Turismo, dai paesi scandinavi boom di prenotazioni per destinazioni italiane

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Turismo, dai paesi scandinavi boom di prenotazioni per destinazioni italiane
Turismo, dai paesi scandinavi
boom di prenotazioni per
destinazioni italiane

Le    prospettive     dei    viaggi
internazionali in Italia mostrano
che alcuni mercati del nord Europa
stanno tornando ai livelli del 2019
La Scandinavia non tradisce l’Italia: per mantenere saldo e
vivo l’interesse per la Penisola, l’Agenzia Nazionale del
Turismo, ENIT, ha lanciato una campagna promozionale iniziata
a giugno 2021 e appena conclusa, utilizzando tutti i canali di
comunicazione della Ticket, la più grande catena di agenzia di
viaggi operante su tutti i mercati di riferimento (Svezia,
Norvegia, Danimarca e Finlandia) mediante proposte di vacanza
tematiche diffuse attraverso micrositi Italia nelle varie
lingue locali raggiungibili dai siti, sia sociali e notiziari,
nonché con vetrine Italia nei negozi Ticket in Svezia e
Norvegia.
Turismo, dai paesi scandinavi boom di prenotazioni per destinazioni italiane
Turismo, dai paesi scandinavi boom di prenotazioni per destinazioni italiane
Turismo, dai paesi scandinavi boom di prenotazioni per destinazioni italiane
In un periodo di grosse sfide per tutto il settore turistico,
la voglia di tornare a viaggiare si è manifestata forte e la
ripresa delle prenotazioni per destinazioni italiane ha visto
un ritorno ai livelli pre-pandemia.

Le prospettive dei viaggi internazionali
in Italia mostrano che alcuni mercati del
nord Europa stanno tornando ai livelli
del 2019
Nel complesso, dai 5 Paesi di provenienza si contano circa 1,9
milioni di viaggiatori (-0,9% sul 2018), quasi 11,5 milioni di
pernottamenti (-6,9%) e circa 1,3 miliardi di euro di entrate
economiche (+3,5%). La Lombardia è la regione che acquisisce
la quota parte più alta della spesa complessiva in Italia per
tre Paesi del Nord Europa: Finlandia (30,2%), Norvegia (34,2%)
e Svezia (24,3%). I viaggiatori dalla Danimarca e dall’Islanda
concentrano in Veneto rispettivamente il 19,8% e il 32,9% del
totale speso in Italia. Sempre in termini di spesa, la vacanza
culturale in Italia è quella maggiormente apprezzata dai
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viaggiatori dei Paesi del Nord Europa. Per il quarto trimestre
2021, le prenotazioni aeree dalla Danimarca recuperano i
volumi pre-Covid, mentre quelle dalla Svezia sono al 74%. Nel
dettaglio i visitatori in Italia dalla Danimarca crescono del
+17,2% sul 2018, i pernottamenti notti sono il 9,5% in più e
la spesa sale del +34%. Dalla Svezia sono in crescita i
viaggiatori (+1,8%) e gli introiti (+4,0% circa).

“I viaggiatori dal Nord Europa sono preziosi per la ripresa
delle città d’arte: – dichiara il Presidente Enit Giorgio
Palmucci – i visitatori dalla Svezia investono il 36,4% della
spesa complessiva che nel 2019 è stata di 363 milioni di euro
mentre la Danimarca spende il 35,6% su 600milioni di euro, la
Finlandia il 29,4% su 113 milioni di euro, la Norvegia il 22%
su 183 milioni di euro e infine l’Islanda il 60% su 17 milioni
di euro.

A trarne beneficio anche il turismo ‘attivo’. La Finlandia
spende il 7% del totale, la Svezia il 4,2%, la Danimarca il
2,4% e la Norvegia sfiora il 2,0%. Nonché il Mice: il viaggio
d’affari in Italia è un segmento che rappresenta il 12,5% del
totale della spesa di viaggio per la Danimarca, circa l’8% per
la Finlandia, il 17,7% per la Norvegia e il 18,5% per la
Svezia” conclude Palmucci.

