SCOMMESSA SULLE RISORSE DELLA PEDAGOGIA SALESIANA

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GIOVANNI BATTISTA MONTINI - PAOLO VI E LA FAMIGLIA SALESIANA
                          SCOMMESSA SULLE RISORSE
                          DELLA PEDAGOGIA SALESIANA
                          JOHN BAPTIST MONTINI - PAUL VI AND THE SALESIAN FAMILY.
                          CONFIDENCE IN THE RESOURCEFULNESS
                          OF SALESIAN PEDAGOGY

                          RACHELE LANFRANCHI1

                          Premessa                                       taglio da poco, perché Giovanni Bat-
SISTEMA PREVENTIVO OGGI

                          La figura di Paolo VI chiude il percorso        tista Montini - Paolo VI, ha sempre
                          nel quale hanno trovato spazio altre           avuto un’attenzione particolare al
                          due figure di papi: quella di papa              mondo giovanile, cogliendone i valori
                          Francesco e quella di Giovanni Paolo           di cui è portatore insieme alle sue in-
                                                                         certezze e fragilità. Si può sottolineare
                          II, scandendo i tre numeri della Rivista
                                                                         anche un’altra coincidenza: beatifi-
                          di Scienze dell’Educazione del 2018.
                                                                         cazione e canonizzazione avvengono
                          Si veda nel numero 1 L’esperienza
                                                                         a conclusione (la beatificazione) e du-
                          educativa di san Giovanni Bosco e
                                                                         rante un Sinodo dei Vescovi, istituito
                          santa Maria Domenica Mazzarello. Ri-
                                                                         da Paolo VI all’indomani del Concilio
                          lettura alla luce della «Cultura dell’in-
                                                                         Vaticano II, come luogo per l’incontro
                          contro» di papa Francesco di Piera
                                                                         dei Vescovi tra di loro, attorno e con
                          Ruffinatto; nel numero 2 Educare
                                                                         il Sommo Pontefice, un luogo per lo
                          “L’uomo spiritualmente maturo” (Gio-           scambio di informazioni ed esperienze,
                          vanni Paolo II). Attualità e sfide di           per la comune ricerca di soluzioni pa-
                          Maria Spólnik; nel numero 3 il presente        storali valide universalmente.
                          contributo. Un percorso a ritroso, che         Il presente contributo si avvale pre-
                          trova nella pedagogia salesiana ciò            valentemente dei discorsi e degli
                          che accomuna i tre articoli, pur con           scritti indirizzati da G.B. Montini-Paolo
                          coloriture e sottolineature diverse.           VI alla Famiglia Salesiana2 rintracciabili
                          Inoltre, è pura coincidenza o segno            nei Discorsi e scritti milanesi (4 volumi)3
                          provvidenziale che il contributo su            e negli Insegnamenti di Paolo VI 4 e
                          Paolo VI esca proprio a ridosso della          raccolti, nella quasi totalità, da Gianni
                          sua canonizzazione avvenuta il 14              Caputa nel volume Con le mani e il
                          ottobre, durante la XV Assemblea ge-           cuore di don Bosco… Discorsi di
                          nerale ordinaria del Sinodo dei Ve-            papa Montini alla Famiglia Salesiana
                          scovi sul tema I giovani, la fede e il di-     (1955-1978)5 senza per questo tra-
                          scernimento vocazionale? Non è det-            scurare altre fonti. Inoltre la vicenda

