SPINE E ROSE DEL SECONDO GOVERNO CONTE - UGL MANTOVA

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SPINE E ROSE DEL SECONDO GOVERNO CONTE - UGL MANTOVA
n.43          14.09.19 Anno II                                                SUPPLEMENTO A LA META SOCIALE

        Direttore responsabile Francesco Paolo Capone - Direzione, redazione, amministrazione via Delle Botteghe Oscure, 54 00186 Roma
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                                                                Spine e rose
Pochi big
in campo,                                                       del secondo
                                                                governo Conte
un solo
tecnico

                                                                Tante le contraddizioni che dividono
                                                                Pentastellati e Democratici
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 EDITORIALE
                                                                             Francesco Paolo Capone

Movimento
                     La strana
5 Stelle
e Partito            alchimia
                     del Conte-bis
democratico
si sono scontrati
su tutto per oltre
dieci anni prima     I big Dem sono fuori dall’esecutivo, con l’unica ec-
di oggi              cezione di Dario Franceschini, mentre i ministri pen-
                     tastellati uscenti sono stati quasi tutti bocciati. La
                     presenza dei tecnici al ministero dell’economia vale
                     evidentemente soltanto con i governi di centrodestra

                     Una premessa è d’obbligo: quando il leader della Lega e vice pre-
                     mier, Matteo Salvini, ha aperto la crisi di governo, siamo stati fra
                     quelli che hanno sostenuto la necessità di andare presto alle urne,
                     così da avere un governo legittimato dal voto popolare e nel pieno
                     delle proprie prerogative già in autunno, assolutamente in tempo con
                     la scadenza della legge di bilancio. Poi è successo l’imprevedibile,
                     vale a dire il Partito democratico che apre al Movimento 5 Stelle, e
                     viceversa, i quali in pochi giorni seppelliscono l’ascia di guerra bran-
                     dita da oltre dieci anni e mettono in piedi una trattativa che porta al
                     Conte-bis per quello che appare, almeno potenzialmente, il governo
                     più sbilanciato a sinistra della nostra storia repubblicana. Natural-
                     mente, non ci sottraiamo al confronto, ma porteremo in Parlamento,
                     a Palazzo Chigi e nei Ministeri il peso dei nostri tanti iscritti e le no-
                     stre idee. Prima, però, qualche osservazione sulla lista dei ministri.
                     Con tutto il rispetto per coloro che sono stati chiamati a ricoprire un
                     importantissimo ruolo di servizio ai cittadini, sorprende, dopo tutte
                     le indiscrezioni dei giorni precedenti, l’assenza dei big del Partito
                     democratico (c’è solo Dario Franceschini) e la bocciatura di quasi
                     tutti i ministri grillini uscenti (si salvano soltanto Alfonso Bonafede e
                     Sergio Costa, visto che Luigi Di Maio è stato costretto a traslocare).
                     Sorprende meno, invece, il fatto che al ministero dell’economia vi sia
                     il democratico Roberto Gualtieri. È infatti dai tempi di Giulio Tremonti
                     che il centrodestra unito o con la sola presenza leghista è messo
                     in condizioni di dover sopportare una guida tecnica al ministero di
                     viale XX settembre, con tutto quello che ne consegue in termini di
                     agibilità.
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                                                                                      la rivista che parla di chi lavora

