Nell'uffico della cittadella - Cronache Salerno

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Nell'uffico della cittadella - Cronache Salerno
Gli    incontri    di   Penna
nell’uffico della cittadella
di Pina Ferro

Il magistrato Roberto Penna avrebbe tenuto incontri con alcuni
imprentori direttamente presso il proprio ufficio della
cittadella giudiziaria di Salerno. E’ quanto emerge dal
decreto di perquisizione notificato l’altro ieri al sostituto
procuratore, a Maria Gabriella Gallevi, avvocato del Foro di
Salerno, all’imprenditore Eugenio Rainone della Rcm
costruzioni gruppo Rainone, a Umberto Inverso vice presidente
fondo investimenti, Gregorio Fiscina ex consigliere comunale e
provinciale ed ex candidato a sindaco di Buccino, a Fabrizio
Lisi, generale della Guardia di Finanza in quiescenza ed ex
comandante scuola allievi marescialli dell’Aquila e, a
Francesco Vorro di San Giuseppe Vesuviano. Secondo l’accusa,
il magistrato in servizio presso la Procura della Repubblica
di Salerno, assegnato alla sezione specializzata in materia di
reati contro la pubblica amministrazione e in materia di
edilizia e ambiente avrebbe informato di imprenditori di
rilievo operanti nel settore degli appalti e delle
costruzioni, quali Vorro Francesco (Presidente dell’ Unione
dei Consorzi Stabili Italiani e fondatore e amministratore del
Research Consorzio Stabile società Consortile A R.L.), e G.R.
(titolare della R.C.M. Costruzioni). Penna si sarebbe
incontrato direttamente o mantenuto contatti attraverso
Umberto Inverso e Fabrizio Lisi, al fine di ottenere vantaggi
economici per la Gallevi (compagna del magistrato e avvocato
del Foro di Salerno), alla quale i predetti imprenditori si
impegnavano a concedere incarichi professionali ed opportunità
di lavoro, in parte giàconcretizzatesi nel periodo monitorato
dall’attività di indagine. Inoltre, sembra che Penna Roberto
avrebbe rivelato ad alcuni imprenditori, l’esistenza di
procedimenti penali a lui assegnati per la conduzione delle
indagini, e fra questi, in particolare, un procedimento
relativo ad abusi edilizi commessi nel Comune di Buccino del
cui stato delle indagini e delle iniziative investigative da
intraprendere avrebbe informato Gregorio Fiscina. Dalle
intercettazioni telefoniche effettuate dai carabinieri su
disposizione della Procura di Napoli (titolare del fascicolo
investigativo) è emerso che “gli indagati Vorro, Inverso e
Lisi avevano assunto la cura degli interessi del consorzio,
costituito da 93 aziende, denominato “ReseArch”, operante nel
settore dei lavori pubblici e che, a seguito di interdittive
antimafia emesse dalla Prefettura di Napoli nei confronti di
alcune delle società consorziate, avevano ritenuto di
trasferire a Salerno, attribuendo altresı̀ la funzione di
rappresentante legale attribuita a M. R., ed un ruolo di
rilievo a Fabrizio Lisi, entrambi Generali della Guardia di
Finanza collocati a riposo; determinazioni, queste, volte a
fornire alle Autorità deputate ai controlli, un’immagine nuova
e lecita alle attività svolte”. In tale contesto, scrive la
pubblica accusa il 5 gennaio 2021 si è svolto una riunione
all’interno dell’ufficio di Roberto Penna, cui hanno preso
parte anche l’avvocato Maria Gabriella Gallevi, Inverso e
Vorro. Nel corso della riunione è stata discussa la
possibilità della Gallevi di procurare buoni uffici al
Consorzio presso la Prefettura di Salerno, anche per la
stipula di un protocollo di legalità
                                    , nonche
                                           ́ di avere la
disponibilità di funzionari della Prefettura di Salerno per
ottenere notizie utili alla tutela degli interessi delle
società consortili. Nel corso dell’incontro, è emersa la
figura di altro imprenditore del salernitano, Eugenio Rainone,
sul conto del quale Penna non esitava a manifestare
l’intenzione di svolgere delle indagini, “ciò che formava
oggetto di successivi commenti tra Inverso Umberto e lo stesso
Rainone Eugenio, al quale Inverso rappresentava il rischio di
imminenti controlli giudiziari paventato dal Penna,
proponendogli, in virtù dei rapporti ormai instaurati con il
magistrato, come opportuna soluzione, l’attribuzione di
incarichi di collaborazione professionale alla compagna Maria
Gabriella Gallevi”. Lo stesso giorno, subito dopo aver
lasciato Eugenio Rainone, Umberto Inverso incontrava Penna
Roberto ancora presso gli Uffici della Procura di Salerno, e,
immediatamente dopo, contattava dapprima Rainone e, poi, Maria
Gabriella Gallevi , organizzando per quello stesso pomeriggio
un incontro. L’incontro avvenne l’ 8 gennaio. Maria Gabriella
Gallevi ha, effettivamente (come emerge dall’attività
investigativa), iniziato una collaborazione professionale con
il Gruppo Rainone anche attraverso Valeria Rainone, sorella di
Eugenio, che amministra la Cassa Edile di Salerno. Al
magistrato era stato assegnato un procedimento iscritto in
seguito ad un esposto riguardante presunte anomalie nel
ripascimento del litorale salernitano affidato ad una delle
società del Gruppo Rainone. La strumentalità di tali
iniziative era resa evidente dall’accortezza dimostrata dal
magistrato di occultare il suo ruolo nella trattazione del
procedimento, allorquando, nei giorni immediatamente
successivi all’assegnazione, richiese telefonicamente ad una
collega, rappresentandole di non poter recarsi in Ufficio ed
insieme l’urgenza dell’atto, di redigere una delega per
l’acquisizione del capitolato d’appalto per i lavori di
ripascimento del litorale

L’ex generale figura anche in
informativa su P4
L’ex generale della Guardia di Finanza indagato nell’ambito di
un’inchiesta nella quale la Procura di Napoli ipotizza i reati
di rivelazione di segreto d’ufficio, corruzione in atti
giudiziari e traffico di influenze, continuati e in concorso,
figura anche tra i nomi inseriti in una informativa prodotta a
suo tempo nell’ambito delle indagini sul faccendiere Luigi
Bisignani coinvolto nell’inchiesta sulla cosiddetta Loggia P4.
Insieme con l’ex alto ufficiale sono stati iscritti nel
registro degli indagati anche un magistrato inquirente di
Salerno, una avvocatessa legata sentimentalmente al pm (l’anno
scorso in odore di candidatura, poi sfumata, in una lista a
Eboli, in provincia di Salerno), alcuni noti imprenditori, e
faccendieri. Gli incontri, secondo quanto accertato dai
carabinieri svolti negli uffici della Procura di Salerno, sono
al vaglio degli inquirenti partenopei che stanno facendo
accertamenti su sette persone (per sei, ieri, sono scattate
una serie di perquisizioni, anche in Procura a Salerno). Le
riunioni, intercettate dai carabinieri, si sono tenute tra il
5 e l’8 gennaio scorsi.L’ex alto ufficiale, insieme con un
collega di pari grado, anche lui in quiescenza, ha assunto –
secondo quanto emerso dagli accertamenti – il ruolo di
rappresentante legale di un consorzio colpito a Napoli da
interdittive antimafia riguardanti alcune società del gruppo.

