Aniarti (Associazione Nazionale Infermieri di Area Critica): i primi quarant'anni - Quaderni dell'Assistenza in Area Critica

Pagina creata da Leonardo Filippi
 
CONTINUA A LEGGERE
Aniarti (Associazione Nazionale Infermieri di Area Critica): i primi quarant'anni - Quaderni dell'Assistenza in Area Critica
an art

             Aniarti
    (Associazione Nazionale
   Infermieri di Area Critica):
      i primi quarant’anni
    Dal 1981 oltre 40 anni di Area Critica
 Quaderni dell’Assistenza in Area Critica
     A cura di Dario Tobruk e Maria Benetton
Aniarti (Associazione Nazionale Infermieri di Area Critica): i primi quarant'anni - Quaderni dell'Assistenza in Area Critica
an art                                                     SCENARIO®
L’Aniarti (Associazione Nazionale Infermieri di Area Critica www.aniarti.it) è una Società Scienti-
fica di professionisti che, dal 1981, su tutto il territorio nazionale, promuove e valorizza la cultura,                    associazione nazionale infermieri di area critica
le competenze e l’operatività degli infermieri di Area Critica.

L’Area Critica è l’insieme delle strutture di tipo intensivo intra ed extraospedaliere e l’insieme
delle situazioni caratterizzate dalla criticità e dall’instabilità dell’ammalato e della complessità
dell’intervento infermieristico.

L’Infermiere di Area Critica garantisce un’assistenza infermieristica tempestiva, intensiva e conti-
nua a qualunque persona si trovi in situazione di instabilità e/o criticità vitale, utilizzando anche
strumenti e presidi ad alta componente e complessità tecnologica.
                                                                                                                                 Aniarti
Associarsi all’Aniarti significa:
    • far parte della più numerosa associazione infermieristica italiana di area assistenziale;
                                                                                                           (Associazione Nazionale Infermieri di Area Critica):
    • partecipare attivamente a determinare gli orientamenti per l’infermieristica specialistica a
                                                                                                                          i primi quarant’anni
      livello nazionale;
                                                                                                                  Dal 1981 oltre 40 anni di Area Critica
    • essere informati su proposte di aggiornamento e formazione specialistica;
    • contribuire a sviluppare la professionalità infermieristica nei confronti del malato in condi-
      zioni vitali instabili e/o critiche, sia in ambito intra che extraospedaliero;
    • partecipare attivamente ad iniziative e studi a livello locale e nazionale;
    • stabilire collegamenti con colleghi e gruppi delle strutture nazionali ed internazionali;                     Quaderni dell’Assistenza in Area Critica
    • conoscere le più importanti esperienze infermieristiche in area critica;
    • disporre di informazioni sulla bibliografia italiana ed internazionale più significativa del
      settore;
    • ricevere la rivista scientifica ed informativa, organo ufficiale dell’associazione, “SCENARIO:
      il nursing nella sopravvivenza”.

                                                                                                                 A cura di Dario Tobruk e Maria Benetton
Tutte le informazioni su come iscriversi all’associazione sono su www.aniarti.it.

                   an art
Aniarti (Associazione Nazionale Infermieri di Area Critica): i primi quarant'anni - Quaderni dell'Assistenza in Area Critica
AUTORI
L’Editore ha effettuato quanto in suo potere per richiedere il permesso di riproduzione del materiale di cui
            non è titolare di copyright e resta comunque a disposizione di tutti gli aventi diritti.
                                                                                                               Dario Tobruk, Infermiere con esperienza pluriennale in UTIC e Master in tecniche di ecografia
                                                                                                               cardiovascolare presso Università Cattolica. Fonda e dirige DimensioneInfermiere.it (in collabora-
                    Per segnalazioni e suggerimenti relativi a questo libro rivolgersi a:                      zione con la casa editrice Maggioli). Attualmente infermiere sul territorio, si occupa anche di in-
                                            aniarti@aniarti.it                                                 formazione, divulgazione e comunicazione tecnico-scientifica, ha concluso il Master in giornali-
                                                                                                               smo e comunicazione istituzionale della scienza presso l’Università di Ferrara.

 TUTTI GLI AUTORI HANNO COLLABORATO A TITOLO GRATUITO, NESSUN COMPENSO È STATO EROGATO                         Maria Benetton, Infermiera con esperienza pluriennale come infermiere e coordinatore in tera-
  NÉ VERRÀ PERCEPITO IN FUTURO. NON ESISTE ALCUN CONFLITTO DI INTERESSE TRA GLI AUTORI E LE                    pia intensiva ed emergenza territoriale. Tutor e docente nel Corso di Laurea in Infermieristica per
    AZIENDE CHE PRODUCONO E/O COMMERCIALIZZANO PRODOTTI COLLEGATI A QUESTO LIBRO                               l’Università di Padova. Dal 1989 in Aniarti come componente del Consiglio Nazionale, del Comi-
                                                                                                               tato Direttivo e del Collegio dei Probiviri. È stata Direttore Responsabile di “Scenario® Il Nursing
                                                                                                               nella Sopravvvenza”.

                                         ©Copyright Aniarti
                           Associazione Nazionale Infermieri di Area Critica
                                            www.aniarti.it

       Diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale
                           o parziale con qualsiasi mezzo riservati per tutti i Paesi

                                          T I P O G R A F I A
                                          NUOVA         FAG
                                          l i t o g r a f i c a
                                             P I S T O I A

                     Finito di stampare nel mese di aprile 2022 nello stabilimento di
                    Nuova Fag litografica s.r.l. - Via S. di Giacomo 60/70 - 51100 Pistoia

                                        ISBN 978-88-942765-2-7
Aniarti (Associazione Nazionale Infermieri di Area Critica): i primi quarant'anni - Quaderni dell'Assistenza in Area Critica
SUPP. SCENARIO 2022; 39 (1)

                                                                       SOMMARIO

Introduzione ........................................................................................................................................... pag.   11

Cap. 1. La storia di Aniarti
       1.1. Quando tutto iniziò: 1981 ................................................................................................ pag.                     13
       1.2. L’associazione prende forma ........................................................................................... pag.                        14
       1.3. Il primo decennio attraverso i congressi nazionali ed internazionali .............. pag.                                                            15
       1.4. Gli anni ’90: i cambiamenti legislativi per una moderna professione .............. pag.                                                             18
       1.5. Gli anni ’90: i congressi nazionali per una evoluzione dell’infermieristica ..... pag.                                                              22
       1.6. L’inizio del nuovo millennio ............................................................................................. pag.                     24
       1.7. Diventare società scientifica ............................................................................................ pag.                     29
       1.8. I rapporti con le istituzioni e le altre società scientifiche ...................................... pag.                                           30
       1.9. L’attività editoriale e i social network ........................................................................... pag.                           32
    1.10. 2020: la pandemia .............................................................................................................. pag.                 33

Cap. 2. Le interviste
       2.1. Intervista a Elio Drigo ........................................................................................................ pag.               35
       2.2. Intervista a Fabrizio Moggia ............................................................................................ pag.                      41
       2.3. Intervista a Silvia Scelsi ..................................................................................................... pag.               44

Conclusione ............................................................................................................................................ pag.   47

Lo Statuto Associativo ....................................................................................................................... pag.             49

                                                                                                                                                                     7
Aniarti (Associazione Nazionale Infermieri di Area Critica): i primi quarant'anni - Quaderni dell'Assistenza in Area Critica
SUPP. SCENARIO 2022; 39 (1)

        Questo libro nasce dall’idea del Comitato Direttivo Aniarti 2020-2022 che, nonostante nel
corso del suo mandato si è trovato a gestire la grande pandemia del COVID-19, è comunque riuscito
a svolgere attività scientifiche, associative e culturali.

