Comunità cristiana di Cristo Re di Le Tombe e di Spirito Santo

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Comunità cristiana di Cristo Re di Le Tombe e di Spirito Santo
Comunità cristiana di
                              Cristo Re di Le Tombe
                                e di Spirito Santo
                                www.tombespiritosanto.it

                “CIASCUNO LI UDIVA PARLARE NELLA PROPRIA LINGUA”
Questo è ciò che accadde a Gerusalemme pochi attimi dopo la
Pentecoste, quando gli undici apostoli, inebriati dal dono dello Spirito
Santo, iniziarono a parlare di Gesù a quanti (numerosi e provenienti da
tutto il mondo fino ad allora conosciuto) erano giunti nella città santa (Atti
2,6).

Questo è ciò che può accadere anche oggi, in questo tempo di profondo
e gioioso rinnovamento per le nostre Comunità. Questo è ciò che ci ha
chiesto il nostro Vescovo Matteo nella sua nota pastorale “Ciascuno li
udiva parlare nella propria lingua”, proponendoci un modo nuovo, bello
e urgente di riscoprire la missione di comunicare a tutti il Vangelo di
Gesù.

Questo tempo è un tempo di Grazia. E’ un tempo favorevole. E’ un tempo dove ringraziare Dio per
l’evidente calo numerico dei preti e per una altrettanto evidente fatica nel vivere la fede, perché
possiamo davvero rimetterci in gioco, ritornare all’essenziale e, soprattutto, riscoprire che tutti, in
quanto battezzati e cresimati, abbiamo la missione di annunciare il Vangelo.

Ad un patto però: che non ascoltiamo i ‘profeti di sventura’ che “non valutano i fatti senza sufficiente
giudizio, che non sono capaci di vedere altro che rovine e guai”, dicendo che “i nostri tempi, se si
confrontano con i secoli passati, risultano del tutto peggiori..” (san Giovanni XXIII).

Zone pastorali. Ecco la grande novità. Ecco il piccolo grande passo che abbiamo iniziato a
percorrere con l’Assemblea Zonale del 14 ottobre scorso (nel Bollettino trovi un articolo a questo
riguardo).

Che cosa sono le ‘zone pastorali’? Dentro ad una rivisitazione della struttura della Diocesi di Bologna,
e dopo un attento ascolto innanzitutto dei preti, sono state definite 50 zone pastorali, cioè un territorio
ben definito, nel quale ogni parrocchia è soggetta in una rete di comunione, di fraternità con tutte le
altre parrocchie della zona. La nostra zona è “Zola Predosa – Anzola” e le parrocchie che ne fanno
parte sono: San Luigi di Riale, Gesso, Abbazia di Zola Predosa, Ponteronca, Cristo Re di Tombe,
Spirito Santo, Anzola Emilia e Santa Maria in Strada.. in sostanza, le parrocchie che si trovano su
due grandi strade principali: la Bazzanese e la Via Emilia. Ogni zona pastorale ha un prete
‘moderatore’ e un presidente: per la nostra zona il moderatore è don Daniele Busca, parroco di Riale
e il presidente è Giorgio Ropa assieme alla sua sposa Ilaria.

Che cosa ci chiede il Vescovo? Prima di tutto, un cambio di mentalità. Se fino ad oggi era possibile
avere una parrocchia e un prete, d’ora in poi non sarà più così. Le parrocchie rimarranno, così come
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le attività che in esse si svolgono.. alcune evidentemente subiranno delle modifiche, anche gli orari
delle celebrazioni subiranno dei cambiamenti, anche perché fra poco tempo ci saranno solo due preti
che avranno in cura la zona di Anzola e Lavino… Ma questo farà un gran bene a tutti, ne sono
profondamente convinto, perché noi preti faremo i preti, le parrocchie nella loro gestione concreta
saranno affidare responsabilmente ai laici, torneremo all’essenziale e ritroveremo la gioia della fede!

