Un Seme per il Regno - La cultura della cura - Francescane di Cristo Re Venezia

Pagina creata da Simone Melis
 
CONTINUA A LEGGERE
Un Seme per il Regno - La cultura della cura - Francescane di Cristo Re Venezia
Un Seme per il Regno

                                  La cultura della cura
Periodico semestrale delle Suore Francescane di Cristo Re - N. 1-2021 / Gennaio - Giugno Anno LV
Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46), art. 1, comma 2, DR Venezia
Un Seme per il Regno - La cultura della cura - Francescane di Cristo Re Venezia
La cultura                                                             AI LETTORI
                                                                                                                              della cura                                                                  a cura della Redazione

   In questo numero                                                                                            Carissimi… è bello ritrovarci. Ci auguriamo a vicenda          propone, perciò, di cogliere quanto di buono e bello
                                                                                                               che il virus non ci fermi e, presto, possa essere sconfitto.   è presente nel nostro mondo per aiutare tutti noi a
   Un anno con San Giuseppe                                                       2
                                                                                                               Non c’è nulla di nuovo dall’anno scorso, ma sappiamo           esserne coscienti e a divenire persone migliori.
   Un cuore di padre
                                                                                                               che tutto è e sarà diverso. Questo virus ci sta prostran-
   Un padre per noi
                                                                                                               do, ma non vincerà. Siamo stanchi, ma non distrutti,           Un anno con san Giuseppe, nuova rubrica dopo la
                                                                                                               siamo lontani e nello stesso tempo molto vicini.               lettera del papa su san Giuseppe, ci offre l’aiuto del
   Spiritualità francescana                                                       6
                                                                                                                                                                              grande custode silenzioso, ma presente sempre. Ne
   La nuova ecologia nel segno di Assisi
                                                                                                               Abbiamo imparato a sentire la necessità di un abbrac-          abbiamo proprio bisogno: saperci protetti e custoditi
                                                                                                               cio, il valore di un incontro, la bellezza di un’amicizia.     con amore ci sostiene nel guardare avanti sereni e
   Suor Serafina                                                                  8
                                                                                                               Sono cose preziose che ci mancano tanto, ma è pro-             fiduciosi.
   Solo lo stupore conosce
                                                                                                               prio quando una cosa manca che ne apprezzi il valore.
                                                                                                               Per questo desideriamo riprendere un pezzo di strada           Nella Spiritualità francescana guardiamo con gli oc-
   Sorelle e fratelli                                                           10
                                                                                                               insieme, certe che la nostra amicizia ci aiuta a vivere        chi di san Francesco le persone, il creato e impariamo
   Imparare l’alfabeto della cura
                                                                                                               con più serenità.                                              a considerare fratello e sorella ogni creatura, come lui
                                                                                                                                                                              faceva. Solo così si possono avere pensieri nuovi per il
   Grammatica della cura                                                        12
                                                                                                               Il filo rosso che unirà i due numeri dell’anno, infatti        bene e il futuro di persone e ambiente.
   Prendersi cura: voce del verbo amare
                                                                                                               la rivista sarà semestrale, è la cultura della cura come
                                                                                                               bussola per il mondo. Cultura della cura significa cul-        Avviciniamo Suor Serafina con l’amore di don
   Segni del regno                                                              14
                                                                                                               tura dell’attenzione all’altro, alla nostra casa comune.       Pierluigi Mascherin, uno dei suoi biografi che purtrop-
   È tempo di... prendersi cura!
                                                                                                               Come ci ha suggerito papa Francesco nel Messaggio              po ci ha lasciati. Attraverso i suoi scritti, ancora una
   Ricevere mentre si dona...
                                                                                                               per la 54.ma Giornata Mondiale della Pace.                     volta potremo dire che davvero suor Serafina è una
   Se la canoa...
                                                                                                                                                                              donna per il nostro tempo.
   Una comunità si prende cura...
                                                                                                               Esiste una “grammatica” della cura – dice il papa nel
   Prendersi cura: relazioni...gesti...
                                                                                                               documento – che consiste nella «promozione della               Sorelle e fratelli, altra nuova rubrica, attraverso con-
   Aver cura in tempo di pandemia
                                                                                                               dignità di ogni persona umana, la solidarietà con i po-        tributi vari ed esperienze concrete ci aiuterà a cogliere
                                                                                                               veri e gli indifesi, la sollecitudine per il bene comune, la   tutta la forza e la verità contenute nella “Fratelli tutti”,
   Ricordando                                                                   28
                                                                                                               salvaguardia del creato».                                      terza enciclica di papa Francesco sulla fraternità e l’a-
                                                                                                                                                                              micizia sociale. I segni dei tempi mostrano chiaramen-
                                                                                                               La solidarietà è concretezza dell’amore, non un                te che la fraternità umana e la cura del creato formano
                                                                                                               «sentimento vago», «determinazione ferma e per-                l’unica via verso lo sviluppo integrale e la pace.
                                                                                                               severante di impegnarsi per il bene comune: ossia per
                                                                                                               il bene di tutti e di ciascuno perché tutti siamo vera-        Grammatica della cura indica alcune parole del sem-
                                                                                                               mente responsabili di tutti».                                  plice alfabeto della cura affinché sempre più diventi
                                                                                                                                                                              parte del nostro comportamento nell’oggi.
                                                                                                               «Non cediamo alla tentazione di disinteressarci
                                                                                                               degli altri, specialmente dei più deboli – racco-              Segni del Regno presentano storie concrete che nelle
                                                                                                               manda il papa -, non abituiamoci a voltare lo sguardo,         varie realtà dove siamo presenti – Brasile, Albania,
                                                                                                               ma impegniamoci ogni giorno concretamente per                  Guinea Bissau, Italia - o nei vari servizi che prestiamo ci
                                                                                                               «formare una comunità composta da fratelli che si              aiutano a dare colore alla vita nel segno della cultura
                                                                                                               accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni             della cura. Dimostrano che gesti e parole che trasmet-
                                                                                                               degli altri».                                                  tono fiducia, speranza, rispetto… sono possibili e reali.
Un Seme per il Regno
Periodico trimestrale delle Suore Francescane di Cristo Re                                                     Abbiamo cercato di seguire questi suggerimenti che             Infine, Ricordando le suore che hanno fatto parte
La redazione di Un Seme per il Regno garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dai lettori e la      il papa indica necessari per un futuro migliore e ab-          della nostra famiglia religiosa e camminato con noi,
possibilità di richiederne, in qualsiasi momento, la rettifica o la cancellazione. Le informazioni custodite
verranno utilizzate al solo scopo di inviare il periodico e/o gli allegati. (Regolamento UE 2016/679)
                                                                                                               biamo chiesto ai nostri collaboratori di illuminarci al        desideriamo condividere la preziosa eredità che ci la-
                                                                                                               riguardo.                                                      sciano come prova che vivere il nostro quotidiano con
DIREZIONE E REDAZIONE :              Istituto delle Suore Francescane di Cristo Re
                                     Castello 2758 - 30122 VENEZIA - c/c n. 19250307                                                                                          amore e cura per noi, per le persone che avviciniamo,
DIRETTORE RESPONSABILE :             G. Rosara
                                                                                                               Un Seme per il Regno attraverso le varie rubriche si           per il creato è sicuramente fonte di felicità.
Autorizzazione del Tribunale di Venezia n. 396 del 5-4-1966
Impaginazione e stampa: Grafiche Pietrobon srl - Castello 6472 - VENEZIA
Un Seme per il Regno - La cultura della cura - Francescane di Cristo Re Venezia
UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

                                                                                                                                 Un cuore di padre
                                  Rosita Ganassin,
                                     in sant’ugo.it

                                                                                                       dolo grande, forse troppo grande per poter          coperto di stracci, tra pecore, asini e buoi.
                                                                                                       essere ammaestrato dalla ragione, ma capace         Dove all’improvviso si è costretti a lasciare
                                                                                                       di incendiare il cuore e di far dire “Sì!”.         tutto, senza neanche il tempo di abituarsi
                                                                                                                                                           all’idea, insegnandoci che non siamo noi a
                                                                                                       Giuseppe, uomo dei sogni. Lì, nel mondo che si      dare il ritmo, ma che a noi spetta seguirlo.
                                                                                                       apre quando gli occhi si chiudono, il falegname     Dove il tesoro più bello non ci appartiene,
                                                                                                       incontra e ascolta Dio, accoglie con fiducia le     rivelandoci che nessuno è nostro, ma tutti
                                                                                                       indicazioni su ogni primo passo da compiere,        noi siamo di Qualcuno.
                                                                                                       senza pretendere di conoscere la strada, senza
                                                                                                       chiedere.                                           L’amore abita dolcemente l’ombra e apre
                                                                                                                                                           le porte alla luce, ascolta in silenzio e in
                                                                                                       Non parla, Giuseppe, di lui non viene ri-           silenzio protegge il fuoco, impedendogli
                                                                                                       portata nemmeno una parola.                         di spegnersi.