    Percorsi di governo

Conte 1, più tecnici                                                    Conte 2, pochi big
Il Conte 1 (foto sopra) si presente come una sorta di tridente, con,    Una lista, quella del Conte 2, per molti versi sorprendente, so-
paradossalmente, la punta centrale, quella occupata dal profes-         prattutto se si tiene conto delle anticipazioni e delle indiscrezioni
sore premier, più bassa delle altre due ai suoi lati, rappresentate     dei giorni precedenti, dove si narrava di un esecutivo con den-
dai due vice presidenti del consiglio dei ministri, Matteo Salvini      tro tutti, o quasi, i big del Partito democratico. Ed invece, tran-
e Luigi Di Maio, rispettivamente anche ministro dell’interno e del      ne Dario Franceschini, tutti i capo-corrente dem hanno preferito
lavoro e dello sviluppo economico. Diversi i tecnici in campo, ad       defilarsi, limitandosi, al massimo ad indicare un proprio nome
iniziare da Giovanni Tria all’economia ed Enzo Moavero Milanesi         nella compagine governativa. Il Conte-bis ha qualche tratto si-
agli esteri, più un’altra manciata (Alberto Bonisoli, Marco Bus-        mile al precedente, naturalmente nella componente 5 Stelle, ma
setti, Sergio Costa e Paolo Savona) tecnici con una più spiccata        anche profonde differenze, la più evidente delle quali un politico
connotazione politica. Giancarlo Giorgetti è sottosegretario alla       al ministero dell’economia, Roberto Gualtieri (Pd), direttamente
presidenza del consiglio dei ministri, un ruolo centrale in un go-      da Bruxelles. Un solo tecnico, il prefetto Luciana Lamorgese, al
verno di coalizione. La Lega mette in campo anche altri nomi, per       ministero dell’interno, a conferma di come questo esecutivo sia
così dire, pesanti, ad iniziare da Giulia Bongiorno, già Alleanza       molto più politico del Conte 1. Due soli i ministri confermati nello
nazionale ed avvocato molto conosciuto al grande pubblico, e            stesso dicastero (Alfonso Bonafede e Sergio Costa), visto che
Gian Marco Centinaio, con accorpamento di politiche agricole e          Luigi Di Maio è costretto a traslocare agli esteri, scendendo da
turismo. Il Movimento 5 Stelle pesca dai parlamentari, ad iniziare      tre ad un incarico. Pochi coloro che hanno precedenti esperienze
da Danilo Toninelli e Riccardo Fraccaro. A completare la squadra        di governo; fra questi l’unico vero big del Partito democratico che
arriverà poi la pattuglia dei sottosegretari, fra i quali spiccheran-   si è messo in gioco, Dario Franceschini. Fra i promossi, Loren-
no in particolare due esponenti leghisti, Claudio Durigon al la-        zo Fioramonti, Vincenzo Spadafora, Riccardo Fraccaro e Nunzia
voro, che seguirà la partita di Quota 100, e Massimo Garavaglia         Catalfo, che passa dalla presidenza della commissione lavoro del
all’economia.                                                           Senato al ministero.
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Idee a confronto

Programma giallo-rosso L’allora Contratto
Ventinove punti programmatici, ventisei nella prima bozza cir-        Una vera e propria novità nel panorama nazionale, con tanto
colata. Forse per i tempi ridotti, magari anche, come sostenuto       di autenticazione delle firme di Luigi Di Maio e Matteo Salvini.
da qualcuno, per evitare di scendere troppo nei particolari, ali-     Il contratto per il governo del cambiamento del Movimento 5
mentando il rischio di andare a sbattere prima ancora di inizia-      Stelle e Lega è minuzioso, in quanto scende nei particolari.
re, fatto è che il programma di governo fra Movimento 5 Stelle        Quasi sessanta pagine per trenta capitoli, qualcuno dei quali
e Partito democratico si riduce ad una manciata di pagine, dal-       con diversi paragrafi al suo interno (ad esempio, alla voce giu-
le linee guida sulla prossima legge di bilancio a Roma capitale       stizia troviamo una decina di proposte all’incirca le stesse che
(ricompresa nel capitolo sull’autonomia differenziata e non più       si riscontrano nel capitolo sicurezza), proprio a delineare quasi
destinataria di un punto ad hoc), dalla riduzione dei parlamentari    un crono-programma delle riforme da fare. Fra i punti forti, lo
al Green new deal, passando per la giustizia, il conflitto di inte-   stop alla Fornero, il reddito di cittadinanza, la flat tax, la green
resse, la digitalizzazione, l’innovazione tecnologica e il turismo.   economy, il ministero della disabilità, il conflitto d’interessi.
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                                        la rivista che parla di chi lavora

Orizzonte legge di bilancio
                         Una promessa da tradurre in atti legislativi concreti. Il programma
                         di governo Movimento 5 Stelle – Partito democratico, al primo
                         punto, fornisce ai cittadini – a tutti, non soltanto agli iscritti alla
                         piattaforma Rousseau – una anticipazione di quello che sarà l’at-
                         teggiamento dell’esecutivo in Parlamento. Quella del 2020, sarà,
                         secondo le intenzioni della squadra guidata da Giuseppe Conte,
                         una manovra espansiva, senza però compromettere l’equilibro di
                         finanza pubblica. Occorrerà aspettare la nota di aggiornamento
                         del Documento di economia e finanza per capire quale è detto
                         punto di equilibrio, considerando che il non confermato ministro
                         Giovanni Tria aveva sempre posto l’asticella al di sotto dei due
                         punti percentuali di deficit, in pratica circa 34 miliardi di euro.
                         Con questi soldi, il nuovo governo vorrebbe neutralizzare l’au-
                         mento dell’Iva (non è chiaro se per sempre o solo per il 2020),
                         rafforzare il sostegno alle famiglie e alle persone con disabilità,
                         perseguire le politiche per l’emergenza abitativa, incentivare gli
                         investimenti privati ed incrementare le risorse sulla scuola, l’uni-
                         versità, la ricerca e il welfare. Allo stesso punto, è anche prevista

