FOCUS 2016D - Casa della Cultura
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direttore Ferruccio Capelli 5 condirettore e direttore responsabile FILOSOFIA Annamaria Abbate comitato editoriale Duccio Demetrio E SPAZIO Enrico Finzi Carmen Leccardi Marisa Fiumanò Paolo Giovannetti PUBBLICO Renzo Riboldazzi Mario Ricciardi Mario Sanchini Salvatore Veca Silvia Vegetti Finzi Questo è un ipermedium. Non progetto grafico e illustrazioni Giovanna Baderna www.giovannabaderna.it fermarti al testo, segui i link •, esplora, crea i tuoi percorsi. La direzione e redazione Casa della cultura on line ha via Borgogna 3, 20122 MIlano tel.02.795567 / fax 02.76008247 molte porte girevoli. Attraverso viaborgogna3magazine@casadellacultura.it questo magazine puoi entrare periodico bimestrale nel sito, consultare l’archivio registrazione n. 323 del 27/11/2015 Tribunale di Milano audio e video degli incontri in viaBorgogna3 ISSN 2499-5339 via Borgogna e tornare qui per 2017 ANNO 2 numero 5 ISBN 978-88-99004-32-3 continuare la lettura. E se hai titolo: FILOSOFIA E SPAZIO PUBBLICO stampato la tua copia su carta puoi usare i QR code copyright Casa della Cultura, Milano con il tuo smartphone o tablet per area di rispetto area di rispetto accedere ai contenuti interattivi versioni con spessori modificati per web e per utilizzo in attraverso un QR code rider che dimensioni molto piccole dove la leggibilità sarebbe puoi scaricare gratuitamente da compromessa internet. TUTTI CONTENUTI SONO REPERIBILI SUL pantone 199 SITO WWW.CASADELLACULTURA.IT nero 90%
5 testi di: Maria Teresa Fumagalli Beonio Brocchieri Ferruccio Capelli Elio Franzini Alessandro Ghisalberti Fabio Minazzi Salvatore Natoli Fulvio Papi Carlo Sini Salvatore Veca Silvia Vegetti Finzi Mario Vegetti Gennaro Aprea Emanuela Mancino Gianfranco Pasquino note biografiche • p.152
editoriale Con felice intuizione lo scorso anno Fulvio Papi ha de- battito pubblico. Esso, trascinato dalla crescita espo- dicato il seminario autunnale da lui tradizionalmente nenziale del sistema mediatico, si è dilatato ma si è LA FORZA organizzato in Casa della Cultura a una riflessione su anche decomposto in un confuso, disordinato chiac- DELLE IDEE “filosofia e vita pubblica”. chiericcio. A ben vedere è lo spazio pubblico, nel suo NELLO In questo numero della rivista pubblichiamo larga parte insieme, che si è profondamente modificato: esso si è largamente trasferito nei media – dai giornali alle tele- SPAZIO delle lezioni tenute in quell’occasione perché, ripercor- visioni e ora in Rete - ma nel trasloco si è trasformato PUBBLICO rendole, si può cogliere limpidamente il ruolo e l’efficacia e deformato. che il pensiero filosofico ha svolto in passaggi storici de- cisivi, dall’Atene del V secolo a.C. fino a tante vicende L’impatto di questo cambiamento è tale da modificare Ferruccio Capelli • europee del XX secolo: le idee suggerite dai filosofi a i tratti stessi della vita democratica: Bernard Manin ha più riprese – evidenziano gli scritti qui raccolti - hanno parlato, con formula efficace, di un passaggio in suc- animato e orientato il dibattito pubblico. cessione dalla democrazia parlamentare a quella dei partiti e ora alla democrazia del pubblico. L’espres- Oggi si può dire altrettanto? Difficile rispondere afferma- sione “democrazia del pubblico”, in questa accezione, tivamente. Non mancano segnali confortanti di un vivo contiene una accentuazione quanto meno problema- interesse per la filosofia: basti pensare al successo dei tica. molti festival di filosofia e allo spazio che i media con- I cittadini sono inondati da informazioni, ma in mezzo cedono ai filosofi. Si tratta di manifestazioni ed esibi- a tanto rumore, ci dice lo studioso francese, si sono ri- zioni che non riescono però a nascondere le debolezze dotte le possibilità di un loro ruolo attivo. Si sono com- dell’offerta filosofica e la caotica ridondanza che sembra plicate le linee di scorrimento tra la volontà dei cittadini caratterizzare il dibattito pubblico contemporaneo. e le istituzioni, ma prima ancora è diventato più difficile il processo di selezione delle idee e delle proposte che I saperi filosofici sono andati articolandosi e diversifican- emergono nella vita pubblica. viaBorgog a3 |filosofia e spazio pubblico dosi: le voci e gli ambiti di ricerca si sono moltiplicati. Ne è derivata pluralità e abbondanza dell’offerta filosofica, Questa deriva - ci viene ricordato in questo stesso nu- ma anche un “effetto dispersivo” che rende alquanto mero della rivista – non è però irreversibile. Nella so- problematico individuare nell’attuale ricerca filosofica li- cietà si manifestano sempre “potenzialità alternative”: nee di tendenza prevalenti e proposte ben identificabili. il cantiere della democrazia si rinnova di continuo. Idee Il dibattito filosofico contemporaneo, che pur deborda nuove si formano in continuazione e non vi è ragione nel sistema mediatico, non appare innervato da propo- per cui non debbano trovare la possibilità di aggluti- ste che abbiano la forza di condizionare e orientare la narsi e di farsi sentire. Di questi tempi sembrano pre- discussione pubblica. Si sente il rumore filosofico, ma è valere i messaggi di chiusura, di rancore e di rabbia diventato problematico ascoltare la voce della filosofia. Sullo sfondo un problema più generale: un mutamento cavalcati dai populismi. Ma fortunatamente riescono ad alzarsi anche altre voci, magari da fonti e con mo- 5 5 profondo delle modalità, dei toni e dei contenuti del di- dalità di diffusione imprevedibili e sorprendenti.