                                                                                                       Uomo del silenzio, lascia che le sue notti siano    L’amore accoglie senza chiedere nulla in
                                                                                                       abitate da una Voce, dona le sue paure e le sue     cambio, è discreto, non fa rumore, non recla-
                                                                                                       debolezze senza clamori. Custode discreto, fa       ma attenzione. L’amore si ferma sulla soglia
                                                                                                       del suo buio culla per la luce che viene, nel       ad attendere chi viene e a guardare chi va,
                                                                                                       buio accoglie senza distinzione angeli, pastori,    sempre mettendo l’altro al centro di ogni
                                                                                                       magi e il figlio di Dio.                            sguardo. Come Giuseppe e Maria, che nel
                                                                                                                                                           giorno dell’Immacolata Concezione rinnova-
                                                                                                       In silenzio, al buio, lascia ardere un fuoco        no quest’anno la loro unione, l’amore è pa-
                                                                                                       che non è suo, accettando di esserne guar-          dre e madre, è temerario nei “Sì” sussurrati,
                                                                                                       diano; nell’oscurità scruta l’orizzonte, men-       ricco nella povertà, capace di vegliare nella
                                                                                                       tre sul suo petto dorme un bambino che              notte, mentre confida nell’alba.
                                                                                                       non è suo figlio, ma che lo chiama “papà”.
                                                                                                                                                           Con cuore di padre, Giuseppe ci aspetta. Si-
                                                      Conosciamo Giuseppe a partire dalla sua          Non ci è dato di conoscere i pensieri di Giusep-    lenzioso custode dei sogni, non vede l’ora di
L’8 Dicembre Papa Francesco ha indetto uno            paura. “Che fare?”, “Come risolvere?”.           pe, né di sapere cosa abbia potuto vedere, ol-      ascoltare il desiderio che riposa nel cuore di
speciale “Anno di San Giuseppe”, pubblican-           Sembra quasi di sentirlo, il rumore dei suoi     tre quell’orizzonte. Ci è dato, tuttavia, di ap-    tutti noi, figli.
do per l’occasione la bellissima Lettera Aposto-      pensieri; sembra di respirare affannosa-         prendere una toccante lezione d’amore. In
lica Patris corde. Per un anno, il battito di un      mente con lui, di vederlo accasciarsi impo-      questo anno speciale, in cui entrare in punta di
cuore di padre ci accompagnerà.                       tente mentre si porta la mano alla fronte        piedi, Giuseppe ci tende le sue mani rovinate di
                                                      chiedendosi: “Perché?”.                          falegname per accompagnarci dove non ci so-
                                                                                                       no riflettori puntati né microfoni accesi.
Giuseppe il falegname, il lavoratore, il              Non deve essere stato facile addormentarsi
protettore dei papà. E poi?                           quella notte, con pazienza l’angelo deve         Camminando nella notte, Giuseppe ci con-
                                                      aver atteso che le acque si calmassero e le      duce lì, dove una notizia inaspettata ci ro-
“Pensò di ripudiarla in segreto” (Mt 1,19). Nel       preoccupazioni si zittissero per sussurrare il   vina i piani e ci getta nello sconforto, mo-
Vangelo di Matteo, Giuseppe ci viene presen-          suo: “Non temere”. Al risveglio, sorpren-        strandoci come la forza si possa far stra-
tato così. Maria, la donna che ama, la sua            dentemente, Giuseppe è un uomo diverso:          da attraverso la fragilità, come un deciso
promessa sposa, è incinta di un figlio non suo:       l’incomprensibile rimane tale, ma nel sonno      “No!” possa racchiudere il più tenero “Sì!”.
ogni progetto buttato all’aria, la speranza in        quella Voce pare averlo accarezzato e risto-
una tranquilla vita matrimoniale che svanisce         rato. Senza voler sapere, senza capire, si       Dove una stalla è tutto ciò che possiamo offri-
in un lampo.                                          lascia coinvolgere dal sogno di Dio che dona     re a chi di più prezioso abbiamo nella vita, sve-
                                                      nuova linfa e nuova forma al suo, renden-        landoci che il più grande dei Re dorme sereno

2 - UN SEME PER IL REGNO 1/2021                                                                                                                                                   1/2021 UN SEME PER IL REGNO - 3
Un Seme per il Regno - La cultura della cura - Francescane di Cristo Re Venezia
Desideriamo far conoscere e condivide-
re la grande devozione che fin dalle ori-
                                                Un padre per noi
gini ha caratterizzato la nostra Famiglia
di Suore francescane di Cristo Re.
San Giuseppe è invocato da noi tutte
come speciale patrono.

 La nostra Famiglia religiosa, le cui origini   consegnare la nostra esistenza. Con questi
 risalgono al 1459, per un periodo di tempo     sentimenti continuiamo il nostro servizio in
 (dal 1848 al 1928) ha avuto nella sua de-      Italia, Brasile, Guinea Bissau e Albania.
 nominazione la presenza di san Giuseppe:
 “Suore terziarie francescane di san Giu-       La lettera Patris corde - Con cuore di padre
 seppe” prima, e “Suore francescane di          con cui papa Francesco ha indetto l’anno
 santa Maria Assunta e san Giuseppe”            dedicato a san Giuseppe, lo presenta come
 poi, fino a quando, nel Natale del 1928 ha     esempio di padre e custode amorevole e
 ricevuto il nome nuovo di Suore francescane    afferma:
 di Cristo Re.
                                                «Tutti possono trovare in San Giuseppe,
 Affidamento, fiducia, devozione verso il       l’uomo che passa inosservato, l’uomo della
 grande Santo, ci sono stati trasmessi          presenza quotidiana, discreta e nascosta,
 dall’esempio delle nostre Madri e Sorelle.     un intercessore, un sostegno e una guida
                                                nei momenti di difficoltà. San Giuseppe ci
 A Lui abbiamo sempre raccomandato              ricorda che tutti coloro che stanno apparen-
 bambini, famiglie, anziani…                    temente nascosti o in “seconda linea” han-
                                                no un protagonismo senza pari nella storia
 San Giuseppe è stato ed è per noi un cu-       della salvezza» (introduzione a Patris corde) .
 stode sicuro e un protettore affidabile;
 certamente “un grande Santo” al quale          Seguendo la devozione che da sempre re-
                                                spiriamo in famiglia, desideriamo lasciarci
                                                condurre dalla lettera apostolica di papa
                                                Francesco per riscoprire la grandezza di
                                                questo Santo, conoscerlo sempre di più e
                                                soprattutto imitarlo.

                                                                                                  Pala dei nostri Santi Patroni nella cappella

4 - UN SEME PER IL REGNO 1/2021                                                                                                                  1/2021 UN SEME PER IL REGNO - 5
Un Seme per il Regno - La cultura della cura - Francescane di Cristo Re Venezia
spiritualità francescana

                                                                                                                                                                     La nuova
               fr. Enzo Fortunato, ofmconv
       in Luoghi dell’infinito, gennaio 2021

Fra Enzo Fortunato è giornalista e direttore
della Sala Stampa del Sacro Convento di
Assisi, del mensile San Francesco Patrono
                                                                                                                                                                     ecologia
d’Italia e del portale sanfrancesco.org.
Frate minore conventuale di Assisi, scrive
per diversi giornali trasmettendo i valori
                                                                                                                                                                    nel segno
                                                                                                                                                                      di Assisi
francescani nella ricerca della pace e
del bene comune.

Custodire il creato - come ci ha insegnato
Francesco d’Assisi - per consegnarlo alle futu-
re generazioni. Un messaggio e un impegno
che riguarda tutti, come ha ricordato più volte
anche Papa Francesco nelle sue encicliche.
L’ecologia, come l’economia, contiene in sé
stessa il termine ‘oikos’, casa e siamo chiama-
ti ad agire da custodi del mondo in cui vivia-
mo attraverso un uso corretto, rispettoso e
solidale delle risorse, da custodi e non da do-
minatori e sfruttatori, come sottolineato da
The economy of Francesco e dall’evento mon-
diale promosso ad Assisi.

