CORPUS DOMINI 2020 Settimana di preparazione alla solennità del - Per una preghiera in famiglia

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CORPUS DOMINI 2020 Settimana di preparazione alla solennità del - Per una preghiera in famiglia
Parrocchia Nostra Signora del SS Sacramento e SS Martiri Canadesi

Settimana di preparazione

       alla solennità del
     CORPUS DOMINI 2020

       Per una preghiera in famiglia
             all’ora dei pasti
Corpus Domini, la festa di Gesù che si fa pane
Festa della fede, perché la vivifica e la rafforza, ma soprattutto festa
del Signore e dell’Eucaristia, il Corpus Domini – o come viene
chiamata in alcuni Paesi, Corpus Christi – richiama alla memoria il         2
mistero dell’Incarnazione e lo perpetua, perché Gesù resta sempre
con noi.

Gesù si è fatto uomo come noi e al tempo stesso, diventando come
noi, ha reso possibile la “divinizzazione” dell’uomo. È dal mistero
dell’Incarnazione che si deve partire per conoscere a fondo questa
solennità dedicata ai Santissimi Corpo e Sangue di Cristo, che
riassume in sé tutto il mistero della salvezza ed è, quindi, sintesi
dell’Anno liturgico. Cristo, per assicurare all’uomo questa speciale
identità, si fa pane: ecco, allora, che l’Eucaristia diventa una sorta di
continuazione storica dell’Incarnazione.

Origini e storia della festa del “Corpo di Cristo”
Nel 1207 una monaca agostiniana appena quindicenne, Giuliana di
Cornillon, di origini belghe, ha la visione di una luna piena con una
macchia opaca che la sporca. Gli esperti suoi contemporanei la
interpretano così: la luna piena simboleggia la Chiesa; la macchia
opaca è l’assenza di una festa che celebri specificamente il
Sacramento del Corpo di Cristo, l’Eucaristia. L’anno successivo la
stessa religiosa ha una visione più chiara, ma deve lottare molto per
far istituire la festa. Ci riuscirà solo nel 1247, quando il vescovo di
Liegi Roberto de Thourotte istituirà la festa per la sua diocesi. Sono
gli anni in cui la Chiesa combatte l’eresia di Berengario di Tours
secondo il quale la presenza di Cristo nell’Eucaristia è solo simbolica
e non reale. Berengario, poi, ritratterà, e così la Chiesa stabilirà la
presenza di Gesù nell’Eucaristia come dogma di fede. La festa verrà
poi estesa a tutta la Chiesa nel 1264 ad opera del papa Urbano IV, già
arcidiacono di Liegi, che incaricherà Tommaso d’Aquino di
comporre i testi della messa e dell’ufficio divino.

L’Eucaristia al centro del mistero
                                                                          3
Il protagonista di questa celebrazione è il Signore Gesù. Abbiamo già
detto come il Corpus Domini sia la festa dell’Eucaristia e come
questa sia il prolungamento dell’Incarnazione. L’Incarnazione e
l’Eucaristia sono quindi lo stesso mistero. Inoltre, avere fede che
l’Eucaristia in quanto presenza viva di Cristo sia un mistero è una
condizione essenziale per accostarvisi con cuore puro. Un mistero, in
quanto tale, non può essere compreso neppure dalle più erudite
interpretazioni teologiche, ma va semplicemente accolto e
contemplato con amore: per questo si è diffusa nei secoli la pratica
dell’adorazione del Santissimo Sacramento, cioè di Gesù Eucaristia.
L’Eucaristia racchiude l’opera di salvezza realizzata da Cristo e ci
permette di pregustare la pienezza della gloria celeste.

