RACCONTI DI NATALE UN AMICO PER NATALE I DONI DELL'AMORE UN REGALO PER LUMMI UNA INCREDIBILE TELEFONATA LA BEFANA INDAFFARATA

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RACCONTI DI NATALE UN AMICO PER NATALE I DONI DELL'AMORE UN REGALO PER LUMMI UNA INCREDIBILE TELEFONATA LA BEFANA INDAFFARATA
RACCONTI DI NATALE

UN AMICO PER NATALE

I DONI DELL’AMORE

UN REGALO PER LUMMI

UNA INCREDIBILE TELEFONATA

LA BEFANA INDAFFARATA

           RITA SABATINI
UN AMICO PER NATALE

 B
- abbo Natale siamo proprio nei guai! – esclamò con un’espressione
evidentemente preoccupata Rossofuoco.
Babbo Natale osservò divertito le guance del folletto che diventavano
paonazze ogni volta che provava una forte emozione.
- Cosa sarà mai successo amico mio- rispose cercando di rassicurarlo
con un simpatico buffetto sulla piccola spalla. Rossofuoco gli porse la
lettera che aveva in mano restando molto serio.
Era una bella lettera con tanti disegni e cuoricini colorati scritta con una
calligrafia molto curata e ordinata:
«Caro Babbo Natale,
mi chiamo Giulio ho 7 anni e mi sono trasferito da pochi giorni in una
grande città. I miei genitori lavorano tutto il giorno e io mi sento molto
solo. Sono sicuro che vorrai aiutarmi regalandomi un nuovo amico per
Natale. Ti ringrazio tantissimo e ti mando un grosso bacione!
Il tuo affezionato Giulio. »
- Pofforbacco! - esclamò Babbo Natale, - Questo è un desiderio proprio
difficile da esaudire… Scavadesideri! Vieni subito qui per favore! -
Il folletto Scavadesideri avanzò trotterellando nel grande salotto di
Babbo Natale tenendo in mano una specie di buffo mestolo dorato con
il manico ricurvo. Babbo Natale batté le sue grandi mani per tre volte
sopra alla lettera di Giulio facendo scivolare sul pavimento un
mucchietto di polvere azzurrina. Scavadesideri cominciò a scavare al
centro del mucchio con il mestolo formando un buco, ci infilò dentro la
minuscola testa e ne uscì quasi subito con le orecchie tutte coperte di
sottile polvere azzurra.
- � un desiderio che deve senz’altro essere esaudito! - sentenziò sicuro
dopo aver accertato che Giulio meritava davvero il suo regalo perché
era sempre stato un bravo bambino.

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- Allora è davvero un grosso problema.- sussurrò Babbo Natale tra sè.
Non poteva mica fabbricarglielo un amico. Non era così semplice come
fare un pupazzo o costruire un trenino! Non poteva certo prendere un
bambino, incartarlo, metterci sopra un bel fiocco rosso e farglielo
trovare sotto l’albero... ma non poteva neanche deludere Giulio che si
era comportato sempre bene e quindi meritava un bel regalo.
– Forse Memorino potrebbe aiutarmi. - pensò. – Memorino! Vieni ti
prego, ho bisogno di te!-
Dalla porta entrò molto lentamente un folletto magrissimo con una
lunga barba bianca nella quale rischiò più volte di inciampare data
l’andatura malferma. Del resto Memorino era molto anziano, aveva più
di mille anni.
Non era più agile come un tempo ma la sua memoria era prodigiosa,
registrava ogni avvenimento, conosceva alla perfezione tutte le liste
dei regali che erano stati consegnati da quando lavorava con Babbo
Natale, nulla poteva sfuggirgli.
- Amico mio, ho bisogno del tuo aiuto. Ricordi altri casi simili in passato?
Sapresti dirmi come li abbiamo risolti?-
Memorino chiuse gli occhi assorto in una profonda concentrazione.
Nella sua mente passarono in un istante tute le liste dei regali
consegnati e tutte le soluzioni adottate nei casi più difficili ma non era
mai capitato in mille anni niente del genere.
Babbo Natale cominciò a passeggiare pensieroso nel suo salotto
cercando una possibile soluzione.
Intanto a migliaia di chilometri di distanza Giulio stava addobbando
l’albero di Natale.
Avrebbe voluto farlo con i suoi genitori ma purtroppo avevano dovuto
fermarsi in ufficio fino a tardi e così aveva iniziato da solo sperando che
riuscissero ad arrivare in tempo per finirlo assieme. Ormai però
mancava solo il puntale.