L’istituto previdenziale dei
giornalisti (INPGI) passa
all’Inps: ecco cosa cambia
Turismo, dai paesi scandinavi boom di prenotazioni per destinazioni italiane
per i giornalisti

Dal 1 luglio 2022, l’Inpgi, l’istituto previdenziale dei
giornalisti che nel 2026 avrebbe festeggiato il centenario,
confluirà in Inps. Se ne è parlato oggi durante il convegno a
Palazzo Wedekind, a Roma ‘L’Inpgi passa all’Inps. Come cambia
la busta paga e il futuro previdenziale dei giornalisti’. Dopo
oltre un decennio di gravi perdite, l’istituto quindi alza
bandiera bianca. Troppo grave il deficit che porterebbe
all’esaurimento del patrimonio dell’istituto “entro il 2027”.
Al momento in Italia sono 16.500 i giornalisti che versano
contributi all’Inpgi per una retribuzione media di circa
59mila euro annui a fronte di un importo medio pensionistico
di circa 57mila euro. In particolare si stima che se i
pensionati Inpgi avessero avuto le stesse regole di calcolo
dei lavoratori pubblici, per avere un tale importo
pensionistico (2,4 volte quello dei pubblici) avrebbero dovuto
lavorare 6 anni in più di quello effettivamente fatto. Il
passaggio tuttavia, dovrebbe essere, per dirla con la
Turismo, dai paesi scandinavi boom di prenotazioni per destinazioni italiane
presidente Inpgi,    Marcella   Maceloni,   “il   più   indolore
possibile”.

“Per questa transizione- ha detto- abbiamo chiesto e ottenuto
dei passaggi fondamentali: il riconoscimento della nostra
storia e della nostra autonomia, il mantenimento di tutte le
prestazioni e la salvaguardia occupazionale di tutti i nostri
dipendenti”.

“Le condizioni che abbiamo ottenuto- ha spiegato ancora- sono
le migliori possibili in un momento di crisi per il settore di
cui non si vede via d’uscita. L’Inpgi si trasformerà ma
continuerà a restare un presidio di tutele per tutti i
giornalisti”.
Rassicurazioni anche dal numero 1 dell’Inps Pasquale Tridico
secondo cui dal 1 luglio, “i pensionati avranno la garanzia
delle loro quote maturate fino adesso nelle modalità previste
fino ad oggi, e i nuovi pensionati troveranno tanta
professionalità, l’autonomia giusta che si deve a un corpo
importante come quello dei giornalisti”.
Infine, per il sottosegretario all’Editoria Giuseppe Moles,
quella in oggetto “è la soluzione più equa ed equilibrata
possibile”,    per  salvare   l’istituto.    Quella   del
commissariamento, infatti, sarebbe stata “una non soluzione”.

“Emendamento       Pittella”:
rischio fallimenti a catena e
Costituzione    da   salvare!
Turismo, dai paesi scandinavi boom di prenotazioni per destinazioni italiane
L’intervista all’Avv. Angelo
Lucarella

“Senza l’abrogazione immediata
della norma che ha introdotto
l’inammissibilità    dei   ricorsi
tributari, in caso di estratti di
ruolo, si rischia il collasso”
Cari lettori, vi sareste mai aspettati che in Italia, culla
del diritto, patria di grandi giuristi, Paese rinomato per
avere la Costituzione più bella al mondo, un bel giorno il
Turismo, dai paesi scandinavi boom di prenotazioni per destinazioni italiane
Parlamento approvasse una norma (c.d. “emendamento Pittella”
poiché proposto dal parlamentare in quota PD, già
europarlamentare) di divieto sostanziale ai contribuenti-
cittadini italiani di ricorrere e difendersi contro i famosi
ruoli erariali e relative cartelle di pagamento?

Ebbene è proprio l’art. 1 della legge 215/2021 che lo afferma;
articolo entrato in vigore dal 21 dicembre scorso. Cosa è
successo e cosa succede sembrerebbe al limite del concepibile.

Leggendo la norma si può scorgere già dal titolo di modifica
(l’art. 3 bis inserito nel D.L. 146/2021) che è in vigore la
“Non impugnabilità dell’estratto di ruolo e limiti
all’impugnabilità del ruolo”.
La cosa che lascia curiosi è che si prescrive: “Il ruolo e la
cartella di pagamento che si assume invalidamente notificata
sono suscettibili di diretta impugnazione nei soli casi in cui
il debitore che agisce in giudizio dimostri che
dall’iscrizione a ruolo possa derivargli un pregiudizio per la
partecipazione a una procedura di appalto”.

Proprio per chi non mastica un po’ di diritto è stato
necessario farci spiegare dall’Avv. Lucarella il tutto.

“Senza l’abrogazione immediata della norma che ha introdotto
l’inammissibilità dei ricorsi tributari, in caso di estratti
di ruolo, si rischia il collasso”.
Turismo, dai paesi scandinavi boom di prenotazioni per destinazioni italiane
L’avvocato Angelo Lucarella (a sinistra), esperto di
contenzioso tributario e vice coordinatore della commissione
giustizia del Mistero dello sviluppo economico
Questo il commento a caldo dell’Avv. Lucarella, esperto di
contenzioso tributario e vice coordinatore della commissione
giustizia del Mistero dello sviluppo economico, che
L’Osservatore d’Italia ha raccolto nella giornata di luned’ 24
gennaio e che ha risposto alle nostre domande.

