Ambasciata d'Italia ad Ankara - Ufficio Commerciale

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Ambasciata d'Italia ad Ankara
                                   Ufficio Commerciale

                   (Dal 26 maggio al 6 giugno 2012 - n. 16)
                               Prot. Nr. 1445

Ambasciata d’Italia in Ankara, Ufficio Commerciale, Atatürk Bulvarı 118, 06680, Ankara, www.ambankara.esteri.it ;
               commerciale.ambankara@esteri.it ; tel. 0090-312-4574275; fax 0090-312-4574282
                                    Responsabile: Cons. Amb. Patrizia Falcinelli
ULTIMI SVILUPPI

•   Terremoto in Emilia: il Ministro Gnudi rassicura i turisti italiani e stranieri.
    Con riferimento al terremoto che nei giorni scorsi ha avuto per epicentro alcune aree
    dell’Emilia, il Ministro degli Affari Regionali, il Turismo e lo Sport, Piero Gnudi, ha
    voluto rassicurare tutti coloro che hanno programmato o intendono programmare
    una vacanza nelle aree limitrofe. L’intera Regione Emilia-Romagna, le località
    balneari sul Mare Adriatico, i capoluoghi e le città d’arte nei territori prossimi a quelli
    direttamente interessati dal sisma, sono perfettamente fruibili. La riviera adriatica, in
    modo particolare, non ha subito alcun danno e tutte le strutture turistiche, sia
    ricettive che di servizio, sono perfettamente funzionanti. L’epicentro e i maggiori
    danni dei terremoti del 20 maggio e del 29 maggio scorsi sono concentrati in alcune
    zone in aree confinanti delle Province di Modena, Ferrara, Reggio Emilia e Mantova.
    Con eccezione di queste specifiche zone, non vi è alcuna limitazione per lo
    svolgimento dell’attività turistica e ricettiva nel resto della Regione o nelle Province
    di Regioni vicine. Le vie di comunicazione stradali e ferroviarie sono perfettamente
    agibili, gli aeroporti funzionano regolarmente così come le linee di
    telecomunicazione. Gli alberghi e le altre strutture ricettive svolgono attività regolare
    e il patrimonio culturale di cui l’area è ricchissima è perfettamente visitabile.

•   Dati commercio estero gennaio-
                             gennaio-aprile 2012.
                                            2012. L’Iran scalza la Cina dalla terza
    posizione tra i partner commerciali della Turchia.
                                              Turchia. Secondo i dati emanati dall’Ente
    turco di statistica Türkstat e rielaborati dall’Ufficio ICE di Istanbul, a fronte di un
    aumento dell’interscambio del 2,2% rispetto allo stesso periodo del 2011, le
    esportazioni della Turchia nel quadrimestre gennaio-aprile 2012 sono aumentate del
    10,9%, mentre le importazioni sono diminuite del 2,7%. Nel periodo di riferimento il
    saldo negativo della bilancia commerciale è passato da 33,7 a 26,9 miliardi USD,
    confermando l’efficacia delle misure governative tese a contrarre le importazioni.
    Un’altra variazione significativa è rappresentata dalla diminuzione dell’interscambio
    con l’Unione Europea, il cui valore è passato da 50,5 a 47,3 miliardi USD. Anche
    questo dato può essere letto come effetto delle misure in atto da parte del Governo
    di diversificazione dei mercati di sbocco per ridurre la dipendenza dal mercato UE,
    che rimane comunque il principale partner commerciale. La quota UE sul totale
    dell’interscambio turco nei primi 4 mesi del 2011 era pari al 42%, per un valore di
    50,5 miliardi USD, mentre oggi è al 38,5% (47,3 miliardi USD). Il saldo, che rimane
    favorevole alla UE, è diminuito del 7,3% (8,6 miliardi USD ad aprile 2011 contro i 7,9
    miliardi USD dell’aprile 2012). Nella graduatoria dei partner commerciali della
    Turchia, al primo posto si colloca la Germania, con 10,9 miliardi USD di interscambio
    (-9,1% rispetto ai primi quattro mesi del 2011) ed un saldo negativo per la Turchia di
    1,9 miliardi USD. Al secondo posto c’è la Russia, con 10,1 miliardi di dollari (+9,2%
    rispetto allo stesso periodo del 2011) ed un saldo negativo per la Turchia di 6 miliardi
    USD; al terzo posto l’Iran con quasi 7,8 miliardi USD (+65,7%) ed un saldo negativo
    per la Turchia di 2,5 miliardi; al quarto posto la Cina, con 7,4 miliardi USD (-1,1%) ed
    un saldo negativo per la Turchia di 5,8 miliardi; al quinto posto gli USA, con 6,7
    miliardi USD (-4,2%) ed un saldo negativo per la Turchia di 2,9 miliardi. Al sesto
    posto si colloca l’Italia, con un interscambio pari a 6,3 miliardi USD (-12,1% rispetto
    ai primi quattro mesi 2011) ed un saldo negativo per la Turchia di 2 miliardi USD.
    Anche se relativi a valori medi di interscambio molto inferiori, sono da segnalare gli
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aumenti percentuali nel commercio della Turchia con alcuni Paesi limitrofi: Egitto
    (41%), Azerbaijan (37%), Libia (94%), KIrghizistan (45%). (Fonte Ufficio Ice di Istanbul).

