IL LIBRO DI TUTTE LE COSE - Comune di Cavriago
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Comune di Cavriago il libro di tutte le cose I suggerimenti del Laboratorio di idee e lettura IL LIBRO DI TUTTE LE COSE “MIRACOLI E CINEMA. Da Pareven furmighi a Hollywood. Storie e miracoli di partecipazione. Da Miracolo a Milano di Zavattini alla miracolosa costruzione di un cinema in un piccolo paese.” 28°appuntamento, 28 settembre 2013 UN PAESE Zavattini, Cesare Pubblicato originariamente in Italia nel 1955 da Einaudi, Un Paese è un classico intramontabile. Nel 1953, il grande fotografo americano Paul Strand propone a Cesare Zavattini di collaborare alla preparazione di un libro su un paese italiano, un paese inteso come specchio dello spirito di un popolo e del ritmo universale della vita legata alla terra. Per Strand, si trattava di portare avanti la sua missione tesa ad illustrare e a rendere omaggio a questa terra, a rilevarne la più intima essenza. Per Zavattini, si trattava di raggiungere una sintesi tra il film e il libro, atta ad esprimere in nuovo incontro tra cinema e realtà, il neorealismo italiano. Zavattini scelse Luzzara, nella pianura padana, dove era nato. Il ritorno al paese di origine e l'impatto con la dura realtà quotidiana di un villaggio contadino fu dapprima "estenuante", ma poi divenne "meraviglioso" man mano che dalle testimonianze emergeva l'indole forte e solida dei paesani, insieme al loro amore per la terra. I ritratti avvincenti realizzati da Paul Strand documentano una collettività umana avvezza alla sopportazione, la bellezza della terra e le metafore della quotidianità in questa pianura padana. Luzzara è un paese pieno di speranza, colto nel momento del trapasso dalla dimensione contadina senza tempo alla mentalità del ventesimo secolo. Un Paese è un esempio ragguardevole di collaborazione interculturale, destinato a rimanere un classico per sempre. LA MIA SVEGLIA ERA IL CANTO DEL GALLO Fantini, Aldo "L'idea di scrivere il diario della mia vita è nata dai ricordi del mio passato. La mia memoria, pur rapportandomi a ottanta anni fa, ricorda ancora molte cose, ma da un momento all'altro potrebbe dimenticare tutto. Grazie a questo diario tutti i ricordi potranno rimanere vivi. Spero di non avere travisato la realtà nei miei ricordi che possono essere interpretati come testimonianza autentica." Aldo Fantini Il libro, prezioso documento della memoria storica della comunità cavriaghese, è un racconto sul filo dei ricordi che ci riporta indietro nel tempo, ci fa immergere nella vita quotidiana delle passate generazioni e ricordare i più importanti fatti storici accaduti in quel periodo. Ne emerge un affresco fatto di vite di sacrifici ma anche di piccole gioie quotidiane, di rapporti autentici fra le persone, nel confronto continuo con la vita contemporanea, immersa nel MULTIPLO - Centro Cultura Cavriago - via della Repubblica, 23 – cap 42025 Cavriago (RE) tel. 0522/373466 fax 0522/373463 multiplo@comune.cavriago.re.it www.comune.cavriago.re.it/multiplo Multiplo Cavriago
Comune di Cavriago il libro di tutte le cose benessere, caotica e frenetica, dove manca persino il tempo per instaurare quei “rapporti sinceri”; a fianco la descrizione poetica dei colori e dei profumi della sua amata campagna. IL CINEMA CON LA REALTÁ Segre, Daniele Nel panorama del cinema italiano Daniele Segre occupa un posto di rilievo non solo in quanto è uno dei principali registi indipendenti, ma soprattutto perché a partire dall´esperienza di documentarista ha saputo creare intorno alla documentazione sociale uno stile cinematografico che, coniugando realtà e finzione, raggiunge risultati espressivi di alto livello. Il suo cinema è come