San Francesco, patrono dell’ecologia come lo
proclamò San Giovanni Paolo II, ci parla di        il mantenersi fedeli all’insegnamento ricevuto         Papa Francesco e i giovani avevano lasciato un       orizzonte: «All’inizio il mondo era un giardino
ambiente, sostenibilità e fratellanza, aggiun-     (Ultima volontà 3), ma anche, e soprattutto,           invito ai governanti e alle organizzazioni di        fiorito. Dio creando l’uomo gli disse: Ogni vol-
gendo alla dimensione etica una visione            come l’avere cura gli uni degli altri (Regola non      tutto il mondo già nel 2013, durante la Giorna-      ta che compirai un’azione cattiva, io farò ca-
“fraterna”. Nel Cantico di Francesco tutti gli     bollata V,1 e Regola per gli eremi 8). L’insegna-      ta mondiale della gioventù di Rio de Janeiro:        dere sulla terra un granello di sabbia. Gli uo-
elementi sono chiamati fratello o sorella, un      mento del “custodire” è stato trasmesso da             «Non portateci via il futuro e la speranza».         mini non ci fecero caso. Che cosa avrebbero
principio di armonia solidale che invita a vive-   Francesco ai suoi primi seguaci, in particolare a      Sette anni dopo, la crisi che viviamo ci chiama a    significato cento, mille granelli di sabbia in un
re la terra come sorella e madre e a rispettare    Chiara d’Assisi che alle suore raccomandava di         ripensarci e a ripensare l’economia e l’ecologia.    immenso giardino fiorito? Passavano gli anni e
il Creato come un dono. Il Cantico delle Crea-     lodare Dio per gli «arbori belli, fioriti et frondu-   Come sottolinea il cardinale Gianfranco Ravasi,      i peccati degli uomini aumentavano; torrenti
ture è non solo una pagina di straordinaria        ti […]. Et similmente, quando vedessero                c’è una sorta di alleanza primaria naturale tra il   di sabbia invasero il mondo. Nacquero così i
letteratura, ma anche una guida dell’uomo          li homini et le altre creature, sempre de tucte et     Creatore e l’umanità, che si esprime nella tute-     deserti che di giorno in giorno diventarono
contemporaneo. Per il Poverello di Assisi cu-      in tucte cose laudassero Idio» (Processo di            la e nella trasformazione del Creato. Un patto       sempre più grandi. E Dio continua ancora oggi
stodire è un tema centrale nell’accostarsi al      canonizzazione, 14, 37-38).                            che spesso l’uomo infrange, devastando e oc-         ad ammonire gli uomini dicendo loro: Non
Creato, inteso non solo come il guardarsi dal                                                             cupando brutalmente la terra. È suggestiva una       riducete il mio giardino fiorito a un immenso
cedere al maligno (Ammonizioni X,3) e come                                                                parabola araba che si muove proprio in questo        deserto!»

6 - UN SEME PER IL REGNO 1/2021                                                                                                                                                      1/2021 UN SEME PER IL REGNO - 7
Un Seme per il Regno - La cultura della cura - Francescane di Cristo Re Venezia
suor serafina
                        a cura della Redazione

Quest’anno presenteremo alcuni tratti di suor
Serafina Gregoris, attraverso quanto di lei ci ha
lasciato don Pierluigi Mascherin, presbitero della
stessa terra friulana. In questo articolo alcuni
passaggi ci aiutano a cogliere lo zelo missionario
che animava suor Serafina e che oggi potremmo
chiamare “capacità di prendersi cura” delle per-
sone, anche le più lontane.

                                                                                                                                                            Segnalo poi la sua presenza nei confronti di
                                                                                                                                                            Fiume, il suo paese, in tutte quelle sue regolari
  Don Pierluigi Mascherin, era un presbitero del-                                                                                                           letterine che scrive ai familiari, ai parenti più
la diocesi di Concordia-Pordenone. Aveva il cari-                                                                                                           stretti e nelle quali ricorda le persone del
sma, perfezionato con gli studi di psicologia, di es-                                                                                                       paese. Suor Serafina non ha mai tagliato i ponti
sere attento alle persone, nell’ascolto, nel consiglio                                                                                                      con Fiume ma si sentirà membro vivo di questa
opportuno, nel sostegno spirituale. È stato un                                                                                                              terra al punto tale da raccomandare al Signore
uomo di Dio, dal cuore sensibile. Con questa                                                                                                                tutte le diverse situazioni, a volte di dolore o di
sensibilità aveva avvicinato la vita di suor Serafina                                                                                                       stanchezza che le vengono presentate. C’è
Gregoris, diventandone non solo eccellente                                                                                                                  ancora un particolare significativo: ci sono dei
biografo – Fiorire nel dolore è la sua bella opera                                                                                                          Padri Francescani che lasciano Venezia per
– ma attento e fine interprete dei suoi sentimen-                                                                                                           recarsi missionari in Cina. Suor Serafina è
ti e passioni. Solo lo stupore conosce. È proprio                                                                                                           d’accordo con loro. Prima di partire essi vanno
lo stupore con cui don Pierluigi ha avvicinato suor                                                                                                         a visitarla nella piccola e povera cella da lei
Serafina che l’ha fatta conoscere nella profondità                                                                                                          occupata e da quel luogo essa diventa per loro
di una esistenza apparentemente semplice di                                                                                                                 una sicura protezione, un aiuto costante:
donna ammalata per tanti anni, ma con un cuore                                                                                                              moltiplicherà i suoi piccoli atti d’amore segreti,
aperto al mondo intero.                                                                                                                                     recepiti soltanto, qualche volta, da coloro che
                                                                                                                                                            le erano vicine.
 Riportiamo da una sua omelia fatta a Fiume
Veneto (PN) nel lontano 1985, alcuni passaggi che                                                                                                           Ci sono soprattutto due nomi, due padri
mettono bene in evidenza l’animo missionario                                                                                                                francescani con i quali entrava in collegamento
della piccola suora che, dal suo letto di dolore,                                                                                                           anche se erano materialmente separati da
sapeva spaziare fino ai confini della terra.                                                                                                                migliaia e migliaia di chilometri: padre
                                                                                                                                                            Fulgenzio Pasini, che diventerà poi vescovo, e
 […] Vorrei cogliere «fior da fiore» dalla ricca           […] E poi è missionaria nel suo posto di        atteggiamento, con la sua serietà, richiamando   padre Stefano Billò, ambedue missionari in
esperienza spirituale, umana, cristiana di suor          lavoro: quanto è difficile oggi, nei nostri       alla compostezza e al rispetto. Vive la sua      Cina. Per loro la suora offre la sua giornata
Serafina; cogliere qualche piccolo segno, qualche        luoghi di lavoro, rivelare la nostra gioia di     missione cercando di rispondere a Dio che la     faticosa, le umiliazioni, i sacrifici, soprattutto
piccolo particolare. Ad esempio, ancora fanciulla,       credere! Gisella, in questo cotonificio di        voleva «in quel modo» sulla terra, totalmente    quella quotidiana logorazione che non soltanto
non si accontentava di godere solo lei quando            Fiume, in mezzo a tanta polvere e a tanta         consacrata, offerta a Lui.                       sa sopportare ma che sarà motivo del suo
poteva trovare un po’ di tempo da dedicare alla          umidità, riusciva a mettersi nei panni delle                                                       continuo canto d’amore a Dio Padre. È questo il
preghiera, ma chiamava le sue amiche in casa; e          altre operaie, riusciva soprattutto a seminare      Il cammino di perfezione che questa «povera»   suo segreto. Là dove sembra che la vita non
se per caso non trovava un po’ di pace, uscivano         un clima di rispetto e di fiducia quando          suora cerca di seguire è veramente metodico,     valga niente, chi si apre all’amore di Dio si
fuori nell’orto, lontano, fuori dagli sguardi, per       magari nei discorsi coglieva la debolezza degli   serio; non vive mai accontentandosi di sé, ma    sente pienamente realizzato. Vorrei che
pregare insieme magari una parte del Rosario o le        altri, quando c’era un certo rilassamento nel     capisce che il Signore domanda sempre            potessimo cogliere così il suo messaggio
preghiere della sera; e lo faceva comunicando            modo di parlare; e lo faceva con il suo           qualcosa di nuovo perché Lui è sempre pronto a   missionario oggi, là dove il Signore ci ha
entusiasmo, dando fiducia.                                                                                 regalarci la forza di amare «fino alla fine».    collocati.

8 - UN SEME PER IL REGNO 1/2021                                                                                                                                                    1/2021 UN SEME PER IL REGNO - 9
Un Seme per il Regno - La cultura della cura - Francescane di Cristo Re Venezia
sorelle e fratelli
                   don Dario Vivian, teologo

Papa Francesco ci ha fatto dono dell’enciclica                                                                           Imparare l’alfabeto
                                                                                                                         					della cura
Fratelli tutti sulla fraternità e l’amicizia sociale.
Don Dario Vivian, presbitero della diocesi di Vi-
cenza, ci offre un suo contributo per aiutarci a
comprendere l’importanza di imparare l’alfabeto
della cura come via per questa fratellanza.