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- Per fortuna che Babbo Natale mi porterà presto un nuovo amico
almeno non sarò più tanto solo.- pensò Giulio pieno di speranza.
Aveva provato a fare amicizia con i bambini del condominio ma gli
erano sembrati tutti molto diffidenti. L’avevano salutato con un cenno
e poi avevano continuato a giocare per conto loro. Giulio era un po’
timido e non aveva voluto insistere però adesso Babbo Natale avrebbe
risolto tutti i suoi problemi.
Guardò fuori dalla finestra, era già buio e si vedevano luccicare le prime
stelle. Giulio chiuse gli occhi e cercò di immaginare il suo nuovo amico…
Nella fabbrica di giocattoli di Babbo Natale c’erano milioni di pacchetti
di tute le forme e dimensioni già confezionati e restavano ancora regali
di ogni genere da incartare: trenini elettrici, piste per le macchinine,
coniglietti ed orsacchiotti di pezza, bambolotti grandi e piccoli,
burattini dalle buffe espressioni, costruzioni multicolori, puzzle…
Babbo Natale pur continuando a girare in lungo e largo la fabbrica di
giocattoli interpellando i folletti responsabili dei vari reparti non trovò
nessun amico per Giulio.
Passarono velocemente i giorni e Babbo Natale non sapeva proprio
cosa fare, se avesse deluso anche un solo bambino avrebbe perso i suoi
poteri e la magia del Natale sarebbe finita per sempre. Solo a pensarci si
sentiva male. Cosa avrebbero fatto milioni di bambini senza di lui?
Avrebbero perso la voglia di immaginare e di sognare… non poteva
permetterlo!
Ormai era arrivata la vigilia di Natale.
La slitta era piena di pacchetti variopinti da consegnare.
Lunghissime file di gnomi e folletti lavoravano incessantemente
controllando che non mancasse nulla…
- Martino Lunghetti – leggeva dal suo enorme libro Babbo Natale
- Pacco 250.615 - rispondeva prontamente il folletto Numerotto
spuntando dalla sua lista il numero del regalo mentre Ricerchino

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trascinava con un evidente fatica il pacco molto più grande di lui.
- Si tratta di un trenino elettrico – faceva eco il folletto Indirizzino
controllando con la massima attenzione che l’indirizzo di destinazione
fosse corretto.
Caricare la slitta di Babbo Natale non era certo un’impresa facile ma
l’organizzazione ormai era consolidata ed estremamente efficiente
tanto che non si erano mai verificati errori in precedenza.
Solo una volta in verità, una decina di anni prima, ad una bambina era
stata consegnata una macchina telecomandata anziché un orsetto di
pezza ma si era subito scoperto che la sua letterina era stata modificata
dal fratello e Babbo Natale aveva immediatamente provveduto a
rimediare allo scherzo.
La richiesta di Giulio, però, stava mettendo in crisi l’intero sistema.
- E’ la prima volta che non riesco ad accontentare un bravo bambino
-pensò tristemente Babbo Natale caricando l’ultimo regalo.
Stava per salire sulla slitta quando improvvisamente il sorriso tornò ad
illuminargli il viso.
- Ma certo! Perché non ci ho pensato prima?- esclamò chiamando il
folletto Velocino. Gli bisbigliò qualcosa all’orecchio e qualche istante
dopo il folletto, che era il più veloce di tutti, tornò con un grosso
involucro coperto da un panno rosso e da un grande fiocco dorato.
- Amiche mie si parte! - gridò felice Babbo Natale invitando le renne a
mettersi in volo.
Quella notte Giulio non riuscì a prendere sonno. Era molto emozionato
all’idea di conoscere finalmente il suo nuovo amico. Dopo la
mezzanotte aveva sentito dei rumori ovattati in salotto ma non aveva
osato andare a vedere perché sapeva che Babbo Natale non doveva
essere disturbato durante le sue consegne.
Al suono delle campane del mattino era già in piedi vestito di tutto
punto e pronto per presentarsi al suo nuovo amico.

