LA FUNZIONE DELLA SANITA' PUBBLICA VETERINARIA

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LA FUNZIONE DELLA SANITA' PUBBLICA VETERINARIA
SERVIZI VETERINARI
                                 Corso di formazione

                     “IL S.S.N. NELLE EMERGENZE NON EPIDEMICHE

     LA FUNZIONE DELLA SANITA’ PUBBLICA VETERINARIA”

                           29‐30 settembre e 1 ottobre 2011

          “ L’equipaggiamento individuale e la prevenzione degli infortuni”

                                          Relatore
                                   Arch. Silvio Francescon
LA FUNZIONE DELLA SANITA' PUBBLICA VETERINARIA
Chi opera nelle emergenze di protezione civile, sa
             che gli scenari operativi sono tra i più diversificati, con
             esposizione a rischi di varia natura, non sempre
             perfettamente identificabili a priori.
             Il veterinario professionista o volontario, non ha meno
             esposizione al rischio rispetto ad altri soccorritori, anzi
             tutt’altro, proprio per la diversità degli ambienti di
             lavoro.
             Oltre agli aspetti legati alla salute dell’animale, ci
             sono quelli legati alla prevenzione delle epidemie e
             delle zoonosi. Evitare la morte di animali significa
             prevenire i successivi stati di decomposizione, che
             comportano alti rischi per la diffusione di malattie e
             infezioni batteriche. Ci sono poi altri aspetti collegati
             alla salute umana che riguardano i controlli alimentari,
             senza dimenticare il fenomeno del randagismo, della
             gestione degli spazi di raccolta per custodia degli
             animali e le tante occasioni che vedono protagonisti i
             veterinari negli areali di rischio.
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NON è giustificato omettere le dovute
                  cautele di sicurezza, perché legate al
                  contesto emergenziale, piuttosto per la
                  pronta operatività.
                  NON si può derogare all’assunzione delle
                  minime procedure che garantiscano la
                  tutela e la sicurezza degli operatori e delle
                  persone coinvolte.

                  Sul profilo prevenzionistico,c’è una chiara
                  imprevedibilità e indeterminatezza del
                  contesto in cui opera e viene impiegato
                  con l'impossibilità di valutare tutti i rischi
                  secondo quanto prescritto dagli articoli 28
                  e 29 del Tu.

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LA FUNZIONE DELLA SANITA' PUBBLICA VETERINARIA
Anche i per i volontari, considerando il D.M. 13.04.2011
             (pubblicato nella G.U. n. 159 dell’11.07.2011) il problema
             dell’impiego in emergenza ( è confermato) dovrà passare
             attraverso percorsi obbligati al pari dei professionisti:

             -Individuazione delle mansioni, ruoli, competenze
             -tipologia d’impiego
             -Idoneità al servizio
             -Informazione,formazione e addestramento del personale
             -Istruzioni e procedure operative
             -Capacità tecnica dei preposti nella gestione del personale e
             delle tecniche d’intervento
             -Tecniche d’intervento, attrezzature, DPI
             -Comportamento

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E’ evidente che                per
                                        raggiungere un livello sufficiente
                                        di conoscenza e un accettabile
                                        livello di sicurezza, l’approccio
                                        con il contesto emergenziale,
                                        deve avvenire con

                                                  competenza
                                        L’intervento     di     soccorso
                                        presume        una       perfetta
                                        conoscenza delle attrezzature e
                                        tecniche operative, unite alla
                                        capacità di scegliere in maniera
                                        ottimale i D.P.I.

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LA FUNZIONE DELLA SANITA' PUBBLICA VETERINARIA
In ogni contesto operativo, ci sono
             specificità diverse, come in ogni intervento
             possono presentarsi delle variabili che
             sottostimate, possono causare la non
             riuscita dell’operazione di soccorso.

                Per proteggere l’operatore, non servono
                “grandi” DPI, ma i giusti dispositivi
                congiuntamente a:

                - Procedure,
                - Conoscenze,
                - Addestramento

                In tanti contesti, la differenza la fa proprio
                back ground professionale.

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Erano appena state concluse le
                           discussioni del post Abruzzo, quando il
                           sistema Veneto, ha dovuto affrontare
                           l’alluvione “dei Santi”, emergenza che
                           ha lambito le porte del nostro Distretto,
                           vedendoci in prima linea             nel
                           montagnanese proprio nel COM 4 di
                           Saletto.

                                     Ci siamo posti una domanda:

                             “come rispondere ad una sempre più
                                diffusa richiesta di professionalità,
                                 quando non tutti usano la stessa
                              uniformità di linguaggio, procedure e
                               tecniche d’intervento condivise,per
                                    organizzare un soccorso di
                                         qualità…e in sicurezza ?”
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SCELTA DEI DISPOSITIVI DI
               PROTEZIONE INDIVIDUALE NORME
IL TITOLO III del D.Lgs. 81/08 TESTO UNICO SULLA SICUREZZA LAVORO
    con gli articoli n. 74, 75,76,77,78 e 79 regolamenta l’uso dei dispositivi
    di protezione individuale

• Il D.Lgs. 81/08 TESTO UNICO sulla Sicurezza Lavoro,
  per i requisiti dei D.P.I. fa riferimento al
• D.Lgs. n. 475 del 04/12/1992 (attuazione direttiva CEE
  n. 89/686 relativa ai dispositivi di protezione individuale)
• (Direttiva di Prodotto rivolta ai costruttori che
  Regolamenta le modalità di Progettazione e costruzione
  dei DPI, nonché alla loro marcatura CE)

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•    D.Lgs 81/08 T.U. – Titolo III Capo II
     Art. 74 Definizione di D.P.I.

