LA VIOLENZA NELLA VITA DI RAGAZZI E RAGAZZE: QUALI MODELLI DI RELAZIONE PER LE NUOVE GENERAZIONI? - Conoscenze e pratiche per la prevenzione e ...

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LA VIOLENZA NELLA VITA DI RAGAZZI E RAGAZZE:
 QUALI MODELLI DI RELAZIONE PER LE NUOVE
              GENERAZIONI?
             Conoscenze e pratiche per la
          prevenzione e l’intervento a scuola

                Dott.ssa Lucia Beltramini
              Università degli Studi di Trieste

                  Vittorio Veneto, 09.11.2018
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OBIETTIVI DELLA GIORNATA

•   Esplorare le esperienze di violenza nella vita di ragazze e ragazzi, con
    un approccio sensibile al genere

•   Evidenziare l’impatto della violenza su salute, comportamenti, relazioni

•   Osservare quali modelli di relazione, ma anche di maschile e
    femminile, vengono proposti a ragazzi/e, in ciascun contesto di vita

•   Analizzare il ruolo di insegnanti e scuola nella prevenzione della
    violenza di genere

•   Fornire indicazioni pratiche per l’intervento (trasversale ai diversi
    obiettivi)
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UNA PICCOLA PREMESSA: DI CHI
             STIAMO PARLANDO?

Immagine dal film “Inside out” (2015, Pixar)
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ADOLESCENTI:
           POTENZIALITA’ E COMPLESSITA’

                     Crescita                                               Integrazione
                                                        Interessi

                                               Rischi
               Opportunità                                  Divertimento

                                                                           Esplorazione
         Interdipendenza                                   Relazioni
                                   Famiglia                            Scuola
                                                        Amore

Immagine dal film “Inside out” (2015, Pixar)
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LA VIOLENZA NELLA VITA DI
        RAGAZZI E RAGAZZE

Violenze intrafamiliari   Violenze extra-familiari           Violenze nei “media”
•   Fisiche               •   Da compagni/e              •   Sessualizzazione delle
•   Psicologiche          •   Da altri adulti (amici         bambine e delle
•   Sessuali                  di famiglia, insegnanti,       ragazze
•   Assistite                 preti, allenatori…)        •   Violenza contro le
•   Trascuratezza grave   •   Dal partner                    donne e le ragazze nei
                          •   Raramente da                   media
                              sconosciuti
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LA RICHIESTA DI AIUTO

•   Adolescenti: restii a chiedere aiuto —> più consapevoli dei bambini, ma con
    maggiori difficoltà a confidarsi —> Spesso quando un ragazzo/a chiede aiuto, lo fa
    con un amico/a

•   Non sempre riconoscono la violenza, né il legame con il malessere

•   Storia che emerge “un pezzo per volta” —> Più difficile parlarne se coinvolgimento
    con l’aggressore (“l’ho provocato, assecondato”, ..)

•   Possono manifestare un aperto disagio oppure non presentare alcun segno

•   Scelgono modi indiretti per chiedere aiuto (un bigliettino scritto ad un’insegnante; la
    richiesta di un consiglio per una presunta amica in difficoltà …)
•   Alcune violenze vengono ricordate o rivelate per la prima volta in adolescenza
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QUALI MODELLI DI RELAZIONE?

  In famiglia   Tra coetanei   Nei “media”
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RAGAZZI E RAGAZZE:
RAPPORTI DI GENERE, ESPERIENZE E
    PERCEZIONI DI VIOLENZA

 Una ricerca in Friuli Venezia Giulia
    (Romito, Paci, Beltramini, 2007)
UNA RICERCA SUI GIOVANI
                                                (Romito, Paci, Beltramini, 2007)

•   Parte quantitativa: 726 questionari anonimi
    autosomministrati a ragazze (396) e ragazzi (330)
    della Regione —> Studenti/esse di 5° superiore
    •   Per indagare esperienze di violenza (in famiglia, nella
        coppia, sessuali) e salute

                      •   Parte qualitativa: 10 focus group con ragazze/i di 2°-3°
                          superiore della Regione
                          •    Per analizzare le opinioni sul rapporto tra i generi, le
                               credenze e pregiudizi sulla violenza, i modelli culturali
                               maschili e femminili di riferimento
                           •
VIOLENZE IN FAMIGLIA
                                                (Romito, Paci, Beltramini, 2007)

•   “Ti capita o ti è capitato di subire violenze psicologiche (es.: essere insultato,
    denigrato, minacciato ripetutamente, controllato continuamente, chiuso in casa o
    fuori casa) in famiglia?”
•   “Ti capita o ti è capitato di subire violenze fisiche (es.: essere preso ripetutamente e
    violentemente a schiaffi, a pugni, a calci, colpito con un oggetto o altre aggressioni
    fisiche) in famiglia?”