Ma il Vescovo ci chiede anche un altro passo: una pastorale di comunione assieme alle altre
parrocchie della Zona. Sono 4 gli ambiti nei quali tutte le parrocchie della zona lavoreranno insieme,
trovando dei punti comuni concreti verso i quali convergere. Questi ambiti sono: Carità, Liturgia,
Catechesi e Giovani. Ogni comunità si penserà assieme alle altre, sperimentando realmente la
gioiosa fatica della Comunione. Un’equipe composta da dei rappresentanti delle varie parrocchie per
i 4 ambiti, affiancherà il Moderatore e il Presidente nella cura della Zona Pastorale.

Ogni passo di cambiamento è sempre faticoso nella sua accoglienza. Ma ci farà bene. Come lo sta
facendo a me, innanzitutto uomo e poi prete, pronto anche a vivere concretamente in casa con altri
miei fratelli preti, perché la bestia della solitudine che isola non abbruttisca la mia bella umanità.

E non dimentichiamoci che abbiamo il dono dello Spirito Santo. Ed è per questo che l’icona biblica
scelta dal Vescovo per questo anno pastorale è quella della Pentecoste. E proprio nella domenica
di Pentecoste 2019, il 9 giugno, avremo la gioia di avere con noi a Spirito Santo il nostro Vescovo
Matteo. Se ci lasceremo scaldare il cuore dalla fiamma dello Spirito troveremo la forza e la gioia della
missione.

Buon Natale a te e ai tuoi cari.
Don Daniele

       14 Ottobre 2018 – Una giornata importante: ASSEMBLEA ZONALE
“.. Le nostre differenze non devono perciò metterci gli uni contro gli altri: il cuore di chi veramente
crede esorta ad aprire, sempre e dovunque, vie di comunione…”.

Sono queste alcune delle parole che Papa
Francesco ci ha donato per la giornata di
preghiera “Ponti di Pace”, che ha avuto luogo
nella nostra città di Bologna domenica 14
ottobre, mentre nella parrocchia di S. Maria di
Gesso veniva ufficialmente ‘inaugurata’ la
Nostra Zona Pastorale.

Una singolare coincidenza? A me piace
credere ad una “Provvidenziale” opportunità
che ci viene donata per indicarci in quale solco
dobbiamo seminare nei prossimi anni.

Come sappiamo, da quest’anno le nostre comunità parrocchiali vivranno un profondo rinnovamento
che il nostro Arcivescovo ci ha esortato ad abbracciare con fiducia e speranza, provando a superare
le barriere invisibili della diffidenza e dell’incertezza, per riscoprire la bellezza della comunione
nell’annunciare il Vangelo.

Con questa aspettativa, appunto, si è svolta domenica 14 ottobre la nostra prima Assemblea
Zonale, in cui i fratelli e sorelle di tutte le otto parrocchie che la compongono si sono ritrovate nel
nome di Gesù per condividere proposte e idee per un cammino condiviso.
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Nello specifico la vera anima della giornata sono stati i lavori di gruppo, suddivisi nei quattro ambiti
che erano stati indicati da Mons. Zuppi nella nota pastorale: riguardanti gli ambiti della Carità, della
Liturgia, della Catechesi e dei Giovani.

Questa modalità di lavoro ha permesso alle persone di esprimere, nel rispetto reciproco, le proprie
posizioni e idee che, una volta raccolte, serviranno per redarre un documento da presentare al
Consiglio Pastorale Diocesano.

L’intervento del Vicario Pastorale don Luciano Luppi,
del moderatore della zona pastorale Don Daniele
Busca, del Presidente dell’Assemblea Zonale e il
videomessaggio del nostro Vescovo, ci hanno
aiutato a comprendere la diocesanità di questo
progetto e la sua importanza soprattutto per le
giovani generazioni.

Da sottolineare la bella partecipazione di oltre 230
persone, che ha permesso uno svolgimento
costruttivo e rispettoso delle posizioni altrui, e la
generosa collaborazione da parte di tutte le              Don Daniele Busca e il Presidente dell’assemblea
parrocchie per preparare questo evento in ogni suo        Giorgio e Ilaria
aspetto.