Ecco allora – ci ricorda il focus di questo numero di viaBor- gogna3 - l’effetto spiazzante dell’enciclica di Papa Fran- cesco, il Papa venuto dall’altro capo del mondo. Questo pontefice ha oggi la forza che manca ad altre leadership istituzionali: riesce a raccogliere e riordinare elaborazioni diffuse e a riproporle con una struttura narrativa che con- ferisce loro una rinnovata forza ed efficacia. Il messaggio dell’enciclica papale ci invita ad avere cura della terra e a ridare voce e dignità ai più poveri. Un messaggio sempli- ce, che trova la sua forza nell’intima coerenza tra idee e operato del mittente e nella radicale diversità rispetto al “pensiero unico” dominante. L’enciclica di Papa Francesco ci parla della sostenibilità ambientale e sociale, la grande questione cui abbiamo dedicato il terzo numero della nostra rivista. Lo stimolo del Pontefice ci permette ora di riproporre una riflessione sulla sostenibilità proprio mentre dagli Stati Uniti ci arriva la notizia che il neo presidente americano, Donald Trump, ha annunciato la cancellatura delle misure ambientaliste del suo predecessore: la sostenibilità ambientale diventa il centro di una moderna battaglia globale, ad un tempo culturale e politica. viaBorgog a3 |filosofia e spazio pubblico 5 7
5 FOCUS | FILOSOFIA E VITA PUBBLICA IL LIBRO ALLEGATO •10 •52 •100 •126 OLTRE LA LIBERTÀ DI introduzione GALILEO GALILEI, LA E LA FILOSOFIA LELIO BASSO, PASSIONI ESSERE SUDDITI UN’IDEA DI SPAZIO NUOVA SCIENZA E LA OGGI? E CONTRADDIZIONI L’educazione alla PUBBLICO TECNICA Carlo Sini Gianfranco Pasquino complessità e alla Salvatore Veca Fabio Minazzi responsabilità per una cittadinanza inclusiva •14 •106 IL FILM CITTÀ E FILOSOFIA: •66 LAUDATO SI’ Piero Dominici SORELLE RIVALI ILLUMINISMO E VITA LA LETTURA •136 Mario Vegetti PUBBLICA FILOSOFICA PATERSON. UN FILM scarica l’allegato • Elio Franzini Salvatore Natoli A BASSA VOCE, PER IMPARARE AD •32 ASCOLTARE AGOSTINO E •72 •116 Emanuela Mancino IL POPOLO DEI FEDELI HEGEL: LAUDATO SI’ Alessandro Ghisalberti LO STATO PERFETTO LA IL FILO VERDE (E LA SPINA DI MARX) PROSPETTIVA Fulvio Papi DEL PARTECIPANTE •42 Salvatore Veca •144 I FILOSOFI MOBILITÀ SOSTENIBILE DELLE UNIVERSITÀ •82 Gennaro Aprea MEDIEVALI IL DISAGIO NELLA E LA CITTÀ CIVILTÀ Maria Teresa Fumagalli Silvia Vegetti Finzi Beonio Brocchieri
L’idea di spazio pubblico tutti questi elementi come dividere con altre cittadine La questione centrale che può essere utile conside- Salvatore Veca è una delle tessere fonda- elementi fondamentali di e cittadini modi di valutare emerge è quella dell’alli- rarla come la libertà per mentali di quel mosaico, un regime di democrazia e proporre soluzioni di pro- neamento o del disalline- le persone di identificarsi FILOSOFIA E SPAZIO PUBBLICO amento fra spazio sociale UN’IDEA che chiamiamo forma di vita democratica. In ge- pluralistica che, grazie a regole, norme e procedu- blemi collettivi fra loro al- ternative e confliggenti. Lo e spazio istituzionale. Molti e reidentificarsi collettiva- mente in cerchie di ricono- DI SPAZIO nere, quando pensiamo a re, si distingue da regimi spazio pubblico, in questa deficit e buona parte delle scimento distinte e alter- PUBBLICO una forma di vita democra- tica, più o meno decente, autocratici o autoritari, di differente tipo e natura. prospettiva, è uno spazio sociale, e non già istituzio- crisi entro le democrazie contemporanee emer- native fra loro nel tempo. La libertà democratica per pensiamo a un regime po- nale. È lo spazio delle voci gono nelle circostanze in eccellenza è la libertà delle litico che ospita istituzioni, La mia tesi è che questo di cittadinanza. Lo spazio cui le voci di cittadinan- persone di costituire e ri- norme di livello costituzio- quadro sia certamente in cui possono emergere za nello spazio pubblico, costituire cerchie di mutuo nale e ordinario, procedure fedele ma sia, al tempo potenzialità altrimenti non come spazio sociale, non riconoscimento, religioso, per la scelta di chi ha dirit- stesso, fondamentalmente espresse, bisogni altrimen- trovano alcuna rispon- politico, sociale, culturale, to temporaneo a governa- incompleto. Sono convinto ti non visibili, incertezze e denza o trovano debole etico, selezionando fra un re, provvedimenti e scelte che uno dei tratti distintivi ansie, speranze altrimenti rispondenza entro lo spa- insieme di identità sociali collettive, interpretazioni cruciali di una democrazia opache e negate. È uno zio istituzionale dell’eserci- possibili. È propriamente politiche alternative dell’in- politica sia l’ampiezza e la spazio pieno di dissonanze zio del potere temporaneo questa pluralità delle cer- teresse pubblico di lungo ricchezza del suo spazio e piuttosto cacofonico. Ma di governo delle società. chie di riconoscimento e di termine. E consideriamo pubblico, in cui si esercita quando i confini di questo Perché la democrazia si valore politico a generare la libertà democratica per spazio sono vietati o ristret- avvale nel tempo della quell’ingrediente essenzia- eccellenza, quella di con- ti, quando viene meno l’e- connessione, dell’intera- le di una democrazia che sercizio della libertà demo- zione e dell’equilibrio insta- è il suo spazio pubblico. Il cratica o i costi d’accesso bile fra lo spazio delle al- luogo in cui idee, credenze allo spazio pubblico di una ternative politiche e quello e convinzioni differenti e a viaBorgog a3 |filosofia e spazio pubblico democrazia diventano ter- delle alternative sociali. E volte inconciliabili si con- ribilmente alti e ineguali per la qualità stessa della rap- frontano fra loro, mirando il demos, allora la qualità presentanza politica e delle a ottenere adesione e con- di una democrazia mostra sue istituzioni è coerente senso. Il luogo paradigma- un deficit significativo e, a con la variabile intensità tico del parteggiare, del volte, severo. E ciò non è della connessione fra i due convertire e dell’associare, riconoscibile o avvertibile spazi. che presuppone il fatto del se si resta alla prospettiva, pluralismo e del disaccor- decisiva ma incompleta, Ora, per gettar luce sulla do, che ho più volte defi- della democrazia come si- stema di istituzioni, norme natura della libertà demo- cratica, che è alla base nito quali caratteristiche essenziali per un processo 5 11 e procedure. dello spazio pubblico, politico democratico.