I membri eletti sono:

                        Dott.ssa Silvia Scelsi (Presidente)
                        Dott. Fabrizio Moggia (Past President)
                        Dott. Gaetano Romigi (Vice Presidente)
                        Dott.ssa Simona Saddi (Segretario)
                        Dott. Valter Favero (Tesoriere)
                        Dott. Gian Domenico Giusti (Direttore della Rivista
                              “SCENARIO®. Il Nursing Nella Sopravvivenza”)
                        Prof. Stefano Bambi
                        Dott. Francesco D’Ambrosio
                        Dott. Guglielmo Imbrìaco
                        Dott. Pasquale Iozzo
                        Dott. Alberto Lucchini
                        Dott.ssa Tiziana Marano
                        Dott. Mario Madeo
                        Dott. Davide Zanardo
                        Dott. Alessandro Di Risio
                        Dott. Vita Grazia Casesi

                        Collegio dei Revisori dei Conti
                        Dott.ssa Sofia Bellan
                        Dott. Matteo Manici
                        Dott. Luca Peressoni

                        Collegio Probiviri
                        Dott.ssa Maria Benetton
                        Dott. Stefano Sebastiani
                        Dott.ssa Alba Biglieri

                        Webmaster
                        Dott. Andrea Mezzetti

                                                                                                        9
Aniarti (Associazione Nazionale Infermieri di Area Critica): i primi quarant'anni - Quaderni dell'Assistenza in Area Critica
SUPP. SCENARIO 2022; 39 (1)

                                          INTRODUZIONE

       Aniarti non è soltanto una società scientifica, un’associazione o un gruppo di persone. L’As-
sociazione Nazionale Infermieri di Area Critica ha uno scopo comune che unisce infermieri di tutta
Italia da oltre 40 anni. Ispirati da ciò, questo breve testo ha il proposito di raccontare una parte
della sua storia, ripercorrendo soltanto un frammento minuscolo, dell’intero sforzo complessivo
di centinaia di colleghi attorno a un credo: un infermiere specializzato in un contesto fondamen-
tale, orientato a riportare il paziente al centro di tutto, ma sempre focale nel suo processo assi-
stenziale. Se difatti, umanità e tecnica possono convivere pienamente in un singolo professioni-
sta, questo non può che essere l’infermiere, soprattutto in Area Critica. Egli è, senza alcun dubbio,
il perno di questo precario equilibrio tra il curare e il prendersi cura.
      Scoprendo, tra le righe scritte della sua storia, questa enorme epopea collettiva chiamata
Aniarti, una realtà fatta da chi ha combattuto per la professione, viene da porsi una domanda:
cosa può unire tanto migliaia di persone lontane anche centinaia di chilometri, attorno ad uno
stesso obiettivo? Come i nodi di una rete, la Storia è fatta da donne e uomini che agiscono e si
connettono tra loro. Cogliendo lo Zeitgeist, lo Spirito collettivo dei tempi, dalle gesta di queste
persone, è semplice rispondere al quesito e comprendere cosa spinge migliaia di infermieri, no-
nostante tutto, a non demordere mai dai propri obiettivi. Ed è anche per questo motivo che a
chiunque si avventuri verso il futuro, si ricorda spesso di guardarsi indietro: per rendersi conto
che tutto quello che si è fatto finora non è poco, non lo è affatto. Senza per questo dimenticare
che c’è ancora tutto un mondo di traguardi, in questo cammino irto di ostacoli, ancora lontano
dall’essere concluso.
      Qualcuno disse: “Non è possibile unire i puntini guardando avanti; potete solo unirli guardan-
dovi all’indietro. Così, dovete aver fiducia che in qualche modo, nel futuro, i puntini si potranno unire”.
Dietro a quei puntini, come abbiamo già detto, si nascondono persone e storie, eventi e iniziati-
ve, tutte vissute negli ultimi quarant’anni dell’Aniarti, la società scientifica che ha scritto impor-
tanti pagine del nursing e che, così facendo, ha cambiato l’infermieristica in Italia e nel mondo.
      Racconteremo in queste pagine parte di questa grande avventura, gli anni, i fatti e i mo-
menti più importanti realizzati nel mondo dell’infermieristica grazie al lavoro instancabile dell’as-
sociazione, e lasceremo che il resto ci venga rivelato dal passato, dal presente e dal futuro dell’as-
sociazione. Ripercorreremo i punti cruciali, come se fossero briciole di pane, che altri prima di noi
hanno lasciato segnando un percorso, una possibilità di scorgere quello che non potremmo no-
tare altrimenti: le motivazioni alla base delle scelte passate, che hanno spinto gli sviluppi neces-
sari degli anni successivi.
      Leggere, interpretare, conoscere la storia dell’Aniarti è, quindi, scoprire le vicende spesso
ignote, di decine di volontari che ogni giorno negli ultimi quarant’anni hanno davvero fatto qual-
cosa per migliorare lo stato delle cose, perché si sa, solo agendo nel Mondo lo si cambia. Dunque,
che questo libello ispiri centinaia di amici e colleghi ad accogliere questa enorme eredità morale:
il gruppo come mezzo e la Storia come fine. Comprendendo il proprio scopo insieme. Ieri, oggi e
domani proveremo a cambiare il mondo. O almeno, a farlo nostro.

                                                                                                              11
Aniarti (Associazione Nazionale Infermieri di Area Critica): i primi quarant'anni - Quaderni dell'Assistenza in Area Critica
SUPP. SCENARIO 2022; 39 (1)

