Il fotovoltaico Piercarlo Romagnoni Università IUAV di Venezia Dorsoduro 2206 - 30123 Venezia

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Il fotovoltaico Piercarlo Romagnoni Università IUAV di Venezia Dorsoduro 2206 - 30123 Venezia
Il fotovoltaico

      Piercarlo Romagnoni
   Università IUAV di Venezia
Dorsoduro 2206 – 30123 Venezia
Il fotovoltaico Piercarlo Romagnoni Università IUAV di Venezia Dorsoduro 2206 - 30123 Venezia
La cella solare
è un dispositivo elettronico
capace di convertire
direttamente                    ………   sfruttando le proprietà di
la luce solare in elettricità                        conduzione
                                            sotto illuminazione
                                             di alcuni materiali
                                                semiconduttori

                                  Cella solare commerciale
                      realizzata con tecnologia serigrafica
                       su substrato di silicio multicristallo
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Il funzionamento

La cella

MATERIALE ISOLANTE
Gli elettroni di valenza non si possono allontanare
dall’atomo in quanto sono bloccati dalla banda di
valenza (banda = stato energetico)

MATERIALE CONDUTTORE
Gli elettroni di valenza sono liberi di muoversi e il
loro movimento, provocato da un campo elettrico,
origina la corrente elettrica.
La banda di valenza e la banda di conduzione sono
sovrapposte.
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MATERIALE SEMICONDUTTORE

Gli elettroni di valenza non si possono muovere
come negli isolanti, ma la differenza energetica
esistente fra banda di valenza e di conduzione è
piccola, pertanto gli elettroni possono passare con
facilità nella banda di conduzione se ricevono
energia dall’esterno.

Tale energia può essere fornita dalla luce (effetto
fotoelettrico).

Grazie all’effetto fotoelettrico un semiconduttore
diventa conduttore, ma non generatore elettrico!
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COME OTTENERE UN GENERATORE ELETTRICO

L’atomo di silicio ha 4 elettroni di valenza.
L’atomo di fosforo ha 5 elettroni di valenza.

Inserendo atomi di fosforo fra quelli di silicio si crea una
struttura avente un elettrone disponibile per la conduzione. Nel
silicio si crea quindi un eccesso di cariche negative
(elettroni) e si dice che esso è drogato negativamente (N).

L’atomo di boro ha 3 elettroni di valenza.
Inserendo atomi di boro fra quelli del silicio si crea una
struttura con zone in cui manca un elettrone (lacune), ossia
zone con mancanza di carica negativa. Tutto avviene come se
fosse presente una carica positiva. Si dice che il conduttore è
drogato positivamente (P).
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Giunzione P –N
La lacuna può essere colmata da un elettrone che si sposta da
un atomo vicino formando a sua volta una lacuna.

Lo spostamento di elettroni in un verso corrisponde allo
spostamento di lacune nel verso opposto.

Mettendo a contatto la zona drogata positivamente con quella
drogata negativamente si ottiene la cosiddetta giunzione P-N.
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GIUNZIONE P-N
La regione N ha un eccesso di elettroni. La regione P ha un
eccesso di lacune.
Nella giunzione P-N gli elettroni si diffondono naturalmente dalla
regione ad alta densità (N) a quella a bassa densità (P), creando
un accumulo di carica negativa nella regione P.
Analogamente avviene per le lacune, con formazione di
accumulo di lacune (cariche positive) nella regione N.

In sostanza, a ridosso della zona di giunzione si stabilisce un
campo elettrico Ei interno alla giunzione, il quale, una volta
raggiunta la situazione di equilibrio, si oppone alla ulteriore
naturale diffusione di cariche.
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Colleghiamo una pila alla giunzione attraverso due terminali
esterni.
Si considerino i due casi illustrati nella figura seguente.