Le procedure dell’inchiesta
sul    ripascimento     tutte
attivate:Penna aveva nominato
il perito per il carotaggio
che sarebbe stato effettuato
a settembre
di Pina Ferro

Il ripascimento della fascia costiera della parte orientale
della città di Salerno sarebbe all’origine dell’inchiesta che
vede iscritto nel registro degli indagati il magistrato
Roberto Penna, un avvocato del Foro di Salerno e alcuni
imprenditori oltre ad un ex generale della Guardia di finanza.
Un indagine che Penna ha seguito e che lo ha portato alla
nomina di un perito che aveva il compito di effettuare un
carotaggio della sabbia utilizzata per ampliare l’arenile
della zona orientale della città. Il carotaggio era stato
conferito ma materialmente sarebbe stato effettuato nel
prossimo mese di settembre al fine di evitare la
compromissione della stagione balneare. Decisione dettata
anche dal fatto, probabilmente, che si stava venendo fuori da
una situazione di emergenza sanitaria che aveva messo in
ginocchio numerosi settori economici, compreso quello della
balneazione. Dunque, a settembre, con il volgere al termine
della stagione balneare il perito nominato dal sostituto
procuratore avrebbe effettuato la perizia indispensabile
all’indagine sul ripascimento che il magistrato stava portando
avanti. Contestualmente alla nomina del perito, il magistrato
dispose anche il prelievo e sequestro di un campione della
sabbia che era stata posta per ampliare l’arenile e che in
quel periodo era al centro di numerose polemiche e critiche.
In tanti avevano sollevato dubbi e accuse sulla sabbia che era
stata utilizzata per il ripascimento. Dunque, stando a questi
fatti, il magistrato stava procedendo nell’inchiesta seguendo
alcune tempistiche. Le procedure erano state attivate tutte e
gli incarichi affidati. Per quanto concerne gli incarichi
ricevuti dalla Gallevi da parte della Cassa Edile, dove tra i
vertici figura la sorella dell’imprenditore Rainone, pare che
tali incarichi siano stati affidati per delle procedure di
recupero credito. Si tratterebbe di incarichi di poche
centinaia di euro che non avvrebbe liquidato neppure la Cassa
Edile. Nelle prossime ore il magistrato potrebbe presentare
una memoria difensiva attraverso la quale chiarire la sua
posizione in merito a quanto gli è stato contestato.
Cariello: “Ho la necessità di
riprendere la mia vita di
professionista e recuperare
una   immagine    totalmente
distrutta”
di Pina Ferro