     I paletti stretti
     di una manovra
     espansiva
     nei vincoli
                         la deburocratizzazione e la semplificazione amministrativa; con-
                         siderando che si tratta di materie che, di norma, non rientrano
                         nella legge di bilancio, è verosimile che si faccia riferimento a
     di equilibrio Ue    disegni di legge delega collegati alla manovra. Poiché da quando
                         Mario Monti ha promosso ed ottenuto l’inserimento del pareggio
                         di bilancio in Costituzione è necessario fare i conti con l’oste,
                         al punto 9 del programma M5S-Pd si accenna alla necessità di
                         aprire una interlocuzione con la nuova Commissione europea
                         con l’obiettivo di recuperare margini di flessibilità per rafforzare
                         la coesione sociale e per superare quella che viene definita l’ec-
                         cessiva rigidità dei vincoli europei in materia di bilancio pubblico.
                         Il tutto condito da una dichiarazione di principio più volte sentita:
                         «Abbiamo bisogno di un’Europa più solidale, più inclusiva e so-
                         prattutto più vicina ai cittadini».
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Lavoro in equilibrio
    Rilanciata l’idea
    di un piano contro
    gli infortuni
    e le malattie
    professionali

La partita del metodo
Il capitolo più corposo del programma è dedicato al lavoro e non       Non è ancora chiaro quale           Pochi riferimenti al tema
poteva essere altrimenti, considerando quali e quante sono le          sarà il destino dei disegni         delle pensioni,
differenze in materia fra Movimento 5 Stelle e Partito democrati-      di legge al Senato                  legati peraltro soltanto
co. Dopo il termine perentorio «occorre», si mettono insieme una       sul salario minimo                  alle donne e ai giovani
decina di propositi, senza però, ad esempio, aggiungere nulla cir-
ca il metodo che l’esecutivo intende perseguire per raggiungere        comunque aggiungere se legale o contrattuale, anche se subito
tali obiettivi. Non un aspetto da poco, visto che sia Giuseppe         dopo si fa riferimento al meccanismo dell’efficacia erga omnes
Conte che Luigi Di Maio hanno puntato su tavoli di confronto           dei contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali
molto allargati, anche se, nel caso del premier, con convocazio-       maggiormente rappresentative. Comunque sia, una definizione
ni scaglionate, mentre nella passata legislatura il coinvolgimen-      ampia che non permette al momento di capire quale sarà il de-
to delle parti sociali è stato marginale (Paolo Gentiloni, soltanto    stino dei disegni di legge già incardinati al Senato, che prevedo-
negli ultimi mesi del suo mandato, ha cercato una sponda con           no, come noto, una soglia minima oraria di 9 euro (lordi o netti,
Cgil, Cisl e Uil sulle pensioni e il pubblico impiego) se non nul-     a seconda del disegno di legge). Al terzo punto, ci si imbatte
lo (Matteo Renzi ha convocato tutte le parti sociali, per parlare,     nell’approvazione di una legge sulla rappresentanza sindacale,
però, di ricostruzione dopo il sisma dell’Italia centrale). Il primo   sulla base di indici rigorosi. Come sopra, nel programma, le parti
punto prevede una riduzione delle tasse sul lavoro a totale van-       evitano di elencare quali siano tali parametri, un aspetto sul quale
taggio dei lavoratori. Un passaggio, per molti versi, inatteso che     è necessario un confronto a tutto campo, visto che le stesse or-
riprende, peraltro, una suggestione avanzata in origine quasi in       ganizzazioni datoriali non hanno sempre le stesse vedute d’opi-
solitario dalla Ugl, considerando che finora si era sempre parlato     nione. Gli altri punti ci riportano ai temi del giusto compenso per
di riduzione del cuneo fiscale per le aziende. Al secondo punto, vi    i lavoratori non dipendenti, ad un piano strategico su sicurezza
è l’individuazione di una retribuzione giusta, garantendo le tutele    e salute nei luoghi di lavoro, ad una legge sulla parità di genere
massime a beneficio dei lavoratori. A rafforzare il concetto, fra      nelle retribuzioni, al rinnovo di opzione donna, alle direttive Ue su
parentesi si chiarisce che si sta parlando di salario minimo, senza    congedi e conciliazione, alla pensione di garanzia per i giovani.
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                                                                    la rivista che parla di chi lavora