Nel caso di sinistra, in cui il polo positivo della pila è collegato alla
zona-p mentre quello negativo è collegato alla zona-n, la pila
riuscirà a "manifestare" il suo effetto: il polo positivo può spingere
le cariche positive (lacune) e quello negativo può spingere gli
elettroni. La giunzione p-n può essere percorsa allora da una
corrente (dovuta sia alle lacune che agli elettroni).
Viceversa, quando il polo positivo è collegato alla zona-n e quello
negativo alla zona-p, non può scorrere corrente poiché la pila non
trova le "giuste" cariche da spingere.
Nel primo caso si parla di polarizzazione diretta della giunzione
p-n mentre nel secondo caso di polarizzazione inversa.
Quindi, applicando dall’esterno una tensione ΔV, la giunzione
permette il passaggio della corrente in un solo senso,
funzionando come un diodo.

Nel caso dell’effetto fotovoltaico, la luce fornisce agli elettroni
l’energia sufficiente (tramite i fotoni) per passare dalla banda
di valenza a quella di conduzione.

L’elettrone, passando nella banda di conduzione, determina
una lacuna. Le cariche elettriche sono messe in moto dalla
differenza di potenziale presente nella giunzione P-N.
quindi…
Struttura di una cella solare -1
Una cella solare si può schematizzare come:
                 •un diodo a giunzione
  nel substrato di silicio drogato di tipo p (base)
vengono diffuse impurezze di fosforo per creare uno
             strato di tipo n (emitter)
        e quindi realizzare la giunzione pn

   emitter (n)

     base (p)

Tramite la giunzione p-n i portatori di carica fotogenerati
  si separano e possono raggiungere i contatti metallici
Struttura di una cella solare -2

 ...   •con contatti metallici sul fronte e sul retro

    Contatto di tipo n
 generalmente realizzato
      con argento

    Contatto di tipo p
 generalmente realizzato
      con alluminio

Tramite i contatti metallici i portatori di carica possono
fluire dal diodo verso                                  ...
un circuito esterno
Struttura di una cella solare -3

  •collegato ad un circuito esterno

    Il collegamento del
dispositivo ad un circuito
  esterno consente una
circolazione di corrente I   I
 e la generazione di una
  tensione V ai capi del
            carico               V
                                      +
una potenza elettrica P               P = VI
La radiazione luminosa è assorbita nelle regioni del
semiconduttore adiacenti alla giunzione P-N ed origina le
coppie di portatori elettroni lacune.
La regione di tipo n, che è sulla parte della cella esposta alla
radiazione, è a contatto con una pellicola trasparente di ossido
conduttore o da una griglia metallica specificamente
progettata per oscurare solo una frazione modesta della
superficie.
Lo strato conduttore o la griglia metallica costituiscono
l’elettrodo positivo.
30
                                                 Laboratorio
                                         25
                                                 Produzione

       Solar cells
                                         20

                               Eff [%]
                                         15

                                         10

                                         5

                                         0
                                          1920   1940   1960 1980   2000   2020
                                                           Anno

Celle solari commerciali sono diodi metallizzati per mezzo di screen
printing con griglie in argento e alluminio

L’efficienza è pari a    (1)

12.5% su mc-Si con TiO2
13-15% su mc-Si con al nitride 14 – 15% su mono

Dimensioni tipiche sono 100 cm2, 150 cm2, 225 cm2

Il processo consente lo stampaggio di un film antiriflesso in SiN.
Il diodo è realizzato per diffusione del fosforo in una fornace con rulli
ceramici.

  (1) Efficienza valutata con condizioni radianti standard di 1000 W/m2
Da un punto di vista elettrico, al variare della temperatura
della giunzione, per un diodo, si può valutare la corrente
prodotta I in funzione della tensione V.

Per il Si, la dipendenza dalla temperatura crea uno shift
della curva di circa 2 mV/°C
Per una cella fotovoltaica, si può definire la

CURVA CARATTERISTICA CORRENTE-TENSIONE

Voc = tensione a vuoto (≈ 0,5 – 0,6V)
Isc = corrente di corto circuito ( 30 -35 mA/cm2 )
PUNTO DI FUNZIONAMENTO DI UNA CELLA CHIUSA SU UNA
RESISTENZA R:

È l’intersezione della curva caratteristica corrente-tensione
con la retta V=RI.