                           394     PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE AUXILIUM
di Arese, cioè il passaggio dall’Ente-            miglia Salesiana. Si tratta realmente
Beccaria all’Ente-Salesiani troverà               di una pagina autobiografica, non ri-
uno spazio privilegiato perché para-              portata interamente ne Gli insegna-
digmatico della predilezione dei gio-             menti di Paolo VI, ma fedelmente
vani e dell’attenzione alle sfide edu-             trascritta negli Atti del Capitolo Ge-
cative da parte delle persone coinvolte           nerale Speciale dei Salesiani con al-
e, al tempo stesso, mostra le poten-              cune sottolineature di ilarità.
zialità della pedagogia salesiana.                «Venerabili confratelli, figli di Don Bo-
                                                  sco: a doppio titolo Noi vi potremmo
1. Stima e affetto per Don Bosco                  parlare. […] Il primo sarebbe quello
e i Salesiani
                                                  personale: memorie, incontri, rela-
I Salesiani6, o meglio, la Famiglia Sa-           zioni, ... obbligazioni che uniscono la
lesiana, non sono gli unici a ricevere            mia persona, la mia memoria alla vo-
stima ed affetto da G. B. Montini-                stra famiglia spirituale. E l’altro è

                                                                                                 SCOMMESSA SULLE RISORSE DELLA PEDAGOGIA SALESIANA / RAChELE LANFRANChI
Paolo VI, anche se, come si vedrà, ci             quello che ci viene dall’ufficio che la
sono motivi più che plausibili per giu-           Provvidenza ci ha dato […].
stificare tale atteggiamento. Infatti              Non posso rinunciare, però, […] ai ri-
egli - grazie al clima familiare, cultu-
                                                  cordi che affiorano nella memoria
rale, pastorale in cui visse, all’apertura
                                                  pensando a Don Bosco, e con cui sì
e profondità intellettuale e a seri studi
                                                  potrebbe formare l’oggetto di una
- seppe cogliere le istanze della mo-
                                                  pagina - come dire? - autobiografica.
dernità e in particolare gli appelli del
                                                  Quando ho conosciuto Don Bosco?
mondo giovanile.7
                                                  Non l’ho conosciuto personalmente,
Per questo mise a frutto ogni occa-
                                                  perché sono vecchio, sì, ma non
sione di dialogo e confronto con Con-
                                                  tanto! (risata). Bambino ricordo che
gregazioni e Istituti religiosi, che si
                                                  nello studio di mio padre, proprio di
dedicano all’educazione dei giovani.8
                                                  fronte alla sua scrivania, in un angolo,
1.1. Una pagina autobiografica                    c’era un quadretto per vedere il quale
Si è appena detto che ci sono motivi              da vicino noi bambini, ragazzi, mon-
più che plausibili per giustificare la             tavamo su una sedia; ed era un ritratto
stima e l’affetto che G. B. Montini-              di Don Bosco, che aveva scritto,
Paolo VI dimostrò nei confronti della             sotto, queste parole, credo autografe:
Famiglia Salesiana. È lui stesso che,             “In fine di vita si raccoglie il frutto delle
nell’udienza del 20 dicembre 1971                 opere buone”. Quante volte, quante
concessa ai membri del Capitolo Ge-               volte abbiamo visto questo quadretto
nerale Speciale XX dei Salesiani, rac-            e letto appunto la firma di questo che
conta in tono confidenziale alcuni                non era ancora né beato né santo,
particolari di quand’era bambino,                 ma era già celebre e già conosciuto;
giovane sacerdote, vescovo di Mila-               e per di più conosciuto nell’ambiente
no. Memorie, incontri, relazioni che              della mia famiglia!
danno ragione della simpatia e della              […] E poi, e poi vennero le conoscenze
stima di Montini-Paolo VI per la Fa-              personali su cui sorvolo, a cominciare

          RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LVI NUMERO 3 SETTEMBRE/DICEMBRE 2018   395
sistema pedagogico di don Bosco.
                                                                         Parole chiave
                           RIASSUNTO                                     Pedagogia salesiana, Famiglia Sa-
                           Il contributo mette in evidenza la            lesiana, Arese, spirito di famiglia,
                           stima di Giovanni Battista Montini-           amorevolezza, scommessa.
                           Paolo VI per la Famiglia Salesiana
                           e, in particolare, per la pedagogia
                           di don Bosco. Cardinale a Milano              SUMMARY
                           insiste perché i Salesiani subentrino         This article highlights the esteem
                           all’Ente-Beccaria di Arese (MI), il           that John Baptist Montini - Paul VI
                           carcere minorile, nell’educazione di          had for the Salesian Family, partic-
                           quei ragazzi che tutti chiamano “Ba-          ularly Don Bosco’s pedagogy.
                           rabitt”, piccoli Barabba.                     As Cardinal in Milan, he insisted
SISTEMA PREVENTIVO OGGI