•   Astaldi presenta la migliore offerta
                                 offerta per il Terzo Ponte sul Bosforo. Il 29 maggio
    scorso (giorno scelto non a caso dal Governo turco che ha voluto così celebrare il
    559° anniversario della conquista di Costantinopoli), il consorzio costituito dalla turca
    IÇTAŞ e dall’italiana Astaldi è risultato quello ad aver presentato la migliore offerta
    per la gara relativa alla costruzione del Terzo Ponte sul Bosforo (lungo 1275 metri) e
    dei 96 km di vie di collegamento, gara alla cui partecipazione erano stati ammessi
    soltanto tre consorzi (il quarto inizialmente compreso nella short list era stato poi
    escluso per carenze tecniche del progetto presentato). Il progetto, il cui valore
    supererebbe ampiamente i 2 miliardi di Euro, sarà realizzato con modalità BOT in tre
    anni. Il ponte comprenderà quattro corsie per senso di marcia riservate alle auto, più
    una linea ferroviaria doppia, cui si aggiungeranno i 96 km di autostrada di
    collegamento. Alla gara per il Terzo Ponte dovrebbe nel futuro far seguito quella per
    la parte restante del progetto autostradale “Nord Marmara Highway” (414 km) che,
    partendo dal lato asiatico di Istanbul e in raccordo con la futura autostrada Gebze-
    Izmir (in corso di realizzazione da parte di una joint-venture che include sempre
    Astaldi), dovrà attraversare il Bosforo per poi ricollegarsi, nelle vicinanze di Tekirdağ,
    con la Trans European Motorway (TEM) che collega il Paese alla Grecia. Questo
    nuovo successo riportato da una azienda italiana si inscrive in un quadro di
    collaborazione italo-turca che è stato ampiamente valorizzato in occasione sia del
    Vertice bilaterale Intergovernativo di Roma dell’8 maggio scorso sia nel corso della
    recente Missione Economica di Confindustria e ICE. Ai margini di tale missione
    economica si era svolta un’interessante iniziativa organizzata da ANCE, Unicredit e
    BIIS, che ha riscosso grande successo anche presso le istituzioni e le aziende
    turche, volta a far luce sulle opportunità di partenariato tra contractors italiani e turchi
    non soltanto nei rispettivi Paesi ma anche sui mercati terzi, una logica win-win-win
    che le aziende italiane sanno interpretare magistralmente.