E’ stato un fiume in piena l’ex sindaco di Eboli Massimo
Cariello nel corso dell’udienza dibattimentale che lo vede
imputato e celebrata dinanzi al collegio (presidente Lucia
Casale) della seconda sezione penale del Triubunale di
Salerno. Presenti in aula, oltre a Massimo Cariello ed alla
pubblica accusa rappresentata dal pm Francesco Rotondi vi
erano: gli avvocati Sofia e Farano delle costituite parti
civili del Comune di Eboli e Cava de’ Tirreni. Con l’udienza
di ieri, si avvia verso la conclusione il processo. Infatti,
il prossimo 22 luglio dovrebbe esservi la discussione finale e
poi la sentenza. Nelle dichiarazioni rese, Massimo Cariello,
spiega la sua posizione in merito ai due capi d’imputazione
che lo hanno portato ad essere destinatario di una misura
cautelare eseguita la mattina del 9 ottobre del 2020. In
merito al capo 1 d’imputazione (reati articolo 110, 323 del
codice penale), abuso d’ufficio, Cariello ha riferito ai
giudici: “Nella mia funzione di sindaco ho solo svolto la mia
attività politico amministrativa, in particolare consentire,
in base alla norma regionale 19/2009, l’introduzione di una
serie di misure straordinarie premiali e semplificate per
l’edilizia abitativa, per il recupero dei complessi produttivi
dismessi e per gli insediamenti produttivi al fine di
contrastare la crisi economica e la tutela dei livelli
occupazionali. Il mio ruolo e della maggioranza è stato quello
di consentire l’attuazione della suddetta legge regionale,
operando nell’ambito delle competenze comunali, solo dopo,
quando in qualita’ di delegato all’urbanistica, fui informato
dall’ufficio urbanistica- edilizia privata, di richieste da
parte di imprenditori della ex area pip, tramite loro
consulenti tecnici e legali, i quali evidenziavano che la
legge regionale 19/2009, delegava alle amministrazioni
comunali gli indirizzi e l’attuazione del piano casa l.r.
19/2009. Anche perchè la situazione attuale prevedeva una
disparità delle attività produttive presenti nelle aree
industriali rispetto ad altre aree. Sulla base delle
indicazioni tecniche da parte dell’ufficio urbanistica, ci fu
proposta una delibera di indirizzo, la quale fu portata in
sede di commissione consiliare e successivamente in consiglio
comunale per l’approvazione degli atti d’indirizzo così come
chiesto dagli uffici. Dal punto di vista tecnico non era mia
competenza entrare nel merito delle specifiche in materia di
violazione delle norme regionali e nazionali, anche se poi,
nel corso del dibattimento è emerso, in modo inoppugnabile, la
regolarità dell’applicazione delle norme, chiarendo in modo
netto l’inesistenza, sia della violazione del rapporto di
copertura, sia dell’indice di fabbricabilità fondiaria, ma
ancora più importante ,chiarendo che nessuna variante allo
strumento urbanistico e’ stata apportata, così come
erroneamente presente nel capo d’imputazione. Vorrei
soffermarmi sulla parte della discussione politica che ci fu
in consiglio comunale e durante gli incontri preliminari nelle
commissioni consiliari. Infatti, come sicuramente avrete letto
dagli interventi in consiglio comunale, l’oggetto unico di
discussione con una parte dell’opposizione era solo sul
consumo del suolo nella zona” e”, nello specifico sulla
delocalizzazione dei volumi improduttivi da almeno 3 anni,
insomma solo sull’articolo 7, nessuno e ripeto nessuno fece
riferimento alle presunte violazioni dell’articolo 8 comma 3,
anche perchè in quella sede fu evidenziata la disparità che
gli imprenditori della nostra area industriale, ex area Pip,
avrebbero subito se non davamo attuazione all’articolo 8 comma
3 rispetto ad altri imprenditori agevolati in altre aree. Mi
preme ricordare che quando l’ufficio mi comunicò la
problematica, ricordo molto bene che gli imprenditori
interessati erano oltre 6, infatti, sono state consegnate
determine riguardanti altri imprenditori e di richieste
avanzate prima di La Marca. In merito alla telefonata con la
marca nello specifico l’utilizzo della parola “miracolo” da
parte del sottoscritto, essa innanzitutto è un intercalare che
uso frequentemente, nello specifico del colloquio con La
Marca, fu semplicemente un modo per evidenziare lo sforzo
politico rivolto al mondo dell’impresa locale, anche perchè
nella legalità dell’atto votato in Consiglio, lo ritengo e non
solo io cosi come potete vedere dagli interventi in Consiglio,
una scelta politica forte a favore delle attività produttive,
se mi consente specie nell’approvazione dell’articolo 7 cioè
quello riguardante le aree non produttive a differenza
dell’articolo 8 comma 3. Quindi nell’utilizzare il termine
miracolo ho voluto evidenziare la capacità politica della
nostra maggioranza di fare scelte importanti per il territorio
in un settore strategico per il territorio stesso, in
particolare nella ex area Pip, dovuto ad una forte lamentela
degli imprenditori a causa della cattiva gestione degli ultimi
15 anni del consorzio in essere, consorzio che sotto la nostra
amministrazione è stato messo in liquidazione” Per quanto
riguarda il capo d’imputazione che fa riferimento al Consorzio
Farmaceutico Cariello ha spiegato: “Nella mia funzione di
sindaco ero rappresentante nell’assemblea dei sindaci del
Consorzio Farmaceutico, pertanto il rapporto con il direttore
generale Sorrentino era frequente, specie quando scoppiò la
situazione degli ammanchi presso alcune farmacie, in
particolare una di Salerno ed alcune nell’Agronocerino. La
situazione divenne molto preoccupante quando lo stesso
Sorrentino subì minacce a tal punto da essere scortato. Noi
sindaci fummo più di una volta invitati a mediare dai
sindacati, io stesso, all’inizio, avendo sempre avuto un
rapporto costante e positivo con le organizzazioni sindacali
sia per il ruolo che ho svolto in Provincia in qualità di
assessore al Lavoro che come presidente della commissione
provinciale per l’Impiego e sia per la mia attività lavorativa
prevalente di consulente del lavoro esperto in relazioni
sindacali. Cercai di comprendere la posizione delle
organizzazioni sindacali, ma dopo aver notato una difesa ad
oltranza nei confronti dei dipendenti responsabili degli
ammanchi, con gli altri sindaci componenti l’assemblea
condividemmo con maggiore forza la posizione del Sorrentino,
cioè quella di agire nei confronti dei dipendenti colpevoli
degli ammanchi attraverso le procedure previste per legge. Ma
dopo un periodo di calma con i sindacati, gli stessi decisero
di proseguire nella difesa strenue dei dipendenti, e chiesero
la convocazione di un tavolo prefettizio. A quell’incontro
partecipò l’assessore del comune di Salerno, Luigi Della
Greca, il quale però ebbe un atteggiamento tenue con i
sindacati, e questa sua posizione non condivisa del tutto da
noi altri sindaci assenti all’incontro, creò molta agitazione
nei confronti del Sorrentino specie per quello che aveva gia
passato in precedenza con minacce e ritorsioni da parte dei
dipendenti. Ho voluto fare questa premessa per far comprendere
meglio il perchè avevamo, in particolare io, Alfieri sindaco
di Capaccio e Servalli sindaco di Cava de Tirreni, contatti
frequenti con Sorrentino essendo molto preoccupati. Tenete
presente che l’atteggiamento di Salvatore Memoli nei nostri
confronti (mi riferisco a tutti i sindaci capofila) era
estremamente critico, al limite del dileggio anche sul modo
con cui cercavamo di risolvere la vertenza sindacale. Ho
ancora conservato un messaggio whatsapp che vi consegno e che
documenta il motivo per il quale il Memoli non poteva non
essere inviso ai sindaci . In precedenza, con un messaggio del
7 giugno 2019, aveva pronosticato rogne per tutti noi sindaci:
“aspetto il giorno che per i sindaci di un certo consorzio
succeda l’irreparabile. spero che questi sindaci paghino
amaramente la loro assenza di vigilanza”. A gennaio del 2020
ricevo altro messaggio di analogo tenore : “cari sindaci non
vi lascerò dormire tranquilli”. Leggo dal capo d’imputazione
che avrei promesso al Sorrentino un mio intervento sugli altri
sindaci teso ad ostacolare la nomina di Salvatore Memoli quale
presidente del consorzio farmaceutico: la circostanza non può
essere vera per tre ordini di motivi. Il primo motivo: la
nomina del presidente del Cda come da accordi istituzionali
spettava al comune di Salerno, ma solo a scadenza naturale e
pertanto nessuno di altri componenti avrebbero sindacato la
scelta come prassi vuole, tranne nei casi di incompatibilità
cosa che comunque nel caso di Memoli era noto, incompatibilità
dovuta a due contenziosi che egli aveva con il Consorzio. Il
secondo motivo: Sorrentino non nutriva nei confronti del
Memoli lo stesso risentimento che invece covavamo noi sindaci
per il suo modo errato di atteggiarsi nei nostri confronti e
per il fatto che auspicava che per noi consorziati accadesse
l’irreparabile. Il terzo motivo: al netto del fatto che non mi
pare che la carica fosse in scadenza – è che gli altri sindaci
non avevano bisogno di alcuna pressione da parte mia per
nutrire avversione nei confronti del Memoli, dal momento che
sia Alfieri sia Servalli e il comune di Salerno erano
destinatari degli stessi odiosi messaggi telefonici. Si
aggiunga poi che era risaputo che il sogno del memoli era
quello di arrivare alla privatizzazione del consorzio, con una
visione personale e mai condivisa con nessuna delle forze
politiche che componevano le maggioranze dei comuni
consorziati. così come era noto che il Memoli si trovava nella
condizione di non poter più nuocere al consorzio farmaceutico
per via della sua incompatibilita’ a rivestire cariche
amministrative. posso confermare che tutte le comunicazioni
con il Sorrentino, specie negli ultimi 2 anni, vertevano,
quasi esclusivamente, sulla questione degli ammanchi e del
fatto che lui spesso si sentiva troppo sotto pressione dai
sindacati e dipendenti e molto preoccupato per le conseguenze
delle scelte dirigenziali che stava compiendo si con il nostro
supporto istituzionale ma avvertiva un certo scollamento
ultimamente da parte nostra, per questo mi chiedeva di
continuare a sostenerlo in questa battaglia di legalità, anche
perchè non voleva piu vivere i brutti momenti delle minacce e
della scorta. signor presidente e membri del collegio, vorrei
aggiungere alcune parole in merito alla mia situazione
giudiziaria in particolare al fatto che dopo ben oltre 9 mesi
con un processo immediato in corso mi trovo ancora nella
condizione di essere ai domiciliari, nonostante le mie
dimissioni da sindaco avvenute un mese dopo la misura
cautelare e nonostante che la prefettura abbia nominato un
commissario ex questore affiancato da 2 subcommissari,
compiendo in questi mesi centinaia di atti amministrativi. Vi
chiedo la possibilità di valutare la mia liberazione in modo
da poter cercare di recuperare almeno la mia immagine
professionale messa enormemente in discussione dalle mie note
vicende politiche amministrative, 9 mesi sono una eternità per
chi ha cercato di svolgere sempre un ruolo da cittadino e da
amministratore con oltre 25 anni di esperienza, senza aver mai
avuto alcun problema giudiziario. Purtroppo la mia esperienza
da sindaco, nonostante l’amore smisurato, la conoscenza e
l’esperienza amministrativa di tanti anni, che ho messo nel
ruolo di sindaco, mi ha danneggiato come neanche nel mio
peggiore incubo potevo immaginare, ora saranno i processi nei
vari gradi a decidere la mia innocenza, cosa di cui sono
pienamente convinto, o colpevolezza, ma vorrei che tutto si
svolgesse nel pieno rispetto della mia libertà. ho la
necessità di riprendere la mia vita di professionista e
recuperare una immagine totalmente distrutta, non vi nascondo
le notevoli difficoltà economiche che stiamo affrontando io e
la mia famiglia e che peggiorano di giorno in giorno, anche
perché la mia attività principale è quella di consulente del
lavoro, attività che attualmente è sospesa causa misura
cautelare, che svolgo a Salerno e presso le aziende dello
studio associato dove lavoro. Vi ringrazio per avermi dato la
possibilità di svolgere l’attività di mediatore, l’unica che
in questa situazione posso svolgere, ma che rappresenta una
secondaria attività specie dal punto di vista economico. sul
versante politico oramai il mio presente e futuro è totalmente
annientato, non so cosa, chi, e come io possa ancora
condizionare un atto amministrativo un imprenditore o un
politico di turno. Tutti hanno preso le distanze, inoltre la
misura dei domiciliari attualmente riguarda solo il capo
d’imputazione di cava, non capisco ora in che modo possa
compiere gli atti che mi vengono imputati, sia perché il
coimputato Sorrentino (peraltro gli è stata revocata
l’interdizione) non ha oggi alcun ruolo nel consorzio
farmaceutico e nel concorso di cava, ma anche perché il reato
di corruzione che mi viene indicato è collegato alla mia
attività di sindaco appartenente all’assemblea del consorzio
farmaceutico, non capisco come potrei reiterare il reato. Ho
solo il bisogno di riprendermi da questo incubo e cercare di
potermi difendere nelle varie fasi processuali con la
possibilità di poter mantenere la famiglia col decoro
necessario che deriva dalla mia attività lavorativa che posso
svolgere unicamente da uomo libero”.