Alessandro Pizzorno ha co diventa allora qualcosa tempo a metamorfosi e FILOSOFIA E SPAZIO PUBBLICO avanzato una illuminante come il laboratorio della non cambiamenti, entro il qua- proposta di indagine sulle conformità a norme date e le si generano domande o trasformazioni dei regimi della varietà delle identità pretese o aspettative che democratici e ha suggeri- sociali. Lo spazio pubblico, aprono, se le cose hanno to di guardare allo spazio potremmo dire, è il cantiere successo, un varco per pubblico come al “luogo sempre in corso della diver- prospettive, esperimenti di dell’operare di uno Stato sità, delle alternative, degli vita e possibilità alterna- alternativo”. Nel senso che esperimenti di vita e delle dif- tive. Uno spazio in cui si lo spazio pubblico include ferenti mobilitazioni cogniti- generano, fra le altre, le of- funzioni alternative a quelle ve. Si può allora prospettare ferte di prospettive e visioni dello Stato e delle istitu- l’idea che lo spazio pubblico filosofiche, che mirano a 12 zioni. Ciò che si manifesta sia il luogo dove emergono dare un senso alle cose, nello spazio pubblico sono e portano alla luce le loro di- a delineare modi possibili le potenzialità alternative sparità le forze potenziali di alternativi di vivere e con- della società. In esso viene una società. In questo sen- vivere, a saggiare i confini se entro alcune cerchie di deve essere preservato nel spazio pubblico della con- in luce ciò che in una so- so, possiamo dire, il luogo mobili del possibile. riconoscimento, e non in tempo, è naturale chieder- troversia e della diversità. cietà si rivela come ancora sociale, e non istituzionale, altre fra loro differenti, dei si se mutamenti – econo- Lo spazio delle alternative irriducibile, o difficilmente del pluralismo entro una Come ho sostenuto più fini di lungo termine della mici, culturali, tecnologici, come luogo dei possibi- riducibile, all’ordine co- forma di vita democratica. volte, si tratta di una diver- convivenza. E alla politica, religiosi, sociali - non pos- li transiti o della possibile stituito. Lo spazio pubbli- Uno spazio, sottoposto nel sità intesa come carattere nelle circostanze ordina- sano finire per distorcerne rispondenza fra politica e persistente, e non con- rie, sarà ascritto il ruolo di i fondamentali. Possiamo società democratica. Alter- giunturale della forma di rispondere con i suoi mez- rispondere così: salvo che native politiche e sociali, in vita democratica. Ma vorrei zi e i suoi provvedimenti al nei casi di perdita e regres- tensione, in interazione, in viaBorgog a3 |filosofia e spazio pubblico aggiungere: si tratta anche mutamento sociale, che è sione, che implicano l’al- equilibrio instabile fra loro. di una caratteristica che è esemplificato dalle trasfor- terazione dei vincoli propri Anche in tempi difficili, in- il promemoria della con- mazioni delle aspettative del terminus a quo, regi- certi e rischiosi. Soprattut- gruenza fra democrazia e e delle identità collettive mi democratici mutati nel to, in tempi difficili. incompletezza, nel senso vecchie e nuove che ri- tempo dovranno soddisfa- della rispondenza e della spondono, a loro volta, alla re almeno la clausola della resilienza dei regimi de- metamorfosi di interessi, loro reidentificabilità sulla mocratici alla metamorfosi ideali, bisogni e pretese base di alcuni punti fissi. del paesaggio sociale. È confliggenti. E tra i punti fissi possiamo nello spazio pubblico così inteso che si genera una Ora, se il terminus a quo indicare prioritariamente tanto l’esercizio della liber- 5 13 varietà di versioni condivi- di una democrazia politica tà democratica quanto lo
CITTÀ E Polis del potere divino narrata tura sacra e ispirazione dunque, come si è detto, venire di volta in volta giu- FILOSOFIA E SPAZIO PUBBLICO La società e la cultura gre- da Esiodo non solo è pri- divina (pensiamo invece di una crisi di sovranità. stificato e legittimato da FILOSOFIA: che si sono formate, in un va di regole, ma è segnata alla Bibbia e al Corano). ragioni valide o almeno SORELLE processo storico che ha da lotte cruente e spieta- La sola tradizione cultu- Questo spazio venne riem- persuasive. inizio intorno al IX secolo te. [Così Urano impedisce rale cui i Greci potevano pito, a partire dai secoli IX e RIVALI a.C., in uno spazio definito ai figli di Gaia di vedere la fare riferimento era la me- VIII a.C., da un gran nume- Le ragioni che rendono le- da un sistema di assenze, luce, e la madre, per vendi- moria leggendaria della ro di piccole comunità in- gittimo il potere detenuto che nel loro insieme assu- carli, incita Crono a castra- “guerra di Troia”, un’in- dipendenti, in parte urbane da alcuni, e che giustifica- mono i tratti di una acuta re il padre (Theog. 154-82); venzione letteraria dun- e in parte rurali, le poleis. no le pretese di altri al suo crisi di sovranità. Crono divora i suoi figli, e que quanto lo era la loro La cosa più interessante esercizio, devono dunque viene a sua volta sconfitto teologia narrata da poeti dal nostro punto di vista venire argomentate, rese La prima assenza, resa dagli artifizi e dalla violen- come Omero ed Esiodo. è che i ruoli di potere, da convincenti o almeno plau- 14 Mario Vegetti ancora più evidente dal za di Zeus, salvato dall’a- Platone racconta che il chiunque fossero detenuti sibili, se si vuole evitare confronto con il mondo stuzia della madre (Theog. primo legislatore di Ate- (monarchie locali, aristo- una situazione di conflit- del Vicino Oriente (Egitto, 459-96)]. ne, Solone, durante una crazie terriere o mercantili, to sociale permanente e Mesopotamia), è quella di sua visita in Egitto avreb- poi talvolta “tiranni”, infine cruento come quello che un apparato statale cen- Tutto ciò sottolinea l’as- be incontrato i sacerdoti istrati progressivamente aveva segnato le succes- tralizzato: non esistevano senza di forme consolidate di quell’antico paese, che più ampi della cittadinanza) sioni al trono degli dèi se- in Grecia, dopo il crollo dei di legittimazione, trasmis- gli avrebbero detto: «Solo- non erano legittimati né da condo Esiodo. regni micenei che avevano sione ed esercizio del po- ne, Solone, voi Greci siete un’investitura costituito su piccola scala tere. A questa situazione sempre dei ragazzi, un gre- sacerdotale, una propaggine periferi- di crisi contribuisce la se- co non è mai vecchio [...] né dal diritto ca delle grandi monarchie conda delle assenze di cui Siete tutti giovani d’animo ereditario orientali, né una struttura abbiamo parlato: quella di perché non avete nessuna delle viaBorgog a3 |filosofia e spazio pubblico monarchica, né un appa- autorità sacerdotali in opinione antica trasmessa monarchie rato statale, un esercito e grado di consacrare i dina- attraverso una tradizione dinastiche. un sistema giudiziario cen- sti, di garantire il rapporto che viene dal passato né Il potere Guarda anche il video tralizzati. Questo rende in fra divinità, poteri politici e alcun sapere ingrigito dal doveva dell’incontro primo luogo impossibile ordine sociale. passare del tempo» (Timeo dunque Mario Vegetti: una regolare trasmissione 22b). La filosofia e la città greca dinastica del potere. Tele- La terza assenza, infine, maco non eredita il trono di è quella di una tradizione La società e la cultura Odisseo, e del resto nep- culturale secolare e au- greche hanno così preso pure la successione divi- na risulta dinasticamente torevole, che si aggiunge alla mancanza di un Li- forma in un vuoto di sta- tualità, di autorità religiosa, 5 15 ordinata. La trasmissione bro, o di più Libri, di na- di tradizione, nello spazio