                           Da Papa, in più occasioni manifesta           that the Salesians enter the juvenile
                           il suo apprezzamento per l’opera              prison “Beccaria di Arese” (MI) for
                           salesiana e incoraggia la Famiglia            the education of these boys whom
                           Salesiana ad una fedeltà creativa al          everyone had nicked named “Bara-

                          da quella carissima di Don Cojazzi.            grande giurista, molto conosciuto,
                          Don Cojazzi […] fece amicizia con un           veronese... benòn, benòn! (risata).
                          mio nipote. […] Era un ragazzo pieno           Ma aveva anche lui le sue Regole, era
                          di vita, e chi non lo ha conosciuto non        un salesiano; e quello che gli premeva
                          sa! insomma, non studiava niente (ri-          di più, ad un certo momento della
                          sata). Era esuberante di energie, di           sua assistenza al circolo di Roma -
                          vivacità. Sua madre, ottima, santa             cosa che raccolgo da testimoni oculari
                          donna, me lo affidò; io avevo qualche           e auricolari -, era di finire alle ore otto,
                          anno dì più, ero appena prete. Oc-             perché alle ore otto e un quarto lui
                          correva farlo pensare un po’, almeno           doveva essere a tavola (risata). Erano
                          per passare gli esami! (risata). Lo            tempi tempestosi, come questi
                          sforzo non fece onore né al maestro            press’a poco; non c’era contestazio-
                          né all’allievo. […] Non so, non so             ne, ma insomma non si andava mai
                          come avvenne che conobbe in una                d’accordo... E una volta ebbe la felice
                          escursione Don Cojazzi. Da qui nac-            idea, ma, ahimè, un po’ ingenua, di
                          que niente meno che una vocazione              dire: - Sentite, figlioli, finiamo! Guar-
                          salesiana. […] Ma dobbiamo andare              date, andate da Benedetto (Benedetto
                          avanti, se no non la finiremmo più.             era il sacrestano, un ometto tanto ca-
                          Qui rientrano incontri personali ro-           ro), portategli questo biglietto -. E
                          mani. Voi sapete che sono stato Assi-          scrisse: - Date ai portatori di questo
                          stente ecclesiastico del Circolo degli         biglietto due bottiglie di vino, perché
                          Universitari Romani. Chi era il mio pre-       finiamo facendo un brindisi alla nostra
                          decessore? Era Don Munerati, […]               adunanza -. Partirono come frecce e

                           396     PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE AUXILIUM
bitt”, young Barabba. On several                 siste para que los Salesianos se
  occasions as Pope, he showed his                 incorporen al Ente-Beccaria de
  appreciation for the Salesian work,              Arese (MI), la cárcel de menores,
  encouraging the Salesian Family to               en la educación de esos jóvenes
  creative fidelity to the pedagogical              que todos llaman “Barabitt”, pe-
  system of Don Bosco.                             queños Barrabás.
  Key words                                        Como Papa, en muchas ocasiones
  Salesian Pedagogy, Salesian Family,              manifiesta su aprecio por la obra
  Arese, Family Spirit, loving kindness,           salesiana y anima a la Familia Sale-
  wager.                                           siana a una fidelidad creativa al sis-
                                                   tema pedagógico de don Bosco.
  RESUMEN                                          Palabras clave
  La aportación evidencia el aprecio               Pedagogía salesiana, Familia Sale-