Ringrazio infine personalmente tutti coloro che sono intervenuti domenica 14 ottobre, da più giovane
al più vecchio, perché con la loro presenza hanno dimostrato che: siamo sì camminando nella stessa
direzione, ma lo stiamo facendo tenendoci per mano.

Un abbraccio a tutti

                                                    Giorgio Ropa, Presidente dell’Assemblea Zonale
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ORARI FESTIVITA’ DI NATALE 2018
Novena del Natale
Domenica 16/12, Messe secondo l’orario festivo
Da Lunedì 17/12 a Venerdì 21/12 ore 07.00,
S. Messa a Tombe

Sabato 22/12, ore 17.00, Messa prefestiva a san Filippo

Domenica 23/12, Messe secondo l’orario festivo

              ZONA PASTORALE DI Zola Predosa-Anzola Emilia
           CELEBRAZIONI DELLA PENITENZA IN PREPARAZIONE AL NATALE

         Lunedì 17 dicembre           alle 20.30, SAN LUIGI DI RIALE
         Martedì 18 dicembre          alle 20.30 ABBAZIA DI ZOLA PREDOSA
         Mercoledì 19 dicembre        alle 20.30, PONTERONCA
         Giovedì 20 dicembre          alle 18.30 a TOMBE
                                      alle 21.00, ANZOLA EMILIA

         Domenica 23 dicembre         dalle 16 alle 18, don Daniele sarà
                                      disponibile per le confessioni a Tombe.
         Lunedì 24 dicembre           non ci saranno le confessioni.

                              Lunedì 24 dicembre
                In questa giornata non ci saranno le confessioni.

                    Nella Chiesa a Cristo Re di Tombe
                         ore 22.15, Veglia di Preghiera
                ore 23.00, SANTA MESSA NELLA NOTTE DI NATALE

                          Martedì 25 dicembre,
                       9.30, Santa Messa a Spirito Santo
                          11.00, Santa Messa a Tombe

                    Ore 17.00, Vespri solenni a Spirito Santo
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Mercoledì 26 dicembre, ore 10, Santa Messa a Spirito Santo
      Lunedì 31 dicembre, a Tombe:
      In mattinata, le Messe secondo l’orario festivo
      ore 17.00: Vespri e Te Deum a San Filippo

      Martedì 1 gennaio,
      Solennità di Maria Santissima, Madre di Dio
      ore 10.00, a Spirito Santo,
       Santa Messa festiva
      (sarà celebrata soltanto questa Messa)

      Solennità dell’Epifania:
      Sabato 5 gennaio MESSA PREFESTIVA alle 17 a San Filippo

      Domenica 6 gennaio, orario festivo delle Messe

      Domenica 13 gennaio, Festa del Battesimo di Gesù, riprende il catechismo.

Giovedì 17, memoria di Sant’Antonio Abate. Chi desiderasse la benedizione dei suoi
animali, è pregato di avvisare don Daniele per concordare un appuntamento.

Domenica 20 gennaio, a Spirito Santo, alle 9.30: FESTA DI SAN SEBASTIANO, MARTIRE

Sabato 2 febbraio, a Tombe, ore 19: POLENTATA
(per prenotazioni telefonare a Isabella 339.1557028 o Antonella 338.5499699)

Domenica 3 febbraio, a Tombe, alle 11: FESTA DI SAN BIAGIO, MARTIRE

Mercoledì 6 marzo, inizia la Quaresima. Santa Messa a Spirito Santo alle 20.30, con
l’imposizione delle Ceneri.
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Il pellegrinaggio: incontri di Volti e Pietre che ti scuotono e ti cambiano

Ti sei mai chiesto che significato dai alla parola
“pellegrinaggio”?

Pellegrinaggio è il viaggio in Terra Santa e Giordania che
abbiamo intrapreso dal 21 al 29 ottobre 2018,
accompagnati da una guida molto in gamba, Claudio
dell’agenzia “Anàmnesis”.