Se il punto di funzionamento corrisponde a Imax e Vmax
(punto C), tale condizione è quella per la quale il generatore
eroga la massima potenza.

Infatti la potenza P=VI corrisponde all’area del diagramma
La potenza nominale del dispositivo Pn , misurata in watt di
picco (Wp), non è altro che il valore di PM misurato nelle
condizioni di riferimento.

Per una comune cella al silicio, il punto di massima potenza
in condizioni standard di riferimento corrisponde ad una
differenza di potenziale di circa 0,5 V.

Anche il rapporto tra PM e Isc ∙ Voc , detto fill-factor (FF) o
fattore di riempimento della cella, è un ulteriore termine di
giudizio sul rendimento della cella.

Questo    mette    in    relazione   la   massima   potenza
effettivamente estraibile con la potenza massima ideale.

Per le usuali celle al silicio cristallino il fill-factor in condizioni
standard di riferimento si aggira attorno a 0,75÷0,80.
Si definisce rendimento di conversione il rapporto tra la
massima potenza elettrica generata dalla cella e quella della
radiazione solare incidente sulla cella stessa:

              η = VM IM / Pi

A seconda del tipo di applicazione varia lo spettro della
radiazione solare che effettivamente incide sulla cella e,
conseguentemente, varia il valore del rendimento.
Il modulo fotovoltaico
   Un modulo FV consiste di un insieme di celle solari
elettricamente connesse e confezionate in un’unica unità
Tipicamente le celle vengono connesse in serie
per aumentare la tensione d’uscita del modulo.

                                Generalmente un modulo è costituito
                               da 36 celle per assicurare una tensione
                                         maggiore di 12 volts

                             Le celle interconnesse vengono incapsulate
                                    (EVA+Tedlar+vetro) , laminate
                                  ed infine viene montata la cornice
Il sistema fotovoltaico
Un sistema fotovoltaico è costituito da un insieme di moduli
  connessi in serie ed in parallelo a seconda dell’utilizzo

                     Nella connessione in serie :
    •la tensione è la somma delle tensioni dei singoli moduli
    •la corrente è pari alla corrente di ogni singolo modulo

                      Nella connessione in parallelo :
   •la tensione è pari alla tensione di ogni singolo modulo
   •la corrente è pari alla somma delle correnti dei singoli moduli
Applicazioni dei sistemi FV
   Stand-alone
                            Sistemi isolati
         perché alimentano direttamente un carico elettrico
                      e la parte eccedente
              viene accumulata in apposite batterie

                               Grid-connected

       Sistemi connessi ad una rete di distribuzione
   perché l’energia viene convertita in corrente alternata
        per il carico utente e/o immessa nella rete
      con la quale lavora in regime di interscambio
Materiali di base
           Silicio cristallino in fette
                     monocristallino
  -ogni lingotto è un unico cristallo ( alta qualità elettronica)
   - i lingotti cilindrici vengono squadrati e tagliati in fette
    -Tecnologia sofisticata derivata da industria elettronica

                          multicristallino
          - i lingotti sono a base quadrata
          - tecnologia semplice sviluppata per il fotovoltaico
- lingotti costituiti da più cristalli a struttura colonnare lungo l’asse di crescita
Monocristallino
Multicristallino
Amorfo
Silicio
         multicristallino
                             Squadratura
   Cristallizzazione
                                                   Taglio
                      Lingotto        blocchetti
Materiali di base                                   fette

                    Riciclo interno
1a              Celle solari:

     Processo serigrafico
         (es. Eurosolare)

                            •Ombreggiatura                > 10 %
                            •Produttività               > 1000 celle/h
                            •Costo trasformazione           ca 1 $
                            • Notevole esperienza acquisita
                            • Efficienza limitata a        15 % (CZ)
1a              Celle solari:
Processo a contatti sepolti
           (es. BP Solar,
        linea pilota UNSW
     linea pilota Eurosolare)

