La drammatica storia del piccolo Samuele

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La drammatica storia                                   del
piccolo Samuele
Una storia drammatica, fatta di ritardi per l’esito del
tampone e partenze da rispettare per gravi problemi di salute.
E’ la storia del piccolo Samuele Marcelli, il bimbo di tre
anni di Polla affetto da oloprosencefalia semilombare e
tetraparesi spastico distonica. A causa dei suoi problemi di
salute, Samuele è spesso costretto a trasferte a Genova,
all’ospedale Gaslini tanto che del suo caso si era interessata
la compagnia aerea Volotea donando viaggi gratuiti da Napoli
alla Liguria. Una battaglia che Samuele, guerriero nato, porta
avanti anche durante l’emergenza Covid-19 con tutte le
complicazioni del caso. A denunciare il rischio che il piccolo
ha cordo è la mamma Giulia: tutto è legato al ritardo
nell’esito del tampone a cui il piccolo si è dovuto sottoporre
prima di partire per Genova. Una visita, occorre sottolineare,
ordinaria e rimandata già durante il lockdown di marzo. Nei
giorni scorsi, la mamma ha avviato la procedura tramite l’Asl
Salerno per sottoporre il piccolo al tampone: da qui, l’inizio
dell’ennesimo calvario. Mamma e figlio partono per Genova ma,
dopo diversi giorni, l’esito del tampone non è giunto dal
Laboratorio di Salerno. Mamma Giulia, pur di non perdere la
possibilità della visita medica per suo figlio, dopo diverse
sollecitazioni ha deciso di chiamare il Pronto Soccorso del
Gaslini per un altro tampone. “Ho esposto Samuele ad un
rischio portare un bambino come lui in un Pronto Soccorso non
è sempre un bene. Tutto perché, da Salerno non avevano ancora
il suo risultato. Possibile che non ci sia qualcuno che possa
segnalare le emergenze? Non è normale che il Vallo di Diano
deve dipendere dal Laboratorio di Salerno che ha una mole di
lavoro straordinaria“, ha spiegato la mamma. “Samuele fa parte
di quella fascia di popolazione che attende una visita
importante, che vive quotidianamente altre situazioni oltre al
Covid. A noi, chi ci tutela? Il Vallo di Diano non ha la
possibilità di processare i tamponi e nemmeno un referente che
possa chiedere fermamente delle risposte in caso di emergenza.
Sono indignata“, ha poi aggiunto Giulia che, insieme a
Samuele, ora è a Genova, in attesa del ricovero che avverrà
questa mattina. Hanno, fortunatamente, la loro famiglia vicino
che vive in Liguria. “Non tutti hanno questa possibilità –
aggiunge –, penso a quelle famiglie in attesa in un albergo
con relativi costi. Siamo a Genova da giovedì, in attesa di
risposte che non sono arrivate. Non me la prendo con nessuno,
anzi ringrazio quanti in questi giorni ci hanno supportato. Ma
non è normale dipendere da Salerno.