1- Si intende per dispositivo di protezione
  individuale, di seguito denominato “DPI”,
  qualsiasi attrezzatura destinata ad essere
  indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di
  proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di
  minacciarne la sicurezza o la salute durante il
  lavoro, nonché ogni complemento o accessorio
  destinato a tale scopo.
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Non costituiscono DPI:
• gli indumenti di lavoro ordinari e le uniformi non destinati a
  proteggere la sicurezza e la salute del lavoratore;
• le attrezzature dei servizi di soccorso e di salvataggio;
• le attrezzature di protezione delle forze armate e di polizia;
• le attrezzature di protezione individuale dei mezzi di
  trasporto stradali;
• i materiali sportivi quando utilizzati sportivi e non per attività
  lavorative ;
• i materiali per l'autodifesa o per la dissuasione;
• gli apparecchi portatili per individuare e segnalare rischi e
  fattori nocivi.

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D.Lgs 81/08 T.U. – Titolo III Capo II Art. 75               Obbligo di uso dei
     D.P.I.

• I DPI devono essere impiegati quando i
  rischi non possono essere evitati o
  sufficientemente ridotti da misure
  tecniche di prevenzione, da mezzi di
  protezione collettiva, da misure, metodi o
  procedimenti di riorganizzazione del
  lavoro.
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D.Lgs 81/08 T.U. – Titolo III Capo II Art. 76 Requisiti
 dei D.P.I.
1) I DPI devono essere conformi alle norme di cui al
    decreto legislativo 4 dicembre 1992 n. 475, e sue
    successive modificazioni.
2) I DPI di cui al comma 1 devono inoltre:
a) essere adeguati ai rischi da prevenire, senza
    comportare di per sé un rischio maggiore;
b) essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di
    lavoro;
c) tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute
    del lavoratore;
d) poter essere adattati all'utilizzatore secondo le sue
    necessità.
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D.Lgs 81/08 T.U. – Titolo III Capo II
                         Art. 76 Requisiti dei D.P.I.

3)           In caso di rischi multipli che richiedono l'uso
             simultaneo di più DPI, questi devono essere
             tra loro compatibili e tali da mantenere, anche
             nell'uso simultaneo, la propria efficacia nei
             confronti    del     rischio    e   dei    rischi
             corrispondenti.

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D.Lgs 81/08 T.U. – Titolo III Capo II
                      Art. 78 Obblighi dei lavoratori
1) In ottemperanza a quanto previsto dall’articolo 20, comma
   2, lettera h), i lavoratori si sottopongono al programma di
   formazione e addestramento organizzato dal datore di
   lavoro nei casi ritenuti necessari ai sensi dell'articolo 77
   commi 4, lettera h), e 5.
2) In ottemperanza a quanto previsto dall’articolo 20, comma
   2, lettera d), i lavoratori utilizzano i DPI messi a loro
   disposizione conformemente all'informazione e alla
   formazione ricevute e all'addestramento eventualmente
   organizzato ed espletato.

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D.Lgs 81/08 T.U. – Titolo III Capo II
                Art. 78 Obblighi dei lavoratori [VOLONTARI]
3) I lavoratori:
a) provvedono alla cura dei DPI messi a loro
   disposizione;
b) non vi apportano modifiche di propria iniziativa.
4) Al termine dell'utilizzo i lavoratori seguono le
   procedure aziendali in materia di riconsegna dei
   DPI.
5) I lavoratori segnalano immediatamente al datore di
   lavoro o al dirigente o al preposto qualsiasi difetto o
   inconveniente da essi rilevato nei DPI messi a loro
   disposizione.
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CATEGORIA DPI                                             CERTIFICAZIONE
             (art. 4 D.Lgs. 475)                                  (art. 5, 6, 7, 8, 9, 10 D.Lgs. 475)
        DPI di progettazione semplice Dichiarazione di conformità. rilasciata dal
        destinati a salvaguardare da    fabbricante sotto la propria responsabilità (nessun
I°
        rischi di danni fisici di lieve intervento di organismi notificati).
        entità.
        DPI che non rientrano nelle          Attestazione di conformità CE rilasciata da un
II°     altre due.                           organismo notificato (solo all'atto della
                                             progettazione del DPI).

        DPI di progettazione                 Attestazione di conformità CE rilasciata di un
        complessa destinati a                organismo notificato con controllo almeno annuale
        salvaguardare da rischi di           del prodotto nelle seguenti forme a scelta del
III°
        morte o di lesione gravi e di        fabbricante:
        carattere permanente.                - Controllo del prodotto finito
                                             - Controllo del sistema di qualità.
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REQUISITI DI SICUREZZA
                             Efficienza protettiva
                           Durata protettiva del DPI
                              Innocuità del DPI
                        Assenza di rischi causati dal DPI
   REQUISITI INFORMATIVI
                                                                        PRESTAZIONI
       Protezioni fornite
                                                                        Disagio ridotto
          Limiti d’uso
                                                                     Compatibilità con altri
       Data di scadenza
                                                                    DPI - Praticità di utilizzo
      Istruzioni per l’uso
         REQUISITI DI COMFORT                             REQUISITI ECONOMICI
            Leggerezza del DPI                                Costo unitario
          Adattabilità morfologica                          Durata ed efficienza
      Traspirabilità - Comfort termico                          prevedibile
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ANALISI E VALUTAZIONE DEI RISCHI
               (elaborazione del documento contenente le misure
                   di prevenzione adottate dal datore di lavoro)

