Il disastro del Vajont - successione cronologica dei principali eventi

Pagina creata da Giorgio Gagliardi
 
CONTINUA A LEGGERE
Il disastro del Vajont – successione cronologica dei principali eventi

Il Prof. Giorgio dal Piaz e l’Ing. Carlo
Semenza sono sicuramente i due
personaggi più importanti per quanto
concerne la realizzazione della diga del
Vajont.
Durante i lavori C.Semenza si consultò
anche con l’Ing. Vincenzo Ferniani che      G.Dal Piaz, C.Semenza e V.Ferniani nel 1960 (E.Semenza)
in anni precedenti era stato il suo
diretto superiore e “maestro”

Le vicissitudini legate agli eventi di
quegli anni furono documentate dalla
giornalista dell’Unità Tina Merlin, la
“voce” degli abitanti locali in
contrapposizione alla SADE

                                                 Tina Merlin e Bepi Zanfron nel 1960 (E.Di Benedetto)

                             Dott. G.TEMPORELLI - www.giorgiotemporelli.it
Il disastro del Vajont – successione cronologica dei principali eventi

„gennaio    1957: per sfruttare al meglio le
acque del Piave, del Maè e del Boite e dare
origine al “Grande Vajont” (un complesso
sistema idraulico costituito da 6 serbatoi, 4
centrali, 50 km di gallerie e 5 ponti tubo) si
presenta domanda di costruzione con
variante di progetto per l’innalzamento
della diga sino a quota 725,5 mslm
(h=264,5 m) e una capacità di invaso di
150 milioni m3 Nello stesso mese, la SADE
inizia i lavori di scavo(senza autorizzazione)

Durante la progettazione della grande diga,
vennero realizzati alcuni modelli in scala
per simulare le spinte dell’acqua sia sul
corpo della diga sia sulle rocce sulle quali
poggiava; a tal scopo venne impiegato un
potente calcolatore allora in funzione a
Roma presso l’Istituto Nazionale per le
Applicazioni di Calcolo                            Modello di diga geomeccanico in scala 1:35 (Vielmo)

                              Dott. G.TEMPORELLI - www.giorgiotemporelli.it
Il disastro del Vajont – successione cronologica dei principali eventi

Si da il via alla costruzione della diga più alta e tecnologica del mondo

DATI DIGA                                          DATI LAGO

Tipologia: Doppio arco                             „Lunghezza  = 5,2 km
Proprietario: SADE – ENEL                          „Larghezza max = 1 km
Progettista: Ing. C.Semenza                        „Profondità max. = 261.5 m
Costruttore: Torno & C. SpA                        „Superficie = 62 km2
                                                   „Volume = 150 milioni m3
„Altezza = 264,5m
„Spessore base = 22m
„Spessore coronamento = 3,4m
„Lunghezza coronamento = 190 m
„Volume calcestruzzo = 353.000 m3
„Scarichi di superficie = 16 scarichi a
stramazzo lungo il coronamento

                            Dott. G.TEMPORELLI - www.giorgiotemporelli.it
Il disastro del Vajont – successione cronologica dei principali eventi

„ aprile 1957: arriva l’autorizzazione
da parte del Consiglo Superiore dei
Lavori Pubblici

„maggio  1957: il Servizio Dighe chiede
una relazione geologica relativa al
nuovo progetto definitivo, che verrà
consegnata a giugno

„agosto   1958: viene chiesto il parere
ad un altro geologo, il prof. L.Muller,
che evidenzia come la sponda sinistra
sia in forte pericolo di frana….., nello
stesso mese iniziano i getti per la
costruzione della diga
                                   Prof.L.Muller (E.Semenza)

                                                               Costruzione della diga – 1958 (Torno)

                                 Dott. G.TEMPORELLI - www.giorgiotemporelli.it
Il disastro del Vajont – successione cronologica dei principali eventi

