Invito a Palazzo ! - New Media Press

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Invito a Palazzo !

Il direttore Mario
Epifani

Il Palazzo Reale di Napoli riapre con visite guidate dal nuovo
direttore Mario Epifani

I musei statali riaprono dopo l’emergenza Covid-19 per
accogliere i visitatori in sicurezza
In Italia vi sono oltre 500 musei, monumenti e siti
archeologici statali

Via libera al nuovo Dpcm, contenente ulteriori misure legate
all’emergenza coronavirus in Italia con provvedimenti che
saranno in vigore fino al 15 febbraio e che prevede la
riapertura dei musei in zona gialla nei giorni feriali,
rispettando tutte le norme del distanziamento sociale per la
sicurezza di ogni visitatore e di ogni lavoratore. «Nel Dpcm –
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ha detto il Ministro per i beni e le attività culturali e per
il turismo, Dario Franceschini – è stato introdotta la
riapertura dei musei e delle mostre nelle zone gialle almeno
nei giorni feriali, dal lunedì al venerdì. Naturalmente – ha
proseguito il Ministro – tutto dovrà avvenire in modalità di
sicurezza, come quest’estate, con gli obblighi di indossare le
mascherine, mantenere il distanziamento, il contingentamento e
con prenotazioni e bigliettazione elettronica per evitare le
file. È un primo passo, un piccolo passo verso la ripartenza».
Al Palazzo Reale di Napoli debutta il nuovo direttore Mario
Epifani, insediatosi pochi giorni prima della chiusura del 6
novembre, dando il via alla nuova gestione autonoma del Museo
in occasione della riapertura avvenuta il 18 gennaio.
Il Palazzo Reale di Napoli fu edificato nel ‘600 come palazzo
del re di Spagna Filippo III d’Asburgo. La sua collocazione
urbanistica è accanto al Palazzo Vicereale Vecchio, poi
demolito, e ai giardini di Castel Nuovo al margine meridionale
della città antica, con la facciata rivolta verso il grande
spiazzo del Largo di Palazzo. L’architetto Domenico Fontana
progettò una residenza civile di forme tardo rinascimentali e
con un cortile d’onore centrale quadrato. Altri due cortili
vennero aggiunti quando Napoli nel 1734 divenne capitale del
regno con Carlo III di Borbone e la reggia fu ampliata.
I musei hanno riaperto nelle zone gialle, con regolare orario,
con ingressi contingentati, ma saranno chiusi durante il week
end. I visitatori potranno accedere al Palazzo Reale, dalle
ore 9.00 alle 20.00, e ammirare oltre metà delle sale con la
nuova illuminazione, un’importante innovazione realizzata
negli ultimi mesi, che esalta le bellezze e la ricchezza
dell’Appartamento Storico.
È stata prorogata al 31 maggio l’istallazione “Almost Home –
The Rosa Parks House Project” dell’artista statunitense Ryan
Mendoza, visitabile gratuitamente all’interno del Cortile
d’Onore del Palazzo.
Valida fino al 31 gennaio l’iniziativa per l’acquisto di
biglietti d’ingresso per famiglie iniziata prima di Natale,
che consentirà di partecipare ad una visita guidata con il
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direttore Mario Epifani.
«Per me è un piacere poter accogliere personalmente i
visitatori – ha dichiarato Epifani – grazie a questa
iniziativa che rappresenta un invito ai napoletani a tornare a
visitare Palazzo Reale e che apre la speranza alla ripresa di
una vita normale».
Anche nel periodo di chiusura dei Musei nel Palazzo Reale si è
continuato a lavorare, per migliorare i servizi di sicurezza e
di sorveglianza e l’accoglienza del pubblico.
«Il mio progetto immediato è quello di lavorare
sull’allestimento del percorso di visita dell’appartamento di
etichetta, – racconta il direttore – rafforzando in
particolare il collegamento storico con gli spazi occupati
dalla Biblioteca Nazionale. Anche con il teatro San Carlo
prevediamo una serie di iniziative congiunte che possano far
rivivere il Palazzo attraverso      la   storia    della   musica
napoletana dal ‘600 all’800».
Sarà possibile visitare l’Appartamento Storico con gli interni
allestiti nel gusto tardo barocco con marmi preziosi e
affreschi celebrativi, tra i quali le opere di Francesco De
Mura e Domenico Antonio Vaccaro.
Dunque il primo passo si è fatto verso il rientro alla
normalità, nel rispetto delle norme di contenimento
dell’emergenza epidemiologica.

Foto Luciano Pedicini

                                                  Harry di Prisco

Isis Casanova: virtual tour
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per l’open day

È per giovedì prossimo, 21 gennaio, l’appuntamento con il
virtual tour promosso dall’ Isis Casanova di Napoli, per
offrire all’utenza scolastica un coinvolgente open day on
line, che non avrà nulla da invidiare ai consueti meeting
scolastici in loco.

L’incontro avrà luogo dalle ore 16,00 alle 18,00. Non avverrà
in presenza, a causa delle tassative misure di sicurezza
imposte dall’emergenza Covid 19, ma sarà egualmente esaustivo
e dettagliato, come assicurato dal capo d’Istituto, prof.
Palmira Masillo, top manager dal notorio impegno, che ha
coordinato perfettamente la preparazione dell’evento.

“La scuola è il nostro passaporto per il futuro perchè il
domani appartiene a coloro che si preparano ad affrontarlo”:
sulla scia del pensiero di Malcom X, sarà presentata l’Offerta
formativa di tutti gli indirizzi attivi nella scuola, tra i
pilastri dell’istruzione cittadina.

Specificamente,   come   Istituto     professionale,   verranno
presentati i seguenti indirizzi:

Servizi Culturali e dello Spettacolo – Arredo, Forniture
d’Interni e Liuteria – Odontotecnico – Servizi per la Sanità e
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l’Assistenza Sociale, Manutenzione e Assistenza Tecnica
Elettrico ed Elettronico – Manutenzione e Assistenza Tecnica:
Meccanica.

Per quanto riguarda invece l’ Istituto Tecnico, saranno
proposti gli indirizzi:

Grafica e Comunicazione Meccanica, Meccatronica ed Energia e
Audiovisivo e Multimediale, quest’ultimo assolutamente
innovativo, nell’offerta del Liceo Artistico.

