LA BELLEZZA DISEGNATA - Disegni dal Cinquecento alle Avanguardie Gioielli di Carta Roma 25 febbraio 2010

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LA BELLEZZA DISEGNATA - Disegni dal Cinquecento alle Avanguardie Gioielli di Carta Roma 25 febbraio 2010
GIOIELLI DI CARTA
                        a   p assio n   f o r
                        D R A W I N G

LA BELLEZZA DISEGNATA
Disegni dal Cinquecento alle Avanguardie
                      Gioielli di Carta
                Roma 25 febbraio 2010
LA BELLEZZA DISEGNATA - Disegni dal Cinquecento alle Avanguardie Gioielli di Carta Roma 25 febbraio 2010
Crediti
Salvo ove diversamente specificato,
tutti i testi e le immagini
appartengono a Gioielli di Carta,
senza limitazioni di tempo e di confini.
Essi non possono essere riprodotti
in alcun modo senza l’autorizzazione
scritta di Gioielli di Carta.

Copertina
Lotto 39. Edgar Degas (1834­1917)
Il Discobolo (recto e verso), 1858­1859

Contenuti
Le schede sono state scritte da Francesco Grisolia (f.g.),
Sabrina Galvano (s.g.) e Matteo Smolizza (m.s.)
e revisionate da quest’ultimo.

© 2010 Gioielli di Carta

Gioielli di Carta
Via Filippo Civinini 21
00197 Roma
t. +39.06.8075228
f. +39.06.40041969
info@gioiellidicarta.it
www.gioiellidicarta.it
LA BELLEZZA DISEGNATA - Disegni dal Cinquecento alle Avanguardie Gioielli di Carta Roma 25 febbraio 2010
LA BELLEZZA DISEGNATA
           Disegni dal Cinquecento alle Avanguardie
                                 Gioielli di Carta
                           Roma 25 febbraio 2010

GIOIELLI DI CARTA
a   p assio n   f o r
D R A W I N G
LA BELLEZZA DISEGNATA - Disegni dal Cinquecento alle Avanguardie Gioielli di Carta Roma 25 febbraio 2010
UNA SELEZIONE DI 54 DISEGNI PROVENIENTI
           DA RACCOLTE PRIVATE ITALIANE

                      Fasi di vendita

     2 febbraio 2010, ore 18.30 ­ apertura della vendita
 8 febbraio 2010, ore 18 ­ apertura della vendita pubblica
            25 febbraio 2010, ore 19 ­ esitazione

                       Informazioni

                Claudia Bonino ­ Direttore
    claudia.bonino@gioiellidicarta.it +39.347.6760650

      Matteo Smolizza ­ Responsabile della Vendita
   matteo.smolizza@gioiellidicarta.it +39.346.1299980

Aldo Smolizza ­ Responsabile Area Autografi e Manoscritti
     aldo.smolizza@gioiellidicarta.it +39.346.1299630

       Sabrina Galvano ­ Responsabile Area Clienti
    sabrina.galvano@gioiellidicarta.it +39.349.5539328

         Francesco Grisolia ­ Schede di Catalogo
      francescogrisolia@gmail.com +39.338.1361969

               Simone Caioli ­ Promozione
     simone.caioli@gioiellidicarta.it +39.333.7157285

Stefano Pozza e Maurizio Trevisan ­ Referenti per il Veneto
      Selena@tendenzepietre.com +39.0444.961220

                  Segreteria della Vendita
   Gioielli di Carta, Via Filippo Civinini 21, 00197 Roma
             T. 06.8075228 / Fax 06.40041969
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INDICE

7        Presentazione

8        Lotti
         1.   Artista emiliano del Cinquecento                              28.   Osmond Romieux (1826­1908)

         2. Lorenzo Lippi (1606­1665)                                       29.   Robert Henry Cheney (1801­1866)

         3. Italia centrale. Fine Cinquecento                               30.   Albert Goodwin (1845­1932)

         4. Italia Settentrionale. Seconda metà del Seicento                31.   Louis Boller (1862­1896)

         5. Francesco Allegrini (1587?­1663?). Attribuito a                 32.   Artista tedesco attivo a Roma. 1830­1840 ca.

         6. Jacques Callot (1592­1635). Seguace di                          33.   Conrad H. R. Carelli (1869­1950)

         7. Firenze. Ambito di Giovanni Bilivert (1585­1644)                34.   Willelm Bastian Tholen (1860­1931)

         8. Cornelius Dusart (1660­1704). Attribuito a                      35.   Theo van Rysselberghe (1862­1926)

         9. François Boitard (1670 ca.­1715 ca.)                            36.   Francia. 1820­1830 ca.

         10. Mauro Antonio Tesi, il Maurino (1730­1766). Attribuito a       37.   Francia. 1850 ca.

         11. Giovanni Battista Busiri (1698­1757)                           38.   Eugéne Isabey (1803­1886)

         12. Artista olandese. Verso il 1720                                39.   Edgar Degas (1834­1917)

         13. Roma. 1740­1760                                                40.   Honoré Daumier (1808­1897). Cerchia di

         14. Michelangelo Buonarroti (1475­1564). Copia da. 1785­1790 ca.   41.   Cesare Fracassini (1838­1868)

         15. Antonio Bicchierai (attività 1706 ca.­1751). Attribuito a      42.   Giuseppe Castiglione (1829­1908)

         16. Johann Heinrich Wilhelm Tischbein (1751­1829)                  43.   Giacomo Favretto (1849­1887)

         17. Anne­Louis Girodet de Roussy­Trioson (1767­1824). Cerchia di   44.   Francia. 1895­1910 ca.

         18. François Debret (1777­1850)                                    45.   Francia. 1874 (Alfred Choubrac?)

         19. Tommaso Minardi (1787­1871)                                    46.   Oswald Heidbrink (1860­1914)

         20. Sante Nucci (1821­1896)                                        47.   Ludwig von Hoffmann (1861­1945)

         21. Italia. 1810 ca.                                               48.   Christian­Jacques Bérard (1902­1949)

         22. Michelangelo Grigoletti (1801­1870). Ambito di                 49.   Georges­Manzana Pissarro (1871­1961)

         23. Philipp Haarlem (1770­1840)                                    50.   Lukowicz (attività 1914­1915)

         24. Francia. Metà Ottocento                                        51.   Francia. 1940­1950 ca.

         25. Hudson River School (Albert Bierstadt?)                        52.   Gino Severini (1883­1966)

         26. Antonio Senape (1788­1842)                                     53.   Ferruccio Ferrazzi (1891­1978)

         27. Jean­Baptiste Millet (1831­1906)                               54.   Pietro Annigoni (1910­1988)

62       Bibliografia

63       Regole della vendita
LA BELLEZZA DISEGNATA - Disegni dal Cinquecento alle Avanguardie Gioielli di Carta Roma 25 febbraio 2010
LA BELLEZZA DISEGNATA - Disegni dal Cinquecento alle Avanguardie Gioielli di Carta Roma 25 febbraio 2010
PRESENTAZIONE