•   Al via la costruzione del Tunnel autostradale Ovit per il potenziamento
                                                              potenziamento dei
    trasporti nella Regione del Mar Nero. Grandi aspettative sono legate alla
    realizzazione nella Turchia nord-orientale di quello che dovrebbe essere il tunnel
    autostradale più lungo nel Paese ed il terzo al mondo, pari a 17 km (inclusivi delle
    strade di collegamento) e con un costo stimato a 800 milioni TL. Si è svolta infatti a
    metà maggio la posa della prima pietra del Tunnel Ovit che, attraversando il monte
    omonimo, collegherà Ikizdere (Provincia di Rize) e Ispir (Provincia di Erzurum).
    Secondo quanto dichiarato alla stampa da Ömer Faruk Ofluoğlu, Presidente della
    Camera di Commercio ed Industria di Rize (Regione del Mar Nero), l’opera
    contribuirà a stimolare l’economia delle zone interessate, rafforzando i flussi turistici
    in entrata e le prospettive commerciali sia sul mercato nazionale che su quelli
    internazionali, anche grazie alla possibilità di sfruttare a pieno le potenzialità degli
    importanti porti che si affacciano sul Mar Nero. Come affermato da Ofluoğlu, i
    progetti infrastrutturali come il Tunnel Ovit vanno inquadrati in una strategia volta a
    potenziare i trasporti terresti che collegano le Province dell’Anatolia nord orientale a
    quelle del sud-est all’Iran (la distanza tra Rize e Tabriz è pari a 1300 km, meno di
    quella tra Tabriz e qualsiasi altro porto), facilitando anche i collegamenti con i Paesi
    dell’Asia Centrale, con la Siria e l’Iraq. Con il Tunnel Ovit, le 10-11 ore necessarie
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per andare da Rize a Mardin (Anatolia sud-orientale) verranno ridotte a 4 ore e
    mezza, con grande beneficio sia per le esportazioni della Regione del Mar Nero (che
    potranno quindi raggiungere più facilmente il Mediterraneo), sia per quelle
    dell’Anatolia sud-orientale (in particolare le nove province interessate dal progetto
    GAP) che potranno essere più facilmente convogliate verso i Paesi dell’Europa
    orientale e le ex Repubbliche Sovietiche. In occasione della cerimonia per la posa
    della prima pietra, il Primo Ministro Recep Tayyip Erdoğan ha sottolineato
    l’importanza del progetto, evidenziando anche il contributo del tunnel nel facilitare i
    trasporti nelle zone interessate soprattutto nel periodo invernale, garantendo quindi
    la continuità dei flussi commerciali nel corso dell’anno.

•   Prosegue il boom dei fiori d’arancio,
                                d’arancio, anche grazie alla maggiore stabilità
    economica. Secondo quanto dichiarato di recente alla stampa da Meltem Tepeler,
    fondatrice e Presidente dello YAPED (Associazione dei Pianificatori e degli
    Organizzatori di Eventi), la già fiorente industria turca che ruota attorno ai matrimoni
    (vedi Cronache Economiche n.1/2012) potrebbe crescere nel 2012 di un ulteriore
    15%, anche come conseguenza della maggiore stabilità economica avvertita
    dall’opinione pubblica turca. Sarebbero circa 650.000 le coppie che ogni anno
    pronunciano il fatidico “lo voglio” in Turchia, a beneficio dei circa 20 settori collegati
    all’evento matrimoniale. Nonostante l’indisponibilità di cifre certe, la presidente dello
    YAPED ha riferito che il giro d’affari dell’industria matrimoniale turca si aggirerebbe
    attorno ai 200 milioni di USD su un totale di 165 miliardi USD a livello mondiale.
    Assieme a Las Vegas, Istanbul è la destinazione preferita al mondo per i matrimoni,
    una location scelta anche da molte coppie straniere, provenienti principalmente da
    Arabia Saudita, Libano, Giordania, Azerbaijan e Russia (sarebbero oltre 500 i
    matrimoni celebrati ogni anno tra coppie completamente straniere, un numero che
    cresce almeno di circa il 20% ogni anno). Una curiosità: sulla scia del successo delle
    soap opera turche in tutto il mondo arabo, sempre più numerose sono le coppie
    provenienti da questi Paesi che chiedono un matrimonio ispirato al mondo ottomano.
    Parallelamente all’aumento dei matrimoni e al volume d’affari, è cresciuto in questi
    anni il numero delle società operanti nel settore: sono infatti circa 300 le società che
    in Turchia offrono oggi matrimoni “chiavi in mano”, contro le 50 di pochissimi anni fa.
    Esaminando la lista delle spese che una coppia si trova ad affrontare, sembra che il
    costo di un abito da sposa di qualità media in Turchia vari da 1000 a 4000 TL (per un
    volume d’affari annuo di circa 195 milioni USD); quello di un servizio fotografico da
    2000 a 5000 TL (con un numero di foto scattate che può raggiungere anche quota
    6000); quello della moneta d’oro da un quarto (22 carati), il tradizionale dono agli
    sposi, ammonta a 150 TL; quello degli addobbi floreali varia da 12.000 a 15.000 TL.

