutamente sì. Ma ciò non toglie
che siamo, nonostante tutto, riusciti, anche in questo caso, a
illuminare il lato oscuro della luna con una versione
rivisitata del nostro ‘Inferno di Dante’ proponendolo in
formula di webinar. Sono inoltre in cantiere una pluralità di
progetti interessanti, fra cui, sicuramente, la BITUS di cui
già ti accennavo prima; stiamo attuandoci per accedere una una
serie di finanziamenti stanziati dalla Comunità Europea per
aprire il primo ‘Museo della sabbia’ italiano in Campania.
Infine, in collaborazione con il Mann di Napoli stiamo
realizzando un docu-film dal titolo ‘Il viaggio di Dante in
Campania’ per il quale ci avvarremo della professionalità di
attori anche piuttosto noti perché recitino i versi di dante
in alcune delle località più suggestive della Campania”.

Gaetano Del Gaiso
Cinque giovani e la loro
officina artistica. Compie un
anno la casa di produzione
cinematografica    “Vitruvio
Entertainment”
di Monica De Santis

Compie un anno l’officina artistica e casa di produzione
cinematografica “Vitruvio Entertainment”. Il gruppo fondato da
cinquesalernitani, Davide Bottiglieri (scrittore), Luigi Di
Domenico (regista), Salvatore Parola (fumettista), Luigi Risi
(fotografo), Danilo Napoli (attore), non ha avuto paura della
pandemia e proprio in pieno lockdown, ha iniziato a muovere i
primi passi riuscendo in questi 12 mesi davvero “diversi” a
farsi conoscere, a suon di lavori e collaborazioni. La
Vitruvio Enterteinment è una riproposizione in chiave moderna
delle antiche botteghe rinascimentali, alveari di artisti, in
cui studio, creatività, innovazione, disciplina e
sperimentazione davano vita a molteplici forme d’arte. E i
quattro fondatori sono davvero riusciti, in poco tempo, a dare
vita a tutto ciò. Ben otto le partership siglate, tra cui il
Picentia Short Film Festival, la Saggese Editori e la
Brassotti        Agency.       Hanno      partecipato        a
..incostieraamalfitana.it Festa del Libro in Mediterraneo,
organizzato da Alfonso Bottone, in qualità di Main Partner. In
occasione della XV edizione della kermesse letteraria, è stata
affidata loro la comunicazione e il restyling dell’evento,
dando così occasione alla Vitruvio Entertainment di mostrare
subito la sua impronta. Booktrailer, presentazioni,
recensioni, book fotografici, cortometraggi e spot, sono solo
alcuni dei servizi che l’officina artistica ha realizzato
nell’arco dell’ultimo anno, tutti raccolti all’interno de Il
Novelliere, il magazine online della Vitruvio Entertainment,
distribuito gratuitamente ogni tre mesi su tutte le
piattaforme. “Abbiamo aperto i battenti, consapevoli del
momento storico, ma con la forte volontà di lanciare un
messaggio di speranza e andare controcorrente.” commenta
Bottiglieri “All’alba del primo compleanno, ci guardiamo
indietro e siamo fieri del percorso fatto, una strada ben più
lunga di quella che avevamo pronosticato: otto partner, oltre
trenta progetti realizzati e tanti altri da portare a termine.
Vogliamo dire grazie ai clienti che ci hanno scelto, ai
collaboratori che ci affiancano e alle realtà con cui abbiamo
siglato una partnership. È solo il primo anno, ma abbiamo fame
di crescere e dire la nostra ancora e ancora. L’agenda è
piena, Covid o non Covid, noi ci saremo. La nostra bottega
rimarrà aperta e sarà sempre un avamposto a difesa dell’arte.
Siamo contro l’idea della cultura come bene d’elite”, continua
Bottiglieri, “ed è per questo che il nostro magazine è
gratuito. Ogni copertina è un richiamo a una storica locandina
cinematografica, al suo interno è possibile vedere i nostri
ultimi lavori e qualche chicca, come la rubrica storica che
abbiamo appena introdotto, con la preziosa collaborazione di
Miguel Enrique Sormani.” È con questo spirito che è stato
istituito il Premio delle Arti Vitruvio Entertainment,
consegnato nel mese di ottobre al regista Francesco D’Antonio
per il cortometraggio La triste vita del mago, in occasione
della serata finale della rassegna Salerno inCortocircuito. Il
riconoscimento è stato assegnato al lavoro che maggiormente si
è avvicinato alla filosofia dell’officina artistica.
Dietro   le  quinte  di   un
matrimonio con Rosy Landi
di Monica De Santis