                              Gioielli di Carta apre il nuovo anno con una importante selezione di disegni e con diver­
                              si miglioramenti organizzativi.
                              Ne La Bellezza Disegnata si propongono 54 disegni dal Cinquecento al Novecento: ai
                              lavori dei grandi maestri si affiancano opere di artisti minori, ma di particolare pregio e
                              rarità. La prima menzione è certamente dovuta all’opera che abbiamo deciso di porre in
                              copertina: un foglio recto e verso realizzato da Edgar Degas (lotto 39) durante il suo sog­
                              giorno a Roma. Identificato da Theodore Reff, il maggiore specialista al mondo sull’au­
                              tore, proviene dalle raccolte di un fondo speculativo. Eccezionale è anche un Severini di
                              soggetto "privato" (lotto 52), una madre con bambino, risalente al 1931. Il paesaggio
                              costituisce il nucleo più variegato: in alcune opere la natura possiede la scena, in altre è
                              lo sfondo delle azioni umane ovvero lo specchio dei sentimenti dell’artista, come avvie­
                              ne per esempio in Willelm Bastian Tholen (lotto 34). I lotti 1, 40, 47 e 48, se acquistati
                              entro la stima massima, potranno essere ricomprati dalla Casa d'Aste a distanza di due
                              anni dall’acquisto con un incremento del valore del 10%. Questa iniziativa è uno stru­
                              mento per rafforzare il nostro rapporto con i clienti.
                              Con il 2010, Gioielli di Carta fortifica la propria struttura per realizzare un servizio sem­
                              pre migliore. Francesco Grisolia, che ha realizzato gran parte delle schede di questo cata­
                              logo, è uno dei migliori giovani studiosi in Italia nel campo del disegno e d’ora in poi sarà
                              a disposizione dei nostri clienti per esaminare e valutare le loro collezioni.
                              La curatela dei clienti passa a me da Silvia Pederzolli (che è stata riassorbita dalla carrie­
                              ra universitaria). Simone Caioli si dedica alle iniziative promozionali.
                              Un’altra importante novità è l’espansione dell’attività di Gioielli di Carta in Veneto,
                              attraverso serate di presentazione delle opere, curate da Stefano Pozza e Maurizio
                              Trevisan, raffinati collezionisti che hanno deciso di estendere la loro passione ad amici
                              e colleghi.
                              Inoltre già da ora è on­line sul sito www.gioiellidicarta.it il Calendario Aste 2010 con
                              indicazioni precise sulla chiusura della raccolta dei materiali per le vendite future, in
                              modo da agevolare sia chi vuole organizzare i propri acquisti sia chi intende alienare dei
                              beni.

                              Vi auguro una grande fortuna nella costruzione della Vostra raccolta e spero di essere
                              capace di aiutarvi!

                                                                                                          Sabrina Galvano

Lotto 54
Pietro Annigoni (1910­1988)
Ritratto di donna, 1930 ca.

                                                                                                                          7
LA BELLEZZA DISEGNATA - Disegni dal Cinquecento alle Avanguardie Gioielli di Carta Roma 25 febbraio 2010
1*. Artista emiliano del Cinquecento. Cerchia di Niccolò dell'Abate ?
Studio per riquadro ornamentale con storia, 1545­1575 ca.
Matita nera, inchiostro bruno a penna e ad acquerello su carta, 160x162 mm.

                                             roni, protomi leonine e festoni, ripensan­
                                             do elementi antichi in varianti tipicamen­
                                             te cinquecentesche. La parte alta è occu­
                                             pata da due puttini alati e quella inferiore
                                             da due figure di ignudi. Il mascherone in
                                             basso rimanda, nello stile, alle tante inter­
                                             pretazioni di questo soggetto antico rea­
                                             lizzate da Giulio Romano a Mantova. Già
                                             attribuito a Giorgio Vasari, il disegno è
                                             ascrivibile ad un artista di origini emiliane
                                             operante nella seconda metà del XVI                                                    1

                                             secolo e molto probabilmente attivo a
                                             Roma. Il segno leggero e asciutto e la fan­
                                             tasia degli elementi ornamentali fanno
                                             pensare a Giovanni Guerra (1544­1618),
                                             nato a Modena e prolifico disegnatore di
                                             motivi decorativi, che Vasari, in una lette­
                                             ra del 1573, ricorda tra gli artisti che lo                                            2

                                             hanno preceduto nella decorazione della
                                             Sala Regia in Vaticano. Il michelangioli­
                                             smo delle figure, tuttavia, ci allontana
                                             dalle immagini ideate da Guerra, più sot­
                                             tili e meno plastiche. Ignudi e putti rinvia­
                                             no, infatti, ad alcuni esercizi grafici di
                                             Niccolò dell'Abate (Modena, 1510 ca.­
                                             Fontainebleau, 1571), dagli arti ipertrofici
                                             e con fisionomie affini, dal tratto sempre
                                             rapido ed elegante (ill. 1 e 2). Il pensiero va
                                             anche alle virtuose soluzioni di altri abili
                                             disegnatori di formazione emiliano­
    iamo di fronte allo studio per una       romana,     quali    Lelio    Orsi,   Orazio      1. Niccolò dell'Abate. Attribuito a.

S   ricca decorazione che doveva rac­        Samacchini e Pellegrino Tibaldi, nei cui
                                                                                               Studio per capitello e base di colonna,
                                                                                               Parigi,    Musée        du     Louvre,
                                                                                               Département des Arts Graphiques,
chiudere una scena nell'ovato centrale,      studi troviamo figure dalle forme larghe,         inv. RF 79 verso
dove si intravedono un uomo a cavallo e      atteggiate in difficili pose manierate,           2. Niccolò dell'Abate, Studio per pen-
un altro inginocchiato di fronte a quello    come nel nostro disegno.                          nacchio con satiri e putti, Parigi,
                                                                                               Musée du Louvre, Département des
che sembra un re o un imperatore.                                                       f.g.   Arts Graphiques, inv. 5882
Tutt'intorno l'artista ha inserito masche­

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2. Lorenzo Lippi (1606­1665)
Monaco che sostiene una candela
Matita rossa su carta con filigrana applicata su un foglio di supporto, 150x225
mm.
Annotato al recto e al verso: "Lorenzo Lippi"
Al verso: "55/1", "25" e "3P"
Timbro al recto: C.Gasc (Lugt 543)
Provenienza: Charles Gasc, Parigi, ca. 1850
Bibliografia: Smolizza 2007, cat. 11

      lunno di Matteo Rosselli e intimo
A     di Salvator Rosa, Lorenzo Lippi è
principalmente pittore di temi religiosi
e di ritratti. All'attività artistica unisce
quella letteraria: compone poesie e
un'opera intitolata Malmantile riacqui­
stato.   Il   disegno,   identificato    da
William O'Reilly (comunicazione del 12
dicembre del 2003), rappresenta un
frate (probabilmente un francescano,
per la presenza della veste e del cappuc­
cio), la cui posizione del braccio e della
mano ­ una sostiene una candela e l'al­
tro si trova all'altezza del petto ­ e
l'espressione estatica del volto suggeri­
scono un'aria mistica. Una certa rigi­
dezza del drappeggio e della mano, con­
trapposta all'intensità e alla dolcezza
del volto, fanno pensare che l'artista si
sia ispirato ad un'altra opera, per poter­
si concentrare nella resa dell'espressio­
ne.
                                        s.g.

                                                                                  9
LA BELLEZZA DISEGNATA - Disegni dal Cinquecento alle Avanguardie Gioielli di Carta Roma 25 febbraio 2010
3. Italia centrale. Fine Cinquecento
                                               Studio per due stemmi
                                               Matita nera, inchiostro bruno a penna e ad acquerello
                                               su carta preparata azzurra, 217x274 mm.
                                               Iscrizione a matita nera in grafia antica al recto: "Abscondi […]"
                                               Iscrizione a matita nera in grafia ottocentesca al verso: "Perino del Vaga"

                                               4. Italia settentrionale. Seconda metà del Seicento
                                               Studio per decorazione di basamento
                                               Matita nera e inchiostro bruno a penna e ad acquerello
                                               su carta bianca, 86x146 mm.

                                                    er la tipologia decora­
                                               P    tiva, che mescola con
                                               incastri di sapore tardo
                                               barocco numerosi elementi
                                               decorativi, il disegno è
                                               ascrivibile ad un artista
                                               dell’Italia   settentrionale
     o stile grafico di questo disegno è       della seconda metà del XVII
L    riconducibile ad un artista attivo in     secolo. Le volute, le foglie
Italia centrale tra la fine del XVI secolo e   d'acanto, la cornucopia, la
gli inizi del XVII. Sono presenti affinità,    conchiglia, la testa alata di
come le pesanti inchiostrature all'acque­      putto al centro son tutti
rello, con la maniera di Cesare Nebbia, ed     motivi tipici della decora­
anche, nelle piccole figure di putti che si    zione a grottesche, che
arrampicano ai lati degli stemmi, con          ebbe enorme fortuna a par­
quella di Marco Marchetti da Faenza.           tire dal ’500. Eseguito con
Non è da escludere nemmeno, per la             sicurezza     a   penna      e
commistione del forte e pittorico chiaro­      ombreggiato per mezzo di
scuro con gli attenti contorni a penna         un efficace tratteggio e lievi
delle pur piccole figure, un artista fioren­   tocchi di acquerello, lo stu­
tino formatosi alla scuola di Ludovico         dio illustra un solo lato di
Cigoli.                                        una decorazione da com­
Lo stemma cardinalizio sulla sinistra e        pletare simmetricamente, e
quello con corona sulla destra non sono        può pertanto essere considerato un proget­
identificabili perché privi dei riferimenti    to finito. L'esatta destinazione, per il fronte
all'interno, da inserire in un secondo         di un qualche basamento, è di difficile
momento. È possibile che il doppio stem­       identificazione. Il segno incisivo, il chiaro­
ma sia stato concepito per essere utilizza­    scuro e la corposità illusionistica del risul­
to in un apparato effimero.                    tato finale fanno pensare a una decorazio­
                                        f.g.   ne a bassorilievo o a stucco.
                                                                                          f.g.
10
5. Francesco Allegrini (1587?­1663?). Attribuito a
Paesaggio con capanna e figure
Inchiostro marrone a penna e ad acquerello su carta bianca
applicata su cartoncino di supporto, 126x95 mm.