              PRESENZA DI UN
                                                              ELIMINAZIONE DEL
              RISCHIO RESIDUO
                                                           No     RISCHIO
                     Si
                                                                     Si

             IDENTIFICAZIONE DEL
                DPI ADEGUATO                                    NESSUN RICORSO
                                                                 ALL’USO DI DPI

                                  La scelta del DPI va fatta dal datore di lavoro con la
                                 collaborazione del RLS e del lavoratore che lo utilizza
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IDENTIFICAZIONE DEL DPI DISPONIBILI SUL MERCATO
              NELLA SCELTA DEL DPI DOVRANNO ESSERE VALUTATI

                    ¾   Adeguatezza al rischio da prevenire
                    ¾   Assenza di rischi nell’uso del DPI
                    ¾   Rispondenza alle esigenze di
                    ¾   Conformità del DPI al D.Lgs. 475/92
                    ¾   Adattabilità al lavoratore che usa il DPI
                    ¾   Compatibilità con l’uso di altri DPI

                             UTILIZZO E CORRETTA
                              GESTIONE DEL DPI
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D.P.I. – la scelta

01/10/2011    Relatore - Francescon arch. Silvio   20
D.P.I. – la scelta
Dotazione standard del personale appartenente al sistema regionale di
  protezione civile Regione Veneto” GRV 17/08/2002 n. 2292
    ( valgono per tutti gli operatori professionali o volontari )
Composta da:
• Giubbino e pantalone
• Giacca a vento con imbottitura
• Elmetto
• Calzature idonee
• Stivali impermeabili
• Berretto
• Gilet di colore giallo
• Altra attrezzatura specifica

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D.P.I. - Elmetto

             L’elmetto è un DPI usato per la protezione del
             cranio da colpi o dalla caduta di oggetti; è
             realizzato in materiale termoplastico resistente
             o in lega leggera.
             L’elmetto non deve essere sempre indossato,
             ma solo quando esiste il pericolo urti con
             oggetti posti ad altezza della testa o il rischio di
             caduta di materiali dall’alto.
             Alcuni esempi: Cantieri edili; accesso a
             ponteggi; edifici fatiscenti o/in demolizione;
             zone      operative      di    soccorso,        uso
             attrezzature.etc.
01/10/2011              Relatore - Francescon arch. Silvio     22
D.P.I. - Elmetto
             Esempi di caschi-elmetti di uso prevedibile

             Casco da intervento, con Certificato CE in Categoria III,
               secondo la normativa EN 397 , proprietà elettriche.
               Calotta in materiale plastico, completo di frontalino
               proteggi                                           visiera.
               Visiera panoramica in policarbonato trattato antigraffio ed
               antiappannante integrata e retrattile nella calotta,
               certificata CE, secondo la normativa EN 166 ed EN 170,
               in               classe             ottica                1.

             Casco da intervento con per operatori antincendio
               Certificato CE in Categoria lll, in conformità alla
               normativa UNI EN 443 secondo i requisiti di base ed i
               requisiti opzionali di bassa temperatura (-20°), calore
               radiante, proprietà elettriche.
                Calotta in materiale composito, guscio interno in
               polistirolo, due schermi retrattili nella calotta per la
               protezione del volto dell'operatore di materiale. Facciale
               sagomato e metallizzato per garantire la protezione del
               viso dal calore radiante che si sviluppa in caso di
               incendio.
01/10/2011              Relatore - Francescon arch. Silvio                  23
D.P.I. - Guanti

             I dispositivi di protezione degli arti superiori
                 (mani e braccia) previsto dall’allegato VIII
                 del D.Lgs 81/08 sono:
             1) guanti        contro     le    aggressioni
                 meccaniche         (perforazioni,     tagli,
                 vibrazioni, ecc.), contro le aggressioni
                 chimiche, dielettrici (per elettricisti) e
                 antitermici;
             2) guanti a sacco;
             3) ditali;
             4) manicotti;
             5) fasce di protezione dei polsi;
             6) guanti a mezze dita;
             7) manopole.

01/10/2011             Relatore - Francescon arch. Silvio   24
D.P.I. - Guanti

             Dotazione    di base    per
                esposizione ai principali
                rischi :

             -     Crosta di pelle per rischio
                   meccanico;
             -     Lattice   o    vinile,   per
                   contatto con materiale
                   organico, rischio biologico;
01/10/2011        Relatore - Francescon arch. Silvio   25
D.P.I. – Protezione vie Respiratorie

01/10/2011    Relatore - Francescon arch. Silvio    26
D.P.I. – Protezione vie Respiratorie

      I mezzi di protezione delle vie respiratorie vengono
      classificati in due categorie: RESPIRATORI ISOLANTI e
      RESPIRATORI A FILTRO.
      I respiratori isolanti suddivisi in altre due sottocategorie:
      ¾RESPIRATORI COLLEGATI, apparecchi dotati di
      una condotta collegata ad una fonte esterna che fornisce
      aria non inquinata;
      ¾AUTORESPIRATORI, apparecchi dotati di una
      bombola di aria compressa che fornisce aria
      all’utilizzatore.
      ¾RESPIRATORI A FILTRO, normalmente formati da
      un facciale (facciale intero, semimaschera, facciale
      filtrante) a cui vengono applicati filtri idonei a bloccare
      aerosol solidi e liquidi, particelle, polveri gas e vapori. In
      ogni caso l’aria respirata proviene dall’ambiente in cui si
      opera previa filtrazione.
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D.P.I. – Protezione Udito