La celebrazione del Corpus Domini
Il Corpus Domini è una festa mobile, che il calendario fissa al giovedì
(o alla domenica per alcuni Paesi) della seconda settimana dopo la
Pentecoste o, più semplicemente, al giovedì (o alla domenica)
successiva alla SS. Trinità. Essendo diventata una delle feste più
popolari della cristianità, viene spesso celebrata con imponenti
processioni, tradizione introdotta da Giovanni XXII nel 1316. Fino a
pochi anni fa, a Roma si svolgeva una solenne processione, che il
Papa guidava da San Giovanni in Laterano fino a Santa Maria
Maggiore.
LUNEDI’ 8 giugno

All’ora stabilita ci si trova insieme attorno alla tavola preparata con tovaglia,
stoviglie, acqua-pane-vino (o altra bevanda), un cero acceso e, accanto, dei fiori.

Il papà o la mamma iniziano con il segno di croce, e invitano tutta la famiglia a
ringraziare il Signore per alcune cose avvenute in giornata, o nella giornata         4
precedente. Ad ogni intervento si risponde insieme: BENEDETTO SEI TU, SIGNORE!

Ascoltiamo la Parola di Dio dal libro degli ATTI DEGLI APOSTOLI (2, 42-47)

I cristiani erano perseveranti nell'insegnamento degli apostoli e nella
comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere... Un senso di timore
era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i
credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le
loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di
ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando
il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di
cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Parola di Dio

Come i cristiani delle prime comunità anche noi possiamo prendere i nostri pasti
con gioia…Via perciò i musi lunghi e perdoniamoci se ce ne fosse bisogno, perché
non si sta a tavola da “divisi”…

Poi si prega così:

Papà: Benedetto sei tu, Signore, Dio dell’universo, dalla tua bontà abbiamo
ricevuto questo cibo, frutto della terra e del lavoro di tanti uomini e donne,
e anche nostro.
Mamma: Benedetto sei tu, Gesù, Signore della vita: tu hai voluto farci dono
del tuo Corpo e del Tuo Sangue proprio durante un pasto insieme ai tuoi
amici.
Figlio 1: Benedetto sei tu, Spirito Santo: con la tua presenza nella nostra
storia trasformi pane e vino nel Corpo e Sangue di Gesù. Con la forza del
sacramento dell’Eucaristia tu nutri noi tuo popolo e ci fai diventare “Tuo
Corpo” che vive nella storia.
Figlio 2: Guarda ora alla nostra famiglia e donaci di crescere nell’Amore
anche attraverso questo pasto che condividiamo.
Figlio 3: Gesù, guarda anche a tutti i poveri che non hanno da mangiare, ai   5

bambini che muoiono di fame: fa' che per tutti possa arrivare il giorno in
cui mangiare in pace e vivere nella serenità.
TUTTI: Benedici, Signore, questo cibo che ora mangiamo insieme, nel
nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

                             Buon appetito!
MARTEDI’ 9 giugno

All’ora stabilita ci si trova insieme attorno alla tavola preparata con tovaglia,
stoviglie, acqua-pane-vino (o altra bevanda), un cero acceso e, accanto, dei fiori.

Il papà o la mamma iniziano con il segno di croce, e invitano tutta la famiglia a
ringraziare il Signore per avere la possibilità di nutrirsi. Sarebbe bello pensare ai    6
vari cibi che si consumeranno: da dove vengono? Chi li ha procurati? Quanto sono
costati? Con quali soldi sono stati acquistati? Sono frutto del lavoro di papà e
mamma. Ringraziamo il Signore per ciò che abbiamo: ad ogni intervento
rispondiamo dicendo BENEDETTO SEI TU, SIGNORE!

Poi si ascolta la Parola di Dio:

Ascoltiamo la Parola di Dio dalla PRIMA LETTERA DI PAOLO AI CORINZI
(11, 20 ss.)
Quando vi radunate insieme, il vostro non è più un mangiare la cena del
Signore. Ciascuno infatti, quando siete a tavola, comincia a prendere il
proprio pasto e così uno ha fame, l'altro è ubriaco... Volete gettare il
disprezzo sulla Chiesa di Dio e umiliare chi non ha niente? Che devo dirvi?
Lodarvi? In questo non vi lodo!
Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il
Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver
reso grazie, lo spezzò e disse: "Questo è il mio corpo, che è per voi; fate
questo in memoria di me". Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese
anche il calice, dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue;
fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me". Ciascuno,
dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva dal calice; perché
chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la
propria condanna. Parola di Dio.