       uesto disegno a penna presenta le          tore, le opere di Allegrini testimoniano
Q      peculiarità dei disegni di paesaggio       una grande versatilità, spaziando da sog­
di vari artisti attivi in Italia centrale nella   getti religiosi e allegorici a temi storici e
prima metà del Seicento e in particolare          mitologici. Dipinse in prevalenza per
richiama lo stile di Francesco Allegrini.         palazzi e chiese di Roma. Sue opere sono
Francesco nacque a Gubbio dal pittore             presenti anche a Gubbio, a Savona e a
Flaminio e fu allievo di Giuseppe Cesari,         Genova, dove lavorò per i Durazzo e i
il Cavalier d'Arpino. L'esame della sua           Pamphili.
ricca produzione grafica rivela anche             Numerosi disegni attribuiti ad Allegrini
attenzioni verso Pietro da Cortona, ben­          sono conservati in varie collezioni pubbli­
ché egli sia stato essenzialmente estra­          che, tra cui la Stadtbibliothek di Leipzig, il
neo al linguaggio barocco. Frescante, pit­        Metropolitan Museum e il Louvre.
tore di gouaches e olii, prolifico disegna­                                                 f.g.

                                                                                             11
6. Jacques Callot (1592­1635). Seguace di
Isolotto roccioso con ponte e architetture
Tracce di matita nera, inchiostro marrone a penna su carta bianca, riquadrato a penna, 278x214 mm.

     bilissimo incisore francese, Callot        paesaggio, soggetti sacri e gustose scene
A    nacque a Nancy e si trasferì presto in     dal vero. Suoi fogli sono conservati per la
Italia, dove trovò modelli fondamentali         maggior parte all'Ermitage, al British
alla sua formazione. A Roma imparò a            Museum, agli Uffizi e a Chatsworth, nella
maneggiare     il   bulino    da   Philippe     collezione del duca del Devonshire. È pro­
Thomassin e nel 1612 si recò a Firenze,         prio a un disegno di soggetto analogo con­
dove divenne allievo prediletto dell'inciso­    servato a Chatsworth [Choné 1992, fig. 411]
re Giulio Parigi, sperimentando tutte le        che sembra ispirarsi questo foglio, raffigu­
possibilità espressive dell'acquaforte. Nel     rante un improbabile isolotto roccioso con
1621 torna a Nancy, dove incise i tanti dise­   delle architetture e un ponte. La maniera
gni eseguiti in Italia. È considerato dalla     grafica richiama quella di Callot nel sottile
critica uno degli ultimi grandi manieristi.     tratteggio parallelo a penna, nell'equilibrio
Le sue caratteristiche incisioni, eseguite in   della composizione, nel gusto per una nar­
gran numero, furono oggetto di numerose         razione spesso al limite tra realtà e fanta­
imitazioni. Le acqueforti in particolare, sua   stico.
tecnica prediletta, si diffusero in tutta       In pagina si riproduce il solo disegno, rea­
Europa. Notevoli sono soprattutto i dise­       lizzato su un foglio con ampi margini, ad
gni, dove impiega diverse tecniche e tratta     imitazione di una stampa.
molti temi ad ambientazione teatrale, di                                                 f.g.

12
7. Firenze. Ambito di Giovanni Bilivert (1585­1644)?
Rinaldo e Armida?, 1630­1650 ca.
Matita nera su carta beige con filigrana, 139x166 mm.

      al tratto leggero e preciso, la
D     scena, realizzata interamen­
te a matita nera, rappresenta un
uomo seduto in un sontuoso letto a
baldacchino, con la mano destra
portata al cuore e l'altra stretta in
quella di una figura femminile.
Quest'ultima trasporta oggetti e
armi di ogni genere, tra cui una
falce, e potrebbe raffigurare la
Morte, venuta a portar via il nobi­
luomo, forse un re o un condottie­
ro, oppure una personificazione
della Guerra. Sulla sinistra un
cagnolino è l'unico testimone di
quanto accade e concorre, insieme
alla tenda che pende dall'angolo in
alto a sinistra, a equilibrare la com­
posizione. Il disegno potrebbe
essere preparatorio per un dipinto
moraleggiante. Un'ultima, più spe­
cifica, ipotesi sul soggetto è relativa a due     pensare, tra i tanti artisti del Seicento fio­
famosi personaggi della Gerusalemme libe­         rentino,   alla      produzione   grafica    di
rata di Torquato Tasso, Rinaldo e Armida.         Giovanni Bilivert, il quale, figlio di un orafo
Il momento ricorda quello in cui lei, maga        olandese, tendeva molto al decorativismo.
pagana e guerriera, tiene prigioniero             La bizzarria della scena e ancora le fisiono­
Rinaldo nel suo sontuoso palazzo­giardi­          mie dei personaggi rimandano anche a un
no, dopo essersene innamorata e averlo            allievo del Bilivert, Francesco Montelatici,
sedotto. L'autore sembra essere un artista        detto Cecco Bravo, noto per la vena grotte­
toscano attivo a Firenze nella prima metà         sca della sua prima attività. Se non è uno
del XVII secolo. Molto attento a tutti gli        studio autografo degli artisti citati, il dise­
elementi architettonici e decorativi, sotto­      gno può essere ricondotto al loro stesso
linea la sfarzosità dell'ambientazione ed è       milieau artistico.
meno interessato all'esecuzione delle figu­                                                   f.g.
re. Queste ultime e altri dati stilistici fanno

                                                                                              13
8. Cornelius Dusart (1660­1704). Attribuito a
Gioco di bocce, 1690 ca.
Inchiostro a penna e acquerello su carta, 304x262 mm.
Firmato (?): "Corn Dù Sart fecit"
Provenienza: E. A. Peart; Howard Spensley; P. D. Colnaghi, Londra
Bibliografia: Colnaghi 1951, cat. 41; Smolizza 2007, cat. 26

         lunno di Adriaen van Ostade,         Dusart ed oggi un originale di Ostade.
A        Dusart entrò nella corporazione di   Nel nostro foglio, la contrapposizione
Harlem il 10 gennaio del 1679, dove fu        tra l'estrema meticolosità e abilità nella
nominato commissario nel 1692. Aderì          definizione delle figure e la parte non
alla chiesa riformata nel 1682. Riunì una     terminata rivela una finalità estetica. Si
straordinaria collezione di dipinti e inci­   tratta di una copia realizzata da Dusart
sioni.                                        quando era assistente del maestro? La
Il foglio in asta, pubblicato da Colnaghi     conclusione espressa da Colnaghi più di
nel 1951 come Dusart, deriva da un dise­      mezzo secolo fa è ancor oggi la più
gno che attualmente si trova al Louvre,       attendibile.
considerato da Lugt 1931 (p. 3, n. 505)                                             s.g.
una imitazione di Ostade realizzata da