“Il Comune non fa lavorare
gli ambulanti in regola”
di Erika Noschese

“Il Comune di Salerno non lascia lavorare le persone che ne
hanno diritto, pur essendo in regola con le licenze”. Ad
attaccare l’amministrazione comunale di Salerno è Ciro
Pietrofesa, coordinatore regionale Anva – l’associazione di
categoria che difende e tutela gli operatori ambulanti – dopo
quanto accaduto ieri. Nella mattinata di ieri, infatti, sei
operatori ambulanti, tramite l’Anva Salerno, avevano richiesto
più volte la messa a bando dei posteggi isolati individuati
con la delibera di Consiglio Comunale di Salerno numero 17
dello scorso 17 aprile 2018. Bando che non è mai stato fatto
ma con la legge regionale 7/2020 Nuovo Testo Unico del
Commercio, gli operatori ambulanti hanno la possibilità di
poter operare da spuntisti in questi posteggi in attesa di
assegnazione. Ed è proprio ciò che hanno fatto i venditori
ambulanti di Salerno che avevano comunicato, come prevede la
legge regionale, l’inizio della vendita in questi posteggi,
pagando regolarmente la Tosap dovuta. A poche ore dall’inizio
dell’attività lavorativa l’ufficio Suap del Comune di Salerno
dichiara gli operatori abusivi, tanto da richiedere
l’intervento della polizia municipale. Giunti sul posto, i
caschi bianchi hanno provveduto al sequestro dei banchetti per
la vendita di merci, oltre alla sanzione amministrativa per
gli operatori. “Ci hanno fatto sequestro e multa, mentre chi
opera abusivamente è stato lasciato lì tranquillamente a
lavorare. La situazione sta diventando insopportabile, chi
opera nella legalità deve subire, per far riconoscere i propri
diritti deve adire alle vie legali, mentre chi opera nella
illegalità viene premiato”, ha dichiarato il coordinatore
regionale dell’Anva Salerno Ciro Pietrofesa che annuncia,
tutela dei sei operatori ambulanti,agiranno per vie legali con
un ricorso al Tar, una denuncia penale per le tante omissioni
e con una richiesta di risarcimento danni subiti e delle spese
giudiziarie. “Non di può più sostenere questo tipo di
atteggiamento che le Amministrazioni hanno nei confronti dei
venditori ambulanti in regola, non si lascia lavorare persone
che ne hanno diritto, in molte parti della Regione hanno
chiuso i mercati senza avere rispetto per gli operatori e per
il nostro lavoro, il tutto giustificato dal Covid-19,
facendoci passare per gli untori pur non avendo nessun caso di
contagio in tutti i mercati”, ha poi aggiunto il coordinatore
dell’associazione di categoria per la tutela degli operatori
mercatali.

Dipendente di Salerno Pulita
stacca il cartello dalla
saracinesca che contestava De
Luca
di Erika Noschese

Dipendente della Salerno Pulita toglie il cartello affisso
alla saracinesca de Alla Zeppola d’Oro. Ha suscitato non poche
polemiche quanto accaduto nella serata di sabato a Pastena,
zona orientale della città capoluogo, dove un dipendente della
partecipata del Comune di Salerno – forse rispettando gli
ordini giunti da un superiore – ha ben pensato di staccare il
cartello che annunciava la chiusura del locale “grazie a De
Luca”, come avevano scritto i titolari, riferendosi all’ultima
ordinanza del governatore della Regione Campania che, di
fatto, vieta l’asporto dalle 21. Il video, ripreso dalle
telecamere di videosorveglianza, ha presto fatto il giro del
web, scatenando l’ira dei proprietari del locale Alla Zeppola
d’Oro e degli stessi cittadini, indignati. “Ad un dipendente
della Salerno Pulita dava fastidio la nostra “arresa”
togliendoci il cartello affisso vicino alla saracinesca”,
hanno dichiarato i titolari, costretti a chiudere perchè –
come già avevano spiegato in precedenza – i loro prodotti
vengono venduti maggiormente di sera, dopo le 21 e l’ultima
ordinanza del presidente di Palazzo Santa Lucia non ha fatto
altro che peggiorare una situazione economica già fortemente
precaria a causa dell’emergenza Coronavirus. Parole di
indignazione quelle pronunciate anche da Rosario Peduto,
coordinatore cittadino della Lega Salerno: “Quello che accade
in questa città alle volte è davvero raccapricciante: il
dipendente di una azienda municipalizzata che va a strappare
volontariamente il cartello posto sulla propria saracinesca da
un esercente commerciale costretto a chiudere dalle
restrizioni orarie stabilite dal governatore della Regione, è
il segno di un degrado morale e civico senza precedenti – ha
infatti dichiarato Peduto – Stiamo passando ogni limite, c’ è
gente in questa città che crede di essere “proprietaria” della
stessa, che vive all’ombra di un sistema familistico e
clientelare, arrogandosi ormai anche il diritto di voler
tappare la bocca a chi vive dei propri stenti e della propria
libertà”. Indignata anche Sonia Senatore, ex dirigente di
Forza Italia e attuale presidente del Cad sociale, centro
ascolto del disagio: “È ormai guerra fra poveri. Questo è il
sistema De Luca. Silenziare il dissenso con i mercenari di
turno! Ormai è una guerriglia urbana corpo a corpo a Salerno e
mi spiace dirlo, ma siamo solo all’inizio – ha dichiarato la
Senatore – Questo video mi auguro sia sottoposto agli organi
competenti dai consiglieri di opposizione e dagli uomini di
dignità che in questo consiglio comunale vogliano prendere le
distanze da queste modalità di bulli di quartiere! Salerno non
merita questo, i salernitani non sono così. E’ tempo di fare
ognuno la sua parte realmente e concretamente in questa
città”. Intanto, il presidente della commissione Trasparenza
Antonio Cammarota ha annunciato di voler chiedere spiegazioni
scritte e quindi l’audizione del presidente di Salerno Pulita.
““L’episodio riferito nel video pubblicato su facebook dal
negozio “Zeppola d’Oro” getta una grave ombra su Salerno
Pulita e, di riflesso, sull’intera città di Salerno – ha
dichiarato il presidente Cammarota – In discussione non è la
Zeppola d’Oro, il privato si tutelerà se e come vorrà ma il
grave danno di immagine che ne deriva, così come è dato
rilevare dalle reazioni di tutti, essendo Salerno Pulita
un’azienda pubblica comunale”.