•   L’8% dei ragazzi/e ha assistito a violenze fisiche del padre sulla madre
•   Il18% ha assistito a maltrattamenti psicologici del padre sulla madre
•   L’8% degli intervistati/e riporta di aver subito violenza fisica dal padre

          QUALI MODELLI PER IL FUTURO?
VIOLENZA NELLE COPPIE DI GIOVANI
 •   Teen dating violence: “Aggressioni fisiche o atti che causano un danno e che
     includono l’abuso psicologico o emotivo, verbale e non, e che si verificano in
     situazioni private o sociali che differiscono dalla violenza domestica
     principalmente per il fatto che la coppia non è legata da vincoli di sangue o
     dalla legge” [Ely, 2002]
     •   Stare insieme in adolescenza: molti tipi di relazione
     •   Diverse occasioni di incontro (scuola, gruppo di amici)
     •   Adulti possono minimizzare
     •   Rischio di trasferire un determinato modello relazionale anche nella vita adulta

                    Comportamenti di                  Violenza psicologica
                       controllo

                       Violenza fisica                  Violenza sessuale
VIOLENZE NELLA COPPIA
                                             (Romito, Paci, Beltramini, 2007)

      Comportamenti di controllo                        Violenza psicologica
• Controllare                                 •   Insultare
• Impedire  di fare delle cose                •   Umiliare
• Isolare dagli altri                         •   Denigrare
• Usare la gelosia per giustificarsi          •   Minacciare

             Violenza fisica                              Violenza sessuale
•   Fare scenate violente                     •   Fare pressioni, minacce, ricatti per
•   Danneggiare le cose dell’altro/a                 avere rapporti
•   Alzare le mani, dare spintoni o           •   Imporre di usare/non usare un certo
       schiaffi                                      tipo di contraccettivo
•   Dare pugni, calci, colpire con oggetti    •   Stupro o tentato stupro
VIOLENZE SULLE RAGAZZE
                                           (Romito, Paci, Beltramini, 2007)

               Comportamenti di             Violenza psicologica
                  controllo

                 Violenza fisica             Violenza sessuale

•   1 ragazza su 6 (16%) ha vissuto gravi violenze psicologiche o
    comportamenti di controllo dal partner
•   Più di 1 ragazza su 10 (13%) ha subito violenze fisiche in coppia
•   Più di 1 ragazza su 10 (14%) ha subito pressioni, molestie e violenze
    sessuali dal partner
•   Più di 1 ragazza su 5 (22%) vittima di molestie/violenze sessuali da autori
    diversi dal partner
RAPPORTI TRA RAGAZZI E RAGAZZE
                                                                 (Romito, Paci, Beltramini, 2007)

•   Ragazzi e ragazze sembrano vivere due realtà distinte, nelle quali è forte
    l’adesione a modelli di femminilità e mascolinità tradizionali

    •   Ai maschi viene chiesto di mostrarsi sempre forti, decisi,
        di non avere fragilità né debolezze: I = “Ma non succede
        qualche volta che uno non ha voglia di essere sempre
        forte?” S = “Sì, sì, di solito in quei momenti si sta a casa”

                              •   Alle ragazze, di adeguarsi a quanto maschi e femmine si
                                  aspettano da loro, pena l’esclusione sociale e una cattiva
                                  reputazione: “Con i ragazzi cerco sempre di mostrare il lato
                                  migliore, cioè quello perfetto. Vogliono sempre una ragazza
                                  al 100%” (…)“Anche se si è tra amiche comunque c’è una
                                  specie non dico di lotta, però tu devi essere quella che
                                  spicca tra le altre”
SESSUALITA’ PER
                    RAGAZZI E RAGAZZE
                                                              (Romito, Paci, Beltramini, 2007)

•   Sessualità per i ragazzi —> Modello univoco: essere virile, fare la prima mossa,
    conquistare più ragazze possibili —> Bisogno costante di dimostrare qualcosa
    agli altri maschi
    •   I = “Secondo voi com’è per i ragazzi, la prima volta ... come la vivono i ragazzi
        secondo voi ... quando è per loro la prima volta?”
    •   R4 = “Una specie di trionfo, una conquista”
    •   R3 = “Anche per magari, tra virgolette, per vantarsi con gli altri amici”

•   Sessualità per le ragazze —> Mass-media e cultura di riferimento propongono
    modelli contraddittori —> Femminilità seduttiva vs ritorno a valori tradizionali
    •   Sessualità vissuta in funzione dei desideri dei ragazzi: se si è innamorate si accetta
        tutto: “Lei ha detto “Sì guarda non me la sento” … e lui insisteva, ha detto “Bon se
        non lo facciamo io ti mollo””
QUALI MODELLI PER
RAGAZZI E RAGAZZE?
CONTESTI DI VITA
     [Bronfenbrenner, 1975]

       Società

     Comunità

     Relazioni

      Persona
MODELLI TEORICI PER CAPIRE

•   Per analizzare l’impatto che i modelli possono avere sulle persone, il loro
    benessere, le relazioni, le comunità, le società:
    •    Modello ecologico (Bronfenbrenner, 1975)
    •    Teoria socio-cognitiva dell’apprendimento sociale (Bandura, 1977)/ Teorie
         della socializzazione —> Si apprende osservando modelli
    •    Teoria della “coltivazione” (Gerbner et al. 1994)/ Teorie socioculturali —> Si
         adotta una visione del mondo che coincide con quella proposta dai media
    •    Teoria dell’oggettivazione (Friedrickson et al., 1998) —> Donne vivono in
         una società che le giudica costantemente per il loro corpo. Col passare del
         tempo si può interiorizzare questo “sguardo dell’altro” (auto-oggettivazione)

     •
QUALI MODELLI DI RELAZIONE?