14
15
9. François Boitard (1670 ca.­1715 ca.)
L'Estate
Inchiostro nero a penna su carta con filigrana, 530x392 mm.
Firmato e datato al recto "François Boitard inn. fecit 1692"
Bibliografia: Smolizza 2007, cat. 44

      isegnatore e pittore di scene mito­     tematiche allegoriche e moraleggianti,
D     logiche e religiose, ambientate in      come le ‘quattro stagioni’, tema del
paesaggi dal grande effetto scenografico,     quale si conoscono almeno cinque ver­
Boitard mescola barocco e manierismo          sioni autografe. Nel nostro straordinario
grazie all'insegnamento di La Fage, suo       foglio Boitard rappresenta l'Estate come
maestro negli anni della gioventù. Nei        una donna coronata da spighe che
suoi disegni è sempre presente il riferi­     sostiene una falce con la mano destra. Ai
mento a Michelangelo e a Rubens, dal          suoi piedi, accanto ad una copiosa quan­
quale deriva la messa a fuoco dello spa­      tità di grano, c'è una forca e alcuni stru­
zio. Considerato per molto tempo un           menti per la cardatura, attività relazio­
"uomo inquieto e dissoluto" (Bénézit          nata con la stagione. Alla sinistra della
1999 s.v.) per aver firmato una fortunata     composizione, un gruppo di donne si
serie di incisioni erotiche (giudizio che     dedica alla mietitura. Sul fondo, una
ha disgraziatamente condizionato il           città immersa in una esuberante natura.
valore della sua opera), in realtà si dimo­                                          s.g.
stra adatto alla rappresentazione di

16
10. Mauro Antonio Tesi, il Maurino ( 1730­1766). Attribuito a
Studio per motivo ornamentale
Inchiostro bruno a penna su carta preparata rossa, montato su cartoncino in passepartout, 119x145 mm.

     rchitetto, quadraturista, scenografo,
A    decoratore e incisore, Mauro Tesi fu
nel Settecento uno dei protagonisti del
rinnovamento del gusto in chiave classici­
sta, non esclusivamente a Bologna. Amico
del celebre erudito veneziano Francesco
Algarotti, Tesi ne mise in pratica le teorie,
attingendo alla produzione ornamentale
antica e cinquecentesca. Decorò numero­
se chiese ed edifici pubblici e privati a
Bologna, Pistoia e Firenze. Realizzato con
rapidità a penna, il disegno è forse prepa­
ratorio per una cornice o per un elemento
decorativo nel quale inserire un'immagi­
ne. L'artista, che dichiara un gusto rococò
di matrice veneziana, si ispira al reperto­
rio iconografico dell'arte manierista, come
gli elementi vegetali che scendono sul lato
sinistro e la protome antropomorfa sulla
destra. Pochi, rapidi segni concorrono a
un efficace risultato decorativo, che testi­
monia la familiarità dell'autore con il
mezzo grafico e con simili motivi orna­
mentali.
Per una idea del contesto in cui si muove
l’autore del foglio, si veda Matteucci 2002.
                                         f.g.
11. Giovanni Battista Busiri (1698­1757)
                                         Veduta della basilica di Santa Sabina a Roma, ante 1735
                                         Matita nera e inchiostro bruno a penna su carta bianca, 227x173 mm.
                                         Iscrizione antica a penna al verso: "San Savina". In altra grafia: "138".
                                         Bibliografia: Smolizza 2007, pp. 298­299

1. Giovan Battista Busiri, L'arco di
Giano e il campanile di San Giorgio al
Velabro, Cambridge, Fitzwilliam
Museum, inv. 3693 f.4

                                              iovanni Battista Busiri, nato a        Bloemen. Il disegno, raffigurante la
                                         G    Roma da padre francese, fu un pit­     Basilica di Santa Sabina all'Aventino e la
                                         tore di grande successo tra i viaggiatori   piazza antistante con alcune figure, è un
                                         del Grand Tour in visita nell’Urbe.         perfetto esemplare della sua maniera
                                         Specializzato in soggetti romani e della    grafica, dal segno sintetico e pulito, in
                                         campagna circostante, i suoi paesaggi e     grado di restituire con rapidi tratti di
                                         le sue vedute furono influenzati anche      penna una visione poetica del paesaggio
                                         dal Van Wittel e dal Dughet e, tutti ani­   tutta settecentesca. La numerazione sul
                                         mati da figure di notevole qualità, non     verso lascia pensare che il foglio facesse
                                         sono privi di capricciose invenzioni.       parte, insieme ad altri similmente
                                         Busiri fu molto apprezzato anche per i      numerati, di un unico taccuino di schiz­
                                         suoi disegni. Numerosi fogli sono con­      zi dal vero, databile a prima del 1735,
                                         servati al Fitzwilliam Museum di            dove l'artista prendeva rapidi "appunti"
                                         Cambridge (ill. 1) e al British Museum,     in vista di future esecuzioni pittoriche.
                                         dove erano in passato attribuiti al Van                                            f.g.

                                                                                                                            19
12. Artista olandese. Verso il 1720
Veduta del Ponte Salario a Roma
Inchiostro marrone a penna e acquerelli policromi su carta bianca, 215x137 mm.
Iscrizioni al verso: a penna in grafia antica: "ponte salaro, Civita Roma 1680"; in altra grafia "gerdyn" (?)

     l disegno offre una interessante testi­   risultato finale, simmetrico e di notevole
I    monianza delle condizioni del ponte       luminosità, è una testimonianza della
Salario nella seconda metà del Seicento.       concezione classicista e poetica del pae­
Per le lumeggiature e per le nuvole l'arti­    saggio che prende avvio a Roma dal
sta si è servito della tecnica "a rispar­      Seicento.
mio", sfruttando il bianco della carta sot­                                          f.g.
tostante senza apporre alcun colore. Il

20
13. Roma. 1740­1760
Visione di santo o beato con Cristo e Dio Padre (recto)
Nudo maschile (verso)
Recto: matita nera e rossa, acquerello bruno e nero, gesso
su carta beige,206x280 mm.
Verso: matita nera e rossa su carta beige, riquadrato a penna con inchiostro
marrone, inserito in passepartout riquadrato a penna
Al recto, marchio "G" in basso a sinistra                                                                                          1

14. Michelangelo Buonarroti (1475­1564). Copia da. 1785­1790 ca.
Uomo seduto con bambino
Inchiostro bruno a penna e ad acquerello, biacca a penna
su carta preparata beige applicata su cartoncino di rinforzo, 133x193 mm.

                                                                                                                                   2
                                                     ratto da uno degli antenati di Cristo,
L'
       autore è collocabile cronologica­
       mente intorno alla metà del             T     Salathiel, affrescati da Michelangelo
Settecento. Risente del recupero classici­     nelle lunette della cappella Sistina, il dise­
sta avviato a Roma da Carlo Maratti e non      gno se ne allontana per alcuni eloquenti
è esente da influssi bolognesi. Il disegno,    particolari. Qui, la risoluzione della figura
inserito in un ovale, è forse preparatorio     principale è pienamente neoclassica e il
per un'opera di piccolo o medio formato a      bambino, inoltre, corregge in chiave emoti­
carattere devozionale. Anche la figura nel     va la soluzione michelangiolesca, incentra­
verso (ill. 1), che combina le due matite,     ta sulla relazione dinamica con il gruppo          1. Verso di cat. 13
rientra stilisticamente nel genere degli       dall'altro lato della lunetta. Un'altra copia,
                                                                                                  2.    Anonimo        sec. XVI.   Da
studi accademici di pieno Settecento.          più puntuale, è conservata agli Uffizi (ill. 2).   Michelangelo Buonarroti, Salathiel,
                                                                                                  Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe
                                        f.g.                                               f.g.   degli Uffizi, inv. 241 F

22
15. Antonio Bicchierai (attività 1706 ca.­1751). Attribuito a
                                        Studio per volta con Aurora, 1740­50
                                        Matita rossa, inchiostro bruno a penna e acquerello grigio
                                        su carta bianca, 270x196 mm.

1. Antonio Bicchierai, Aurora, parti-
colare, Roma, Palazzo Borghese.

                                            l disegno si può mettere in rapporto       pochi elementi, con al centro la personifi­
                                        I   con la volta affrescata da Antonio         cazione alata dell'Aurora. Le figure e le
                                        Bicchierai in Palazzo Borghese, a Roma:        nuvole sono delineate a matita rossa con
                                        un'Aurora, che però ha uno sviluppo più        un segno molto pulito e acquerellate con
                                        ampio ed è inserita in un grande ovale (ill.   un leggero acquerello grigio, dai toni
                                        1). Bicchierai elaborò per questo dipinto      sapientemente sfumati. Il più ricco corpus
                                        varie forme e soluzioni compositive, come      di disegni di Bicchierai, molto vicini nello
                                        documenta     un    disegno    dell'Istituto   stile al nostro foglio, è conservato a Roma
                                        Nazionale per la Grafica (inv. FN 7444).       presso l'Istituto Nazionale per la Grafica.
                                        L'artista inquadra la scena in una compo­                                               f.g.
                                        sizione molto equilibrata, composta di
16. Johann Heinrich Wilhelm Tischbein (1751­1829)
Mendicante alla porta di una famiglia povera
Matita nera, inchiostro marrone a penna, inchiostri policromi ad acquerello
e biacca su carta beige applicata su passepartout originale, 205x326 mm.