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Sbirciò timoroso dalla porta del salotto e sotto all’albero vide un cesto
coperto da un panno rosso con un grande fiocco dorato. Pensò un po’
deluso che il suo nuovo amico forse era troppo piccolo per lui ma poi
concluse che era meglio avere la compagnia di un bambino piccolo che
non avere nessuno e quindi si avvicinò incuriosito al cesto.
Sollevò con trepidazione il panno e… meraviglia!
Dalla cesta sbucò fuori un tenero cucciolo tutto bianco con due
occhioni grandi e dolcissimi che cominciò subito a scodinzolare
leccandolo dappertutto.
- Allora sei tu il mio nuovo amico! - esclamò Giulio contento anche se
non aveva trovato esattamente quello che aveva chiesto.
Vicino alla cesta c’era un biglietto blu con scritto a grandi lettere dorate

«DOVRAI AVERE SEMPRE CURA DI ZUCCHERINO. PORTALO SUBITO A
FARE UNA PASSEGGIATA.
            UN GROSSO BACIONE DA BABBO NATALE »

-Vieni Zuccherino! Andiamo a divertirci con la neve!- disse prontamente
Giulio al cagnolino che stava già trotterellando vicino alla porta per
invitarlo ad uscire.
Nel cortile del palazzo si era formato un soffice strato di neve e c’erano
tanti bambini che stavano già giocando.
Quando videro arrivare Giulio con il suo simpatico cagnolino gli
andarono subito incontro presentandosi.
- Sai che è proprio forte il tuo cucciolo, mi piacerebbe giocare ancora
con lui e con te. Diventiamo amici vuoi? – gli disse un bambino con una
simpatica faccia tutta coperta di lentiggini stringendogli la mano.
Giulio non aspettava altro.
Adesso oltre al cucciolo aveva trovato anche un nuovo vero amico…
                BABBO NATALE NON POTEVA SBAGLIARE !

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6                     I DONI DELL’AMORE

- Non è possibile! Ne hai combinata un’altra delle tue!- tuonò il maestro
guardando il disastro che aveva appena fatto il suo allievo.
Sul pavimento c’era farina sparsa dappertutto, il burro stava colando
giù dal tavolo formando una macchia appiccicosa e le uova
imbrattavano le pareti della grande cucina.
- Ti avevo raccomandato di fare molta attenzione. Come puoi
pretendere di essere promosso se continui a combinare solo guai?-
lo rimproverò ancora il maestro diventando sempre più scuro in volto.
Tenerotto era senza parole. Non aveva fatto apposta ad avviare
l’impastatrice senza chiudere il coperchio… però adesso gli ingredienti
erano sparpagliati per tutta la cucina.
- Non riuscirai mai ad entrare nella squadra di Babbo Natale! Hai la testa
tra le nuvole. Babbo Natale ha bisogno di gnomi in gamba -
disse Lucidino con disprezzo. Lucidino si vantava sempre di essere lo
gnomo più bravo della classe…però era anche il più antipatico.
Tenerotto si vergognava, avrebbe tanto voluto essere bravo come
i suoi compagni ma, nonostante tutto il suo impegno, non ci riusciva.
Piangendo uscì dalla stanza e corse a casa tra le braccia della mamma.
– Ho combinato ancora un pasticcio. Il maestro ci aveva dato un
compito importante, dovevamo preparare i biscotti per Babbo Natale
ma io ho fatto un disastro. Tutti si sono messi a ridere -
disse tra i singhiozzi.
La mamma lo prese tra le sue braccia morbide e accoglienti e cercò di
rincuorarlo.
- Non importa Tenerotto, non è successo niente di irreparabile.
Vedrai che presto si accorgeranno che sei uno gnomo speciale, ne sono
certa. – Quella sera Tenerotto si addormentò in braccio della mamma
mentre lei lo accarezzava teneramente.
Il giorno dopo a scuola c’era un’altra prova importante e Tenerotto
voleva riuscire a superarla a tutti i costi.