senso antropologico, e al di etniche, religiose o sociali. c’è cittadino senza polis, FILOSOFIA E SPAZIO PUBBLICO fuori di questa cultura non Così il grande storico del V il compito di autorealizza- avrebbe potuto esistere (e secolo, Tucidide, iniziava la zione del cittadino consi- di fatto non è mai esistita) propria opera, a modo di ste nella costruzione piena quella forma originaria di firma, con le parole “Tuci- della polis, come luogo uni- comunità politica che è co- dide ateniese” (e non “figlio tario, omogeneo, indiscri- stituita dalla polis. di Oloro”). minato, dove la sua identi- ficazione antropologica, in Ciò che i Greci hanno Si tratta di una forma di quanto ethos di civiltà, può storicamente “inventato”, identità come tale inaudita definitivamente accadere. Il confronto politico si svol- se, che richiedevano una e incorporato nella loro prima dei Greci, e scom- geva dunque nelle assem- decisione presa sulla base esperienza collettiva, non parsa nuovamente per Filosofia 16 blee cittadine e attraverso della capacità persuasiva è stata - come spesso si lunghi secoli dopo la fine le discussioni che vi vede- e sulla forza argomentativa sostiene - la politica (evi- del mondo greco-romano, In questo stesso spazio e vano confrontarsi tesi rivali, dei loro sostenitori. Il pro- dentemente c’era una for- in cui aveva conosciuto la in questo contesto, prese argomentazioni contrap- gressivo allargamento della ma di politica nelle antiche sua massima estensione. progressivamente forma poste sul governo della base di cittadini coinvolti forme statuali dell’Egitto e La figura del cittadino - in la riflessione filosofica. polis. Lo stesso si può dire nella discussione e nella della Mesopotamia). Ciò cui l’uomo greco esisteva Essa tentava di rispondere per l’amministrazione della deliberazione politica e giu- che essi hanno davvero “in- in quanto tale nella sua dif- a problemi che lo spazio giustizia. A giudicare non diziaria portò, nel v secolo, ventato”, il nucleo originale ferenza costituiva rispetto vuoto di autorità statale, erano né sovrani né sacer- alla nascita di quell’espe- intorno alla quale si sono alle sue origini viste come sacerdotale, tradizionale doti, ma i rappresentanti rienza politica greca ori- costruiti la loro cultura e il “selvagge” e ai suoi alieni lasciava insoluti. Se la della comunità cittadina, ginale e senza precedenti loro ethos pubblico, è stata contemporanei, il barbaro verità sul mondo, gli dei, e a prevalere era il giudizio che è stata la democrazia. la figura del “cittadino” (po- e lo schiavo - era invece la natura, la vita umana, viaBorgog a3 |filosofia e spazio pubblico fondato non sull’autorità ma Ma la democrazia stessa lites): una forma di identifi- pensabile solo all’interno la giustizia, fosse stata sulla forza persuasiva della non sarebbe pensabile se cazione primaria dell’uomo dell’orizzonte della comu- codificata e imposta parola, degli argomenti for- non sullo sfondo della di- in quanto appartenente alla nità politica, la polis, che dall’autorità del potere o mulati nel discorso. mensione politica della cit- comunità politica, al suo ne rappresentava al tempo di una tradizione sacra e tadinanza. sistema di diritti e doveri, stesso la ragion d’esse- immutabile, non ci sarebbe Ed è appunto nelle assem- a prescindere da appar- re, la protezione, e il com- stato alcun posto per blee politiche e nelle giurie La forma specifica della ci- tenenze familiari, castali, pimento, il telos. Se non l’interrogazione filosofica. dei tribunali che prese for- viltà e dell’ethos pubblico ma il carattere dominante dei Greci fu senza dubbio nella cultura greca fra il vi e il iv secolo: la competizione quella della polis. Senza di essa non sarebbe pensa- 5 e il confronto fra tesi diver- bile la cultura greca, già in 17
no di maggioranze incom- sa “democrazia” può aiu- e Aristotele avrebbero in- FILOSOFIA E SPAZIO PUBBLICO petenti e facile preda della tarci a chiarirlo. È compo- fatti definito la democrazia demagogia. sta da due termini: ateniese come il governo (démos) popolo, e dei poveri; anzi Aristotele Ambiguità della (kràtos), forza, potere. definiva icasticamente la democrazia Democrazia significa democrazia come un regi- quindi “potere del po- me caratterizzato da «con- La democrazia ateniese polo”. Il doppio signifi- dizione plebea, povertà, prese forma durante in cato della parola démos lavoro manuale» (Politica lungo processo storico, il crea però un’ambigui- VI 2.1317b40-1). secolo che intercorre fra tà: da una parte indica Al contrario, essa nacque compito e il dovere di le riforme di Clistene del l’insieme dei cittadini che Contro la maggioranza. 18 quando la ricerca della indagare sia sul compi- 505 a.C. e la sconfitta nel- fanno parte della comuni- Contro il principio di verità si pose come una mento del progetto del- la guerra del Peloponneso; tà politica, dall’altra quella maggioranza – che co- possibilità aperta e un la polis, sia sulla legitti- al centro del secolo sta l’e- parte dei cittadini che si stituiva il nucleo del regime compito da assolvere. Na- mità delle sue forme di sperienza di Pericle, quella definisce in contrapposi- democratico – intellettuali turalmente, la pretesa del potere, e in particolare «democrazia guidata» che zione all’aristocrazia. Si e filosofi mossero severe nuovo discorso filosofico di quello democratico Tucidide aveva definito tratta dei poveri, dei la- obiezioni. La prima di esse di “dire la verità” doveva (ma anche di quello oli- «democrazia di nome, ma voratori manuali, dei re- è di ordine politico, e vie- cercare in sé, cioè nella garchico). La democrazia in realtà governo del primo matori della flotta, privi di ne formulata nel modo più forza dei propri argomenti, troverà spesso eccessiva cittadino» con il consenso proprietà terriera: questa limpido in un dialogo fra la propria fonte di legittimi- la libertà di pensiero dei delle masse. moltitudine (plethos) forma Pericle e il giovane Alcibia- tà; tanto più in presenza filosofi (come vedremo, Questo percorso della la maggioranza numerica de riferito nei Memorabili di di una pluralità di tesi rivali questo accadde ad Atene democrazia ateniese – un delle assemblee deputate Senofonte. Il leader atenie- viaBorgog a3 |filosofia e spazio pubblico che si venivano tenace- per Anassagora e per So- percorso tutto sommato ad assumere le decisioni se aveva definito le leggi mente confrontando, pro- crate, entrambi processati relativamente pacifico, al- politiche collettive, e delle come quelle che «la mas- prio come quelle politiche per aver rifiutato la religio- meno