01/10/2011    Relatore - Francescon arch. Silvio   28
D.P.I. – Protezione Udito

Le cuffie hanno una buona attenuazione contro il rumore, sono
facilmente indossabili e possono essere usate anche con le
mani sporche senza toccare la parte a contatto con l’orecchio;
per contro provocano sudorazione e possono causare un
fastidio soggettivo dovuto alla pressione sull’orecchio.
L’archetto offre una buona attenuazione contro il rumore, ed è
facilmente indossabile, può essere usato anche con le mani
sporche senza sporcare gli inserti a contatto con l’orecchio; per
contro possono causare un fastidio soggettivo dovuto
all’archetto che sfregando sulla pelle o sul tessuto trasmette
fastidiosi rumori all’orecchio.
Gli inserti auricolari (tappi), sono DPI monouso hanno una
buona attenuazione contro il rumore, devono essere indossati
con le mani perfettamente pulite per non trasmettere batteri o
sporcizia all’interno dell’orecchio; per contro possono causare
un fastidio soggettivo.
Nel momento in cui si sceglie il DPI più appropriato per l’attività
svolta, si deve tener conto dell’attenuazione che non deve
essere eccessivo per non isolare l’operatore dall’ambiente in cui
opera con rischi ulteriori.
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D.P.I. – Protezione ai Piedi

             Nelle lavorazioni in cui esistono specifici pericoli di
             ustioni, di causticazione, di punture o schiacciamento, i
             lavoratori devono essere provvisti di calzature resistenti ed
             adatte alla particolare natura del rischio.
             Per attività in cui esistono rischi di schiacciamento dei
             piedi (per esempio nel maneggio di materiali pesanti) si
             usano scarpe rinforzate con puntale di acciaio.
             Nel caso di lavori edili (i.e di carpenteria, in sotterraneo,
             etc.) è richiesta l’interposizione di soletta antiperforazione.
             Per lavori su impalcature, tetti e simili le scarpe devono
             essere antisdrucciolo.
             Per nel caso di rischio chimico o temperature elevate o
             fiamma,       devono      utilizzarsi    apposite     calzature
             appositatemente progettate

01/10/2011             Relatore - Francescon arch. Silvio                 30
D.P.I. – Protezione ai Piedi

01/10/2011    Relatore - Francescon arch. Silvio   31
D.P.I. – Protezione alla Vista

Gli operatori esposti al pericolo di offesa agli occhi per proiezioni di
schegge o di materiali roventi, caustici, corrosivi o comunque dannosi,
devono essere muniti di occhiali, visiere o schermi appropriati.
Tali dispositivi servono a prevenire infortuni agli occhi causati da agenti
meccanici, chimici, termici o da radiazioni (visibili, ultraviolette,
infrarosse, ionizzanti, laser).
Tali DPI debbono avere un campo visivo sufficientemente ampio,
essere leggeri e facilmente sopportabili in relazione al tempo di
impiego e presentare caratteristiche ottiche adeguate al tipo di lavoro,
alla sua durata ed alla capacità visiva dell’operatore (i.e. se l’operatore
ha difetti visivi gli occhiali protettivi debbono avere lenti correttive
graduate secondo prescrizione oculistica).
Negli occhiali a tenuta di gas la montatura deve aderire perfettamente
alla pelle e in quelli di protezione contro le schegge o corpuscoli la
montatura deve distribuire uniformemente le sollecitazioni sulla parte
del viso con cui sono a contatto.
01/10/2011                  Relatore - Francescon arch. Silvio            32
D.P.I. – Protezione alla Vista

 PROTEZIONE DEGLI OCCHI e DEL VISO
 OCCHIALI A STANGHETTA (con ripari laterali)
 attività: Limitati lavori di molatura o scalpellatura, lavorazioni e finitura
 di pietre, etc.

 VISIERE
 attività: Lavorazioni che comportano la proiezione di schegge ad alta
 velocità in grado di provocare lesioni al viso, manipolazione di
 sostanze irritanti per la cute e/o corrosive, operazioni di sabbiatura,
 etc.

01/10/2011                    Relatore - Francescon arch. Silvio                 33
D.P.I. – Protezione al Corpo

                         Il personale operativo del sistema di
                         Protezione Civile è dotato di D.P.I. elencati
                         nella Del. DRG n. 2292 del 17.08.02

                         La dotazione deve essere conforme ai rischi
                         cui sono esposti: i DPI di II cat per l’alta
                         visibilita’ EN 471 cl 2, con protezione pioggia
                         EN 343.3.3, sono sufficienti per operatori su
                         strade o cantieri.

                         Nei lavori notturni o in condizioni di scarsa
                         visibilità; nei cantieri edili in prossimità di
                         strade, nei cantieri stradali/autostradali
                         (sempre), i lavoratori devono indossare
                         vestiario ad alta visibilità III cat.

                         Per il personale non volontario i pantaloni
                         sono di colore blu con bande rifrangenti.