un viaggio partecipe nella società per raccontare le storie marginali di chi viene escluso dai grandi eventi. Nelle mani di Segre i fatti della quotidianità diventano racconto e le vicende della vita nucleo narrativo che consente di fare cinema a partire dalla realtà e con la realtà.In questo volume vengono analizzati alcuni degli aspetti più significativi dell´opera del regista torinese a partire dagli esordi, nella seconda metà degli anni Settanta, fino a oggi. Ad accompagnare i saggi una lunga intervista in cui il regista parla della sua formazione, dei suoi film e di una concezione del cinema che deve saper coniugare esigenze estetiche ed impegno civile. DIZIONARIO DELLE COSE PERDUTE Guccini, Francesco Una volta, c'era la banana: non il frutto amato dai bambini, bensì l'acconciatura arrotolata che proprio i bimbi subivano e detestavano ma che veniva considerata imprescindibile dai loro genitori. I quali, per bere un buon espresso, dovevano entrare al bar e chiedere un "caffè caffè", altrimenti si sarebbero trovati a sorbire un caffè d'orzo. Una volta, per scrivere, non c'erano sms o e-mail, ma si doveva dichiarare guerra ai pennini e uscire da scuola imbrattati d'inchiostro da capo a piedi. Una volta, si poteva andare dal tabacchino, comprare una sigaretta - una sola - e fumarsela dove meglio pareva: non c'erano divieti, e i non fumatori erano una gran brutta razza. Una volta, i bambini non cambiavano guardaroba a ogni stagione, andavano in giro con le braghe corte anche d'inverno e - per assurdo contrappasso - col costume di lana d'estate. Una volta, la Playstation non c'era, si giocava tutto il giorno per strada e forse ci si divertiva anche di più. Una volta, al cinema pioveva... Con un poco di nostalgia, ma soprattutto con la poesia e l'ironia della sua prosa, Francesco Guccini posa il suo sguardo sornione su oggetti, situazioni, emozioni di un passato che è di ciascuno di noi, ma che rischia di andare perduto, sepolto nella soffitta del tempo insieme al telefono di bachelite e alla pompetta del Flit. Un viaggio nella vita di ieri che si legge come un romanzo: per scoprire che l'archeologia "vicina" di noi stessi ci commuove, ci diverte, parla di come siamo diventati. AUTORITRATTO: LETTERE 1945 - 1984 Truffaut, Francois Giovane ribelle, critico cinematografico, disertore, innamorato, regista, amico fedele, produttore accorto: i numerosi personaggi della vita di Truffaut affollano le lettere scritte, giorno dopo giorno, per quarant'anni esatti. Sono come le figure di un romanzo, come gli eroi di tanti suoi film. Troviamo gli amici di sempre, Rohmer, Helen Scott, Godard. E Hitchcock, Malle, Paul Newman. Le lettere si infittiscono di nomi e fatti che sono quelli della nostra vita recente: il manifesto contro la guerra d'Algeria, il maggio '68, Alain Peyrefitte ministro gollista della cultura, Sartre. Ma anche "un giovane sceneggiatore", "uno studente", "un giornalista gastronomo"; Truffaut guarda il mondo senza il filtro delle ideologie e delle convenzioni sociali. MULTIPLO - Centro Cultura Cavriago - via della Repubblica, 23 – cap 42025 Cavriago (RE) tel. 0522/373466 fax 0522/373463 multiplo@comune.cavriago.re.it www.comune.cavriago.re.it/multiplo Multiplo Cavriago