                            •Ombreggiatura               1$
                            •Esperienza industriale limitata
                            •Efficienza elevata     fino a 17 % (CZ)
1a
     shadowing
Fenomeni che limitano l’efficienza
 delle celle solari attuali ( 1a 2a )
1 La radiazione di energia elevata   viene in parte persa sotto forma di calore
2 Non idealità del diodo
3 Non idealità dei contatti metallici
3 Materiali non puri o con difetti della struttura cristallina
   Superando tali limiti                    3a
 si potrebbe raggiungere
      il limite teorico
         di efficienza

               86,8 %
Limiti all’efficienza

™Limite termodinamico Carnot
™(95%)
         ™- energia persa (93%)
         ™- entropia (86,8%)
Generazione I, II e III :

Efficienza in funzione delle proiezioni dei costi per una tecnologia PV di
                   prima, seconda e terza generazione
3a        Celle multibanda

     86,8% Limite teorico per infinite bande
La resa energetica in funzione
    dello spazio tra le celle
                               120
 La resa energetica (W p/mq)
                               100

                                80

                                60

                                40

                                20

                                0
                                     50             75               94
                                     Il rapporto sup.attiva/sup.tot. di un modulo
Differenti possibilità di
                     realizzare i moduli

    FRONTE                RETRO              CARATTERISTICHE              NOTE
                                          Trasparenza       Peso
      Vetro                Vetro          Ottima (92%)     Pesante
      Vetro          Tedlar trasparente   Buona (85%)      Leggero
      Vetro            Policarbonato      Buona (80%)      Leggero        Testing
                        trasparente
Tedlar trasparente   Policarbonato non       Buona       Molto leggero   Flessibile
  (policarbonato        trasparente
       trasp)
  Policarbonato        Policarbonato         Buona       Molto leggero   Flessibile
    trasparente         trasparente
fronte      VETRO

             EVA

           CELLE PV

             EVA
retro
            TEDLAR

          Il modulo
         vetro/tedlar
Il modulo
“double glass”
Il modulo
vetro/tedlar
trasparente
Moduli flessibili
tedlar/policarbonato non trasparente
Modulo colorato
“double glass” con
 celle colorate sul
 fronte e sul retro

La colorazione del fronte è in
  funzione del trattamento
       antiriflesso con
             SIN
Il retro delle celle colorato con
       vernici metalliche
L'EFFICIENZA DELLE CELLE PV IN
                                          FUNZIONE DEL COLORE
Efficienza delle celle ( %)   14.0
                              12.0
                              10.0
                               8.0
                               6.0
                               4.0
                               2.0
                               0.0
                                      senza       marrone           blu          violetto        rosso
                                     riflesso
                                         Colore delle celle in funzione del trattamento antiriflesso
L’impatto del ciclo di vita del PV è stato studiato e
definito

Energy requirements of production stages in the manufacturing
of PV panels as percentages of the Gross Energy Requirement
(GER) of 1494 MJ/panel (415 kWh/ panel) (ref. ~ 0.65 m2
surface)
Silicio amorfo
Il silicio amorfo (a-Si) è un materiale a film
sottile disordinato, a differenza del silicio
cristallino con la sua struttura reticolare
uniforme o del silicio policristallino con grani di
struttura    cristallina.  Nel     silicio amorfo
rimangono alcuni atomi nella struttura, priva di
ordine a lungo raggio, restano non legati; in
compenso può essere prodotto più a buon
mercato.

La mancanza di ordine a lungo raggio ha un grave impatto sulle proprietà del
materiale: è necessaria la passivazione dei legami pendenti per utilizzare il
materiale come cella solare.

La passivazione incorpora idrogeno atomico con silicio amorfo ad un livello del
5-10%, saturando i legami pendenti, migliorando così la qualità del materiale.

Tuttavia, la proprietà del materiale sono significativamente diverse da quelle
del silicio cristallino.
Ad esempio, il divario di banda aumenta da 1,1 eV per il silicio cristallino a 1,7
eV per il silicio amorfo e il coefficiente di assorbimento di a-Si è molto
superiore a quella del silicio cristallino.
La cellula standard in silicio amorfo è costituita da più strati di a-Si.
Ogni strato è idrogenato.