fino alle crisi del 411 giurie popolari dei tribunali. sa del popolo (plethos), nelle assemblee e quelle ne tradizionale della città, e del 404 (colpi di stato riunendosi e approvando, giudiziarie nei tribunali. In e, nel caso del secondo, antidemocratici), e ricco di La democrazia, quindi, è ha fatto scrivere». Ma alla questo senso, si può dav- per le sue critiche alla de- successi interni ed esteri – il potere del popolo ma è fine della discussione Alci- vero dire che la filosofia, mocrazia ateniese); dal era sempre stato segnato al tempo stesso il potere biade giunge a scoprire il come la democrazia, è una canto suo la filosofia – che da un problema, se vo- della parte popolare del- carattere violento, coerci- figlia della polis; ma si trat- esprimeva il punto di vista gliamo da un equivoco di la cittadinanza, vale a dire il tivo, del volere della mag- terà di due sorelle spesso in conflitto fra loro perché di una minoranza intellet- tuale colta – stenterà ad fondo. potere di una maggioran- za caratterizzata da una gioranza, salvo improbabili casi di convinzione una- 5 19 la filosofia si assume il accettare il diritto al gover- L’analisi della parola stes- inferiorità sociale. Platone nime. Conveniva Pericle:
«Mi pare che tutto quello ed egli «si lascerà traspor- doto, Otane, sostenitore suoi immediati interessi (III FILOSOFIA E SPAZIO PUBBLICO che qualcuno costringe un tare dove lo porta la cor- del regime democratico, 81.1). altro a fare senza persua- rente, e dirà che sono belle aveva infatti detto che «nei sione, prescrivendolo per e brutte le stesse cose che molti è il tutto», il che impli- Sullo stesso doppio regi- iscritto o in altro modo, sia pensa la folla». Chi poi non cava che fuori della mag- stro insiste l’implacabile cri- violenza (bia) piuttosto che si lascia convincere «lo pu- gioranza non ci potesse tica antidemocratica della legge». E conclude Alcibia- niscono con la privazione essere nulla. Costituzione degli ateniesi de: «E allora tutte le cose di diritti, con le confische, pseudo-senofontea. che la massa (plethos), con le condanne a mor- La seconda obiezione al «Ci sono nel demos la più essendo più forte (kratoun) te» (VI 492b-d). Pressione potere del plethos è inve- grande ignoranza (ama- dei ricchi, prescrive senza conformante e ricorso alla ce di ordine sociologico, thia), disordine (ataxia) e persuasione, sarebbe vio- repressione violenta del e si fonda sull’evidenza malvagità (poneria): la po- 20 lenza piuttosto che legge» dissenso fanno sì che «se fornita dall’equazione mol- vertà conduce all’ignominia, (Mem. I 2.42-45). L’op- qualcuno entra in contatto ti-demos-poveri, che svela e così la mancanza di edu- pressione anche ideolo- con la folla, per sottoporle la natura plebea della mol- cazione (apaideusia) e l’gno- gica esercitata dai “molti” un poema o un’altra ope- titudine maggioritaria. Già ranza» (I 7). nella città democratica è ra d’arte o un programma Megabizo, nel dibattito di tratteggiata con efficacia politico [...] c’è una neces- Erodoto, aveva indicato i A favore della da Platone nel VI libro della sità insuperabile a costrin- due livelli sui quali si arti- maggioranza Repubblica. «Quando sie- gerlo a fare tutto ciò che colava questa critica, il pri- dono in massa alle assem- questa approverà: che poi mo di ordine intellettuale, il Per giustificare la conse- blee o ai tribunali o negli quanto essa approva sia secondo di ordine morale. gna del potere al plethos accampamenti o in qual- veramente buono e bello, C’è da un lato un deficit maggioritario occorreva che altra riunione comu- hai mai sentito qualcuno cognitivo. Il popolo «nulla allora una fondazione viaBorgog a3 |filosofia e spazio pubblico ne di folla (plethos), e con darne una giustificazio- sa», è «privo di intelligen- antropologica che an- gran fragore ora disappro- ne men che ridicola?» (VI za», perché inevitabilmen- dasse al di là della mera vano, ora elogiano i discor- 493d). te manca di istruzione. constatazione sociologica si e le azioni», i “molti” che Il potere della maggioran- (Bisogna pensare che dell’ignoranza e della sfre- dominano nella comunità za si rivela dunque, per non esisteva una scuola natezza delle moltitudini. A cittadina esercitano la loro questi critici, oppressivo e pubblica e l’istruzione era questo compito diede uno pressione conformante, in violento nei riguardi delle un privilegio di pochi). E straordinario contributo il modo tale che in un giova- minoranze dissenzienti, c’è un deficit morale: il sofista Protagora, amico ne «nessuna privata edu- che ne risultano “annien- popolo è pieno di hybris, e collaboratore di Pericle. cazione può resistere sen- za venir travolta da un tal tate”. In un immaginario dibattito fra nobili persiani, cioè di arrogante violenza, e incontrollabile, sfrenato Nella forma mitica che Pla- tone gli attribuisce nel dia- 5 21 flutto di biasimi e di lodi», riferito nella Storie di Ero- (akolastos) nel perseguire i logo che reca il suo nome,
Protagora racconta che il guale fra gli uomini, come tropologica che si posso- ma una volta riuniti tutti FILOSOFIA E SPAZIO PUBBLICO semidio Epimeteo venne le altre tecniche (a qualcu- no considerare fondate le insieme saranno migliori o incaricato da Zeus di di- no la disposizione per la importanti conseguenze almeno non peggiori» (III stribuire fra i diversi animali medicina, a qualcun altro politologiche tratte – sia 11.1282a15-17). le rispettive dotazioni na- per l’architettura, e così pure con molti dubbi – da turali. Avendo assegnato via). «No, a tutti, fu la rispo- Aristotele in un passo della In ragione della virtù cu- ad alcuni armi di offesa, sta di Zeus: ne partecipino Politica che si può consi- mulativa presente nella come zanne ed artigli, ad tutti, perché non nascereb- derare come una delle mi- moltitudine, Aristotele è altri di difesa, come coraz- bero città se solo pochi vi gliori argomentazioni in fa- dunque persino disposto ze e velocità, lo sbadato partecipassero» (322d). Le vore del regime democrati- a riconoscerle una supe- Epimeteo trascurò la razza comunità cittadine ne dan- co. «I più – scrive il filosofo riorità morale e intellettua- umana, che si trovò così no testimonianza, visto che –, ciascuno dei quali non è le, e quindi un buon diritto 22 nuda e indifesa di fronte quando si riuniscono per un uomo di valore (spou- a governare grazie alla sua all’aggressione delle fiere. deliberare danno per certo daios), possono tuttavia, stessa dimensione quanti- Gli subentrò allora il più che ognuno dei loro mem- riunendosi, essere migliori tativa. Non si tratta dell’ul- avveduto fratello Prome- bri disponga della «virtù dei pochi [...] Infatti, essen- tima parola del filosofo teo, che assegnò agli uo- politica», cioè della com- do molti, ognuno ha la sua intorno alla valutazione dei mini le capacità tecniche, petenza necessaria alla parte di virtù e di saggezza meriti dei regimi politici, con le quali essi furono in cooperazione comunitaria, (phronesis), sicché con la ma questo resta comun- grado di costruirsi abitazio- perché, ripete Protagora loro unione dalla