  In famiglia   Tra coetanei   Nei “media”

 LA VIOLENZA
   ASSISTITA
LA VIOLENZA ASSISTITA
[CISMAI, COORDINAMENTO ITALIANO DEI SERVIZI CONTRO IL MALTRATTAMENTO E L’ABUSO ALL’INFANZIA, 2017]

•   Violenza assistita intrafamiliare: l’esperire da parte del bambino/a o adolescente
    qualsiasi forma di maltrattamento compiuto attraverso atti di violenza fisica, verbale,
    psicologica, sessuale, economica e atti persecutori su figure di riferimento o su altre
    figure affettivamente significative, adulte o minorenni

•   Il bambino/a-ragazzo/a può farne esperienza direttamente o indirettamente, e/o
    percependone gli effetti acuti e cronici, fisici e psicologici

•   La violenza assistita include l’assistere a violenze su altri membri della famiglia e ad
    abbandoni e maltrattamenti ai danni degli animali domestici. La forma di violenza
    assistita più frequente è assistere alla violenza esercitata dal padre sulla madre

•   Le dinamiche della violenza domestica interferiscono sulla relazione con i figli, alterando
    l’espressione delle funzioni genitoriali della madre e del padre maltrattante e i modelli di
    attaccamento
VIOLENZA CONTRO LE DONNE

•   La violenza nei confronti delle donne è “una violazione dei diritti umani e una
    forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di
    violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare
    danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica,
    comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione
    arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita
    privata” [Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la
    violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, 2011]

                     Nel mondo, ne è vittima 1 donna su 3 (OMs, 2013)
                     Non è un’emergenza di questi ultimi anni, ma un grave problema
                     politico, sociale, culturale e di salute pubblica sempre esistito ma
                     in passato NON VISTO —> Le radici della violenza sono sociali,
                     politiche e culturali, ma le conseguenze sono sanitarie
VIOLENZA NEL CICLO DI VITA
•   Aborti selettivi
•   Infanticidio delle bambine, trascuratezza selettiva nelle cure
•   Violenze sessuali nella prima infanzia
•   Matrimoni di bambine
•   Mutilazioni sessuali femminili
•   Violenze sessuali intra-familiari (incesto) ed extra-familiari
•   Pornografia e prostituzione infantile
•   Violenze da “corteggiamento”: “date rape”, “acidificazione”
•   Violenza “domestica”, da partner o ex/relazioni di intimità
•   Uccisione delle mogli, morte “da dote”
•   Delitti “d’onore”
•   Stupro
•   Molestie sessuali sul luogo di lavoro
•   Tratta e prostituzione
•   Femminicidio
VIOLENZA “DOMESTICA”

•   Forma più frequente di violenza sulle donne

•   La violenza domestica “designa tutti gli atti di violenza fisica, sessuale,
    psicologica o economica che si verificano all’interno della famiglia o del
    nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o partner,
    indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia
    condiviso la stessa residenza con la vittima” [Convenzione del Consiglio d’Europa sulla
    prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, 2011]

                              •    In Italia ne è vittima 1 donna su 5 (FRA, 2014)
                              •   1 femminicidio ogni 2/3 giorni [Casa delle donne di
                                  Bologna, 2014; Eures, 2013; Ministero della Giustizia, 2017]
VIOLENZA SULLE DONNE E
            VIOLENZA SUI MINORI
•   I minori sono sempre coinvolti nella violenza domestica
    •   Violenza assistita: In Italia, nelle coppie in cui la donna è vittima di violenza e ha figli,
        il 65% dei bambini/e assiste [Istat, 2014]. Talvolta indotti a partecipare —> “In Italia si
        stima che 427.000 minori, in soli cinque anni, abbiano vissuto la violenza tra le mura
        domestiche nei confronti delle loro mamme, nella quasi totalità dei casi compiute per
        mano dell’uomo” [Save the Children, 2018]
    •   Orfani di femminicidio: in Italia, nel triennio 2012-2014, 417 figli/e hanno subito
        l’assassinio della madre da parte del padre, 52 hanno assistito, 18 sono stati uccisi
        insieme alla madre [Ferrara et al, 2015] —> 1600 orfani speciali [2000-2014; Baldry, 2017]
    •   Violenza diretta: tra il 40 e il 60% degli uomini che sono violenti con le partner lo sono
        anche con i figli/e [UNICEF, 2006]
    •   Violenza sulla donna in gravidanza: Stress materno prenatale può portare a morte in
        gravidanza, aborti, nascite premature
    •   Danno alla relazione di attaccamento e alle competenze genitoriali materne
    •   Apprendimento di modelli di relazione disfunzionali per il futuro
CONSEGUENZE SU
                      SALUTE E SVILUPPO
•   Rischio di depressione, ansia, inquietudine, fobie, difficoltà nel comportamento
    alimentare, comportamenti autolesivi, uso di alcol, alterazioni del ritmo sonno/veglia,
    incubi ed enuresi notturna, comportamenti regressivi, scarse abilità motorie, sbalzi
    d’umore, iperattività, ipereattività