Il cuore evangelico dell’enciclica di papa Fran-
cesco sulla fraternità e l’amicizia sociale è il
commento alla parabola del buon samaritano.
Veniamo condotti per mano ad entrare nel rac-                                                                                                                        		                        purtroppo anche per le
conto, nella consapevolezza che si tratta di una                                                                                                                     		                        persone. I diritti umani
storia che si ripete: l’incuranza sociale e politi-                                                                                                                  		                        non sono sufficientemente
ca fa di molti luoghi del mondo delle strade                                                                                                                         		                        universali, finiscono per
desolate, dove le dispute interne e internaziona-                                                                                                                    		                       essere garantiti solo alle
li e i saccheggi di opportunità lasciano tanti                                                                                                                       		                      categorie forti. La globaliz-
emarginati a terra sul bordo della strada (FT                                                                                                                        		                     zazione alimenta un pro-
71). La prospettiva è ampia, riguarda sì la pros-                                                                                                                                       gresso senza una rotta comu-
simità che ci interpella nella vita quotidiana,         con                                                                                                                            ne e diventa globalizzazione
ma interroga le scelte economiche e politiche e         mo-                                                                                                                       dell’indifferenza. In questo qua-
quindi il modello di vita nel quale siamo im-           dalità                                                                                                                dro le migrazioni sono realtà che
mersi. Il dramma della pandemia ha evidenzia-           davvero                                                                                                           interpella, perché ai migranti viene ne-
to una crisi già presente, una mancanza di fra-         fraterne. Il                                                                                                 gato un doppio diritto: quello di rimanere
ternità tra umani e anche con madre terra, di           vangelo della                                                                                                nel proprio paese, in balìa di guerre, sfruttamen-
cui non possiamo non pagare il prezzo. Il titolo        fraternità ci viene                                                                                          ti, carestie, e quello di essere accolti in paesi
dell’enciclica è preso da uno scritto di France-        dagli ultimi e da loro                               				                                         umani.     sicuri, dai quali vengono respinti. Il rischio è di an-
sco d’Assisi, a suggerire l’antidoto di questa          possiamo imparare l’al-                              			                                     Curandomi       dare a fondo tutti, come osserva giustamente il
incuranza tragica: la sorellanza con tutte le           fabeto che ci manca.                                 			                                dell’altro curo la   papa: Il “si salvi chi può” si tradurrà rapidamente
creature, celebrata nel Cantico del Poverello.          Annota sr. Alessandra Smerilli:                      		                          mia persona, la mia         nel “tutti contro tutti” e questo sarà peggio di
                                                        “La cura è di solito considerata come                                    capacità di sentirmi in recipro-    una pandemia (FT 36).
Analfabeti della cura                                   una distrazione da compiti più importanti,           cità, cioè di sentirmi più umano”.                      Ecco allora una possibilità affidata a tutti e a cia-
                                                        quindi appaltata in genere alle donne o a per-                                                               scuno: pensare insieme e generare con scelte pic-
Giustamente viene rilevato nella lettera encicli-       sone che lo fanno al posto di altri e che devono     Dalle ombre di un mondo chiuso alla gene-               coli e grandi un mondo davvero aperto. La via
ca: Diciamolo, siamo cresciuti in tanti aspetti         vivere, spesso miseramente, di questo. Allora        razione di un mondo aperto                              è l’amore, ma pensato e vissuto in senso univer-
ma siamo analfabeti nell’accompagnare, cura-            non dobbiamo meravigliarci che si passi oltre                                                                sale. Proprio la modernità ha proposto, con la
re e sostenere i più fragili e deboli delle nostre      quando si incontrano i feriti, i bisognosi, coloro   Proprio perché la cura non va rinchiusa nel priva-      rivoluzione francese, una sorta di bandiera (che a
società sviluppate (FT 64). Non per rimpiangere         che ci stanno di fronte mendicando un po’ del        to, la lettera del papa ci rende consapevoli del        ben vedere ha solide radici evangeliche): libertà,
il buon tempo antico, ma bisogna riconoscere            nostro tempo, della nostra attenzione, delle         mondo in cui viviamo, ma per accogliere la sfida di     eguaglianza, fraternità. Il più disatteso di questi
che i nostri vecchi raccontano di povertà               nostre carezze. Come abbiamo bisogno di una          rigenerarlo nell’amore. La modernità, che nasce         tre valori è la fraternità, mentre solo se ci risco-
sofferte nelle famiglie, ma con la porta di casa        scuola per imparare a leggere e a scrivere, così     con la giusta valorizzazione del soggetto e la di-      priamo sorelle e fratelli tutti la libertà non si tra-
aperta alla condivisione con il povero di pas-          per imparare l’alfabeto della cura dobbiamo          chiarazione dei diritti umani, si trova oggi a fare i   durrà in una condizione di autosufficienza dove si
saggio. E tanti popoli lontani dal benessere del-       esercitarci e bisogna imparare fin da piccoli.       conti con sogni andati in frantumi e un progetto di     sperimenta solitudine e l’eguaglianza sarà ricca
le società occidentali ci danno i punti nella ca-       Per farlo dobbiamo riscoprirci persone che ne-       società che non è per tutti. A livello mondiale pre-    delle differenze di ognuna e ognuno.
pacità di fare rete, sostenendosi tra marginali         cessitano di questa esperienza per restare           vale la logica dello scarto, che vale per le cose e

10 - UN SEME PER IL REGNO 1/2021                                                                                                                                                            1/2021 UN SEME PER IL REGNO - 11
Un Seme per il Regno - La cultura della cura - Francescane di Cristo Re Venezia
grammatica della cura

                                    È il tempo che
                                   tu hai perduto
                                   per la tua rosa
                                       che ha reso
                                         la tua rosa
                                 così importante!
                                   Antoine de Saint Exupery

Prendersi cura: voce del verbo amare
Un Seme per il Regno - La cultura della cura - Francescane di Cristo Re Venezia
segni del regno
           Pe. Rogério Duarte Imão, Brasile
                                                         ha generato perdita di posti di lavoro, chiusu-   ha spinto la nostra volontà: “Cosa possiamo           sono stati motivati e si sono donati intensa-
                                                         ra dei negozi e dagli alti prezzi dei prodotti    fare per PRENDERCI CURA di questi piccoli             mente perché il progetto si realizzasse, ed è
La domenica di Pasqua, la Conferenza nazionale dei       alimentari.                                       come ci chiede Cristo?”                               successo, in diverse edizioni durante questo
vescovi del Brasile, in stretto accordo con la Caritas                                                                                                           anno di pandemia.
brasiliana, ha avviato ufficialmente un’iniziativa per     La frase di Gesù nel Vangelo di Matteo:          A questo punto ha iniziato a prendere forma
stimolare la solidarietà, a partire dalla raccolta di    “Avevo fame e tu mi hai dato da mangiare;         nella nostra mente, cuore e anima l’idea di             Questo gruppo si è consolidato e formato la
prodotti alimentari e di igiene. “È tempo di prendersi   avevo sete e mi avete dato da bere... “ rie-      raccogliere cibo per fare pacchi alimentari e         pastorale della carità che si prende cura fino a
cura” è lo slogan che accompagna l’iniziativa.           cheggiava nei nostri cuori e nelle nostre co-     aiutare le famiglie. Le messe e gli incontri in       oggi di queste famiglie dando da mangiare a
Pe. Rogério Duarte Irmão – Pároco da Paróquia S.         scienze e ci chiedevamo: “Cosa stiamo fa-         presenza furono sospesi, non potevamo fare            chi ha fame. Raccolgono cibo anche attraverso
Sebastião em Rio Grande da Serra – SP, dove operano      cendo per PRENDERCI CURA di questi pre-           alcun evento che affollasse le persone. Allora        altri percorsi come donazioni e in collaborazio-
anche le nostre suore, condivide con noi il coinvolgi-   feriti da Dio?”                                   è nata l’idea della solidarietà DRIVE THRU =          ne e partecipazione delle aziende. È stata un’e-
mento dei suoi parrocchiani.                             La risposta è stata un colpo sicuro alla nostra   portare noi il cibo alle famiglie. L’equipe: sa-      sperienza di cura che ci rallegra, ma la fame
                                                         indifferenza: NIENTE. Allora un’altra domanda     cerdoti, diaconi, sorelle religiose, laici e laiche   persiste e così la nostra parrocchia insieme alla
                                                                                                                                                                 pastorale della carità continua a lavorare per
  La pandemia di covid 19                                                                                                                                        PRENDERSI CURA delle vite più fragili e vulne-
ha dato all’umanità una                                                                                                                                          rabili comprendendo che AVERE CURA è un’e-
delle esperienze più doloro-                                                                                                                                     sigenza dell’amore!
se della sua storia con mor-
te e sofferenza, povertà e
miseria in tutto il mondo.
Questo dramma ha rivelato

                                                                                                                                                       ...prendersi cura!
la fragilità della vita umana.
Siamo coscienti che tutto
ciò che è fragile richiede
CURA. In questo senso, la
pandemia ha anche dato
all’umanità l’opportunità di
fare ricche esperienze nel
campo della CURA DELLA
VITA, specialmente dei più
deboli e vulnerabili. Chi
ama prende cura, perché
prendersi cura è un’esigen-
za dell’amore.