                                              CAPITOLO 1

                                       La storia di Aniarti

1.1     Quando tutto iniziò: 1981
     L’A.N.I.A.R.T.l. (Associazione Nazionale Infermieri di Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensi-
va) nacque il 16 Novembre 1981 a Brescia. Il bisogno impellente di uno sfogo delle istanze di
crescita infermieristica, soprattutto nel campo “intensivistico”, serpeggiava ormai da oltre un de-
cennio. La società italiana, sopravvissuta ai turbolenti anni Settanta del terrorismo interno, ne-
cessitava di nuovi paradigmi con cui interpretare il proprio futuro. Anche l’infermieristica e gli
infermieri non erano meno inquieti e disorientati. Erano passati relativamente pochi anni da
quando cessò l’internato delle scuole-convitto per infermieri professionali, concesso a sole don-
ne, e venne permesso con la legge n.124 del 1971 di estendere la professione anche al personale
maschile. Non che non ci fossero infermieri maschi ma, ai tempi, erano solo infermieri generici:
una figura oggi equiparabile a quella dell’operatore socio-sanitario. Da lì in poi, i cambiamenti
legislativi si fecero sempre più frequenti. In una prima fase, la formazione divenne di competenza
regionale e rigorosamente triennale, in base alle indicazioni europee stabilite dall’accordo di
Strasburgo; vennero ammodernate le discipline e gli ordinamenti formativi della professione,
puntando su un aspetto tecnico ma senza tralasciare forti basi teoriche su cui fondare la pratica.
Successivamente, in un contesto sociale in cui non esistevano rientri di bilancio aziendale, bloc-
chi del turn-over e pensioni a tarda età, e in cui gli infermieri venivano formati “localmente” per
rifocillare le proprie unità locali, nel 1974 arrivò con il DPR N° 225 con l’aggiornamento del “Man-
sionario” dell’infermiere. Oggi abrogato e ricordato dai più con disagio e imbarazzo, ai tempi de-
finì, quantomeno in essere, l’esistenza dell’infermiere specializzato, tra cui appunto l’infermiere di
anestesia e rianimazione, ma anche di dialisi e sala operatoria. La politica sanitaria di quei tempi,
però, non volle far sopravvivere a lungo queste realtà infermieristiche e qualche anno dopo, su
pressioni sindacali, vennero dismesse a favore dell’ “infermiere unico”.
     Vennero perciò chiuse le scuole di specializzazione per creare una figura totipotente, flessibi-
le per ogni esigenza. Gli stessi anni Ottanta, non si fecero mancare altri spunti di divisione inter-
na: la legge 243 del 1980, una vera e propria sanatoria, qualificò, a fronte di qualche ora di teoria
e riconoscimento delle ore lavorative come curriculari, gli infermieri generici a professionali. La
Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze ha riconosciuto, col senno di poi, che: “Gli anni
Ottanta ereditano il lungo, acceso e controverso dibattito politico, sindacale e professionale sul con-
cetto di ‘infermiere unico e polivalente’. Il confronto poggia sul principio, dimostratosi poi non così
vero, che avere nei servizi tutti infermieri professionali avrebbe automaticamente determinato un
aumento della qualità dell’assistenza”. Un’occasione mancata, percepita dai colleghi specializzati
come l’ennesimo oltraggio al proprio duro percorso, una mortificazione della propria professio-
nalità, una serie infinita di schiaffi morali, subiti nell’arco di pochi anni uno dall’altro. È così che un
drappello di centocinquanta infermieri di diverse strutture intensive da tutta Italia diede corso ad
un nuovo flusso di eventi. Da questa onta nacque il forte spirito dell’associazione.
    Le prime teorie del nursing giunte in Italia non trovarono un terreno facile; gli strumenti cul-
turali posseduti dagli infermieri erano carenti e l’organizzazione del lavoro convergeva più su un

                                                                                                              13
Aniarti (Associazione Nazionale Infermieri di Area Critica): i primi quarant'anni - Quaderni dell'Assistenza in Area Critica
an art                                                                                                                                                                                        SUPP. SCENARIO 2022; 39 (1)
                      associazione nazionale infermieri di area critica

     aspetto funzionale che intellettuale. L’infermiere allora, veniva formato in qualità di assistente del          di “Nursing Intensivistico”, decise di ripartire da un nuovo progetto editoriale, gestito in piena
     medico con mansioni prettamente tecniche, guidato da un modello organizzativo basato sulla                      autonomia. Dalle ceneri della prima rivista nacque quindi “Scenario: il nursing della sopravviven-
     suddivisione del lavoro più simile ad una catena di montaggio che a quello di un professionista                 za”. La direzione del progetto venne affidata ad un gruppo ristretto di colleghi aretini, in partico-
     intellettuale responsabile del proprio operato. Spesso preferito per un’apparente efficienza, un                lare ai colleghi Comanducci e Rossi, gettando le basi su cui ancora oggi la rivista cresce. Rimaneva
     tale procedere, è inevitabilmente concluso con una frammentarietà dell’assistenza. È su tali pres-              da lavorare ancora su un altro problema: l’inconsistente partecipazione dei colleghi del Sud-Ita-
     sioni, come abbiamo già detto, che decine di pionieri decisero di condividere le proprie risorse                lia. Almeno su questo, però, l’associazione si concesse una prospettiva più ampia su cui interve-
     associandosi sotto il nome di Aniarti: partendo proprio dalla necessità di recuperare i corsi di                nire.
     specializzazione che, dopo una timida comparsa nell’ambito della formazione infermieristica, fu-                     Il 1984 fu un anno dal sapore agrodolce per l’associazione. Raccolse i primi frutti del suo im-
     rono dismessi in seguito al mancato riconoscimento della figura dell’infermiere specializzato di                pegno come associazione, ma pianse, nel primo numero di Scenario, la morte del Prof. Valenti
     fine decennio. Dai primi associati, la riapertura stabile dei corsi di specializzazione infermieristica         che lascia il suo ultimo editoriale a memoria del suo impegno come direttore scientifico della ri-
     fu fortemente voluta sin dai primi incontri. Il primo importante endorsement venne proprio da un                vista. L’annuale convegno, organizzato quell’anno a Padova, fu comunque un successo di parte-