Il tour virtuale vedrà l’impegno dei vari docenti. In primis:
la prof. Virginia Amato, titolare della funzione strumentale;
i proff. Antonio Cirillo e Salvatore Mancino, per il
Laboratorio di Forniture d’Interni e Liuteria indirizzo
Industria e Artigianato per il Made in italy; la prof. Marina
Melchionna, per il Laboratorio di Grafica e Comunicazione
Istituto Tecnico settore Tecnologico; il prof. Vito Gurrado,
per il Laboratorio Socio Sanitario Indirizzo Servizi per la
Sanità e l’Assistenza Sociale; i proff. Bruno Bellopede e
Marco Di Maso, per il Laboratorio di Fotografia Indirizzo
Servizi Culturali e dello Spettacolo; la prof. Chiara Cimini,
per il Laboratorio del Liceo Artistico Indirizzo Audiovisivo e
Multimediale; il prof. Antonio Niccoli, per il Laboratorio di
Manutenzione e Assistenza Tecnica Elettrico ed Elettronico; il
prof. Gerardo Armenante, per il Laboratorio di Manutenzione e
Assistenza Meccanica.

Il Laboratorio di Meccanica Meccatronica ed Energia Istituto
Tecnico sarà presentato dal prof. Marcello Canciello; il
Laboratorio Odontotecnico dal prof. Fulvio Esposito.

Sarà possibile visitare virtualmente Laboratorio d’Inglese
insieme alle proff. Gabriella Lafera e Gabriella Carcano.

Una panoramica completa e dettagliata, dunque, per conoscere
gli aspetti salienti di ciascun orientamento in modo da
compiere scelte consapevoli e appropriate in base alle
aspettative e predisposizioni individuali.
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Accedere al virtual tour è semplice: basta infatti andare sul
sito ufficiale della scuola www.istitutocasanova.edu.it

e cliccare sul link

meet.google.com/opj-nubg-gee

oppure inquadrare il     QR    code   presente   sulla   locandina
ufficiale allegata.

Nulla di più facile!

                                                 Teresa Lucianelli

Napoli: A Pianura la 1a
edizione dell’evento benefico
“Un dolce per San Giustino”

Il 27 ottobre 2020 il Papa ha autorizzato il Prefetto per la
Congregazione per la Causa dei Santi a firmare il Decreto per
la canonizzazione di Don Giustino. Figura rappresentativa del
quartiere Pianura, è riuscito, durante la sua vita ad essere
amato e venerato in tutto il mondo. A sessanta anni dalla sua
morte, “il Corriere di Pianura” ha promosso l’evento benefico
“Un dolce per San Giustino” I^ edizione. Con il Patrocinio
Morale della IX Municipalità Pianura Soccavo, il contest vuole
celebrare il santo di Pianura, il territorio da egli tanto
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amato e dare lustro e valore ai laboratori dolciari della
zona, permettendo loro di esprimere la propria creatività e
competenza nel settore. Il 18 gennaio 2021, in ricordo del
130° anniversario della nascita di don Giustino, avverrà la
premiazione finale. Una giuria d’élite, valuterà le creazioni
che, non solo dovranno rappresentare il territorio dei Campi
Flegrei, ma dovranno riportare un’analogia con don Giustino.
La giuria sarà composta da Stefano Avellano, pasticciere dello
storico bar di Napoli “Gambrinus”; Ulderico Carraturo,
pasticciere dell’“Antica Pasticceria Carraturo”; Rosario
Mattera, ideatore di MALAZE’; Mina Perna, cake designer e
docente presso la scuola professionale “Dolce&Salato”.
Presidente della giuria: don Ciro Sarnataro, Rettore del
Vocazionario “Deus Charitas”.
Inoltre, grazie alla preziosa collaborazione con l’AIS
(Associazione Italiana Sommelier) – Delegazione di Napoli – ,
per ogni dolce sarà presentato l’abbinamento con un vino o
liquore suggerito dal sommelier, degustatore Davide Romanelli.
Un evento che, in questo momento storico, vuole essere un
incoraggiamento per tutti gli artigiani a superare ancora una
volta con tenacia e anche con tanta fede una situazione
difficile. Durante la premiazione verrà, inoltre, assegnata
una fascia a chi sarà stato in grado di preparare la miglior
“pizza dolce”, piatto tipico della zona che sarà valutato da
una giuria altrettanto caratteristica, rappresentata
esclusivamente dai cittadini del quartiere. L’evento vedrà la
partecipazione di sponsor e realtà molto conosciute sul
territorio campano e grazie al loro contributo l’intera somma
raccolta sarà devoluta in beneficenza. Fondamentale il
contributo della Chiesa, di Padre Ciro Sarnataro e Padre
Vittorio Zeccone, parte attiva nell’organizzazione e
importante punto di riferimento per tutti. È stata istituita
la pagina Facebook: “Un dolce per San Giustino” ed il profilo
Instagram: “undolce per_sangiustino” il cui scopo è di rendere
partecipi tutti delle varie fasi di selezione e di permettere,
a chi lo vorrà, di raccontarsi attraverso un dolce, una storia
o semplicemente condividendo un pensiero. Don Giustino è stato
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in grado di riunire persone anche dopo la sua morte, in sua
memoria oggi il quartiere si stringe in un enorme dolcissimo
abbraccio al Santo amato nel mondo.
In ottemperanza delle normative vigenti anti- covid, e per
evitare assembramenti, l’evento sarà in diretta social sulla
pagina Facebook de “IL CORRIERE DI PIANURA” e in collegamento
radiofonico sul sito www.radioshamal.it.

Evento organizzato in collaborazione con:
“AIS CAMPANIA” – DELEGAZIONE DI NAPOLI; “RADIO SHAMAL”;
ASSOCIAZIONE DELLA STAMPA CAMPANA “GIORNALISTI FLEGREI”;
“MATEGY”; ASSOCIAZIONE “AMICI DI DON GIUSTINO” ONLUS.