“Avv. Lucarella, insomma, che succede da quando è in vigore
questa norma derivata dal famoso emendamento Pitella?”
“Succede che i primi giudici tributari italiani (Latina e
Siracusa     le  prime    commissioni)     hanno   applicato
retroattivamente la norma licenziata dal Parlamento. È
qualcosa che rischia di innescare a ripetizione (non credo
rimarranno casi isolati) sentenze di rigetto nei confronti dei
contribuenti per sopravvenuta norma peggiorativa del diritto
di difesa dei cittadini.
Ma la nostra Costituzione enuncia il sacrosanto diritto di
difesa all’art. 24 e lo Statuto del contribuente oltre alle
preleggi del codice civile non ammettono la retroattività
della legge.

“Significa che deve intervenire la Corte Costituzionale
secondo lei?”
“Prima deve intervenire il Governo con un decreto d’urgenza se
possibile. È assurda una norma che si pone in netto contrasto
anche con lo spirito di una sentenza del 2018 della Corte
Costituzionale (per la precisione la n. 114) con cui già fu
abrogata parte della norma che sino all’epoca vietava le
opposizioni all’esecuzioni esattoriali.
Ma che Paese siamo diventati?

“Avv. ci risponde con un’altra domanda, ma può spiegare ai
lettori qual è il concreto rischio di mantenere in vigore la
legge di cui parla?”
“Immaginate i contribuenti, cioè piccole e medie imprese,
professionisti, autonomi o lavoratori dipendenti che ritengono
di essere colpiti ingiustamente da atti della pubblica
amministrazione esattoriale. Come si difenderanno? A chi si
rivolgeranno? Dovrebbero assumersi il rischio di un’azione
inammissibile per legge finché un giudice o un collegio
giudicante non sollevi la questione di incostituzionalità alla
Corte Costituzionale appunto.
Ma sapete quanto costa economicamente, emotivamente,
psicologicamente difendersi sapendo di andare incontro alla
sconfitta per legge?
Un disastro all’orizzonte.

“Che si può fare nell’immediato?”
“Ecco. Se uno Stato priva il cittadino della speranza nella
Giustizia, allora, altro che inammissibilità dei ricorsi. La
gente preferirà non difendersi essendo, tra l’altro, spogliata
di ogni strumento legale. Con l’effetto di probabile
insolvenza e di trovarsi sopraffatti da uno Stato impagabile
rispetto alla singola capacità contributiva. Insomma vogliamo
chiamarli fallimenti a catena? Questo è prevedibile.

“Si ma cosa auspica come intervento? Ha già proposto o fatto
qualcosa?”
“Abrogazione subito. Senza se.
Ho scritto al Ministero inviando osservazioni e proposte sulla
questione. Spero nella sensibilità del Ministro Cartabia che
si è caricata sulle spalle il grosso fardello della riforma
della Giustizia (o meglio delle Giustizie). Ci vuole tempo.
Non è facile.
Ma serve anche un Manifesto che parta dal basso; soprattutto
d’iniziativa delle categorie professionali che sono l’argine
vero contro le storture del sistema.
Se ci fosse la ricorribilità diretta o pregiudiziale del
cittadino alla Corte Costituzionale (che ho proposto anche
mesi fa) saremmo già molto avanti. In Italia siamo ad un
paradosso: la Costituzione più bella al mondo e leggi come
queste che aborrano”.

Economia, previsione crescita
superiore al 4% nel 2022
Secondo le stime si dovrebbero
recuperare i valori produttivi ante
crisi
“Il 2021 è stato un anno di forte ripresa, anche i dati del
quarto trimestre sono positivi, la crescita dovrebbe
avvicinarsi al 6,5%.

Per il 2022 le previsioni di consenso indicano una crescita
superiore al 4%, nel primo trimestre dovremmo recuperare il
livello produttivo ante crisi.

L’andamento dell’economia nel 2022 è tuttavia condizionato dal
protrarsi della pandemia, dalle tensioni internazionali, e
soprattutto dal costo dell’energia”, ha detto il ministro
dell’Economia Daniele Franco intervenendo a Telefisco del Sole
24 Ore.

Abbiamo preso finora “misure per 5,5 miliardi per contenere i
costi dell’energia. Altri interventi potranno essere adottati
in relazione all’evolvere della situazione”, perché “bisogna
evitare che blocchi la ripresa”, ha aggiunto il ministro.

Sul fronte macroeconomico intanto, l’Istat ha comunicato i
dati sul fatturato dell’industria, cresciuto a novembre
proprio per il traino del costo dell’energia. Il balzo è stato
di oltre il 22% rispetto allo stesso mese de 2020.