Un viaggio, un cammino in terre diverse dalle nostre, aride,
desertiche, dove l’acqua e la natura appaiono ancora di più
un dono del Creatore…Nude rocce e sabbie dalle tante
sfumature con forme forgiate dal vento e dal tempo:
sembra di vedere la “pelle viva del nostro pianeta”!

Un cammino lungo le tracce dei nostri antenati nella Fede, in viaggio verso la Terra
Promessa da Dio, contemplando finalmente da Monte Nebo, proprio come loro, la
valle del fiume Giordano e la splendida Gerusalemme.

Petra, l’antica elegante città nabatea, le valli e le montagne del Wadi Rum, i villaggi di
Ma’In e Madaba e ancora i resti di una laboriosa Gerasa, che con i suoi portici lungo
il cardo principale sembra essere una Bologna ‘ante litteram’; infine Amman, la
capitale stesa sulle colline di questa regione, una vera metropoli, che ospita la maggior
parte della popolazione, in continua crescita ed alterna quartieri eleganti, dallo skyline
quasi newyorkese, a quartieri più modesti ove abitano i tanti profughi rifugiati dei paesi
limitrofi, e più periferici alcuni insediamenti di tribù beduine, che ancora vivono nomadi
di pastorizia. Un paese la Giordania dalla realtà complessa, nel passato terra di
passaggio per le carovane in viaggio verso lontane ricchezze, oggi un regno stanco,
ma con un ruolo importante, essere cuscinetto tra Paesi mediorientali dalle situazioni
                                   politiche roventi.

                               Poi il passaggio del Giordano, un modesto fiumiciattolo
                               tra i canneti, ci introduce in Israele, in Galilea con
                               Nazareth e Cafarnao, laddove Gesù trascorse tanta
                               parte della sua vita, sicuramente l’infanzia; la Giudea e
                               Gerusalemme dove predicò e morì (ma resuscitò, non
                               dimentichiamolo!), e ancora la Palestina con Betlemme
                               ed altri villaggi ed una storia intricata e difficile, dove
                               invece Lui nacque.

                              L’energia che anche le pietre emanano in questi luoghi
                              non solo mistici, l’aria che si respira tra gli olivi o nelle
                              città, le atmosfere che si vivono in questa parte di
mondo, sono veramente uniche. Speciali sono poi gli sguardi, i costumi e i diversi modi
di vivere il “credo in un unico Dio”. I racconti delle persone che abbiamo incontrato
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tracciano un solco profondo nell’intimo e ti esortano a riflettere senza falsi pudori,
abbandonando i pregiudizi….

La presenza stessa di muri e fili spinati che feriscono gli occhi e l’anima, fanno
comprendere che non si tratta di luoghi comuni e mi viene da dirti che devi “toccare
con mano”, viverla almeno una volta quest’avventura perché questo viaggio, vissuto
fino in fondo, ricco di incontri struggenti e interessanti con uomini e donne che per
nascita o per scelta vivono qui, di sicuro ti farà tornare a casa “cresciuto”!

Questo per me significa pellegrinaggio: un cammino che con gli occhi del cuore e della
Fede aperti ti riporta in Italia “fratello” di chi hai incontrato, sentendo che un po’ casa…
è anche là!
                                                                               Una Pellegrina
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“Basta, mi dimetto da parroco!”

                                                                                             di don Daniele Nepoti

                             Lo so! E’ un incipit che ti potrebbe spaventare… ma non sono parole mie. Sono
                             le parole di un prete tedesco, don Thomas Frings.

                             Con il Consiglio Pastorale Parrocchiale abbiamo iniziato a farci provocare dalla
                             sua esperienza, che tenterò di riassumere qui. Sono convinto che abbia da dire
                             qualcosa di urgente anche a noi, in questo tempo di cambiamento nella modalità
                             di essere credenti oggi. Anzi, ne sono più che convinto!

                              «Aus, Amen, Ende? So kann ich nicht mehr Pfarrer sein» (Fuori, Amen, Fine?
                             Così non posso più fare il parroco): in una comunità della città tedesca di Münster,
                             la Kreuzkirche, nel febbraio 2016 è stata questa la comunicazione del parroco,
                             don Thomas Frings, 30 anni di servizio, di cui 25 come parroco in tre diverse
parrocchie della città, due delle quali sono state fuse e l’ultima faticherà ad avere un successore.

