DALLA LETTERATURA I DATI PIÙ SOLIDI SU DIETE, PESO E SALUTE - ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE DALLA LETTERATURA I DATI PIÙ SOLIDI SU DIETE, PESO E SALUTE 3 anno VII www.pacinimedicina.it
3 anno VII IN QUESTO NUMERO: 3 L’EDITORIALE di Franca Marangoni Direttore Scientifico Franca Marangoni 4 IL TEMA Monica Dinu, Daniela Martini, Direttore Responsabile Francesco Sofi Patrizia Alma Pacini Diete a confronto nel controllo di peso e rischio cardiometabolico: i risultati di una umbrella review © Copyright by Nutrition Foundation of Italy 11 L’INTERVISTA ALL’ESPERTO di Fabio Fioravanti Coordinamento redazionale Dai risultati dello studio Mark-Age Alessandra Della Mura la conferma del ruolo dello stile di vita nella prevenzione dell’invecchiamento Risponde Marco Malavolta Redazione NFI - Nutrition Foundation of Italy Viale Tunisia 38 - 20124 Milano 15 LA SCHEDA Tel. 02 76006271 - 02 83417795 Peperone e peperoncino Fax 02 76003514 info@nutrition-foundation.it Grafica Pacini Editore Srl Via Gherardesca 1 • 56121 Pisa Tel. 050 313011 • Fax 050 3130300 info@pacinieditore.it • www.pacinimedicina.it ISSN 2531-3908 (online) Edizione digitale aprile 2020 Periodico mensile – Testata iscritta presso il Registro OPEN ACCESS pubblico degli Operatori della Comunicazione La rivista è open access e divulgata sulla base della licenza CC-BY-NC-ND (Creative Commons Attribuzione (Pacini Editore Srl, iscrizione n. 6269 del 29/08/2001) – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale). Il fascicolo può essere usato indicando la menzione di paternità adeguata e la licenza; solo a scopi non commerciali; solo in originale. Per ulteriori informazioni: https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/deed.it
L’EDITORIALE S correndo la letteratura degli ultimi Nutrizione Umana, sfatano alcuni miti, anni sulla relazione tra regimi ali- confermando anche alcune certezze, mentari, controllo del peso e fat- specie a proposito della superiorità della tori di rischio cardiometabolico, balza dieta mediterranea. all’occhio la grande varietà non solo de- gli approcci nutrizionali (dalla riduzione Il complesso rapporto tra alimentazio- della quota di grassi o carboidrati fino ne, processi di invecchiamento e pato- all’eliminazione di alcune categorie di logie correlate all’età è invece al cen- alimenti o alla selezione di cibi con spe- tro dell’Intervista di questo numero di cifiche caratteristiche), ma anche della AP&B. Rispondendo alle domande di Fa- metodologia con la quale sono state bio Fioravanti, Marco Malavolta, ricerca- condotto le varie ricerche. L’analisi pun- tore all’Advanced Technology Center for tuale dei risultati nel loro complesso non può prescindere da una valutazione cri- Aging Research, IRCCS INRCA di Anco- tica dei protocolli utilizzati, delle carat- na, illustra obbiettivi e principali risultati teristiche dei gruppi di popolazione allo del progetto Mark-Age. Tra le caratteri- studio e della solidità statistica dei risul- stiche di questo ampio studio interna- tati. È stato questo l’approccio alla base zionale merita particolare interesse il della umbrella review recentemente coinvolgimento dei figli di nonagenari pubblicata su Advances in Nutrition, e centenari, per la ricerca di marcatori all’origine del Tema di questo numero di biochimici, epigenetici e molecolari del- AP&B, nella quale sono state esaminate la predisposizione alla longevità. le metanalisi degli studi condotti su un totale di 11 modelli alimentari. Nelle con- Buona lettura! clusioni gli Autori, che fanno parte del Franca Marangoni Gruppo Giovani della Società Italiana di Direttore Scientifico AP&B ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE | 3
IL TEMA Diete a confronto nel controllo di peso e rischio cardiometabolico: i risultati di una umbrella review Monica Dinu1, Daniela Martini2, Francesco Sofi1 1 Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, Università degli Studi di Firenze; 2 Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente, Università degli Studi di Milano S ovrappeso, obesità e patologie a ca- (SINU), è stata da poco pubblicata a questo rattere metabolico sono in continuo proposito una umbrella review (rassegna si- aumento a livello globale, conferman- stematica delle revisioni e delle meta-analisi dosi tra i principali problemi di salute pub- disponibili in letteratura su un determinato blica del XXI secolo. Uno scenario che ha fa- argomento) che, attraverso una panorami- vorito il moltiplicarsi di proposte di diete che ca delle diete più popolari, ne valuta critica- promettono