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Quando entrò in classe Lucidino gli fece il verso imitando la sua
andatura un po’ impacciata. Tenerotto fece finta di non accorgersene e
si sedette al suo banco tirando fuori tutto il necessario per la prova.
- Oggi dovrete preparare la polverina magica che fa volare la slitta di
Babbo Natale- disse il maestro e aggiunse – naturalmente se troverò
qualcuno intento a copiare annullerò la sua prova. –
Tutti gli gnomi cominciarono a scrivere i complicati calcoli per trovare le
giuste dosi, poi pesarono con attenzione i composti e li mescolarono
con grande cura.
Quindi uno alla volta andarono dal maestro per verificare l’efficacia dei
loro miscugli. Il maestro aveva preparato un bellissimo modellino della
slitta di Babbo Natale su cui esercitarsi.
La pozione di Bollicino ci mise un po’ a fare effetto perché aveva messo
poca polvere di “alzerello” ma alla fine la slitta si sollevò e volò per la
classe senza problemi.
Lucidino fu brillante come al solito e, con la sua polvere magica, fece
alzare la slitta in un attimo, poi le fece compiere un’elegante evoluzione
a mezz’aria a forma di cuore talmente perfetta che il maestro si
complimentò con un applauso.
Anche gli altri gnomi riuscirono a far volare la slitta, mancava solo
Tenerotto. Era tutto sudato perché aveva fatto parecchia fatica a
preparare il suo miscuglio. Non era molto sicuro dei calcoli e poi gli
sembrava che la sua pozione magica fosse così diversa da quella degli
altri. Si avvicinò al modellino della slitta con esitazione.
- Allora Tenerotto?- disse il maestro impaziente.
Lo gnomo gettò la polverina sulla slitta e … la slitta esplose formando
una nuvola colorata che, per la verità, non aveva un buon odore.
- Non sarai mai uno gnomo della squadra di Babbo Natale. Te lo puoi
scordare! - urlò il maestro esasperato.

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–Quante volte te lo devo dire che ogni anno Babbo Natale chiama a far
parte della sua squadra gli allievi migliori della mia scuola. Fino a
quest’anno sono sempre stati scelti tutti ma tu non hai proprio
speranze, non entrerai mai tra i suoi collaboratori!-
Ancora una volta Tenerotto tornò a casa mortificato.
Per quanto cercasse di impegnarsi non riusciva ad essere come i suoi
compagni. Eppure desiderava entrare nella squadra degli gnomi di
Babbo Natale più di ogni altra cosa al mondo.
Quando era piccolo restava ore ed ore a bocca aperta ad osservare i
preparativi per il Natale.
C’erano gnomi che preparavano i dolci per i bambini, altri che
costruivano e dipingevano con maestria i giocattoli di legno, altri
ancora che cucivano alla perfezione i pupazzi, inscatolavano migliaia di
puzzle senza sbagliare, facevano funzionare i motori elettrici dei trenini
e delle macchinine telecomandate… e poi, al momento di caricare la
slitta, c’erano gli gnomi controllori per verificare che gli indirizzi fossero
corretti e che i biglietti di auguri fossero abbinati ai pacchetti giusti.
Si trattava di compiti di grande responsabilità.
Per questo ogni anno Babbo Natale sceglieva i suoi nuovi collaboratori
valutando con attenzione le qualità degli gnomi. Ed era per questo che
il maestro era molto severo. Voleva che i suoi allievi fossero all’altezza
della situazione.
- Mamma domani Babbo Natale sceglierà i suoi collaboratori. Temo
proprio che non riuscirò mai a far parte della squadra di Babbo Natale
eppure desidero tanto rendermi utile per far felici i bambini! -
disse Tenerotto asciugando una grossa lacrima che stava scivolando
sulle sue guance paffute e rosee.
- Ce la farai, ne sono certa – rispose la mamma stampandogli un grosso
bacione sul naso. La mamma sapeva sempre come consolarlo.
Tenerotto l’abbracciò con trasporto.

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La mattina successiva era il grande giorno.
Nell’atrio della scuola il maestro aveva messo in fila tutti gli gnomi che
per l’occasione sfoggiavano i loro abiti migliori.
Tenerotto aveva un bel completino di velluto rosso con un grande
cappello che gli ricadeva da un lato e terminava con un morbido fiocco.
La mamma l’aveva pettinato con cura e gli aveva lucidato gli stivaletti
così bene che ci si poteva specchiare. Tenerotto era emozionato,
in cuor suo sapeva che Babbo Natale non l’avrebbe scelto ma voleva
fare lo stesso una bella impressione.
Finalmente Babbo Natale arrivò. Era davvero grande e aveva il sorriso
più dolce che Tenerotto avesse mai visto, dopo quello della sua mamma
naturalmente.
- Cari amici- iniziò a dire Babbo Natale – oggi è un giorno importante
perché potrete entrare a far parte della mia squadra. Sapete che avrete
dei compiti speciali e delicatissimi per cui sceglierò i migliori. Allora,
vediamo…- Babbo Natale tirò fuori dalla tasca una lista scritta in bella
calligrafia su un grande foglio e cominciò spuntare i nomi con
un’elegante penna stilografica d’argento che scintillava ad ogni
movimento.
- Per la preparazione dei giocattoli scelgo Birillino, Girandolotto,
Bollicino…- iniziò a dire con fare cerimonioso. Gli gnomi ad uno ad uno
fecero un passo in avanti e un inchino mentre il maestro applaudiva
esultante.
Ormai restavano solo Lucidino e Tenerotto e c’era un solo nome ancora
da spuntare sulla lista.
- Che figura, sono l’unico gnomo a non essere stato scelto!-
pensò Tenerotto abbassando gli occhi.
- E adesso non mi resta che chiamare l’ultimo gnomo, il migliore di
tutti - disse Babbo Natale.