Rosy Landi è la titolare da dieci anni della “Wedding & Events
Planner”. Nei giorni scorsi ha ricevuto il premio Wedding
Award 2021 per la categoria Wedding Planner. Un importante
riconoscimento, sia per la sua carriera che per il suo grande
lavoro e che l’accredita come uno dei migliori fornitori di
nozze del Paese. Residente a Fisciano, ha scelto di aprire la
sua attività a Salerno in Via Lungomare Trieste, 26, dopo aver
lavorato per anni nel settore del catering… “Tutto è iniziato
ai tempi dell’Università. In attesa di completare gli studi
decisi di fare qualche lavoretto per guadagnare qualcosina. Ho
sempre avuto uno spirito organizzativo e creativo, così ho
iniziato a lavorare prima nel settore Banqueting, poi con i
migliori catering. In quel periodo la figura del “wedding
planner” era una professione assente sul nostro territorio.
Dopo aver terminato gli studi in giurisprudenza, campo, quello
giuridico, che ha fatto crescere ed arricchire la mia
professionalità e conoscenza, ho portato avanti la mia
passione di “event organizer”, completandola con corsi
specifichi. Ma i veri corsi sono stati l’esperienza sul campo
prima, poi come wedding planner”. Si definisce un’artista,
visionaria, viaggiatrice, il contatto con le persone è sempre
stato per lei fondamentale, e le dà la possibilità di crescere
sia professionalmente che umanamente. Dei matrimoni ama curare
tutto nei minimi particolari, nulla viene lasciato al caso,
dalla location alla chiesa… “Quelli che organizzo sono
matrimoni evento. Chi mi sceglie come wedding planner punta ad
un servizio di lusso. Diciamo che ciò che organizzo io sono
eventi di nicchi che vengono svolti in location molto
particolari” Un esempio? “Alcuni anni fa per una coppia di
sposi ho fittato un “Minuetto” elettrico di Trenitalia. A
bordo vi sono saliti 100 invitati che da Battipaglia sono
stati accompagnati a Pietrarsa/Portici dove ha sede il Museo
della Locomotiva e lì sono state celebrate le nozze. ”. C’è
qualche sposa che le ha fatto qualche richiesta bizzarra? “No,
in realtà gli sposi che vengono da me si fidano dei miei
consigli e di conseguenza si affidano completamente a me”
Creare emozioni significa? “Creare emozioni è un compito
delicato e complesso, che si basa sulla capacità di
realizzare, nel dettaglio, tutto ciò che il cliente ha sognato
per mesi (o per una vita). Solo l’eccellenza nella
realizzazione di un evento può portare ad un risultato
straordinario, suscitare quelle emozioni che rimarranno per
sempre impresse nella mente”. Ma lei non organizza solo
matrimoni? “No, organizzo ogni tipo di evento dai battesimi
alle lauree, alle prime comunioni, alle feste di compleanno”.
E per un bambino di nome Armando ha organizzato una prima
comunione davvero speciale, non è così? “Si, abbiamo
organizzato la festa all’interno di un circo. Una comunione
decisamente insolita e sorprendente, con tanto di tendone,
animali, pagliacci e tavoli dove far accomodare gli invitati”.
Quello che stiamo vivendo non è di certo un periodo facile per
attività come la sua? “Per nulla, siamo praticamente fermi da
13 mesi. E’ vero nei tre mesi estivi siamo riusciti a fare
qualche evento, ma non è stato facile. Adeguarsi alle norme
anticovid ha creato non molti problemi. Tante coppie hanno
rinviato le nozze proprio per questi motivi non volevano
festeggiare il loro matrimonio con solo 50 invitati. Altre
invece si sono adeguate ma sono state davvero poco.
Sicuramente non abbiamo recuperato, in termini economici ciò
che abbiamo perso”. In percentuale le sue perdite economiche
sono? “Quasi dell’ 80%. Senza contare che oltre al danno la
beffa perchè le tasse e le altre spese le abbiamo pagate
comunque. Lo dico sempre il Covid ha fermato tante attività e
non solo del mondo del weeding, ma non ha fermato lo Stato che
invece ha preteso le nostre tasse comunque”. Persa la stagione
primaverile ci stiamo avviando verso quella estiva, lei crede
che si potranno riprendere le cerimonie? “Tutte le cerimonie
che erano in programma per aprile e maggio sono state rinviate
da tempo. Quelle in programma per l’estate invece per il
momento restano confermate. Sono ottimista e quindi devo dire
che sicuramente in estate torneremo a lavorare. Certamente ci
saranno regole e restrizioni, questo è scontato, ma stavolta
siamo preparati. A differenza dello scorso anno dove tutti ci
siamo dovuti improvvisare, se voglio dire così, per riuscire
ad organizzare gli eventi e rispettare le norme, ora siamo
preparati e quindi il lavoro sarà sicuramente più facile”. Si
aspetta un’estate ricca di cerimonie? “Ovviamente si, ma
bisogna essere realistici. Ci sono coppie di sposi che non
vogliono rinunciare ad avere una festa con tanti ospiti, altre
che non voglio vedere gli ospiti e il personale di sala
indossare le mascherine, ecco queste saranno le cerimonie che
verranno sicuramente rinviate”.