     medico, il professor Francesco Valenti che, insieme alle organizzazioni dei medici anestesisti a cui            cipazione con oltre quattrocentocinquanta infermieri, un’elevata qualità degli interventi e una
     fu ricondotto sia un atteggiamento paternalistico, sia un vantaggio utilitaristico, si fece sosteni-            prima partecipazione delle ditte espositrici. Per la prima volta vennero stampati e diffusi gli atti
     tore dell’occorrenza di un infermiere all’altezza dei continui progressi nel campo della medicina               del congresso e messi a disposizione dei soci. Tutto questo spinse l’associazione a concedersi un
     e della tecnologia annessa. Considerata l’iniziale provvisorietà di un’iniziativa simile, il supporto           libero momento di entusiasmo, che si manifestò in un allargamento del nucleo dei soci attivi e in
     della comunità medica fu accettato e riconosciuto persino dallo statuto fondante, eligendo come                 una rinnovata fiducia e sicurezza sul futuro dell’organizzazione. Padova, oltre che luogo di incon-
     direttore scientifico un medico anestesista rianimatore, figura superata nel breve termine.                     tro, si rivelò una culla attenta e proficua per la crescita dell’Aniarti: è proprio qui che inizia il rap-
         Chiarito da subito quanto fosse in salita la strada che li attendeva, la peculiare specializzazio-          porto duraturo e significativo con il “Tribunale dei Diritti del Malato”. In considerazione dei risul-
     ne dei suoi iscritti venne inizialmente interpretata dalle istituzioni infermieristiche come l’esclusi-         tati ottenuti fino a quel momento, la collega Degano, al rinnovo delle cariche, venne confermata
     vo interesse di un gruppo ristretto e privilegiato di infermieri, a svantaggio quindi, di tutta la ca-          una seconda volta come presidente.
     tegoria. L’associazione dovette affrontare molti ostacoli sin dalle prime fasi ma, sia allora che
     negli anni a venire riuscì a dimostrare il suo impegno e la sua tenacia e impiegò appena un anno                1.3     Il primo decennio attraverso i congressi nazionali ed internazionali
     per organizzare il suo I° Congresso Nazionale ed eleggere, al contempo, il suo primo presidente
     eletto, l’udinese Simonetta Degano, tramite il voto di circa 200 soci. L’occasione fu propizia per                   Siamo a Siena ed è il 1985. La crescita esponenziale degli interessati al convegno, circa 750,
     definire i primi obiettivi da perseguire tramite un iniziale coordinamento delle attività.                      mise in crisi l’organizzazione logistica che, al massimo, prevedeva la partecipazione di cinquecen-
                                                                                                                     to persone. Solo grazie alla risolutezza di un gruppo di colleghi di Milano, si riuscì a gestire l’ina-
                                                                                                                     spettata coagulazione di discenti, ponendo efficacemente rimedio alla situazione. Il gruppo, da
     1.2     L’associazione prende forma
                                                                                                                     quel momento e per i congressi futuri, si determinò come il punto di riferimento logistico e orga-
          Il 1982 fu anche l’anno in cui, dal punto di vista dell’impegno scientifico, prese vita la prima           nizzativo su cui contare. Superata la vicissitudine, il congresso poté proseguire con il delinea-
     rivista ufficiale dell’associazione “Nursing Intensivistico”. La rivista iniziò così a fare i suoi primi pas-   mento del futuro della rivista scientifica “Scenario”, in quanto base dell’esperienza stessa dell’as-
     si tra difficoltà economiche e redazionali. Con lo stesso entusiasmo Aniarti si lanciò verso le sue             sociazione. Gli interventi accorsi al congresso toccarono molti aspetti e settori dell’assistenza di
     prime esperienze all’estero con il I° Convegno Mondiale dell’infermieristica delle strutture inten-             terapia intensiva e dell’emergenza, affrontando una profonda rivalutazione dell’identità stessa
     sive, che vide la partecipazione di quaranta associati.                                                         dell’Aniarti. L’associazione da allora sarà intesa come un’opportunità di elaborazione e confronto
         I primi problemi economici e organizzativi furono fonte di enormi grattacapi per gli anni                   culturale tra infermieri specializzati, piuttosto che una mera attività di rappresentanza sindacale
     successivi. Il secondo congresso nazionale, con un numero di iscritti in aumento ma non ancora                  del settore. La presa di coscienza che l’associazione dovette affrontare per imboccare questa
     sufficiente, si pose l’obiettivo di autodefinire il proprio operato come peculiarmente “infermieri-             nuova strada, fu metabolizzata con forza e decisione. Venne, pertanto, dato atto alla definizione
     stico” pur di non cadere nella trattazione di stretto respiro delle tematiche mediche e tecni-                  di obiettivi a medio-lungo termine in quanto visione del futuro e punto di riferimento dell’azione
     co-scientifiche, che rischiavano di soffocarne le individualità e specificità. Di conseguenza, l’asso-          associativa. La redazione scientifica di “Scenario”, nel frattempo, non si fece scoraggiare dai pro-
     ciazione rivalutò i vincoli di iscrizione, allora riservata ai soli infermieri di anestesia, rianimazione       blemi e continuò a produrre informazione e stimoli culturali per quanto si era prefissata sin dalla
     e terapia intensiva, per non costringersi all’interno di una nicchia poco inclusiva e irrealistica ri-          sua nascita. La traduzione e pubblicazione degli “Standards per la cura dei malati in condizioni
     spetto ai problemi quotidiani della professione. Confini di reparto percepiti, già allora, come limi-           critiche”, un testo redatto da infermieri americani, rappresentò, sul tema degli standard che allora
     tanti. Anche la sua prima rivista, nata da pochi anni, non diede facile respiro all’associazione che,           si erano appena affacciati in Italia, un contributo importante in quegli anni. Questo lavoro impo-
     in seguito a eccessive difficoltà e limitazioni causate dal rapporto con la Casa Editrice proprietaria          se, inoltre, importanti riflessioni sullo stato dell’arte della ricerca infermieristica nel nostro paese