                                                            conobbe Goethe, la cui fre­
                                                            quentazione      e   amicizia
                                                            influenzò profondamente
                                                            le sue scelte artistiche.
                                                            Tornò in Italia nel 1783 gra­
                                                            zie allo stesso Goethe, che
                                                            ritrasse nel celebre dipinto
                                                            Goethe posa nella campa­
                                                            gna romana (1787). Dal 1787
                                                            al 1799 visse a Napoli, dove
                                                            fu    nominato       direttore
                                                            dell'Accademia. Costretto a
                                                            partire nel 1799 a causa
                                                            della guerra, tornò nella
                                                            Germania del nord. La per­
                                                            sonalità di Tischbein è
                                                            molto interessante per i
                                                            legami che intrattenne con
                                                            la cerchia di Bodmer e con
                                                            Goethe: della sua attività di
                                                            grafico si ricordano le inci­
                                                            sioni di vasi della collezio­
                                                            ne Hamilton e le illustra­
                                                            zioni dei testi di Omero.
                                                            Nel disegno emerge, oltre
                                                            a un'attenta ricerca per gli
     ppartenuto a una numerosa fami­
A    glia di pittori, incisori e architetti,
                                               accostamenti cromatici, l'attenzione al
                                               dato fisiognomico derivante dalle teo­
ne è oggi il membro più noto. Attivo in
                                               rie di Lavater, secondo le quali l'anima
un primo momento a Kassel e ad
                                               e il carattere dell'individuo si riflettono
Hannover, si stabilì alla corte prussiana a
                                               nell'aspetto esteriore. In questa scena
Berlino, dove si dedicò soprattutto al
                                               di genere Tischbein esprime tale idea
ritratto. Nel 1779 compì il suo primo
                                               curando molto, come è sua abitudine, il
viaggio in Italia, nel corso del quale ese­
                                               gioco degli sguardi, i volti dei perso­
guì anche pittura di paesaggio e studiò i
                                               naggi e le relazioni emotive che tra essi
grandi   artisti   italiani,   soprattutto
                                               intercorrono.
Raffaello e Michelangelo a Roma. A
                                                                                       f.g.
Zurigo nel 1781, per mezzo di Lavater,

24
17. Anne­Louis Girodet de Roussy­Trioson (1767­1824). Cerchia di
                                       Enea fugge da Troia con Anchise e Ascanio
                                       Matita nera su carta bianca, 223x292 mm.

                                            o stile è riconducibile ad un artista
                                       L    francese attivo nella prima metà
1. Anne-Louis Girodet De Roussy-       dell'Ottocento molto vicino a Girodet­
Trioson, Enea al cospetto di Didone,   Trioson. Tra i migliori allievi dell'ate­
Parigi,    Musée     du      Louvre,
Département des Arts Graphiques,       lier di David, vinse nel 1789 il Prix de
inv. 34730
                                       Rome. La sua originalità si esprime
                                       liberamente nell'interpretazione dei
                                       temi letterari e le ultime opere rivela­
                                       no, in un periodo in cui prendeva avvio
                                       il romanticismo, una profonda fedeltà
                                       allo stile neoclassico. Il disegno è acco­
                                       stabile, stilisticamente e iconografica­
                                       mente, a fogli autografi di Girodet con­
                                       servati al Louvre e al British Museum,
                                       eseguiti       per   illustrare   un   libro
                                       sull'Eneide, mai realizzato (ill. 1). Con
                                       leggeri e rapidi tratti di matita l'autore
                                       racconta uno dei momenti più dram­
                                       matici del poema virgiliano. La scena
                                       raffigura Enea che fugge, con il padre
                                       Anchise sulle spalle e il figlio Ascanio
                                       preso per mano, dalla città di Troia
                                       divorata dalle fiamme. La moglie
                                       Creusa li segue, ma resterà indietro e
                                       cadrà vittima dei Greci. Sullo sfondo è
                                       schizzato il cavallo di Troia, che permi­
                                       se agli uomini di Ulisse di penetrare
                                       nella città.
                                                                               f.g.

                                                                                                          25
18. François Debret (1777­1850)
Fonte battesimale con episodi del Nuovo Testamento
Matita nera, inchiostro grigio a penna e a lavis su carta bianca applicata a cartoncino, 265x197 mm
Al recto: iscrizione antica a penna: "François Debret"

      ato a Parigi, l'architetto François       volumi dal titolo Voyage en Italie de
N     Debret fu allievo di Charles Percier      François Debret. Il disegno, eseguito con
e di Pierre­François­Léonard Fontaine e         un livello di dettaglio elevato e una rara
divenne egli stesso il maestro di molti         attenzione per la luce, raffigura un fonte
architetti destinati a trasformare Parigi       battesimale, decorato con motivi desun­
sotto Haussmann. Fu restauratore molto          ti dall'antico, come ovuli e foglie d'acan­
discusso di edifici storici, tra cui la famo­   to. Nella fascia superiore sono raffigurati
sa basilica di Saint­Denis. Numerosi            episodi del Nuovo Testamento, con al
disegni autografi di Debret, eseguiti nel       centro il Battesimo di Cristo, mentre nel
corso del suo viaggio in Italia, sono con­      basamento troviamo San Giovanni
servati a Parigi presso l'Ecole Nationale       Evangelista affiancato dall'aquila.
Supérieure des Beaux­Arts, contenuti in                                                f.g.

26
19. Tommaso Minardi (1787­1871)
                                      Scontro tra due cavalieri e divinità fluviale (recto)
                                      Autoritratto (verso)
                                      Recto: matita e inchiostro marrone a penna su carta bianca, 296x257 mm.
                                      Verso: matita nera
                                      Al verso: iscrizioni novecentesche; iscrizione a matita nera "T. Minardi
                                      from sketchbook acq. 1957 piazza borghese /54"; a matita viola: "54"

                                           ommaso Minardi è uno dei maggio­         altri disegni (ill. 3), più rifiniti ma meno
                                      T    ri disegnatori dell’Ottocento italia­    immediati, oppure essere riferita a uno
1. Verso di cat. 19                   no. I disegni al recto raffigurano una        dei duelli della serie della Disfida di
                                      scena di battaglia tra due cavalieri in       Barletta (ill. 4), ai quali è più vicina nella
                                      armatura e una figura maschile barbuta        tipologia delle armature, nelle fisiono­
                                      che fa pensare a una divinità pagana. La      mie di cavalieri e cavalli, nella vivacità
                                      veemenza dello scontro tra i cavalieri è      della scena. Nel verso (ill. 1) compare il
                                      espressa, oltre che con le espressioni dei    volto di un giovane stilisticamente affi­
                                      due uomini e con l'incisività del segno       ne ad alcuni tra i disegni noti dell'artista
                                      grafico, dall'andamento verticale della       (ill. 2). Lineamenti, naso e sguardo cor­
                                      composizione e anche dalla violenta           rispondono      a   quelli    dello   stesso
                                      lotta, corpo a corpo, tra i due cavalli. La   Minardi, che si è dunque autoritratto. Il
                                      scena potrebbe essere legata a un qual­       foglio, come testimonia l'iscrizione in
                                      che episodio della Gerusalemme Liberata       inglese sul verso, proviene da un taccui­
2. Tommaso Minardi, Volto di donna,   del Tasso, dalla quale Minardi trasse più     no di disegni smembrato.
Roma, G.N.A.M., inv. 5331/460/73
                                      volte ispirazione, come testimoniano                                                    f.g.