Per la distribuzione del calcestruzzo vengono
usati i “blondin”, delle gru teleferiche che
scorrono velocemente con movimenti sia
longitudinali sia verticali, in grado di
realizzare un’alzata di circa 0,8 m/giorno

                                              Le gru-teleferiche “blondin” (Aménagement)

                             Dott. G.TEMPORELLI - www.giorgiotemporelli.it
Il disastro del Vajont – successione cronologica dei principali eventi

„  22 marzo 1959: frana di Pontesei, 3 milioni di m3 di roccia cadono nel lago. Muore
l’operaio Arcangelo Tiziani il cui corpo non verrà mai più ritrovato. L’estrema vicinanza con
il Vajont preoccupa particolarmente e si sente la necessità di effettuare indagini geologiche
più approfondite. Intanto la diga sale………

                                                        La frana di Pontesei (E.Semenza)

                               Dott. G.TEMPORELLI - www.giorgiotemporelli.it
Il disastro del Vajont – successione cronologica dei principali eventi

„ Luglio 1959: Edoardo Semenza, figlio di
Carlo, assieme a F.Giudici e al Prof. Muller
effettuano un nuovo studio geologico-
tecnico dell’intero invaso da cui emerge la
presenza di una paleofrana. La relazione
non verrà mai inviata agli organi di
controllo.

„Novembre    1959: il geologo Pietro Caloi
effettua indagini geofisiche sulla supposta
paleofrana

Intanto la diga sale……

                                                         Costruzione della diga – 1959-60 (Torno)

                              Dott. G.TEMPORELLI - www.giorgiotemporelli.it
Il disastro del Vajont – successione cronologica dei principali eventi

                                        Evidenze della supposta paleofrana (E.Semenza)

                        Dott. G.TEMPORELLI - www.giorgiotemporelli.it
Il disastro del Vajont – successione cronologica dei principali eventi

„ Febbraio 1960: inizio dell’invaso
sperimentale

„Marzo   1960: al crescere del livello dell’acqua
hanno luogo i primi movimenti franosi che a
ottobre dello stesso anno raggiungono la
velocità di 3 cm/giorno

„Settembre  1960: fine dei getti per la
costruzione della diga

                                                     Estate 1960, durante il primo invaso (Torno)

                               Dott. G.TEMPORELLI - www.giorgiotemporelli.it
Il disastro del Vajont – successione cronologica dei principali eventi

4 novembre 1960: l’invaso è a quota 650 mslm
quando una frana di 700.000 m3 piomba nel
lago generando un’onda di 2m che raggiunge i
10m infrangendosi contro la diga.
Contemporaneamente compare sul versante
sinistro della valle una fessura a forma di M
lunga circa 2500m: è il profilo della frana che si
staccherà qualche anno dopo

                                                                    Frana del 1960 (E.Semenza)

                                                         Frana del 1960, appena dopo l’accaduto (Mazzucco)

                              Dott. G.TEMPORELLI - www.giorgiotemporelli.it
Il disastro del Vajont – successione cronologica dei principali eventi

Con la frana del 4 novembre 1960 compare sul TOC una fessura a forma di M lunga circa
2500m e alta circa 500-1000m, indagine successive evidenziarono uno spessore di
almeno 100-200m per un volume complessivo di circa 260 milioni m3 di materiale.

   Linea della paleofrana comparsa dopo lo smottamento del 1960 e quella ipotizzata in precedenza (E.Semenza)

                                   Dott. G.TEMPORELLI - www.giorgiotemporelli.it
Il disastro del Vajont – successione cronologica dei principali eventi

Novembre 1960: si decide di abbassare il
livello del lago sino a quota 600 mslm e
costruire una galleria by-pass, in grado di
mettere in comunicazione i due bacini
risultanti dall’eventualità caduta della frana.

