Attenzione al divario: la pandemia da COVID-19 e le disparità nell'accesso alla salute

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Attenzione al divario: la pandemia da COVID-19 e le disparità nell'accesso alla salute
Attenzione al divario: la pandemia da COVID-19
          e le disparità nell’accesso alla salute

              Un focus sulla migrazione e le emoglobinopatie

*della Dott.ssa Androulla Eleftheriou

Senza dubbio il 2020 è stato, a causa della pandemia del coronavirus, uno degli anni più
movimentati e catastrofici nella storia recente. L’epidemia ha finora causato la morte di circa
1.800.000 persone e ne ha infettato più di 85 milioni, secondo i dati predisposti dalla Johns
Hopkins University1. Ha inoltre ribaltato da capo a piedi un numero impressionante di
esistenze, defraudato un’incredibile massa di individui della propria vita, intere nazioni e stati
della loro prosperità, e probabilmente ha cambiato il mondo per sempre. Simili conseguenze
si possono riscontrare solo in epoca di conflitti mondiali o generalizzati.

La risposta interna ed internazionale alla pandemia del Covid-19 ha raggiunto livelli inediti,
mentre il culmine dei vasti sforzi della ricerca ottenuti dalla comunità scientifica a livello globale
è stato lo sviluppo incredibilmente rapido dei vaccini contro il virus. Ciò nonostante è diventato
sempre più chiaro che la pandemia avrà un effetto sostanziale e di lunga durata sulla nostra
società, a livello globale e locale, non solo sulla salute, ma su di essa in modo prioritario e
particolarmente significativo.

L’attuale epidemia della nuova sindrome respiratoria acuta da coronavirus 2 (SARS-CoV-2)
ha inoltre messo maggiormente in luce alcune sfide che erano già in corso, quali la crisi dei
rifugiati, che si vanno a sommare alla pandemia e i suoi effetti.

Negli anni recenti, l’Europa ha dovuto far fronte alla sfida migratoria più acuta ed importante
dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, che ha avuto il suo picco nel 2015. Mentre
leggevamo il numero sempre crescente di infezioni e di morti giornaliere da COVID-19, solo
nel 2020 circa 94.045 migranti e rifugiati arrivavano attraverso le tre rotte mediterranee in
Grecia, Italia, Spagna, Cipro e Malta, dal Nord Africa e dalla Turchia2.Tra questi flussi migratori
verso l’Europa ci sono numeri importanti relativi a popolazioni con disordini dell’emoglobina,
in particolare talassemia e drepanocitosi, che fanno il loro ingresso in ogni Paese europeo,
rafforzando giorno per giorno la loro presenza. Dare ospitalità all’insieme di queste popolazioni
pone una sfida significativa e particolarmente pesante alle competenti autorità nazionali.

1https://coronavirus.jhu.edu/map.html
2The UN Refugee Agency. Operational portal refugee situations - Mediterranean route. 2020. Available at:
https://data2.unhcr.org/en/situations/mediterranean
La prevenzione ed il trattamento dei disordini dell’emoglobina è ben consolidata e trattata in
quei Paesi europei dove queste condizioni erano tradizionalmente endemiche (come Italia,
Cipro e Grecia) e in Paesi che hanno una consolidata tradizione di immigrazione (Francia e
Regno Unito). Tuttavia, i flussi attuali e quelli attesi per il futuro, di mobilità e migrazione verso
i paesi del nord Europa, dove invece questi disturbi e condizioni erano in precedenza
sconosciuti o estremamente rari tra le popolazioni indigene, hanno posto nuove sfide che
devono essere prese in seria considerazione dagli Stati membri e dalle autorità europee3.

Le emoglobinopatie sono anche attualmente condizioni molto rare in Europa, che vengono
trattate in reparti di ematologia pediatrica o dell’adulto, con alcuni Centri che trattano solo
singoli pazienti. Nell’assenza di un registro di patologia nella maggior parte dei Paesi ospiti, il
vero numero e la vera località di domicilio e cura dei pazienti stessi sono spesso sconosciuti.
Barriere linguistiche, culturali ed economiche spesso impediscono e frenano questi pazienti
dal cercare aiuto. Questo è tanto più vero nel caso della drepanocitosi, in quanto le sue
manifestazioni sono spesso episodiche. Eppure, c’è una crescente evidenza dai servizi di
screening neonatale in vari Paesi europei come il Belgio, la Francia e la Germania di come
questi numeri siano in costante crescita. Paesi con registri di patologia istituiti e funzionanti,
come Francia, Spagna e Regno Unito confermano questa tendenza. Anche in Paesi come
l’Italia, dove le emoglobinopatie sono endemiche tra la popolazione indigena, la demografia
sta cambiando, ed in alcuni Centri di cura ed in città a forte impatto di immigrazione, la
Drepanocitosi sta superando la talassemia come incidenza.

Questi nuovi casi che stanno verificandosi in contesti sconosciuti sono rappresentati anche da
pazienti con possibili complicanze, quali anemie (spesso non sufficientemente trasfuse),
malattie cardiache, ipertensione polmonare (che può non essere riconosciuta inizialmente),
diabete (spesso non diagnosticato). Queste complicanze possono avere un effetto avverso ed
influenzare negativamente il paziente in caso di infezione da virus SARS-CoV-2. Pertanto, i
servizi sanitari e i medici che si trovano a trattare questo tipo di pazienti rari, dovrebbero essere
messi a conoscenza dei rischi che presentano, dal punto di vista clinico. Un sistema di Centri
di riferimento e di eccellenza in tutta Europa non è ancora stato istituito in modo ufficiale e
definitivo, in modo tale che tutti i medici che dovessero incontrare casi simili possano avere
una “rete” di sicurezza a cui indirizzare i pazienti quando i sintomi dell’infezione virale si
dovessero manifestare.