L'a-Si: H è inserita tra un conduttore trasparente (ossido di stagno)
e la metallizzazione posteriore (Al o Al / ZnO o ZnO); tutti gli strati
sono depositati su un substrato di vetro o altro.

Questi strati determinano anche la tensione del dispositivo.

Lo strato intrinseco, o drogato, è lo strato attivo del dispositivo, in
cui la maggior parte della cella solare origina corrente.

La polarità della tensione è positiva all’ossido di stagno, e negativa
sul alluminio. L'a-Si: H potrebbe essere costituita da uno o più e
strati p, I ed n creando una singolo, coppia o tripla giunzione.
Vancouver (Canada): applicazione
di SI amorfo
Celle a film sottile

Cadmio Tellurio (CdTe)
                     materiale policristallino (band gap 1,5 eV)
                     efficienza conversione 9 – 11%

Rame, Indio, Gallio, Selenio (CIGS)
                       materiale policristallino (band gap 1,3 eV)
                       efficienza conversione 10 – 14% (max
                      19,5%)

spessore substrato attivo 1 – 2 mm
DATI NOMINALI E SCELTA DEL MODULO
I dati nominali caratterizzano le prestazioni del modulo
fotovoltaico.
Le prestazioni sono paragonabili solo a parità di condizioni
ambientali e irraggiamento solare, pertanto le condizioni di prova
dei moduli al fine della determinazione delle
prestazioni devono essere standardizzate.

• CONDIZIONI UTILIZZATE IN LABORATORIO:
STS (STANDARD TEST CONDITIONS)
IRRAGGIAMENTO SOLARE: 1000W/m2 .
TEMPERATURA: 25 °C

La caratteristica corrente-tensione della cella fotovoltaica varia al
variare delle condizioni ambientali, pertanto sono introdotte delle
condizioni operative per calcolare l’influenza della temperatura
sulla potenza prodotta dalla cella:
NOCT (NOMINAL OPERATING CELL TEMPERATURE)
IRRAGGIAMENTO SOLARE: 800 W/m2 .
TEMPERATURA AMBIENTE: 25 °C .
VELOCITA’ DEL VENTO: 1 m/s .
MODULO FUNZIONANTE A VUOTO.
Il costruttore indica la temperatura NOCT ( TNOCT ). TNOCT è
variabile fra 40 e 50 °C .
Bassi valori di TNOCT indicano una buona capacità di smaltire
il calore verso l’esterno.
Per irraggiamenti diversi dal valore NOCT (800 W/m2) la
temperatura viene corretta con l’espressione:

                                       G
                     Tcell   = Tamb +     (NOCT − 20)
                                      800

G = irraggiamento sul piano dei moduli

Per t ≠ 25 °C: ΔPm % = CT (Tcell – 25)

CT = coefficiente tabellato
ΔPm %= Variazione percentuale di potenza

I moduli di silicio hanno una riduzione di efficienza dopo 6-12
mesi.
La potenza nominale dichiarata dal costruttore si riferisce alla
potenza stabilizzata (cioè già decurtata delle perdite dopo 6-
12 mesi), ma occorre tener conto della maggiore potenza per
l’accoppiamento con l’inverter (il modulo fotovoltaico produce
una corrente continua, la quale viene trasformata dall’inverter
in c. alternata; l’inverter deve essere accoppiato alle celle
sulla base di parametri elettrici, tra i quali la potenza
prodotta).

Inoltre occorre considerare la tensione prodotta e la relativa
classe di isolamento in relazione alla protezione dai possibili
contatti indiretti: classe di impiego A per V>120V cc (moduli
considerati CLASSE II), classe di impiego C per V≤120V cc
(moduli considerati SELV).