Dirigenti Scolastici contro
l’Azzolina “I nostri alunni
stanno a casa a studiare”
di Monica De Santis

Ci sono anche alcuni Dirigenti Scolastici di Salerno e
provincia tra i 315 firmatari della lettera che hanno voluto
inoltrare al Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina per
rispondere alle dichiarazione da lei rilasciate in seguito
alla chiusura delle scuole su tutto il territorio regionale.
Una lettera che potrebbe sembrare una difesa del Governatore
De Luca, ma che di fatto nasce, ci tengono a far sapere, per
difendere in primis la scuola della Campania, poi il loro
operato e quello di tutti i docenti, poi gli studenti ed,
infine, l’operato della Regione. Tra i Dirigenti, che come
abbiamo detto, sono più di 310, che hanno firmato il
documento, ci sono Rosaria Murano dell’Istituto d’Istruzione
Superiore “A. Sacco” di Sant’Arsenio e dell’Istituto
Comprensivo di Teggiano; Maria D’Alessio dell’I.I.S. “Pomponio
Leto” di Teggiano e dell’Istituto Omniconprensivo di Padula;
Maria De Biase del Comprensivo di Santa Marina-Policastro;
Franca Principe, dell’I.I.S. “Carlo Pisacane” di Sapri;
Corrado Limongi dell’I.I.S. “Leonardo Da Vinci” di Sapri, ed
ancora Luigia Trevisone del Liceo di Mercato San Severino,
Elisabetta Barone del Liceo Alfano I, Carmela Santarcangelo
del Liceo Tasso di Salerno, Barbara Figliolia del Liceo Severi
ed altri ancora. Nella lettera i dirigenti precisano al
Ministro che “Dal giorno 15 ottobre come ci siamo preoccupati
di far partire la Didattica a Distanza in tutte le scuole:
qualcuno ci è riuscito bene e qualcun altro meno bene,
sicuramente. Ci hanno molto colpito le Sue dichiarazioni a
proposito degli studenti campani, che avrebbero, a Suo dire,
affollato centri commerciali e strade. La rassicuriamo: i
nostri studenti erano davanti ai computer, nelle loro case, a
fare scuola e noi nelle scuole, insieme al personale ATA, a
garantire che ciò avvenisse. La scuola campana è una scuola
seria, dove, pur tra mille difficoltà, si lavora sodo, spesso
senza un’adeguata interlocuzione con gli Enti Locali (in molti
casi assolutamente assente), in edifici dove la manutenzione
straordinaria ed ordinaria lascia assai a desiderare, in
assenza di certificazioni antincendio, con arredi che
ricordano i decenni passati, in eterna carenza di personale. E
con una carenza di spazi, in molte scuole, che non ha visto la
pronta risposta su spazi alternativi, come annunciato più
volte quest’estate. Abbiamo riaperto le scuole, dopo la
difficile e comune esperienza di lockdown della scorsa
primavera, lavorando notte e giorno per renderle sicure, con
acquisti di attrezzature per una pulizia più approfondita, con
segnaletica che informasse adeguatamente sui comportamenti da
adottare nella situazione epidemiologica in corso, con
dispenser di igienizzanti per le mani e quant’altro”. Sempre
nella missiva i docenti ci tengono a ricordare al Ministro
Azzolina che “Abbiamo trascorso il mese di agosto e i primi
giorni di settembre letteralmente con il metro alla mano, per
misurare le distanze necessarie tra i banchi e tra i banchi e
le cattedre. Distanze che sovente cambiavano, a seconda delle
interpretazioni del CTS e di altri soggetti. E abbiamo
riaperto con gli arredi di sempre, prevalentemente biposto
(quelli che da decenni offre il mercato), con le solite sedie
rotte, le solite cattedre traballanti. Abbiamo anche riaperto