Lo striscione                     del       Ccsc         al
Mary Rose
Lo striscione del Ccsc al Mary Rose per sostenere la
Salernitana in vista della gara con il Lecce

Detenzione arma, arrestato
nel Cilento ex consigliere
comunale Ercolano
Mario Oliviero, ex consigliere comunale di Ercolano (Napoli),
e’ stato arrestato in un albergo del Cilento, nel Salernitano.
L’accusa nei suoi confronti e’ di detenzione abusiva di arma.
L’operazione e’ stata effettuata dai militari della Guardia di
Finanza di Vallo della Lucania, coordinati dalla Procura della
Repubblica vallese, diretta dal procuratore capo Antonio
Ricci. Oliviero e’ stato trovato in possesso di una pistola,
di alcuni coltelli ed assegni. Sull’attivita’ investigativa
vige il massimo riserbo.

Iscrizioni ed esami falsi in
Ateneo Salerno, due arresti
Due dipendenti dell’ Universita’ di Salerno sono stati messi
agli arresti domiciliari e 42 persone sono indagate nell’
ambito di una indagine su false attestazioni di esami
universitari ed irregolarita’ nell’ iscrizione alla facolta’
di Medicina. Le indagini della Guardia di Finanza
di Salerno sono partite da una denuncia della stessa
Universita’, che aveva rilevato anomalie nella procedura di
immatricolazione di due studenti di Medicina, iscritti pur non
essendo in posizione utile nella graduatoria nazionale dei
test d’ ingresso. Ad aver effettuato l’ iscrizione – secondo
quanto emerso dalle indagini – sarebbe stato un dipendente
dell’ Ateneo salernitano, Carmine Leo, entrato abusivamente
nel sistema informatico. L’ impiegato avrebbe piu’ volte
utilizzato le proprie credenziali anche per attestare esami
universitari mai sostenuti in cambio di regali (anche fumetti
da collezione). Determinante per le indagini dei finanzieri e’
stato il contributo del secondo dipendente messo agli arresti
domiciliari Carmine Cioffi, 53 anni , che indirizzava al
collega gli studenti universitari che chiedevano di essere
“aiutati”. Leo avrebbe anche inserito studenti in fasce di
reddito di favore, senza tener conto delle reali condizioni
economiche delle famiglie, per fare ottenere loro un risparmio
nelle tasse di iscrizione. Le indagini dei finanzieri del
Nucleo PEF di Salerno hanno ricostruito 34 carriere
universitarie falsificate, molte delle quali con il
conseguimento della laurea. L’ Universita’ di Salerno ha
sospeso Leo e ha bloccato il sistema informatico, per
consentire l’ acquisizione delle prove. Oltre ai due
dipendenti ai domiciliari sono indagati altri 42 tra studenti
e familiari – accusati di accesso abusivo al sistema
informatico e frode informatica.