Comune di Cavriago il libro di tutte le cose AUTOBIOGRAFIA DELLA MIA INFANZIA Cornia, Ugo In via Ancona, in quel di Modena, c’era un asilo con i tetti in amianto, a cinque minuti esatti di strada (esattamente a bordo di una Cinquecento color panna e nocciolino) da via Guglielmo Della Cella. Qui, al numero 35, abitava Ugo, che in quell’asilo (ma anche in qualsiasi altro) non voleva saperne di andare; ragion per cui, magari anche senza farlo apposta, se ne inventava una al giorno: sfracellarsi il piede nella ruota della bici di suo papà, sbattere la testa sul parabrezza dell’auto (sempre in compagnia del padre, un tipo un po’ tanto tra le nuvole…) o altre robe del genere, comprese le recite a prova di lacrima dedicate alla mamma, che gli ripeteva: “allora ciao, io vado via”, ma lui scoppiava a piangere e così lei non se ne andava mai, oppure se ne andava, ma gli prometteva un’uscita anticipata, che veniva a prenderlo la zia Maria, sorella di sua nonna, in sedia a rotelle, che viveva pure lei al 35 di via Guglielmo Della Cella. Così, di anno in anno, dai tre anni fino agli undici, riaffiorano i momenti più lontani di un ex bambino che si è fatto uomo. L’Ugo Cornia che conosciamo si è persino stupito di questo strambo countdown della memoria, che ha riportato alla luce tasselli remotissimi apparentemente insignificanti della sua vita, per alloggiarli all’interno del grande mosaico che rinomina e significa la sua storia personale. Si tratta di “ricordi fatti a fotografia, non a filmino”, cioè di flashback sparsi, che trovano un denominatore comune nella stagione dell’infanzia, qui rievocata con sortite comiche, dalle quali si può però percepire quel tipico sentimento del rimpianto, che non è semplice nostalgia del perduto, ma tenerezza di sguardo e benevolenza paterna verso quello che siamo stati. Il periodo dell’infanzia, infatti, è tutto sommato l’unico nella nostra articolata esistenza in cui ci è dato pensare che: “sono belle addirittura anche le cose brutte”, perché tutto ancora è da compiersi, non esiste passato e il presente è il tempo vorace di un cerino. IL BAR SOTTO IL MARE Benni, Stefano Tutto può accadere nel bar sotto il mare. Un bar in cui tutti vorremmo capitare, una notte, per ascoltare i racconti del barista, dell'uomo col cappello, dell'uomo con la gardenia, della sirena, del marinaio, dell'uomo invisibile, della vamp e degli altri misteriosi avventori. Sompazzo, il paese più bugiardo del mondo - Gaspard Ouralphe, il più grande cuoco di Francia - Il verme mangiaparole e l'incredibile storia del capitano Charlemont - La disfida di Salsiccia - Il dittatore pentito - Kraputnyk, il marziano innamorato Priscilla Mapple e il delitto della II C - Il folletto delle brutte figure, il diavolo geloso e la chitarra magica - La storia di Pronto Soccorso e Beauty Case - Il mistero di Oleron e l'Autogrill della morte - Californian crawl - Il pornosabato del cinema Splendor - I capricci del dio Amikinont'amanonami-kit'ama - Arturo Perplesso Davanti alla Casa Abbandonata sul Mare - Il racconto più breve del mondo, la fatale Nastassia e la grande Traversata dei Vecchietti. AMORE MIO INFINITO Nove, Aldo Un'educazione sentimentale dei nostri tempi, che è anche un ritratto amaro, crudelmente umoristico, dell'Italia dagli anni Sessanta agli Ottanta, quando tutto è cambiato per sempre. "Amore mio infinito" è composto di cinque storie d'amore, cinque sequenze narrative, ognuna dotata di una sua tecnica narrativa, che formano un unico romanzo autobiografico. Un romanzo appassionato e tenero che è anche il ritratto di un umorismo candido e feroce, dell'Italia dagli anni Settanta ai Novanta, quando tutto è cambiato per sempre. MULTIPLO - Centro Cultura Cavriago - via della Repubblica, 23 – cap 42025 Cavriago (RE) tel. 0522/373466 fax 0522/373463 multiplo@comune.cavriago.re.it www.comune.cavriago.re.it/multiplo Multiplo Cavriago