spesso risultati rapidi e defini- mente gli effetti sia sui parametri antropo- tivi: accolte con molto favore dal pubblico, metrici (prima di tutto il peso corporeo) e ma non dalla comunità medico-scientifica sia sui fattori di rischio che, non da ora, se- cardiometabolico. gnala come alcuni interventi, drastici o La riduzione dell’apporto Perché è stata squilibrati dal punto calorico deve considerare utilizzata di vista nutrizionale, questa metodologia l’equilibrio tra nutrienti possano piuttosto di studio avere conseguenze e gruppi alimentari negative sullo stato di Come è stato accenna- salute, oltre a non as- to in precedenza, una sicurare il mantenimento della perdita pon- umbrella review (letteralmente “rassegna a derale nel lungo periodo. ombrello”) fornisce una valutazione comples- siva delle evidenze disponibili, tenendo con- Proprio per chiarire il rapporto tra interventi to della qualità metodologica dei lavori, della dietetici e stato di salute, la ricerca si è focaliz- numerosità del campione di soggetti studia- zata non solo sulla perdita ponderale, ma an- ti, della potenza statistica del dato ottenuto, che sulle risposte del metabolismo glucidico, dell’eterogeneità tra gli studi e della possibile di quello lipidico e sull’andamento dei marker presenza di bias (errori metodologici). di infiammazione sistemica di basso grado. La necessità di condurre umbrella review Condotta dal Gruppo di Lavoro Giovani scaturisce dall’aumento esponenziale delle della Società Italiana di Nutrizione Umana meta-analisi pubblicate in questi ultimi anni, 4 | ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
delle quali, però, oltre la metà risulta ridon- un confronto con diete di controllo. I para- dante o di scarsa qualità metodologica. Una metri valutati, oltre al peso, sono stati l’indi- valutazione critica dei dati disponibili diventa ce di massa corporea, i livelli ematici di cole- quindi imprescindibile, soprattutto in ambito sterolo totale, LDL, HDL e trigliceridi, quelli nutrizionale, per limitare al massimo il rischio di glucosio, insulina, emoglobina glicata; in- di diffondere concetti dietetici fuorvianti. fine la pressione arteriosa. Complessivamente sono state identificate In questo lavoro sono stati considerati tutti 80 meta-analisi e 11 tipologie differenti di gli interventi dietetici per i quali, in letteratu- diete (Tabella 1). La maggior parte (65 su 80, ra, sia presente almeno una meta-analisi di pari all’81%) di questi lavori, analizzati utiliz- studi d’intervento condotti su adulti e con zando il questionario specifico AMSTAR-2 Tabella 1 Gli approcci dietetici considerati nella umbrella review Caratteristiche principali Diete Restrizione dell’assunzione di carboidrati, variabile ma sempre 20-25% delle calorie complessive (livello massimo fissato dai LARN). Presupposti: 1) maggiore potere saziante delle proteine; 2) dispersione di parte dell’energia fornita dalle protei- ne durante la digestione e favorevole modificazione del bilancio energetico. Diete Restrizione della assunzione di grassi, generalmente < 30% delle calorie complessive. Obbiettivo ipolipidiche terapeutico: riduzione dei livelli di colesterolo e trigliceridi ematici. Dieta Consumo esclusivo di alimenti derivanti da caccia, pesca e raccolto di vegetali spontanei (gli paleolitica unici consumati nell’età della pietra), escludendo i derivanti da pratiche agricole, il frumento, i legumi, i latticini e gli alimenti processati. Presupposto (speculativo): l’idea che nel paleolitico l’uomo fosse magro, muscoloso e meno suscettibile alle malattie cronico-degenerative. Limiti: trascura l’estrema brevità della vita media in quella fase della storia della nostra specie. Diete a basso Limitazione degli alimenti ad alto indice/carico glicemico come alcuni vegetali e alcuni tipi di indice/carico frutta. Obbiettivo terapeutico: gestione del diabete. Limiti: difficoltà di catalogazione degli ali- glicemico menti in base all’indice o carico glicemico. Restrizione Restrizione calorica in determinate giornate o fasce orarie alternata a periodi di normale assun- calorica zione di cibo. Presupposto: mancato recupero nei giorni ad libitum delle calorie non introdotte intermittente nei giorni di digiuno, deficit calorico e conseguente perdita di peso. Dieta Elevato consumo di alimenti di origine vegetale (verdura, frutta, legumi e cereali), olio di oliva Mediterranea come principale fonte di grassi, moderato consumo di pesce, uova, latticini e vino (solo durante i pasti), e basso consumo di carne, in linea con i modelli alimentari