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 Lucidino sfoderava già un sorriso vittorioso quando a sorpresa Babbo
 Natale spuntando con la sua penna stilografica l’ultimo nome
 disse: – Naturalmente sto parlando di te Tenerotto!-
 Tenerotto pensò di sognare. Si diede un pizzicotto su una guancia e
 guardò Babbo Natale con aria interrogativa.
 - Come puoi scegliere lui?- gridò furioso Lucidino. – Non sa fare niente,
 è un gran pasticcione. Che compito potresti affidare ad uno gnomo del
 genere?- aggiunse diventando paonazzo per la rabbia.
 Babbo Natale lo guardò senza scomporsi e rispose - A Tenerotto affido
 il compito più importante: mi accompagnerà sulla slitta e darà un bacio
 ad ogni bambino addormentato perché tu sai che i doni più belli sono
 quelli dell’amore. Devi imparare ancora molto Lucidino prima di
 entrare a far parte della mia squadra!-
 Lucidino sentendo quelle parole cominciò a ripensare al suo
 comportamento e si rese conto che Babbo Natale aveva ragione.
 Tenerotto era raggiante, Babbo Natale lo prese in braccio e
 cominciarono a parlare fitto fitto.
 Inutile dire che quello fu un Natale bellissimo: i preziosi doni d’amore
 che Tenerotto portò ai bambini restarono per sempre nei loro cuori.

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11                 UN REGALO PER LUMMI

-Oggi è il 24 dicembre... non vedo l'ora che arrivi Natale- pensa la
lumachina Lummi osservando il calendario.
-Mammina domani è Natale?- chiede.
-Certo- risponde la mamma sorridendo.
Sono proprio curiosa di vedere cosa mi porterà Babbo Natale!- esclama
Lummi.
-Nel cesto sotto l'albero però non c'è ancora niente- osserva con un po'
di preoccupazione.
-Babbo Natale arriva la notte di Natale, non essere impaziente-
la rassicura la mamma.
-Secondo te mi porterà il regalo che ho chiesto?- chiede la lumachina, -
io sono stata sempre brava vero mammina?-
-Certo che sei stata brava, vedrai che Babbo Natale ti accontenterà.-
La sera della vigilia Lummi va a letto presto ma non riesce proprio a
dormire. Ad un certo punto sente dei rumori provenire dal salotto.
Si alza piano piano e si avvicina alla porta per sbirciare.
-� incredibile, Babbo Natale è nel mio salotto!- esclama sottovoce la
lumachina.
Babbo Natale proprio in quel momento si gira e la vede.
-Ciao piccola Lummi, non riesci a dormire?- le chiede.
-Come fai a sapere come mi chiamo?- balbetta Lummi rossa per
l'emozione.
-Ho letto la tua letterina- risponde Babbo Natale prendendola in
braccio.
Lummi quasi non riesce a crederci, Babbo Natale sta parlando proprio
con lei.
-Ho anche visto che sei stata brava ed è per questo che ti ho
accontentato e ti ho portato un bel regalo- aggiunge Babbo Natale.