•   Immaturità, ipermaturità, minori competenze sociali e prosociali, livelli più bassi di
    interazioni affettive con altri bambini, atteggiamenti da bulli

•   Scarse abilità verbali e visivo-spaziali dovute alla carenza di stimoli nel contesto
    familiare; diminuzione del gioco spontaneo e creativo, riproduzione della violenza in
    giochi o disegni

•   Frequenti assenze da scuola ma anche investimento eccessivo sui risultati scolastici
    (perfezionismo)

•   Aggressività, crudeltà verso gli animali
PREVENZIONI INTEGRATE

“Identificare (una situazione di violenza) e intervenire a favore
della donna può costituire uno dei modi più efficaci di prevenire
l’abuso e il maltrattamento sui minori”
                                       [American Academy of Pediatrics, 1998]

Contrastare la violenza sui minori può aiutare a prevenire la
violenza contro le donne
Programmi che promuovono una sana genitorialità possono prevenire la violenza in
età adulta: un bambino che riceve cure più adeguate ha maggiore probabilità di
diventare un adulto equilibrato [Fulu et al. 2014; Heise, 2011; OMS, 2010]
FATTORI DI PROTEZIONE

•   Risorse personali del bambino/a: capacità, talenti,
    interessi, punti di forza

•   Relazioni positive e protettive con insegnanti, educatori/
    trici o altri familiari
•   Capacità protettive della madre che trova il coraggio di
    proteggersi e proteggerli
•   Percorsi di aiuto al padre, che migliorino le sue
    competenze genitoriali e sollecitino l’assunzione di
    responsabilità sulla violenza e il riconoscimento dei
    danni che essa provoca sui figli
•   Resilienza, di madre e bambino/a
QUALI MODELLI DI RELAZIONE?

  In famiglia     Tra coetanei   Nei “media”

                   MODELLI
                DISFUNZIONALI
IL GRUPPO MASCHILE

•   “[Ai ragazzi] generalmente non si insegna ad essere attraenti, ma, piuttosto, ad apparire
    forti e dominanti, indipendentemente dal fatto che si sentano o meno tali (…) I ragazzi
    e gli adulti che si discostano dalle definizioni dominanti della maschilità (…) diventano
    spesso oggetto di offese di carattere verbale e discriminazioni, se non addirittura di
    violenza” [Connell, 1987]

•   Un gruppo di pari e coetanei, in particolare modo in adolescenza, che supporta la
    violenza e un ideale di mascolinità aggressivo costituisce un importante fattore di
    rischio per la violenza contro le donne —> Diversi studi hanno evidenziato che la
    probabilità che un uomo o un ragazzo eserciti violenza sessuale varia al variare
    dell’accettazione della violenza nel gruppo di coetanei
QUALI MODELLI DI RELAZIONE?

  In famiglia   Tra coetanei       Nei “media”

                                    SESSISMO,
                               SESSUALIZZAZIONE
                                   E VIOLENZA
MODELLI DI FEMMINILE

Tra ritradizionalizzazione …
SESSISMO OSTILE E BENEVOLO
                   Sessismo ambivalente (Glick & Fiske, 1996)

•   Sessismo ostile
    •   Atteggiamento palesemente
        ostile e negativo verso le
        donne
SESSISMO OSTILE E BENEVOLO
                   Sessismo ambivalente (Glick & Fiske, 1996)

•   Sessismo benevolo
    •   Atteggiamenti che sono sessisti perché stereotipizzano le
        donne, ma sono positivi nel tono
    •   Donne come fiori delicati, naturalmente predisposte alla cura,
        soggetti fragili e da proteggere
STEREOTIPI SUI RUOLI DI GENERE

•   Generalizzazioni semplicistiche, credenze rigide
    ma ampiamente condivise, di quello che
    significa essere uomini e donne in una società —
    > I media non li creano ma contribuiscono a
    rafforzarli

•   Qualche esempio ..
    •   Le donne sono emotive, gli uomini razionali
    •   I bambini sono aggressivi, le bambine tranquille
    •   Le donne sono più brave nei lavori domestici, gli
        uomini nei lavori di manutenzione
    •   Le donne vogliono l’amore, gli uomini la carriera
FIN DALL’INFANZIA …
I GIOCATTOLI …
PER LEI …                 PER LUI …
• Cucinare                • Costruire
• Prendersi cura          • Combattere
• Truccarsi               • Guidare/Lavorare
SOVVERSIVI! :)
SOVVERSIVI DA GRANDI!