14                                                                                                                                                                                                                                15
Aniarti (Associazione Nazionale Infermieri di Area Critica): i primi quarant'anni - Quaderni dell'Assistenza in Area Critica
an art                                                                                                                                                                                   SUPP. SCENARIO 2022; 39 (1)
                     associazione nazionale infermieri di area critica

     e fu uno spunto per investire fondi, sperimentare le difficoltà e sottolineare l’importanza di una              Abbiamo già citato la questione meridionale: la ridotta adesione dei colleghi del Sud-Italia
     produzione scientifica nostrana. Il confronto con la filosofia del nursing d’oltreoceano ispirò ulte-      venne percepita dall’Aniarti come un problema indifferibile. Lo svolgimento del sesto Congresso
     riori interrogativi a partire dall’asincronia rispetto alla concezione italiana dell’assistenza infer-     Nazionale a Vieste, in Puglia, non diede però i risultati attesi. È il 1987. La partecipazione fu flebile,
     mieristica. Questo disagio fu carburante per nuovi impegni concettuali.                                    raggiungendo appena cinquecento infermieri, di cui la maggior parte proveniente dal Nord e dal
          Il V° Congresso Nazionale, dal tema “Il management infermieristico nell’area intensiva”, non          Centro Italia. Ma non tutto è perso, il congresso divenne occasione per presentare ufficialmente
     poté che tenersi nella grande ed efficiente Milano del tempo. Il gruppo di organizzatori meneghi-          il nuovo paradigma del concetto di area critica ed opportunità per il confronto sulla rilevanza
     ni, forte dei risultati degli anni precedenti e di un know-how ormai consolidato, aveva per tempo          sociale della professione infermieristica. Ormai consolidato, da parte della Federazione Nazionale
     previsto tutto, e i mille partecipanti che accorsero da tutta Italia trovarono un’organizzazione           dei Collegi Ipasvi, il riconoscimento dell’importanza del lavoro svolto per la professione, il legame
     all’altezza dell’argomento annuale del convegno. Mentre la presidente Simonetta Degano fu per              tra le due realtà si rafforzò con la presenza e l’intervento della sua presidente Beatrice Cosseta al
     l’ennesima volta riconfermata, la rivista “Scenario” si apprestò a cambiare veste grafica, tiratura e      convegno annuale. Da questa esperienza si sviluppò un gruppo di lavoro per definire e delineare
     progetto editoriale sotto la guida del nuovo direttore Marco Braida.                                       il programma del corso di specializzazione per l’assistenza in area critica, quale modello unico a
                                                                                                                livello nazionale, al fine di risolvere un contesto formativo frammentato in percorsi difformi.
          La carente inclusività dell’Aniarti si fece, se possibile, ancora più limitante e non rappresenta-
     tiva dell’intero ecosistema dei suoi elementi. Istanze esterne alle strutture intensive “classiche”             La formalizzazione di una specializzazione infermieristica è l’obiettivo primario della Aniarti:
     iniziarono a richiedere la pressante necessità di risposte competenti. Si decise, perciò, con il sup-      modello e filosofia su cui ruotano tutte le discussioni affrontate e approfondite ad Assisi nel 1988
     porto del Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria dell’Università Bocconi di           al VII° Convegno Nazionale “L’infermiere protagonista nell’area critica”. Il comune umbro fu so-
     Milano (CeRGAS), di definire un gruppo di studio che affrontasse una volta per tutte il problema.          prattutto luogo di trasformazione radicale per l’associazione che, dopo una discussione ampia e
     Un gruppo di infermieri associati Aniarti, di diverse zone d’Italia, si impegnò in un’ulteriore ride-      vivace sul nuovo statuto, riportò ancora una volta in cattedra il modello concettuale di “area cri-
     finizione dei propri contenuti: lo stesso concetto di infermiere che lavora con il malato critico e        tica” e dell’assistenza al malato in condizioni critiche. La nuova concezione di area critica, dise-
     della sua specializzazione andava profondamente rivisitato. Il prodotto di questa operazione fu            gnata e progettata con anni di lavoro concettuale, venne attuata attraverso una profonda e inti-
     un nuovo paradigma con cui superare il concetto restrittivo di criticità del malato, dell’organizza-       ma trasformazione: l’associazione si aprì al resto della professione e, da “Associazione Nazionale
     zione e della formazione dell’infermiere specialista. Un modello con cui si concettualizza l’intera        Infermieri di Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva”, la sigla A.N.I.A.R.T.I. Da allora indicherà
     area critica “nella sua accezione di ‘area situazionale’ del malato e di modalità organizzativa            “Associazione Nazionale Infermieri di Area Critica”, includendo e finalmente rappresentando i
     funzionale ad un bisogno urgente di assistenza”. Lo statuto non poté che cambiare di conse-                suoi soci in piena totalità. Seguì a ruota un nuovo statuto, fornendo un assetto maggiormente
     guenza, in quanto ormai manchevole nel rappresentare l’intera realtà associativa che si era deli-          rappresentativo dei soci dell’associazione e delineando le modalità operative dei suoi organi ese-
     neata fino a quel momento.                                                                                 cutivi. Il rinnovo delle cariche vide un ampliamento del numero dei rappresentanti regionali e la
                                                                                                                costituzione di un comitato direttivo, con la nomina di Elio Drigo come presidente. Il gruppo di
          Era ormai evidente che l’Aniarti rappresentasse una realtà vivace e, a ragione delle riflessioni
                                                                                                                studio precedentemente costituito per strutturare un corso di specializzazione infermieristica in
     che la spinsero ad aprirsi al resto dell’infermieristica, non divisiva. La sua presenza attiva nel pa-
                                                                                                                area critica terminò il suo progetto. Altre esperienze sfociarono in rappresentanti Aniarti coinvol-
     norama italiano, era fonte di garanzie di impegno, coerenza e propositività. La Federazione Ipasvi
                                                                                                                ti in incontri, convegni e gruppi di studio come esperti del settore ed espressione di un impegno
     (Federazione Nazionale dei Collegi degli Infermieri, Assistenti Sanitari, Vigilatrici d’Infanzia), se in
                                                                                                                non più solo individuale ma corporativo di un’intera associazione.
     un primo momento tentennò alla piena e fiduciosa accoglienza del fenomeno, ruppe in seguito
     i suoi argini confidenziali e introdusse l’associazione nei suoi lavori di studio, coinvolgendola per            Anche il 1989 fu un anno ricco di soddisfazioni nazionali e internazionali per l’associazione. Il
     un progetto di riforma della professione stessa. Il secondo Congresso Mondiale per Infermieri              III° Congresso Mondiale per infermieri delle strutture intensive e dell’emergenza di Montreal, in
     delle strutture intensive e di emergenza, svoltosi all’Aja, nel 1986, vide l’associazione rappresen-       Canada, rappresentò fonte di apprezzamento per le idee sviluppate nel campo dell’assistenza in
     tare ufficialmente gli infermieri italiani, le loro esperienze e problematiche. Questa, per Elio Drigo,    area critica in Italia. Aniarti presentò interventi che illustravano le specificità della professione nel
     in qualità di segretario, fu un’ottima opportunità per raccontare “il disagio del nursing italiano” a      contesto italiano. Nel frattempo, a Bologna, si svolse con 1200 infermieri il congresso nazionale.
     tutto il resto della comunità infermieristica internazionale e le speranze di un futuro migliore per       Il convegno è pretesto per dirimere l’intera argomentazione che caratterizzava i settori dell’area
     l’infermiere italiano attraverso l’azione di un’associazione nata proprio per questo scopo. Ma non         critica, soppesando le problematiche affrontate all’interno di un insieme che le contiene tutte. I
     è solo l’estero o il paese, opportunità di confronto tra colleghi, persino le esperienze locali sfocia-    lavori presentati al congresso, si evidenziavano per la qualità progressiva nella forma e nel conte-
     rono in congressi ristretti in diverse regioni d’Italia. L’anno si chiuse con le dimissioni della presi-   nuto e rappresentavano decine e decine di colleghi da tutta Italia. Non mancò l’impegno di mag-
     dente Degano per motivi personali e la nomina ad interim, da parte del Consiglio Direttivo, di un          giore collegamento con la cittadinanza e il territorio, rafforzando i contatti con il Tribunale dei
     comitato di presidenza composto da personalità come Elio Drigo, ormai memoria storica dell’as-             Diritti del Malato tramite la mediazione del Movimento Federativo Democratico e del suo ispira-
     sociazione, Claudia Silvestri e Rosanna Filaferro.                                                         tore Giancarlo Quaranta che, al congresso annuale, tracciò l’affinità di impegno e storia tra il suo

16                                                                                                                                                                                                                           17
Aniarti (Associazione Nazionale Infermieri di Area Critica): i primi quarant'anni - Quaderni dell'Assistenza in Area Critica
an art                                                                                                                                                                                  SUPP. SCENARIO 2022; 39 (1)
                     associazione nazionale infermieri di area critica