Oltre la battuta, una dichiarazione ben argomentata (non uno sfogo tra amici) per spiegare la ragione per cui
aveva espresso la richiesta di essere congedato, in altre parole di cambiare il tipo di servizio come prete (con
ottime relazioni con i fedeli e anche con il suo vescovo). Un testo che ha scatenato riflessioni in Germania.. e
che ora farà riflettere anche noi di Lavino.

Don Thomas Frings fotografa una Chiesa ricchissima di strutture, ma ormai incapace di intercettare l’uomo di
oggi, men che meno le giovani generazioni. Di qui la sua presa di posizione: «Occorre cambiare rotta!».
Nessuna pretesa di soluzioni pastorali definitive, ma, dopo la spiegazione di quanto non va, alcune proposte,
quasi sottovoce, di soluzione concreta, che meritano una riflessione.

Frings dichiara di confermare ogni giorno la sua scelta vocazionale: «Celebro con gioia l’eucaristia sia la
domenica, sia nei giorni feriali» ma, «dopo trent’anni di servizio, improvvisamente ho chiuso… Ho chiesto di
essere congedato e ho abbandonato il campo che ha configurato per decenni le mie giornate, la mia vita, la
mia persona… Avevo fatto volentieri il parroco e volevo essere ancora prete. Ma non potevo continuare in
quel modo».

Cosa è successo a Frings da condurlo ad una scelta così provocatoria, da rispettare e da attirare anche la
mia riflessione di uomo e di parroco?

Perdita di significanza.

Come si può assistere impotenti alla frequenza alla messa domenicale in caduta libera, mentre poi la
stragrande maggioranza delle famiglie chiedono ancora i sacramenti con grande rilievo per la “festa”, quasi
un rito di passaggio, e poi, all’indomani della celebrazione, non si vedono più in parrocchia? Come possiamo
credere ai genitori che, nel corso della celebrazione del battesimo che han chiesto per i loro figli, promettono
di educare i figli alla fede, se costoro, quando arrivano al catechismo per la prima comunione non conoscono
neppure il segno della croce?

Il suo vero cruccio è il divario crescente tra le (sempre più) rare celebrazioni nel corso della vita delle persone
– matrimoni, battesimi, prime comunioni, anniversari, Natale, Pasqua, esequie – e la risonanza interiore: «Ciò
che mi addolora è la mancanza di consonanza all’interno di molte celebrazioni, e sono in crescita!» (capita
così che lo sposo, al momento della comunione sotto le due specie, alzi il calice con un “Salute!” o che un
cagnolino infiocchettato porti scodinzolando le fedi nuziali…).

E cita il poeta e scrittore portoghese Antonio Pessoa: «Vivo in un tempo nel quale gli uomini perdono la fede
per la stessa ragione per cui i loro genitori l’avevano: non sanno perché». Si motiva la conservazione di un
modello obsoleto con la sola speranza che un giorno ciò che si semina porterà frutto, anche se l’evidenza
dice spesso il contrario. «Incontrare le persone dove sono, ma siamo sicuri che poi lo vogliano?».

Per un prete e la sua Chiesa non sarebbe venuto il momento di discuterne? Di individuare soluzioni, di
sperimentare il nuovo? L’umanità è profondamente mutata nel giro di pochissimi anni.

«Il modo in cui le persone praticano la fede è cambiato, ma i responsabili della Chiesa e i lontani sono più che
mai concordi sul fatto che la Chiesa non possa cambiare nulla in questa materia. Gli uni non vogliono
rinunciare alla tradizione e gli altri alla speranza».

Non è che forse «ci curiamo troppo della tradizione e suscitiamo troppo poco il desiderio?».
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Il coraggio di ‘lasciare’ ciò che non va più.