Evento organizzato grazie al contributo degli sponsor:
“MEPA”; “VODAFONE – GRUPPO SCHERILLO”; “L’ENOTECA VARCHETTA”;
“MULTICENTER SCHOOL”; “DOLCE VITA di GIANLUCA CIOCE”.

per info e accrediti: Roberta Luppino – 333/9292705; Antonio
Di Maio -335/5350267
mail:          undolcepersangiustino@gmail.com              ;
corrieredipianura@email.it

(N.B. Per il parcheggio è consigliabile utilizzare l’ingresso
di via Evangelista Torricelli n. 29)

Napoli: Lunedì 18 Gennaio “Un
dolce per San Giustino” al
Vocazionario di Pianura
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Lunedi 18 gennaio 2021 ore 10.00 – Vocazionario “Deus
Charitas” via Parroco Giustino Russolillo 14 – 80126 Napoli

Il 27 ottobre 2020 il Papa ha apposto la firma che autorizza
il Prefetto per la Congregazione per la Causa dei Santi per
avviare il processo di canonizzazione di Don Giustino. Figura
iconica del quartiere Pianura, è riuscito, durante la sua vita
ad essere amato e venerato in tutto il mondo. A sessanta anni
dalla sua morte, nell’accogliere la proposta del concittadino
Fabio Vivenzio, conosciuto a molti per il suo impegno nel
sociale, “il Corriere di Pianura” ha promosso l’evento
benefico “Un dolce per San Giustino” I^ edizione. Sulla
falsariga del “Dolce di San Gennaro”, il contest vuole
celebrare il santo di Pianura, il territorio da egli tanto
amato e dare lustro e valore ai laboratori dolciari della
zona, permettendo loro di esprimere la propria creatività e
competenza nel settore. Il 18 Gennaio 2021, in ricordo della
nascita del Santo, avverrà la premiazione finale. Una giuria
d’élite valuterà le creazioni che, non solo dovranno
rappresentare il territorio dei Campi Flegrei, ma dovranno
riportare un’analogia con don Giustino. Un evento che, in
questo momento storico, vuole essere un incoraggiamento per
tutti gli artigiani a superare ancora una volta con tenacia e
anche con tanta fede una situazione difficile. Durante la
premiazione verrà, inoltre, assegnata una fascia a chi sarà
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stato in grado di preparare la miglior “pizza dolce”, piatto
tipico della zona che sarà valutato da una giuria altrettanto
caratteristica, rappresentata esclusivamente dai cittadini del
quartiere. L’evento vedrà la partecipazione di sponsor e
realtà molto conosciute sul territorio campano e grazie al
loro contributo l’intera somma raccolta sarà devoluta in
beneficenza. Fondamentale il contributo della Chiesa, di Padre
Ciro Sarnataro e Padre Vittorio Zeccone, parte attiva
nell’organizzazione e importante punto di riferimento per
tutti. E’ stata istituita la pagina Facebook: “Un dolce per
San     Giustino”      ed     il     profilo      Instagram:
“undolceper_sangiustino” il cui scopo è di rendere partecipi
tutti delle varie fasi di selezione e di permettere, a chi lo
vorrà, di raccontarsi attraverso un dolce, una storia o
semplicemente condividendo un pensiero. Don Giustino è stato
in grado di riunire persone anche dopo la sua morte, in sua
memoria oggi il quartiere si stringe in un enorme dolcissimo
abbraccio al Santo amato nel mondo.

per info: Roberta Luppino – 333/9292705; Antonio Di Maio
-335/5350267
mail:          undolcepersangiustino@gmail.com               ;
corrieredipianura@email.it
(N.B. Per il parcheggio è consigliabile utilizzare l’ingresso
di via Evangelista Torricelli n. 29)

Il Presidente Emmanuel Macron
indossa   un   frammento   di
Napoli

                             Una cravatta della Maison
                             Cilento 1780 è stata indossata
                             dal Presidente francese in
                             occasione  della  Convention
                             citoyenne pour le climat

Ugo Cilento con passione, impegno, creatività? e grande
serietà?, e? riuscito a far conoscere ed apprezzare lo stile
Napoletano nel mondo

Il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, ha
partecipato alla riunione con i centocinquanta cittadini della
Convention citoyenne pour le climat (Ccc), il comitato dallo
stesso costituito lo scorso anno per avanzare proposte
concrete sulla lotta ai cambiamenti climatici. In tale
importante occasione ha indossato una cravatta in pura seta
blu navy realizzata da Maison Cilento 1780 che riporta sulla
pala principale la bandiera della Francia. Napoli è stata
sempre una città diversa da tutte le altre, crogiuolo di
popoli e culture da tutto il Mediterraneo e non solo, è stata
in tal modo presente in modo discreto. La cravatta appartiene
alla collezione dedicata alle bandiere del mondo, nata da
un’idea di Ugo Cilento, che ha dichiarato: «Gli abitanti del
mondo diventano una grande famiglia, unita nel risolvere le
sfide del giorno d’oggi. Sono onorato che il Presidente
francese abbia scelto questa cravatta in occasione di un
momento di confronto con i cittadini su una tematica molto
importante come il cambiamento climatico». M.Cilento & F.llo
fondata a Napoli nel 1780 come attività di confezionamento
sartoriale di abiti, cravatte, camicie, accessori e calzature,
da sempre condotta dalla famiglia Cilento e attualmente
guidata da Ugo Cilento, la Maison ha sempre seguito una
impostazione sartoriale artigianale classica, senza processi
industriali, prestando grande attenzione ai dettagli, che si
concretizzano in pezzi unici di grande classe. Prodotti
sartoriali ma anche un vasto assortimento di capi di
abbigliamento, dal classico allo sportswear: pullover, polo,
pantaloni taglio jeans, cappotti, cinture, cappelli e tanto
altro per un total look al passo con i tempi. La Boutique di
via Riviera di Chiaia, nella splendida cornice di Palazzo
Ludolf, è un luogo raro e dal fascino straordinario, un
piccolo museo dove sono esposti oggetti della collezione
privata come capi del Settecento, strumenti di sartoria,
mobili e arredi antichi che diventano i perfetti contenitori
per le collezioni Cilento. Ugo Cilento, titolare dell’atelier,
rappresenta una delle realtà? aziendali più? rilevanti del
mondo della moda italiana, come sua indole, mette il cuore e
l’anima in quello che fa. «Portare avanti un’eccellenza in un
territorio come il nostro dove a volte il bello non combacia
con il lusso non è facile», ha dichiarato recentemente Ugo
Cilento. Napoli è una città che soffre da sempre e tutto
quello che si fa richiede un maggiore impegno che altrove.
Dopo la pandemia ci si augura che parta velocemente la
ripresa, poiché i napoletani devono migliorare e crescere e
non devono chiudersi in sé stessi. Ugo Cilento è l’ ottava
generazione della storica famiglia, sceglie personalmente i
soggetti da raffigurare sui pregiati tessuti, studiando con
cura i dettagli di ogni cravatta che vengono realizzate a
mano, il legame tra storia e moda è visibile in ogni piccolo
gioiello che esce dalla bottega artigianale.
www.cilento1780.it

                                               Harry di Prisco

La Rotta di Enea e la
Campania.   Cilento,  Campi
Flegrei, Sannio nel viaggio
del Mito.

La Rotta di Enea nasce come progetto di turismo culturale-
naturalistico, che ripercorre le tappe del viaggio dei Enea,
eroe dell’Eneide di Virgilio che fugge da Troia e attraverso
un lungo peregrinare arriva in Lazio e si muove verso Roma.