     movimento e l’Aniarti. In ultimo, il congresso di Bologna fu l’occasione propizia per presentare               Il IX° Congresso Nazionale si svolse a Riva del Garda, sulle rive nord-occidentali del più grande
     ufficialmente il programma di specializzazione infermieristica in area critica, il cui gruppo di stu-     lago d’Italia; le argomentazioni discusse riguardavano il tema: “Area Critica: dall’ipotesi alla real-
     dio e comitato direttivo partorì in due anni di incontri e riflessioni. Da questo lavoro, si diffusero,   tà”. Concretizzare è la parola chiave su cui gli associati e i numerosi rappresentanti politici e azien-
     nel dialogo comune e nei contenuti sindacali, i concetti di “area critica” e di “infermiere specializ-    dali accorsi, si concentrarono durante i tre giorni di convegno. In vista della legge di riforma della
     zato in area critica”; segno vivido di come l’attività dell’associazione stesse iniziando ad impattare    formazione infermieristica, venne evidenziata la problematica della formazione specialistica in
     nel mondo professionale e sindacale. Corsi di metodologia della ricerca organizzati per gruppi            area critica e definita la struttura del modello organizzativo. Radicare nella realtà le numerose
     ristretti di infermieri e collegamenti con altre associazioni infermieristiche dimostravano come          proposte e i modelli concettualizzati era ormai un fatto improrogabile per l’associazione e per la
     l’associazione avesse l’intenzione di collaborare al perseguimento dei comuni obiettivi di qualità        professione stessa. Ma non solo, dovevano essere affrontati temi di ampio respiro come l’etica, la
     e crescita professionale. Obiettivi che si concretizzarono in proposte di legge per la riforma della      politica sociale e sanitaria, per consolidare un infermiere non esecutore, ma attore e protagonista
     formazione e regolamentazione infermieristica, con raccomandazioni puntuali e proattive che               di una porzione della vita sociale in cui maggiormente si manifestano i segni di una civiltà realiz-
     spinsero il contenuto legislativo su tutt’altro livello.                                                  zata, applicata e non solo declamata. Al congresso venne diffuso un documento ufficiale che
                                                                                                               presentava nel dettaglio la proposta dell’Aniarti per la futura formazione degli infermieri, propo-
                                                                                                               sta delineata con una presentazione tecnica del corso a favore di direttori e docenti di corsi infer-
     1.4     Gli anni ’90: i cambiamenti legislativi per una moderna professione
                                                                                                               mieristici. La posizione del documento sulle modalità di concepire la formazione infermieristica
          L’evoluzione professionale dell’infermieristica italiana subì una repentina accelerazione pro-       fu audace e, nonostante le forti divergenze con quella della Federazione, alla fine si rivelò una
     prio nell’ultimo decennio del 900: il passaggio ad istruzione universitaria, l’approvazione di un         scelta vincente, in quanto, il modello formativo della Aniarti venne adottato dalla Regione Friuli
     profilo professionale e l’abolizione del mansionario obbligarono, non esclusivamente, ad un               Venezia Giulia che fece proprio il programma del corso di specializzazione, istituendo due corsi
     cambiamento profondo dell’identità dell’infermiere. La base legislativa su cui si è fondata la for-       presso le scuole infermieristiche di Udine e Pordenone. Possiamo definirla “una partenza deter-
     mazione universitaria infermieristica è la legge 341/90 e la legge 502/92, la prima riforma sanita-       minante”, a cui si allinearono gli interessi di altre regioni e le speranze della Aniarti. Al convegno
     ria di natura aziendalistica. Nonostante la normativa però, fu solo nel 1998 che l’università diven-      di Riva, i gruppi di metodologia della ricerca, formati negli anni precedenti, ebbero l’occasione di
     ne l’unico luogo dove fosse possibile diventare infermiere, nel mentre un doppio canale di                presentare lavori di indagine di ottima qualità che fecero da cornice al rinnovo delle cariche as-
     formazione, regionale e universitario, coesisteva tranquillamente fino alla metà del decennio. Il         sociative. Continuò ad allargarsi il gruppo operativo, le rappresentanze regionali e, nel frattempo,
     primo ordinamento didattico che sancì il corso di diploma universitario in scienze infermieristi-         la collega Giuliana Pitacco raccolse l’eredità della rivista “Scenario” dal direttore Braida. La rivista,
     che venne recepito con il decreto ministeriale del 2 dicembre 1991: “Modificazioni dell’ordina-           seppur con tutte le difficoltà incontrate, continuò a crescere e iniziò ad essere voce e punto di
     mento didattico universitario relativamente al corso di diploma universitario in scienze infermie-        riferimento non solo per l’ambito specialistico, ma per l’intera professione.
     ristiche”, mentre con il decreto ministeriale 24 luglio 1996 si avviò il secondo ordinamento che
     cambiò il nome del corso in “Diploma universitario per infermiere”. Viaggio concluso con il DM
                                                                                                                    Rimini, X° Congresso Nazionale, è il 1991. “Infermiere: una professione da conquistare”. Il con-
     509 del 3 novembre 1999, in cui il diploma universitario divenne a tutti gli effetti una laurea trien-
                                                                                                               gresso diede la possibilità di condividere i problemi che la professione doveva continuamente
     nale.
                                                                                                               affrontare per emergere all’interno del dialogo collettivo e nazionale, sia a livello sociale che isti-
          Dopo l’emanazione del profilo professionale con il DM 14 settembre 1994, N° 739 “Regola-             tuzionale. Continui e persistenti, i tentativi di presentare le proposte di riordino della formazione
     mento concernente l’individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell’infermie-       e di esercizio professionale, si scontrarono con interessi provenienti da altre professioni sanitarie
     re” (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.6 del 09-01-1995) e fino alla promulgazio-      e, paradossalmente, da gruppi infermieristici con prospettive diverse. La tensione convogliata in
     ne dell’”Abrogazione del mansionario dell’infermiere” ovvero la Legge 26 febbraio 1999, n. 42             tali diatribe venne alimentata dalla percezione di indifferenza del problema da parte delle istitu-
     “Disposizioni in materia di professioni sanitarie” (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 50 del 2       zioni politiche. Aniarti era certa della priorità assoluta di questi bisogni, utili al fine di garantire la
     marzo 1999), per quasi 5 anni, e prima della sua abrogazione, legalmente gli infermieri rimasero          crescita della professione e, in questo modo, anche quella del servizio sanitario nel suo comples-
     sotto l’influenza del DPR N° 225 del 1974, il cosiddetto “Mansionario”. Fu solo attraverso l’abolizio-    so. Il Consiglio Nazionale, ritenendo che nel 1992 fosse ormai improcrastinabile il lancio di un
     ne del mansionario infermieristico con la Legge 42/99 che l’infermiere passò da un profilo ausilia-       segnale forte, in grado di arrivare sia all’opinione pubblica sia all’interno della professione, decise
     rio (professionale) ad uno intellettuale (professionista). Si delineò quindi, in assenza di un elenco     di organizzare una manifestazione pubblica per il mese di maggio a Roma, durante la Giornata
     di mansioni in cui individuare l’operato precipuo di questo professionista, un pentagono di cin-          Internazionale dell’Infermiere.
     que nodi concettuali che delimitava l’ambiente di competenze dell’infermiere in tre criteri guida
                                                                                                                   Prima manifestazione pubblica degli infermieri italiani, con l’obiettivo di “rivendicare un reale
     (formazione, profilo professionale e codice deontologico) e due criteri limite (le professioni me-
                                                                                                               cambiamento della formazione infermieristica” per consentire di “aumentare le competenze profes-
     diche e le altre professioni sanitarie).
                                                                                                               sionali, migliorare la qualità dell’assistenza, ottenere autonomia professionale”. Scelta intrepida, l’or-

18                                                                                                                                                                                                                           19
an art                                                                                                                                                                                  SUPP. SCENARIO 2022; 39 (1)
                     associazione nazionale infermieri di area critica