Voglia di spiaggia, aumentano
del 5% le prenotazioni degli
stabilimenti salernitani
di Monica De Santis

Salerno e provincia registrano un 5% in più in materia di
prenotazioni negli stabilimenti balneari. Segnale questo che
le persone hanno voglia di mare e, di spiagge in sicurezza e
senza preoccupazioni organizzandosi per tempo. E quanto emerge
dai dati raccolti da Spiagge.it, il portale dedicato ai
gestori e agli utenti degli stabilimenti balneari, che
evidenzia una crescita costante delle prenotazioni di lettini
e ombrelloni, non solo a Salerno e provincia ma lungo tutte le
aree litoranee dello stivale, sponde dei laghi comprese. In
particolare, stando al report presentato, nel giugno 2021 si è
registrato un aumento delle prenotazioni pari al 350% rispetto
allo stesso mese del 2020, raggiungendo le 45.000 prenotazioni
con una media di 52€ a prenotazione. A fare da apripista, ci
sono le zone costiere adriatiche con la Puglia che registra un
+500% di prenotazioni e Marche e Abruzzo che crescono del
400%; si affianca la Liguria, con la stessa percentuale. Tra
le province più cercate e prenotate, invece, sul podio spunta
a sorpresa Napoli (24%), seguita da La Spezia (19%) e poi
Gorizia (8%), ed ancora ex equo da Bari, Lecce, Salerno e
Ravenna (5%), poi Rimini e Ancona (3%) e infine Savona e
Pescara (2%). Per quanto riguarda i laghi, infine, spiccano le
sponde del Lago Maggiore e del Lago di Como. Cambiano le
modalità di prenotazione, sempre più orientate verso i sistemi
digitali, ma non le abitudini degli italiani in riva al mare.
Secondo i dati condivisi da Spiagge.it, infatti, l’85% delle
prenotazioni prevedono solamente ombrellone e due lettini, il
minimo indispensabile per godersi una giornata di sole, anche
se sono in aumento le prenotazioni di postazioni esclusive,
come i lettini a baldacchino (8%). A questo si aggiunge
l’attenzione per i servizi, con 1 italiano su 4 che ricerca e
seleziona lo stabilimento sulla base delle attività proposte,
in primis quelle dedicate ai bambini, seguite dagli sport
acquatici e dagli sport da spiaggia che hanno registrato un
aumento di interesse pari al 250% rispetto allo scorso anno.
Confermata rispetto al 2020, invece, la durata media delle
prenotazioni, pari a 1,8 giorni (molto spesso concentrati nel
weekend), con il numero che sale fino a 2,7 per le vacanze in
Sicilia e in Sardegna e scende all’1,3 per quelle in Liguria e
in Toscana. “Il desiderio di vivere una vacanza senza
preoccupazioni e senza brutte sorprese all’arrivo è confermata
non solo dalle prenotazioni anticipate, ma anche
dall’interesse dimostrato dagli italiani verso gli
stabilimenti indipendentemente dall’aumento dei prezzi
impostati dai gestori sulla piattaforma”, sottolineano Niccolò
Para e Andrea Menghi, co-fondatori di Spiagge.it. “Grazie al
nostro sistema di pricing dinamico, che permette agli
stabilimenti di massimizzare i profitti andando facilmente a
modificare in valore percentuale i prezzi delle singole
postazioni o dei settori della spiaggia in base al tasso di
occupazione, abbiamo notato che, nonostante il rialzo dei
prezzi, il tasso di occupazione rimane spesso invariato”. Se
da una parte la domanda di ombrelloni, quindi, non è sensibile
all’aumento dei prezzi, dall’altra viene invece nettamente
influenzata dal ribasso. Secondo i primi test effettuati da
Spiagge.it, infatti, è stato dimostrato che attivando le
promozioni gli stabilimenti possono attirare, soprattutto per
quei settori della spiaggia meno esclusivi, una quantità di
prenotazioni fino al 60% in più.