Oggi la galleria by-pass consente di
scaricare le acque del torrente Vajont
impedendo il riformarsi del lago

                                                         Acqua scaricata dalla galleria by-pass

                               Dott. G.TEMPORELLI - www.giorgiotemporelli.it
Il disastro del Vajont – successione cronologica dei principali eventi

Primavera 1961-luglio 1962: viene realizzato un modello idraulico in scala 1:200 per testare i
possibili effetti di un evento franoso di grande intensità nelle acque del lago.

Il prof. Ghetti, responsabile dell’esperienza relazionò: “…già la quota di 700 mslm può
considerarsi di assoluta sicurezza nei riguardi anche del più catastrofico prevedibile evento
di frana. Sarà comunque opportuno nel previsto prosieguo della ricerca, esaminare sul
modello convenientemente prolungato gli effetti nell’alveo del Vajont ed alla confluenza nel
Piave del passaggio di onde di piena per i possibili sfiori sulla diga” .

  Modello idraulico (E.Semenza)

                                  Dott. G.TEMPORELLI - www.giorgiotemporelli.it
Il disastro del Vajont – successione cronologica dei principali eventi

Ghetti ipotizzò un tempo di caduta “eccezionalmente ridotto” di un minuto, la cui velocità
avrebbe prodotto un’onda alta non più di 30m, non in grado quindi di generare alcun
pericolo per gli abitanti del lago e, a maggior ragione, per quelli di Longarone.
La relazione non verrà mai trasmessa agli organi di controllo e le prove vennero sospese.

In realtà i tempi di scivolamento della frana furono 1/3 di quelli previsti, la velocità il triplo
(circa 100 km/h), quindi l’energia cinetica associata 9 volte maggiore fu in grado di sollevare
onde molto più grandi……….

                              Dott. G.TEMPORELLI - www.giorgiotemporelli.it
Il disastro del Vajont – successione cronologica dei principali eventi

„19   ottobre 1961: ha inizio il secondo invaso

„30  ottobre 1961: muore l’Ing. C.Semenza, lo sostituirà l’Ing.
A.Biadene

„30   aprile 1962: muore il Prof. G.Dal Piaz
                                                                            L’ing. Biadene (E.Semenza)
„Marzo   1963: la gestione dell’impianto passa dalla SADE all’ENEL

„Aprile 1963: inizia il terzo invaso. I tremori della montagna
aumentano al crescere del livello del lago

„Giugno 1963: viene superata quota 700 mslm e si decide di
raggiungere il livello 710 mslm

„2 Settembre 1963: scossa tellurica sul TOC che tremerà
ininterrottamente sino all’attimo finale. La velocità della frana è di
2 cm/giorno

„26  settembre 1963: la frana sembra imminente si decide di
scaricare le acque del lago

                                   Dott. G.TEMPORELLI - www.giorgiotemporelli.it
Il disastro del Vajont – successione cronologica dei principali eventi
9 ottobre 1963, il giorno del disastro

 „9 ottobre 1963 mattina : viene raggiunta la quota creduta sicura (700 mslm), si
 continua comunque a scaricare per abbassare ulteriormente il livello del lago (1
 metro/giorno) allo scopo di creare una fascia di sicurezza per le ondate. Il pericolo
 sembra scongiurato

 „9 ottobre 1963 ore 12.00 : durante la pausa pranzo gli operai dalla diga vedono a
 occhio nudo il movimento della montagna

 „9  ottobre 1963 ore 22.59 : la frana si stacca. Diversamente da ogni più realistica
 ipotesi l’enorme massa di 260 milioni m3 di terra scivola compatta, tutta assieme e
 con una velocità molto superiore al previsto (100 km/h) generando un’onda di 50
 milioni di m3 : una parte dell’onda risale il lago senza creare danni eccessivi, l’altra
 monta su fino al paese di Casso, arroccato 200 metri più in alto, e dopo averne
 lambito le prime case ritorna giù, scavalca la diga e piomba verso il paese di
 Longarone dove in pochi istanti causa la morte a 2000 persone.