LO STEREOTIPO …
https://www.youtube.com/watch?v=rZCy3-
uYOkE&fbclid=IwAR1d5LgyjYG6limiMw0QuII6dx6DMiEZxBV62V3rNpm9cuQ2rbZIPvHLL_w

http://occhioallospot.altervista.org/kinder-pingui-sessismo-sacrificio-felicita/?
fbclid=IwAR1Cy0KjNeV1YBsn6PAR26alrq2Bv-apmHVjAB2ttZQVvZ9RdabDv2vVfS

SEGNALI DI CAMBIAMENTO!
https://www.youtube.com/watch?
v=6bLRF279iGE&feature=youtu.be&fbclid=IwAR26lUhglyh_O1xxi6ZFonitlGTRCiuK1LPhdTik
u2xfTjU_VYIF8TZk2TI

https://www.youtube.com/watch?
v=xV_6oPjYWZ4&fbclid=IwAR2YV6uZHTZPFrrR1P4jysawGmuACkH_nUvPL7kCzx63Bjth_P6
3kVCV5I4&app=desktop
I TESTI SCOLASTICI
•   Linguaggio e narrazioni possono essere veicoli di stereotipi di genere (Gianini
    Belotti, 1978; Sabbadini,1986; 1987; Pace, 1986)

•   Analisi dei libri di lettura per la 4° elementare di 10 importanti case editrici
    (Biemmi, 2006)
    •   Protagonisti maschili nel 59% delle storie (vs 37% femminili) —> Nei racconti di
        avventura: 72% maschi vs 20% femmine
    •   Maggiore discriminazione: nel lavoro —> Su 70 protagonisti maschi, 49 lavorano
        (70%); su 32 femmine, le lavoratrici sono solo 18 (56%)
MESTIERI “DA DONNE” (15)              MESTIERI “DA UOMINI” (50)
•   Maestra (8)                       •   Re (5), cavaliere (4)
•   Strega (3), maga (2), fata,       •   Mago (3)
    indovina, Befana                  •   Maestro (3)
•   Scrittrice, pittrice              •   Scudiero (2)
•   Nobile, principessa, castellana   •   Scrittore (2), pittore
•   Nutrice                           •   Dottore (2)
•   Casalinga                         •   Poeta (2)
•   Bibliotecaria                     •   Pescatore, pirata, paggio, mozzo, medico di
                                          bordo di una nave, meccanico, ombrellaio,
                                          nobile, navigatore, scultore, alunno,
                                          scienziato, valletto, taglialegna, studioso,
                                          sceicco, viaggiatore, presidente di una
                                          squadra di calcio, profeta, riparatore di sedie,
                                          venditore, barbiere, Babbo Natale, artista,
                                          bibliotecario, cantante, boscaiolo, architetto,
                                          artigiano, arrotino, giornalista, giocatore,
                                          marinaio, geologo, contadino, comandante,
                                          capitano di una nave, crociato, ferroviere,
                                          esploratore, esattore delle tasse
STEREOTIPI SUI RUOLI DI GENERE:
        un bel problema
•   Come riporta il Parlamento Europeo con la sua Risoluzione del 12 marzo 2013
    sull’Eliminazione degli stereotipi di genere nell’Unione Europea, i ruoli e gli
    stereotipi tradizionali associati al genere continuano a esercitare una forte influenza
    sulla suddivisione dei ruoli tra donne e uomini in casa, sul lavoro e nella società in
    generale. Secondo lo stereotipo le donne sono rappresentate come coloro che si
    occupano della casa e dei figli mentre gli uomini sono considerati i responsabili del
    sostentamento e della protezione della famiglia.

•   In generale quindi gli stereotipi di genere tendono a perpetuare lo status quo degli
    ostacoli ereditati dal passato che impediscono di raggiungere la parità di genere e a
    limitare il ventaglio di scelte occupazionali e lo sviluppo personale delle donne,
    impedendo loro di realizzare appieno il proprio potenziale in quanto individui e
    attori economici, e rappresentano pertanto forti ostacoli al conseguimento della
    parità tra donne e uomini.
Inoltre, sempre dalla Risoluzione …
•   E’ ormai noto che:
    • nei mezzi di informazione, nella comunicazione e nella pubblicità la

       discriminazione di genere continua a essere diffusa e favorisce la trasmissione
       degli stereotipi di genere

    •   i bambini entrano in contatto con gli stereotipi di genere molto precocemente
        attraverso i modelli promossi da serie e programmi televisivi, dibattiti, giochi,
        videogiochi e pubblicità, materiali didattici e programmi di istruzione nonché
        atteggiamenti osservati a scuola, in famiglia e nella società, che influenzano la
        loro percezione del modo in cui dovrebbero comportarsi gli uomini e le donne,
        con ripercussioni sul resto della loro vita e sulle loro aspirazioni future