La Scogliera è tra i cinque lidi più postati su Instagram

Che sia per condividere le proprie esperienze con amici e
membri della famiglia o per conservare un ricordo personale,
l’estate è forse la stagione più paparazzata dell’anno,
complici il divertimento, la spensieratezza e i luoghi
meravigliosi che fanno da cornice alle proprie vacanze. Per
chi quest’anno vuole portare a casa con sé e condividere sui
social spiagge e angoli di mare italiani da sogno, Spiagge.it
, il portale dedicato ai gestori e agli utenti degli
stabilimenti balneari, suggerisce i 5 stabilimenti balneari
più instagrammabili d’Italia. Dalla Riviera Romagnola alla
Costiera Amalfitana, passando per Sardegna e Basilicata, ecco
i 5 luoghi ideali per scattare foto, creare reel e video da
condividere per un “effetto wow” assicurato: Singita Miracle
Beach per le atmosfere etniche- Marina di Ravenna, Lido Sabbia
d’Oro Beach Club per i suoi lettini a baldacchino – Scanzano
Jonico (MT); Arveskida Beach per la sua spiaggia caraibica –
Domus de Mari (CA); Bagni Mario 65 per le sue cabine azzurre –
Riccione (RN) e infine ma non ultima La Scogliera per una
vacanza a picco sul mare – Positano. Incastonato tra le
scogliere della Costiera Amalfitana e bagnato da un mare
cristallino, La Scogliera unisce le meraviglie della natura al
comfort. Tra lettini e ombrelloni, cocktail e gustosi piatti
freddi, lo stabilimento balneare offre numerosissimi spunti e
angoli da imprimere nella mente e fotografare con creatività,
ma la vera magia avviene al tramonto, quando il calar del sole
regala colori e atmosfere indimenticabili da vivere,
immortalare e condividere. La Scogliera a Positano è un resort
letteralmente incastonato in mezzo alle rocce della Costiera
Amalfitana, un luogo amato e conosciuto il tutto il mondo,
dove la natura e il relax si fondono insieme. La sera La
Scogliera si trasforma in un romantico tramonto sul mare, in
cui è possibile trascorrere del tempo nel lounge bar, ideale
per una serata rilassante. La notte invece i clienti possono
usufruire dei lettini e gustarsi degli ottimi cocktail per
godersi il panorama inconfondibile della Costiera Amalfitana.
Tra i principali servizi troviamo il lido in cui è possibile
noleggiare lettini e ombrelloni, realizzata il una terrazza
sul mare il tutto per garantire un comfort indimenticabile. Il
ristorante offre un servizio di alto livello preparando dei
gustosi piatti freddi da gustare nel locale o in spiaggia,
avvolti da un’atmosfera memorabile. La sera La Scogliera si
trasforma con l’organizzazione di numerosi eventi e musica dal
vivo con ospiti importanti, per puro divertimento. La
Scogliera è un luogo incantevole nella Costiera Amalfitana,
per trascorrere delle vacanze indimenticabili in uno dei posti
più belli del mondo.
Napoli incontra gli studenti
stranieri    dell’Accademia
Italiana
di Monica De Santis

Si è svolto ieri mattina l’incontro tra il sindaco Vincenzo
Napoli, e gli studenti internazionali di Accademia Italiana
che studiano la lingua e la cultura italiana a Salerno.
L’incontro, moderato da Barbara Cangiano, ha avuto la natura
di dibattito aperto con domande libere al Sindaco da parte del
pubblico internazionale di carattere culturale, artistico e
politico. L’incontro è stato svolto in italiano con livello
graduato della lingua, con il supporto delle docenti di
Accademia Italiana. “È stato davvero un piacere incontrare
ieri mattina studenti e docenti dell’Accademia Italiana di
Salerno. Un dibattito aperto con ragazzi provenienti da ogni
angolo del pianeta, che trascorreranno alcuni mesi a Salerno,
di cui sono certo serberanno uno splendido ricordo. – ha
dichiarato il sindaco di Salerno – L’Accademia, brillantemente
diretta da Francesca Romana Memoli, svolge da un lato un ruolo
di promozione e diffusione della lingua e della cultura
italiana nel mondo e dall’altro rappresenta un’importante
occasione di marketing territoriale. Salerno ha e vuole
continuare ad avere un ruolo d’avanguardia nel panorama
nazionale: l’Accademia ci supporta nella nostra operazione di
promozione della nostra città e di questo siamo profondamente
grati. La città di Salerno – prosegue ancora il sindaco – si
propone come città pilota, nel panorama regionale, per quanto
riguarda innovazione urbanisca, per quanto riguarda le
proposte culturali, se volessi solo ricordare le cose che sono
in corso in questi giorni, dalla mostra di Pino Musi alla
mostra Chelsea Hotel a Palazzo Fruscione, passando per la
grande lirica nello spazio antistante al Teato Ghirelli. Siamo
una città dove si possono fruire cose che altrove non sono
pensabili. L’Accademia Italiana, e noi di questo ne siamo
grati, ci fa da supporto nella funzione di promozione
dell’immagine della nostra città all’estero. E’ un prestigio
del quale siamo grati alla direttrice e che credo che
funzionerà sempre di più nei prossimi anni”. Il sindaco poi,
ha voluto ancora una volta rivolgersi a tutti i salernitani,
lanciando nuovamente un appello al rispetto delle semplici ma
essenziali regole per prevenire il contagio da Covid 19 “Non
ho dato uno sguardo agli indicatori sul contagio degli ultimi
giorni ma mi sembra che le cose stiano andano bene. Nonostante
questo invito sempre i miei concittadini ad avere una
particolare attenzione a non abbassare la guardia, perchè il
pericolo è sempre in agguato. Se da un lato stiamo registrando
notizie positive in merito al numero di contagi, che in città
sembrano essere uno, due al giorno, dall’altro lato questo non
ci deve far gioire perchè è il segno che il virus circola
ancora nella nostra città. Senza contare che le varianti, in
particolare quella Delta, si sta diffondendo sempre più
velocemente ed il nostro obiettivo deve essere quello di far
si che non arrivi a Salerno. Ecco perchè è importante
proseguire con la campagna di vaccinazione, che anche questa
in città sta procedendo in maniera molto celere e far si che
siano sempre di più le persone vaccinate”.