                                                                                                  SCOMMESSA SULLE RISORSE DELLA PEDAGOGIA SALESIANA / RAChELE LANFRANChI
  de Giovanni Battista Montini-Pablo               siana, Arese, espíritu de familia,
  VI por la Familia Salesiana y, en                amabilidad, apuesta.
  particular, por la pedagogía de
  don Bosco. Cardenal en Milán, in-

tornarono in un istante. Ma non tornò              così eroica e così efficace e così sa-
il biglietto, che rimase in tasca agli stu-        piente, data proprio ad un livello di cui
denti (risata), i quali, di tanto in tanto,        sarebbe difficile trovarne un altro infe-
senza dir niente a Don Munerati, torna-            riore. Onore a voi, quindi, carissimi
vano da Benedetto (risata), il quale in            confratelli e carissimi figli di Don Bosco!
perfetta buona fede dava il vino. Arrivò           […] Sono stato anche vescovo di Mi-
un momento che Don Munerati se ne                  lano e so qualche cosa di voi, no?». 9
accorse e... “ma che cosa succede?”                Alla luce di questa pagina autobio-
disse. E l’episodio finì.                           grafica si comprende la richiesta che
Ma gli altri episodi non sono finiti, per-          Montini, arcivescovo di Milano, osò
ché... perché ho avuto tante occasioni             rivolgere nel 1955 all’allora Rettor
poi di incontrare vostri confratelli. […]          Maggiore dei Salesiani, don Renato
Accennerò a uno degli ultimi incontri              Ziggiotti,10 perché i Salesiani pren-
di cui ho scolpita nell’animo, ancora,             dessero “la direzione e la cura della
la commozione, la gioia, nel quartiere             Casa di rieducazione per minorenni
famoso, più celebre, più misero di                 traviati ad Arese” (MI).
Manila... come si chiama, Tondo? sì
Tondo! Feci una visita proprio pas-                2. Arese: un atto di scommessa
sando fra casupole su pantano, i Sa-               e di fiducia nelle risorse
lesiani erano là. E mi ricordo che uno             della pedagogia salesiana
parlò; parlava naturalmente nella sua              Il Centro Salesiano «San Domenico
lingua, poi fu tradotto. lo rimasi estre-          Savio» di Arese (MI) - ex Beccaria -
mamente colpito di questa dedizione                già a dieci anni dalla sua apertura

           RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LVI NUMERO 3 SETTEMBRE/DICEMBRE 2018   397
(29.09.1955) era noto in Italia, Europa         motivi di funzionalità nella Metropoli,
                          e in altre parti del mondo11 per le sue         di fronte al carcere cittadino, malgrado
                          aule scolastiche ampie e luminose, i            che il Beccaria abbia avuto i natali a
                          suoi laboratori, la formazione profes-          Milano e l’Ente ne avesse il glorioso
                          sionale, il centro culturale, la palestra,      nome! “Dei delitti e delle pene” è un
                          la piscina, i cortili, la chiesa, il Centro     volumetto che non ho trovato nella
                          psicopedagocico e di orientamento               biblioteca e nell’archivio della casa
                          scolastico e professionale, ma so-              all’atto del passaggio amministrativo:
                          prattutto per il clima di famiglia, di se-      Ente Salesiani. E il busto di bronzo
                          renità e di impegno in cui vivono i ra-         del celebre giurista, accusava vari
                          gazzi. Agli inizi, però, le cose erano          ematomi e un foro all’occipite, espres-
                          ben diverse.                                    sioni tutte di gratitudine dei ricoverati
                                                                          per il titolare della loro amabile resi-
                          2.1. Accorati appelli da più parti              denza. Una notte un minore, irritato
                          Il salesiano don Francesco Beniamino
SISTEMA PREVENTIVO OGGI