3. Tommaso Minardi, Combat-
timento tra Argante e Tancredi,
1819 ca., Roma, G.N.A.M., inv.
5331/805/320

4. Tommaso Minardi, Combat-
timento tra cavalieri, 1830-40,
Collezione Milano, inv. 84

                                                                                                                               27
20. Sante Nucci (1821­1896)
Allegoria della Pittura
Matita nera e inchiostro bruno a penna
su carta bianca quadrettata a penna, 197x213 mm.
Al recto: iscrizione a matita nera "Nucci"

21. Italia, 1810 ca.
Scena mitologica
Inchiostro marrone a penna su carta marrone chiaro, 287x238 mm.

                                                     autore è un artista neoclassico
                                              L'     attivo tra la fine del XVIII e la
                                              prima metà del XIX secolo, che si ispira,
     ante Nucci, pittore bolognese e fre­     a livello compositivo e stilistico, alla pit­
S    scante di opere a soggetto sacro in      tura mitologica di Nicolas Poussin
diverse chiese di area emiliana, elabora      (1594­1665), del quale sembra imitare in
in questo disegno un tondo con all'inter­     parte anche lo stile grafico. La scena è
no una figura femminile intenta a dipin­      forse riferibile a Cerere, divinità del
gerne un'altra sopra una tela poggiata su     lavoro agricolo e della fertilità. Le figure
cavalletto. Si tratta della personificazio­   al centro sono impegnate nella potatura
ne della Pittura, con una tavolozza e         e nella raccolta delle messi e la donna in
affiancata da un amorino. Eseguito a          piedi, con un fascio di spighe su una
matita nera, l'artista ha solo in parte       spalla, potrebbe rappresentare la dea
ripassato il disegno a penna, limitandosi     stessa. Il segno svelto e l'estrema ridu­
ai contorni principali e quadrettandolo       zione di elementi descrittivi della rap­
per la successiva trasposizione in pittura.   presentazione sono la prova di un'esecu­
L'opera di cui il nostro foglio è studio è    zione immediata, forse con l'intenzione
da rintracciare nella decorazione di          di copiare velocemente un originale pit­
palazzi signorili in area bolognese o in      torico o di fissare con rapidità sulla carta
opere di piccolo formato destinate ad         una prima idea compositiva.
ambienti privati.                                                                      f.g.
                                       f.g.

28
22. Michelangelo Grigoletti (1801­1870). Ambito di
Ritratto di giovane donna
Matita nera su carta preparata beige, 113x161 mm.

      opo un avvio di stampo neoclassi­
D     co, Grigoletti ottenne successo in
Italia e anche fuori, in particolar modo in
Austria, dove fu molto apprezzato per le
sue composizioni accademiche sacre e
profane. Fu professore all'Accademia di
Venezia dal 1839. Le sue opere più note­
voli sono i ritratti, dove esibisce tutte le
sue capacità di penetrazione psicologica
ed efficacia espressiva, in linea con la
grande tradizione della ritrattistica vene­
ta del secolo precedente. L'autore del
foglio ha una mano diversa, finissima e
per molti aspetti anche superiore a quel­
la del Grigoletti nei suoi disegni, ma è
accostabile al suo stile. La giovane donna
ritratta   ha   un    viso     aggraziato     e
un'espressione       gentile    e   dimessa.
L'elevato livello di dettaglio è unito a una
delicata attenzione per i passaggi chiaro­
scurali.
                                            f.g.

                                                     29
23. Philipp Haarlem (1770­1840)
Il pascolo, 1820­1825 ca.
Matita nera su carta bianca con filigrana, 374x229 mm.

24. Francia. Metà Ottocento
Veduta di Parigi con l' Hôtel de Sens, dicembre 1842
Matita nera, inchiostro bruno a penna, inchiostri policromi ad acquerello e
biacca su carta bianca, 262x205 mm.
Firmato e datato al recto in basso a sinistra a penna: “CD X. Bre 1842"

       architetto inglese Philipp Haarlem             autore è un artista francese, le cui
L'     ha realizzato una moltitudine di        L'     iniziali, "CD" sono in attesa di iden­
progetti per ville e cottages, particolar­     tificazione. Il foglio offre un'ariosa e reali­
mente in Essex e Sussex. Haarlem era soli­     stica veduta di una strada di Parigi in un
to studiare l’ambiente prima di procedere      tardo pomeriggio del dicembre 1842. Sullo
al progetto dell’edificio. Il nostro foglio,   sfondo è identificabile l'Hôtel de Cluny,
una veduta in cui paesaggio e architettura     nel cuore del quartiere latino, importante
si fondono, è in realtà una visualizzazione    esempio di architettura gotica civile e oggi
della collocazione di un cottage. L’occhio     sede del Musée National du Moyen­Age
architettonico di Haarlem, che era anche       Thermes de Cluny. L'artista è particolar­
impegnato nella realizzazione di parchi e      mente interessato a dare risalto ai valori
giardini, non lascia tuttavia molto spazio     atmosferici e ai contrasti luministici. La
al naturale: la composizione è ricercata­      quotidianità della vita cittadina è ben resa
mente equilibrata, alberi ed edificio sono     grazie all'inserimento di poche ma calco­
tutti alla medesima altezza e la coppia di     late figure e alla gustosa indagine dei più
mucche sulla destra è un espediente per        disparati particolari, come le leggibili
riempire uno spazio altrimenti vuoto.          insegne e le incrostazioni sui muri.
                                        f.g.                                              f.g.

30
25. Hudson River School. (Albert Bierstadt ?)
                                        Guado dopo la tempesta, 1860 ca.
                                        Punta metallica, matita nera, bistro, sfumino, biacca a penna
                                        su carta preparata grigia, 350x218 mm.

1. Albert Bierstadt, Among the Sierra
Nevada Mountains, Washington,
National Museum of American Art

                                              uesto splendido disegno unisce a          narrando gli incontaminati paesaggi
                                        Q     evidenti suggestioni romantiche           dell'Ovest, esibisce nei suoi grandi dipinti
                                        una precisione e una pulizia del segno          un intenso luminismo, con il sole spesso
                                        grafico davvero notevoli. Tra i vedutisti       incorniciato da nubi, un nitore e un'accu­
                                        dell'Ottocento con queste caratteristiche       ratezza nella resa del paesaggio tra i più
                                        e dall'enfasi ancora romantica ci sono i        efficaci di tutta la pittura dell'Ottocento,
                                        pittori della Hudson River School, tutti        riscontrabili anche nel nostro foglio.
                                        accomunati da un forte interesse per il         L'autore del disegno, interessato a esalta­
                                        paesaggio e per gli effetti di luce. Tra que­   re la natura e ogni effetto della luce, fa un
                                        sti Albert Bierstadt (1830­1902), nato in       largo e virtuoso uso della biacca per sotto­
                                        Prussia e cresciuto negli Stati Uniti, è        linearne ogni vibrazione, nel cielo, nell'ac­
                                        quello che più si avvicina al nostro dise­      qua, nei contorni di figure e animali.
                                        gno (ill. 1). Bierstadt, che viaggiò molto in                                            f.g.
                                        Germania, Svizzera, Italia e Stati Uniti,

                                                                                                                                  31
26. Antonio Senape (1788­1842)
Popolo di Capri, 1825­1830 ca.
Matita, bistro e inchiostro di noce a penna su carta, 265x178 mm.
Intitolato al verso: "Villaggio di Capri"
Bibliografia: Smolizza 2007, cat. 63

     enape ottiene un grande successo            delle tinte in una elaborata composizio­
S    come disegnatore di paesaggi urbani         ne di segni, sempre particolarmente ele­
e costieri del regno di Napoli, dove lavo­       gante. Realizzato a matita, nella metà
ra tra il 1820 e il 1840 e dove risiederà fino   prossima all'osservatore, è abbozzato
alla morte, sopraggiunta nel 1842. Tra le        principalmente nei toni della terra, men­
sue opere vi è un gruppo di 100 vedute,          tre il popolo, nel fondo, si alza fino al
appartenente ad una collezione califor­          cielo in una soluzione di bistro che a
niana. Il nostro foglio, di qualità real­        colpo d’occhio sembra azzurro: il telaio
mente eccezionale, si può datare per lo          dominato dalla cima del Vesuvio si perde
stile negli anni 1825­1830, quando l'arti­       nell'orizzonte, confondendo intenzio­
sta cercava il modo di restituire gli effet­     nalmente paesaggio e volta celeste.
ti luministici variando il tono e il colore                                            s.g.