    •   sebbene i mezzi di informazione possano svolgere un ruolo educativo positivo,
        essi propongono diffusamente stereotipi sulle bambine – anche attraverso la
        pubblicità e i programmi per bambini – e spesso tendono a consolidare gli
        atteggiamenti e i comportamenti tradizionali
•   Studio multimetodo condotto in 15 Paesi del mondo con ragazze/i 10-14
      anni e caregiver [Journal of Adolescent Health, 2017] —> Evidenzia che
      norme di genere stereotipate sono presenti ovunque nel mondo, si
      cristallizzano nella prima adolescenza, sono rinforzate in famiglia e nel
      gruppo dei pari ed impattano:
    •   Sulla salute delle ragazze, sulle loro scelte professionali, sul rischio di
          violenze quando non si conformano al ruolo di genere prescritto
    •   Sui ragazzi, con rischio di malattie, abuso di droghe e alcol, violenza e
          criminalità (e chi non si adegua al modello, rischio di emarginazione/
          bullismo/violenze)
MODELLI DI FEMMINILE

Tra ritradizionalizzazione …

                                … e Sessualizzazione su
                               donne, ragazze e bambine
IMPATTO SU BAMBINE E RAGAZZE
 •   Funzionamento cognitivo: minori risorse cognitive “libere”
 •   Insoddisfazione corporea, vigilanza ossessiva sul corpo e “ansia di apparire”:
     aumentano guardando riviste o trasmissioni che propongono corpi di donne perfette
     (Monro, 2005)
 •   Disgusto per il corpo: paura costante di essere giudicate —> Esperimento: Ragazze che
     indossano un costume vs ragazze che indossano un maglione (Friedrickson, 1998)
 •   Salute mentale e fisica: sessualizzazione legata a:
      • Disturbi alimentari (Studio sulle isole Fiji; Becker, 2004)
      • Bassa autostima
      • Depressione/Umore depresso

 •   Adesione a ruoli sessuali stereotipati
 •   Auto-sessualizzazione: Il concentrarsi sugli aspetti fisici della propria persona e il
     continuo confronto tra il proprio corpo e le immagini di bellezza trasmesse dai media
     distolgono l’attenzione da compiti, esperienze e scopi importanti —> Bambine e
     ragazze imparano che l’essere seduttive e attraenti è qualcosa che gli altri approvano e
     incoraggiano
IMPATTO SU …

         Donne                       Uomini                       Società
•   Ideale della            •   Donne e ragazze viste   •   Aumenta il livello di
    giovinezza come             solo come oggetti           accettazione della
    unico momento felice        sessuali                    violenza su donne,
•   Vergogna per il corpo   •   Aspettative                 ragazze, bambine
•   Bassa autostima             irrealistiche
MODELLO DI MASCHILE

Messaggi rivolti agli uomini nelle riviste [Vokey et al, 2013]:
•   Il pericolo è eccitante —> Comportamenti a rischio
•   La durezza è una forma di autocontrollo emotivo —> Scarsa salute maschile
•   La violenza è virile —> Più a rischio di esercitare violenza
•   E’ giusto essere brutali e insensibili con le donne e nella sessualità —>
      Maggiormente tolleranti di fronte alla violenza
LA BANALIZZAZIONE DELLA VIOLENZA
    CONTRO LE DONNE NEI MEDIA
VIOLENZA CONTRO LE DONNE
                                [Pubblicità]
1. Si sfrutta la violenza sulle donne per vendere dei prodotti …
VIOLENZA CONTRO LE DONNE
                               [Moda]
2. La violenza diventa “glamour”: la morte ti fa bella
[Moda e Pubblicità]

            Campagna pubblicitaria per
            sponsorizzare la linea cosmetica
            della MAC. Nomi dei prodotti:
            Factory, Ghost Town, Juàrez …

            … Ciudad Juàrez, città del Messico
            in cui dal 1993 centinaia di
            giovani donne sono state stuprate,
            torturate, sgozzate, rapite, uccise
VIOLENZA CONTRO LE DONNE
        [Videogiochi]
VIOLENZA CONTRO LE DONNE
                          [Testi di canzoni]

“Eri stata avvertita ricordi quegli scleri / Io te lo avevo detto avevo dei
problemi seri / E ora hai paura perché tutti quei brutti pensieri / Da
qualche giorno hanno iniziato a diventare veri / E adesso guido verso casa
tua che vivi a Monza / Pieno di cattive idee dettate da un sbronza / Volevo
abbassare le armi ora dovrò spararti / Non mi dire di calmarmi è tardi
stronza / F****** il senso di colpa non ci saranno sbocchi / Voglio vedere
la vita fuggire dai tuoi occhi / Io c’ho provato e tu mi hai detto no / E ora
con quella tua testa ti ci strozzerò”
                                          [3 messaggi in segreteria – Emis Killa]
VIOLENZA CONTRO LE DONNE
                          [Pornografia violenta]
        (Romito & Beltramini, 2015)

                                      Ragazzi                 Ragazze

    Non guarda pornografia             11%                      61%

    Pornografia non violenta          44,5%                     20%

         Pornografia violenta         44,5%                     19%

• Perle ragazze, associazione tra il guardare pornografia violenta e tutte le forme di
    violenza subita (coppia, famiglia, sessuale)