Con la concretezza della sua origine renana, don Thomas azzarda un interrogativo: non è che ci troviamo
all’interno di «una Chiesa che, a tutti i livelli, lavora più per il suo passato che per il suo avvenire?». Perché
sono tante le strutture, ma la Chiesa-popolo sta morendo e ciò che arriverà dopo di lei non è ancora visibile,
per cui «navighiamo in un territorio sconosciuto» e ciascuno deve fare la sua parte.

Per fare un esempio: chi impedisce di utilizzare talvolta il tasto Reset e azzerare il molto che va avanti solo
per inerzia? O usare la carta del Monopoli “Torna al punto di partenza?”. Se un gruppo di lavoratori cattolici
registra… solo pensionati; se il gruppo donne… veleggia su un’età media di 80 anni; se quegli stessi genitori
che si scandalizzano per l’impossibilità di sostituire il parroco… non sarebbero capaci di accogliere con gioia
la rivelazione di un figlio di farsi prete; se si raccolgono firme per non chiudere una chiesa… che poi resterà
vuota…

Se guardiamo al campo laico, chi entrerebbe oggi in un’azienda con simili prospettive di futuro? Come
possiamo sperare in una efficace pastorale vocazionale? «Come devo essere Chiesa perché un ragazzo fra
alcuni anni possa volere con coraggio diventare prete?».

E se provassimo a staccarci da tante cose che sono finite, sorpassate e pronunciassimo «un Amen senza
rimpianti, pronti a riconoscere, pieni di speranza, che questa non è la Fine»? Perché Frings è un parroco che
ha deciso sì di chiudere con l’attività pastorale, ma, al contempo, indica nuovi orizzonti all’evangelizzazione,
a patto di abbandonare tanta zavorra. È cambiato il contesto in cui vivono e lavorano le persone, solo noi
siamo rimasti fermi, e sul non-indispensabile.

Forse nuove modalità di semina?

«Siamo in un cambiamento che ha modificato la morfologia del terreno: se non possiamo cambiare la
semente, il Vangelo, possiamo certamente cambiare il nostro modo di seminare».

Perché non sollecitare una recita corale e a voce alta, se non di tutta la celebrazione, almeno delle preghiere?
(talvolta neppure gli sposi recitano il Padre nostro…).

E perché non inventare qualcosa di nuovo con i segni? «Con cura, senza strapazzarli troppo, ma anche in
modo consapevole e creativo». Forse si può raggiungere qualcuno che raramente incontriamo in chiesa…

Non possiamo aspettare con le mani in mano, scrive Frings, ricordando una storiella che invita alla
responsabilità. Un parroco passa accanto ad un campo pronto per il raccolto e dice al contadino: «Non è
magnifico vedere ciò che la grazia di Dio ha realizzato?». E il contadino: «Lei avrebbe dovuto vedere come
appariva il campo quando agiva solo la grazia di Dio!».

Non si deve pensare che non esista via di scampo, ma dobbiamo agire.

Se fosse un panificio, la parrocchia non dovrebbe vendere solo pane integrale, ma vari pani adatti alla fame
dei clienti… senza contemporaneità o scadenze forzate (la prima comunione in terza o quarta classe; se a
maggio qualcuno si aspetta la celebrazione mariana, la si fa, ma non perché la si è sempre fatta); senza
sagrestano, perché i fedeli stessi si faranno carico di ogni esigenza a tempo debito e si responsabilizzano
anche gli sposi per la celebrazione del matrimonio, non siamo al ristorante dove si sceglie semplicemente un
menù…

Sarebbe una sorta di «parrocchia della decisione», dove ciascuno si sente compreso nelle sue attese e
valorizzato come persona. Perché allora non benedire due fidanzati che decidono di non sposarsi? O un
neonato i cui genitori non sono convinti del battesimo? «Non è una capitolazione pastorale, è la strada
tracciata da Gesù». E allora: «Sei il benvenuto, anche se non sei battezzato, puoi far parte della nostra
comunità!». Potrebbe forse la grazia di Dio mancare nelle situazioni di bisogno?

Lo sguardo rivolto verso l’esterno non avrebbe più confini.

Buon lavoro, Consiglio Pastorale Parrocchiale.