32
27. Jean­Baptiste Millet (1831­1906)
                                     Paesaggio con villaggio sullo sfondo
                                     Inchiostro bruno a penna su carta bianca applicata su cartoncino,
                                     riquadrato in origine con carta dorata, 236x174 mm.
                                     Al recto: firmato "J. Bapt. Millet"; numero "233" incollato in basso a destra
                                     Al verso: iscrizioni a matita nera "J. Bapt Millet né a Greviglie [...]
                                     Peintre e graveur eléve de son frere J. F. Millet"

1. Jean-Baptiste Millet, Paesaggio
estivo con la casa dell'artista a
Grucy, 1871ca,    Londra, British
Museum, inv. 2004,1030.5

                                         ean­Baptiste Millet, nato a Gréville, fu   La visione di derivazione romantica della
                                     J   fratello minore, allievo e collaboratore   natura si traduce negli intensi contrasti del
                                     del più noto pittore Jean­François. Pittore    nostro foglio, non esente da un crudo reali­
                                     di genere e di paesaggi, incisore e disegna­   smo memore della lezione di Courbet. Gli
                                     tore, molti suoi acquerelli sono stati espo­   alberi e i massi sono qui i reali protagonisti,
                                     sti nel 1876 alla seconda esposizione          in un primo piano di tale presenza scenica
                                     impressionista di Parigi, alla Galleria        che sembra voler umanizzare la stessa
                                     Durand­Ruel. L'ascendente del fratello è       natura e far gridare all'artista il sentimento
                                     evidente nei suoi disegni, che prediligono     di totale trasporto nei confronti di essa.
                                     le tematiche tipiche della Scuola di                                                        f.g.
                                     Barbizon, come scene di pascolo e di puro
                                     paesaggio (ill. 1).

                                                                                                                                 33
28. Osmond Romieux (1826­1908)
Veduta di una spiaggia con forte nelle isole Lerins
Matita nera, acquerello bruno e gesso bianco su carta beige, 180x120 mm.
Al recto: firma in basso a destra: "O. Romieux"; Al verso: "202 Lerins"

29. Robert Henry Cheney (1801­1866)
Paesaggio di campagna con fiume
Matita nera, inchiostro bruno a penna e ad acquerello
su carta bianca, 330x220 mm.

                                                     pecializzato in paesaggi, Cheney ha
                                                 S   sperimentato anche le possibilità
                                                 espressive delle prime tecniche fotografi­
                                                 che. Il nipote e fotografo inglese Alfred
                                                 Capel­Cure, trasse dai negativi dello zio
                                                 alcune stampe (ill. 1). Nel disegno, è pro­
                                                 prio con sensibilità fotografica che l’arti­   1. Robert Henry Cheney, Guy-
                                                                                                scliffe, 1850-60, stampa fotografi-
                                                 sta usa la tecnica "a risparmio", sfruttando   ca di Alfred Capel-Cure, Mont-
                                                 il bianco della carta, mentre per altri sce­   real, Collection Centre Canadien
                                                                                                d'Architecture
                                                 glie di grattar via il colore già assorbito,
                                                 come nel caso delle lingue di luce sulla
       smond Romieux fu un ufficiale             poppa della barca, nell'acqua sottostante
O      di marina francese, capitano di           e sulle spalle dell'uomo. Il disegno è stato
fregata, noto per i numerosi disegni             eseguito in Italia, soggetto di centinaia di
eseguiti nel corso dei suoi viaggi in            vedute di Cheney (ill. 2). Sul bordo infe­
ogni parte del mondo. Il foglio, fir­            riore si legge, confusa con i segni d’erba e
mato, fa parte di una serie di vedute            i cespugli, la scritta "Ravenna".              2. Robert Henry Cheney, Veduta
                                                                                                di Paullo, vicino Milano, mercato
realizzate lungo la costa francese. La                                                   f.g.   antiquario (Christie's)
scena ritrae tre pescatori su una
spiaggia che ritirano la rete dal
mare, sullo sfondo un fortilizio di ori­
gine, forse, medievale.
L'artista si sofferma a descrivere con
delicata sensibilità gli effetti di luce sulla
sabbia, sulle figure, sulle architetture e
nel cielo, dove banchi di nuvole digrada­
no in profondità. Il mondo narrato da
Romieux ha il tono malinconico di chi sa
che difficilmente tornerà negli stessi luo­
ghi, dei quali l'unica e sbiadita traccia
rimarranno i disegni eseguiti sul posto.
                                          f.g.

34
30. Albert Goodwin (1845­1932)
                                   Rovine a Canterbury
                                   Matita nera, gesso bianco su carta bianca, 350x254 mm.
                                   Iscrizioni al recto: "Canterbury"; "Albert Goodwin"

1. Albert Goodwin, Veduta di
Mont St. Michel, Londra, British
Museum, inv. 1940,0713.19/n
Centre Canadien d'Architecture.

                                         ittore   e   acquarellista   inglese,   tecniche dell'acquerello, utilizzando in
                                   P     Albert Goodwin fu membro della          vario modo e a volte in contemporanea
                                   Royal Watercolour Society. Nato a             tempere, inchiostri a penna, gessi e
                                   Maidstone, si sviluppa nell'ambiente          pastelli, su carte bianche oppure colora­
                                   artistico generato dalle teorie di Ruskin     te. Il Maidstone Museum and Art
                                   e dei Preraffaelliti. Frequenta lo studio     Gallery possiede la più ricca collezione
                                   di Arthur Hughes, poi Ford Madox              delle sue opere. Disegni e pitture di
                                   Brown, e infine diventa allievo di            Goodwin sono anche al British Museum
                                   Ruskin. Nonostante i Preraffaelliti non       (ill. 1).
                                   fossero in primo luogo pittori di paesag­     Il disegno, eseguito a matita nera con
                                   gio, la loro maniera di dipingere diretta­    lumeggiature di gesso, raffigura rovine
                                   mente dalla natura influenzò molti arti­      medievali tuttora visibili, situate non
                                   sti   contemporanei.      I   paesaggi   di   lontano dal grande complesso della cat­
                                   Goodwin, molte sono le vedute italiane,       tedrale di Canterbury.
                                   sono sempre pervasi di un fascino poe­                                             f.g.
                                   tico che si eleva al di sopra del mero
                                   descrittivismo. Ha sperimentato tutte le
31. Louis Boller (1862­1896)
Paesaggio con alberi
Matita nera, acquerello bruno su carta marrone chiara, 283x113 mm
Al recto: iscrizione a matita nera in tedesco relativa all'artista; al verso: "64, Boller…"

     ouis Jacob Ludwig Willhelm Boller
L    si forma a Francoforte sotto la
guida di Julius Welsch e in seguito allo
Stadelschen Kunst­Institut di Heinrich
Hasselhorst. Nel 1844­46 frequenta
l'Accademia di Karlsruhe, dove studia
con Hermann Baisch. Si trasferisce poi a
Monaco, dove è molto apprezzato come
paesaggista. Tra il 1891 e il 1895 viaggia
tra la Galizia, la Polonia e la Russia.
Il disegno riproduce un paesaggio con
alberi in una veduta di largo formato,
con un utilizzo sicuro dell'acquerello e
un risultato pittorico, accentuato dal­
l’uso di una analoga tonalità di carta e
inchiostro, che lascia trapelare influenze
dalla coeva pittura impressionista.
                                          f.g.