La Fondazione Ravello celebra
il Rito delle tenebre con
Haydn
Saranno le prime parti del Teatro San Carlo ad eseguire “Le
ultime sette parole di Cristo sulla croce” nella trascrizione
per quartetto d’archi, tra le antiche pietre della chiesa di
San Giovanni del Toro

Di Olga Chieffi

La celebrazione del Venerdì Santo era detta “delle Tenebre” in
ricordo degli antichi riti notturni attraverso i quali si
intendeva rievocare l’oscurità che discese sulla terra alla
morte di Cristo e l’immagine della Chiesa che brancola nel
buio senza il suo Dio. La Fondazione si affiderà per celebrare
in musica il triduo pasquale, alla musica di Franz Joseph
Haydn e al suo celeberrimo oratorio, che ascolteremo dagli
archi del Teatro San Carlo, in forma di quartetto, “Le ultime
sette parole di Cristo sulla Croce”, il 2 aprile alle ore
18.00   sui   siti   ufficiali    www.ravellofestival.com,
www.fondazioneravello.it, sulle pagine Facebook della
Fondazione e sul portale cultura.regione.campania.it. Haydn
compose queste pagine su richiesta di un canonico di Cadice
che cercava la colonna sonora per l’emozionale officio delle
tenebre. L’ opera del genio tedesco, nacque così per il gran
teatro della Passione, di estrazione spagnola, che noi campani
abbiamo ereditato: “Circa quindici anni fa – scriveva Haydn –
mi fu chiesto da un canonico di Cadice di comporre della
musica per Le ultime sette Parole del Nostro Salvatore sulla
croce. Nella cattedrale di Cadice era tradizione produrre ogni
anno un oratorio per la Quaresima, in cui la musica doveva
tener conto delle seguenti circostanze. I muri, le finestre, i
pilastri della chiesa erano ricoperti di drappi neri e solo
una grande lampada che pendeva dal centro del soffitto rompeva
quella solenne oscurità. A mezzogiorno le porte venivano
chiuse e aveva inizio la cerimonia. Dopo una breve funzione il
vescovo saliva sul pulpito e pronunciava la prima delle sette
parole (o frasi) tenendo un discorso su di essa. Dopo di che
scendeva dal pulpito e si prosternava davanti all’altare.
Questo intervallo di tempo era riempito dalla musica. Allo
stesso modo il vescovo pronunciava, poi, la seconda parola,
poi la terza e così via, e la musica seguiva al termine ogni
discorso. La musica da me composta dovette adattarsi a queste
circostanze e non fu facile scrivere sette Adagi di dieci
minuti l’uno senza annoiare gli ascoltatori”. Un evento,
questo promosso dal Ravello Festival che si attaglia
perfettamente ai tempi che stiamo vivendo. L’analisi musicale
di “Le sette parole di Cristo” di Haydn, tratte dai Vangeli di
Luca e Giovanni, da “Padre perdona loro perché non sanno
quello che fanno” a “Padre nelle tue mani consegno il mio
spirito”, sarà svolta da Eduardo Savarese il giovedì santo
alle 16, in Villa Rufolo, un preludio al concerto, che
saluterà protagonista    il quartetto d’archi del Teatro San
Carlo, formato da Cecilia Laca e Giuseppe Carotenuto al
violino, Antonio Bossone alla viola e Luca Signorini al
violoncello, che si esibiranno tra le antiche pietre di San
Giovanni del Toro, il giorno successivo. Le parole cedono,