Virgilio è il nostro classico, il classico di tutta l’Europa,
il centro delle civiltà Europea- dirà Thomas S. Eliot in uno
dei suoi testi canonici “What is a Classic?” (1945).

Nel corso di un meeting che il Comune di Benevento ha voluto
organizzare ieri pomeriggio, a seguito della sua adesione
formale al Progetto Rotta di Enea, il Comune di Benevento e
l’Associazione Rotta di Enea hanno esposto un piano strategico
di sviluppo culturale e turistico volto a toccare in
particolar modo la Campania, con Benevento e i Campi Flegrei
attraverso questo itinerario.
Il Progetto istituisce un percorso turistico estremamente
interessante e interconnesso tra Cuma e Benevento che
diventano le due città chiave nei collegamenti verso il
Mediterraneo e verso i percorsi interni della Campania; e
inoltre, punto di partenza per un itinerario che porta a Roma
lungo la bella costa Tirrenica      passando per la foce del
Tevere, e via terra con il cammino dell’Appia Antica.

Le vicende di Enea successive alla fuga da Troia sono narrate
come si diceva, nell’Eneide di Virgilio e il viaggio si
concluderà con l’approdo di Enea e dei suoi compagni sulle
sponde del Lazio, dove il Mito sposerà Lavinia, figlia del Re
Latino.

Enea passerà per Cuma, e giunto sul posto si rivolgerà alla
Sibilla, per discendere agli inferi insieme, lui uomo vivo
entrerà nel mondo dei morti ed incontrerà Caronte e Cerbero,
per poi finire addormentato nell’inganno della Sibilla e
ritrovare lo spirito di Didone, sua amata, morta per amore.
Virglio scriverà dell’episodio: “Tra di esse, fresca della
ferita, la fenicia Didone errava nella vasta selva; appena
l’eroe troiano le ristette vicino e la riconobbe tra le ombre,
indistinta, quale si vede sorgere la luna al principio del
mese, o si crede di averla veduta tra le nubi, gli sgorgarono
lacrime e parlò con dolce amore.” (Virgilio, Eneide, Canto VI)

A Benevento Diomede -eroe greco- seguendo una profezia
restituirà ad Enea – eroe troiano – l’idolo sacro, il c.d.
Palladio sottratto alla città di Troia, ottenendo la
guarigione dopo lunga malattia.

Il viaggio di Enea, nel racconto dell’Eneide, poema epico del
poeta Publio Virgilio Marone tocca nel suo itinerario cinque
paesi e 21 localita?, tra le quali ben cinque siti
dell’UNESCO, ma anche molti altri luoghi straordinari ed
affascinanti. Si parte dalla città di Troia per poi,
attraversare Turchia, Grecia, Albania, Tunisia ed arrivare in
Italia.
La Campania, raccontata nel VI Canto dell’Eneide con le
vicende di Cuma, è una delle regioni protagoniste della rotta
di Enea con tre poli: Cilento, Campi Flegrei, Sannio, dunque
con Palinuro, con Pozzuoli, Cuma, Capo Miseno, il relativo
Parco Archeologico, e gli altri comuni e il Sannio, con
Benevento.

Con l’itinerario proposto, questa sinergia sarà molto
interessante per la nascita di un comitato scientifico e di
una piattaforma unici che interesseranno i cinque paesi
coinvolti.

Il Mito di Enea nei nostri territori vede una stretta
connessione con le arti figurative e la musica. La cultura
della natura e del paesaggio, allo stesso modo, sono
strettamente legate a questo Mito. Scenari interessanti per le
nostre aree riguarderanno gli ambiti della etnobotanica, della
natura e dei suoi prodotti.

Il mare e la costa saranno elementi centrali nella Rotta.

L’obiettivo del Progetto è quello di avviare una nuova
tipologia di turismo che sarà valida certamente
nell’immediato, post fase covid, ma anche nel futuro, per i
cambiamenti che il settore necessariamente dovrà contemplare.
La Rotta di Enea si colloca accanto ad altri percorsi già
esistenti, come la via Franchigena e il cammino di Santiago.
Certamente, darà il via ad un turismo che presenterà il
vantaggio di proporre nuove modalità di viaggio, in località
meno affollate.     Si punta in questo modo, al turismo
angolosassone ovviamente, ma non solo.

Tutta la Campania con Cuma (prima città greca in Italia), e
con Benevento che si muove verso l’Appia, ma che presenta
anche preziosi rimandi all’epoca Bizantina si pongono come
“Rotta di Enea da Cuma a Benevento in un percorso di
rigenerazione”.

La Rotta di Enea è attualmente candidata come itinerario
culturale del Consiglio d’Europa. Relatori del seminario di
ieri pomeriggio, il Sindaco di Benevento Clemente Mastella,
l’architetto    Giovani Cafiero, l’assessore della Regione
Campania Felice Casucci, Barbara Toce del Consiglio d’Europa,
l’assessore alla Cultura del Comune di Pozzuoli Stefania De
Fraia, il Direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei
Fabio Pagano, e l’archeologo Carlo Rescigno; infine Maria
Teresa Moccia di Fraia, referente campano della Rotta di Enea
che ha concluso il meeting, raccontando di Diomede e di Enea,
eroi concorrenti, e degli intrecci del Mito, che lega il
territorio lungo la costa con quello più interno, fino persino
ad arrivare a toccare la città di Napoli, dove la tomba di
Virgilio custodisce le spoglie del poeta.

La dicotomia tra un’antica rotta, un vecchio cammino, e una
nuova strategia trova una simbiosi – queste le parole del
Direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei Fabio
Pagano, che ha esposto il desiderio e la prospettiva di un
Parco che vuole collocarsi in uno scenario ben più ampio,
fatto anche di gemellaggi, ed aprendo porte fisiche e virtuali
dei vari siti.

Il Mare Nostrum e un vela, simboli di mescolanza di culture, e
le stelle dell’Europa diventano il logo di questo racconto, e
dell’associazione Aeneas Route https://www.aeneasroute.org/
che ha preso parte al meeting.

Napoli:     Messa    solenne
dell’Immacolata in diretta su
C21

Napoli. Oggi, martedì 8 dicembre, nel pomeriggio dalle ore
17.30, diretta di Canale 21 per la Santa Messa dell’Immacolata
che sarà celebrata nella Parrocchia Nostra Signora di Lourdes
– Calata Capodichino – da S.E. Mons. Armando Dini, arcivescovo
emerito della Diocesi Campobasso-Bojano.

La Santa Messa sarà preceduta dalla Recita del Santo Rosario.