Turismo: per l’estate 2022
l’Islanda si avvicina a Roma
Bogi Nils Bogason: “Nel nuovo anno,
vediamo i segnali di ripresa per il
settore dei viaggi”
La compagnia aerea islandese Icelandair ha annunciato un nuova
collegamento tra Roma (FCO) e il suo centro a Reykjavik (KEF)
per l’estate 2022.

L’apertura della nuova destinazione amplia ulteriormente la
rete di tratte europee servite da Icelandair, con l’obiettivo
di offrire ai clienti le migliori possibili opzioni di viaggio
e opportunità di collegamento.
La città di Roma, Patrimonio dell’Umanità, accoglierà la nuova
tratta due volte alla settimana collegando l’aeroporto di Roma
Fiumicino (FCO) e Reykjavik (KEF) tutti i mercoledì e domenica
dal 6 luglio al 4 settembre. La nuova tratta offrirà ai
passeggeri che viaggiano per affari e per piacere, migliori
opportunità per approfittare di soluzioni di viaggio
perfettamente collegate con la rete islandese via Reykjavik.

La tratta FCO-KEF consentirà anche collegamenti importanti tra
Roma e le rotte del Nord Atlantico, permettendo ai passeggeri
in transito di usufruire di uno scalo in Islanda senza alcuna
tariffa aerea aggiuntiva. Insieme a Roma, Icelandair lancerà
quest’estate altre due nuove destinazioni: Nizza (NCE) e
Alicante (ALC). Il nuovo volo di Nizza darà accesso alla
vivace regione del Sud della Francia, sarà attivo tra
Reykjavik (KEF) e l’aeroporto di Nizza (NCE) dal 6 luglio al
27 agosto, il mercoledì e il sabato per tutto il periodo. La
tratta per Alicante (ALC) sarà lanciata il 10 febbraio,
proseguendo fino all’autunno. Le frequenze variano nel corso
del periodo, i voli opereranno due volte a settimana durante
la stagione estiva a partire dal 28 aprile, il lunedì e il
giovedì.

Bogi Nils Bogason, presidente e CEO di Icelandair ha
commentato “Nel nuovo anno, vediamo i segnali di ripresa per
il settore dei viaggi. Siamo entusiasti di poter aggiungere
Roma alla nostra già estesa rete di destinazioni, facilitando
ulteriormente la crescita sia in entrata che in uscita. Con le
aggiunte di Roma, Nizza e Alicante per l’estate, Icelandair si
impegna a offrire ai nostri clienti europei e del Nord
Atlantico più scelta e collegamenti convenienti”.
Bogi-Nils-Bogason_President / CEO-Icelandair-Group
“Siamo davvero lieti di dare il benvenuto a Icelandair, la
compagnia aerea che opererà verso l’aeroporto di Fiumicino”,
afferma Ivan Bassato, Chief Aviation Officer di Aeroporti di
Roma. “L’inaugurazione del collegamento diretto per Reykjavik
previsto per la prossima estate conferma l’efficacia delle
iniziative implementate da ADR, nonché il ruolo strategico di
Roma, mercato di riferimento in Europa e uno dei più
importanti al mondo.”

Per ulteriori informazioni su orari, voli di Icelandair o
tariffe verso l’Islanda www.icelandair.com

Per ulteriori informazioni sui viaggi verso l’Islanda e sui
protocolli                      di                     arrivo
attuali https://www.icelandair.com/en-gb/blog/iceland-is-open-
faq/

Info su Icelandair
Icelandair è la compagnia aerea nazionale dell’Islanda. Sin
dalla sua fondazione nel 1937, Icelandair ha costantemente
ampliato la sua rete di rotte, utilizzando la posizione
geografica unica dell’Islanda come snodo a metà strada tra
l’Europa e il Nord America. Nel 2019, Icelandair ha
trasportato 4,7 milioni di passeggeri verso 42 destinazioni in
Europa e Nord America.

La rete di Icelandair e Air Iceland Connect (AIC), che sono
state recentemente integrate in un’unico gruppo, fanno parte
di Icelandair Group, una compagnia aerea di trasporto e
logistica, nonché di servizi di leasing di aeromobili,
consulenza e viaggi. Icelandair Group è quotato al Nasdaq
Iceland.

Per ulteriori informazioni: www.icelandair.com

Bitcoin, ecco                      lo scenario
mondiale   e                        cosa   sta
succedendo
Dopo aver toccato i livelli più alti nel corso dei primi
giorni del mese di novembre 2021, Bitcoin sta passando un
momento molto delicato, con una diminuzione che ha raggiunto
anche il 40%. Un balzo all’indietro che deve essere tenuto
d’occhio con grande attenzione da quanti sono soliti investire
su Bitcoin con la piattaforma Plus 500 e le tante altre
disponibili online.