                                                                          dal suo cipiglio e per quel tanto di tri-
                          Della Torre12, primo Direttore della            ste che il busto di bronzo gli ram-
                          casa di Arese, racconta come sia                mentava, aiutato da un compagno,
                          nata, evoluta e involuta l’opera di             lo spodestò malamente dal suo pie-
                          Arese quando ci si rivolse ai Salesiani:        destallo di gloria, facendolo cadere
                          «Come sia nata l’opera di Arese, dopo           nella trincea dell’intercapedine tra
                          l’elezione al pontificato di Paolo VI,           fabbricato e cortile. Pro bono pacis
                          ormai è noto.Fu l’Arcivescovo Mons.             lo si allogò in soffitta fino a quando
                          G. B. Montini a raccogliere l’accorato          ritornò all’Ente: sic transit…».13
                          appello del prefetto Alberto Liuti e del
                          suo commissario Bruno Setti circa               2.2. Lettera di mons Giovanni
                          una sistemazione definitiva della casa           Battista Montini, arcivescovo
                          di Arese. Nel 1906 vi era sorta un’Ope-         di Milano, al Rettor Maggiore
                          ra Pia per la rieducazione della gio-           dei Salesiani don Ziggiotti
                          ventù traviata e pericolante (maschile          La situazione del Beccaria desta pre-
                          e femminile). Dopo un periodo glorioso          occupazione nelle autorità cittadine,
                          che abbraccia gli anni 1921-1937,               che non esitano a chiedere aiuto alle
                          l’opera a mano a mano decadde per               autorità della Chiesa milanese. Ve-
                          l’incompetenza dei dirigenti e la ge-           scovo di Milano è mons. Giovanni
                          nerale impreparazione degli addetti             Battista Montini che si rivolge alla
                          ai giovani: il quadro del numeroso              massima autorità dei Salesiani, al Ret-
                          personale, alla luce dei fatti – copio-         tor Maggiore don Renato Ziggiotti:
                          samente documentati – era del tutto             «Milano, 7 Marzo 1955.
                          deficiente e si pensava col numero di            Reverendissimo Signore, Debbo chie-
                          istitutori di supplire alle qualità degli       derle un grande favore: quello di ri-
                          educatori. […] È però certo che in              prendere in considerazione la possi-
                          Arese l’Ente gestore non poteva con-            bilità che i Salesiani abbiano a prendere
                          tare su molti educatori: la sede del-           la direzione e la cura della Casa di rie-
                          l’opera era stata trasferita per ovvi           ducazione per minorenni e traviati ad

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Arese (a circa 18 chilometri da Milano),          io non so quale potrebbe essere la
che l’Opera pia denominata Associa-               sorte di questa istituzione, che, com’è
zione Nazionale Cesare Beccaria pos-              noto, proviene da Opera avente origini
siede appunto ad Arese.                           non confessionali. Prego il Signore,
Trattative già svolte dal Commissario             chiedo al Santo Don Bosco che Le
Prefettizio col Rev.mo Ispettore di               diano possibilità di soddisfare do-
Milano nel luglio 1954 per cedere la              manda, che reputo degna della più
gestione della casa ai Salesiani non              favorevole considerazione.
giunsero a conclusione, forse per il ti-          Con sensi di religioso ossequio mi dico
more che non fosse lasciata ai Sale-              della S.V. Rev.ma d.mo in Px.
siani sufficiente libertà d’azione.                † G.B. Montini Arciv. di Milano».14
Ora mi si assicura che essi invece                Nella lettera dell’arcivescovo trapela
potrebbero godere di completa li-                 l’ansia, la sollecitudine, l’amore di un
bertà educativa, garantita da una                 padre che vuole salvare i suoi figli e

