LE INFORMAZIONI STATISTICHE AMBIENTALI

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LE INFORMAZIONI STATISTICHE AMBIENTALI

           a cura dell’Avvocato Rosa Bertuzzi

   L’ISTAT HA PUBBLICATO L’ANNUARIO DELLE STATISTICHE AMBIENTALI

L’ISTAT fornisce una raccolta delle principali informazioni statistiche ufficiali
sull’ambiente in Italia. Lo scorso 17 agosto è stato pubblicato l’annuario delle
statistiche ambientali riferite agli anni 2005 e 2006. Un annuario composto da
ben oltre 500 pagine, in cui vengono trattati, anche tramite schemi e tavole,
tutte le rilevazioni fatte nelle varie zone dell’Italia, prevedendo anche una
sezione di confronto con gli anni precedenti. Tale statistica ha permesso di
studiare i cambiamenti climatici – ad esempio a Catania è stato rilevato il
valore più alto della temperatura – anno 2006 – pari a 42,8 gradi centigradi –
valore che non veniva raggiunto da 6 anni su tutto il territorio nazionale. Tale
studio ha inoltre consentito di incentivare la emanazione di norme legislative
finalizzate a ridurre quelle forme di inquinamento che andavano ad
aumentare quali, ad esempio, la emissione di inquinamento acustico. In
questo settore, già negli ultimi anni, i comuni hanno emanato i regolamenti
comunali di zonizzazione acustica, ma ora sarà – pare - una norma nazionale
che imporrà le diverse riduzioni di rumore.
Tale raccolta soddisfa anche l’esigenza del cittadino di avere informazioni
circa la situazione ambientale nel nostro pianeta, la quale è sempre più
sentita. Soprattutto nel corso degli ultimi tempi l’attenzione verso l’ambiente
è divenuta una esigenza “forte”, grazie ad una maggiore consapevolezza
dell’importanza dei fenomeni ambientali da parte della comunità
internazionale. La sollecitazione principale alla raccolta di dati ambientali
proviene anche dagli obblighi imposti dalla normativa internazionale e
comunitaria e dalla legislazione nazionale. Le politiche di protezione
ambientale stabilite nell’ambito di accordi internazionali richiedono infatti ai
vari Paesi di effettuare il controllo e il continuo monitoraggio dei fenomeni
ambientali. Ciò presuppone la disponibilità di dati statistici confrontabili a
livello internazionale. Specifici regolamenti comunitari stabiliscono i criteri di
raccolta dei dati in campo ambientale secondo metodologie omogenee
affinché vengano prodotti dati comparabili e concretamente utilizzabili nelle
politiche di gestione ambientale. L’importanza che una corretta informazione
statistica ambientale riveste è ancora più ampia. I rapporti scientifici dei
principali organismi internazionali del settore denunciano, in modo talvolta
allarmante, il degrado ambientale globale. Le conseguenze dei cambiamenti
climatici, il depauperamento delle risorse idriche, l’inquinamento urbano e le
altre manifestazioni di crisi ambientale coinvolgono in modo trasversale tutti i
contesti in cui si esprime l’attività umana. La trasformazione esercitata
dall’uomo sull’ambiente per soddisfare le proprie esigenze nel corso del
tempo è stata tale da incidere globalmente sull’ecosistema nei suoi processi
di funzionamento ed autoregolazione. Il rischio è che siano irrimediabilmente
compromesse le risorse ambientali e che lo stesso processo di sviluppo
umano non sia “sostenibile”, cioè, che non sia in grado di assicurare per le
generazioni future la stessa disponibilità di risorse della generazione attuale.
Sorge quindi la necessità di sviluppare una conoscenza ancora più profonda
dei fenomeni ambientali e del loro funzionamento e di diffondere una vera e
propria cultura dell’ambiente per radicare una maggiore conoscenza dei
problemi ambientali. Con l’Annuario di statistiche ambientali l’Istituto
nazionale di statistica, attraverso la struttura “Statistiche ambientali e sviluppo
sostenibile”, fornisce in tal senso il proprio contributo, proseguendo l’attività di
diffusione, avviata nel 1984, del patrimonio delle statistiche ufficiali nazionali.1

ALTIMETRIA E METEOROLOGIA
In Italia sono posizionate 32 stazioni per le temperature e le precipitazioni, e
16 stazioni per il soleggiamento.
Se dalla stazione di Catania è stata rilevata la temperatura più alta
all’opposto, la stazione di Bolzano ha registrato il limite più basso , meno 19
gradi.
Per quanto riguarda i livelli di precipitazioni, il più basso è stato rilevato a
Catania,mentre il più alto a Cosenza.