     ganizzazione di una manifestazione di tale prospettiva richiese un notevole impegno umano ed              re, a guida del sistema sanitario, le prassi operative tipiche del management aziendale. Bisogna
     economico per l’associazione. E se in un primo momento, la Federazione dei Collegi Ipasvi tentò           ricordare che ai tempi, nonostante la politica italiana si macchiò della vicenda di Tangentopoli, la
     di disincentivare l’impresa, temendo ripercussioni mediatiche e strumentalizzazioni che avreb-            fiducia sul modello capitalistico era ai massimi livelli grazie alla recente vittoria del sistema liberi-
     bero danneggiato di ritorno l’immagine degli infermieri, fu solo attraverso una fine relazione di-        sta sul comunismo (la caduta del Muro di Berlino) e il modello non era ancora minimamente cri-
     plomatica, in cui vennero fornite tutte le garanzie di mantenimento dell’ordine e degli obiettivi         ticabile. La politica considerò quindi l’approccio aziendale, il modello gestionale più efficace per
     ravvisabili, che anche la Federazione aderì alla manifestazione. Strumentalizzazione che invece           dare una nuova direzione ad un servizio che per quanto essenziale, appariva all’opinione pubbli-
     fu tentata dai sindacati, ma prontamente disinnescata dall’associazione. L’adesione, pur se esigua        ca come un buco nero del denaro dei contribuenti.
     da parte delle altre associazioni invitate, trovò un ampio coinvolgimento con una partecipazione              Tale impostazione, però, si rispecchiò in maniera diretta sul lavoro degli infermieri, che si ri-
     di circa cinquemila infermieri da tutta Italia. Numeri oltre le aspettative e sufficienti a lasciare un   trovarono in poco tempo a sostenere un intenso carico di lavoro, senza la possibilità di influenza-
     segno tangibile, e dimostrare sia ai colleghi che all’opinione pubblica che “scendere in piazza” è        re minimamente le decisioni prese dall’alto, “nella Stanza dei Bottoni”.
     una via utile e percorribile anche per la nostra professione.
                                                                                                                    L’aziendalizzazione del Sistema Sanitario Nazionale spinse ad approfondire la riflessione sul
         Nel frattempo, come ogni decennio ciclicamente, si evidenziò il problema della cosiddetta             ruolo dell’infermiere in questa rivoluzione, con interrogativi che animarono il tema de “Il cittadi-
     “emergenza infermieristica”: la carenza cronica di infermieri nelle strutture, problematica che,          no come cliente, l’infermiere come protagonista” al XII° Congresso di Bologna dell’anno successi-
     come sappiamo, non è mai stata affrontata e neppure risolta. L’Italia scopriva di avere un rappor-        vo. Il sottotitolo non lascia spazio ad equivoci: “Vincoli economici e risultati assistenziali nell’orga-
     to medici/infermieri spropositato rispetto ad altri paesi e, in ogni caso, un numero di infermieri        nizzazione sanitaria dopo la riforma del SSN”. Quali le implicazioni per l’attività assistenziale a
     inferiore alle sue necessità. Problema che ricorre ancora oggi visto che, con circa 400 medici ogni       livello generale e individuale? La partecipazione, come sempre elevata, fu sia motore che carbu-
     100.000 abitanti, il numero dei medici in Italia in rapporto alla popolazione porta, come allora, il      rante di un dibattito che si diffuse su tutta la platea. Il nuovo orientamento aziendale delle strut-
     nostro paese al secondo posto in Europa con 240.000 medici. Il rapporto medici/infermieri resta           ture sanitarie, da un lato rappresentò l’accoglimento delle linee ispiratrici dell’assistenza infer-
     uno dei più bassi dei paesi OCSE: 1,5. In Italia ci sono 2 medici ogni 3 infermieri, un divario di ri-    mieristica nella logica di razionalizzazione delle risorse, ma dall’altro rafforzò il dubbio che tali
     sorse allocate troppo in alto e nettamente al di sopra della media occidentale.                           dinamiche potessero incarnare la prospettiva di una riduzione della qualità di vita complessiva
          Ai tempi la questione venne affrontata con un incremento incontrollato degli accessi ai per-         dell’assistito. Su queste dicotomie maturò la riflessione (con relativa discussione) affrontata du-
     corsi di formazione infermieristici e un consequenziale indebolimento del controllo di selezione          rante il tema del successivo congresso.
     e qualità dei percorsi.’Aniarti continuò strenuamente ad indicare la via della qualità della forma-            Siamo giunti al 1994, l’anno del decreto sul nuovo Profilo Professionale dell’Infermiere,
     zione, prioritaria a quella della quantità di infermieri da sfornare dalle scuole. Sulla base di queste   “Regolamento concernente l’individuazione della figura e del relativo profilo professionale
     motivazioni si svolse a Firenze l’XI° Congresso Nazionale che affrontò il problema della responsa-        dell’infermiere” in cui, nonostante le rimostranze di parte della classe medica, la categoria trovò
     bilità professionale a fronte di una formazione inadeguata e di una crescente complessità dell’o-         finalmente legittimazione alle proprie istanze di autonomia con un provvedimento che dischiu-
     perato assistenziale in tutte le sue modalità, sia operative sia organizzative. “Aniarti, responsabili-   se, almeno in parte, nuovi orizzonti professionali.
     tà professionale, infermieri”, il tema coinvolse 1200 infermieri (ulteriore record di partecipazione),
                                                                                                                 Per la sua approvazione 50.000 Infermieri provenienti da tutta Italia scesero in piazza a
     mentre i media locali diedero risalto al convegno e ai suoi dibattiti che presentavano sempre una
                                                                                                               Roma il 1° luglio 1994. Aniarti era ovviamente presente.
     profonda qualità e appropriatezza di confronto. L’eccellente numero di iscritti espresse l’evidenza
     che l’Aniarti rappresentava la più numerosa associazione specialistica in Italia. Molti associati e            Il XIII° Congresso Nazionale si svolse a Firenze. Il tema “Qualità di vita e qualità di morte in area
     attività trovarono entusiasmo e slancio sui territori locali, che si intensificavano e diffondevano       critica” racchiuse vari sottoargomenti che incitavano centinaia di infermieri ad una profonda ri-
     anche nelle regioni meridionali, annosa questione che accompagnava da sempre gli obiettivi                flessione e partecipazione al dibattito. Nel frattempo, dopo una consulenza istituzionale con rap-
     dell’associazione. Un altro successo dell’associazione fu l’adozione dei modelli concettuali di           presentanti Aniarti, i corsi di specializzazione in area critica disegnati e promossi dall’associazio-
     “area critica” e di “infermiere specializzato in assistenza in area critica” da parte della normativa     ne furono adottati anche dalle Regioni Piemonte e Toscana. Sorte avversa in Emilia Romagna
     sanitaria e del dialogo sanitario comune, conferma della bontà delle proposte e delle idee svilup-        dove, dopo uno studio approfondito e un adattamento del programma, si decise all’ultimo di
     pate durante gli anni precedenti.                                                                         non attivare il corso alla luce dei nuovi assetti organizzativi. In ogni caso i soci non si fermarono e
                                                                                                               diversi gruppi di studio, presso la Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI, continuarono a for-
         Il 1992 rappresentò l’anno in cui, quattordici anni dopo la creazione del Sistema Sanitario
                                                                                                               mulare nuove proposte e progetti di varia natura.
     Nazionale con la legge 833/78, nata per rimediare ai gravi problemi economici del sistema assi-
     curativo delle mutue, si diede una seconda risposta forte ai problemi e all’insostenibilità del siste-
     ma sanitario nazionale con il decreto legislativo che ha configurato questo assetto: la Legge
     502/92 e tutte le sue successive modificazioni. Lo scopo di questa riforma era quello di introietta-

20                                                                                                                                                                                                                          21
an art                                                                                                                                                                                  SUPP. SCENARIO 2022; 39 (1)
                     associazione nazionale infermieri di area critica