  Tra le numerose iniziative
di cura che hanno prospe-
rato nella nostra realtà del-
la parrocchia San Sebastia-
no a Rio Grande da Serra in

                                          È tempo di ...
Brasile, voglio sottolineare
la solidarietà DRIVE THRU.
Questa iniziativa è nata nel
cuore della nostra comuni-
tà parrocchiale in risposta
all’irrequietezza dei fedeli
di fronte alla realtà della
fame e della miseria, conse-
guenze della pandemia che

14 - UN SEME PER IL REGNO 1/2021                                                                                                                                                      1/2021 UN SEME PER IL REGNO - 15
Un Seme per il Regno - La cultura della cura - Francescane di Cristo Re Venezia
segni del regno
                        Ermira Frroku, Scutari
                                                 senza pregiudizi, è amare senza aspettare nul-      A quel tempo nel 2018, ero impegnata con un         abbracciato intensamente mio figlio e ringrazia-
                                                 la in cambio. Quanto mi è capitato e ho vissu-      progetto per l’emancipazione delle donne e          to Dio perché era sano.
                                                 to, lo ritengo dono del Signore. Tutto è iniziato   tenevamo incontri formativi in alcune parrocchie
                                                 con una chiamata di suor Bardhe che chiedeva        di Scutari. È stato così che ho conosciuto suor     Questa bambina non poteva essere allattata al
La psicologa Ermira Frroku ha condotto un        se fosse possibile fare qualcosa per una bambi-     Sandra e suor Bardhe. Appena giunta la richie-      seno da sua madre, né poteva usare ciucci nor-
progetto di aiuto alla famiglia attraverso       na, Xhensila, che era nata con problemi al pala-    sta, noi dello staff, cinque donne, abbiamo deci-   mali come tutti i bambini: aveva bisogno di latte
l’impegno delle donne. Condivide con noi         to (palatoschisi).                                  so di donare qualcosa per la salute di Xhensila e   e ciuccio speciali. La famiglia non aveva possibi-
una sua esperienza. Impegnata a dare, a                                                              offrirle l’opportunità di curarsi.                  lità alcuna per fare questo. Alla sera ho raccon-
prendersi cura degli altri, riconosce                                                                                                                    tato a mio marito di questo incontro e delle con-

                                                 ere mentre si
                                                                                                     Siamo andati a conoscere la famiglia, abbia-        dizioni di Xhensila. Nei giorni successivi ricorreva

                                                v
che nel fare questo si impara
ad apprezzare meglio
quanto si ha e quanto
                                            Rice               don
                                                                                                         mo raccolto i dati e conosciuto la sto-
                                                                                                               ria familiare. Questo caso mi ha
                                                                                                                                                         il mio compleanno così ho deciso di non pensare
                                                                                                                                                         ai regali. Ho manifestato a mio marito, che era

                                                                  a...
si riceve.                                                                                                           colpito così tanto perché la        fuori per lavoro, il desiderio di donare alla fami-
                                                                                                                          bambina aveva solo po-         glia di Xhensila quanto voleva spendere per me.
                                                                                                                                chi mesi in più del      Mi ha risposto subito dicendomi: “Hai scelto
                                                                                                                                   mio primo figlio.     benissimo, penso addirittura che potremmo
                                                                                                                                                         donare una somma mensile per sei mesi conse-
                                                                                                                                           Tornata a     cutivi”.
                                                                                                                                               casa,
                                                                                                                                                ho       Mi ha commosso questo gesto perché non era
                                                                                                                                                         facile anche per noi: io da due anni non lavoravo
                                                                                                                                                         e in più aspettavo un altro bambino e le spese
                                                                                                                                                         erano aumentate. Per sei mesi, accompagnata
                                                                                                                                                         anche da suor Sandra e suor Bardhe, facevamo
                                                                                                                                                          acquisti e andavamo a trovare la famiglia di
                                                                                                                                                            Xhensila, giocavamo con la bambina e parlava-
                                                                                                                                                             mo con sua madre, che era molto paziente e
                                                                                                                                                              molto attenta a lei, indipendentemente dalle
                                                                                                                                                               condizioni in cui si trovava la famiglia. Ho im-
                                                                                                                                                                parato molto da questa esperienza, proprio
                                                                                                                                                                 perché nel frattempo anch’io ero diventata
                                                                                                                                                                 madre e tutto nella mia vita era cambiato.
                                                                                                                                                                 Molte volte mi sono lamentata delle difficol-
                                                                                                                                                                tà, ma ora non potevo non pensare alla
                                                                                                                                                               mamma di Xhensila, alla sua pazienza e fidu-
                                                                                                                                                             cia nonostante la situazione della piccola e
                                                                                                                                                             della famiglia.

                                                                                                                                                         Quella mamma mi ha insegnato come ci si
Desi-                                                                                                                                                    prende cura di qualcuno, in silenzio e con
dero                                                                                                                                                     tenerezza.
condivi-
dere un’e-                                                                                                                                               Oggi Xhensila è in Francia e ha già fatto alcuni
sperienza che                                                                                                                                            degli interventi di cui ha bisogno per guarire.
mi ha segnata pro-                                                                                                                                       Siamo grati al Signore per l’opportunità donata-
fondamente. Mi ha fat-                                                                                                                                   ci: è diventata un bene per entrambe.
to capire che prendersi cu-
ra, al di là delle cure fisiche, è capi-
re senza disprezzare l’altro, è accettare

16 - UN SEME PER IL REGNO 1/2021                                                                                                                                                1/2021 UN SEME PER IL REGNO - 17
segni del regno
                       suor M. Pia Garbui, fcr
                                                      •   È essere responsabili, trattare bene, avere      L’iniziativa funziona e ha per protagonisti i      gli altri vedendo possano imparare.
                                                          pazienza perché l’altro stia bene.               giovani. Questo è un buon investimento per il
“Tutto è connesso”, “Tutto è in relazione” è il       •   Se io fossi medico, darei il mio tempo per       futuro!                                            Molti non si compromettono; altri invece comin-
ritornello che attraversa la Laudato sì’. Così il         curare i malati, eviterei gli scioperi negli                                                        ciano in sordina e a poco a poco si animano.
bene si può diffondere, per fortuna.                      ospedali.                                        Ci sono varie iniziative, soprattutto da parte     Continuare, continuare con molta pazienza”.
Anche nella piccola Guinea Bissau, paese po-          •   Se io fossi presidente, proibirei che altri      dei giovani, che si preoccupano del benessere
vero e ignorato, la gente, soprattutto i giovani          paesi peschino nel nostro mare e portino         comune. Nei fine settimana si riuniscono e         Un medico così si esprime: “Siamo nati per
sono sensibili ad un impegno sempre più con-              via il pesce migliore; darei la possibilità al   fanno una pulizia di fondo in alcuni quartieri,    servire, come dice Gesù; è fondamentale ba-
creto a favore di persone e ambiente.                     mio popolo di avere il necessario per vi-        all’esterno degli ospedali. C’è anche un servi-    sarsi sull’amore, è fondamentale per tutti.
La cultura della cura si fa strada con poche e            vere.                                            zio di raccolta del Comune più regolare, anzi      Curare l’ambiente è strettamente necessario,
semplici iniziative.                                  •   Prendersi cura dell’ambiente è proibire di       giornaliero. Le proteste della popolazione         perché se l’ambiente è sano anche la vita delle
                                                          tagliare e bruciare gli alberi; organizzare la   sono servite, anche se c’è ancora molta resi-      persone è più salutare. La situazione della
                                                          pulizia dei quartieri.                           stenza al cambiamento.                             Guinea è molto delicata, per me mancano
                                                                                                                                                              molte cose, in primo luogo, come diceva il ve-
                                                      Qualcosa di nuovo è successo a Quinhamel,            Meno evidente è il servizio di coloro che si       scovo Settimio, il coraggio della verità, ma è
Che senso ha e cosa intendiamo per                    capoluogo della regione di Biombo.                   prendono cura delle persone: medici, infer-        bene aver fiducia che un giorno migliorerà”.
“Prendersi cura di...” in questa nostra terra di      Vi passa un grande fiume, che in realtà è un         mieri, professori. Ci vuole coraggio lavorare,
Guinea Bissau? Guardandoci attorno e ascol-           braccio di mare e crea una spiaggia. Nei fine        prestare attenzione, essere fedeli e ...non        La società, in genere, pensa a cose grandi e qua-
tando le persone, sentiamo che c’è in molti il        settimana e nei giorni di vacanza sono moltis-       ricevere il salario per mesi! C’è chi se ne lava   si ignora le iniziative particolari, ma è dal piccolo
desiderio profondo di un cambiamento per              sime le persone che si riversano là per nuota-       le mani, ma molti silenziosamente continua-        che a poco a poco la trasformazione arriva.
creare e garantire una migliore situazione di         re, riposare e divertirsi. Fino all’anno scorso      no con responsabilità.
vita, dare stabilità a uno sviluppo corretto,         era un ambiente molto trascurato con spaz-                                                              Parla chiaro un proverbio guineense: “Si canoa
coordinato e continuo, mettendo fine al de-           zatura da tutte le parti. Gli animatori e il par-    Una signora tuttofare dice che ci vuole molta      ca n’calha, no na tchiga!“ = Se la canoa
grado di ambiente e persone. Questo, in veri-         roco si sono impegnati a sensibilizzare la po-       pazienza e non scoraggiarsi nel prendersi cura     non si arena, arriviamo!.
tà, è già un segno dell’aver cura, del “mi sta        polazione, in particolare i                          delle persone. “Devo io fare per prima, perché
a cuore” e perciò lo desidero migliore.               giovani per realizzare una