L’importante è farlo sempre
con chi hai voglia tu
di Olga Chieffi
E’ fissato per domani sera, alle ore 20, lo start del workshop
intensivo “Donna Luce”, promosso da Antonio Grimaldi e dal suo
Teatro del Grimaldello, presso il Convento di Sant’Antonio di
Nocera Inferiore. Due giorni con performance finale, dedicati
a Raffaella Carrà e alle sue canzoni che inneggiano all’amore
e perfino al sesso. Le richieste dell’attore e regista Antonio
Grimaldi sono chiare: “Sei donna maschio lesbica gay trans sei
di colore, sei piccola/o, sei grande grande sei vecchia/o ? L’
importante è far L amore con chi hai voglia tu. Portati un
caschetto biondo un vestito glamour, una bandiera arcobaleno o
un tricolore. Solo così possiamo raccontare”. La performance
aperta al pubblico si svolgerà presso il Castello del Parco
Fienga, nella serata del 18 luglio. Sarà un workshop nel segno
di Raffaella Carrà, la diva possibile, volto fotogenico,
risata espansiva e immagine coerente: capelli biondi a
caschetto, corti sulle spalle, belle gambe, vestiti vistosi e
sexy, ma nel giusto equilibrio., la fidanzata d’Italia e non
solo d’Italia. Con quel pizzico di anticonformismo accettabile
dalle platee conformiste, puritane e benpensanti del tempo del
bianco e nero televisivo che poi, addirittura dopo una disputa
politica, divenne a colori. L’ombelico di fuori che fece finta
di fare scandalo, lo stacco di coscia e le canzoni che
inneggiavano all’amore e perfino al sesso. In questi casi
aiuta il fatto che nessuno sta attento alle parole e, quando
il motivo è orecchiabile, è la musica che predomina e il testo
viene subissato dal ritmo. Pensate solo, “Gelato al
cioccolato” di Malgioglio, peraltro autore di testi anche
della Carrà: quella che sembra una canzonetta per bambini, non
a caso cantata dall’innocente Pupo, in realtà si riferiva ad
una storia sex con un uomo di colore. Ecco perché “tu, gelato
al cioccolato… dolce e un po’ salato”. Così, la nostra
Raffaella con “Come è bello far l’amore da Trieste in giù che
poi s’intitola Tanti auguri, rivolti per l’appunto “a chi
tanti amanti ha”, testi dell’allora suo compagno Boncompagni.
L’unica obiezione poteva essere solo geografica: Trieste non è
così a nord. Bisognava semmai scendere da Bolzano in giù, che
anche da quelle parti di sicuro ci sono osservanti e
praticanti del far l’amore che avrebbero gradito. Così si
sarebbero compresi tutti gli italiani. E che dire di “A far
l’amore comincia tu”, remixata da Bob Sinclair in versione
disco, che ha travalicato i confini generazionali, arrivando
come un tormentone fino ai giorni nostri e divenendo il motivo
di apertura del film “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino.
Proprio “Tanti auguri“, nota anche come “Com’è bello far
l’amore…”, è un inno alla libertà sessuale. Non a caso, il
pezzo è diventato un simbolo del movimento LGBT, tanto da
eleggere la Carrà a “icona gay mondiale” al World Pride di
Madrid nel 2017. Ma la rivoluzione innescata dalla vulcanica
Raffaella Carrà è ancora più dirompente, perché a cantare
quanto sia bello fare l’amore “in campagna ed in città” è una
donna, una donna libera, affermata, sensuale e soprattutto una
donna protagonista del suo tempo. Una donna che non fa un
passo indietro, ma che con la sua forza dirompente si afferma
nello scenario italiano e internazionale con carisma e
talento, insegnando che “girando questa terra io mi sono
convinta che, non c’è odio non c’è guerra quando a letto
l’amore c’è”, “Com’è bello far l’amore da Trieste in giù,
l’importante è farlo sempre con chi hai voglia tu…”. La
maggior parte dei suoi inni pop sessuali sono un prodotto
della Televisione italiana degli anni ’70, ma non sono
reliquie del passato: la gente conosce, ancora, i testi a
memoria e li canta non appena si presenta l’occasione. Oggi
sembra una cosa semplice sollecitare il piacere sessuale in
una canzone, ma Raffaella Carrà è stata una pioniera che ha
aiutato le persone a vivere vite più appaganti, usando ritmi a
cui nessuno che abbia sangue nelle vene può resistere.
Corruzione     e    traffico
influenze a Salerno, indagato
Pm Penna, avvocato, politici
e imprenditori
di Pina Ferro