con i soliti organici incompleti (a tutt’oggi), tra docenti di
sostegno e collaboratori scolastici mancanti, convocazioni per
le supplenze che vanno sempre più deserte. Ma abbiamo
riaperto: garantendo orari scaglionati per gli ingressi,
rotazioni di vario genere, doppi turni, divisione in gruppi di
classi, per garantire una ripresa in presenza, perché il
nostro obiettivo è non far perdere un’ora di scuola a nessuno.
E i contagi, nonostante ciò, sono aumentati. Già nelle prime
settimane, difatti, abbiamo dovuto fermare spesso le attività
in presenza, per numerosi casi di positività, tra studenti e
docenti e non ci siamo sottratti alle esigenze di modificare
la programmazione didattica, disponendo la didattica a
distanza per gli alunni costretti all’isolamento domiciliare.
Questa è la situazione delle scuole in Campania. Ma Lei
sicuramente la conosce, dal momento che abbiamo compilato ben
5 monitoraggi, quasi identici, durante l’estate scorsa, dove
abbiamo risposto sempre alle stesse domande, in relazione al
fabbisogno di ogni scuola”. E dopo le premesse arrivano le
domande, domande lecite che i dirigenti riscolastici della
Campania rivolgono alla Azzolina… “A questo punto, rivolgiamo
a Lei alcune domande, sicuramente non esaustive: perché
abbiamo riaperto le scuole senza aver ricevuto gli arredi
promessi (i famosi banchi monoposto)? A tutt’oggi in Campania
ne sono stati consegnati poco più di 4.000; perché non si
procede con una campagna massiva di test rapidi agli studenti?
perché a tutt’oggi non possiamo garantire ai nostri studenti
gli insegnamenti in tutte le discipline, dal momento che gli
organici non sono ancora completi? perché gli studenti
disabili non possono ancora godere dei docenti di sostegno di
cui hanno bisogno? erché sul sito della Presidenza del
Consiglio dei Ministri che riporta il numero di mascherine
distribuite dal Commissariato alle scuole, i quantitativi non
corrispondono alle consegne che effettivamente sono state
effettuate, e ovviamente, per difetto? perché, a proposito dei
trasporti, immaginando la movimentazione degli studenti,
anziché prevedere un potenziamento di linee dedicate di
trasporto per le scuole (semmai trasferendo le necessarie
risorse agli Enti Locali), in ben 6 mesi, si è solo riusciti a
decidere che si aumentava la capienza dei passeggeri? perché
pochi giorni fa, il 2 ottobre 2020, è stata emanata una
circolare di conferma delle elezioni degli Organi Collegiali
in presenza entro il 31 ottobre, in piena emergenza
epidemiologica?” E concludono la loro lunga lettera… “Siamo
consapevoli che Lei è il Ministro dell’Istruzione e che alcune
scelte non dipendono dal Ministero da lei diretto: ma il
Governo è organo collegiale. Ci piacerebbe ricevere qualche
risposta ad almeno qualcuna di queste domande. Perché non è
vero che va tutto bene e non è giusto che si racconti questo
agli italiani. Su una cosa siamo d’accordo: è vero, le scuole,
ad oggi, sono sicure. Noi lo sappiamo, lavoriamo da mesi e
ogni giorno per renderle sicure. Ma le scuole non sono una
cattedrale nel deserto, non sono una torre eburnea, sono
realtà in un contesto. Forse se davvero la scuola è la
priorità, come si sostiene da più parti, è il momento di
investire seriamente sulla scuola, restituendole la dignità di
perno delle nostre città: per fare questo serve una politica
attiva e interventi tempestivi e massicci sul contesto. Noi ci
siamo. E anche la Regione Campania”.