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-Davvero? Grazie! Grazie!- esclama la lumachina e, prendendo un po' di
coraggio, aggiunge – posso offrirti un po' di torta? Sarai stanco ed
affamato-
-Volentieri! Una piccola pausa ci vuole in questa lunga notte.-
E così Lummi e Babbo Natale mangiano una bella fetta di torta al
cioccolato chiacchierando allegramente.
-Adesso devo proprio lasciarti cara Lummi, ci vediamo l'anno
prossimo- le dice Babbo Natale accarezzandole le piccole antenne.
-Allora ti aspetto e grazie di tutto!- dice Lummi mentre Babbo Natale si
arrampica su per il camino per raggiungere la sua slitta.
Lummi lo osserva dalla finestra allontanarsi sulla slitta magica e poi
torna a letto felice.
Il mattino successivo la mamma e il papà le fanno gli auguri e le portano
i regali.
Lummi li scarta e trova un bel berrettino di lana rossa fatto dalla
mamma, un maglioncino fatto dalla nonna, una scatola di colori
comprata dal papà e un grande orsetto di pezza portato da Babbo
Natale.
-Sei contenta di tutti questi regali?- le chiede la mamma.
-Certo, grazie a tutti! Questa notte poi ho ricevuto un altro regalo- dice
Lummi con fare misterioso.
-Quale?- chiede la mamma incuriosita.
-Ho conosciuto Babbo Natale...-

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13           UNA INCREDIBILE TELEFONATA

DRIIIIIIIIIN DRIIIIIIIIIN
- Pronto come stai?-
- Che piacere sentirti! Sto bene grazie anche se sono piuttosto stanco.
Per fortuna a mezzanotte ho finito di consegnare tutti i regali e adesso
posso riposare fino al prossimo Natale! Comunque è stata dura, ormai
non fanno più i camini grandi di una volta, in certi camini devo calarmi
trattenendo il respiro perché ci passo a malapena.
E tu a che puntosei con il lavoro?-
- Sono ancora un po' indietro con la preparazione delle calze... la
macchina da cucire magica si inceppa continuamente, dovrò
procurarmene una nuova al più presto. Ho sentito che al mercato degli
gnomi ci sono delle belle macchine da cucire nuove ma non effettuano
il servizio di trasporto.-
- Nessun problema te la porto a casa io con la mia slitta magica.-
- Grazie, sei un vero amico, cosa dici se andiamo insieme domani al
mercato?-
- Certo passo a prenderti per le 9. Se ti serve una mano anche per la
consegna delle calze puoi contare su di me tanto la mia slitta magica è
vuota e posso caricare le tue calze senza problemi.-
- Penso proprio che ti chiederò un aiuto così facciamo prima a
consegnare le calze e poi magari andiamo a berci una bella tazza di
cioccolata calda, la notte del 6 gennaio prevedono nevicate
abbondanti...-
- D'accordo allora, a domani.-
- Grazie a presto!-
Avete capito chi sono i protagonisti di questa incredibile telefonata?

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14                LA BEFANA INDAFFARATA

La befana, lo sapete tutti, è una simpatica nonnina che ogni anno, il 6
gennaio, regala a tutti i bambini delle bellissime calze.
La befana deve lavorare tantissimo per preparare migliaia e migliaia di
calze cucendole una ad una con la sua speciale macchina da cucire.
Eh già la sua non è una macchina da cucire qualsiasi ma è una macchina
magica che, mentre cuce il tessuto delle calze, sforna dolcetti di
cioccolato e confeziona caramelle alla frutta e alla crema. Così quando
ha finito di cucire la calza è già piena di dolcetti e pronta per essere
consegnata.
Ogni tanto però la sua macchina da cucire magica si ferma e si sente il
suono di una sirena.
La befana allora controlla il nome del bambino che dovrà ricevere la
calza e verifica nella sua sfera di cristallo se questo bambino è sempre
stato ubbidiente.
Se la sirena suona significa che il bambino in questione ha fatto tanti
capricci durante l'anno per cui si merita un po' di carbone.
Allora la befana schiaccia un pulsante rosso e si apre uno sportellino
nella macchina da cucire che fa uscire dei piccoli pezzi di carbone.
Altre volte invece si sente il suono di un campanellino d'argento. In
questo caso significa che il bambino è stato davvero bravissimo per cui
si merita una grande calza piena di dolci leccornie.
Insomma, l'avrete capito, la befana è davvero indaffarata durante le
feste e non ha un attimo di respiro.
Quando poi arriva il momento di consegnare le calze deve volare con la
sua scopa magica per tutta la notte su e giù dai camini di tutte le case
del mondo.
Talvolta deve infilarsi in camini strettissimi e altre volte in camini tutti
sporchi di carbone.

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Qualche bambino gentile le lascia un bicchiere di latte caldo e dei
biscotti così tra una consegna e l'altra può rifocillarsi.
E voi siete stati bravi durante l'anno?
Secondo voi mentre la befana cucirà la vostra calza suonerà la sirena o
il campanello d'argento?

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