In chiusura, l’Adorazione Eucaristica, l’Omaggio a Nostra
Signora di Lourdes, la Cerimonia aux Flambeaux.

Un evento in perfetto stile Lourdes. È grazie ad esso che i
presenti – che saranno necessariamente pochi per le norme anti
Covid-19 – e i tanti collegati, tramite la televisione,
“potranno vivere tutti gli appuntamenti di quel pellegrinaggio
che nel 2020 non è stato possibile organizzare alla Grotta di
Massabielle”.

“Continua la nostra programmazione religiosa, durante il ciclo
liturgico natalizio. – spiega l’editore Paolo Torino – Dopo la
Santa Messa nella prima domenica d’Avvento celebrata dal
Cardinale Sepe, vivremo insieme la giornata dell’Immacolata e
tutte le altre grandi celebrazioni, come la Vigilia di Natale.
Le restrizioni Covid-19 impediscono a tantissimi fedeli di
partecipare ai riti. Grazie a Canale 21 potremo comunque fare
Comunità e vivere le celebrazioni più sentite dai credenti”.

La celebrazione viene organizzata dall’UNITALSI, che dedica la
giornata dell’Immacolata particolarmente ai sofferenti e agli
ammalati.

Si tratta in specialità modo di un gesto di solidarietà
sull’esempio      di   Maria,    che    ispira    l’attività
dell’associazione,          specificamente         impegnata
nell’organizzazione dei pellegrinaggi degli ammalati a Lourdes
come di numerose attività solidali al servizio degli
indigenti.

Il commento   liturgico   è   affidato   al   giornalista   Peppe
Iannicelli.

In programma, interventi di Antonio Salamandra.

Regia Stefano Traditi.

Il VG 21, diretto da Gianni Ambrosino, dedicherà servizi e
collegamenti all’evento.

Nella devozione cattolica, l’Immacolata viene collegata con le
apparizioni di Lourdes nel 1858, e iconograficamente, con le
precedenti di Rue du Bac, nel 1830 a Parigi.
L’Immacolata Concezione è un dogma cattolico.           È   stato
proclamato da papa Pio IX l’8 dicembre 1854, con la bolla
Ineffabilis Deus, che sancisce come la Vergine Maria sia stata
preservata, già dal primo istante del suo concepimento, immune
dal peccato originale. Non deve essere confuso con il
concepimento verginale di Gesù da parte di Maria.

                                         Armando Giuseppe Mandile
El Pibe, Casa Seccia dedica
un dolce a Diego Armando
Maradona.

La Pasticceria Seccia, fiore all’occhiello dei Quartieri
Spagnoli e da sempre legata al tifo e all’amore per il pibe de
oro, lancia nell’ultima domenica di novembre una mignon
dedicata alla memoria del compianto Diego Armando Maradona: un
bignè craquelin panna e caramello da condividere sui social
con l’hashtag #elpibe.

Nei Quartieri Spagnoli, nel cuore del centro storico di
Napoli, abita una passione viva e sentita per il grande
calciatore argentino. Nei Quartieri appunto, la Pasticceria
Seccia, già protagonista tre anni fa con la torta ufficiale
delle celebrazioni per la cittadinanza onoraria conferita a
Maradona, e per i 30 anni del primo scudetto del Napoli, ha
pensato a un dolce dedicato alla memoria del genio di Buenos
Aires da offrire ai clienti e a chiunque sia di passaggio nei
Quartieri domenica 29 novembre. Nei limiti ovviamente della
zona rossa, ai clienti sarà dato in omaggio un bignè craquelin
farcito con panna e caramello, sormontato da un bel 10
biancoceleste in pasta di zucchero, il numero della mano de
Dios. El pibe è il nome ufficiale della mignon pensata e
ideata da Casa Seccia, e realizzata dalle sapienti mani del
giovane Antonio Duraccio, nonché dell’hashtag ufficiale per le
condivisioni sui social nelle storie, nei post e nelle foto in
cui figurerà questa golosa pasta choux ripiena. Il pasticcino
è il gemello stretto di un prodotto già proposto tempo fa, in
occasione della festa al San Carlo e nel foyer del teatro
per Maradona cittadino onorario di Napoli: l’aperisciù, un
craquelin al gusto di mojito, daiquiri e pina colada, cocktail
tipicamente cubani, e dai colori della bandiera dell’isola
tanto cara al campione del mondo di Messico ’86.

                             Così a due passi dal murale
                             realizzato anni fa in via de
                             Deo, teatro oggi di
                             un’elaborazione laica della
                             dolorosa perdita, domenica
                             mattina sarà possibile ricevere
                             una mignon dai sapori ricercati
                             e dai colori che ormai sono
                              Storia del Calcio a tutti gli
effetti, da degustare a casa, non prima ovviamente del
doveroso scatto social da condividere poi su Facebook, Twitter
e Instagram tra post e stories.

Una nota di dolcezza per superare il lutto e il difficile
momento storico, sociale ed economico di questa emergenza
sanitaria del covid 19.

Hasta Diego                    siempre,              1960
-2020.
25 Novembre, nello stesso giorno che aveva visto la morte del
suo amico Fidel Castro, Diego Armando Maradona lascia il suo
pubblico, la sua Napoli, l’Argentina. Il suo cuore stanco,
provato da farmaci ed eccessi si ferma. Diego lascia trofei,
lascia una vita vissuta intensamente, percorsa sempre sulla
corsia di sorpasso. Genio e sregolatezza, poesia e follia,
eccessi, amici fedeli e amici meno raccomandabili, una marea
di amori. Diego lascia una città, che si raccoglie incredula
in cori e preghiere, in dediche, candele e sciarpe lasciate
lungo il perimetro dello Stadio San Paolo di Napoli, e nei
vicoli accanto al murales del quartiere Montecalvario.

Il Re è morto. Nulla nel mondo del calcio, della tifoseria
calcistica, nulla nei discorsi dei suoi fan, nulla nello sport
sarà più uguale.