• Peri ragazzi: pornografia sembra porsi quale “norma di mascolinità” —> Rischioso:
    quale modello di relazione con le ragazze/donne? Quale visione del femminile?
PERCHÉ È UN PROBLEMA?
•   Media ripropongono le norme e le aspettative della società —> Descrivere
    la violenza contro le donne come normale, o addirittura positiva o glamour,
    contribuisce ad una banalizzazione e legittimazione del fenomeno

•   Essere esposti alla violenza: desensibilizzazione (Krahè, 2011); in alcuni
    casi aumento del divertimento nel guardare (Fanti, 2009) —> Incrementa
    l’accettazione della violenza contro le donne da parte degli uomini e,
    soprattutto se l’immagine riguarda la violenza sessuale, l’adesione ai
    pregiudizi sulla violenza sessuale
    •   Analisi su molti media, tra cui video giochi (Beck et al. 2012; Dill et al., 2008),
        TV (Kahlor and Eastin 2011), e film (Linz, Donnerstein, & Penrod 1984;
        Malamuth & Briere 1986).
    •   Immagini che, nelle donne, aumentano il senso di mancanza di potere (“dis-
        empowerment”) (Reid & Finchilescu, 1995)
CHE FARE?
La prevenzione primaria a scuola
•   Sviluppare SENSO CRITICO
•   Non pensare che certi messaggi siano NEUTRI
•   Cercare ESEMPI POSITIVI
L’INTERVENTO “ECOLOGICO”
                                                                 [Bronfenbrenner, 1975]

•   Nessun fattore da solo è in grado di spiegare perché alcuni individui si comportino in
    modo violento nei confronti di altri o perché la violenza sia prevalente in alcune
    comunità ma non in altre. La violenza è il risultato di un’interazione complessa di fattori
    individuali, di relazione, sociali, culturali e ambientali. Comprendere il modo in cui
    questi fattori sono collegati alla violenza rappresenta uno dei passi importanti
    nell’approccio di salute pubblica per prevenire la violenza stessa” [OMS, 2010]

                                               Società

                                             Comunità

                                              Relazioni

                                               Persona
Dalla CONVENZIONE DI ISTANBUL
                                                                     [Consiglio d’Europa, 2011]
Capitolo III – Prevenzione
•   Articolo 12 – Obblighi generali. Le Parti adottano le misure necessarie per promuovere i
    cambiamenti nei comportamenti socio-culturali delle donne e degli uomini, al fine di
    eliminare pregiudizi, costumi, tradizioni e qualsiasi altra pratica basata sull'idea
    dell'inferiorità della donna o su modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini.

•   Articolo 14 – Educazione. Le Parti intraprendono, se del caso, le azioni necessarie per
    includere nei programmi scolastici di ogni ordine e grado dei materiali didattici su temi
    quali la parità tra i sessi, i ruoli di genere non stereotipati, il reciproco rispetto, la soluzione
    non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali, la violenza contro le donne basata sul
    genere e il diritto all'integrità personale, appropriati al livello cognitivo degli allievi.

•   Articolo 17 - Partecipazione del settore privato e dei mass media (…) Le Parti sviluppano e
    promuovono, in collaborazione con i soggetti del settore privato, la capacità dei bambini,
    dei genitori e degli insegnanti di affrontare un contesto dell'informazione e della
    comunicazione che permette l’accesso a contenuti degradanti potenzialmente nocivi a
    carattere sessuale o violento.
PREVENZIONE

3 Livelli di prevenzione [Caplan, 1964]
•   Primaria: Rivolta a tutti; agire prima che una problematica si verifichi
    • Prevenzione secondo il senso comune —> Ad es. interventi a scuola rivolti a

       tutti i ragazzi/e
    • Noi oggi qui situiamo qui

Ma esistono anche le prevenzioni…
• Secondaria: Con persone a rischio —> Ad es. interventi con bambini/e che

  hanno assistito a violenza intra-familiare

•   Terziaria: Per chi ha già un problema, per prevenire le recidive, ridurre il rischio
    e il danno —> Ad es. centri antiviolenza per le donne o centri per uomini
    maltrattanti per gli uomini
L’INTERVENTO A SCUOLA
             Con ragazzi/e                                   Con insegnanti
• Analisi di media, stereotipi, sessismo —>   • Affrontare
                                                         le stesse tematiche iniziando
     Basi culturali della violenza                con un lavoro preliminare di presa di
• Lavorare su emozioni, empatia e rispetto        consapevolezza sui propri pregiudizi
• Favorire  la presa di consapevolezza sui         sul tema
     meccanismi della violenza                • Fornire loro le corrette indicazioni
• Mettere in discussione i comportamenti           sull’ascolto del minore e sugli
     di dominazione e controllo; discutere         obblighi dell’insegnante in caso di
     su “dov’è il limite”                          reati perseguibili d’ufficio
• Sfatare i pregiudizi sulla violenza         • Scuola e insegnanti: osservatorio

• Fornire indicazioni sui servizi a cui            privilegiato ma anche modelli di
     chiedere aiuto                                comportamento
• Attenzione alla comunicazione sui           • Insegnanti formati/e possono portare

     media                                         avanti autonomamente progetti di
                                                   approfondimento
COSA PUO’ FARE L’ADULTO?