     1.5     Gli anni ’90: i congressi nazionali per una evoluzione dell’infermieristica                        rienza istruttiva ed arricchente tra gli interlocutori che consente, per quanto possibile, un’armo-
                                                                                                                nizzazione delle presentazioni e, in conclusione, una “scuola di metodologia”. Il tema del
          L’attività associativa e l’organizzazione interna prosegue di pari passo con le iniziative forma-
                                                                                                                convegno fu scelto per rispondere alla costante e forte esigenza degli iscritti di affrontare gli ar-
     tive in ambito locale e nazionale. I moderni criteri di efficienza aziendale delle strutture ospeda-
                                                                                                                gomenti di interesse quotidiano, aderenti all’assistenza diretta al malato. Con “stato dell’arte”, si
     liere e dei luoghi di cura pubblici, vennero adottati anche dall’associazione che, attraverso l’effi-
                                                                                                                tentò di ridurre la distanza tra le normative disciplinanti la professione e la realtà professionale
     cientamento degli aspetti amministrativi e gestionali delle sue risorse, riuscì, con molte difficoltà,
                                                                                                                stessa. Superare l’anacronistico “Mansionario”, era ormai inderogabile, e andava affrontato con la
     ad accentrare e dirimere la costante crescita delle iniziative proposte ed attuate. Altre proposte
                                                                                                                massima priorità. Questa consapevolezza spinse l’associazione a concertare il suo impegno con i
     vennero attuate: sulla scia innovativa e riformatrice, Aniarti costituì il primo sistema di ricerca
                                                                                                                rappresentanti della Federazione Nazionale Ipasvi per superare questo strumento obsoleto e
     bibliografica informatico dal nome “Centro di Documentazione Infermieristica Aniarti” aperto a
                                                                                                                vincolante, soprattutto in area critica.
     chiunque ne facesse richiesta. Ma si comprese che la professione si sarebbe evoluta solo in un
     confronto qualificato e di scambio di esperienze; nasce quindi a fine anni ’90 il Centro di Inter-             Aniarti, a questo punto, può vantare più di 2000 iscritti. L’attività dell’associazione continuò
     scambio Professionale (CIP) per permettere lo scambio professionale tra gli infermieri di area             ad essere sempre più impegnativa: la necessità di essere presenti nei momenti significativi, che
     critica in Italia e soprattutto all’estero.                                                                in quel periodo si avvicendavano di anno in anno, rese evidente l’esigenza di costituire un grup-
                                                                                                                po allargato del Comitato Direttivo, al fine di consentire una presenza significativa e costante
          Come ogni stagione, gli infermieri dell’associazione si ritrovarono di fronte a problemi ancora
                                                                                                                ovunque ce ne fosse bisogno. Inoltre, l’enorme numero di associati impose una metodologia
     più grandi da affrontare: la trasformazione del sistema sanitario in atto obbligò ad una valutazio-
                                                                                                                operativa per condurre la partecipazione corretta e la capillare comunicazione della filosofia
     ne del ruolo professionale e delle implicazioni del quotidiano. Occasione di approfondimento a
                                                                                                                dell’Aniarti a tutti gli infermieri soci. Concretizzazione di questo proposito fu la programmazione
     metà decennio, come ogni anno da quattordici edizioni ormai, il Congresso Nazionale. L’associa-
                                                                                                                del primo seminario formativo per i rappresentanti delle regioni che, in quattro giorni di un tardo
     zione si interrogò intorno al tema “Area Critica presente e futuro con i cittadini”. Il confronto ripor-
                                                                                                                inverno del 97’, si incontrarono a Viareggio allo scopo di rendere più funzionale, omogenea e si-
     tò alla luce tutti i dubbi e le questioni intorno all’esigenza del risultato, di cui l’infermiere è re-
                                                                                                                stematica l’attività associativa nelle varie regioni, divenuta decisamente sempre più complessa
     sponsabile, in un contesto assistenziale e normativo sempre più complesso come quello di area
                                                                                                                con gli anni.
     critica. Aniarti rispose prontamente a questo nuovo bisogno formativo, dispiegando tutte le sue
     risorse migliori; tra queste, un corso di tre giorni sulla responsabilità professionale in area critica,        I tempi furono maturi anche per una rimodulazione delle modalità organizzative e dei ruoli
     tenuto da un collega esperto e laureato in giurisprudenza, che fece tappa in più luoghi d’Italia. Il       dell’associazione, oltre ad una riflessione sulle tappe percorse e sulle concettualizzazioni centrali
     collega, che oggi chiameremo infermiere forense, fu un primo trait d’union tra due mondi solo              della filosofia associativa, da cui sono nati nuovi modelli di interpretazione dell’infermiere di area
     apparentemente lontani tra di loro: la giurisprudenza e l’assistenza infermieristica, dissipando           critica e della specificità della formazione. Durante l’anno si affrontarono le questioni sulla nuova
     molti dei dubbi che attanagliavano i colleghi (e che continuano a farlo anche oggi). Corsi come            logica organizzativa sanitaria che, senza sorpresa alcuna, accolsero in parte il lavoro che Aniarti
     questo, diversi tra loro nella forma e nel contenuto, venivano abitualmente tenuti in diverse re-          aveva applicato ai paradigmi dell’assistenza in area critica.
     gioni e territori, tanto da divenire spesso appuntamenti annuali fissi o, in ogni caso, opportunità             La XVI° edizione del Congresso Nazionale, tenutasi per la seconda volta a Firenze, vide la
     di aggregazione, al fine di diffondere e condividere le informazioni e i concetti sostenuti dall’as-       partecipazione di ben 1640 soci. Il tema “Sistema emergenza-urgenza, paziente critico, logica
     sociazione. Anche dal punto di vista istituzionale, l’impegno per il direttivo fu costante, richie-        dipartimentale. Intensività assistenziale infermieristica, flessibilità organizzativa, multifattorialità
     dendo una continua presenza ufficiale dell’associazione. Cotanto impegno però si scontrò con               di risultato” accompagnò anche l’approvazione del nuovo regolamento associativo e del nuovo
     un periodo difficile, in seguito a ristrettezze economiche, che rischiò di frenare o addirittura inter-    statuto. L’esigenza constatata fu quella di avere una maggiore partecipazione alle scelte rilevanti
     rompere la formazione specialistica.                                                                       fatte dall’associazione. Fino ad allora, i rappresentanti delle regioni venivano eletti dagli iscritti ed
         Ben 1500 discenti si presentarono al congresso annuale del 1996 tenutosi a Bologna. Nono-              esclusivamente durante i congressi. Con il nuovo statuto, si decise di istituire la votazione per
     stante la moltitudine di persone, l’associazione non fu minimamente spaventata né si fece trova-           corrispondenza, consentendo ad una platea più ampia di esprimere il proprio voto e scegliere i
     re impreparata, forte di un know-how collaudato da anni di iniziative. Possiamo dire che, ancora           propri rappresentanti. Come molte altre iniziative, anche questa fu un’innovazione tra le associa-
     oggi, questa capacità organizzativa è uno dei punti di forza della Aniarti. Il tema dell’anno “L’infer-    zioni infermieristiche.
     mieristica in Area Critica: stato dell’arte dell’intensività assistenziale” è, come negli anni prece-           Il 1998 rappresentò l’anno in cui l’eco di un’integrazione politica e sociale dell’Italia nel conte-
     denti, il frutto di una metodologia minuziosamente analizzata e seguita dalla segreteria scientifi-        sto europeo si fece impellente. Questo sentimento europeista apparteneva anche all’associazio-
     ca che, per costruire il tema e i singoli contenuti, coinvolge in un primo momento il Comitato             ne, da sempre aperta alle esperienze internazionali a rappresentanza degli infermieri italiani, che
     Direttivo per scegliere e discutere l’argomento, per poi diramare e percepire direttamente dai             decise di tenere il XVII° Congresso Nazionale a Napoli, città simbolo. Il congresso dal titolo “Inten-
     soci le singole proposte di relazioni, ed eventualmente tararle o integrarle in modo che la se-            sività assistenziale - responsabilità infermieristica - evidenza scientifica”, oltre a legarsi all’evolu-
     quenza del programma racchiuda un vasto ventaglio di esperienze. Il tutto si traduce in un’espe-           zione delle competenze acquisite de facto dagli infermieri, portò allo scoperto un nervo dolente

22                                                                                                                                                                                                                          23
Puoi anche leggere