“Napoli città anarchica ha avuto Maradona in dono dall’America
del sud, a contropartita dei milioni di emigranti salpati dal
molo Beverello per Rio De La Plata. Napoli ha avuto i carati
preziosi dei suoi piedi a titolo di restituzione. Maradona le
assomigliava. Come lui, la città poi si è lasciata andare,
sazia del trionfo, che dev’essere breve, se no opprime. È il
trionfo breve a restare perfetto nella memoria; non le dozzine
di scudetti, ma il paio.” questo scriveva di lui Erri De Luca
Città anarchica, che gli assomiglia: Diego è entrato dalla
porta principale nelle pieghe sottili, nelle case, nei cuori.
Diego che nasceva dal popolo, a Napoli aveva trovato il suo
secondo popolo. Il suo vero campo di calcio erano i vicoli e
le case della gente. Città che lo ha accolto come una madre
accoglie un figlio, senza mai giudizi, poggiando un velo sui
difetti, tanti, e adorandone le virtù, infinite, mostrate con
sfrontatezza, vanto e semplicità sul campo di pallone e nella
vita di tutti i giorni.
Vittorio Sgarbi intervistato nel giorno della morte, lo
paragona a Caravaggio, pittore maledetto, geniale e irruento,
anche lui accolto senza filtri dalla città. Che diviene
napoletano nell’immaginario collettivo pur non essendo nato a
Napoli.
Vola via la vita, resta immutato il mito. Per le strade di
Napoli restano i murales, osannati, le parole, i cori; alle
finestre si appendono bandiere azzurre, l’azzurro del Napoli
come quello dell’Argentina. Un solo popolo ora. Si parla di
lui come fosse ancora vivo, come fosse uno di famiglia, un
parente che se n’è andato, un amico. Di Diego si parla al
presente come se, anche negli anni più duri, fosse sempre al
suo posto, ed ancora è là. Si discute di lutto cittadino,
forse lo stadio San Paolo di Napoli verrà intitolato a Diego
Armando Maradona e intanto, l’Argentina si chiude in un
ricordo di tre giorni, passano le immagini dei funerali
privati, e delle lunghe file in pellegrinaggio per le strade
di Buenos Aires.
Per l’ultimo addio a Diego (di) D10’s. Un Dio pagano. Un Re
tra i Re.
IL LIBRO
Gli scatti del fotoreporter Sergio Siano, negli anni Ottanta
fotografo a bordo campo allo stadio San Paolo, ci consegnano
una narrazione quasi filmica del calcio negli anni di
Maradona.

IntraMoenia edizioni – Napoli
Addio DIEGO, dio del Calcio

Muore all’età di 60 anni il grande Diego Armando Maradona, el
pibe de oro, per molti il più grande calciatore di tutti i
tempi, il mito, una leggenda.

A dare la notizia, il quotidiano argentino il Clarin e la
CNN. Riuscito il recente intervento alla testa. Oggi, mentre
era nell’ abitazione di Buenos Aires, Diego è stato però colto
da un arresto cardiaco che lo ha stroncato. Con lui il Napoli
vinse due scudetti; l’Argentina i Mondiali del 1986.

Se ne va in questo dannato 2020, Diego Armando Maradona: il
Pibe   de   Oro    è  stato   stroncato    da   un   arresto
cardiorespiratorio. Aveva appena compiuto 60 anni. La notizia
ha lasciato senza fiato il mondo del calcio, la sua Argentina
e l’Italia intera,

soprattutto Napoli della quale era stato sovrano in campo dal
1984 al 1991.

Si era sentito male nel giorno del suo sessantesimo
compleanno, venerdì 30 ottobre, ed era stato ricoverato in una
clinica a La Plata, poi trasferito alla Olivos di Buenos
Aires. La notizia aveva lasciato sgomenti i tifosi argentini,
tanto che l’ambulanza era stata scortata da un corteo di mezzi
delle forze dell’ordine, mentre i tifosi, con fumogeni
azzurri, continuavano a giungere all’ingresso, dove sono
rimasti per giorni, in supporto del mito del calcio.

Martedì 3 novembre aveva subito un intervento al cervello per
rimuovere un ematoma subdurale (coagulo di sangue), causato da
un colpo di testa contro il pavimento. Non uno dei suoi
eccezionali contro un pallone.

Operazione tecnicamente riuscita. Era stato infatti dimesso
dall’ospedale di Buenos Aires pochi giorni fa, visto che stava
meglio, e trasferito per la seconda fase del recupero, in
un’abitazione privata nel Nordelta, centro residenziale alle
porte di Buenos Aires, come concordato tra lo staff medico e
la famiglia di Maradona: le figlie e le sorelle insieme all’ex
fidanzata Veronica Ojeda.

Le improvvise complicazioni lo hanno portato alla morte:
fatale è stato un arresto cardiaco sopraggiunto nella giornata
di oggi, 25 novembre, alle ore 12 circa locali – le ore 16 in
Italia – mentre si trovava nella sua abitazione a Tigre,
seguito 24 ore su 24 da un’equipe medica di altissimo livello.
I sanitari che erano con lui hanno cercato di rianimarlo, e
nel frattempo erano in arrivo le ambulanze, su segnalazione
immediata. Ma, quando sono giunte era purtroppo già troppo
tardi: Diego si era già spento.

I suoi sessant’anni erano stati celebrati da tutto il mondo
del calcio, con onori, un’infinità di telefonate e messaggi
auguri, incominciando da tantissimi campioni di ogni sport, di
ieri e di oggi.

Diego Armando Maradona è stato il più grande calciatore di
tutti i tempi, ha vinto i Mondiali con l’Argentina nel 1986 –
con cui ha disputato anche la finale di Italia ’90 – due
scudetti con il Napoli – 1987 e 1990 – ed è stato uno dei
campioni più amati in assoluto.

Una storia disseminata di successi, tra trofei vinti e gol
memorabili: in Argentina-Inghilterra alla Mano de Dios, il gol
del secolo segnato pochi minuti dopo, quando scartò sette
giocatori inglesi prima di battere Shilton.

In squadra pure con il Barcellona e il Siviglia, e in
Argentina con il Boca Juniors e l’Argentinos Juniors.

Quattro Mondiali con la nazionale argentina, della quale è
stato poi allenatore nel 2010, nominato a furor di popolo:
Maradona la portò ai quarti di finale in Sudafrica, quando
l’Albiceleste venne eliminata dalla Germania, e poi Diego fu
esonerato.

In Argentina sono stati proclamati tre giorni di lutto
cittadino.

Napoli è in lacrime per la perdita del suo idolo e verrà
proclamato il lutto cittadino per onorare la memoria del Pibe
de Oro, come anticipato dall’assessore allo Sport del Comune
di Napoli, Ciro Borriello:

Parole di cordoglio da parte del sindaco Luigi De Magistris,
appena appresa la terribile notizia della fine di Maradona:
“una notizia tragica in un anno pessimo. Maradona è Napoli e
l’amore di Napoli e dei napoletani è viscerale. Oggi per
Napoli è una giornata tristissima. L’abbraccio di tutti i
napoletani per la famiglia, nella consapevolezza che
quest’amore non finirà mai. È stato un amore vero e grande”.