Avrebbe informato degli imprenditori su procedimenti a loro
carico in cambio di un tornaconto. L’inchiesta , firmata dalla
Procura di Napoli, scuote il palazzaccio salernitano. Roberto
Penna, magistrato in servizio presso la Procura della
Repubblica di Salerno, è stato tra i destinatari di una serie
di perquisizioni disposte dalla Procura di Napoli nell’ambito
di un’ indagine dei carabinieri nella quale gli inquirenti
ipotizzano i reati di corruzione in atti giudiziari e traffico
di influenze, continuati e in concorso. Tra gli indagati,
oltre al magistrato che si occupa di reati in settore
dell’edilizia, reati ambientali e contro la pubblica
amministrazione, figurano anche alcuni imprenditori, un
generale della Guardia di Finanza in quiescenza e un avvocato.
I militari dell’Arma hanno perquisito le abitazioni e gli
uffici degli indagati tra le province di Napoli, Salerno e a
Roma, compreso quello del magistrato, nel palazzo che ospita
la Procura di Salerno. Acquisiti dai carabinieri
documentazione cartacea e apparati informatici (computer,
telefoni, dispostivi per la memorizzazione dei dati) a
disposizione degli indagati. Il decreto di perquisizione,
nella mattinata di ieri, è stato notificato oltre che al
sostituto procuratore Roberto Penna anche a Maria Gabriella
Gallevi, avvocato del Foro di Salerno, all’imprenditore
Eugenio Rainone della Rcm costruzioni gruppo Rainone, a
Umberto Inverso vice presidente fondo investimenti, Gregorio
Fiscina ex consigliere comunale e provinciale ed ex candidato
a sindaco di Buccino, a Fabrizio Lisi, generale della Guardia
di Finanza in quiescenza ed ex comandante scuola allievi
marescialli dell’Aquila e a Francesco Vorro di San Giuseppe
Vesuviano. Il magistrato, secondo gli inquirenti, avrebbe
informato gli imprenditori circa alcuni procedimenti penali
riguardanti abusi edilizi in cui risultano coinvolti e di cui
lui si stava occupando. L’avvocato in questione avrebbe
ottenuto incarichi professionali grazie all’intervento del
magistrato a cui è legata. Penna, in cambio, avrebbe evitato
di svolgere indagini sul conto degli imprenditori. Accuse
alquanto pesanti che devono essere confermate nelle successive
indagini che saranno espletate nelle prossime ore e settimane.
Ovviamente ora i militari e i magistrati napoletani
vaglieranno il materiale che è stato acquisito presso le
abitazioni e gli ufficii di coloro che sono stati iscritti nel
registro degli indagati Sull’inchiesta avviata dalla procura
di Napoli poco trapela. Le notizie che circolano sono
solamente  quelle  relative  all’effettuazione  delle
perquisizioni effettuate nella giornata di ieri da parte dei
carabinieri presso le abitazioni e gli uffici delle persone
che sono finite sul registro degli indagati. Poche le notizie
ufficiali in merito alla vicenda che nelle prossime ore
potrebbe apparire più chiara così come la posizione del
magistrato.

Falanga: “In tutti i comuni
al  voto,   Udc  andrà  con
centrodestra unito”
di Erika Noschese

L’Udc sta con il centrodestra in tutte le città capoluogo. Lo
ha ribadito, se mai ce ne fosse stato bisogno, il coordinatore
regionale del partito Ciro Falanga che, nei giorni scorsi ha
preso parte al tavolo regionale della coalizione per la scelta
dei candidati sindaci nei capoluoghi chiamati al voto.
“Certamente sì. L’Udc è una forza politica del centrodestra e
non si sposta anche nei territori in cui la coalizione in
questione, almeno a livello di previsioni, potrebbe non essere
vincente – ha dichiarato Falanga – Inoltre, noi abbiamo la
linea nazionale e la applichiamo anche sul territorio: a
Salerno, così come le altre città che vanno al voto
amministrativo, la linea del partito nazionale è stata sempre
quella di convergere sul centrodestra”. Dunque, nessuna
ipotesi di centrosinistra e, di conseguenza, si chiude – ancor
prima di essere ufficializzato – il confronto tra
l’amministrazione uscente e il partito, come inizialmente
ipotizzato dopo un primo incontro tra il commissario
provinciale Mario Polichetti e il cittadino Aniello Salzano.
“Non è mai balenata, né a livello nazionale né regionale,
andare con il centrosinistra”, ha chiarito Falanga che
conferma il sostegno alla coalizione e al candidato sindaco
Michele Sarno, sostenuto da Fratelli d’Italia, già da diversi
mesi. Una decisione che, almeno per il momento, non riguarda
Battipaglia dove l’Udc sostiene il candidato sindaco Antonio
Visconti, espressione di centrosinistra. In questo caso,
infatti, la scelta spetterà al coordinamento provinciale che
dovrebbe riunirsi già nella giornata di venerdì su
convocazione di Lello Ciccone. “Non abbiamo ancora esaminato
Battipaglia, per il momento ci siamo occupati dei capoluoghi
di provincia e poi passeremo ad esaminare le altre città al
voto”, ha dichiarato ancora Falanga. Al momento, a dispetto di
quanto ipotizzato nei giorni scorsi, nessun cambio per quanto
riguarda il commissario cittadino Aniello Salzano, a patto che
segua le indicazioni dei vertici nazionali del partito:
“Dipende se si allinea alle decisioni nazionali e regionali, a
quel punto non vedo perché privarsi di persone autoritarie
come Salzano”, ha infatti chiarito il coordinatore regionale.
Intanto, ieri mattina, la vice coordinatrice provinciale del
partito Maria De Caro è stata ricevuta da Lorenzo Cesa,
segretario nazionale del partito, per discutere dello sviluppo
del partito, in provincia di Salerno e a livello regionale. De
Caro ha presentato a Cesa i progetti che sta portando avanti
il coordinatore provinciale, il dottor Mario Polichetti,
responsabile nazionale del settore sanità per l’Udc. Un
colloquio cordiale durante il quale il coordinatore nazionale
ha rinnovato la stima per tutto il coordinamento provinciale,
esprimendo parole di apprezzamento per Polichetti e la stessa
De Caro, ribadendo che, a livello provinciale, si seguirà la
linea dettata dai vertici nazionali, in piena coerenza alle
indicazioni del segretario nazionale Lorenzo Cesa.

Omicidio Vassallo, il 23
luglio ad Acciaroli il gruppo
di    lavoro    parlamentare
istituito      presso      la
Commissione Antimafia
L Presidente della Fondazione “Angelo Vassallo Sindaco
Pescatore”: “Un’attenta attività d’indagine già in corso, in
maniera autonoma, presso il Parlamento. Un segnale importante
che proviene dalle istituzioni. La nostra è una corsa contro
il tempo, per evitare i termini di prescrizione
dell’inchiesta, arrivando ai responsabili di un omicidio
ancora irrisolto. Hanno ucciso Angelo, ma le sue idee di
legalità e sostenibilità sopravvivono”

POLLICA. Si intensifica l’attività di indagine presso le
istituzioni sull’omicidio ancora irrisolto di Angelo Vassallo,
il Sindaco Pescatore. Il prossimo 23 luglio 2021 sarà ad
Acciaroli il gruppo di lavoro parlamentare istituito presso la
Commissione Antimafia Presieduta dal prof. Nicola Morra: un
team, coordinato dall’on. Luca Migliorino, per ispezionare
tutti gli elementi istruttori utili a non far cadere nel vuoto
il fascicolo d’inchiesta, prima che decorrano i termini della
prescrizione.