Al giorno d’oggi, investire su Bitcoin vuol dire anche
affrontare delle vere e proprie montagne russe. Tra momenti in
cui si registrano picchi veramente importanti e altri in cui
le battute d’arresto non fanno altro che susseguirsi, è
difficile capire come orientarsi e come valutare lo scenario
complessivo.

A incidere, nel corso dell’ultimo periodo, troviamo anche la
sfiducia che è stata data da determinati Governi nei confronti
delle valute digitali. Se prima era stata la Cina a schierarsi
apertamente contro Bitcoin, ora è il turno della Russia, che
non sta facendo mistero di non amare affatto la ben nota
criptovaluta.

Le tensioni geopolitiche attualmente in atto sono numerose, ma
ad incidere sui continui colpi di scena sul Bitcoin sono anche
le decisioni che sono state prese dalle banche centrali, così
come la riduzione di cui è stato oggetto il Nasdaq.

Bitcoin in calo, e le altre criptovalute?
Il momento attraversato dal Bitcoin, come dicevamo in
precedenza, non è certamente dei più facili. Il calo sta
toccando il 7.50% attualmente, scendendo a quota 39 mila
dollari. Nel giro di una sola giornata, la valuta digitale più
popolare in tutto il mondo ha lasciato per strada la bellezza
di circa 4 mila dollari in termini di valore. In confronto ai
picchi che erano stati toccati in quell’inizio di novembre da
favola, ora il trend negativo è arrivato a toccare il 40%.
Se il Bitcoin non se la sta passando molto bene, è chiaro che
gli investitori si stanno chiedendo qual è lo scenario in
relazione alle altre valute digitali. Ebbene, anche per le
altre criptovalute il periodo non è proprio dei migliori.
Giusto per fare un esempio, Ethereum ha subito una battuta
d’arresta che sfiora il 9%, scendendo a quota 2880 dollari. In
base alle statistiche che sono state diffuse da parte di
CoinMarketCap, la grande caduta delle due criptovalute più
importanti a livello mondiale, ha tolto complessivamente
qualcosa come 140 miliardi di dollari di capitalizzazione.

Tenendo come punto di riferimento i picchi che erano stati
toccati nel corso dei primi giorni del mese di novembre,
quando Bitcoin andrà oltre quota 67 mila dollari, sono stati
persi per strada qualcosa come oltre 1000 miliardi di dollari
in termini di capitalizzazione sul mercato delle valute
digitali.

Le scelte della Russia
Ad aggravare la riduzione e il momento negativo si è messa
anche la Russia. In modo particolare, a far discutere sono le
scelte che sono state prese da parte della banca centrale del
paese sovietico, che ha comunicato in via ufficiale una bozza
di proposta che, a quanto pare, andrebbe a mettere un freno
definitivo a scambi che riguardano qualsiasi tipo di valuta
digitale. Non solo, dal momento che il divieto verrebbe esteso
anche sull’estrazione delle principali criptovalute, tra
l’altro sul mercato russo che è uno di quelli più importanti
in riferimento all’uso di tali strumenti.

Questi nuovi regolamenti previsti dalla Banca centrale russa
andrebbero, di fatto, a mettere il veto su ogni tipo di
emissione, ma anche di scambio legato alle criptovalute.
Quindi, in attesa di una decisione definitiva e ufficiale, si
possono notare già i primi suggerimenti disposti dalla Banca
centrale russa alle banche della federazione, di tenere sotto
controllo e, nel caso in cui fosse necessario, mettere i
bastoni tra le ruote agli acquisti di valute digitali.

Parma, fiera della meccanica
e della subfornitura spostata
a maggio

La decisione per offrire maggiore
sicurezza    a   visitatori    ed
espositori
La prima edizione della manifestazione fieristica “Mecfor”,
inizialmente prevista dal 24 al 26 febbraio 2022 nel quartiere
fieristico di Parma, si riposiziona nella seconda metà di
maggio 2022 per offrire maggiore sicurezza a visitatori ed
espositori. Le date esatte saranno definite a breve in ragione
dei calendari fieristici internazionali tuttora in fase di
discussione a causa dell’emergenza pandemica.

Mecfor, sarà la prima novità fieristica del 2022 dedicata a
due comparti strategici per il Paese, nonché strettamente
correlati, come Meccanica e Subfornitura, che rappresentano il
50% del settore manifatturiero italiano.

Mecfor è organizzata da Fiere di Parma, storica organizzatrice
del Salone della Subfornitura, dedicato all’esternalizzazione
di attività nel campo della meccanica, ma anche elettronica,
plastica e altro, e da Ceu – Centro Esposizioni Ucimu,
organizzatore delle principali fiere internazionali di
macchine utensili e lavorazione dei metalli come Bimu e
Lamiere.