Il Comune partenopeo pensa di intitolare il San Paolo a
Maradona, su proposta del presidente della commissione Sport,
Carmine Sgambati.

Lascia tanti ricordi, una vita di cui la prima parte è stata
costellata da successi, ai limiti dell’incredibile, fino al
1994, quando il mito, ai mondiali americani, venne trovato
positivo all’antidoping.

Poi, la seconda parte, altalenante ma mai più sfolgorante.

… e tanti figli. Ufficialmente, Dalma Nerea e Gianinna Dinorah
avute dalla prima moglie Claudia Villafane; una bambina di
nome Jana, avuta da Valeria Sabalaìn. Diego Fernando –
l’ultimo – da Veronica Ojeda. Ma soprattutto Diego junior –
identico a papà da giovane – finalmente riconosciuto dopo anni
e anni di pene e di battaglie da parte della mamma, la bella e
combattiva napoletana Cristiana Sinagra, che ebbe col
campionissimo una storia d’amore. Un amore da Diego di fatto
rinnegato con protratti rifiuti a riconoscere un figlio senza
dubbi suo: bastava guardarlo quel ragazzo, per rivedere in lui
Maradona giovanissimo!

Una vicenda triste che gettò un’ombra mai più dissipata sulla
figura del campionissimo: il pubblico, nonostante lo amasse,
restò turbato dalla sua ostinazione a non voler riconoscere il
figlio, finché il test del DNA non confermò ciò che tutti
sapevano e soprattutto vedevano: un figlio uguale al padre. Un
figlio che non poteva più rifiutare.

Ma a lui si può perdonare tutto, proprio tutto, scandali,
colpi di testa e debolezze inclusi. Diego Armando Maradona,
giocatore immenso e unico, praticamente una divinità, anche
sulla via del declino.
Un gitano vagabondo, dalla prima squalifica per doping che ha
segnato per sempre la sua esistenza,      prima costellata di
sfolgoranti successi e incredibili eccessi.

Da allora, tutto cambia. Nel 1994, ancora sotto squalifica, è
a guida della squadra argentina Textil Mandiyù, poi dell’Al-
Wasli (Dubai), del Fujarah (Emirati Arabi), dei Dorados
(Messico). Poi il ritorno in Argentina, alla guida del
Gimnasia La Plata. La presidenza onoraria del club bielorusso,
la Dinamo Brest.

Gli incontri con Fidel Castro, Chavez, Menem, da un lato.
Dall’altro, bulimia, alcol, depressione. Comunque la forza di
rialzarsi, ogni volta. Finché il cuore non ce l’ha fatta più.

Una vita a cicli, dei quali il primo è rimasto drammaticamente
unico e irripetibile. Una leggenda. E leggenda rimane,
comunque.

Addio Diego. Ci hai fatto sognare davvero.

                                             Teresa Lucianelli

Ritrovare la via del cuore.
Passione e tecnologia. La
pittura di Roberto Di Napoli.
Ritrovare    la via. L’arte di Roberto di Napoli raccoglie gli
elementi    per una riflessione attualizzata sul mondo delle
relazioni   interpersonali, dei legami tra uomini e donne, delle
fragilità   umane.

Comunicazione e incomunicabilità, globalizzazione e
cambiamento, inizio e fine dell’amore, passione catturata nei
suoi amplessi. E poi, mondo del lavoro, avvento di una
tecnologia spinta come strumento che si sostituisce alla
presenza fisica, nuovi mezzi di contatto che creano nuovi
linguaggi e nuove forme di distanza. Fino alla riflessione
sulla solitudine dell’individuo.

Roberto Di Napoli, è un artista partenopeo, che spazia con la
sua tecnica artistica dagli schizzi a matita e a china, agli
acrilici su tela, al disegno digitale. La sua arte è un’arte
figurativa, nella quale emerge la passione per gli studi di
anatomia fatti al liceo d’arte, ma è anche un’arte che si
raccorda con argomenti quali la sociologia, la psicologia
industriale, la sociologia del lavoro.

In questa riflessione critica sul mondo delle relazioni e
sugli strumenti propri della comunicazione tra esseri umani,
chiediamo all’artista se qualche anno fa immaginava che il
mondo nel quale viviamo sarebbe cambiato proprio seguendo la
linea di queste trasformazioni nelle relazioni interpersonali
da lui rappresentate, regolate dall’uso di una tecnologia così
spinta nella comunicazione tra persone?
Credo che la tecnologia abbia radicalmente modificato le
nostre relazioni, velocizzando e anestetizzando il dialogo tra
individui. Lo scenario difficile che stiamo vivendo mette in
gioco distanze da rispettare, ma anche l’illusione che con la
tecnologia queste distanze possano essere azzerate,
allontanandoci dal concetto di base di una relazione umana
fatta di gesti, sguardi, voglia di stringersi.

Osservando i tuoi lavori leggiamo di storie, relazioni,
legami. Queste storie sono storie secondo te reali o
immaginate? O meglio i legami sono possibili a prescindere
dalla distanza?

Le mie sono storie che immagino, ma possono esistere per
davvero. Mi è capitato ad esempio di ricevere messaggi di
persone che dicono di riconoscersi nei miei lavori o
attraverso questi di riassaporare frammenti di emozioni
passate. I legami sono possibili in molte condizioni, ma è
anche vero che la distanza forse ne altera la magia.

                     Molti dei soggetti ritratti sono soggetti
                     femminili. Quanto è importante il corpo
                     femminile nel tuo tratto e quanto ti sta
                     a cuore la tematica del ruolo della donna
                     nel mondo attuale?

Penso che bisognerebbe preservare in ogni luogo del mondo lo
spirito femminile: la donna è sinonimo di vita per il genere
umano. Per quanto riguarda l’involucro ovvero il corpo, ho
sempre considerato il corpo femminile vera e propria opera
d’arte in movimento, per la sinuosità e rotondità delle linee
e per il racconto dell’anima residente.
Tornando invece, al sociale con particolare riferimento al
mondo del lavoro, i dipinti di Roberto Di Napoli, diventano
una finestra aperta sui luoghi di lavoro spesso
spersonalizzati, sulle relazioni telematiche, sulla distanza e
infine sulla solitudine in questa epoca dell’individuo, uomo o
donna che siano. Tu credi che distanza significhi anche
assenza e che questa mancata presenza condizioni le relazioni
umane, rendendole più fredde e calcolate? Al contrario, credi
che la compresenza e l’affinità richiedano l’elemento della
vicinanza?