diffusi in alcuni Paesi del bacino mediterraneo negli anni ’50 del secolo scorso. Dieta Consumi elevati di pesce e alimenti di origine vegetale (cereali integrali, semi oleaginosi, patate, nordica radici e bacche) e limitati di carne, latticini e uova (tipici dei Paesi del Nord Europa), olio canola come principale fonte di grassi, grande attenzione alla stagionalità e provenienza locale dei prodotti. Diete Consumo prevalente o esclusivo di vegetali: latto-ovo-vegetariana (con esclusione solamente di vegetariane carne e pesce) o vegana (con esclusione di qualsiasi alimento di origine animale, inclusi latticini, uova e miele). Motivazioni: varie, di natura etica, ambientale, salutistica o religiosa. Dieta Riduzione drastica dell’apporto di sodio, consumo di abbondanti quantità di frutta e verdura, DASH assunzione adeguata di cereali integrali, legumi, pesce azzurro e frutta secca oleosa, riduzione del consumo di carni rosse e zucchero e abolizione di cibi conservati sotto sale o affumicati. Obbiettivo clinico: riduzione della pressione arteriosa. Dieta A base vegetale, comprensiva di 1-3 g/die di steroli vegetali, 15-25 g/die di fibre viscose (avena, portfolio orzo, psillio, legumi, melanzane, okra), 35-50 g/die di proteine vegetali e 25-50 g/die di noci. Ob- biettivo clinico: riduzione dei livelli di colesterolo. ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE | 5
(basato sulle caratteristiche salienti che de- “low-carb” una dieta in cui la percentuale di finiscono la qualità di revisioni sistematiche energia proveniente da carboidrati era ≤ 45%; e meta-analisi), è però risultata di qualità altri utilizzavano percentuali molto inferiori o, bassa, o molto bassa. addirittura, non indicavano la quantità di car- boidrati inclusi. Non solo: nella maggior parte Inoltre, i criteri con cui sono state definite le delle meta-analisi erano stati inclusi sia sog- diete di intervento e le diete di controllo sono getti sani e sia soggetti con patologie, a volte risultati molto eterogenei, rendendo piutto- nemmeno specificate. sto difficoltoso il confronto tra i diversi proto- I dati relativi a tutte le diete analizzate sono colli. Alcuni Autori, per esempio, definivano riportati in Tabella 2. Tabella 2 Caratteristiche delle 80 meta-analisi identificate Meta- Caratteristiche Diete Caratteristiche Qualità analisi delle diete di controllo della popolazione metodologica (n) di intervento (patologie) delle meta-analisi Diete 21 Definizione eterogenea: • CHO ≥ 45% • Sovrappeso/obesità CB 14 low-carb • CHO 0-45% • Ipolipidiche • Diabete di tipo 2 B1 • CHO 0-130 g • Ipocaloriche • Sindrome metabolica M3 • no definizione specifica • Altre A3 Diete 8 Definizione eterogenea: • Proteine ≤ 20% • Diabete di tipo 2 CB 8 iperproteiche • proteine 20-35% • Ipocaloriche • Differenti stati di salute • no definizione specifica • Altre Diete 9 Definizione eterogenea: • Grassi >30% • Sovrappeso/obesità CB 5 ipolipidiche • grassi < 30% • Low-carb • Sindrome metabolica B3 • no definizione specifica • Altre • Differenti stati di salute A1 Dieta 2 Paleolitica Altre • Sindrome metabolica B2 paleolitica • Differenti stati di salute Diete a basso 12 Basso indice/carico • Alto indice/ • Nessuna CB 7 indice/carico glicemico carico glicemico • Sovrappeso/obesità M3 glicemico • Altre • Diabete di tipo 2 A2 • Differenti stati di salute Restrizione 6 Alternanza • Restrizione • Sovrappeso/obesità CB 5 calorica tra giorni di digiuno calorica • Differenti stati di salute M1 intermittente (o ≤ 800 kcal) continuativa e giorni ad libitum • Ad libitum • Chetogenica ipocalorica Dieta 11 Mediterranea • Ipolipidiche • Nessuna CB 8 Mediterranea • Altre • Sovrappeso/obesità B2 • Diabete di tipo 2 A1 • Differenti stati di salute Dieta 2 Nordica • Abituale danese Differenti stati di salute CB 1 Nordica • Altre A1 Diete 9 Definizione eterogenea: Onnivore • Diabete di tipo 2 CB 5 vegetariane • vegetariana* • Differenti stati di salute B2 • LOV M1 • vegana A1 Dieta 6 DASH • Ipocaloriche Differenti stati di salute CB 5 DASH • Altre B1 Dieta 1 Portfolio Isocaloriche Dislipidemia A1 portfolio Legenda: A = alta; B = bassa; CB = criticamente bassa; CHO = carboidrati; DASH = Dietary Approaches to Stop Hypertension; LOV = latto-ovo-vegetariana; M = moderata; * include dieta latto-ovo-vegetariana e vegana. 6 | ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