moltitu- que un argomento forte ni ed armi. Ma non erano alla fine del mito, se così dine si ottiene una sorta di in favore della democrazia in grado di convivere, e si non fosse non esistereb- uomo unico con molti pie- maggioritaria. Un argo- danneggiavano a vicenda, bero poleis (322e-323a). di, molte mani e capace di mento, tuttavia, che regge perché non possedevano La distribuzione universale comprendere molte cose, soltanto nella misura in cui viaBorgog a3 |filosofia e spazio pubblico la «tecnica politica» (Pro- della virtù politica assicura e lo stesso accade anche regge l’antropologia otti- tagora 322b). Intervenne che le moltitudini popola- per i costumi (êthê) e l’in- mistica di derivazione pro- allora Zeus, che ordinò a ri dispongano almeno di telligenza (dianoia)» (Pol. tagorea. Se la dotazione di Ermes di distribuire agli quelle doti minime di intel- III 11.1281a42-1281b7). virtù di ogni membro della uomini aidòs e dike, il mu- ligenza e di autocontrollo – Riprendendo più avanti il massa è positiva, benché tuo rispetto e il senso della al di là della palese carenza discorso, Aristotele ribadi- piccola, con il cresce- giustizia, da cui sarebbero educativa – che legittimano sce che «qualora la molti- re del moltipicatore essa derivati «ordine delle città e la loro partecipazione alle tudine (plethos) non sia di aumenterà fino a diven- vincoli di amicizia». Ermes deliberazioni pubbliche e il natura troppo simile agli tare preponderante. Se chiese a Zeus se queste nuove doti dovessero veni- potere che deriva dal loro peso maggioritario. schiavi, ciascun individuo sarà certamente peggior invece questa dotazione è esprimibile con il segno 5 23 re distribuite in modo dise- È solo su questa base an- giudice dei competenti, negativo, tanto più gran-
de è il moltiplicatore tanto ne degli uomini dappoco FILOSOFIA E SPAZIO PUBBLICO peggiore sarà la qualità sono dominati dai desideri del risultato: un individuo e dall’intelligenza propri malvagio è relativamen- di una minoranza di mag- te poco nocivo, ma una gior valore» (Repubblica IV moltitudine di malvagi può 431a-d), il che non acca- causare danni socialmente de certo nelle democrazie irreparabili. È esattamente dominate dal plethos. questa la conclusione cui conduce l’antropologia Platone insiste a più riprese pessimistica di Platone. sui tratti infantili di queste masse. Come i bambini ri- 24 Platone belli, l’uomo democratico «si sottrae all’autorità e ai E i demagoghi «trattano l’ambito metaforico dal sondaggi – e assecondarli, La ragione antropologica moniti del padre e della il popolo come si fa con i campo infantile a quello naturalmente a proprio van- di questa inevitabile depri- madre e degli anziani», poi bambini, cercando solo animale. La folla riunita in taggio. vazione valoriale della mol- anche a quelli delle leggi di compiacerlo» (Gorgia massa è paragonata a un titudine sta nella struttura (Leggi III 701b), e con- 502e). Un celebre apologo «grande e vigoroso anima- Il regime della maggioranza psichica degli individui sente che nella sua anima del Gorgia mette impieto- le», e il demagogo ad un è dunque infantilmente di- che la compongono. Vi è, dominino «l’arroganza e samente a fuoco il nesso suo stalliere (naturalmente sponibile alle lusinghe della nell’anima di ogni uomo, l’anarchia e la dissolutezza fra demagogia e infan- interessato) che «ne ap- demagogia, che costituisce una «massa» (plethos) e l’impudenza», dando loro tilismo popolare. Se un prende gli impulsi e i desi- l’esito inevitabile della de- quantitativamente domi- rispettivamente i nomi di cuoco portasse a giudizio deri, il modo in cui bisogna mocrazia. Per la prevalenza nante di elementi irrazio- «buona educazione, liber- un medico di fronte a una avvicinarlo e toccarlo, i mo- degli elementi irrazionali – i viaBorgog a3 |filosofia e spazio pubblico nali – desideri, piaceri e tà, magnanimità, corag- giuria di bambini, accu- menti e le cause di ferocia desideri, le passioni – nell’a- dolori – che negli uomini gio» (Rep. VIII 560e-561a). sandolo di tormentarli con e di mitezza, i suoni che è nima di ognuno dei compo- migliori sono tenuti a fre- L’infantilismo delle masse le sue cure e le sue diete, solito emettere nelle varie nenti delle moltitudini, esse no dal principio razionale, democratiche porta inevi- mentre lui li delizia con i circostanze, e ancora quali mancano di capacità di au- ma sono invece dominanti tabilmente alla demago- suoi manicaretti, non c’è altri suoni da altri pronun- tocontrollo, e soffrono di una «soprattutto in bambini, gia. Il regime democratico dubbio che una tale giuria ciati lo calmino e lo irritino» radicale deprivazione intel- donne, servi, e, fra i co- tributerà i massimi onori condannerebbe il medico (Rep. VI 493a-b). Difficile lettuale e morale. L’antro- siddetti liberi, nei molti a qualsiasi politico «di- e applaudirebbe il cuoco descrivere con più efficacia pologia platonica – a favore di poco valore (en tois chiari di essere favorevole (521e-522a). il rapporto fra gli umori po- della quale si possono invo- pollois te kai phaulois)»; nella città ben governata, alla moltitudine», senza ri- guardo per le sue effettive Una cruda immagine del- polari e l’abile demagogo che sa interpretarli – oggi care l’evidenza della dispa- rità di dotazione fra uomini, 5 25 «i desideri della moltitudi- capacità (Rep. VIII 558b). la Repubblica trasferisce si parlerebbe di uso dei e l’esperienza storica della
minate capaci di controlla- posizione di chi li coman- evidentemente falso: l’ine- FILOSOFIA E SPAZIO PUBBLICO re e guidare quelle masse da. Così anche i bambini vitabile deriva demagogica in vista del bene comune. devono essere sottoposti della democrazia – il trion- Questa conseguenza è agli educatori, finché, ade- fo del pasticcere sul medi- certamente presente in gatamente coltivata la loro co – prova che le masse Platone ma forse non è la parte migliore, possano maggioritarie sono anco- sua ultima parola intorno venir «lasciati andare liberi» ra minorenni, quindi inca- al problema della demo- (Rep. IX 590c-591a). Per paci di autogoverno. L’e- crazia. In fondo, il modello analogia, sembra allora guaglianza e la democra- utopico delineato nella Re- lecito supporre che possa zia non possono allora ve- pubblica prevede una so- venire un tempo in cui l’o- nire considerate come un difficile governabilità delle cratico. Se devo curarmi cietà egualitaria di «amici pera educativa della città dato di fatto ma come un 26 assemblee democratiche – una malattia, mi affiderò a e fratelli». Come arrivarci? sia riuscita a far sì che le progetto da realizzare. riporta dunque all’esigenza un medico esperto, e non Un passo importante del masse incolte e intempe- Ci si potrà arrivare grazie a di controllo e di guida delle metterò a voti la terapia da libro IX della Repubblica ranti abbiano raggiunto la un grande e duraturo sfor- masse ad opera del potere seguire. Perché dunque la sembra accennare una ri- maggiore età intellettuale zo collettivo di educazione, di una figura carismatica, salute della città deve ve- sposta a questa domanda, e morale, e che