ARIA: 118 milioni di tonnellate di anidride carbonica emessi dai veicoli
circolanti su strada in un anno.
Nell’ultimo anno in Italia sono stati emessi nell’atmosfera oltre 384 milioni di
tonnellate di anidride carbonica, di cui 162 milioni dalle industrie energetiche
e della trasformazione, e 118 milioni dal trasporto stradale. Si pensi che in
rapporto all’anno 1980 l’anidride carbonica emessa nell’atmosfera era
inferiore a 72 milioni di tonnellate. La stazione che ha segnalato il maggiore
inquinamento atmosferico – biossido di zolfo – è quella di Cagliari; quella che
ha segnalato la maggiore emissione di biossido di azoto è quella di Rimini. Lo
scorso anno ben il 41,7 per cento delle famiglie italiane ha dichiarato la
presenza di problemi relativi all’inquinamento e oltre il 22 per cento quella di
odori sgradevoli nella zona di abitazione.

1
    Da Annuario delle statistiche ambientali – Edizione 2007 – ISTAT – Area Ambiente e territorio – diffuso il 17 agosto
2007 -. L’Annuario         è disponibile on line sul sito www.istat.it – sentire Giovanna -
RUMORE
Gli interventi contro l’inquinamento acustico sono stati effettuati dai Comuni
tramite l’adozione dei regolamenti di “zonizzazione acustica” , ossia la
classificazione del territorio dei comuni italiani in zone per ognuna delle quali
sono definiti specifici limiti di accettabilità di livelli di rumore secondo le norme
di legge e sulla base della tipologia di insediamento nel piano regolatore.

ACQUA
Le statistiche sulle acque si sono sviluppate negli ultimi anni in conseguenza
della necessità di gestire la risorsa in modo sostenibile arrestando il processo
di depauperamento degli ecosistemi sia per quanto concerne gli aspetti
quantitativi che gli aspetti qualitativi. La crescente domanda di informazioni,
sia nazionale che internazionale, favorisce la produzione di statistiche
sempre più rilevanti e di buona qualità creando gli stimoli necessari per
migliorare le statistiche disponibili e colmare i vuoti informativi ancora
esistenti.
Il D.L.vo 152/2006 prevede l’istituzione di 8 distretti idrografici per l’intero
territorio nazionale i quali ricomprendono al loro interno i precedenti bacini
idrografici di rilievo nazionale, interregionale e regionale istituiti e formalizzati
secondo le disposizioni della L. 18 maggio 1989, n. 183.
Gli otto distretti sono: 1) alpi orientali ; 2) Padano; 3) Appennino
Settentrionale; 4) fiume Serchio; 5) Appennino Centrale; 6) Appenino
meridionale; 7) Sardegna; 8) Sicilia. In ciascuno dei distretti idrografici ,
precedentemnte identificati, è istituita un’autorità di bacino distrettuale che,
come già detto, ha sostituito di fatto le precedenti autorità2.

FIUMI
Le stazioni ufficiali sono state create alla foce dei principali corsi d’acqua,
rappresentativi delle diverse realtà territoriali, che individuano le portate
medie annue espresse in metri cubi al secondo. Nell’anno 2006 la portata del
Fiume Po (Stazione di Pontelagoscuro) è diminuita del 40 per cento rispetto
alla media degli ultimi 30 anni. Forti diminuzioni sono state sentite anche nei
Fiumi Volturno, Arno, Sele e Tevere.

QUALITA’ DELLE ACQUE MARINE
Il 6,4 per cento delle acque nelle coste italiane non è balenabile, per motivi di
inquinamento. I più consistenti fenomeni di eutrofizzazione riscontrabili in
tutto il Mediterraneo si hanno nelle coste dell’Emilia Romagna, in quanto
l’incidenza dell’apporto del bacino del Po ha altamente variato l’aspetto
qualitativo delle risorse idriche.

2
    da “Il nuovo testo unico ambientale” - Bertuzzi Sillani, Ed. Buffetti, 2006
ACQUA POTABILE
Il volume di acqua potabilizzata supera i 2.700 milioni di metri cubi l’anno,
pari al 31 per cento del totale dell’acqua prelevata.

FOGNATURA
Sul totale degli 8.101 comuni italiani, soltanto 4.567 presentano un servizio di
fognatura con un grado di depurazione completo. Addirittura 54 Comuni sono
completamente privi del servizio pubblico di collettamento dei reflui.

AREE PROTETTE
Quasi raddoppiate nell’ultimo decennio le aree protette, che ad oggi sono ben
772. In riferimento alle superfici sono oltre sette milioni di ettari le aree
protette, ove l’area più ampia si ha in Abruzzo, mentre quella più limitata si ha
in Sardegna.

INCENDI
Nell’anno 2005 sono stati 7.950, ed hanno coinvolto lo 0,3 per cento della
superficie forestale, pari ad un valore assoluto di oltre 19 migliaia di ettari. I
dati rilevati nell’anno in corso sono in fase di ufficializzazione, ma si prevede
un picco di aumento particolarmente significativo.