•   Continuano a scarseggiare gli Investimenti Esteri Diretti Stranieri (FDI) in
    alcune province orientali
                    orientali.
                        ntali. Secondo il rapporto sugli Investimenti Esteri Diretti (FDI)
    recentemente pubblicato dal Ministero dell’Economia turco per il 2011, nonostante
    risultino operanti nel Paese circa 30.000 aziende con capitale straniero (di cui oltre
    16.000 nella sola Istanbul) continuano a non attrarre investimenti stranieri le
    Province di Bayburt (Mar Nero), Bitlis (Anatolia orientale), Gümüşhane (Mar Nero),
    Kırıkkale (Anatolia centrale) e Siirt (Anatolia sud-orientale). Risulta invece attiva una
    sola azienda straniera in ciascuna delle Province di Ardahan, Hakkari, Tunceli
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(Anatolia Orientale) e Kırşehir (Anatolia Centrale). A fronte di tale situazione, il
    Presidente della Camera di Commercio ed Industria di Kırıkkale Cemalettin Akdoğan
    ha annunciato la propria intenzione di adoperarsi per rendere l’area più attraente in
    termini economici. Secondo İsmail Akcay, Presidente della Camera di Commercio ed
    Industria a Gümüşhane (la cui Zona Industriale Organizzata è dotata di 40
    appezzamenti di terreno in attesa di investitori), l’ostacolo agli investimenti stranieri
    verso queste aree del Paese è la mancanza di infrastrutture (aeroporti, ferrovie ed
    autostrade) oltre alla distanza dai porti più vicini. Il Vice Presidente della Camera di
    Commercio e dell’Industria di Siirt si è invece detto fiducioso per un futuro aumento
    degli investimenti sia internazionali che nazionali, grazie anche al nuovo sistema di
    incentivi recentemente varato dal Governo che si aggiungono a quelli offerti dalla
    stessa Provincia (acquisto dei terreni a buon mercato e disponibilità di manodopera a
    basso costo) e al vantaggio derivante dalla prossimità alle zone di frontiera.

•   La carenza di bestiame mette in difficoltà il settore turco del pellame.
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    Yılmaz, Direttore Generale della Kuzu (azienda turca leader nella produzione di
    giacche in pelle), ha recentemente dichiarato alla stampa turca che il settore del
    pellame sta attualmente attraversando serie difficoltà a causa della minore
    disponibilità di bestiame. “Il numero dei capi destinati alla produzione di pellame, che
    negli anni ’60 ammontava a 500.000 unità (tra pecore e capre) è sostanzialmente
    rimasto invariato sin d’allora, mentre sia la popolazione sia le dimensioni dei settori
    industriali che ne fanno utilizzo (compresi produttori auto e mobilifici), sono
    aumentate abbondantemente. Denunciando il mancato supporto del Governo che ha
    ignorato tale settore in tutti i pacchetti di incentivi sinora varati, Yılmaz ha suonato un
    campanello di allarme per i pericoli derivanti dalla scarsità di bestiame. Sembra infatti
    che molti grossisti abbiano iniziato ad importare giacche di pelle da Pakistan ed India
    (500.000 nel 2011) per poi applicarvi l’etichetta “Made in Turkey”, una pratica che,
    vista la peggiore qualità delle pelli provenienti dai Paesi orientali, finisce per
    danneggiare tutto il settore industriale turco. L’industria turca del pellame ha
    conosciuto un vero e proprio boom a partire dal 1990 e ora gli impianti di produzione
    ubicati nelle zone industriali organizzate della Regione del Mar di Marmara (come
    Çorlu, nella Provincia di Tekirdağ, e Tuzla, nel distretto di Istanbul) sono tra i più
    moderni al mondo, tanto che vengono utilizzati da professionisti italiani e greci che –
    secondo Yılmaz – vi realizzano prodotti di qualità paragonabile a quella italiana, se
    non migliore. Sempre secondo il Direttore Generale della Kuzu, una giusta politica di
    sostegno e di incentivi al settore potrebbe far raddoppiare le esportazioni che
    attualmente ammontano mediamente a 1 miliardo USD all’anno.