Il papà o la mamma possono dare una breve spiegazione:
Ai tempi di S. Paolo, i cristiani si radunavano nelle case per celebrare la Messa, che
Paolo chiama “cena del Signore”; prima, però, mangiavano insieme la cena,
condividendo il cibo che ognuno portava. Ma a Corinto non succedeva così: i più
ricchi mangiavano i loro cibi da soli o con i loro cari, senza condividerli con gli altri;
così, i più poveri non mangiavano niente (o quasi). Di conseguenza, la Messa che
seguiva a questa cena non era più la “cena del Signore”, non era più un segno di
unità e di condivisione, ma era un insulto al Signore, era un disprezzare il Signore
presente nei membri più poveri della comunità. Per questo, Paolo rimprovera i                7
cristiani di Corinto. Oggi, i poveri ci sono ancora e noi cristiani dobbiamo
provvedere a loro, condividendo anche il “poco” che abbiamo.

Prima di mangiare, pensiamo e preghiamo per coloro che non possono mangiare
tutti i giorni…

È facendo come Gesù,                         Ma esiste anche il pane nero,
dividendo il pane,                           quello della povertà,
che possiamo essergli testimoni,             della sofferenza,
renderlo riconoscibile ed essere,            della solitudine, della disperazione:
per coloro che ci circondano,                anche questo dobbiamo prenderlo
dei segni di speranza.                       e condividerlo.
Attorno a noi,
                                             Senza la condivisione
il pane da spezzare non manca.
                                             e la comunione a questo pane,
Non si tratta solo del pane
                                             non c'è vita cristiana.
che nutre il corpo.
                                             Se non arriveremo alla condivisione
Ci sono molte altre specie di pane:
                                             rischieremo di essere vicini a Cristo,
il buon pane bianco
                                             camminare accanto a lui senza
dell'amicizia, dell'accoglienza,
                                             riconoscerlo.
del rispetto, dell'aiuto reciproco,
della giustizia, della libertà...
Tutto questo è buono,                        (Card. Kim)
tutto questo
deve essere condiviso tra gli uomini,
tutto questo
è oggetto di una comunione
nella quale gli uomini
si ritrovano fratelli.

                                   Buon appetito!
MERCOLEDI’ 10 giugno

All’ora stabilita ci si trova insieme attorno alla tavola preparata con tovaglia,
stoviglie, acqua-pane-vino (o altra bevanda), un cero acceso e, accanto, dei fiori.

Il papà o la mamma iniziano con il segno di croce, e invitano tutta la famiglia a
                                                                                         8
ringraziare il Signore per tutti i doni che lui ci fa attraverso ogni componente della
famiglia: papà, mamma, figli, nonni… Ad ogni intervento si risponde insieme:
BENEDETTO SEI TU, SIGNORE!

Poi si ascolta la Parola di Dio:

Ascoltiamo la Parola di Dio dal VANGELO DI GIOVANNI (6, 1 ss)
Una grande folla seguiva Gesù perché vedeva i segni che compiva sugli
infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli… Alzàti
gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: "Dove
potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?". Diceva
così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per
compiere. Gli rispose Filippo: "Duecento denari di pane non sono sufficienti
neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo". Gli disse allora uno dei
suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: "C'è qui un ragazzo che ha
cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta
gente?". Rispose Gesù: "Fateli sedere". C'era molta erba in quel luogo. Si
misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù
prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo
stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai
suoi discepoli: "Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada
perduto". Parola del Signore.