successivamente, il posto alla musica che, dal maestoso
iniziale, attraverso sette stazioni, arriva al vertiginoso
“Terremoto” in Do minore, dove raggiunge vette sublimi, grazie
anche a un linguaggio strumentale che riesce a penetrare, nel
profondo, il dramma di una umanità intera. L’opera è ispirata
alle sette frasi pronunziate da Cristo prima di morire.
«Pater, dimitte illis quia nesciunt quid faciunt». Padre,
perdona loro perché non sanno quello che fanno. La parola-
chiave è la prima, «pater», evocata dai violini, con un tono
contemplativo e malinconico in cui si coglie, oltre alla
richiesta di perdono, il disincanto sulla natura di «quelli»,
di noi esseri umani. «Hodie mecum eris in paradiso». In verità
ti dico: oggi sarai con me in paradiso. L’oggi, è l’oggi
perfetto: un “Hodie” eterno, che indica quello che sta per
accadere nel giro di poche ore e nello stesso tempo dà la
misura dell’eternità. Infatti, le note sono: “do-mi-re-si-do”,
Haydn parte dal do e torna al do, e poi “sol-do-si-la-sol”, si
parte dal sol e torna al sol — quindi si formano come due
cerchi”, appunto il simbolo dell’infinito: “Idea consapevole
oppure mistero del genio?”. “Mulier, ecce filius tuus”; Donna,
ecco tuo figlio. Qui la parola-chiave è “ecce”.
Particolarmente toccante è “Deus meus, Deus meus, ut quid
derelequisti me?”; Dio mio, Dio mio, perché mi hai
abbandonato? Per restituire la frase più drammatica, la musica
deve esprimere un senso di trascinamento; il suono a un tratto
si ferma, come fossero singhiozzi. Mancano le parole riferite
da Matteo riguardanti il “Terremoto”, in assenza della
Resurrezione. C’è qualche via d’uscita? Quando la parola
rivela la sua impotenza, bisogna pensare per immagini. Se le
immagini vacillano nel voler catturare il non raffigurabile,
rimane la musica. Il grido non è più afono, riacquista la voce
mediante la “tavolozza sonora” di un musicista come Franz
Josef Haydn, che ha composto le sette suonate nel 1786 per le
sette ultime parole del Cristo in croce. I suoni sono i mezzi
più immateriali di cui disponiamo per comunicare, dopo i
pensieri. Ma è difficile comunicare da pensiero a pensiero.
Allora la musica ci viene in aiuto. Haydn crea una
composizione dove realizza un perfetto equilibrio tra parole e
musica, senza perdere il senso della drammaticità della
Crocifissione. Così, nella quinta sonata che si fonda sulla
richiesta del Cristo, “Sitio”, ho sete, la musica ci trasporta
in questo mondo dove la realtà irrompe con tutta la sua forza
e implacabilità. Possiamo, nei tempi oscuri di quest’epoca,
trasfigurare dolore e amore in musica? Noi lo crediamo
fermamente. Il dolore si può esprimere attraverso il colore o
attraverso la musica, c’è infatti chi sostiene che il colore
lo si possa ascoltare, come il silenzio. Interpretare
significa, scoprire il suono, sia della parola che del colore,
tanto l’opera haydniana riesce a conferire al silenzio una
ispirazione mistica, un modo di trasfigurare il dramma in
elemento musicale e di trasformare il mistero della Croce nel
mistero della fede.
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