•   Ankara rompe con Standard and Poor's e guarda a Pechino:
                                                       Pechino: sì all'agenzia di
    rating nazionale. Ankara è sulle orme di Pechino che si è creata una propria
    agenzia di rating chiamata Dagong Global Credit Rating Co, che dopo aver
    declassato, uno dopo l'altro, Stati Uniti, Gran Bretagna, Portogallo, Italia e Francia, è
    riuscita a farsi conoscere dagli addetti ai lavori anche fuori dai confini nazionali,
    rompendo il monopolio delle tre sorelle, S&P's appunto, Moody's e Fitch. Tutto nasce
    dal braccio di ferro tra il governo islamico moderato di Recep Tayyip Erdoğan e
    l'agenzia di rating americana Standard and Poor's, che a inizio del mese di maggio
    ha tagliato da "positive" a "stabili" le prospettive economiche sul rating del Paese
    della Mezzaluna che peraltro ha un'economia che corre a ritmi cinesi, sebbene con il
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tallone d'Achille di un deficit delle partite correnti che viaggia al 10% del PIL. Ieri il
    vicepremier con delega economica, Ali Babacan, ex ministro degli Esteri ed abile
    regista del miracolo economico turco, ha dichiarato che il governo dell'AKP potrebbe
    cancellare il suo contratto con l'agenzia americana S&P in ogni momento. “Non
    abbiamo in mente questa decisione per il momento – ha detto Babacan - ma
    potremmo prendere provvedimenti in futuro. E non abbiamo un contratto con Fitch”.
    La minaccia di Babacan arriva a poche ore di distanza dalle dichiarazioni dello
    stesso premier Erdoğan che, visibilmente irritato, si è tolto qualche sassolino dalle
    scarpe e ha accusato le agenzie di rating di avere «un'agenda politica e ideologica»
    annunciando che la Turchia, ormai potenza regionale di area, «potrebbe creare una
    sua propria agenzia di rating nazionale, il che sarebbe un gran beneficio». Babacan
    ha voluto precisare il senso delle affermazioni di Erdoğan spiegando che Ankara
    dispone del quadro legale per creare una propria agenzia di rating, così come hanno
    fatto i cinesi. A inizio maggio S&P's ha annunciato un taglio dell'outlook sul debito
    turco motivandolo con la minor affidabilità creditizia del Paese, dovuta all'alto livello
    del debito e al peggioramento della bilancia commerciale, a sua volta dovuto al calo
    della domanda per l'export della Mezzaluna. Oltre a S&P, che dà alla Turchia un
    rating di BB, Moody's assegna al debito sovrano turco un voto di Ba2, due livelli sotto
    l'investment grade, mentre Fitch ha un rating di BB+, un livello sotto l'investment
    grade. Così è scattata la "vendetta" di Ankara. (di Vittorio Da Rold, Il Sole 24 Ore)

ECONOMIA E POLITICA ECONOMICA

•   Aumenta il deficit
               deficit di bilancio del primo quadrimestre 2012.
                                                          2012.                 Secondo quanto
    ripreso dalla stampa turca, il Ministero delle Finanze Mehmet Şimşek ha reso noto a
    metà maggio che, a causa del rallentamento economico, il deficit del bilancio
    pubblico nei primi 4 mesi del 2012 ha toccato i 5 miliardi TL, superando di molto
    quello del corrispondente periodo del 2011, quando era stato di 1,4 miliardi TL.
    Secondo il Ministro, il peggioramento di tale saldo è causato da un rallentamento di
    tutte le voci del bilancio. Le entrate sono comunque aumentate del 23,4% e hanno
    toccato i 27,7 miliardi TL lo scorso aprile. Le voci attive del bilancio sono aumentate
    del 15,5% rispetto al 2011 e hanno raggiunto i 106,5 miliardi TL sempre nei primi
    quattro mesi del 2012, mentre ammontavano a 92,2 miliardi TL nello stesso periodo
    del 2011. Anche l’avanzo primario è aumentato del 23,3% fino a 16,9 miliardi TL. Le
    spese di bilancio hanno raggiunto i 115,5 miliardi TL con un aumento del 17%
    rispetto all’anno precedente. Allo stesso tempo, le entrate fiscali hanno raggiunto gli
    84,4 miliardi TL (+10%). Şimşek ha aggiunto che a partire da aprile 2011 le entrate
    fiscali sono aumentate del 3,5%, raggiungendo i 20 miliardi TL. Secondo il Ministro il
    rallentamento delle entrate fiscali mette comunque in evidenza che le precauzioni
    prese dal governo per diminuire l’attuale deficit del conto stanno dando buoni
    risultati. Inoltre, sempre secondo Şimşek, i dati evidenziano che lo sviluppo
    economico accelererà nella seconda meta dell’anno, con conseguenti benefici fiscali
    diretti. A tale proposito il Primo Ministro Erdoğan ha annunciato recentemente che la
    Turchia onorerà tutto Il debito nei confronti del Fondo Monetario Internazionale (IMF)
    entro aprile 2013 ed ha anche sottolineato che nel corso del suo mandato il debito
    del Paese è diminuito da 23,5 miliardi dollari a 2,3 miliardi. (Fonte Ufficio Ice di Istanbul).