Il papà o la mamma possono dare una breve spiegazione:
Un ragazzo protagonista, con Gesù, del miracolo del pane! La generosità, la
disponibilità di quel ragazzo permette a Gesù di sfamare tantissime persone, e poi
di fare una speciale “catechesi” sull’Eucaristia (cfr. tutto il cap 6 del Vangelo).
Siamo invitati oggi a mangiare insieme pensando alla virtù della generosità: quella
di Dio per noi… quella dei genitori per i figli… quella nostra, di noi qui presenti,
verso chi avesse bisogno di noi.

E allora preghiamo insieme:
                                                                                       9
Padre, donaci di tornare tutti             La nostra vita non sia mai
a guadagnarci il pane                      fine a se stessa,
con le nostre mani,                        ma abbia in sé il segno dell'eterno.
e a gustare quanto sia buono               Donaci il gusto di vivere
il pane.                                   per dar più colore al mondo,
Donaci grandi ali per volare               alle sue speranze e ai suoi sogni,
e piedi forti per camminare.               se sono anche i tuoi, Signore.
Donaci un cuore grande                     E grazie perché, avendoci fatti
che assomigli al tuo                       simili a te,
e sia capace di contenere l'universo.      ci dai la certezza che, con te,
Donaci anche mani belle, tenere,           possiamo fare grandi cose.
delicate, pronte a toccare                 Amen.
e a curare le ferite del mondo
e ad accarezzare i volti e i cuori.

                                Buon appetito!
GIOVEDI’ 11 giugno

All’ora stabilita ci si trova insieme attorno alla tavola preparata con tovaglia,
stoviglie, acqua-pane-vino (o altra bevanda), un cero acceso e, accanto, dei fiori.

Il papà o la mamma iniziano a fare il segno di croce, e invitano tutta la famiglia a
                                                                                           10
ringraziare il Signore per la Chiesa, la parrocchia e, nella parrocchia la messa, il
catechismo, e tutte le altre attività che essa propone… Ad ogni intervento si
risponde insieme: BENEDETTO SEI TU, SIGNORE!

Poi si ascolta la Parola di Dio:

Ascoltiamo la Parola di Dio dal VANGELO DI GIOVANNI (6, 26-29)
Gesù disse: "In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete
visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete
saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che
rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il
Padre, Dio, ha messo il suo sigillo". Gli dissero allora: "Che cosa dobbiamo
compiere per fare le opere di Dio?". Gesù rispose loro: "Questa è l'opera di
Dio: che crediate in colui che egli ha mandato".
Parola del Signore.

Il papà o la mamma possono dare una breve spiegazione:
Dopo aver moltiplicato i pani e i pesci, Gesù parla a lungo con la gente e li aiuta ad
accogliere Lui come il “Pane della Vita”, cioè come il cibo che ci serve per crescere
nella fede, nella speranza, nell’amore verso Lui e verso tutti. In questo breve
brano, due dettagli: un piccolo rimprovero di Gesù che può essere fatto anche a
noi che lo cerchiamo solo per i miracoli che vorremmo facesse, e una indicazione
per la nostra vita: credere in Lui, accogliere il suo vangelo, vivere come Lui vuole. Il
cibo che ci serve per questo è l’Eucaristia, è la messa e, nella messa, la comunione
sacramentale con Lui.

Lodiamo allora il Signore con la preghiera di benedizione che segue:
Papà:     Per il pane, presenza d’amore di Gesù tra noi:
Tutti     Sii benedetto, Signore.
Mamma: Per il pane, nutrimento divino offerto ai credenti:
Tutti     Sii benedetto, Signore.
Figlio:   Per il pane, che è il corpo del Cristo:                       11
Tutti     Sii benedetto, Signore.
Figlio:    Per il pane, che ogni giorno dà forza e coraggio al nostro
           cammino:
Tutti      Sii benedetto, Signore.
Papà:      Per il pane, che dona risurrezione e vita eterna:
Tutti      Sii benedetto, Signore.
Mamma: Per il pane spezzato che invita alla condivisione:
Tutti     Sii benedetto, Signore.
Figlio:    Per il pane spezzato che educa all’amore:
Tutti     Sii benedetto, Signore.
Figlio:   Per il pane, dal quale viene la pace del Cristo:
Tutti     Sii benedetto, Signore.
Figlio:   Per il pane, in cui Gesù si offre alla nostra fame di vita:
Tutti     Sii benedetto, Signore.