Distanza non significa per me necessariamente assenza, ma la
distanza va cullata, arricchita e alimentata con attenzione.
Le relazioni possono convivere con la distanza a patto che vi
sia una sincera e costante necessità di contatto. In sintesi,
la distanza non può e non deve rappresentare una costante.

                     Cosa emergerà tra il cuore [quindi,
                     l’amore, la vicinanza, la relazione] e
                     l’intelletto     [inteso   come  quel
                     meccanismo di    autodifesa dell’uomo
                     metropolitano, che tutela la propria
                     vita soggettiva e si abitua a costruire
                     rapporti distaccati]?

Forse, oggi il cuore emerge sempre meno. Forse, siamo
terrorizzati dall’amore e questa prudenza sta finendo per
renderci quasi inorganici. Nei miei lavori il cuore è un
simbolo, un nucleo nel quale vengono immagazzinati tutti gli
eventi vissuti e a differenza del cervello, vengono mantenute
reminiscenze emozionali.

Sulle tele dipinte da Roberto il cuore è infatti, il nucleo
centrale dell’essere umano ed è rosso. In questo punto del
corpo – racconta spesso l’artista – si concentra tutto
l’essere: nel cuore, e non nella sua testa, risiedono tutte le
fragilità. Il rosso presente in molti di questi lavori, spesso
con pennellate veloci e materiche è il colore della verità,
del sentimento e del ricordo, il colore nero raccoglie queste
verità e le protegge dalle fragilità umane.
Maradona, fans esultanti:
riuscito  l’intervento al
cervello
Esito positivo per la rimozione dell’edema di natura
traumatica operata dal chirurgo neurologo Leopoldo Luque in
ottanta minuti, contro le tre ore previste. Per il Pibe de oro
nuova operazione di completamento e curettage. Tantissimi fans
uniti in coro davanti alla clinica, striscioni e immagini per
sostenere il mito del calcio. Testimonianze di affetto in
Argentina come a Napoli e nel resto del Mondo

Buenos Aires. Un’ora e venti minuti invece delle tre ore
inizialmente programmate: l’operazione al cervello di Diego
Armando Maradona si è conclusa con successo.

Grida di gioia e cori liberatori quando, in piena notte
argentina, è giunta la notizia. Fuori dell’ esclusiva Clinica
Oliva, tantissimi tifosi attendevano con ansia, alcuni in
lacrime. Centinaia di tifosi hanno circondato la struttura
sanitaria dov’è ricoverato il Pube de oro, per testimoniargli
immutato affetto e non fargli mancare il loro supporto in
questo delicato momento. In apprensione gli aficionafos di
tutto il mondo, incominciando dalla città di Napoli, proprio
come tutta l’Argentina, la tifoseria è stata in seria
apprensione per le condizioni del grande Diego. Il suo Napoli
Calcio non ha mancato d’incoraggiarlo su Twitter, sostenendolo
a distanza, con un partecipato #fuerzadiego e la significativa
foto di una sua recente visita negli spogliatoi dello stadio
partenopeo San Paolo, saldamente abbracciato a Lorenzo
Insigne.

I grumo di sangue, un ematoma subdurale di natura traumatica,
emerso dalle analisi strumentali cui è stato sottoposto dopo
il ricovero, è stato dunque asportato. Quindi, a breve un
altro piccolo intervento per rifinire. Tre o quattro giorni di
riposo e poi inizierà la riabilitazione.

L’intervento è stato eseguito su consensi diretto di Maradona,
mentre la sua famiglia – a quanto riporta il quotidiano El
Clarin – avrebbe manifestato dei dubbi riguardo
all’intervento, indicato come urgente dal noto neurologo
Leopoldo Luque. I parenti del fuoriclasse avrebbero chiesto di
ritardare l’intervento e di valutare altre opzioni,
innanzitutto farmacologiche. Ma Diego non ha voluto sentire
ragioni e ha posto fiduciosi il sui destini nelle mani dello
specialista di fiducia, che ha poi definito, modestamente, di
comune amministrazione l’operazione effettuata con successo.

Rimane sconosciuta l’origine del trauma. El Pube de oro non
rammenta infatti di essere stato vittima di alcuna caduta,
anche se si ipotizza che invece sia avvenuta in casa. Potrebbe
trattarsi di un incidente avvenuto mentre giocava insieme al
Diego Fernando, il figlio avuto da Veronica Ojeda, sette anni
fa.

Escluso in partenza che si trattasse di covid, fino a martedì
i medici pensavano che Maradona fosse affetto da anemia
associata ad una forte disidratazione, ripercussione della
drastica dieta alla quale si è sottoposto per perdere
velocemente peso.

Il dott. Luque, aveva ipotizzato che Maradona fosse stressato
per gli eventi delle ultime settimane – motivi per il quale
era stato ricoverato più di due settimane fa – ma di buon
umore, a dispetto delle ipotesi di depressione, e pronto a
lasciare a breve la clinica per rientrare a casa.

Gli accertamenti – in particolare la Tac – hanno invece
rivelato che si trattava di un edema subdurale di natura
traumatica, in pratica un pericoloso grumo di sangue a livello
della meninge.

La situazione è precipitata e i medici hanno disposto un
urgente trasferimento – lucido e tranquillo – a 60 chilometri
di distanza, da La Plata in una eccellente struttura di Buenos
Aires, in elicottero, sostituito altrettanto velocemente con
un’ambulanza.

Centinaia di persone davanti alla clinica, alle 18 locali, ore
22 italiane, centinaia e centinaia di fans.

Si sapeva già, dallo scorso venerdì, che Maradona fosse
affetto da problemi di salute. Diego era entrato sul prato,
durante la festicciola del Gimnasia La Plata per i suo 60esimi
compleanno, traballante e smarrito – per molti assente – a
piccoli passi, lenti e malfermi, sorretto energicamente da una
guardia del corpo. Nella mattinata, la figlia Giannina e il
suo avvocato, Matias Morla, l’avevano trovato in preda di
forti dolori allo stomaco. Diego era apparso particolarmente
stanco e depresso. Non erano riusciti a tenerlo lontano dal
campo, ma in serata lo avevano persuaso a farsi accompagnare
in clinica per controlli, disposti immediatamente.

Poi, il peggioramento delle condizioni di salute e, di
seguito, gli esiti degli accertamenti hanno rivelato l’urgenza
d’intervenire al più presto chirurgicamente.

“L’intervento è concluso ed è stato un successo” ha comunicato
soddisfatto il suo portavoce Sebastian Sanchi, aggiungendo che
“tutto è andato come previsto: Diego sta bene e riposa nella
sua stanza”.

Lunga vita, magnifico campione!

                                      Armando Giuseppe Mandile
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