La fiera è composta da tre saloni, distinti ma integrati:
“Revamping”, il mercato delle macchine utensili ammodernate e
aggiornate; “Turning”, dedicata principalmente al tornio;
“Subfornitura”, di cui già si è detto. Mecfor avrà a
disposizione per la sua prima edizione oltre 24.000 mq del
quartiere fieristico di Parma.

Un Salone di particolare interesse sarà Revamping: verrà
mostrato come le macchine utensili possano, se opportunamente
retrofittate, avere una seconda vita. Saranno esposte macchine
non solo economicamente convenienti, ma anche di qualità
standard prevista da Industria 4.0. Inoltre, si risponde così
alle esigenze di produzione sostenibile in linea con
l’approccio dell’economia circolare, che si sta facendo sempre
più strada anche nel mondo dell’industria pesante.
Covid, in arrivo ristori per
i settori chiusi dal governo.
Sostegni anche per il turismo

I ristori andranno “ai settori chiusi dai provvedimenti del
governo” per l’emergenza Covid. Lo prevede, secondo quanto
annuncia la sottosegretaria all’Economia Alessandra Sartore,
il prossimo decreto legge. A beneficiare degli aiuti, “a fondo
perduto e a forfait”, saranno quindi, precisa, “sale da ballo,
discoteche, ma anche sport e cinema e più in generale il
settore spettacolo, che hanno avuto una riduzione
significativa di entrate”.

In gioco almeno un miliardo di euro – La sottosegretaria
illustra al “Messaggero” il piano del governo per gli aiuti,
spiegando che “c’è uno spazio certo di un miliardo, al netto
della questione caro-bollette. Ma credo che alla fine sarà di
più”. L’intervento messo in cantiere riguarda, aggiunge
Sartore, i primi tre mesi dell’anno.
Aiuti anche al turismo – “Per lo sport è stata decisa una
minore capienza – continua -. I cinema e i teatri sono aperti
ma sono oggettivamente in sofferenza”. Le misure di sostegno
riguarderanno anche il turismo per cui, chiarisce, “già con
l’ultima manovra è stato stanziato un fondo di 150 milioni di
euro”.

Mogol chiede nuovi aiuti per lo spettacolo – Un appello “per
l’urgentissima adozione di nuovi provvedimenti di sostegno
economico” a favore di autori, artisti e lavoratori dello
spettacolo è quello rivolto dal presidente della Siae, Giulio
Rapetti Mogol, al premier Mario Draghi e al ministro della
Cultura Dario Franceschini, alla luce della nuova ondata di
contagi che sta mettendo a dura prova un settore che ha già
pagato un prezzo altissimo durante l’emergenza sanitaria. “Gli
eventi di musica, cinema e spettacolo, fonte di felicità per
gli italiani,   non   possono   più   aspettare”,   è   l’allarme
lanciato.

Ammortizzatori – Riguardo alla richiesta, da parte di alcuni
settori, della proroga della Cassa Covid, la sottosegretaria
spiega: “Dal primo gennaio è entrata in vigore la riforma
degli ammortizzatori sociali. Anche le piccole imprese hanno
13 settimane di Cig da utilizzare”. Ancora in fase di
valutazione però il rifinanziamento della Cassa Covid, come
chiesto dai sindacati.

Flormart, nel 2022 la fiera
del florovivaismo torna alla
sua data                    tradizionale                       di
settembre

La decisione presa per assicurare
la     presenza      dei     buyer
internazionali – Convegno fisico e
digitale il 9 febbraio 2022 a
Padova sulle principali tematiche
del comparto
PADOVA   –   La   71°   edizione   di   Flormart,   storica   fiera
internazionale del florovivaismo, del verde e del paesaggio,
si terrà a Padova nelle sue date tradizionali dal 21 al 23
settembre 2022, cancellando la Special Edition prevista dal 9
all’11 febbraio 2022.
La decisione è stata presa dagli organizzatori per garantire
la presenza di buyer internazionali, attualmente messa in
forse dal permanere dell’emergenza pandemica e per assicurare
la massima sicurezza sanitaria a espositori e visitatori.
Flormart ha già attivato, anche in collaborazione con ICE –
Agenzia      per     la     promozione      all’estero      e
l’internazionalizzazione delle imprese italiane, un programma
per favorire l’incoming di operatori top del settore
provenienti da Europa centrale, Europa dell’est, Paesi del
Medio Oriente e dell’area mediterranea.

Nella road map che porterà all’inaugurazione della fiera a
settembre, data storica di Flormart, si inseriranno varie
iniziative, la prima un convegno phygital che si terrà in
Fiera a Padova il 9 febbraio 2022, alla presenza dei
principali attori del comparto. Temi principali del convegno
saranno l’importanza del florovivaismo e del verde per la
transizione ecologica, l’inserimento del settore nel PNRR, la
cultura e la gestione del verde urbano, il potenziamento
dell’export del florovivaismo made in Italy (seguirà
comunicato).