                              Buon appetito!
VENERDI’ 12 giugno

All’ora stabilita ci si trova insieme attorno alla tavola preparata con tovaglia,
stoviglie, acqua-pane-vino (o altra bevanda), un cero acceso e, accanto, dei fiori.

Il papà o la mamma invitano a fare il segno di croce, e invitano tutta la famiglia a
                                                                                       12
ringraziare il Signore per tutti i bambini che in tutte le parrocchie del mondo
hanno celebrato o celebreranno la Messa di prima comunione… Ad ogni
intervento si risponde insieme: BENEDETTO SEI TU, SIGNORE!

Poi si ascolta la Parola di Dio:

Ascoltiamo la Parola di Dio dal VANGELO DI GIOVANNI (6, 48-51)
Gesù disse: “Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la
manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo,
perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se
uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia
carne per la vita del mondo". Parola del Signore

Il papà o la mamma possono dare una breve spiegazione:
Gesù dice di se stesso IO SONO IL PANE DELLA VITA. Cosa voleva dire? Perché non
vi scambiate qualche impressione veloce, prima di mangiare, sulla vostra
esperienza di mangiare, di crescere… e anche il fare la comunione alla messa?
Perché Gesù dice di essere il “pane della vita”?... Pane e carne: Gesù anticipa qui
ciò che farà nella sua passione/morte…

Ringraziamo e preghiamo con queste parole:

                              Grazie, Signore,
     perché sei rimasto fra noi come pane spezzato per sfamare tutti.
    Perché nel tuo corpo frantumato, ci insegni come trovare la gioia.
  Perché nel tuo pane c’è la via per comprendere a cosa siamo chiamati.
     Perché nel tuo corpo ci chiedi di diventare Eucaristia per gli altri.
       Perché nella nostra debolezza, vuoi mostrare la tua potenza.
Ecco ciò che siamo.
                     Trasforma il nostro corpo nel tuo corpo.
                      Trasforma il nostro pane nel tuo pane.
                         Ed allora molti saranno sfamati
                             per la vita eterna. Amen
                                                                                       13

                                   Buon appetito!

SABATO 13 giugno

All’ora stabilita ci si trova insieme attorno alla tavola preparata con tovaglia,
stoviglie, acqua-pane-vino (o altra bevanda), un cero acceso e, accanto, dei fiori.

Il papà o la mamma invitano a fare il segno di croce, e invitano tutta la famiglia a
ringraziare il Signore per questi giorni di preghiera comune in preparazione alla
festa del Corpus Domini. Cosa ci è piaciuto di più? Diciamolo ad alta voce e ogni
volta ripetiamo: BENEDETTO SEI TU, SIGNORE!

Poi si ascolta la Parola di Dio:

Ascoltiamo la Parola di Dio dal VANGELO DI GIOVANNI (6, 53-58)
Gesù disse loro: "In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del
Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi
mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo
risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio
sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane
in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per
il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane
disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi
mangia questo pane vivrà in eterno". Parola del Signore.

Il papà o la mamma fanno questo invito:
Oggi non spieghiamo… Rileggiamo con calma questo brano del Vangelo e poi
                                                                                  14
facciamo 30 secondi di silenzio per far entrare bene dentro di noi le parole di
Gesù.
…….(silenzio)….