Fisco, svolta mancata

Possibile                 Stop all’Iva, non alle accise
rivisitazione
                          Il leader della Lega, Matteo Salvini, non ha                 timida apertura confindustriale negli ultimi
delle aliquote Irpef
                          certo fatto mistero del fatto che una delle                  giorni. In secondo luogo, la neutralizzazio-
e introduzione            motivazioni principali che lo hanno indotto                  ne dell’Iva, senza però accennare alle ac-
della web tax             a staccare la spina al primo governo Conte                   cise, anche queste a rischio aumento nel
sulle multinazionali      è stato l’atteggiamento di chiusura, se non                  prossimo anno. Poche novità per il resto. Il
                          addirittura di aperta opposizione, come era                  punto 17 del programma parla infatti di ri-
Il governo giallo-rosso   il caso del ministro all’economia, Giovanni                  forma fiscale puntando sui soliti tre pilastri,
promette la revisione     Tria, all’ipotesi di introdurre la flat tax, una             vale a dire la semplificazione, l’alleanza fra
della spesa pubblica,     riforma fiscale innovativa e rivoluzionaria                  contribuenti ed amministrazione e la rimo-
                          per il nostro Paese. Ed allora diventa inte-                 dulazione delle aliquote (verosimilmente,
la spending review,
                          ressante andare a leggere cosa prevede il                    visto che non è specificato, si parla di Irpef;
e delle agevolazioni      programma di governo Movimento 5 Stelle                      nulla si dice, a tal proposito, degli scaglio-
fiscali, le cosiddette    – Partito democratico sul versante del fisco.                ni). Il governo giallo-rosso punta inoltre sul-
tax expenditures,         In primo luogo, la riduzione delle tasse sul                 la spending review, con l’obiettivo di una
senza però specificare    lavoro a totale vantaggio dei lavoratori, una                revisione significativa delle voci di spesa,
dove, come e quanto       ipotesi sostenuta da una parte del mondo                     e sulla rivisitazione delle tax expenditures,
intende tagliare          sindacale, Ugl in primis, ma decisamente                     le agevolazioni a carattere fiscale su casa,
                          indigesta alle imprese, se non per qualche                   sanità ed altro.
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Materie pericolose
Opinioni M5S-Pd molto divergenti
su diversi argomenti importanti
                                 Immigrazione
                                 Con il Partito democratico all’opposizione, la gestione dei feno-
                                 meni connessi all’immigrazione ha rappresentato ogni volta oc-
                                 casione di frizione. Ora, si rimanda ad una forte risposta europea
                                 con la revisione del Regolamento di Dublino, il rafforzamento de-
                                 gli investimenti mirati in Africa, lotta al traffico illegale di persone e
                                 all’immigrazione clandestina, in un contesto di integrazione.

                                                                       Sicurezza
                                                                       La compagine giallorossa prova a prendere al balzo l’assist
Le osservazioni                                                        del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, messo
del presidente Mattarella                                              nero su bianco in occasione della firma in calce al decreto
sono, per i giallorossi,                                               Sicurezza-bis. Allora, il capo dello Stato ha evidenziato un ec-
la bussola da seguire                                                  cesso di discrezionalità sulle sanzioni alle navi che recuperano
                                                                       migranti in mare e sui rei di offesa a pubblico ufficiale. Quindi
                                                                       interventi marginali.

                                 Infrastrutture
                                 Né Tav né Tap né, tanto meno, la Roma-Latina o la Civita-
                                 vecchia-Livorno. Nel programma giallorosso, la crescita so-
                                 stenibile si lega ad investimenti mirati sulle attuali o su nuove
                                 infrastrutture, valutando impatti sociali e ambientali; il testo,
                                 però, nulla ci dice su quali siano queste infrastrutture strategi-
                                 che per il sistema Paese.