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•   La lotta all’economia sommersa porta i primi risultati.             Secondo i risultati del
    Piano d’Azione per la Lotta all’Economia Sommersa, presentati a fine maggio dal
    Ministro delle Finanze Mehmet Şimşek, l’economia informale del Paese si è ridotta al
    27,7% (era al 32,4 nel 2002) ed obiettivo del Governo sarebbe quello di ottenere
    un’ulteriore riduzione di oltre 5 punti nei prossimi dieci anni. Il Ministro ha sottolineato
    che la lotta al contrasto del settore informale è fondamentale al raggiungimento degli
    obiettivi fissati dal Governo per il 2023 (centenario della fondazione della Repubblica
    turca) tra i quali vi è quello di collocare la Turchia al decimo posto tra le economie
    mondiali. Il Piano d’azione per i prossimi anni prevede l’intensificazione dei controlli
    già in atto anche attraverso i sistemi informatici, e mediante gli accertamenti nella
    catena che va dal produttore/importatore sino al consumatore. Nel solo periodo 7-21
    maggio scorsi, sono stati effettuati verifiche e controlli incrociati in collaborazione con
    l’Istituto per la Sicurezza Sociale su 390.000 soggetti, grazie ad una task force di
    5.511 funzionari che hanno permesso l’individuazione di 12.680 nuovi contribuenti.
    Le ispezioni proseguiranno con l’utilizzo di 5.000-7.000 impiegati.

    ANNUNCI E GARE

•   Seminario finalizzato al rafforzamento del partenariato economico-
                                                            economico-commerciale
    tra Italia e Turchia. L’Associazione di Amicizia e Cooperazione Italia-Turchia e
    ISIAMED organizzano per il prossimo 3 luglio a Roma un Seminario dal titolo
    “Rafforzare il partenariato strategico Italia-Turchia per la crescita economica del
    Mediterraneo” che si propone di fornire alle imprese italiane, ed in particolare alle
    PMI, la possibilità di individuare e potenziare le occasioni di collaborazione con un
    Paese con rilevanti potenzialità economiche, con una struttura produttiva consolidata
    e che offre interessanti opportunità sul piano commerciale ed imprenditoriale grazie
    anche alla realizzazione di valide joint-ventures e strategiche sinergie produttive. Il
    programma prevede interventi di personalità italiane e turche che esporranno, in
    termini concreti ed operativi, iniziative e provvedimenti che le istituzioni e le strutture
    economiche, finanziarie e commerciali della Turchia mettono a disposizione dei
    nostri operatori. Particolare importanza rivestiranno alcuni aspetti quali il sistema
    fiscale, gli accordi contro la doppia imposizione, i meccanismi doganali, le garanzie e
    tutele riservate agli investimenti esteri e ai fondi comunitari per il finanziamento di
    progetti in Turchia. Sono anche previsti interventi dei rappresentanti delle grandi
    industrie italiane già presenti in Turchia e del sistema bancario, per meglio illustrare,
    sulla base della loro esperienza diretta, le occasioni di cooperazione bilaterale, le
    garanzie e le tutele ispirate alla condivisione della prosperità nel rispetto delle
    diversità e dello stato di diritto. Il Seminario si articola in due distinti momenti: la
    mattina sono previsti sei workshop, in sei sedi diverse della Capitale con inizio alle h
    10:00, riservati a sei specifiche macro-aree (Formazione e innovazione, capitale
    umano e alta tecnologia; Logistica; Energia; Agroindustria; Turismo; Aerospazio),
    con lo scopo di fornire agli operatori un concreto quadro della situazione e dei settori
    di loro interesse. Nel complesso, l’iniziativa si propone di conciliare le esigenze delle
    nostre imprese con le priorità della Turchia, tese a favorire gli investimenti ad alto
    contenuto tecnologico e alla formazione professionale. Nel pomeriggio alle ore

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15:30, presso la Sala delle Colonne della Camera dei Deputati, si terrà l’Assemblea
    Plenaria che concluderà il Seminario. Gli interessati troveranno in allegato il
    programma dell’iniziativa ed il modulo di registrazione.