Flormart è la fiera storica del settore, organizzata per la
prima volta nel 1974 e giunta alla sua 71° edizione.
Rappresenta da sempre la vetrina internazionale del
florovivaismo e il momento di business matching tra chi
produce le piante, i materiali, gli arredi, i mezzi di
produzione e gli utilizzatori, vivaisti, grandi centri di
giardinaggio, costruttori del verde, enti pubblici, gruppi
immobiliari italiani ed Europei, i buyer italiani e esteri. A
partire dal 2021 un accordo decennale con Padova Hall ha dato
vita ad una partnership che affida l’organizzazione di
Flormart a Fiere di Parma ma che mantiene la manifestazione
ancorata alla città di Padova e al suo quartiere fieristico
attraversato da un profondo progetto di rinnovamento.

Il comparto florovivaistico italiano rappresenta in termini di
valore circa il 5% della produzione agricola nazionale, con un
fatturato di circa 2,6 miliardi di euro (elaborazione Crea su
ISTAT, 2020). La produzione è composta per il 52% dal comparto
piante in vaso e dal vivaismo (alberi e arbusti) e per il
rimanente da fiori e fronde freschi recisi. Da sola l’Italia
rappresenta circa il 15% della produzione dell’Europa
comunitaria. L’export è cresciuto del 33,14%, a valore, nei
primi 6 mesi del 2021, rispetto allo stesso periodo del 2020
(dati ICE).

Tipologie di carte di credito

Nel mondo degli strumenti di pagamento, il bancomat resta,
attualmente, quello più diffuso, diventato ormai
indispensabile per la quasi totalità dei cittadini italiani, è
altrettanto innegabile come la carta di credito sia diventata,
col passare del tempo, altrettanto importante ed
indispensabile.

Grazie ad esse, infatti, è possibile eseguire i pagamenti
online, accedendo al mondo dell’e-commerce, diventato un
volano dell’economia italiana negli ultimi dieci anni, oltre
ad aver dato modo di accedere all’acquisto di beni e servizi
anche nei periodi più duri, quelli in cui le serrande della
maggior parte delle attività commerciali erano abbassate per
il lockdown imposto dalle autorità sanitarie.

La   carta  di   credito  prepagata,
l’evoluzione del mondo dei pagamenti
elettronici
Una carta di credito particolarmente diffusa tra i giovani e,
più in generale, tra le persone che effettuano pagamenti
online, è certamente la prepagata, che si appoggia, di fatto,
sui circuiti dei grandi player del mondo dei pagamenti
elettronici. Tutte le banche, sia quelle tradizionali che
online, emettono queste tipologie di carta, che soprattutto
nello scorso decennio, all’alba dell’e-commerce, consentiva di
ottenere una sicurezza maggiore rispetto alle carte di credito
tradizionali.

Oggi, grazie a sistemi di pagamento più sofisticati e
maggiormente sicuri, si possono effettuare pagamenti sicuri
anche con le credit card classiche, grazie anche a maggiori
coperture assicurative. Nel caso delle nuove generazioni, la
carta di credito prepagata risulta un ottimo veicolo di
educazione del risparmio: molti genitori preferiscono caricare
la “paghetta” su questo strumento anziché consegnare ai propri
figli i contanti.

Va specificato, tuttavia, che le prepagate possono essere
considerate “carte di credito” solo ed esclusivamente per i
circuiti dove le stesse sono appoggiate, ma non sostituiscono
in alcun modo la carta di credito a saldo. Basti pensare, ad
esempio, al noleggio di un’autovettura, dove è indispensabile
poter disporre di una carta di credito tradizionale, o
nell’acquisto rateale di uno smartphone con annesso
abbonamento.

La carta di credito a saldo è quella maggiormente diffusa nel
mondo, normalmente proposta dagli istituti di credito come
servizio aggiuntivo del conto corrente. In molti casi, la
carta di credito rappresenta la punta di diamante nell’offerta
di un conto corrente, grazie alla flessibilità e alla
possibilità di personalizzarla o brandizzare con alcuni marchi
di forte appeal: i costi, per quanto ovvio, variano da
istituto di credito a istituto di credito.