                                                                         Autonomia differenziata
                                                                       Il processo di autonomia differenziata alle regioni a statuto or-
                                                                       dinario, previsto dall’articolo 116 della Costituzione, diventa
                                                                       nel programma giallorosso “giusto e cooperativo”. Nei fatti,
Roma capitale è appena                                                 ci si limita a richiamare i principi costituzionali della coesione
citata nel programma                                                   nazionale, della solidarietà, dell’unità giuridica e economica,
ufficiale, al pari delle altre                                         dei livelli essenziali delle prestazioni, dei fabbisogni standard,
città metropolitane                                                    tutti aspetti, peraltro, chiari anche nel precedente contratto di
                                                                       governo e mai messi in dubbio da nessuno.
SPINE E ROSE DEL SECONDO GOVERNO CONTE - UGL MANTOVA
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                                                                                       la rivista che parla di chi lavora

Istituzioni e posizionamento

 Lo scambio                                                            Nell’alveo della Nato
 Il taglio dei parlamentari per il ritorno ad un proporzionale puro:   Confrontando i programmi, la vera novità in politica estera,
 è questo lo scambio che si trova al punto 10 del nuovo pro-           non è tanto il posizionamento nell’ambito dell’alleanza euro
 gramma di governo. La prima misura, il cui iter parlamentare è        atlantica, presente in tutti e due, come pure il richiamo alla ne-
 molto avanzato, è sponsorizzata dal Movimento 5 Stelle, con           cessità di attivare una politica di investimenti europei in Afri-
 il Partito democratico che finora si è sempre opposto. La se-         ca per limitare i flussi migratori, quanto, piuttosto, l’assenza
 conda, invece, è targata Dem e va letta in un’ottica anti cen-        di un riferimento alla Russia, quale partner potenziale e, per
 tro-destra. Ad oggi, la coalizione Salvini-Berlusconi-Meloni          molti versi, reale. Si ribadisce il sostegno agli italiani all’estero,
 avrebbe gioco facile a portare a casa la stragrande maggioran-        mentre nel programma giallo-rosso si introduce il contrasto
 za dei seggi all’uninominale, cosa che, anche in ottica elezioni      all’export di armi, evitando quelle che possono colpire la po-
 del presidente della repubblica nel 2020, evidentemente non           polazione civile. L’Italia, a tal proposito, con il 2,5%, è nella
 piace ai giallo-rossi che potrebbero resistere solo alleandosi.       top ten dei Paesi produttori ed esportatori di armi pesanti.
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Beni di tutti
Contraddizioni a galla                                                   facile trovare un punto d’incontro sulla sanità, terzo bene comu-
                                                                         ne. Il richiamo al merito, però, può sembrare vero come un soldo
Quando Luigi Di Maio insiste nel dire che nel programma giallo-ros-      di cioccolato, alla luce degli scandali recenti e passati che hanno
so vi è molto delle battaglie storiche del Movimento 5 Stelle, non       coinvolto diverse amministrazioni locali. Quarto ed ultimo bene
esagera. Quel che non è chiaro fino in fondo è come potrà reagire        comune, le infrastrutture. Se Danilo Toninelli insisteva, dal mini-
l’alleato democratico una volta che il Parlamento dovesse essere         stero delle infrastrutture e dei trasporti, sulla revoca delle conces-
investito da disegni di legge in proposito. Il punto 22 del program-     sioni autostradali, ora, cambiato il titolare del dicastero, si parla di
ma di governo parla di tutela dei beni comuni, un argomento sul          avvio della revisione delle concessioni, che è cosa molto diversa.
quale, evidentemente, anche la minoranza parlamentare sarebbe
d’accordo. Il problema è nello svolgimento del concetto. Un bene
comune è la scuola pubblica. Lo stop alle classi troppo affollate
potrebbe, ad esempio, alimentare qualche imbarazzo nel Partito
democratico, visto gli interventi fatti in passato dai governi di cen-
trosinistra. Un altro bene pubblico è l’acqua: Movimento 5 Stelle
e Lega hanno fatto da sponda alla proposta di legge sull’acqua
pubblica con gestione locale, mentre il Partito democratico ha
sovente sostenuto le posizioni delle grandi utility del settore. Più

   Su scuola, acqua, sanità, infrastrutture, autostrade,
   i giallorossi hanno avuto idee diverse
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