Silverio Sica: “I tribunali
hanno risentito di questa
schizofrenia derivante dal
Covid”
Trovandoci all’alba di un mondo portato agli estremi, in un
periodo storico contrassegnato da ricerche scientifiche e
mutamenti collettivi, l’epidemia globale ci ha portati a
riflettere sul significato della libertà individuale. Libertà
è davvero solo essere sospinti di qui e di la secondo il
volere dei media? Se i nostri antenati hanno vissuto il dramma
dell’infrazione della Legge, oggi l’angoscia è scaturita
dall’inconsistenza del divieto e di conseguenza della libertà.
La giustizia in questo caso prende un posto importante e
recupera il legame con la società liquida dandole nuova forma.
Oltre al quadro umorista che si crea quando è l’avvocato ad
essere   sottoposto    all’interrogatorio,      trovarsi    in
conversazione con una figura del calibro di Silverio Sica,
Presidente dell’Ordine degli avvocati di Salerno, è anche
un’occasione per tirare le somme del panorama storico
istituzionale. Ancora oggi il settore più antico tra tutti si
trova diviso tra chi contempla con dubbio e chi è alle prese
con un’inedita riorganizzazione delle strutture governative ai
tempi del Covid-19. Si sono verificate delle compressioni del
principio di legalità nella normazione avvenuta con atti
amministrativi ? “Non bisogna sentirsi defraudati di niente
perché si presuppone che la salute venga al primo posto. Può
essere lo Stato a pretendere delle restrizioni o è il
cittadino che autonomamente se le impone: fa lo stesso perchè
è l’unica condotta utile di fronte all’ignoto della pandemia.
La ‘compressione della libertà’ in uno stato emergenziale è
pienamente giustificata e purtroppo non c’è un’alternativa. Le
grandi    epidemie     della    peste    hanno    visto    gli
uomini rinchiudersi tra di loro e questo si è dimostrato il
sistema più efficace, anche se comporta necessariamente la
compromissione della libertà. Oltre ad essere un rimedio in
uso da sempre è anche l’unico che l’uomo conosce di fronte a
delle malattie che lo spaventano.” Come si è dimostrata la
condizione carceraria durante la quarantena? “È un dato di
fatto che i detenuti siano privati della loro libertà, ma non
per questo vengono interdetti dalla vita di tutti i giorni.
All’inizio c’è stato un allarme che era per molti aspetti
fondato. Lo svilupparsi della pandemia all’interno delle
carceri può essere una situazione molto grave e richiede degli
spazi che in Italia non ci sono. Inoltre, ci vorrebbero delle
strutture adeguate per garantire le terapie necessarie a tutti
i detenuti e allo stesso tempo assicurare che non se ne
scappino. Ad ogni modo, la burocrazia ha funzionato e
l’amministrazione penitenziaria è riuscita a fronteggiare lo
stato di emergenza. Abbiamo avuto poche notizie di pandemia
all’interno delle strutture carcerarie quando è stato
garantito un lasciapassare verso l’esterno.” Quali modalità
vengono impiegate oggi nei tribunali? Molto spesso siamo di
fronte ad una disorganizzazione e un’improvvisazione
governativa da saltimabanco. Lo spettacolo circense non vale
solo per i tribunali ma per tutti gli ambienti sociali, dalle
famiglie alla scuola. Purtroppo c’è bisogno di regole certe
che provengano dall’alto e che vengano fatte rispettare.
Questo governo ha preferito promulgare delle norme che
consentivano margini di interpretazione e soprattutto
addossavano la responsabilità a tutti i quadri periferici. È
facile pretendere da chi dirige una scuola o un tribunale di
garantire che non si verifichino assembramenti. È più
difficile ottenere degli interventi mirati che questa
situazione richiede e assicurare delle strutture che tutelino
le persone. Chi è a capo, ha promosso questo scarico di
responsabilità e continua ad operare in questo senso con le
norme che vengono emanate di continuo. È chiaro che anche i
tribunali hanno risentito di questa schizofrenia derivante
dalla situazione. Così a distanza di otto mesi dall’inizio
della pandemia si può ancora trovare il tribunale in cui si
entra liberamente e quello in cui si ha accesso solo con
previa verifica del grado febbrile, ma a pagarne le
conseguenze sono sempre i cittadini. A Salerno per fortuna
abbiamo trovato un po’ di buon senso nei capi di ufficio e
siamo riusciti ad ottenere dei pass per 60 persone che vengono
in seguito riconsegnati, sta di fatto che le regole non
possono essere lasciate ad una libera interpretazione. ” Come
trovare un accordo tra giustizia e fake news nell’industria
giornalistica? “La violenza della modernità è stata in grado
di uccidere l’unico ambito che aveva compreso la curiosità e
l’ingegno dell’essere umano: il giornalismo. Mi viene in mente
Travaglio e realizzo che ormai viene dato spazio a voci
dolciastre diffuse sui teleschermi che non possono essere più
spenti e l’ignoranza si fa sempre più autorità. La corruzione
delle informazioni è un morbo che non colpisce il corpo ma le
menti. Sicuramente i giornali di partito sono una realtà
mondiale non solo italiana ma nessuno più ha il coraggio di
approfondire le fonti e nel panorama storico è molto difficile
trovare notizie analizzate e verificate con cura, che operino
secondo l’arte dell’inchiesta. I grandi giornali americani,
hanno i loro padroni, ma conoscono il metodo dell’indagine e
continuano a sentire il richiamo della notizia, che viene
prima di tutto il resto. Confido in un ritorno del giornalismo
critico che non si annulli nella finzione e meno influenzato
dalla politica. Anche nel mio settore, che è la giustizia,
funziona così. Bisogna disporre di un filtro quando arrivano
notizie senza contorni ben definiti che provengono dalle
autorità o dal cliente e poi si correggono eventuali stonature
o errori di messa a fuoco.”