Comune di Cavriago il libro di tutte le cose TOTÒ IL BUONO Zavattini, Cesare Un bambino nato sotto un cavolo, una vecchietta, il pezzente drappello dei "baracchesi", una cricca di miliardari, due angeli custodi: sono i protagonisti di questo "romanzo per ragazzi, che possono leggere anche i grandi", e nella loro storia Zavattini ha saputo riversare la sua inconfondibile capacità di fondere realtà, simbolo e racconto, di far scaturire la fiaba dalla più ordinaria quotidianità. Da "Totò il Buono" Zavattini trasse lo spunto per la sceneggiatura di "Miracolo a Milano" diretto da De Sica, uno dei film più amati della storia del cinema italiano. I FILM DELLA MIA VITA Truffaut, Francois "Diventato regista, mi sono sforzato di non stare troppo a lungo senza scrivere qualcosa sul cinema, ed è la pratica di questo doppio ruolo, critico-cineasta, che mi dà oggi l'audacia di esaminare la situazione un po' dall'alto, come il Fabrice della Chartreuse de Parme, se avesse avuto la fortuna di sorvolare Waterloo in elicottero." Visti dall'alto i film degli altri appaiono come un insopprimibile contraltare dei suoi film, della sua attività di uomo di cinema: non tanto una sequenza di approvazioni e stroncature quanto piuttosto un insieme ricco e multiforme di materiali, situazioni, spunti, apprezzamenti, destinati a incorporarsi nella pratica cinematografica, nel lavoro di regia, prima che come giudizio sugli altri. C’ERA UNA VOLTA IL CAPITOL. GLI ANNI D’ORO DEL CINEFORUM 1968-1983 L’ULTIMO BALLO DI CHARLOT Stassi, Fabio Finalista premio Campiello 2013. In una sera di Natale la Morte va a trovare Charlie Chaplin nella sua casa in Svizzera. Il grande attore e regista ha passato gli ottant'anni ma ha un figlio ancora piccolo e vorrebbe vederlo crescere accanto a sé. In un lampo di coraggio Chaplin propone un patto alla Vecchia Signora: se riuscirà a farla ridere si sarà guadagnato un anno di vita. Inizia così un singolare balletto con la Morte, e quella notte a salvarlo non sarà la tecnica consumata dell'attore ma la comicità involontaria che deriva dagli impacci dell'età. La questione però è solo rinviata: anno dopo anno, a Natale, la Vecchia tornerà a reclamarlo e bisognerà trovare il modo di suscitarle almeno una risata. Nell'attesa dell'incontro fatale Chaplin scrive una lunga e appassionata lettera al figlio. Vuole raccontargli la storia vera del suo passato, quella che nessuno ha mai ascoltato, ed ecco che dalle sue parole scaturisce l'avventura rocambolesca di una vita e il ritratto di un'epoca rivoluzionaria IL LIBRO DELLE ILLUSIONI Auster, Paul Professore universitario e critico di prestigio, David Zimmer trascorre le sue giornate in uno stato di semicoscienza alcolica davanti alla tv da quando ha perso moglie e figli in un incidente aereo. Ma una sera un vecchio film comico del cinema muto lo scuote dal torpore: il regista del film, Hector Mann, è scomparso nel 1929 all'apice della sua carriera. Affascinato, Zimmer decide di ricostruire la vicenda e, dopo accurate documentazioni, pubblica un libro sull'argomento. Ma, a un anno dalla pubblicazione, una lettera spedita da una cittadina del New Mexico arriva a MULTIPLO - Centro Cultura Cavriago - via della Repubblica, 23 – cap 42025 Cavriago (RE) tel. 0522/373466 fax 0522/373463 multiplo@comune.cavriago.re.it www.comune.cavriago.re.it/multiplo Multiplo Cavriago
Comune di Cavriago il libro di tutte le cose confondere tutte le sue conclusioni: è firmata dalla moglie di Mann e dice che il regista sarebbe lieto di incontrare il suo biografo. LA PERFEZIONE DEGLI ELASTICI E DEL CINEMA Pariani, Laura Nove memorabili racconti dove i personaggi, tra finzione dello schermo e finzione della pagina, danno vita a un quotidiano teatro degli eventi, che la Pariani anima impiegando con familiare disinvoltura il dialetto lombardo della valle del Ticino, amorosamente documentato e fantasticamente ricostruito. Nella prima sezione del libro si compie un'operazione di trasposizione dal film al racconto, trasferendo