Questi i risultati Diete “low-carb”. Complessivamente, ben dieta per dieta 21 meta-analisi su 80 hanno valutato le die- te “low-carb”. La loro efficacia sulla perdita I risultati sul rapporto tra interventi dietetici, di peso si è messa in luce soprattutto nel parametri antropometrici e fattori di rischio breve periodo (1-6 mesi) e negli studi che cardiometabolico nelle 80 meta-analisi con- prevedevano una maggiore restrizione dei siderate sono riassunti nella Figura. carboidrati. Oltre i 6 mesi di intervento le dif- Legenda: verde: almeno una meta-analisi mostrava un miglioramento dell’outcome; giallo: almeno una meta-analisi mostrava effetto nullo sull’outcome; rosso: almeno una meta-analisi mostrava un peggioramento dell’outcome Relazione tra diete analizzate, parametri antropometrici e fattori di rischio cardio-metabolico. ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE | 7
ferenze rispetto alle diete di controllo si ridu- Dieta a basso indice/carico glicemico. cevano infatti notevolmente, fino ad annul- Un piano alimentare che si focalizza più sul- larsi nella maggior parte dei casi. la qualità che sulla quantità di specifici nu- Per quanto riguarda gli altri parametri, i dati trienti (i carboidrati) è la dieta a basso indice/ suggerivano un possibile effetto positivo sul carico glicemico. Al momento più evidenze profilo glicemico e sulla pressione, ma sot- epidemiologiche suggeriscono una riduzio- tolineavano in parallelo un possibile effetto ne del rischio cardiometabolico nei soggetti negativo sul profilo lipidico. Per spiegare che privilegiano il consumo di carboidrati questo dato, gli Autori ipotizzano che una complessi, a basso indice glicemico. dieta a basso contenuto di carboidrati indu- La valutazione delle meta-analisi disponibili ca un minor consumo di verdura, frutta e ha evidenziato che questo profilo alimenta- cereali ricchi di fibra e micronutrienti, a fron- re si traduce in effetti positivi su tutti i pa- te di un aumento del consumo di alimenti rametri analizzati, con l’eccezione della cole- di origine animale ricchi di grassi. sterolemia HDL e della pressione diastolica. Come per le diete “low-carb”, però, questi Diete iperproteiche. Risultati analoghi effetti si sono evidenziati soprattutto nel alle diete “low-carb” sono stati osservati per breve periodo (1-6 mesi). le diete iperproteiche: mentre la perdita di peso rispetto alle diete di controllo era limi- Dieta paleolitica. In anni recenti la dieta tata, veniva evidenziato un possibile effetto paleolitica ha guadagnato consensi tra il negativo sul colesterolo LDL e sul profilo pubblico. Questo regime propone il consu- glicemico, probabilmente per gli stessi mo- mo esclusivo di alimenti derivanti da caccia, tivi già ricordati a proposito delle diete “low- pesca e dal raccolto di frutti o piante spon- carb”. Complessivamente la qualità meto- tanee. Gli studi che riportano possibili effet- dologica delle 8 meta-analisi disponibili è ti benefici di questa dieta sono stati però stata valutata come “criticamente bassa”. condotti su pochi soggetti, portatori di con- dizioni patologiche estremamente diverse, Diete ipolipidiche. Negli studi condotti seguiti per tempi brevi. Non si può esclude- con diete ipolipidiche, l’assunzione di grassi re, infine, che gli Autori presentassero possi- concessa era inferiore al 30%, come del re- bili conflitti di interesse. sto raccomandato dalle linee guida per una sana alimentazione. Alcune meta-analisi ri- Digiuno intermittente. Le stesse criticità portavano effetti positivi, in particolare sul sono comuni anche alle diete a digiuno peso e sull’indice di massa corporea; in altre intermittente (o restrizione calorica inter- veniva invece evidenziato un possibile peg- mittente), oggi molto popolari, per le quali gioramento della colesterolemia HDL e del- il numero di trial clinici è ancora molto limi- la trigliceridemia. tato. Nonostante la pubblicazione di 6 me- Questo dato va sottolineato, perché con- ta-analisi sull’argomento, infatti, il numero ferma una volta di più quanto la qualità dei massimo di soggetti considerati in ciascu- grassi assunti (adeguando comunque le na è di poco superiore a 600. Una sola di quantità alle indicazioni delle linee guida) queste meta-analisi, inoltre, evidenziava sia la caratteristica da privilegiare in un’ali- una lieve riduzione dei livelli di insulinemia, mentazione corretta. mentre nelle altre cinque non era possibile 8 | ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