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D.P.I. – Protezione al Corpo

               Nelle normali lavorazioni, in funzione delle
                  condizioni ambientali di lavoro occorre
                  scegliere i tessuti che dovranno essere
                  adottati per i lavoratori. In luoghi dove si
                  superano in 30° C si devono utilizzare
                  indumenti leggeri, comodi e resistenti, di
                  colore chiaro, generalmente sono in tessuto
                  di cotone capace di una buona traspirazione.

               Nelle lavorazioni dove i lavoratori sono esposti a
                  basse temperature e/o all’aperto, sono
                  preferibili tessuti di lana o sintetici di colore
                  scuro. Nei lavori di cantiere all’aperto, in caso
                  di pioggia i lavoratori devono essere dotati di
                  impermeabili e stivali in gomma.

               Nelle lavorazioni insudicianti risulta molto
                  conveniente utilizzare tute usa e getta in
                  TYVEK, economiche e facilmente reperibile
                  sul mercato.
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D.P.I. – Protezione al Corpo

                              NORMA EN 471
   “Gli indumenti ad ALTA VISIBILITA' sono raggruppati in 3 classi, a
   seconda del livello di PROTEZIONE che assicurano. Ad ogni CLASSE
   corrisponde una superficie crescente di materia FLUORESCENTE
   (visibile di giorno) e RETRORIFLETTENTE (visibile di notte).nello
   svolgimento della loro abituale attività lavorativa, anche breve, dovranno
   utilizzare i capi di vestiario di CLASSE 2 e di CLASSE 3".

   Gli indumenti ad ALTA VISIBILITA' sono raggruppati in 3 classi, a
   seconda del livello di PROTEZIONE che assicurano. Ad ogni CLASSE
   corrisponde una superficie crescente di materia FLUORESCENTE
   (visibile di giorno) e RETRORIFLETTENTE (visibile di notte).

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D.P.I. – Protezione al Corpo

                      PROTEZIONE DEL CORPO
    La scelta deve essere coerente con le indicazioni che scaturiscono dal
         DOCUMENTO di VALUTAZIONE dei RISCHI e deve essere
                          documentata sullo stesso

             L’aspetto COMFORT assume un ruolo molto rilevante
                    perché il portatore utilizzi o meno il DPI

     E’ meglio avere un DPI con caratteristiche di protezione inferiori
     (mai al di sotto dell’essenziale) ma CONFORTEVOLE rispetto ad
      un DPI con caratteristiche superiori ma SCOMODO da portare

    Spesso è necessario (per i DPI più complessi e, destinati solitamente ai
      rischi maggiori) ricorrere ad una dotazione sperimentale al fine di
                          confermare la scelta stessa
01/10/2011                    Relatore - Francescon arch. Silvio             37
D.P.I. – Protezione al Corpo

01/10/2011      Relatore - Francescon arch. Silvio   38
D.P.I. – Protezione al Corpo

                                                     Per la protezione dagli
                                                     agenti biologici, vicino al
                                                     numero viene inserita
                                                     anche la lettera B
                                                     Esempio Type 3-B

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D.P.I. – Caduta dall’alto

01/10/2011    Relatore - Francescon arch. Silvio   40
D.P.I. – Caduta dall’alto

             Cintura addominale: è un dispositivo di posizionamento sul lavoro è
             destinata a sostenere guardafili e altri addetti che devono operare in
             altezza con sostegno sui pali o altre strutture simili consentendo loro
             di poter lavorare con entrambe le mani libere. Questi sistemi non
             sono destinati all’arresto delle cadute.
             Imbracatura per il corpo: è un sistema di arresto della caduta, di
             norma è collegata ad un assorbitore di energia. Tali dispositivi
             possono essere ancorati ad un punto fisso, con o senza dispositivo
             anticaduta di tipo retrattile o su dispositivo anticaduta di tipo guidato
             su linea di ancoraggio rigida o flessibile.
             Cintura con cosciali: utilizzata solo da personale esperto per il
             salvataggio e l’evacuazione di emergenza. Con questo DPI una
             persona può salire e scendere da sola a mezzo di una fune, o assistere
             nella discesa una seconda persona infortunata, a velocità limitata, da
             un ripiano di un’impalcatura fino a terra.
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Come affrontare i diversi rischi nell’ ambito alluvionale

01/10/2011           Relatore - Francescon arch. Silvio   42
Rischi per gli operatori in ambiente alluvionale

 schiacciamento ( caduta di materiale per instabilità dei
 manufatti, vasche, tombini, strutture e oggetti sommersi)
 seppellimento, intrappolamento ( frane, cedimenti strutturali di edifici, di attrezzature,
 argini,manufatti idraulici)
 caduta dall’alto ( argini,vasche, muri)
 M.M.C.;
 Chimico (sversamento di sostanze pericolose, idrocarburi, sostanze reattive in presenza
 d’acqua, contatto o inalazione con liquidi tossici, inquinanti, caustici)
 Biologico ( concimaie, fognature, vasche trattamento, materiali organici in genere);
 Rischio annegamento ( caso di caduta in corsi d’acqua, tombini, vasche, frane)
 Incendio esplosione ( serbatoi e bombole di gpl, idrocarburi n cisterne o taniche)
 Annegamento ( asfissia per idrocuzione)
 Ipotermia ( nel caso di cadute in acqua e prolungata immersione a temperature basse)
 Traumi (cervicali, cranici, scheletrici)
 Meccanico ( nel caso di attrezzature, macchine)
 Elettrocuzione ( caso d’impianti in tensione, correnti )
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Esempio per condurre un
 soccorso efficace