                                                                                                 SCOMMESSA SULLE RISORSE DELLA PEDAGOGIA SALESIANA / RAChELE LANFRANChI
convenzione che potrebbe essere                   si rivolge a chi può dargli aiuto.
autorevolmente stabilita.
L’opera è di sommo interesse: si                  2.3. Primo impatto tra “Barabitt”
tratta di oltre 250 ragazzi da curare             e Salesiani
pedagogicamente in ambiente ove                   Ad Arese, il 29 settembre 1955 si ha
l’opera di don Bosco potrebbe as-                 il passaggio dalla gestione dell’Ente-
surgere ad apologia di grande effi-               Beccaria a quella Ente-Salesiani. Un
cacia della capacità educatrice sa-               passaggio non facile e che suscita
lesiana e cattolica.                              trepidazione nei Salesiani lì presenti.
Sono pregato da S. Ecc. il Prefetto               Don Della Torre, a capo del drappello
di Milano d’intercedere presso la                 dei religiosi in quanto Direttore della
S.V. Rev.ma perché questo desiderio               comunità, ricorda molto bene quel
sia esaudito. Lo stesso Commissario               momento cogliendo gli stati d’animo
Prefettizio, Ing. Bruno Setti mi rivolge          dei due gruppi - ragazzi e Salesiani -
la stessa preghiera. Così altri che               e le prime reazioni: «Supina curiosità
s’interessano del bene spirituale di              da parte dei giovani nell’osservare
questa istituzione.                               quel drappello di Sacerdoti e laici;
Non posso non esprimere la mia:                   trepidazione non piccola nel cuore
veda la S.V., nella Sua comprensiva               dei religiosi nell’iniziare un’opera nuo-
e lungimirante carità, di considerare             va e tanto impegnativa.
questo invito come l’invocazione di               Per i minori sembrava ripetersi nella
una fanciullezza infelice e traviata,             vita la favola del somaro minacciato
che invoca chi la richiami a salvezza.            dai ladroni: “prenderle da te o dai
So bene quanti simili inviti Le giungo-           nuovi padroni sono sempre bastona-
no da tutte le parti ogni giorno: ma              te: è il mio destino”.
questo, mi pare, nasconda un gemito               Nel ricevere le chiavi dell’Istituto, al
più pietoso e una promessa di bene                passaggio della gestione Ente-Sale-
più significativo. Se non fosse accolto,           siani, quel magnifico mezzogiorno di

          RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LVI NUMERO 3 SETTEMBRE/DICEMBRE 2018   399
fine settembre, il direttore alla massa          applaudivano, liberati da un incubo
                          degli ospiti di Arese, radunata zocco-          che durava da anni e da generazioni».20
                          lante e trasandata sotto il portico, non        Don Luigi Melesi, insegnante, educa-
                          seppe rivolgere altro che un saluto             tore e catechista nella Casa di Arese
                          conciso e commosso: occhi straniati,            fin dai primi anni, racconta come il
                          spalle curve e andare melenso, quasi            Direttore don Della Torre si rivolge ai
                          uomini rassegnati e stanchi».15                 ragazzi e come presenta i Salesiani:
                          Parole misurate – le ultime - che,              «“Cari ragazzi, vi incontriamo volentieri
                          come pennellate, dipingono meglio               dopo avervi tanto sognato. […] Siamo
                          di qualsiasi discorso i ragazzi di              come una squadra di calcio [...] con
                          Arese, insieme a queste, che de-                titolari e riserve, io sarò il vostro alle-
                          scrivono come il Direttore vedesse              natore, il C.T., ma giocherò anch’io
                          le teste dei ragazzi mentre indirizza           con voi nel ruolo di attaccante cen-
                          loro il saluto: «teste tosate alla stessa       trale. Non vogliamo sfidarvi, ma gio-
SISTEMA PREVENTIVO OGGI