evidenziare alcuna superiorità della restri- fici significativi su tutti i parametri analizza- zione calorica intermittente rispetto alla re- ti, senza alcuna evidenza di potenziali effetti strizione calorica continua. negativi. Inoltre, in termini di numerosità dei campioni di popolazione coinvolti, solamen- Dieta Mediterranea e DASH. Le prove te per la Dieta Mediterranea e per le diete più consistenti di un effetto benefico sulla “low-carb” sono state identificate meta- salute sono state invece osservate per due analisi riferite a più di 2.500 soggetti. modelli alimentari: la Dieta Mediterranea e Per la DASH, pur non essendo stati eviden- l’approccio DASH (Dietary Approaches to ziati potenziali effetti negativi, sono disponi- Stop Hypertension). Entrambi i profili ali- bili meno studi e sono stati analizzati meno mentari prevedono un prevalente apporto parametri. di frutta, verdura, pesce e frutta oleaginosa. Un cenno meritano anche gli altri pattern Negli studi di epidemiologia osservaziona- alimentari, come la dieta Nordica, le die- le, una maggiore aderenza a queste diete è te vegetariane e la dieta Portfolio: pur in stata associata a un minor rischio di eventi presenza di dati che suggeriscono effetti cardiovascolari, diabete di tipo 2 e patologie positivi, sono però necessari ulteriori stu- oncologiche. di, perché il numero di soggetti studiati è In questa umbrella review, la Dieta Mediter- ancora insufficiente per trarre conclusioni ranea è stata l’unica a mostrare effetti bene- definitive. La Dieta Mediterranea promossa per il secondo anno a pieni voti I risultati di questa umbrella review confermano la classifica americana Best Diets Ranking 2020, stilata dalla rivista specializzata statunitense U.S. News & World’s Report. Per il secondo anno consecutivo, il panel di esperti di diverse discipline, chiamato a giudi- care i diversi approcci dietetici (https://health.usnews.com/best-diet/best-diets-overall), ha confermato il primato della Dieta Mediterranea come il regime alimentare migliore e più sano del mondo. Seguono la DASH e la dieta flexitariana (in cui sono concessi occa- sionali consumi di carni rosse). Tale classifica, che si basa su molti e diversi parametri (tra cui l’effetto sul peso, la facilità di adesione e la salubrità complessiva), ha visto prevalere la Dieta Mediterranea (con 4,2 punti su un totale di 5) nel gruppo di oltre 35 regimi dietetici considerati. A determi- nare il primato sono stati gli effetti positivi non solo sulla perdita ponderale e sul control- lo del peso a lungo termine, ma anche sulla salute cardiovascolare e sulla prevenzione metabolica (diabete di tipo 2). Conclusioni • Per chiarire il rapporto tra diversi approcci dietetici e ricadute positive sulla sa- lute cardiometabolica, il Gruppo di Lavoro Giovani della Società Italiana di Nu- trizione Umana (SINU) ha condotto una umbrella review su 80 meta-analisi che hanno valutato 11 diete. Va detto che la qualità metodologica della gran parte di queste meta-analisi è risultata scarsa. ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE | 9
• Nonostante i potenziali meccanismi biologici che suggeriscono una maggiore efficacia di alcune diete rispetto ad altre nella promozione della perdita pon- derale, questa umbrella review suggerisce che, a prescindere dal tipo di dieta utilizzato, è la riduzione dell’apporto energetico a tradursi quasi sempre in una • perdita di peso. L’effetto sui fattori di rischio cardiometabolico, invece, appare più eterogeneo. Alcuni dei modelli alimentari analizzati hanno infatti evidenziato possibili effetti • collaterali non favorevoli, in particolare sul profilo lipidico. Tra tutte le diete analizzate da questa umbrella review, la Dieta Mediterranea e la DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension) sono risultate le più bilanciate, in quanto prevedono il consumo di tutti i gruppi alimentari e favoriscono l’appor- to di verdura, frutta, frutta oleaginosa, cereali integrali e pesce. Inoltre, entrambe sono risultate le migliori per gestire il peso e per prevenire le malattie croniche • non trasmissibili, prima di tutto il diabete di tipo 2. Al contrario, diete drastiche o squilibrate dal punto di vista nutrizionale e, tra queste, le diete iperproteiche o la dieta paleolitica, non solo non risultano più ef- ficaci rispetto ad altre nel promuovere la perdita di peso nel lungo periodo, ma possono indurre anche effetti indesiderati su alcuni parametri rilevanti, primo • tra tutti il profilo lipidemico. Infine, le evidenze a supporto di altri modelli alimentari, come la dieta vegetaria- na o la dieta nordica, sono ancora troppo limitate. Bibliografia di riferimento Barnard ND, Willett WC, Ding EL. The misuse of me- metabolic parameters: an umbrella review of ta-analysis in nutrition research. JAMA 2017; 318: meta-analyses of randomized controlled trials. 1435-6. Adv Nutr 2020. https://doi.org/10.1093/advances/ Dinu M, Pagliai G, Angelino D, et al; on behalf of nmaa006 the Working Group “Young Members” of the Ioannidis JP. The mass production of redundant, Italian Society of Human Nutrition (SINU). Ef- misleading, and conflicted systematic reviews fects of popular diets on anthropometric and and meta analyses. Milbank Q 2016; 94: 485-514. 10 | ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