- Controllo e gestione del sito: indicare i limiti d’interesse dell’area oggetto d’intervento
caratterizzare il sito descrivendo la sua matura morfologica, al fine di definire l’intervento da
compiere, cogliere tutte le informazioni utili per delineare al meglio lo scenario,

Esempio:
Presenza di sostanze infiammabili ( benzina, gasolio);
Presenza di sostanze tossiche (antiparassitarie, diserbanti o altri veleni usati in agricoltura),
vernici e solventi
Presenza di buche o tombini aperti;
Impianti elettrici in tensione in ambiente allagato;
Individuazione della morfologia del corso d’acqua, con ricognizione per individuare zone di
morta, cuscini, rulli e zone di sicurezza, ecc

01/10/2011                            Relatore - Francescon arch. Silvio                            44
Fonte: VV.F. manuale ATP -2006

  Valutare le vie di accesso e di fuga, accertare la presenza di sostanze o situazioni pericolo.
  Installare il “cantiere del soccorso” Evacuazione e isolamento

  Si suddivide l’area in tre zone (variabili a seconda dell’evento)

  ROSSA – alla quale accedono sono i soccorritori professionisti –
  ARANCIONE – area cuscinetto tra le due zone
  GIALLA - area sicura in cui opera il ROS , aree di ammassamento soccorritori,
   - Identificazione dello scenario incidentale: scopo dell’intervento, il perché si è
   in quel luogo

   - Analisi dei pericoli e del rischio:          elaborare le informazioni ricevute, individuare
   e classificare i pericoli presenti sullo scenario, con una valutazione speditiva del rischio.
   l’evento viene confrontato con quella che si ritiene essere la soglia di accettabilità del
   rischio per l’operatore, incluse quelle per prestare soccorso all’operatore infortunato.
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-Identificazione dello scenario
incidentale:
scopo dell’intervento, il perché si è in quel
luogo

-Analisi dei pericoli e del rischio:
elaborare      le    informazioni     ricevute,
individuare e classificare i pericoli presenti
sullo scenario, con una valutazione speditiva
del rischio. l’evento viene confrontato con
quella che si ritiene essere la soglia di
accettabilità del rischio per l’operatore,
incluse quelle per prestare soccorso
all’operatore infortunato.

01/10/2011                             Relatore - Francescon arch. Silvio   46
-Valutazione delle procedure e misure
protettive:

D.P.I. vestizione, controllo e preparazione
attrezzatura, confezionamento attrezzature,
predisporre l’intervento tecnico, controllo
reciproco, definizione compiti, dislocazione sicure
se necessarie.

-Coordinamento delle informazioni e
delle risorse:
sono fondamentali nel caso di soccorso o recupero
per consentire sia la sicurezza degli operatori che la
qualità dell’intervento

                                                              LA SALA OPERATIVA MOBILE DEL DISTRETTO, SERVE PER
                                                              INTEGRARE I SISTEMI DI GESTIONE DELLE COUNICAZIONI DEI
                                                              CENTRI OPERATIVI - COM 4 SALETTO 2010

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-Esecuzione dell’intervento

- Controllo, confinamento:             evento eliminato,
intervento risolto
– Verifica delle condizioni di sicurezza
complessive post intervento
(decontaminazione nel caso di sostanza pericolose)
- Ripristino: è un processo per riportare il persone
nell’ambiente di normalità

-–   Conclusione dell’intervento: chiusura delle
attività de briefing finale tra gli operatori e i gestori
dell’emergenza

     01/10/2011                            Relatore - Francescon arch. Silvio   48
Concettualmente il DPI è una soluzione che
                gerarchicamente è sequenziale a processi di:

                •Adozione di misure tecniche di prevenzione
                •Adozione di procedure
                •Adeguata formazione e addestramento

                Tuttavia, proprio gli stessi DPI, possono essere
                causa a loro volta di pericoli se sono scelti ed
                indossati erroneamente, non mantenuti in
                efficienza, custoditi in modo non idoneo e non
                controllati periodicamente, soprattutto non
                valutando le compatibilità tra diversi dispositivi,
                creando una sensazione di FALSA SICUREZZA
                E AUMENTANDO INCONSAPEVOLMENTE LA
                MAGNITUDO DEL RISCHIO ESPONENDOSI A
                NUOVI PERICOLI NON INDIVIDUATI

01/10/2011   Relatore - Francescon arch. Silvio                49
Fonte: VV.F. manuale ATP -2006

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Verifichiamo il campo d’impiego, dell’equipaggiamento
   dell’operatore di protezione civile che deve affrontare l’ambiente
                              alluvionale
                                                             Caso studio 1 - Scelta dei DPI

                                                       Per soddisfare la necessità di riduzione
                                                         dei rischi multipli indicati in premessa,
                                                        serve un’attenta e selettiva valutazione
                                                              dei DPI in funzione della loro
                                                                      compatibilità.
                                                        Sono state eseguite delle esercitazioni,
                                                          impiegando personale volontario di
                                                       protezione civile, qualificato con brevetti
                                                        master R.W.W., specialisti nell’uso dei
                                                          sistemi anticaduta e attrezzature da
                                                                        soccorso.