                          maniera, ridimensionate per finche              care con voi e per voi”. Don Della
                          e in squadre».16                                presenta, uno a uno, tutti i suoi col-
                          È questo il momento più delicato e              laboratori. Il primo passo è stato fatto,
                          strategico per cambiare rotta: go-              “finalmente in quei ragazzi è rinata
                          verno nuovo, metodo nuovo. Pas-                 l’allegria, la voglia di correre e di gio-
                          saggio dal metodo repressivo a quel-            care. L’allegria sarà la nota dominante
                          lo preventivo,17 il metodo di don Bo-           del Centro […] Vogliamo che i ragazzi
                          sco,18 che ogni membro della Fami-              abbiano sempre la libertà di saltare,
                          glia Salesiana ben conosce e cerca              correre, schiamazzare a piacimento,
                          di attuare al meglio.                           come voleva don Bosco, e il cortile
                          Un passaggio reso tangibile dalle               sarà una palestra di vera vita».21
                          parole che don Della Torre rivolge a            Da notare come il Direttore, presen-
                          un ragazzo dall’aria scanzonata e               tando ad uno ad uno i suoi collabo-
                          che destano incredulità e stupore:              ratori, non solo riconosce loro auto-
                          «A te questa chiave. Mi dicono sia              revolezza e competenza educativa,
                          quella delle segrete. Direttore qui             ma dice anche che lavorano uniti, in
                          don Bosco, là dentro non entrerà                sintonia e in sinergia, con la forza di
                          più nessun ragazzo».19                          sentirsi comunità. Infatti, nelle istitu-
                          L’interpellato sembra non comprendere           zioni educative non è il numero degli
                          e la massa dei compagni rimane in un            istitutori, ma la qualità degli educatori
                          silenzio, che è palpabile. Ecco come            che fa la differenza.
                          Della Torre continua il racconto: «Al-          Sottolinea, con linguaggio sportivo,
                          l’iterato gesto del direttore, il giovane       che i ragazzi sono coinvolti in un
                          rozzamente allunga la sinistra, prende          gioco di squadra per crescere insie-
                          la pesante chiave e tra l’attesa della as-      me, anche se ognuno ha un ruolo
                          semblea, con una non troppa som-                specifico da giocare, per cui sono
                          messa bestemmia getta il pezzo di               protagonisti della loro educazione pur
                          ferro nella fogna, mentre i compagni            con l’aiuto di altri.

                           400      PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE AUXILIUM
3. Scommessa vinta                                non è invece un terreno ingrato, un
Che si trattasse di una vera scom-                terreno sterile quello che abbiamo
messa - assumere la direzione del                 davanti, che non può dare altri frutti?”.
Beccaria nelle condizioni in cui ver-             E fu lì che si fece il rischio di dire
sava - è fuori dubbio. Ne sono testi-             “Proviamo!”. […] Fu allora che ci ri-
monianza le parole che Paolo VI ri-               volgemmo ai Salesiani. I Salesiani
volge ai Salesiani di Arese, che riceve           stessi - (bisogna dirlo, non perché
in udienza privata a Castelgandolfo il            loro fossero stati timidi e timorosi da-
18 agosto 1969: «Siamo legati per-                vanti a un grande compito: il cuore di
sonalmente alla sorte di Arese. Siamo             Don Bosco non trema mai davanti ai
stati Noi che nel 1955 sforzammo la               grandi compiti che sono loro messi
mano a Don Ziggiotti, esitante allora             davanti per il bene della gioventù…,
a prendere l’Istituto in uno stato di             ma perché, da bravi educatori, da
decadenza e ribellione. Chi faceva                gente esperta del mondo giovanile e