L’INTERVISTA ALL’ESPERTO di Fabio Fioravanti Dai risultati dello studio Mark-Age la conferma del ruolo dello stile di vita nella prevenzione dell’invecchiamento Risponde Marco Malavolta, Advanced Technology Center for Aging Research, IRCCS INRCA (Istituto Nazionale di Riposo e Cura per Anziani), Ancona U no studio italiano riconferma che al- tra cui noi dell’INRCA-IRCCS 1,2. L’approccio cune scelte alimentari possono fare innovativo del progetto è stato quello di la differenza nel rallentare i processi includere nel reclutamento (in tutto circa di invecchiamento e le malattie correlate: e 3.200 volontari da tutta Europa di età com- i dati portano nuovamente verso la dieta presa tra 35-75 anni) oltre a soggetti reclu- mediterranea, ricca in frutta e cereali inte- tati random dalla popolazione generale, i grali. figli dei centenari Lo studio, pubblicato e i rispettivi coniu- su Nutrients lo scor- gi. In tal modo si è so dicembre, fa parte Il Progetto europeo Mark-Age potuto disporre di del progetto Mark- un modello di in- suggerisce il legame tra stile Age, centrato sui più vecchiamento ri- promettenti marker di vita e stabilità genomica tardato, in quanto di invecchiamento, alla base della longevità i figli dei centenari ed è stato svolto da vivono mediamen- un panel di ricercatori te più a lungo della che vede in prima fila media della popo- Maurizio Cardelli, Robertina Giacconi e Marco lazione, e di un affidabile controllo per va- Malavolta dell’Advanced Technology Center lutare l’influenza dell’ambiente (i rispettivi for Aging Research, IRCCS INRCA, Ancona. coniugi). Lo studio ha permesso di creare un inno- DOMANDA: Dottor Malavolta, ci vativo indice di età biologica basato sull’in- spiega prima di tutto che cos’è il tegrazione di marcatori biochimici, epige- Progetto Mark-Age? netici e molecolari. RISPOSTA: Mark-Age è un grande pro- getto, finanziato nel 2008 dalla Comunità D.: Che cosa sono i marcatori epige- Europea con lo scopo di individuare i bio- netici, e più in generale, che cos’è marcatori di invecchiamento nell’uomo, a l’epigenetica? cui collaborano ben 26 partner di ricerca, R.: Possiamo immaginare l’epigenetica ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE | 11
come lo studio delle “decorazioni” del tantomeno come e quanto sia possibi- nostro DNA che consentono di stabilire le intervenire per modificarli: ma è ben quali geni sono spenti e quali accesi (cioè chiaro che si tratta di fenomeni di gran- espressi). È grazie a questi meccanismi de importanza nella valutazione di futu- che le nostre cellule si differenziano in ri interventi mirati a migliorare la salute neuroni, epatociti o cellule endotelia- dell’uomo. li, che hanno struttura e funzioni com- pletamente differenti nonostante il loro D.: Che cos’è l’ipometilazione e per- DNA sia identico. ché può essere correlata all’invec- La cosa interessante dell’epigenetica è chiamento? che queste “decorazioni” possono es- R.: Tra i cambiamenti epigenetici più sere influenzate dall’alimentazione, dai caratteristici dell’invecchiamento, si os- farmaci, dagli stili di vita, e in generale, serva un generalizzato livello di bassa quindi, da quelle che definiamo influen- metilazione del DNA (ipometilazione), ze ambientali. combinato al fenomeno opposto (iper- metilazione) di specifici loci. D.: Esiste una correlazione tra le Facciamo un passo indietro: la metila- modificazioni epigenetiche del zione del DNA consiste nel legame di un patrimonio genetico e l’invecchia- gruppo metile ad una delle basi (le “let- mento dell’organismo? tere”) che lo costituiscono. Nella quasi R.: L’invecchiamento è fortemente asso- totalità dei casi, nell’uomo, questa base ciato ad alcuni cambiamenti epigene- è la citosina, e la metilazione riguarda tici del DNA, e specialmente della sua una citosina seguita da una guanina: metilazione. Ad oggi sono state derivate una sequenza presente con maggiore diverse formule matematiche in grado densità nelle regioni del DNA che rego- di stimare l’età biologica di una perso- lano l’espressione dei geni. na, basate sul grado di metilazione di di- Quando ci sono molte