                                                                                                                                                         Se la canoa ...
                                                      grande pulizia dell’am-
La situazione della pandemia da Covid-19 sta          biente. Sono stati dispo-
scuotendo. Nei punti nevralgici delle piazze e        sti vari contenitori per la
negli incroci di Bissau sono stati posti grandi       raccolta differenziata. Si
schermi che continuamente trasmettono rac-            sono impegnati a control-
comandazioni, indicazioni per la prevenzione.         lare e a liberare i conteni-
Sono aumentati i bidoni per la spazzatura. C’è        tori. Ora quella spiaggia è
l’invito continuo a pulire i quartieri, le strade.    pulita, si respira un’aria
È un lavoro lungo e paziente quello di sensibi-       diversa. I giovani, che si
lizzare e richiede costanza, come la goccia che       sentono responsabili,
continuamente cade sulla roccia e alla fine la        continuano a controllare.
corrode. Non è né semplice né facile cambiare         Per entrare hanno messo
mentalità, come dappertutto del resto.                anche un pedaggio. Sono
                                                      loro che riscuotono e
Parlando con ragazzini di 10/12 anni, alla do-        nessuno protesta perché
manda: “Cosa è per te prendersi cura delle            l’ambiente è accogliente,
persone e dell’ambiente“, nella loro semplici-        salutare. Il pedaggio ser-
tà hanno risposto:                                    ve a comprare il gasolio
                                                      per portare la spazzatura
•    Prendersi cura dell’altro è valorizzare la vi-   alla discarica lontana cir-
     ta... è dire ciò che è corretto o no...          ca 60 km.

18 - UN SEME PER IL REGNO 1/2021                                                                                                                                                    1/2021 UN SEME PER IL REGNO - 19
segni del regno
                  suor M. Beatrice Merlo, fcr          destinazione. Con noi portiamo anche le derra-       abbiamo bisogno di “buona fortuna” per incon-         “Noi eravamo un piccolo gruppo di volontari, ha
                                                       te alimentari raccolte a Tavernelle, 250 colli.      trare il Dio che è amore, Provvidenza che libera      affermato, ma dietro di noi c’era un popolo che si
                                                       Ringrazio coloro che si sono dati da fare per        da certe chiusure che impediscono di vivere in        è mosso per andare incontro, accostarsi e piegarsi
  Da Tavernelle (VI) alla Croazia…. Mettere in         aiutarci in questa raccolta straordinaria che vie-   maniera autentica la nostra vocazione umana.          sulle membra sofferenti di Cristo, che sono questi
  pratica con gesti concreti le parole lette e ap-     ne portata direttamente ai terremotati della                                                               fratelli e sorelle. Se non si può essere presenti fisi-
  prese dall’insegnamento della Chiesa è il mo-        Croazia e ai rifugiati della Bosnia. Ringrazio       Nel raccontare, don Emanuele non ha nascosto          camente, continuava a dire, possiamo però aprire
  do migliore per capirne il vero significato.         quanti hanno risposto all’appello per questa         la sua commozione nel vedere come lo spirito di       il nostro cuore a questo grido, che è grido di spe-
  Questo è vivere la cultura della cura come           impresa. Il Signore ci accompagna in questa          Cristo sia in grado di trasformare il mondo, di       ranza che, attraverso questi piccoli gesti di apertu-
  percorso di pace.                                    missione che viviamo tutti insieme, io e don Edy     muovere le coscienze di tanti uomini e donne          ra, questi tentativi potrà aprire un varco umano e
                                                       per le nostre comunità, più 16 persone tra auti-     che si fanno pane per gli altri anche senza esse-     creare una sensibilità di fratellanza e amore nono-
                                                       sti e volontari. Vi ringrazio tanto di aver dato     re cristiani, di intervenire dove le grandi istitu-   stante l’attuale sofferenza che anche noi viviamo.
Con la metà di novembre, noi, adoratori UE del-        questo segno di speranza in un periodo difficile,    zioni e le scelte politiche non riescono ad arriva-
la zona vicentina, abbiamo ripreso gli incontri di     di non aver chiuso i vostri cuori a questa grazia    re. “Dove c’è un uomo che soffre - diceva - lì c’è    Ha ringraziato quanti hanno creduto e aiutato la
spiritualità nella parrocchia di Tavernelle, con la    che non ci tira fuori solo dalle strettoie della     anche la presenza di Cristo sia nel sofferente sia    realizzazione di quella missione, affermando che
guida del parroco don Emanuele Cuccarollo.             pandemia, ma anche dalle strettoie di una vita       in chi lo soccorre da buon samaritano”. E ricor-      questa avventura non finirà qui, ma si cercherà di
                                                       chiusa nell’egoismo. Aprirci a chi soffre più di     dava con emozione un fratello musulmano che           tenerci in collegamento per vivere questa custodia
Il percorso di quest’anno è sostenuto dall’inse-       noi ci aiuta a darci quello slancio del cuore e      ha messo la sua proprietà a disposizione di quei      del fratello ed essere uomini e donne che hanno
gnamento della Chiesa che il Papa ci ha donato         della mente che tante volte ci impediscono di        derelitti per assisterli come poteva. Era conten-     cuore di carne e lo mettono nelle mani, per donar-
mediante l’enciclica Fratelli tutti, in un tempo in    esser uniti, di volerci bene, di perdonar-           to che avessimo portato loro cibo, coperte, scar-     lo agli altri attraverso questi segni di fraternità
cui siamo tentati di chiuderci in noi stessi. Un te-   ci, di camminare insieme, di prender-                pe perché ce n’era tanto bisogno…                     che saziano la nostra fame e sete di Dio.
sto autorevole, che infonde speranza e nello stes-     ci cura gli uni degli altri”.
so tempo chiede impegno, alimenta grandi ideali,
propone cammini per una nuova amicizia sociale,        Al ritorno, con commozione e
una nuova alleanza umana tra i popoli, le religio-     gioia, don Emanuele ha con-
ni, gli individui per una fratellanza che diventa      diviso i sentimenti e le emo-
solidarietà con gli ultimi.                            zioni provate in quell’e-
                                                       sperienza intensa, anche
La parabola del buon samaritano, posta a fonda-        se apparentemente bre-
mento della fraternità, invita a metterci all’opera    ve. Ha goduto nel con-
come il Samaritano, per attivare un processo,          dividere con amici l’in-
capace di dar vita a un nuovo modo di amicizia         contro con un’umani-
sociale, che coinvolga singoli, gruppi, movimenti,     tà che vive sì nella
popoli interi.                                         sofferenza, ma non è
                                                       privata di segni della
Uno sguardo sulla realtà sofferente del popolo         Provvidenza e dell’a-
croato, a poco più di 500 Km da qui a causa del
recente terremoto, e la disumanità fisica e psichi-
ca nella quale giovani immigrati passano i loro
giorni in Bosnia Erzegovina, ha scosso e sensibil-
                                                       more di Dio. Ha prova-
                                                       to sentimenti di am-
                                                       mirazione di fronte a
                                                       tanto dolore, unito al
                                                                                            Una comunità si prende cura...
mente coinvolto la comunità di Tavernelle in un        coraggio di scorgere
progetto umanitario per sollevare e donare un          in esso la presenza di
po’ di speranza. Generoso e unanime è stato            Dio. L’ha colpito incon-
l’aiuto di tutta la popolazione.                       trare gli immigrati in cia-
                                                       batte, poco vestiti con tem-
Don Emanuele, che a nome della comunità ha             perature sotto i 10 gradi e,
seguito il convoglio, prima di partire così ha salu-   ancor più è rimasto stupito quan-
tato: “Carissimi, stiamo partendo con diversi          do, donando una coperta, si sentiva-
mezzi. Condivido questo viaggio verso la Croazia       no ringraziare e augurare “buona fortu-
con don Edy, prete della diocesi di Treviso. Ci        na”. Ha affermato di aver scoperto un teso-
stiamo recando con diversi mezzi verso questa          ro di umanità di fronte alla quale, anche noi

20 - UN SEME PER IL REGNO 1/2021                                                                                                                                                         1/2021 UN SEME PER IL REGNO - 21
segni del regno
SEGNI Pastorale Giovanile Vocazionale
DEL REGNO         in Italia

 Molti sono gli ambiti e
 i servizi in cui siamo
 chiamate, come cri-
 stiane e come suore,
 a mettere in pratica
 l’arte della cura.
 Uno di questi è l’avere
 a cuore e curare le
 relazioni con i giovani.