“Un’attenta attività d’indagine, già condotta in maniera
autonoma dal Parlamento – sottolinea il presidente della
Fondazione e fratello del Sindaco Pescatore, Dario Vassallo
– È una cauta speranza. Occorre fare luce sulla verità e
mantenere alta l’attenzione, prima che decadano i termini
della prescrizione. È una corsa contro il tempo, per Angelo,
per il Cilento e per uno Stato di diritto che tuteli la
legalità”.

Undici anni fa a Pollica, piccolo comune del Cilento, veniva
infatti ucciso Angelo Vassallo, sindaco del paese, ma
soprattutto punto di riferimento per la propria comunità, e
non solo, per la sua integrità morale e per l’attenzione e
sensibilità ai temi della legalità e dell’ambiente. Sul suo
omicidio non sono ancora state accertate le responsabilità.
Soddisfare l’aspettativa di verità e giustizia sul delitto
costituisce un dovere morale, e questo non solo nei confronti
della vittima, dei suoi familiari, e di una comunità
profondamente scossa, ma anche di tutti quegli amministratori
che lavorano assiduamente per il rinnovamento e la rinascita
dei propri territori.
Una verità, sul barbaro assassinio del primo cittadino,
chiesta instancabilmente da anni, dal presidente della
Fondazione Angelo Vassallo nonché fratello del sindaco, Dario
Vassallo, che nel 2019 è approdato in commissione parlamentare
antimafia dove è stato udito per ore dai parlamentari in una
seduta plenaria, mettendo a verbale ben 430 pagine di memorie,
con nomi e cognomi di uomini della società civile, delle
Istituzioni e della politica, facendo riferimento a fatti e
circostanze ben dettagliate. Contenuto dell’audizione in per
gran parte segretato.

“La venuta ad Acciaroli della Commissione Antimafia documenta
la forza dello Stato che, quando opera al pieno delle sue
funzioni – insiste Dario Vassallo – e nel pieno delle sue
forze, dimostra che non ce n’è per nessuno e non arretra
davanti a niente, perché è fondamentale arrivare alla verità,
non solo per noi ma per un Paese intero”.

Morì   dopo   intervento   di
riduzione dello stomaco, in 4
a processo. Michele Alfano
spirò nella clinica Cobellis
di Vallo della Lucania
di Pina Ferro

Spirò a seguito di un’intervento chirurgico per la di
riduzione dello stomaco effettuato presso la clinica
‘Cobellis’ di Vallo della Lucania. Era il 2016 quando il cuore
di Michele Alfano di Capaccio si fermò per sempre. Dopo quasi
cinque anni e numerosi colpi di scena in sede di udienza
preliminare, il gup del Tribunale di Vallo della Lucania,
Sergio Marotta, ha rinviato a giudizio, con l’accusa di
omicidio colposo in concorso, i chirurghi che operarono il
40enne. Ad affrontare il processo saranno: Luigi Cobellis
(titolare della struttura), Luigi Angrisani (specialista
esterno), Giovanni Novi (di Ascea) e Rocco Cimino (ex sindaco
di Teggiano). Accolta dunque la richiesta di rinvio a giudizio
presentata dal Pubblico ministero Vincenzo Palumbo della
Procura della Repubblica cilentana: la prima udienza si terrà
il 17 dicembre prossimo davanti al giudice monocratico del
Tribunale di Vallo della Lucania. Prosciolte invece da ogni
accusa altre 10 persone, tra medici ed infermieri, che furono
iscritte nel registro degli indagati, all’epoca dei fatti,
come atto dovuto. Soddisfatti per la decisione del gup i
familiari del compianto Michele Alfano, in primis i tre
figlioletti e la vedova, Irene Conforto, che a StileTV ha
dichiarato : “Finalmente potremo iniziare la nostra battaglia
nel nome di mio marito, affinché venga fatta luce e giustizia
sulle cause del suo decesso, che ha lasciato in tutti noi un
vuoto di disperazione e rabbia, perché Michele in quella
clinica è entrato vivo… qualcuno, ora, davanti alla legge
dovrà spiegare perché dopo è morto, e non avrò pace finché non
ci saranno sentenze; ci tengo a ringraziare moltissimo il
nostro legale, l’avvocato Pierluigi Spadafora, il quale si sta
battendo con noi e si è reso protagonista di un discorso
conclusivo, davanti al gup, che ha commosso tutti”. Michele
Alfano, 40enne di Capaccio Paestum affetto da obesità, morì
nella casa di cura “Cobellis” di Vallo della Lucania, il 17
novembre del 2016, dopo 14 giorni di agonia a seguito di un
intervento di riduzione dello stomaco, cosiddetto “sleeve
gastrectomy”, cui si era sottoposto per perdere peso. La
procura vallese dispose immediatamente il sequestro della
cartella clinica, nominando il medico legale Adamo Maiese
quale consulente tecnico, lo stesso che ha eseguito l’esame
esterno e l’autopsia sulla salma: durato oltre 3 ore, l’esame
autoptico accertò che, a causarne la morte, fu un’infezione
letale provocata da un “buco” allo stomaco. Più precisamente,
secondo il magistrato Palumbo che ha chiesto ed ottenuto il
processo per omicidio colposo in concorso, i quattro chirurghi
imputati “per colpa dovuta ad imperizia, imprudenza e
negligenza, consistite dapprima nel cagionare, durante
l’intervento chirurgico, una fistole gastrica sulla parete
postero-superiore dello stomaco e, successivamente, nel non
diagnosticarne la presenza, nonostante fossero comparsi segni
d’infiammazione e di peritonite nel paziente, cagionandone la
morte per insufficienza multiorgano complicata da lesione
gastrica e conseguente peritonite chimica nonché polmonite
bilaterale”. Nella foto, l’ultimo scatto pubblicato da Michele
Alfano sui social prima di entrare in sala operatoria: da
allora non si è mai più ripreso, fino alla morte.
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