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Utilizzo combinato dei DPI aggiuntivi alla dotazione
    ordinaria

Negli interventi in zone esposti a rischio di:

•    caduta su pendio arginale            – impiego di
     imbracatura e vincoli per prevenire la caduta, o
     per consentire il recupero dell’infortunato
     (direzionabilità) nei caso in cui cada in acqua

•    annegamento     –    impiego            di         ausili       al
     galleggiamento/salvagente

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Per i salvagente, le norme di riferimento la scelta del dispositivo a seconda delle condizioni d’impiego, ma
spetta al datore di lavoro/responsabile di organizzazione la responsabilità della dotazione idonea.

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Test sull’impiego di DPI multipli,
                 (completo ordinario, completo invernale e stivali)

Nel caso che l’operatore cada in acqua, si presentano
le seguenti:
-Il vestiario assorbe rapidamente, trattiene i liquidi nei
tessuti e imbottitura;
- la giacca e il sovrapantalone impediscono una rapida
espulsione dell’acqua, appesantendo l’operatore;
-Il vestiario bagnato,contribuisce al rischio di ipotermia;
                                                                          Operatore:
-Gli stivali creano una bassissima mobilità, tuttavia il                  peso a secco 94 kg,
modello utilizzato non creava particolari problemi di                     Peso bagnato 125 kg.
appesantimento
-Non ci sono punti di presa sulla giacca, per cui è                       Senza      considerare
difficoltoso il sollevamento dall’acqua;                                  eventuale attrezzatura
- Servono almeno due operatori per sollevare il                           operativa aggiuntiva
pericolante, salvo l’impiego di recuperatori (paranchi);
                                                                          DPI aggiuntivi per la
-Nel caso di acque mosse o in contesti con presenza di
                                                                          prova: occhiali, casco,
ostacoli, diventa difficoltoso effettuare le manovre di                   (muta umida sotto il
sicurezza, anche da parte di operatore esperto                            completo)
nuotatore.
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Impiego di DPI multipli,
              (completo ordinario,completo invernale,
                  salvagente a stola > 100 N)

Nel caso l’operatore              cada     in      acqua,          si
presentano le seguenti:

- Il salvagente consente un sufficiente
galleggiamento e discreta mobilità del
pericolante;
- Possibilità di effettuare manovre di emergenza
- Sufficiente presa per i soccorritori
- Dotazione di minima per l’individuazione
- Nessuna protezione contro le basse
temperature
- Appesantimento aggiuntivo rispetto il caso
precedente,
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Impiego di DPI multipli,
                     (completo ordinario,completo invernale,
                   salvagente automatico 275 N con casco
                  da soccorso CE EN 343 con visiera FIN 166)

  a- il casco con sottogola allacciato, senza sistema
  apertura a strappo automatico,costituisce un serio
  pericolo per il pericolante;
  b- viene limitata l’attività natatoria.
  c- scarsa visibilità circostante con impossibilità di
  prevenire gli ostacoli;
  d- salvo l’utilizzo di un jacket sopra l’equipaggiamento
  invernale, munito di idonei punti di attacco, risulta               Pro
  estremamente difficoltoso il recupero da riva;
  e- difficoltà nel recupero con corda da lancio                      Ottima capacità di
  f- in nessun caso può essere utilizzato l’ancoraggio                galleggiamento,
  sternarle, nel caso di acque mosse, il pericolante si               protezione        del
  troverebbe ad assumere una posizione controcorrente                 pericolante anche
  o con la corda che potrebbe entrare in tensione sul                 per lunghi periodi.
  volto.                                                              Impiego solo con
  g- Non può effettuare manovre di allontanamento.dai                 casco EN 1385
  pericoli ambientali.
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e- impossibilità di usare l’imbrago di
sicurezza sopra la giacca imbottita, in
quanto       non    consente    un’utile
vestibilità del dispositivo.

- Si ricorda che l’uso dell’imbrago è limitato a
consentire di avere dei punti di vincolo
sicuro a cui applicare i connettori con la fune
di sicurezza NON devono far parte si un
sistema arresto caduta -

f- rischio di ipotermia, nel caso di
caduta in acqua con temperature
basse, in quanto gli indumenti non
sono ovviamente appropriati per
ridurre il raffreddamento

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Impiego di DPI multipli,
                                                 (materiali per il test)

Prova in lago - si cercavano le tecniche più idonee e praticabili per far
prevenzione, non tralasciando il fatto che le procedure devono essere facili,
intuitive ed eseguibili senza particolari difficoltà
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ATTIVITA’ SIMULATE

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Test sull’impiego di DPI multipli,
                     (completo ordinario,completo invernale,
                     salvagente > 100N, imbrago)

Nel caso di lavori con rischio “diretto e indiretto “ è
necessario provvedere a mettere in sicurezza
l’operatore, utilizzando ad esempio una corda
collegata ad un punto resistente dell’abbigliamento o
su un sistema a imbrago.
a- consente di trattenere e direzionare la caduta                       Pro
b- NON può costituire sistema per arresto caduta;
c- NON può essere vincolato e sarà cura del                             Facile predisposizione
“secondo” gestire la tensione della fune;                               del sistema,
d- vi sono forti limitazioni nell’uso combinato                         Sufficiente     gestione
dell’imbrago con il vestiario invernale;                                dell’operatore esposto
e- può essere utilizzato esclusivamente l’attacco                       Sistema utile        per
dorsale;                                                                gestire la direzionalità
f- il “secondo” dev’essere preparato nelle tecniche di                  del pericolante
soccorso;

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Conclusioni 1
   Anche se apparentemente ci si trova in acque poco profonde, è necessario
  adottare delle misure di controllo dei siti particolarmente attente, dove i pericoli
   non sono chiaramente determinabili. Non vanno sottostimati a priori i rischi.