    Il risveglio della

                                               Pr                                                                                                           . .
  natura con l’aprirsi                                                                                                                                         				                             picco-

                                                                                                                                                          i.
  della stagione pri-                                                                                                                                          				                           le espe-
  maverile sembra

                                                 en                                                                                                  e s t     			                       rienze… ab-

                                                                                                       . g
  dare voce al tocco                                                                                                                                           			                   biamo scelto di
  d’amore del Creatore
                                                   ders                                            i ..                                                        		             essere un posto in cui

                                                                                   i cura: relazion
  che con fedeltà si prende cu-                                                                                                                                		       accogliere vita e prenderce-
  ra delle sue creature: un segno di                                                                                                                              ne cura.
  speranza della vita. Il prendersi cura ha
  lo stesso tocco lieve e discreto che nasconde                                                                                                                 P. Roberto, guardiano dei cappuccini di san
  una realtà forte come quella della cura di una       «Dopo                                                				contagio,                                      Leopoldo, ha celebrato ogni mese con noi l’Eu-
  madre per il suo bambino.                          qualche settimana                                     		                       costruire opportunità      caristia, animata dalla fraternità e aperta alle
                                                     dal mio arrivo in fraternità a Padova, mi sono                  sia per le ragazze che sceglievano di     giovani. In momenti come questi abbiamo ac-
    In questo tempo di pandemia ci siamo ac-         resa conto di avere ricevuto in eredità un im-        restare, sia per quelle che desideravano rien-      compagnato anche il lutto di alcune ragazze
  corti, molto più di prima, del valore dei gesti    pegno e una presenza nella pastorale giovanile        trare in famiglia, perché a tutte e a ciascuna      che hanno perso una persona cara lontane da
  di cura, pensando a tutti gli operatori sanitari   della città. Un piccolo seme per il Regno tra le      arrivasse un segnale concreto di vicinanza e        casa e nell’impossibilità di tornarci.
  e volontari che con abnegazione prestano il        ragazze universitarie del collegio e all’interno      di ascolto, di comprensione e di fiducia. La
  loro servizio negli ospedali e nelle case di       della pastorale diocesana.                            vera forza è stata poter condividere con le         La vita al tempo del Covid è anche qui fatta di
  cura.                                                                                                    sorelle della fraternità la realtà quotidiana       piccole cose, ma la parola chiave è “mettersi
                                                       La parola chiave all’inizio per me è stata          dell’accoglienza: ciascuna di noi è stata gior-     accanto” per fare strada insieme. Infatti, come
   C’è un prendersi cura anche nelle rela-           esserci. Trovare dentro me il coraggio di resta-      no dopo giorno volto, parola e sorriso che          ci ricorda papa Francesco, «il cuore di ogni gio-
  zioni, in particolare con i giovani, che è         re lì e farmi attenta a cogliere e leggere il biso-   esprime una presenza che vuol essere dono.          vane deve essere considerato “terra sacra”,
  fatto di gesti e parole.                           gno, la domanda e la sete di vita delle persone                                                           portatore di semi di vita divina e davanti al
                                                     che incontravo.                                        I nuovi arrivi, le partenze e anche qualche ri-    quale dobbiamo “toglierci i sandali” per poterci
    Alcune di noi del Gruppo di Pastorale Giova-                                                           torno; la fatica di imparare i nomi e di ricono-    avvicinare e approfondire il Mistero» (CV 7).
  nile Vocazionale - area italiana - abbiamo           Quando con il DPCM di novembre 2020 e l’i-          scere i volti dietro le mascherine; le ansie feb-
  avuto modo di vivere delle belle esperienze        stituzione delle zone colorate in tutta Italia an-    brili delle ultime settimane prima della tesi; il                                          Suor Sara
  in tal senso - nel collegio universitario, nelle   che l’organizzazione dell’Università si è di colpo    coprifuoco e le lunghe serate in collegio tra
  iniziative con i Frati Minori - e le vogliamo      trasformata, mi sono sentita spazzata via dagli       pizza e risate; la nascita di nuovi gruppi e
  condividere.                                       eventi. Restare in piedi, affrontare la paura del     nuove amicizie che si ridisegnano
                                                                                                           continuamente e così in tante altre
                                    Suor Marina

 22 - UN SEME PER IL REGNO 1/2021                                                                                                                                                  1/2021 UN SEME PER IL REGNO - 23
tempo perso, vuoto, silenzioso quasi immobile.
                                                                                                                                                            La tristezza sembrava aver preso il sopravvento
                                                                                                                                                            ma poi è arrivato l’immaginabile. Tutto questo
                                                                                                                                                            mi ha costretto ad alzare la testa e a guardare le
                                                                                                                                                            stelle perché, veramente, è nel momento più
                                                                                                                                                            buio della propria storia che si vede meglio la
                                                                                                                                                            luce. Dopo, proprio come un regalo d’amore,
                                                                                                                                                            sono cresciuta nella capacità di sognare. Ero
                                                                                                                                                            arrivata a un momento della mia vita che pun-
                                                                                                                                                            tavo al compromesso, al ribasso invece dopo,
                                                                                                                                                            guardando la moltitudine della stelle nel mio
                                                                                                                                                            silenzio, mi sono accorta quanta possibilità ho
                                                                                                                                                            di moltiplicare i miei sogni e renderli sempre più
                                                                                                                                                            belli e alti. I latini direbbero “Per aspera ad
                                                                                                                                                            astra”, è con le asperità che si arriva alle stelle.
                                                                                                                                                            Auguri a tutti, buon cammino!» A.

                                                                                                                                                              «L’esperienza “Frate Focu” la associo al colore
                                                                                                                                                            azzurro, perché mi ricorda il cielo, rimandando-
                                                                                                                                                            mi alla libertà negli spazi, cosa che in questo ul-
                                                                                                                                                            timo anno non è stata così scontata. Questa è
                                                                                                         			                           «Se penso a questa   stata, infatti, un’opportunità per trovare uno
                                                                                                         		                   esperienza mi viene in men    spazio di conoscenza, condivisione e arricchi-
                                                                                                                        te il colore grigio. Solitamente    mento reciproco; ho “ripreso il filo” con perso-
 Mentre                                                                                                        il grigio viene paragonato a qualcosa di     ne che conoscevo già, ne ho conosciute di nuo-
ci stavamo interro-                                                                                      triste o negativo, ma in questo caso per me        ve e spero a breve di poterle incontrare in pre-
gando nel mese di no-                                                                                    non è così, anzi! Questi incontri mi hanno         senza». F.
vembre, come essere accanto ai                       				di poterlo                                      aiutato a non avere paura di ammettere che
giovani in questo tempo così difficile, abbiamo     rappresentare con il colore giallo in quanto,        nella vita si sbaglia, che le cose non sempre        «L’esperienza “Frate Focu” per me è come il
saputo della proposta dei Frati Minori del Nord:    dal mio solito vedere le cose o bianco o nero,       vanno come ci immaginiamo e che non sem-           cielo blu. Quando lo guardo ti senti bene, viva,
“Frate Focu”. Gruppi di narrazione durante i        mi ha dato la possibilità di riflettere su aspetti   pre si riesce ad essere all’altezza delle aspet-   ti da energia e allo stesso tempo ti culla. Questo
quali i giovani, incontrandosi online, dopo aver    importanti della mia vita che la maggior parte       tative. Insomma, non è sempre tutto bianco,        blu è infinito e profondo, come sono le parole
ascoltato le catechesi proposte dai frati su You-   delle volte ho stentato affrontare perché troppo     pulito e bello. Alcune volte questo bianco si      che ci hanno accompagnato lungo il cammino.
Tube e dopo un tempo di preghiera personale,        scomodi, impegnativi, che mi portavano a rivi-       sporca tanto da diventare grigio, ma per que-      Un cielo blu ti fa pensare, ti fa sognare e ti muo-
condividono il loro vissuto.                        vere momenti passati che ho sempre cercato di        sto non è necessario nascondersi. Ho impara-       ve pensieri positivi sempre nuovi. Sotto di esso,
                                                    eliminare dalla memoria. In realtà con questo        to a guardare questo grigio e ho scoperto che      anche noi siamo diversi, ci sentiamo accolti e
 Da subito c’è sembrata una bella proposta e        percorso ho capito che se non impariamo ad           non serve avere vergogna, che condividere          tutti fratelli». G.
per questo con un gruppetto di giovani vi abbia-    accogliere quello che ci viene donato dalla vita,    con altri ti aiuta ad imparare ad accettare, ad
mo aderito.                                         e quindi abbassare lo scudo che ci protegge          amare a fidarti. Condividere mi ha aiutato a         L’incontro personale con la Parola ci ha aiuta-
                                                    ma che allo stesso tempo ci distrugge, non po-       sentire che Dio ama soprattutto il grigio delle    te a farci consapevoli della cura del Signore per
 Le parole RESILIENZA, MEMORIA, PICCOLEZZA,         tremmo mai trovare e poter dimostrare ciò che        nostre vite e che insieme a Lui e a chi abbia-     la nostra vita, l’ascolto attento, affettuoso, le
CORAGGIO, APPARTENENZA E CURA hanno                 realmente siamo! Il colore giallo rappresenta        mo vicino questo grigio può essere davvero         une delle altre e la presenza costante di ciascu-
accompagnato i nostri incontri e condivisioni.      realmente la luce che questa esperienza è riu-       un colore meraviglioso!» B.                        na ci ha fatto fare l’esperienza, pur vivendo in
                                                    scita ad accendere dentro di me per far sì che io                                                       città e regioni diverse, di essere una piccola fra-
 Le giovani che hanno partecipato al nostro         possa aprire gli occhi e non avere paura di ac-       «Per descrivere l’esperienza della fraternità     ternità in cammino...che mentre dona riceve,
gruppo “Frate Focu” si esprimono così dando un      cogliere la vita che mi viene donata così com’è      “Frate Focu” scelgo il colore blu scuro. L’a-      cresce in profondità, in significato mediante lo
colore all’esperienza vissuta.                      stata disegnata per me!» C.                          scolto e la condivisione della Parola mi hanno     scambio reciproco. Un bel dono del Signore.
                                                                                                         aiutato in questo periodo scuro a guardare
«Il cammino iniziato lo scorso dicembre credo                                                            dentro la notte della mia vita, scandito da                      Suor Age e Suor Monica Maria