RIFIUTI
Questa sezione è la più copiosa, la più controversa, la più problematica.
Il D.L.vo 152/2006 si pone, quale principale obiettivo, la riduzione
dell’inquinamento, ed in particolare la diminuzione della produzione dei rifiuti,
prediligendo tutte le forme di recupero e riutilizzo dei rifiuti rispetto allo
smaltimento, che deve avere carattere di residualità.
La necessità di limitare i danni provocati dall’immissione incontrollata dei
rifiuti nell’ambiente è particolarmente evidenziata anche                   nel Sesto
programma d’azione ambientale, approvato dal Parlamento europeo con
Decisione n. 1600/2002/Ce, il quale prevede tra i temi prioritari le risorse
naturali e i rifiuti. Per tale tematica le azioni da perseguire sono l’elaborazione
di una strategia sull’uso e gestione sostenibile delle risorse e sul riciclaggio
dei rifiuti, l’attuazione di misure per la loro prevenzione e gestione,
l’elaborazione o revisione della normativa.
Il contenimento della formazione dei rifiuti costituisce parte integrante delle
azioni di pianificazione e di gestione degli stessi.
Le quantità dei rifiuti raccolti sono allarmanti: 62 milioni di tonnellate di rifiuti
speciali, di cui l’8,6 per cento pericolosi. Nel corso dello scorso anno le forme
di gestione cui si è fatto maggiormente ricorso sono state il recupero dei rifiuti
speciali non pericolosi e lo smaltimento, in particolare con trattamenti fisico-
chimici, dei rifiuti speciali pericolosi. Nel 2005, i rifiuti urbani raccolti sono stati
circa 32 milioni di tonnellate, pari a 540,5 Kg. per abitante. di questi il 24,3 per
cento è raccolto in modo differenziato, con una predominanza delle tipologie
della carta e dei rifiuti organici.

RADIOATTIVITA’
Nell’anno 2005 lo stoccaggio di rifiuti radioattivi in Italia risulta di circa 25.000
metri cubi. E’ noto che non tutte le regioni dispongono di impianti di
stoccaggio dei rifiuti radioattivi. L’Emilia Romagna, il Piemonte e la Basilicata
sono le regioni nelle quali si riscontra il maggior accumulo di materiali
radioattivi.

SISMICITA’
Gran parte del territorio nazionale è soggetto ad elevata sismicità, e tale dato
è “confortato” dall’alto numero e dalla intensità dei terremoti verificatisi negli
anni scorsi. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) è l’Ente di
ricerca preposto al monitoraggio dell’attività sismica in Italia. Nell’anno 2006
sono stati registrati 35 movimenti sismici superiori a magnitudo 4,0 , contro i
17 verificatesi nel 2005 e 14 verificatesi nel 2004.
La regione maggiormente esposta è la Calabria, dove il 83,8 per cento dei
comuni è classificato a livello di alta sismicità, e vi risulta residente il 61,6 per
cento della popolazione regionale. In Sardegna tutti i comuni sono classificati
con sismicità molto bassa.

AGRICOLTURA
La superficie agricola totale nel territorio nazionale è pari a 17,8 milioni di
ettari, rispetto ai 21,5 milioni di ettari del 1990. Della superficie agricola
utilizzata il 39 per cento è destinata ai seminativi, il 19 per cento ai prati
permanenti e ai pascoli e il 13 per cento alle coltivazioni permanenti.

ENERGIA
Il fenomeno dell’inquinamento elettromagnetico rappresenta una
conseguenza dannosa per la salute . Esso sta diventando degli ultimi anni un
argomento di abituale discussione tra i vari esperti di diritto ambientale, senza
che, peraltro, almeno fino ad oggi, gli studiosi abbiano raggiunto conclusioni
univoche e individuato precisi effetti epidemiologici prodotto dal c.d.
elettrosmog. L’accresciuto interesse per la materia trae origine da un lato
dalla significativa intensificazione della presenza di elettrodotti. Non sono
stati, quindi, fatti rilevamenti statistici che consentono di risalire in che modo
tale forma di inquinamento incide sulla salute dell’uomo.

Tutta la serie di dati, che costituiscono un patrimonio di riferimento
importante, devono essere interpretati come elemento di valutazione e
previsione per l’assetto del nostro habitat.
La loro diffusione, soprattutto a livello specifico dei rilievi, dovrebbe essere
diffusa in modo capillare ai cittadini affinché si formi una precisa conoscenza
della situazione ambientale. La disinformazione o la scarsa conoscenza delle
effettive problematiche genera insicurezza sul problema e non consente il
formarsi di una oggettiva coscienza sociale sui problemi dell’ambiente.
Sarebbe altresì auspicabile che si affrontasse il problema dell’educazione
ambientale programmata, rivolta alle categorie – i giovani – più “ricettive”.
Una precisa programmazione volta all’esame dei dati di tendenza sulle
singole problematiche e un raffronto scientifico con i comportamenti
dell’uomo capaci di influire sull’ambiente potrebbe costituire un preciso
elemento in grado di aiutare la comprensione su ciò che significa azioni
dell’uomo a salvaguardia dell’ambiente.
Far comprendere ai soggetti di giovane età quali effetti sull’ambiente può
determinare un comportamento anziché un altro è il metodo per consentire di
comprendere il problema nella sua interezza senza correre il rischio di
eventuali strumentalizzazioni poste in essere sui problemi ambientali.

                                                        Avv. Rosa Bertuzzi
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