citosine metilate versi loci del suo DNA. Alcune utilizzano nella regione di DNA che regola l’attività pochi loci, mentre altre più accurate ne di un gene, è probabile che l’espressio- utilizzano centinaia 3. ne di quel gene sia soppressa (ovvero Di queste formule, non sorprende solo che il gene sia “spento”), mentre quan- l’elevato grado di correlazione che han- do il grado di metilazione è basso è pro- no con l’età cronologica degli individui babile che il gene sia espresso. Quindi, (mai raggiunto da nessun altro marca- se il grado generale di ipometilazione tore di invecchiamento) ma, soprattut- aumenta, è ragionevole aspettarsi che to, la loro capacità di predire la mortalità alcuni geni che normalmente dovreb- e il rischio di numerose patologie. Anco- bero essere repressi tendano invece ad ra non è chiaro il vero significato di que- essere espressi. sti cambiamenti epigenetici per quanto La maggior parte della metilazione concerne l’invecchiamento (ad esempio nel DNA genomico umano avviene non sappiamo se ne sono la causa o se in sequenze ripetitive, tra cui alcuni sono invece conseguenza di altri feno- elementi che definiamo Alu: ed è pro- meni che non conosciamo ancora), e né prio l’ipometilazione degli elementi 12 | ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
Alu che è stata riscontrata nell’invec- la longevità. Ma naturalmente serviran- chiamento ed è associata alla gravità no ulteriori indagini su popolazioni più di malattie età-correlate come il dia- ampie per confermare i nostri risultati e bete, il cancro, l’osteoporosi e le ma- meglio comprendere gli effetti di speci- lattie cardiovascolari 4 . È interessan- fici nutrienti nella regolazione epigene- te notare che l’ipometilazione e l’età tica di Alu. epigenetica sono ritardate nei figli dei centenari. D.: Fino a che punto le scelte ali- mentari contribuiscono a modifi- D.: Dunque una ridotta metilazione care l’aging sulla base dei riscontri di questi tratti di DNA sembra asso- misurabili con i marker? ciata alle tipiche malattie correlate R.: L’influenza della dieta sull’invecchia- all’invecchiamento. Ci parli adesso mento è stata oggetto di moltissimi stu- dello studio che avete realizzato: di. Tra i più importanti quelli effettuati in che cosa è emerso? modelli sperimentali soggetti a restri- R.: Lo studio preliminare che abbia- zione calorica (ovvero la riduzione di un mo effettuato all’INRCA-IRCCS sull’in- 10-30% di calorie senza che ci sia malnu- fluenza dei fattori nutrizionali nella trizione o carenza di nutrienti essenziali). metilazione di Alu è stato condotto La restrizione calorica è l’unico inter- su un sottogruppo di volontari reclu- vento che, in modo riproducibile, è riu- tati in Italia nell’ambito del progetto scito ad allungare la vita in salute negli Mark-Age, inclusi i figli di nonagena- invertebrati e nei roditori; qualche effet- ri/centenari 5 . In questo nostro studio to favorevole è stato osservato perfino preliminare che analizzava sessanta nelle scimmie 6. Alcuni studi effettuati soggetti reclutati dalla popolazione su roditori sottoposti a restrizione calo- generale e trentadue figli di nonage- rica mostrerebbero un rallentamento nari abbiamo dimostrato che questi dei cambiamenti epigenetici associati ultimi hanno un livello di metilazione all’età. di Alu preservato rispetto ai controlli Nell’uomo gli effetti della restrizione di pari età (55-75 anni). Questo potreb- calorica non sono ancora chiari; pur- be preservare la stabilità genomica troppo, salendo nella scala evolutiva, nei figli dei nonagenari, contribuendo gli effetti positivi sembrano diminuire. a spiegare il ritardo nell’insorgenza di Sappiamo, inoltre, che diete abbondanti malattie legate all’età e la loro prolun- di calorie, indipendentemente che pro- gata sopravvivenza. vengano da grassi o zuccheri, soprattut- Inoltre, abbiamo trovato che la meti- to se associate a uno scarso consumo di lazione di Alu in un sito specifico può prodotti vegetali freschi, possono avere essere influenzata, per quanto concer- effetti negativi sulla salute. ne l’alimentazione, da un aumento del Al momento non disponiamo di mar- consumo di frutta e di pane integrale, catori di salute, soprattutto marcatori suggerendo così che interventi dietetici epigenetici, sufficientemente affidabi- mirati potrebbero essere utili per miglio- li da permetterci di valutare l’impatto rare la stabilità genomica e promuovere della dieta sull’invecchiamento. Proba- ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE | 13