                            Caso con un solo operatore

E’ dimostrato che l’operatore che si espone a rischio d’immersione accidentale:
    abbigliato come descritto (molto comune a tanti lavoratori del settore)
 senza idonea preparazione (formazione, DPI appositi e corretta applicazione di
procedure operative) e soprattutto, in assenza di servizio di gestione emergenze
           appropriato ha un’esposizione al rischio molto elevata

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Altrimenti ….serve solo un po’ di fortuna!

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Ci sono metodi per ridurre
                                                ulteriormente i rischi residui
                                         1- preparazione degli operatori mediante un
                                         trainig formativo per affrontare le emergenze,
                                         incluso quello psicologico per gestire il panico
                                         2- dotazioni specifiche per rischi multipli
                                         analizzando diversi DPI
                                         3- dotazioni di procedure standard comuni a
                                         tutti gli operatori
                                         4- soccorso efficace in tempi corretti

Per soddisfare contemporaneamente più requisiti di protezione, porta a trattare
materiale tecnico, tipico dei professionisti del soccorso, ad esempio gli idrocostumi
con appositi DPI di protezione aggiuntivi. Si tratta di dispositivi progettati per
l’impieghi ampi e diversificati, per la protezione dell’operatore in ambiente acquatico
in genere. [ Non quindi riservati solo per chi fa soccorso tecnico urgente]
Sono dispositivi di protezione          per i quali è fondamentale formazione e
addestramento specifici, accompagnati da aggiornamenti periodici.
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Dotazione suppletiva

     casco di protezione
  idrocostume con calzari
         scarponcino
          cappuccio
  giubbotto di salvataggio
             guanti
    occhiali di protezione
           accessori
sacchetto con corda di lancio
    coltello per giubbotto
              torcia
           fischietto
   sacco di contenimento

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L’idrocostume

                  E’ una tuta stagna completa, con chiusure a
                  tenuta stagna. Per la rapidità di vestizione,può
                  essere usato sopra gli indumenti (divisa o
                  vestiario civile) Fornisce un’ottima protezione
                  per acque sporche.

                 Al termine delle attività va sottoposto a lavaggio
                 ed eventuale trattamento.
                 Le parti in lattice (polsi, collo, calzari) temono i
                 tagli, strappi e le perforazioni, per cui vanno
                 mantenuti in ottimo stato. Non devono poi
                 stringere impedendo una buona circolazione
                 sanguigna.
                 L’indumento dev’essere controllato affinché non
                 si presenti infiltrazioni d’acqua durante le
                 immersioni.
                              Protegge l’operatore
                   Dal contatto con le acque contaminate;
                Dall’ipotermia se indossato sopra il vestiario
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Dotazione degli
                                                  operatori esposti

                       L’adozione di dispositivi di protezione di
                       questo      tipo, implicano una formazione
                       specifica perché potrebbero costituire un serio
                       pericolo per l’operatore. Dal caso 1 i problemi:
                        - recupero del pericolante viene senz’altro
                       agevolato per punti di presa e di vincolo;
                        - ipotermia e delle protezione dalle sostanze
                       presenti nell’acqua divengono residuali;
                       - ottimale integrazione dei DPI multipli
                       - con pericolante inerte, c’è la possibilità di
                       prolungare l’intervento di recupero evitando
                       che il “secondo” si esponga a rischi di
                       coinvolgimento con cadute nell’acqua.

                          L’ uso di questi dispositivi riduce i rischi
                                a livelli senz’altro accettabili.
                                 Conoscenza tecniche ATP.
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Comunicazioni

 È     importante     inserire    nella
procedura l’utilizzo di sistemi di
comunicazione,              preferendo
auricolari da utilizzarsi sotto il
cappuccio. Esistono segnali gestuali
codificati.
Sono preferibili radio da integrare
nel jacket salvagente.
Non possono essere utilizzate parti
taglienti e dal corredo devono
eliminarsi      gli     stivali    che
rischierebbero di rende molto
difficoltosa la mobilità dell’operatore
in acqua. Tecniche d’impiego ATP
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Conclusioni 2

Dalle prove, è risultato che i criteri basati sulla “pratica corrente” accettati acriticamente
     come modelli, possono portare inconsapevolmente ad esporsi ad alto rischio
                                         infortunistico.

Prima d’ora, non potevamo sostenerlo, perché mancava ogni riferimento sull’affidabilità
                                    del sistema.

  Abbiamo sostenuto la necessità di riflessioni sull’organizzazione degli operatori, da
  impiegare in contesti anche con materiali senz’altro più performanti, ma che aprono
                        problemi di ordine pratico ed economico.

     La mancanza di procedure, contrariamente a quanto previsto dalle norme di
 prevenzione cogenti, devono spingere i responsabili di organizzazione ad assumere
              rapidamente delle decisioni. E’ una sfida per il futuro!

Le POS validate, potrebbero offrire anche un buon “spunto tecnico” di riferimento per
            tutto il mondo professionistico, oltre che per il volontariato.
    01/10/2011                      Relatore - Francescon arch. Silvio                  68
GRAZIE PER L’ATTENZIONE…..
  Le esercitazioni, sono state condotte dalla squadra del Nucleo Operativo Fluviale :
 Carlo Pulze (CS), Fabrizio Cecchinato, Matteo Bazzan, Marco Buggin, Luca Marin

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