Andrea Orza

A   gennaio                  il         nome           del
candidato
di Erika Noschese

Continua il percorso di Davvero Diritti&Ecologia verso le
amministrative 2021 a Salerno. Il leader Michele Ragosta, in
queste settimane, sta tenendo una serie di incontri per far
luce sul percorso che gli aspiranti candidati intendono
intraprendere in vista della prossima importante scadenza
elettorale. In primavera, infatti, i cittadini saranno
chiamati alle urne per eleggere il nuovo consiglio comunale e
il nuovo sindaco di Salerno. Davvero ha già annunciato
l’intenzione di scendere in campo con una coalizione vasta nè
di destra nè di sinistra con un proprio candidato sindaco che
sarà scelto solo nel mese di gennaio quando si avrà un quadro
più chiaro della situazione. Ieri mattina, presso la sede
provinciale del partito si è tenuto un incontro “Salerno
cambia Salerno”, un percorso che avrebbe l’obiettivo di unire
e “archiviare un sistema di potere trentennale deve essere la
priorità, ripristinare le regole di partecipazione e di
collegialità”, come si evince dall’invito diffuso a tutti
coloro sono intenzionati a scendere in campo. Per Davvero
l’obiettivo è quello di recuperare il ruolo di una Salerno
città capoluogo, comprensorio e città metropolitana. In queste
settimane sono in programma altri incontri presso la sede di
via Raffaele Guariglia per provare a tracciare un punto di
partenza prima di stilare il programma elettorale e dare il
via ufficiale alla campagna elettorale. All’incontro di ieri
mattina avrebbero preso parte anche alcuni attuali consiglieri
di maggioranza, appartenenti ad altre liste civiche che
guarderebbero con interesse alla coalizione di Davvero.

Torquato chiude parchi e
ville.     Vietata  anche
l’attività fisica
C’è molta preoccupazione a Nocera Inferiore per il numero dei
contagi, che sono saliti a quota 82. E’ così scattata una
nuova stretta da parte del sindaco Manlio Torquato. Chiusi
parchi e ville comunali. Con l’ Ordinanza sindacale n°44 del
18 ottobre 2020 è stata disposta la sospensione delle attività
e la chiusura fisica di tutti i parchi giochi comunali, sia in
gestione pubblica che affidati a terzi (comprese le strutture
dedicate alle attività sportive in essi presenti), fino al 30
ottobre 2020. Inoltre con altro provvedimento è stata disposta
la chiusura al Pubblico delle sedi Comunali per la giornata di
oggi per consentire le operazioni di sanificazioni delle sedi
comunali e l’organizzazione dei lavoratori per lo smart
working. Saranno dunque chiuse al pubblico le sedi di Piazza
Diaz, via Guerritore, Via Libroia e Biblioteca Comunale.
Seguirà avviso per la regolamentazione degli accessi da
martedì 20 ottobre. Lunedì summit con i vertici del Tribunale:
«Preoccupa lo stato di isolamento in cui i Comuni sono
lasciati dinanzi all’emergenza».