bilmente non ha nemmeno molto sen- quantità e dal contesto di riferimento so attribuire a specifici alimenti pro- (altri alimenti, stile di vita, attività fisi- prietà miracolose, in grado di rallentare ca, composizione del microbiota inte- l’invecchiamento: tutto dipende dalle stinale). Consigli sulla dieta in ottica epigenetica: seguire la Dieta Mediterranea «Probabilmente» spiega Marco Malavolta «seguire la dieta mediterranea e accompagnar- la a uno stile di vita sano con attività fisica moderata è al momento il consiglio migliore che si possa dare. Sperare di ottenere miracoli di longevità consumando supplementi o alimenti che hanno dimostrato di influenzare in qualche modo l’epigenetica è infatti, per ora, privo di senso e in alcuni casi può essere anche pericoloso. Alcuni integratori venduti online per le loro proprietà antiossidanti e anti-invecchiamento, per esempio, secondo un nostro studio condotto in collaborazione con gruppi di ricerca americani, non solo non mostrano effetti evidenti sulla longevità nel topo, ma possono addirittura, durante lo stoccaggio, dare origine a composti tossici per la salute». Bibliografia 1 Bell CG, Lowe R, Adams PD, et al. DNA methyla- al Factors Modulating Alu Methylation in an Ital- tion aging clocks: challenges and recommenda- ian Sample from The Mark-Age Study Including tions. Genome Biol 2019;20:249. Offspring of Healthy Nonagenarians. Nutrients 2 Bürkle A, Moreno-Villanueva M, Bernhard J, et al. 2019;11:2986. MARK-AGE biomarkers of ageing. Mech Ageing 5 Fontana L, Partridge L, Longo VD. Extending Dev 2015;151:2-12. healthy life span from yeast to humans. Science 3 Cardelli M. The epigenetic alterations of endog- 2010;328:321-6. enous retroelements in aging. Mech Ageing Dev 6 Moreno-Villanueva M, Kötter T, Sindlinger T, et al. 2018;174:30-46. The MARK-AGE phenotypic database: structure 4 Giacconi R, Malavolta M, Bürkle A, et al. Nutrition- and strategy. Mech Ageing Dev 2015;151:26-30. 14 | ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
LA SCHEDA: peperone e peperoncino Che cosa è Coltivato in tutto il mondo, il peperone (Capsicum L.) è una pianta appartenente alla fami- glia delle Solanacee originaria del Sudamerica, importata in Europa e dunque in Italia dalla seconda metà del Cinquecento. I suoi frutti, tipici della stagione estiva, sono in effetti delle bacche consumabili sia cotte che crude. In base alla minore o maggiore quantità di capsai- cina, un alcaloide responsabile della piccantezza contenuto nei semi e nella polpa, si distin- guono i peperoni dolci da quelli piccanti. Questi ultimi, comunemente detti peperoncini, sono utilizzati per lo più come spezia soprattutto nelle regioni meridionali del nostro Paese. Che cosa contiene I peperoni sono composti Contenuto medio di energia e nutrienti in 100 g in gran parte da acqua, Peperoni Peperoncini Peperoni contengono una discreta dolci piccanti sott’aceto quantità di fibre e sono Energia kcal 22 26 15 tra i vegetali più ricchi di Acqua (g) 92,3 87,8 90 vitamina C. Proteine (g) 0,9 1,8 0,8 Soprattutto nel pepe- Lipidi (g) 0,3 0,5 0,6 roncino piccante e nelle Carboidrati (g) 4,2 3,8 1,7 colorazioni gialle e rosse Fibra (g) 1,9 1,9 1,9 è elevato il contenuto di Sodio (mg) 2 11 1.248 flavonoidi e di carotenoidi Potassio (mg) 210 395 131 antiossidanti. Ferro (mg) 0,7 0,5 2,6 Inoltre, il frutto maturo Calcio (mg) 17 18 36 apporta un buon quan- Zinco (mg) 0,20 0,27 0,20 titativo di potassio che, insieme alle vitamine, si Fosforo (mg) 28 18 20 riduce notevolmente con Vitamina B1 (mg) 0,05 0,09 0,03 la cottura. Vitamina B2 (mg) 0,07 0,23 0,03 Il prodotto lavorato con Vitamina C (mg) 151 229 16 aceto, tipico della tradi- Niacina (mg) 0,50 3 0,60 zione culinaria italiana, si Folati totali (µg) 24 21 16 distingue generalmente β-carotene eq. (µg) 834 4.944 134 anche per il più elevato te- Fonte: Modif. da BDA - Istituto Europeo di Oncologia. nore di sodio. Che cosa bisogna sapere Studi epidemiologici hanno evidenziato un’associazione positiva tra il consumo abituale di peperoncino piccante e una possibile riduzione del rischio di mortalità cardiovasco- lare, che è stata messa in relazione con la presenza di capsaicina. Nota già per gli effetti sulla funzione digestiva e sull’apparato gastrointestinale, è da alcuni anni oggetto di stu- dio come antinfiammatorio, analgesico e potenziale coadiuvante nel controllo del peso. Rispetto alle altre solanacee, i peperoni dolci contengono quantità minime di solanina, un glicoalcaloide tossico che la pianta produce come meccanismo di difesa. ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE | 15
Puoi anche leggere