                             Dott. G.TEMPORELLI - www.giorgiotemporelli.it
Il disastro del Vajont
Valle del Piave e del Vajont investite dall’onda – scala 1:50.000 (Proloco Longarone)

                          Dott. G.TEMPORELLI - www.giorgiotemporelli.it
Il disastro del Vajont – la diga e Casso il giorno dopo

                        Dott. G.TEMPORELLI - www.giorgiotemporelli.it
Il disastro del Vajont – Longarone il giorno dopo

                       Dott. G.TEMPORELLI - www.giorgiotemporelli.it
Il disastro del Vajont – la voce della stampa

                       Dott. G.TEMPORELLI - www.giorgiotemporelli.it
Il disastro del Vajont – la voce della stampa

                                                 ….oserei dire che qui a Longarone e nella
                                                 zona tutta intorno , la distruzione è stata
                                                 più totale che in Giappone: a Hiroschima
                                                 era infatti rimasta qualche casa in piedi,
                                                 anche nella zona dell’epicentro
                                                 dell’esplosione. Qui, per una zona che si
                                                 può calcolare lunga 3 chilometri e mezzo e
                                                 larga dai 500 ai 900 metri, non è rimasto
                                                 nulla di vivo o di vita, ma solo desolazione,
                                                 distruzione e dappertutto una roccia brulla
                                                 colore del deserto”.

                                                 dall’inviato speciale Sandro Dini, 10
                                                 ottobre 1963

                       Dott. G.TEMPORELLI - www.giorgiotemporelli.it
Conclusioni:
  Nel marzo del 1963 avviene la nazionalizzazione delle imprese elettriche e la gestione
  dell’impianto passa dalla SADE all’ENEL, si ritiene che ciò possa aver causato un rallentamento in
  alcune fasi decisionali importanti degli ultimi giorni.
  A seguito del continuo aumento delle velocità di movimento della frana registrate nell’agosto 1963
  si da il via allo svaso rapido, ma è il 26 settembre, si è aspettato troppo e la montagna non si
  ferma più. Viene raggiunta la quota di sicurezza (700 mslm) e il pericolo sembra scongiurato, non
  per la caduta della frana che è ormai praticamente certa, ma per le sue conseguenze; come unico
  provvedimento infatti viene fatta sgomberare la fascia di terreno che si trovava al di sotto di 730
  mslm, considerando superflui ulteriori accorgimenti. La sera del disastro alcuni tecnici si trovavano
  presso la diga per le consuete operazioni di monitoraggio e a Longarone gli abitanti, tra i quali
  molti funzionari dell’ENEL con le loro famiglie, si trovavano in paese, ignari del pericolo.

  Prima del 9 ottobre 1963 non era previsto effettuare accurate ispezioni geologiche alle sponde
  dell’invaso, bastava accertarsi dell’idoneità del terreno circostante la diga.
  Oggi la questione verrebbe affrontata con altri accorgimenti e altre strumentazioni; all’epoca
  invece indagini geologiche meno accurate ma, soprattutto, la pressione di scelte politiche ed
  economiche hanno condotto ad alcuni fondamentali errori umani causa del disastro, in particolare:

  1.Costruire la diga in un territorio geologicamente non idoneo
  2.Innalzare il livello del lago di 15 metri oltre il limite di sicurezza stabilito dal Prof. Ghetti
  dell’Università di Padova attraverso le prove con il modello idraulico (1962)
  3.Sospendere le prove con il modello idraulico senza aver verificato gli effetti di un’eventuale
  tracimazione su Longarone
  4.Non dare l’allarme la sera del 9 ottobre 1963 per attivare l’evacuazione di massa delle
  popolazioni a rischio inondazione

                                 Dott. G.TEMPORELLI - www.giorgiotemporelli.it
grazie per l'attenzione!

            Dott. G.TEMPORELLI - www.giorgiotemporelli.it
Puoi anche leggere