sia allora e di auto-educazione, della come quella del Pericle tu- nire affidata a maggioranze e aprire un spiraglio alla possibile la loro emancipa- comunità dei cittadini; un didideo, alla quale Platone inesperte e incompetenti, futura possibilità di una zione: in questo momento, lavoro di “pedagogia so- aggiunge il requisito di un invece che a un gruppo di autentica democrazia non il principio di maggioranza, ciale” al termine del quale sapere valoriale e “regale”. persone dotate di un supe- demagogica. il potere al demos, risulte- la comunità nel suo insie- riore sapere della politica e rebbero giustificati al di là me sarà in grado di auto- Di qui viene la proposta della morale? Ci sono uomini, dice Pla- delle critiche. governarsi, come i giova- platonica di un “gover- tone, nei quali il principio ni ben guidati che hanno viaBorgog a3 |filosofia e spazio pubblico no dei filosofi”, cioè di un Per una democrazia di razionalità è così debole Quello che separa allo- raggiunto la maggiore età. gruppo intellettualmente maggiorenne da non riuscire a governar- ra Platone dall’esperienza Questo autogoverno sarà e moralmente capace di ne la condotta, e si tratta storica della democrazia una democrazia matu- comprendere e di perse- La diseguaglianza di doti in primo luogo degli addetti ateniese, e dai suoi soste- ra, in grado di compren- guire il bene comune, gli intellettuali e morali fra gli «al lavoro salariato e ma- nitori come Protagora, è dere e perseguire il bene interessi autentici della uomini, l’immaturità del- nuale»; è bene per loro es- una differenza di valutazio- comune, senza rischi di comunità, senza compia- le masse maggioritarie, sere asserviti a coloro che ne della realtà. Per i demo- degenerazioni demagogi- cerne gli istinti peggio- avrebbero come conse- possiedano pienamente cratici, l’eguaglianza fra gli che o populistiche. ri. Agisce qui il principio guenza inevitabile l’impos- questo principio, in modo uomini è un dato di fatto, di competenza, che già Socrate aveva sollevato sibilità della democrazia e la necessità di un governo che anche la loro vita ven- ga ad essere governata una realtà esistente su cui costruire un regime. Per Riflettendo a trent’anni di distanza sul modello 5 27 contro il regime demo- di élites, di minoranze illu- dalla ragione per l’inter- Platone, questo assunto è di società egualitaria di
“amici e fratelli” che aveva Questa sarebbe la aveva una chiara valenza pito come eversivo dei dimensione politica della FILOSOFIA E SPAZIO PUBBLICO proposto nella Repubblica, democrazia che non rischia antidemocratica – quanto, valori condivisi, dell’ethos città e la libera riflessione il vecchio Platone scriveva di cadere preda della e soprattutto, di reclamare pubblico, dello stesso re- critica della filosofia; e da nelle Leggi che esso demagogia da pasticceri, una profonda riforma mo- gime democratico da poco questo conflitto si origina era forse adatto a una e che forse anche Platone rale dell’ethos pubblico, restaurato dopo il colpo di la riflessione di Platone. città abitata da dèi o figli avrebbe approvato. che secondo Socrate e i stato oligarchico che aveva di dèi, ma era troppo suoi aveva privilegiato gli istituito il regime effimero Platone si chiede: come ri- superiore alle possibilità I processi aspetti economici e mate- ma sanguinario dei Trenta uscire là dove Socrate ave- degli uomini «educati alla riali della vita collettiva tra- tiranni. Di qui le accuse che va fallito, cioè nel tentativo maniera attuale». Venti Il IV secolo si aprì e scurandone i valori essen- gli vennero rivolte: il rifiuto di migliorare la qualità etica secoli dopo, il filosofo si concluse con due ziali, come il rispetto della della religione tradizionale e politica della città? E an- svizzero Jean-Jacques memorabili processi che giustizia nei rapporti privati della città (cioè del suo si- cora: in quale città Socrate 28 Rousseau avrebbe detto la città intentò contro la e sociali, e la formazione stema di valori sociali), e la avrebbe potuto vivere e che «non è mai esistita filosofia: quello del 399, intellettuale e morale del- corruzione dei giovani. Che dispiegare il suo insegna- una vera democrazia, né che si concluse con la la personalità dei cittadini. le posizioni di Socrate fos- mento? La risposta a que- esisterà mai. È contro condanna a morte di Socrate non aveva aggre- sero tutt’altro che isolate è ste domande porta Plato- l’ordine naturale che la Socrate, e quello del 307 dito le strutture politiche dimostrato dall’esito della ne a rovesciare l’atteggia- maggioranza governi e la che decretò la chiusura della città, ne accettava le votazione della giuria po- mento socratico di rifiuto minoranza sia governata delle scuole di filosofia ad leggi e perseguiva il suo polare: ci furono 280 voti del coinvolgimento politi- [...] Se vi fosse un popolo di Atene (per altro revocata compito di rieducazione per la condanna, e ben co – la filosofia dovrebbe dèi, esso si governerebbe l’anno seguente). Il filo morale attraverso il con- 220 per l’assoluzione. dunque assumere verso la democraticamente. Un conduttore di entrambi i fronto diretto e personale politica un atteggiamento governo così perfetto processi è chiaramente con i suoi concittadini, in L’esito del processo fu aggressivo, non più difen- non conviene agli uomini» politico, ed è il caso di specie quelli che rivestiva- comunque percepito negli sivo. Socrate aveva corso viaBorgog a3 |filosofia e spazio pubblico (Contratto sociale). vederne brevemente le no posizioni eminenti nella ambienti intellettuali di Ate- un rischio estremo. A lui è ragioni. città. Questo suo impegno ne come il tragico segno accaduto, scrive Platone Ma noi possiamo limitarci a veniva comunque perce- della incompatibilità fra la nella Repubblica, il destino sperare in una democrazia Socrate, e il movimento che non abbia bisogno di intellettuale che a lui fa- avere gli dèi come suoi ceva capo, avevano con- cittadini: in una democrazia dotto una dura critica agli per cittadini maggiorenni, assetti della città. Non si non nel senso anagrafico trattava solo di rivendicare ma in quello di soggetti razionalmente consapevoli il principio di competenza nel governo della comuni- 5 29 e moralmente responsabili. tà – che, come si è visto,