Ora preghiamo insieme:

Ti prendi cura di noi, Signore,
ci nutri con il Tuo corpo e il Tuo sangue
e con ogni mezzo ci unisci strettamente a Te.
Fa’ che non restiamo indifferenti e pigri
dinanzi a tanto amore!
Con quanto desiderio i piccoli
si attaccano al petto della madre
succhiando con le labbra il latte materno!
Fa’ che anche noi ci avviciniamo a questa mensa
e a questo calice spirituale con lo stesso ardore.
Fa’ che attiriamo a noi la grazia dello Spirito

e che l’unico dolore per noi
sia l’essere privati di questo cibo.
(San Giovanni Crisostomo)

          Buon appetito!
Il miracolo eucaristico di Bolsena
In un giorno imprecisato dell'anno 1263, forse nella tarda estate, giunse
alla chiesa di Santa Cristina (attuale santuario del miracolo eucaristico) un
                                                                                 15
sacerdote teutonico, al quale più tardi la tradizione attribuì un nome,
Pietro, e una città d'origine, Praga. Sempre secondo la tradizione, Pietro
aveva intrapreso il lungo e disagevole pellegrinaggio per sentirsi fortificato
nelle verità di fede che in quel momento mettevano in crisi la sua identità
di sacerdote, fra tutte la presenza reale di Cristo nell'eucaristia.
Nell'animo di Pietro il ricordo della martire Cristina, la cui fortezza non
aveva vacillato di fronte al martirio, aprì uno spiraglio. Dopo aver venerato
devotamente la tomba della santa, in quel luogo celebrò l'eucaristia. Di
nuovo i suoi dubbi cominciarono a turbargli la mente e il cuore; pregò
intensamente la santa perché intercedesse presso Dio di donargli quella
forza, quella certezza nella fede che l'avevano distinta nella prova estrema.
Al momento della consacrazione, mentre teneva l'ostia sopra il calice,
pronunciate le parole rituali, questa apparve visibilmente arrossata di
sangue che copiosamente stillava bagnando il corporale. Al sacerdote
mancò la forza di continuare il rito; pieno di
confusione e di gioia, avvolse le specie eucaristiche
nel corporale e si portò in sagrestia. Durante il
percorso alcune gocce di sangue caddero anche sui
marmi del pavimento e dei gradini dell'altare.
Ripresosi dallo sbigottimento, accompagnato dai
canonici di Santa Cristina e dai testimoni del
prodigio, Pietro si recò nella vicina Orvieto dove
temporaneamente soggiornava con la sua corte
papa Urbano IV, al quale confessò il suo dubbio
chiedendo il perdono e l'assoluzione. Il sommo
pontefice inviò subito a Bolsena Giacomo, vescovo
di Orvieto, accompagnato, secondo la leggenda, dai teologi Tommaso
d'Aquino e Bonaventura da Bagnoregio, per verificare il fatto e portare fino
a lui le reliquie.
Al ponte di Rio Chiaro, oggi ponte del Sole, avvenne l'incontro tra il
vescovo, che tornava da Bolsena con le reliquie del miracolo, e il papa che,
con il clero orvietano, i dignitari della sua corte e una grande folla agitante
rami di ulivo, gli si era processionalmente recato incontro. Genuflesso,
Urbano IV ricevette l'ostia e i lini intrisi di sangue, li portò, tra la
commozione e l'esultanza di tutti, nella cattedrale orvietana di Santa
Maria, e dopo averli mostrati al popolo, li pose nel sacrario. Del prete
teutonico non si seppe più nulla.                                                 16
Nello stesso tempo, durante la permanenza di Urbano IV a Orvieto, venne
istituita dal pontefice la solennità del Corpus Domini con la bolla
Transiturus de hoc mundo: l'11 agosto 1264 per il patriarcato di
Gerusalemme e l'8 settembre per la Chiesa universale. Inoltre, fu affidato
a Tommaso d'Aquino il compito di stendere officiatura e messa per la
nuova festività, stabilendo che questa venisse celebrata il giovedì dopo
l'ottava di Pentecoste.
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