36
32. Artista tedesco attivo a Roma. 1830­1840 ca.
Dinnanzi alla casa padronale
Matita nera su carta bianca, 250x167 mm.

    l foglio, di altissima qualità, va dato ad   Studi sulla pittura europea di paesaggio
I   un autore tedesco attivo a Roma nella        del Lazio, ove sono esposti soprattutto
prima metà dell’Ottocento. La amplissima         disegni dell'800 e '900, oltre alla donazio­
comunità di pittori tedeschi faceva perno        ne dell'artista Heinz Hindorf ed alla colle­
su alcune eminenti personalità attive nella      zione delle stampe delle Vedute Romane
capitale già da fine Settecento, come            di Joseph Anton Koch.
Tischbein, e fu centrale nella nascita di        A questo nucleo conviene riferirsi per
due movimenti paralleli ai Preraffaelliti        identificare il nostro autore, che si segna­
inglesi: i Nazareni e i Puristi. Una delle       la per la compostezza formale ed uno
mete favorite dei tedeschi era Olevano           spiccato interesse per i costumi popolari,
Romano, nella campagna laziale. Tra i            condiviso allora a Roma con Bartolomeo
primi a visitare Olevano è il tirolese           Pinelli. Nel segno nitido e fitto è evidente
Joseph Anton Koch. Tra gli altri artisti         la mano di un esperto incisore. La veduta
spiccano Jean­Baptiste Camille Corot,            è di genere fantastico, ed unisce opportu­
Friedrich von Olivier e Franz Theobald           namente architettura antica, natura
Horny morto giovanissimo e sepolto nella         (sapientemente impostata con ritmo clas­
chiesa di san Rocco. Nei pressi del centro       sico) e vita popolare.
del paese è visitabile il Museo­Centro                                                  m.s.

                                                                                          37
33. Conrad H. R. Carelli (1869­1950)
Fortilizio con popolani su un ponte, 1898­1902 ca.
Inchiostro nero acquerellato correlato su carta bianca, 250x151 mm.
Firmato al recto: "Conrad H. R. Carelli; al verso: numero "33" ritoccato
Bibliografia: Smolizza 2007, p. 301

     arelli   fu    allievo   di    William     numero 33, di un gruppo di più acquerelli,
C    Bouguereau e di Tony Robert­Fleury         forse un tempo raccolti in un album a sog­
alla Académie Julian nel 1889. Fu uno dei       getto orientale. Da Venezia a Istanbul, da
più apprezzati acquarellisti del suo tempo      ariosi paesaggi arroccati sui monti a detta­
e l'ultimo grande pittore di vedute orienta­    gli di architettura e scene di mercato, gli
li. A lui si devono anche molte delle imma­     acquerelli di Carelli ci raccontano le sue
gini più vitali del Meridione d'Italia, spes­   prime impressioni, sempre focalizzate su
so brulicanti di personaggi. Carelli predili­   dettagli ed effetti di luce
ge le vedute a distanza con figure che          Riproduciamo il solo disegno, mentre le
costituiscono un naturale complemento al        dimensioni riportate a capo pagina si
paesaggio. Una particolare eleganza rive­       riferiscono al foglio, con margini bianchi
lano i suoi lavori monocromi, come il           molto ampi, su cui è realizzato.
nostro disegno. Esso faceva parte, con il                                               f.g.

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34. Willelm Bastian Tholen (1860­1931)
Paesaggio boschivo
Carboncino nero e gesso bianco su cartoncino, 309x208 mm.
Al recto in basso a destra, siglato a carboncino: "TH"
Bibliografia: Smolizza 2007, p. 290

        illelm Bastian Tholen, nativo di      prio enfant prodige, stimatissimo dai pitto­
W       Amsterdam, fu pittore, disegnato­     ri dell'Aja. Il disegno, che faceva parte di
re e incisore. Proviene da una famiglia di    una serie di studi autografi del Tholen, è
artisti, che visse a Kampen dal 1864, dove    eseguito a carboncino e gesso con un trat­
l'artista divenne amico del giovane Jan       to mosso e vigoroso. Raffigura un bosco
Voerman,      con     il   quale     entrò    nei suoi elementi essenziali e di prima per­
nell'Accademia di Amsterdam nel 1876. Fu      cezione agli occhi dell'artista, in un'alter­
allievo di P.J.C. Gabriel e abitò a lungo a   nanza di vuoti e pieni che dona profondità
Scheveningen, dipingendo le campagne          e dinamismo. Il chiaroscuro molto accen­
circostanti con colori corposi e spesso       tuato, l'estrema semplificazione formale e
cupi, in opere di grande formato esposti      una visione cupa e dal sapore quasi espres­
anche ai Salons parigini. Con uno di essi     sionista, denotano un'intenzione astrattiva
vinse la terza medaglia all'Esposizione       e di tipo antinaturalistico che non rimarrà
Universale del 1889. Tholen può essere        senza conseguenze sulle ricerche del
considerato il maggiore paesaggista olan­     primo Mondrian.
dese a cavallo tra Otto e Novecento e in                                               f.g.
patria fu riconosciuto come un vero e pro­

                                                                                        39
35. Theo van Rysselberghe (1862­1926)
Alberi a bordo di una scogliera, 1900­1902
Carboncino su carta crema, 330x420 mm.
Al verso: sigillo dell'Atelier van Rysselberghe
Bibliografia: Smolizza 2007, cat. 94

                                                             fino al 1887 si distin­
                                                             gue come puntini­
                                                             sta. Dal 1895, con
                                                             Henry van de Velde
                                                             promuove il rinno­
                                                             vamento delle arti
                                                             decorative,      impe­
                                                             gnandosi nel dise­
                                                             gno     di     cartelli,
                                                             mobili,      ornamenti
                                                             tipografici, gioielli di
                                                             stile nouveau e, con
                                                             un grande ciclo pit­
                                                             torico, rivoluziona la
                                                             decorazione murale.
                                                             E' inoltre un perso­
                                                             naggio centrale nella
                                                             vita letteraria parigi­
                                                             na e in particolare
                                                             per Gide, Fénéon,
                                                             Maeterlinck e del
                                                             gruppo di Ver hae ­
                                                             ren. Lo splendido
    ittore   e   decoratore   olandese
P   neoimpressionista, proveniente
                                           foglio proposto, databile nel primo
                                           biennio del XX sec e caratterizzato dal­
da una famiglia dell'alta borghesia di     l'idea di semplificazione della visione,
Gent, composta prevalentemente da          rappresenta, nella forte contrapposi­
architetti, van Rysselberghe è alunno      zione del chiaroscuro, nel taglio limpi­
di Canneel e di Portales. Partecipa alla   do del paesaggio e nel gioco dei piani
fondazione del gruppo dei XX e della       architettonici, un perfetto esempio di
Libre Esthétique. Partecipa a svariate     estetica modernista, prossima ai lavori
mostre e nel parigino Salon des            contemporanei di un altro dei padri
Indépendants. Con Seurat, Cross e          del movimento moderno, Mondrian.
Pissarro si accosta al divisionismo e                                            s.g.

                                                                                  41
36. Francia. 1820­30 ca.
Ragazzo in lacrime
Matita nera e matita rossa su carta beige applicata su cartoncino azzurro, 142x176 mm.

37. Francia. 1850 ca.
Scena di battaglia al porto
Matita nera, inchiostro nero a penna e bistro su carta bianca, 235x167 mm.

     l disegno, eseguito con la combina­
I    zione della matita nera e di quella            a presenza dell'insegna con la scor­
rossa, è riconducibile, per l'attenzione
al dato naturalistico e per motivi stilisti­
                                               L    retta dicitura "Tratoria" indica un
                                               riferimento italiano, ma lascia ipotizzare
ci, ad artista francese operante nei           la mano di un artista d'oltralpe e lo stile è
primi decenni dell'Ottocento. L'opera è        accostabile a quello di tante scene di bat­
priva della freschezza e dell'immedia­         taglie eseguite da artisti francesi intorno
tezza di uno studio dal vero fine a se         alla metà dell'Ottocento. Vi si riconosce
stesso ed è probabile che si tratti di uno     una località portuale, dove si svolge uno
studio preparatorio per un dipinto con         scontro tra militari francesi, come si com­
scena di genere o per una qualche stam­        prende dalle uniformi, e civili. La dispari­
pa, come suggeriscono il segno preciso         tà di forze è stigmatizzata nella contrap­
e incisivo, il tratteggio insistente e l'at­   posizione tra il fucile e il pugnale al cen­
tenzione al dato chiaroscurale. Molto          tro della scena. La composizione è molto
vicino ai numerosi disegni dello sculto­       equilibrata, con gli edifici in funzione di
re    Edmé   Bouchardon       (1698­1792),     quinte teatrali e l'apertura al centro che
potrebbe anche trattarsi di derivazione        fornisce luce all'episodio e ne esalta la
da una incisione del Settecento.               drammaticità.
                                        f.g.                                            f.g.

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