temi e personaggi, pur nello spirito del testo, in un mondo narrativo particolare, quello di un "profondo nord" selvatico e aspro. Così Boris Karloff, ii Mostro, diventa l'umbriün delle favole lombarde; il goffo Quasimodo impersonato da Lon Chaney - "il piü brutto degli animali brutti della terra dell'acqua e dell'aria, Ia personificazione del deforme, degli anni bisestili, degli errori di Dio" - diviene Biâs, lo scemo di un paese di brughiera del secolo scorso. Allo stesso modo, la mancanza di scelte al femminile, narrata nel film cinese Lanterne rosse, si incarna nella lentigginosa Fèmia, dannata dalla propria maternità illegittima; e il bambino protagonista del bergmaniano Fanny e Alexander vive il suo incontro con il mistero della morte sulle lanche del Ticino nel secondo dopoguerra, al ritmo di Papaveri e papere. Nella seconda sezione i racconti nascono dal fascino ambiguo di certi personaggi cinematografici. In questo caso la bellezza di Louise Brooks, i toni ribelli di James Dean, il carattere beckettiano dell'ultimo Buster Keaton diventano maschere, dietro le quali Ia mente dello spettatore parte alla ricerca del proprio introvabile io con un personale "viaggio al termine della notte", in un tempo emozionale/simbolico, retrocesso/immobile, come quando si sogna o si abbraccia la persona amata. NOSTALGIE, la terza sezione, ricrea l'atmosfera dei cinemini anni Cinquanta, il piacere dell'identificazione coi gesti degli attori: gli slanci dell'acrobatico Weissmuller e i rituali dell'ordine del grasso Ollio. Proprio da questa intensa soddisfazione narcisistica della visione cinematografica, perfetta sostituzione del godimento infantile, nasce l'eterna magia del cinema. MI RICORDO, SÌ, IO MI RICORDO Mastroianni, Marcello Forse nessun attore si è mai congedato dal pubblico con un testamento palpitante di vitalità come "Mi ricordo, sì, io mi ricordo", il film-confessione con cui, alla vigilia dell'uscita di scena, Mastroianni racconta con stoico umorismo, pudica ironia e reticente tenerezza la sua vita d'arte e la sua arte di vivere. Negli intermezzi della lavorazione in Portogallo di "Viaggio all'inizio del Mondo" (1996), fra le montagne e il mare, Marcello si mette di buon grado davanti alla cinepresa e tira i molteplici fili della memoria e della riflessione. Nella sua spericolata navigazione durata mezzo secolo, in mezzo alla vasta costellazione degli autori di Mastroianni, brillano le stelle-guida dell'adorato De Sica; di Visconti, spietato allenatore di palcoscenico; di Fellini, complice pigmalionico; di Ferreri, ispiratore di trasgressioni. E nei discorsi di questo commediante pragmatista emergono a sorpresa riferimenti più alti: Cechov, imprescindibile fratello di sangue; Diderot, con l'aureo precetto che l'attore deve far piangere senza piangere; Proust, Kafka. LA STRAORDINARIA INVENZIONE DI HUGO CABRETT Selznick, Brian La luna, le luci di una città, una stazione affollata, due occhi spaventati. Le immagini a carboncino scorrono come in un cinema di carta fino a inquadrare il volto di Hugo Cabret, l'orfano che vive nella stazione di Parigi. Nel suo nascondiglio segreto, Hugo coltiva il sogno di diventare un grande illusionista e di portare a termine una missione: MULTIPLO - Centro Cultura Cavriago - via della Repubblica, 23 – cap 42025 Cavriago (RE) tel. 0522/373466 fax 0522/373463 multiplo@comune.cavriago.re.it www.comune.cavriago.re.it/multiplo Multiplo Cavriago