I moduli in classe di impiego B sono considerati senza
protezione contro i contatti diretti.
• NOME COSTRUTTORE
• MODELLO
• N° SERIE
• POLARITA’ DEI TERMINALI O DEI CONDUTTORI
• MAX TENSIONE DI ESERCIZIO PER CUI IL MODULO E’
ADATTO
• CLASSE DI IMPIEGO DEL MODULO
• SIMBOLO DI CLASSE II (PER MODULI A)
ALTRI DATI FORNITI
• UOC TENSIONE A VUOTO
• ISC CORRENTE DI CORTO CIRCUITO
• POTENZA MASSIMA ± TOLLERANZA PERCENTUALE

EFFICIENZA DI CONVERSIONE (η)
È il parametro più noto ma è meno importante di quanto
sembra!
Infatti un modulo avente efficienza inferiore può produrre la
stessa potenza di un modulo avente efficienza superiore se la
propria superficie è maggiore.
Moduli ad alta efficienza sono utili dove c’è meno spazio.
• TOLLERANZA SU POTENZA NOMINALE
È in genere sottovalutato, ma invece è importante!
Esempio:
Se i moduli considerati avessero potenza nominale P con
tolleranza pari a ±10%, l’impianto potrebbe fornire una
potenza pari a 0,9 P.
Pertanto potrebbe essere più interessante valutare un lotto
con tolleranza ±5%, anche se più costoso.

• TEMPERATURA NOCT e COEFFICIENTE DI TEMPERATURA CT
Indicano come aumentano le perdite in funzione della
temperatura.
Un modulo è tanto più pregiato quanto minori sono TNOCT e
CT .
Tanto più la temperatura ambiente è elevata, tanto maggiore è
il vantaggio conseguibile con moduli a bassa TNOCT e CT .
I moduli in film sottile sono meno sensibili alla temperatura,
quindi sono più adatti dove essa aumenta per mancanza di
ventilazione,    ad      es.   negli     interventi   integrati
architettonicamente.
• CERTIFICAZIONI E GARANZIE CONTRATTUALI
I moduli certificati e garantiti hanno maggior probabilità di
durare e produrre energia per tutta la vita utile
dell’impianto.

Per ottenere una tariffa incentivante i moduli devono essere
certificati da un organismo di prova, indipendentemente dal
costruttore, che ne attesti la conformità in base alle norme
di prodotto.

La garanzia dovrebbe riguardare il mantenimento
delle condizioni iniziali!
Ad es.: 90% della potenza nominale fino a 12 anni e 80%
fino a 25 anni.
PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA
Un generatore elettrico produce una quantità di energia pari al
prodotto della propria potenza per il tempo di funzionamento.

E=Pt [kWh] P=L/t [kW] L=E=Pt [kWh]

Le ore di funzionamento annue sono pertanto un parametro
importante per la produzione di energia elettrica in un
impianto tradizionale e sono pari al n° di ore annuo (8760)
decurtate delle ore fuori servizio per manutenzione o
inconvenienti tecnici.

Le ore di fermo di una centrale elettrica sono parte nota del
totale, quindi la potenza nominale è un parametro significativo
dell’energia prodotta.
In un impianto PV la P nominale non è significativa in quanto
varia in funzione della località e dell’istante considerato
(giorno, ora e condizioni meteorologiche). L’energia solare non
è sempre disponibile e varia da un giorno all’altro.
ENERGIA PRODUCIBILE        DA   UN   IMPIANTO      PV   IN   UN
DETERMINATO LUOGO

Occorre stimare le ore “equivalenti a piena potenza”, le quali
sono ore fittizie in quanto si riferiscono al funzionamento a
potenza nominale. Ad esempio un impianto avente P=5kW
che produce 5000 kWh ha 1000 ore equivalenti a piena
potenza.

La convenienza di un impianto PV aumenta quindi col n° di
ore equivalenti a piena potenza, pertanto prima della
realizzazione dell’impianto stesso occorre valutare le risorse
solari del luogo.

L’energia prodotta da un impianto PV dipende da:
- RADIAZIONE SOLARE DISPONIBILE,
- ORIENTAMENTO E INCLINAZIONE DEI MODULI,
- RENDIMENTO DELL’IMPIANTO.
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