Un   libro  da   Salvare   di
Federico PierMaria Sanguineti
“Il libro da salvare non
esiste”

tema

che libro salveresti?

svolgo

nel comunismo virtuale di internet

dove trovi ogni libro che ti pare

il libro da salvare non esiste

se non come metafora di libro

perché la nostalgia del manoscritto

oppur la nostalgia del libro a stampa

diventa nostalgia del camminare
a quattro zampe quando stai in piedi

e in piedi puoi andare dove vuoi

e puoi persino coricarti e in sogno

arrotolarti in libro metaforico

come quaderno della tua memoria

Federico PierMaria Sanguineti

Halloween     in    Campania:
tradizione, eventi e mistero
Il 2020 è l’anno in cui tutto cambia: un fine ottobre ricco di
tradizione avrebbe scaldato il cuore a tutti noi ma quest’anno
non si può! Per la prima volta nel DopoGuerra non si vedranno
maschere e mascherine, colori e voci animare i nostri vicoli.
Eppure ci piace scoprire le tradizioni locali e persino
sognare quando in rete tra un testo e l’altro incontriamo un
pezzo come quello presente sul Blog l’Insider che parla delle
tradizioni di Halloween. Prima o poi, appena possibile, un
viaggio a caccia di tradizioni lo faremo anche noi della
redazione!

La Campania si sa è terra di burloni e di amanti del mistero,
non possono certo mancare le tradizioni e gli eventi di questo
periodo dell’anno. Cosa certa è che per il 2020 tutto o quasi
tutto sarà virtuale e digitale un pò come i casinò online.
Halloween: il periodo dei morti in
Campania
Dalle nostre parti è cosa nota, con gli Stati Uniti abbiamo un
profondo legame, vuoi lo Sbarco o vuoi le migrazioni ma in
Campania ed in particolare tra Napoli e Salerno le tradizioni
americane piacciono da sempre ma prima del “dolcetto e
scherzetto” qui alle falde del Vesuvio Cicci muortI correva
già nei vicoli.

Proprio a fine di ottobre i nostri vicoli si animavano di
ragazzi e bimbi che, con o tavutiello, una cassetta di cartone
a forma di bara invocando un’antica filastrocca “Fate bene ai
Santi morti” “Famme bene, pe’ li muorte: dint’a ‘sta péttula
che ‘ce puórte? Passe e ficusecche ‘nce puórte e famme bene,
pe’ li muorte” chiedevano dolci e quanto altro. Insomma un
Halloween tutto campano che niente ha da invidiare con le
altre tradizioni del mondo.

Halloween,             periodo          dei       morti:
tradizioni
In questo periodo dell’anno i dolci sono qualcosa di
importante, un pò come a Natale o forse persino di più. Li
conoscete tutti? Ne abbiamo parlato con i nostri lettori più
anziani, quelli che ancora ricordano tutto per bene ed abbiamo
qualcosa da consigliarvi. Ovviamente in questo scorcio d’anno
non solo dolci ma tante delizie.

   1. Torrone dei morti: al cioccolato o pistacchio, alla
      nocciola o al gianduia è una delle ghiottonerie più
      amate. Non tutti sanno ma In passato, a Napoli e in
      Campania, i torroni erano chiamati “morticini”, infatti
      la loro forma particolare ricorda una cassa da morto, il
      torrone veniva portato alla fidanzata per addolcire le
      giornate del periodo triste. Il torrone dei morti o
comunque il torroncino è uno dei dolci più amati
     dell’autunno/inverno indubbiamente tra i più venduti e
     quelli che ognuno vorrebbe ricevere in dono. Il
     torroncino, per la sua particolare ricchezza di gusto, è
     una delle delizie campane più consumate al mondo.

   2. Pizza dei Morti, conosciuta solo a Ravello, ormai inizia
      ad essere apprezzata un pò ovunque. TIpicamente a
      Ravello, il giorno dei morti, si cucinavano piatti
      semplici, impasti di grano, salsa di pomodoro, aglio,
      origano, olio e acciughe. Una piatto povero diventato
      poi una vera e propria pizza e, non di rado anche a
      Salerno, nei giorni di Halloween è facile assaggiare una
      pizza semplice, di quelle che fuori dalla Campania,
     chiamano Napoli.

Tantissime sono le tradizioni locali a base di lumi di candela
e storie antiche di quelle che hanno animato i nostri vicoli.
In questo strano Halloween sarà bello confrontarsi con chi le
tradizioni ancora le ricorda a memoria e prepararsi al meglio
per l’ultimo week end di ottobre 2021.

Dillo      a      Cronache:
assembramento davanti alla
Sala Varese. Il video
Video girato pochi minuti fa

http://www.cronachesalerno.it/wp-content/uploads/2020/10/
WhatsApp-Video-2020-10-18-at-22.26.21.mp4
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