Comune di Cavriago il libro di tutte le cose riparare l'automa prodigioso che il padre gli ha lasciato prima di morire. Ma, sorpreso a rubare nella bottega di un giocattolaio, Hugo si imbatterà in Isabelle, una ragazza che lo aiuterà a risolvere un affascinante mistero in cui identità segrete verranno svelate e un grande, dimenticato maestro del cinema tornerà in vita. Tra romanzo, cinema e graphic novel, un libro in cui le parole illustrano le immagini. IO LO CHIAMO CINEMATOGRAFO Rosi, Francesco – Tornatore, Giuseppe "Il cinema, allora, era una grande famiglia, è vero. C'era un rapporto di comprensione, anche di affetto. Poi ci sentivamo tutti parte di una grande avventura, far rivivere sullo schermo la vita." Proprio di "grande avventura" è il caso di parlare a proposito di Francesco Rosi, classe 1922, che in questo libro ha deciso di raccontare la propria vita e i segreti del suo mestiere a un altro regista, il suo amico Giuseppe Tornatore. È in famiglia, nella Napoli degli anni Trenta, "legata a doppio filo con il suo mare", che tutto comincia: papà Sebastiano, appassionato di cinematografo, gli scatta magnifici fotoritratti, ispirandosi anche a Jackie Coogan, il protagonista del Monello di Charlie Chaplin. Poi ci sono zio Pasqualino, "capo-claque" nei teatri di rivista, e zia Margherita, che lo accompagna ogni giovedì al cinema, dove il piccolo Francesco scopre la magia dei primi film muti. Nell'immediato dopoguerra Rosi si trasferisce a Roma dove, insieme a una spiccata passione per il teatro e per la letteratura, porta con sé lo stupore per quelle sagome di ombre e luci che si agitano su uno schermo bianco. E capisce che il cinema diventerà il suo mestiere. In questo libro- intervista che è insieme autobiografia e saggio critico, Rosi ci svela una miniera di informazioni e aneddoti che riguardano i suoi film e la sua carriera di regista, senza lasciare "fuori campo" gli aspetti più intimi e privati di una vita intensa e coraggiosa ODE AD UN CINEMA DI PAESE Neruda, Pablo Amore mio, andiamo al cinema del paesino. La notte trasparente gira come un molino muto, elaborando stelle. Tu ed io entriamo nel cinema del paese, pieno di bambini e profumo di mele. Le vecchie pellicole, sono sogni già consumati. Lo schermo ha ormai colore di pietra o piogge. La bella prigioniera del villano ha occhi di laguna MULTIPLO - Centro Cultura Cavriago - via della Repubblica, 23 – cap 42025 Cavriago (RE) tel. 0522/373466 fax 0522/373463 multiplo@comune.cavriago.re.it www.comune.cavriago.re.it/multiplo Multiplo Cavriago
Comune di Cavriago il libro di tutte le cose e voce di cigno, corrono i più vertiginosi cavalli della terra. I cowboys bucano con i loro spari la luna pericolosa dell' Arizona. Con l'anima trepidante attraversiamo questi cicloni di violenza, la formidabile lotta degli spadaccini sulla torre, sicuri come vespe, la valanga piumata degli indiani che si aprono a ventaglio nella prateria. Molti dei bambini del paese si sono addormentati, affaticati dalla giornata in bottega, stanchi di fregare nelle cucine. Noi no, amore mio. Non perdiamoci nemmeno questo sogno: finché saremo vivi faremo nostra tutta la vita vera ma anche i sogni: tutti i sogni sogneremo. MULTIPLO - Centro Cultura Cavriago - via della Repubblica, 23 – cap 42025 Cavriago (RE) tel. 0522/373466 fax 0522/373463 multiplo@comune.cavriago.re.it www.comune.cavriago.re.it/multiplo Multiplo Cavriago
Comune di Cavriago il libro di tutte le cose E infine, qualche consiglio di visione PAREVEN FURMIGHI di Daniele Segre 1997 MIRACOLO A MILANO di Vittorio De Sica 1951 NUOVO CINEMA PARADISO di Giuseppe Tornatore 1988 CHARLOT di Richard Attenborough 1992 UN TRANQUILLO WEEK END DI PAURA di John Boorman 1972 MULTIPLO - Centro Cultura Cavriago - via della Repubblica, 23 – cap 42025 Cavriago (RE) tel. 0522/373466 fax 0522/373463 multiplo@comune.cavriago.re.it www.comune.cavriago.re.it/multiplo Multiplo Cavriago
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