24 - UN SEME PER IL REGNO 1/2021                                                                                                                                                 1/2021 UN SEME PER IL REGNO - 25
segni del regno
                          Dott. Stefano Drioli,
                         direttore Villa Bianca

“Villa Bianca” a Tarzo (TV) è un Centro di servizi
per persone anziane anche non autosufficienti
della nostra Famiglia religiosa.
Grazie ai suoi collaboratori, direttore e operato-
ri sanitari, il tempo della pandemia è stato vis-
suto con attenzione particolare alle ospiti e ai
familiari.

                                                                Av
   Nell’immaginario collettivo la pandemia da

                                                                                                                                                                         i a
 COVID 19 è rappresentata dai lockdown, dalle

                                                                  er                                                                                                 de m
 immagini dei camion militari che lasciano l’o-
 spedale di Bergamo e dai morti al Pio Albergo                                                                                                                           				                                           crea
 Trivulzio. Queste immagini hanno contribuito a
                                                                                    cura                               i p a n
                                                                                                                                                                         			                               tutt’oggi frustra-

                                                                                                                tempo d
 creare una cornice, non certo favorevole, in cui                                                                                                                        z                        zione, visto che il mas-
 abbiamo svolto il nostro servizio di cura alle
 persone anziane fragili. Ciò che abbiamo vissu-
 to, e stiamo tutt’oggi vivendo, è anche un’info-
                                                        Sebbe-
                                                        ne ufficial-
                                                        mente si dicesse di
                                                                                         in                                                                              		                  simo che abbiamo potuto
                                                                                                                                                                                    fare per realizzare un contatto tra
                                                                                                                                                                         Ospiti e familiari è stato implementare una pa-
 demia, una pandemia di informazioni giunte da          stare tranquilli, che “è solo                                                                                    rete degli abbracci. E la rabbia, come spesso
 fonti non sempre affidabili che hanno formato          un’influenza”, la sensazione era che si ave-             		                                  nelle proprie       avviene, è indirizzata verso l’attuatore dei pro-
 immagini e credenze distorte che nei Centri di         va a che fare con qualcosa di ben più pericolo-          case, dove l’equipe psico-socio-educativo pro-          tocolli, in questo caso Villa Bianca, e non contro
 servizio per non autosufficienti – Case di Riposo      so. Questa sensazione veniva amplificata a ini-          poneva attività, sempre nella rigorosa applica-         le istituzioni che hanno delineato il quadro
 hanno alterato i rapporti esistenti nel sistema e      zio marzo prima con la chiusura totale dei visi-         zione del distanziamento sociale. Anche qui             normativo.
 creato tensioni tra istituzione e stakeholder          tatori ai centri di servizio e successivamente           era difficile far comprendere a chi telefonava
 (formali e informali). Non neghiamo che l’im-          con il lockdown totale. Data la minimizzazione           domandando: “Ma la mia mamma fa attività?”              Potrei proseguire ancora, descrivendo tutti i
 magine dell’abbandono e della morte ha sem-            iniziale, tutti ci siamo trovati disorientati e sen-     che sì, le attività venivano attuate ma i proto-        nodi problematici, ma vorrei dare anche un’im-
 pre accompagnato l’assistenza in casa di riposo.       za grandi scorte di dispositivi di protezione            colli imponevano una compartimentazione e               magine positiva di questo periodo. E quell’im-
 Sebbene in questi anni le strutture, almeno nel-       individuale.                                             quindi non erano più svolte come prima.                 magine mi è data dalle Ospiti di Villa Bianca,
 la nostra regione, siano cambiate ponendo                                                                       L’uomo ha sempre paura dell’ignoto e quindi             che anche in questa crisi sono state la nostra
 sempre più attenzione agli aspetti sociali, l’affi-     Prendersi cura delle Ospiti era veramente               pensare a qualcosa di diverso, di cui non ho            guida: mai un lamento, una voce stonata, ma
 dare un proprio caro, magari un genitore, porta        difficile, gli operatori vivevano una confusione         esperienza diretta, portava i familiari ad ampli-       soltanto la calma tipica della saggezza con cui
 ancora con sé una serie di pesanti vissuti perso-      di sentimenti, impotenza, paura, rabbia, so-             ficare le proprie paure rispetto l’abbandono e          chiedono informazioni, ascoltano le notizie e
 nali che si sono amplificati in questo periodo.        spetto solo per citarne alcuni, e allo stesso            la solitudine della propria madre.                      infondono la luce della speranza: “anche questo
                                                        tempo dovevano accogliere le paure, amplifica-                                                                   finirà prima o poi”. E questa fiducia deve darci
   L’emergenza COVID-19 non ha colpito diretta-         te dai giornali, dei familiari delle Ospiti e la loro      A maggio quando tutti hanno ricominciato ad           la forza per continuare a progettare, consci
 mente gli Ospiti e gli operatori ma anche i fami-      rabbia dovuta alla frustrazione di non poter             uscire e a rivedere i propri cari, i centri di servi-   del fatto che in ogni momento le nostre azioni
 liari che sono costretti a vivere il distacco e la     essere vicini ai loro cari specie negli ultimi gior-     zio e le ospiti dovevano attendere le “linee            e idee potrebbero venir interrotte da un enne-
 distanza fisica dovuta all’applicazione delle leggi    ni di vita.                                              guida - fase 3”, che stabilivano modalità di visi-      simo intoppo, da un’altra chiusura, ma anche
 e dei protocolli. Di seguito riporto in breve la                                                                ta dei parenti molto stringenti. Bisognava ve-          che il nostro tempo non sarà stato buttato,
 cronistoria delle difficoltà incontrate: a fine feb-    Per fortuna al primo giro di tamponi non furo-          dersi all’aperto, distanziati di almeno 2 metri,        perché avremo cercato di tener vivi i doni
 braio mentre sui telegiornali impazzavano le           no registrati casi Covid ma, nonostante l’avan-          con la mascherina…. Insomma, tutto ciò aveva            che le nostre Ospiti ci offrono ogni giorno:
 notizie sul virus da Wuhan, i primi dpcm impo-         zare della primavera, Villa Bianca continuava ad         ben poco a che fare con l’immagine classica di          speranza e fiducia!
 nevano limitazioni alle visite delle nostre ospiti.    essere chiusa, con le ospiti costrette a vivere          una visita al proprio caro e tutto ciò creava

26 - UN SEME PER IL REGNO 1/2021                                                                                                                                                               1/2021 UN SEME PER IL REGNO - 27
Puoi anche leggere