Mentre i casi di COVID-19 aumentano giorno dopo giorno e hanno già incredibilmente
innalzato fino al limite massimo lo sforzo dei sistemi sanitari sotto una sormontante pressione,
le popolazioni svantaggiate quali i migranti con basso reddito e basso status socio economico,
e con spesso una prevalenza maggiore di comorbidità e complicanze croniche, come quelle

3Martinez, P.A., Angastiniotis, et. Al. J.L.V., 2014. Haemoglobinopathies in Europe: health & migration policy
perspectives. Orphanet journal of rare diseases, 9(1), p.97. https://link.springer.com/article/10.1186/1750-1172-9-
97
associate alle emoglobinopatie, sono indebitamente colpite con una maggior gravità4. Questa
pandemia ha pertanto messo a nudo molto chiaramente, ed anzi amplificato, le disparità tra
questi gruppi nell’accesso alla salute, che sono ulteriormente alimentate da complessi fattori
di salute socioeconomici e perduranti inequità sociali5.

Abbiamo sicuramente un lungo cammino da percorrere fino a raggiungere un’immunità dal
coronavirus attraverso le vaccinazioni con la copertura di una percentuale sufficiente di
popolazione. Dobbiamo perciò tenere chiaro in mente che se il nostro obiettivo è raggiungere
il controllo dell’infezione da SARS-CoV-2, nessun settore della popolazione a rischio possa
essere esclusa. Sebbene non ci sia un’unica soluzione per affrontare questi problemi di salute
e ineguaglianza socio economica tra i migranti in Europa, debbono essere adottate iniziative
urgenti per mitigare l’effetto del COVID-19 in queste popolazioni più vulnerabili.

Tali iniziative debbono enfatizzare l’importanza di interventi che garantiscano la piena
integrazione dei migranti e delle minoranze etniche nei sistemi sanitari, senza limiti che
derivino dal loro status di migranti. Inoltre dovrebbero essere sviluppate politiche che
assicurino l’accesso ai servizi di informazione e prevenzione, senza prevedere conseguenze
o oneri di tipo legale o finanziario, specialmente tra migranti senza documenti.

La T.I.F. - Federazione Internazionale della Talassemia, un’organizzazione no-profit e non
governativa, lavora da più di trent’anni consecutivamente per migliorare le vite dei pazienti con
talassemia ed emoglobinopatie a livello internazionale globale, ed incessantemente e senza
sosta li rappresenta e lotta per la salvaguardia dei loro diritti. Questa attività si concretizza
anche attraverso l’implementazione del suo progetto quadriennale co-finanziato
“THALassaemia in Action” (THALIA)’’, con un obiettivo particolare sui pazienti con disordini
dell’emoglobina in Europa, molti dei quali sono migranti.

La TIF è, oltre alle altre sue attività, si impegna in un dialogo costante con i decisori politici a
livello nazionale ed europeo per accelerare e favorire la conoscenza e la ricerca sui trattamenti
clinici delle emoglobinopatie e per supportare l’accesso equo e tempestivo dei pazienti ai test,
alle terapie e ai vaccini per il COVID-19. Attraverso tutta la pandemia inoltre, la Federazione,
lavorando rapidamente e senza sosta con il suo gruppo internazionale di esperti, medici e
pazienti, ha preso il controllo nello sviluppo di una vasta serie di materiale educativo e risorse
utili particolarmente in relazione con il COVID-19 e le emoglobinopatie, che sono disponibili
per tutti sul sito web https://thalassaemia.org.cy/

4Quinn  SC, Kumar S. Health inequalities and infectious disease epidemics: a challenge for global health security,
Biosec Bioterr. (2014) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4170985/
5 Platt L, Warwick R. Are some ethnic groups more vulnerable to COVID-19 than others? 2020; 1–27.

https://www.ifs.org.uk/inequality/chapter/are-some-ethnic-groups-more-vulnerable-to-covid-19-than-others/
Un approccio inclusivo alla salute dei rifugiati e dei migranti che non lasci indietro nessuno
durante la pandemia da COVID-19 dovrebbe guidare i nostri sforzi di salute pubblica. Lo
sviluppo di strategie contro il coronavirus che non favoriscano una copertura equa dell’intera
popolazione, compresi i migranti, sarebbe destinata al fallimento e fermerebbe ogni sforzo nel
controllo della diffusione del virus.

Manteniamo sempre aperta una linea di comunicazione costante con i nostri pazienti ed il
resto della popolazione. Sentitevi liberi di contattarci direttamente per ogni richiesta sulla
talassemia e drepanocitosi a questo indirizzo email: t,thalassaemia@cytanet.com.cy

Per altre informazioni sulla Federazione Internazionale della Talassemia - TIF, e sul progetto
THALIA, potete visitare queste pagine web:
https://thalassaemia.org.cy/
https://thalassaemia.org.cy/thalassaemia-in-action-the-thalia-project/
https://www.facebook.com/tif.thalassaemia/

* Dott.ssa Androulla Eleftheriou
BSC, MSc, PhD
Direttrice Esecutiva, Thalassaemia International Federation (TIF)
Membro del Consiglo Direttivo, International Alliance for Patient Organizations (IAPO)

Tradotto in italiano da Marco Bianchi, membro del gruppo TPAG nella TIF e delegato UNITED (Federazione
Italiana delle Associazioni di Talassemia e Drepanocitosi).
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