E buon cammino con meno zavorre e più Vangelo, credente di Tombe e di Spirito Santo!
Comunità cristiana di Cristo Re di Le Tombe e di Spirito Santo
BENEDIZIONE ALLA FAMIGLIA 2019: STAVOLTA, DOMANDALA TU!

Nella Sua Bontà, attraverso l’umile segno di un incontro e di poche gocce d’acqua
benedetta, Gesù ci regala dei gesti potenti e carichi di Grazia. Uno di questi regali è l’annuale
incontro con le famiglie con il dono della Benedizione di Dio. E’ davvero un momento
prezioso, soprattutto là dove viene celebrato con gioia e con lo spirito adeguato,
riconoscendo il significato di questo gesto. Dopo diversi anni di paziente cammino e di
realistica esperienza, mi sono accorto che la Benedizione alla famiglia è entrata nella
tentazione della scontatezza e viene spesso vissuta come una tradizione fine a se stessa.
Inoltre, a volte mi sono incontrato con una maleducazione nell’accoglienza e con la
percezione di essere visto come uno stregone che deve portare fortuna alla casa più che un
umile ministro di Dio venuto a incontrare dei volti.. Ma soprattutto, il gesto della Benedizione
non è più capito da tanti. Troppi. Di fronte a tutto questo e anche per usare al meglio le mie
energie fisiche e spirituali, da quest’anno la Benedizione verrà celebrata solo se sarai a tu a
domandarla alla Comunità Cristiana. Chissà se, costringendoti a domandare questo gesto di
Grazia, dentro di te non scatti una domanda: “Perché sento la necessità di chiamare la
Comunità Cristiana per benedire casa mia?”. Se ti scatta questa sana domanda, io sarò il
parroco più felice della terra!
Come concretamente richiedere la Benedizione?
Primo modo: compilando il modulo che trovi qui a fianco e seguendo le indicazioni (basta
leggerle con attenzione…)
Secondo modo: inviando una mail a parrocchia@tombespiritosanto.it, indicando nome,
cognome, indirizzo, preferenza di orario e telefono.
Tutto questo, entro e non oltre domenica 20 gennaio 2019!
Una volta raccolte tutte le richieste, io e Attilio organizzeremo il calendario delle Benedizioni
e sarai avvisato del giorno della visita!
Inoltre, avrei davvero piacere se alcuni palazzi o condomini celebrassero la benedizione con
una modalità che ritengo la più bella, riunendosi insieme nella sala condominiale per un
momento di preghiera assieme a me, poi con la benedizione con l’acqua benedetta nelle
case (senza trattenermi oltre) e poi con una cena o aperitivo conviviale al termine, così da
darci un’occasione di conoscenza e di relazione… Dai, dai! Ci provate??
Benedizioni 2019: ora tocca a voi!!!
ORARI DELLE CELEBRAZIONI

Prefestivi              Oratorio S. Filippo Lavino          (via M. E. Lepido 393 – Bologna)
(da Aprile a Ottobre)                 ore 18.00
(da Novembre a Marzo)                 ore 17.00

Festivi
Da Settembre a Giugno
Ore    9.30       Spirito Santo                             (via M. E. Lepido 216 – Bologna)
ore   11.00       Cristo Re di Tombe                        (via Masini 65, Zola Predosa)
Luglio
ore    10.00            Cristo Re di Tombe                  (via Masini 65, Zola Predosa)
Agosto
ore   10.00             Chiesa Spirito Santo                (via M. E. Lepido 216 – Bologna)

Feriali (orario in via sperimentale da definire):

 Lunedì                  18.30             Casa della Carità - (Via don Giulio Salmi 49)
 Martedì                  8.30             Cristo Re di Tombe
 Mercoledì               20.30             Chiesa Spirito Santo
 Giovedì                  8.30             Cristo Re di Tombe
 Venerdì                  8.30             San Filippo Benizi

Confessioni
 ore      15.30 - 17.30 (da Aprile a Ottobre)                           I sabato del mese a Spirito
 ore      15.30 - 16.30 (da Novembre a Marzo)                           Santo. Gli altri sabati, a Tombe