•   Progettazione, fornitura e istallazione di collettori solari parabolici
                                                                 parabolici per
    riscaldamento ad Hurma (ASAT2
                              (ASAT2--A30). Il Ministero dell’Ambiente e della
    Pianificazione Urbana, Direzione Generale per le acque e la gestione delle acque di
    Antalya, ha annunciate una gara per la progettazione, la fornitura e l’installazione di
    un Sistema di Collettori di Parabole Solari concave comprensive di tutte le
    componenti: connessioni tubolari con montanti ed isolanti, sistema per lo scambio di
    calore, scatole di commutazione con sistema di controllo, cablatura elettrica e
    stazione meteo. Gli interessati potranno ottenere ulteriori e più dettagliate
    informazioni e visionare i documenti disponibili presso la: ALDAŞ Altyapı Yönetim
    Danışmanlık Elektrik Enerjisi Üretim Hizmetleri İnşaat Taah. San. ve Tic. AŞ, dove
    potrà anche essere acquistata la documentazione della gara per un importo pari a
    500 Lire Turche o 200 Euro. Le offerte in busta chiusa, valide per un periodo di 120
    giorni e corredate delle garanzie descritte nel bando di gara dettagliato, dovranno
    pervenire entro, e non oltre, le ore 14,00 (ora locale) del 24 Luglio 2012 all’indirizzo:
    ALDAŞ Altyapı Yönetim Danışmanlık Elektrik Enerjisi Üretim Hizmetleri İnşaat Taah.
    San. ve Tic. AŞ. – Mr. Kıvanç B. Kuzay, Direttore Generale - Liman Mahallesi, 2.
    Cadde, No: 11, 3. Kat Antalya, 07070 Turkey Tel: + (90) (242) 259 32 16 Pbx, Fax: +
    (90) (242) 259 32 20, persona di riferimento: Mr. Kıvanç B. Kuzay, General
    Manager, e-mail: kuzay@aldas.com.tr . Le offerte verranno aperte al suddetto
    indirizzo lo stesso 24 luglio alle ore 14,15, alla presenza degli interessati.

•   Privatizzazione della Lotteria Nazionale turca (Milli Piyango). Secondo
    quanto riferito dalla stampa specializzata, l’Amministrazione della Lotteria Nazionale
    starebbe preparando le norme necessarie alla privatizzazione dei vari giochi (lotto,
    gratta e vinci, giochi numerici come il super lotto, ecc..) in modo da consentire ai
    privati di operare in tale settore. Tale normativa sarà sottoposta quindi
    all’approvazione del Consiglio dei Ministri che dovrà anche indicare le modalità da
    seguire per la privatizzazione tra i due prospettabili (trasferimento della licenza per
    10 anni e fornitura di servizi). Parallelamente la Lotteria Nazionale sta lavorando
    anche sulla modernizzazione delle infrastrutture di gioco in tempo per la messa a
    punto della normativa necessaria alla privatizzazione.

•   Privatizzazione del Galataport (Istanbul).        Secondo la stampa specializzata, la
    gara per la privatizzazione del Galataport, il grande terminal crocieristico di Istanbul,
    che era stata in passato cancellata a seguito della necessità di modificare i piani di
    urbanizzazione della zona, potrebbe essere ripubblicizzata alla fine del 2012.
    L’Amministrazione turca per le Privatizzazioni avrebbe sottoposto alle istituzioni
    competenti, nonché alle associazioni interessate, un nuovo piano urbanistico che
    attualmente si troverebbe all’approvazione del Consiglio Regionale per la
    Protezione del Patrimonio Culturale e dovrà poi passare al vaglio del Consiglio
    Supremo per le Privatizzazioni. Esaurita tale procedura, l’Amministrazione per le
    Privatizzazioni avvierà la preparazione della gara, per la quale dovrà essere
    comunque decisa anche la metodologia da adottare.

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•   Privatizzazione del Terminal crocieristico di Izmir.         Come riferito dalla stampa
    specializzata, l’Autorità turca per le Privatizzazioni ha annunciato sulla Gazzetta
    Ufficiale del 22 maggio scorso la gara per la Privatizzazione del Terminal
    crocieristico di Izmir. Il Terminal, di proprietà delle Ferrovie statali turche (TCDD),
    sarà privatizzato con il metodo TOR (Transfer of Operating Rights) con un
    trasferimento dei diritti operativi per la durata di 46 anni. I documenti e le specifiche
    di gara sono disponibili presso l’Autorità turca per le Privatizzazioni per la somma di
    15.000 TL. La scadenza per la presentazione delle offerte è fissata al 7 settembre
    2012.