Carta di credito a saldo vs Carta di
credito   revolving: quali  sono  le
differenze?
La carta di credito a saldo consente di dilazionare gli
acquisti effettuati in un arco temporale prestabilito della
durata, nella maggior parte dei casi, di 30 giorni, anche se
alcuni istituti consentono la dilazione fino a 45 giorni,
senza alcun tipo di onere a carico del titolare. Un’opzione
molto gradita per tutti quei consumatori che, in attesa
dell’accredito dello stipendio, possono effettuare operazioni
d’acquisto nonostante non sia presente la necessaria liquidità
sul proprio conto corrente

La scelta di una carta di credito, di conseguenza, non
dev’essere fatta a cuor leggero, considerati i differenti
servizi di ogni singola tessera, ma dopo un’attenta analisi
dei costi e benefici di ogni singolo strumento di pagamento,
avvalendosi dell’assistenza di esperti indipendenti del
settore come quelli presenti su cartadicredito.net.

Questo portale, inoltre, può risultare particolarmente
interessante anche per valutare le altre tipologie di carte di
credito presenti sul mercato, come, ad esempio, la
“revolving”. Esiste la possibilità, infatti, di poter
dilazionare la somma complessiva di tutte le spese effettuate
in un singolo mese in rate maggiormente sostenibili.

Questa opzione, per quanto ovvio, implica il pagamento di una
somma aggiuntiva per il titolare, da riconoscere sotto forma
di interessi alla società emittente la carta. Un’opzione
certamente più onerosa, ma che in alcuni determinati casi può
supportare il risparmiatore nei momenti in cui le spese si
fanno più sostenute.

Mutui agevolati: a chi sono
indirizzati, come richiederli

Negli ultimi tempi è sempre più difficile, soprattutto per i
giovani, acquistare una nuova casa o anche far fronte alle
spese quotidiane. La pandemia da Covid non ha di certo
migliorato la situazione, a causa della stessa molte persone
non hanno potuto lavorare o si sono viste ridurre di molto le
ore lavorative quotidiane. Per questi motivi il Governo ha
previsto una serie di importanti agevolazioni, soprattutto per
i giovani, a partire dai bonus per il lavoro fino ai mutui
agevolati per giovani under 36.

Mutui agevolati per giovani
I mutui agevolati per giovani sono un prodotto finanziario
offerto a chi ha meno di 36 anni, per rinforzare le
agevolazioni già disponibili per l’acquisto della prima casa.
I beneficiari di tale agevolazione sono tutti coloro che
rispondono a specifici requisiti: hanno meno di 36 anni, un
contratto di lavoro atipico o hanno figli minorenni a carico e
vivono in una casa popolare. In questi casi lo Stato si fa
garante per l’accensione di un mutuo per l’acquisto di una
nuova casa, fino all’80% del suo valore come da perizia da
parte di un esperto del settore. Il mutuo ottenuto tramite
questa garanzia può essere utilizzato per l’acquisto della
prima casa, anche per edifici che necessitino di interventi di
miglioramento, come ristrutturazioni o lavori che rientrano
nei bonus energetici. L’importo massimo finanziabile è pari a
250.000 euro e chi intende godere del Fondo Garanzia Prima
Casa deve acquistare un immobile in Italia, non deve avere un
ISEE superiore ai 40.000 euro e non deve essere proprietario
di altri immobili a uso abitativo.

Come funziona la surroga mutuo
Tra le agevolazioni particolarmente interessanti per giovani e
non solo, ce ne sono alcune che riguardano chi ha già acceso
un mutuo. Stiamo parlando in particolare della surroga mutuo,
ossia della possibilità di spostare il prestito su un’altra
banca, che offra condizioni migliori. Per chi non conosce i
prodotti bancari, il magazine di Banco di Sardegna fornisce
informazioni e linee guida sul funzionamento dei principali
prodotti bancari e finanziari. Scopriamo insieme come funziona
la surroga mutuo. Sostanzialmente nel momento in cui si trova
una banca che offre condizioni migliori per il prestito che si
ha già in atto è possibile spostare il mutuo su quella banca,
senza pagare penali e con alcune interessanti agevolazioni. Il
debitore, infatti, non è tenuto a pagare nuovamente gli oneri
notarili, senza pagare l’istituzione di una nuova pratica e la
chiusura della precedente. Si deve anche considerare che la
legge italiana prevede per la vecchia banca l’obbligo di
accettare la surroga del mutuo.

Come fare la surroga del mutuo
Grazie al Decreto Bersani la surroga del mutuo avviene in modo
praticamente automatico, per tutti coloro che la richiedono. È
infatti sufficiente trovare una banca che offra condizioni
migliori per il mutuo, rispetto a quella presso cui lo si è
acceso. Il debitore si può recare presso questa nuova banca e
richiedere la surroga del mutuo, portando ovviamente la
documentazione che riguarda il prestito in atto. Sarà la nuova
banca ad avvisare la precedente, che non può chiedere alcun
tipo di onere. L’unica somma da pagare è la tassa
sull’ipoteca, che oggi ammonta a 35 euro.
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