•   Educare al rispetto
     1. Premessa: bambini/e e ragazzi/e hanno bisogno di sentirsi al sicuro e amati
     2. Genitori - ma anche insegnanti, allenatori, educatori etc - come modelli (volenti o
        nolenti!). Mostrare esempi positivi: essere coerenti con le regole, gli insegnamenti
        e i comportamenti che proponiamo —> E’ inutile insegnare agli altri ad essere
        rispettosi se siamo i primi a fare il contrario
     3. Riflettere sul proprio sistema di credenze: riconosco e condanno la violenza? Sono
        critico rispetto agli stereotipi?
     4. Condannare la violenza, la sessualizzazione delle bambine, i discorsi sessisti o
        omofobici
     5. Far capire che la violenza non è mai il modo corretto per affrontare o risolvere una
        questione
     6. Con i maschi, non promuovere certi comportamenti, non considerarli educativi,
        utili per creare il gruppo o per far diventare “veri uomini”
     7. Con le ragazze, non rinforzare solo gli aspetti legati alla bellezza o all’apparire
COSA PUO’ FARE L’ADULTO?
•   Tutelare
        1. Comunicare chiaramente che se qualcuno ci ferisce abbiamo il diritto di stare
           male e chiedere aiuto
        2. Offrire la disponibilità all’ascolto anche sui temi della violenza, senza forzare ma
           lasciando aperta la porta del dialogo
        3. Chiedere cosa provano i figli (o gli studenti) quando sentono parlare di questi temi
        4. Riconoscere la violenza, non minimizzare né banalizzare
        5. Gestire la propria tensione nel caso si sospetti una violenza
        6. Non avere il timore di dire “Non so cosa fare” —> Chiedere aiuto

•   Per quanto riguarda i media …
    •    Discutere con i figli (o gli studenti) in merito ai messaggi e alle immagini trasmesse
         dai vari media
    •    Ridurre l’esposizione a media violenti; parlarne se li vedono
    •    Cercare media alternativi
    •    Confrontarsi con altri genitori/insegnanti/educatori etc
LA PIRAMIDE DELLA VIOLENZA
      Una guida per la prevenzione

               ( ,,

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80 anni di sessismo

                                                             Attenzione ai
                                                                modelli

http://video.d.repubblica.it/lifestyle/80-anni-
di-sessismo-riassunti-in-2-minuti-48-donne-
raccontano-le-offese-quotidiane/4011/4148

                                             https://www.youtube.com/watch?v=E2W_jGnw0JY
,
ESEMPI POSITIVI DI PUBBLICITA’

•   Video: “Come una ragazza”
    https://www.youtube.com/watch?v=4tvlE78xJvE

     •                                     •   Video: “Inspiring the future”
                                           https://www.youtube.com/watch?v=qv8VZVP5csA
MODELLI POSITIVI NELLA SOCIETA’
Discorso di Emma Watson alle Nazioni Unite [21.09.2014]

                                  “Non si parla molto spesso di come gli
                                  uomini siano imprigionati negli stereotipi
                                  di genere che li riguardano, ma vedo che
                                  lo sono. E quando se ne saranno liberati,
                                  le cose di conseguenza cambieranno
                                  anche per le donne. Se gli uomini non
                                  devono essere aggressivi per essere
                                  accettati, le donne non si sentiranno in
                                  dovere di essere sottomesse. Se gli uomini
                                  non devono avere il controllo per sentirsi
                                  tali, le donne non dovranno essere
                                  controllate. Sia gli uomini che le donne
                                  devono sentirsi libere di essere sensibili.
                                  Sia gli uomini che le donne devono
                                  sentirsi liberi di essere forti”
MODELLI
OVUNQUE!
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UN SITO PER LA PREVENZIONE
   “NO ALLA VIOLENZA!”
           (Beltramini, Paci, Pomicino, Romito, 2011)

                       www.units.it/noallaviolenza/
CAMPAGNA “FIVE MEN”

https://www.youtube.com/watch?v=apmcfqxkuG4
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LAVORO SULLA STAMPA
UNA RISORSA PER I NUOVI MEDIA

                    www.generazioniconnesse.it/
UN TESTO PER LA FORMAZIONE
         DEGLI INSEGNANTI

•   “La violenza c’è, occorre vederla”
•   Hanno contribuito:
    • Operatori socio-sanitari
    • Ricercatori
    •   Insegnanti
    •   Operatrici dei Centri anti-violenza
    •   Forze dell’ordine
    •   Magistrati, avvocati

•   Un linguaggio comune per un lavoro di rete
IN CONCLUSIONE …
“Gli adolescenti completano il loro viaggio fisico, emotivo e psicologico
    verso l’età adulta in un mondo in cambiamento che contiene sia
                  opportunità che pericoli” [OMS, 2002]

      Obiettivo: intervenire e prevenire
      per incrementare le opportunità,
      promuovere il benessere,
      potenziare la consapevolezza,
      limitare i pericoli
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