•   Privatizzazione di 4 Marine
                         Marine.     Come riferito dalla stampa specializzata, l’Autorità
    turca starebbe preparando la privatizzazione di quattro importanti marine turche: la
    Izmir Pasaport Marina, la Kalamış Marina (İstanbul), la Taşucu Marina (Mersin) and
    la Fenerbahçe-Kalamış Marina (İstanbul). Sarebbero in corso di preparazione i
    relativi piani di sviluppo che dovranno poi essere sottoposti all’approvazione del
    Consiglio Supremo dell’Autorità per le Privatizzazioni. La privatizzazione di ciascuna
    marina dovrebbe aver luogo separatamente e indipendentemente.

INDICATORI MACROECONOMICI

•   Crescita del PIL. Dopo una chiusura del 2008 con una crescita pari all’1,1%, nel
    2009 il PIL ha risentito pesantemente della crisi finanziaria internazionale (-4,8%),
    registrando tuttavia una netta inversione di tendenza nell’ultimo trimestre, segnale
    che la ripresa economica era cominciata. Questa tendenza si è poi confermata fin
    dai primi mesi del 2010 con un +9,2%, cui ha fatto seguito una crescita del PIL nel
    2011 pari all’8,5% (12% nel primo trimestre, 8,8% nel secondo, 8,2% nel terzo,
    5,2% nel quarto).

•   Inflazione annua: La forte contrazione dell’attività economica ha determinato nel
    2009 un calo sensibile dell’inflazione anche in Turchia, attestatasi a fine anno al
    6,53%. Il 2010, che ha fatto registrare un andamento altalenante, si è concluso con
    un tasso di inflazione pari al 6,4%, il più basso registrato negli ultimi 41 anni e
    inferiore all'obiettivo dichiarato dal Governo per quell’anno del 7,5%. Dall’inizio del
    2011, dopo aver toccato il valore minimo storico a marzo 2011 (3,9%), l’inflazione è
    tornata a crescere, e l’anno si è chiuso con un tasso di inflazione a due cifre pari al
    10,45% lontano dalle previsioni del Programma a Medio Termine 2012-2014 nel
    quale il Governo turco aveva previsto un tasso di fine 2011 del 7,5%.

•   Interscambio con l’Italia: Dopo essersi posizionata nel 2010 al quarto posto nella
    graduatoria dei Paesi partner della Turchia con un interscambio pari a 16,7 miliardi
    di dollari (di cui 10,2 miliardi di esportazioni e 6,5 miliardi di importazioni), anche nel
    2011 l’Italia si è confermata quarto partner commerciale del Paese, dopo Germania,
    Federazione Russa, Cina e subito prima degli Stati Uniti, con un interscambio che
    ha raggiunto la cifra di 21,3 miliardi di dollari (record assoluto nelle relazioni italo-
    turche, +28% rispetto all’anno precedente) ed articolato in esportazioni pari a 13,45
    miliardi di dollari (+32,63%, quinto Paese fornitore) ed importazioni pari a 7,85
                                              9
miliardi di dollari (+20,76%, quarto mercato di sbocco per le merci turche). Il saldo è
    ancora una volta attivo per l'Italia e ammonta a 5,6 miliardi dollari. Nei primi quattro
    mesi del 2012, l’Italia è al sesto posto nella graduatoria dei Paesi partner, dopo
    Germania, Federazione Russa, Iran, Cina e Stati Uniti, con un interscambio pari a
    6,3 miliardi di dollari (-12,1%) articolato in esportazioni pari a 4,16 miliardi di dollari (-
    2,7%, sesto Paese fornitore) ed importazioni pari a 2,15 miliardi di dollari (-25,9%,
    quarto mercato di sbocco per le merci turche). Il saldo è attivo per l'Italia e ammonta
    a 2 miliardi di dollari.

BORSA DI ISTANBUL
Borsa di Istanbul (IMBK-100): 55799 punti al 5 giugno 2012 (+0.10%)

CAMBIO al 5 giugno 2012:

1 Euro = TL 2,3007
1 USD = TL 1,8508

A cura di:                                          Patrizia Falcinelli
                                                    Capo dell’Ufficio Economico
                                                    e Commerciale dell’Ambasciata d’Italia
                                                    ad Ankara

Redazione:                                          Francesca Lo Magro
                                                    Ufficio Economico e Commerciale
                                                    dell’Ambasciata d’Italia ad Ankara

In collaborazione con:                              Zeynep Demirtaş
                                                    Ufficio Economico e Commerciale
                                                    dell’Ambasciata d’Italia ad Ankara

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