di «un uomo imbattutosi in trasformarla, rendendone sciare l’atteggiamento di tempi brevi. Ma l’opinione un ruolo criticamente at- FILOSOFIA E SPAZIO PUBBLICO un branco di fiere che non i costumi pubblici e privati Socrate di fronte alla poli- pubblica ateniese si formò tivo verso il potere, si era vuole condividerne l’ingiu- adeguati al magistero so- tica: dal rifiuto e dalla soli- la convinzione che la scuo- ormai chiusa con l’avven- stizia né può da solo resi- cratico. A questo scopo, tudine individuale che ave- la di Platone costituisse to dei grandi imperi buro- stere a tutte le belve: c’è il pareva a Platone necessa- vano accompagnato quella un focolaio di eversione e cratico-militari dell’epoca rischio di perire, risultando rio non ripetere la solitudi- missione, occorreva pas- di tirannide, radicalmente ellenistica. Ai filosofi pote- inutile a sé e agli altri, pri- ne del maestro, e dotare lo sare alla rivendicazione di ostile alla democrazia cit- va ormai venire tranquilla- ma ancora d’aver giovato stesso movimento socrati- un potere filosofico, l’unico tadina. Un atteggiamento mente ricosciuto un ruolo in qualcosa alla città e agli co di un punto di riferimen- in grado di rinnovare effica- altrettanto ostile si pro- di edificazione morale del- amici». Riflettendo su tutto to solido e permanente: a cemente e radicalmente la dusse nei riguardi della le giovani generazioni. Un questo, il filosofo potrebbe questo scopo Platone fon- città. Si può dunque dire scuola di Aristotele, per le episodio chiarisce bene avere la tentazione di «re- dò l’Accademia, che era al che con Platone il socra- sue inquivocabili simpatie questa nuova situazione. Il 30 stare inattivo, come se in tempo stesso un labora- tismo entrava, almeno dal verso quel regno di Mace- fondatore dello stoicismo, una bufera ci si riparasse torio di ricerca filosofica e punto di vista politico, nella donia che aveva posto fine Zenone, che pure aveva dietro un muretto dalla pol- una scuola di formazione maggiore età, lasciandosi all’indipendenza della polis scritto una sua Repubbli- vere e dalla pioggia portate politica, aperta a giovani alle spalle quella che ora ateniese. ca violentemente critica e dal vento, e vedendo gli eminenti di tutto il mondo poteva apparire l’immaturi- persino provocatoria con- altri traboccare di illegalità, greco. tà del maestro. Sull’onda di questo risen- tro tutte le istituzioni della ritenersi contento di poter timento popolare, due po- vita politica e sociale della vivere almeno la propria Ma soprattutto, nella Re- Il IV secolo assistette in litici di parte democratica, città, fu premiato dagli Ate- vita quaggiù puro d’ingiu- pubblica tracciò un mo- effetti a un gran nume- Sofocle e Democare, pro- niesi con un decreto che stizia e di azioni empie». dello ideale di città la cui ro di tentativi, operati da posero e ottennero nel 307 gli concedeva le chiavi del- Un risultato non da poco, realizzazione non sarebbe Platone e dai suoi segua- – quasi un secolo dopo la la città e l’innalzamento di commenta Platone, «ma mai stata possibile se i fi- ci dell’Accademia anche condanna di Socrate – la ua statua per i suoi meriti viaBorgog a3 |filosofia e spazio pubblico neppure il massimo, per- losofi non avessero preso dopo la morte del maestro, messa al bando da Atene nell’educazione morale dei ché non è toccata al filo- il potere, e il cui sviluppo di instaurare nuovi regimi delle scuole dei filosofi. Ma giovani (DL 7.6, 10-12). Al sofo una città adatta a lui: sarebbe stato altrettanto in diverse città greche, a un anno dopo il decreto contrario di Socrate, dun- in una adatta egli stesso impossibile se i filosofi non partire da Siracusa. Atene venne revocato. Un vittoria que, la sua critica veniva avrebbe eccelso e avrebbe vi avessero governato con fu in effetti risparmiata da per la filosofia? Piuttosto, ormai considerata inoffen- salvato, insieme con il pro- prerogative regali. queste imprese, che spes- il segno della sua ormai siva, e quello che restava prio, anche il bene comu- so seguivano la via dell’in- riconosciuta irrilevanza nei era il suo ruolo di maestro ne» (VI 496d ss.). Il paradosso platonico sta staurazione di un potere riguardi della vicenda po- di morale all’interno della dunque nel fatto che per assoluto (la tirannide) come litica della città. La crisi di scuola. La filosofia era di- Si tratta dunque non di ri- fiutare la politica e di vivere realizzare quella che si pensava fosse la missione scorciatoia, inevitabilmen- te violenta, per realizzare sovranità, nel cui ambito la città si era sviluppata e ventata politicamente inno- cua, e tale sarebbe rimasta 5 31 nella città come esuli ma di socratica occorreva rove- il mutamento di regime in la filosofia aveva giocato per molti secoli a venire.
AGOSTINO E Il primo circolo di fedeli. nuò l’approfondimento e la FILOSOFIA E SPAZIO PUBBLICO messa per scritto dei temi IL POPOLO Il primo gruppo di “fede- filosofici impostati a Cas- DEI FEDELI li” di Agostino è costituito siciaco: De quantitate ani- dal gruppo di persone che mae, De musica, De magi- raccolse intorno a sé, dal stro, De vera religione. mese di ottobre del 386 alla primavera del 387, in Il pubblico coinvolto nei una villa in campagna, a Dialoghi è interessato glo- Cassiciaco (località non balmente al neoplatoni- meglio identificata della smo, ma non dobbiamo Alessandro Ghisalberti Brianza, a 35 Km. circa da pensare che Agostino 32 Milano), dopo aver rinun- adotti il pensiero plotiniano ziato alla cattedra di reto- o neoplatonico nel senso rica, e avendo maturato la di un “neoplatonismo cri- decisione di convertirsi al stiano”, così come ne trat- cristianesimo. Oltre ai fa- tano i manuali di storia del- oconvertito e il gruppo dei letterario dei suoi scrit- migliari (la madre Monica, la filosofia di oggi. Dai Dia- suoi fedeli non includeva ti. Determinante, all’inizio il figlio Adeodato, il fratello loghi emerge chiaramente la ricerca della verità del del ministero pastorale, la Navigio, i due cugini Larti- che il neoplatonismo è cristianesimo nel neoplato- lettura della Lettera ai Ro- diano e Rustico), c’erano una “mezza filosofia”, per- nismo, ma Agostino aveva mani di San Paolo, dove gli amici di antica data Ali- ché la filosofia è amore trovato nel cristianesimo la rimbalzano dei temi che pio e Nebridio, e due di- alla sapienza, e già negli verità del neoplatonismo. diventeranno egemoni: la scepoli Licenzio e Trigezio. scritti della fine del 386 la questione della grazia, il viaBorgog a3 |filosofia e spazio pubblico Nella quiete di Cassiciaco sapienza è quella collegata Agostino prete e vesco- tema del peccato, il que- Agostino condusse degli col Sommo Bene, con una vo “forma” la Weltan- sito sull’elezione divina. Ne incontri in cui si discute- Sapienza e un Bene ca- schauung cristiana dei saranno alimentati i dibat- vano temi filosofici, che paci di salvare, attraverso fedeli titi sul libero arbitrio (nella Guarda anche il video vennero raccolti per scritto il mediatore unico, che è controversia con Pelagio), dell’incontro Nel 391 Agostino viene nei Dialoghi detti giovanili: Cristo, il Verbo incarnato. sul peccato originale e Alessandro Ghisalberti: Agostino e il popolo dei fedeli Contra Academicos, De Dunque i primi “fedeli” di ordinato prete, nel 394 di- sulla predestinazione divi- beata vita, De ordine; al Agostino impararono a di- venta vescovo, e si stabi- na (nella controversia con suo ritorno in Africa, tra il stinguere tra il platonismo, lisce a Ippona. Cambiano i manichei e i donatisti), 388 e il 391, sempre in un contesto di vita monastica in primis quello di Plotino e Porfirio, e il cristianesimo. le sue occupazioni, come cambiano il “pubblico” e, sul problema della doppia cittadinanza del cristiano, 5 33 con i suoi compagni, conti- Il percorso di Agostino ne- di conseguenza, il genere politico-civile nella città
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