    Lodi ore 8.30 tutti i giorni nella Messa; Vespri ore 17.45 tutti i giorni prefestivi Visitaci su

                                        www.tombespiritosanto.it

                           Comunità Cristiana di Cristo Re di Tombe e di Spirito Santo
                             BENEDIZIONI DELLE FAMIGLIE 2019

Chi desiderasse l’incontro con don Daniele o l’accolito Attilio Comellini compili questo modulo,
indicando la fascia oraria che preferisce per la visita, e lo consegni in parrocchia nell’urna che
troverà in chiesa, o in sacrestia dopo le Messe della domenica, oppure lo inserisca nella buca
della posta della parrocchia, entro DOMENICA 20 GENNAIO. Sarete contattati per organizzare la
visita.
                                       Il Parroco Don Daniele Nepoti e l’accolito Attilio Comellini

COGNOME………………………………………………………………..NOME………………………………………………
Via(Piazza)…………………………………………………………n°…………..interno……………..piano……………
Telefono………………………………………………………………..
Preferisco la visita:     al mattino (10-12)         nel pomeriggio (16-19)             la sera (dopo le 20)
Parché spander tànt in żavâi
Zirudèla al nôn tótti al matén                regàl che inción drôva mai?
al pôrta a scôla l’anvudén                    Parché córrer a pió an in pôs
e come säinper in dal girèr                   e pó aväir al dièvel adôs parché
i han täinp ed ciacarèr.                      al regàl al n’é piaṡó
Nadèl l’éra ormai avṡén                       e tànti vôlt l’é stè arvindó?
adobè éren strê e vedrén                      In di ân al Nadèl é tànt canbiè in
e Marco: “ Perché mai è nato Gesù             gîr al pèr såul un gran marchè,
quando i romani comandavano laggiù?           ma se a vläin un mônd miåur
“ “ Parché al dmandet a mé                    a vèn da métter NòsterSgnåur in
ch’ a in só manch che té?                     dal côr e in dagl’aziån
Dmandel invèzi a Don Chichén                  e come pelegrén pén d devoziån
ch’l’ha studiè al scritûr e anch al latén.    andèr con i pastûr a la capâna a
Mé a só che al Nadèl l’é blàzza               adorèr Geṡó e la Mâma
parché Geṡó l’ha purtè la salvàzza            e preghèr: “ Geṡó mi bån fradèl
e la mî nôna la m’ha insgnè                   fà che al månd al sia pió bèl,
che Madôna e Bambén van onorè                 fà che in ogni cantån dla tèra
                                              a i sia pèṡ e brîṡa guèra,
preparandes con umiltè e devoziån con
                                              fà che par tótt i fangén
caritè, novena e uraziån,
                                              a i sia un surîṡ e un baṡén,
e pó gran fèsta al dé d Nadèl
                                              fà che i vîc anch se inbanbé con
parché acsé l’é anch pió bèl.
                                              amåur sien sarvé,
Mé da quànd a sån canpanèr
                                              fà capîr che in cal migrànt
con i amîgh a vàg a sunèr
                                              t’î prôpri Té vsté da viandànt, fà
par dîr a tótt d’éser cuntént
                                              capîr al månd intîr
parché quàsst l’é al rà di evént
                                              che säinza Té al n’ha avgnîr… “
é arivè un Dio rifiutè e puvràtt
nèd in mêż al bìsti in un stalàtt..” Parché
                                              Quàsst é al môd ed festegèr
mai al dé d’incû
                                              cal Fangén tànt particolèr
an s’inséggna pió a i ragazû
                                              ch’al vén da nó con umiltè
al valåur dla nasita dal Bambén
                                              purtànd lûṡ, amåur e veritè,
vgnó qué cinén, cinén,
                                              e con Ló la fèsta l’é pió bèla
pr’éser ômen come nó
                                              tóc e dai la zirudèla.
e insgnèr la vî da tôr só?                                                         Vittorio Mazzoni
                                                                                      (Natale 2018 )
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