                                                                                                 SCOMMESSA SULLE RISORSE DELLA PEDAGOGIA SALESIANA / RAChELE LANFRANChI
pressione era il Prefetto di Milano,              del mondo moderno, intuivano le dif-
Sua Ecc. Liuti, che Ci disse: “Ci aiuti,          ficoltà) – dicevano: “Tremendamente
perché qui non sappiamo più cosa                  difficile! Esige sforzi enormi; come
fare!” Era una situazione tale da sco-            possiamo fare?”. E fu allora che il Su-
raggiare anche i più bravi. Abbiamo               periore Maggiore della Società Sale-
parlato con Autorità e anche con Don              siana, Don Ziggiotti […] disse: “Pro-
                                                  viamo!”. E si provò».23
Della Torre. E facendo leva sullo
spirito salesiano vi domandammo:                  3.1. Presupposti per vincere
“Voi siete fatti per i ragazzi bravi, o           la scommessa
per i ragazzi da far diventare bravi?”.
                                                  Come si è potuto cogliere nelle righe
E i Salesiani si arresero con un sacri-
                                                  precedenti la posta in gioco è difficile,
ficio incomparabile. E fu un atto di
                                                  ma la difficoltà non scoraggia il Diret-
sfida alle diffidenze e un atto di fiducia
                                                  tore e i suoi collaboratori, che formano
nelle risorse della vostra pedagogia,
                                                  una comunità e credono nelle risorse
atte a voltare il cervello a questi ra-
                                                  della pedagogia salesiana. Essi non
gazzi. E la cosa riuscì».22
                                                  potevano ancora conoscere quanto
Parole che riecheggiano quelle pro-               padre Jean Duvallet, collaboratore
nunciate da Giovanni Battista Montini             dell’Abbé Pierre e con un’esperienza
quando, il 21 aprile 1960, andò ad                ventennale nella rieducazione dei gio-
Arese per inaugurare la Palestra e                vani, disse ai Salesiani:
per la posa della Prima Pietra del La-            «Voi avete opere, collegi, oratori e
boratorio di Tipografia: «Quando son               case per i giovani, ma non avete che
venuto qui (e l’ha ricordato adesso il            un solo tesoro: la pedagogia di don
Salesiano che ha parlato) quattro anni            Bosco. In un mondo in cui i ragazzi
fa, mi ricordo che eravamo un po’                 sono traditi, disseccati, triturati, stru-
tutti in queste disposizioni d’animo:             mentalizzati, il Signore vi ha affidato
che si può fare per Arese? […] “Mah,              una pedagogia in cui trionfa il rispetto
si potrà fare qualche cosa di più o               del ragazzo, della sua grandezza e

          RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LVI NUMERO 3 SETTEMBRE/DICEMBRE 2018   401
della sua debolezza, della sua dignità          liatrice è proprio lo spirito di famiglia,
                          di figlio di Dio. Conservatela, rinno-           per cui il giovane si sente accolto,
                          vatela, ringiovanitela, arricchitela di         messo al centro,27 rispettato, valoriz-
                          tutte le scoperte moderne, adattatela           zato, accompagnato nel suo cammino
                          a queste creature del XX secolo e ai            di piena maturazione umana.
                          suoi drammi, che don Bosco non                  Uno spirito reso possibile perché
                          poté conoscere. Ma per carità con-              l’educatore, come vuole don Bosco,
                          servatela! Cambiate tutto, perdete,             è un individuo consacrato al bene
                          se è il caso, le vostre case, ma con-           dei suoi allievi, perciò deve essere
                          servate questo tesoro, costruendo               pronto ad affrontare ogni disturbo,
                          in migliaia di cuori la maniera di              ogni fatica per conseguire il suo fine,
                          amare e di salvare i ragazzi che è              che è la civile, morale, scientifica
                          l’eredità di don Bosco».24                      educazione dei suoi allievi.
                          Ad Arese, i Salesiani e le Figlie di            L’educatore salesiano, non ha orari,
SISTEMA PREVENTIVO OGGI

                          Maria Ausiliatrice [FMA] hanno cre-             ferie, tredicesima, come scrive don
                          duto al tesoro che avevano tra le               Della Torre: «L’educatore religioso,
                          mani: la pedagogia di don Bosco.                per una vocazione accettata libera-
                                                                          mente, non controlla i tempi di lavo-
                          3.1.1. Arese: una “casa                         razione, (le otto ore giornaliere) e non
                          di don Bosco”                                   rispetta il week-end. Non ha le ferie e
                                                                          non preventiva il 27 e la tredicesima
                          Don Della Torre, invitato ad illustrare
                                                                          mensilità. Non sciopera. Non perce-
                          brevemente l’opera di Arese, tra l’altro
                                                                          pisce emolumenti. Alle spalle non ha
                          dice: «Subito ci si prefisse di farne “una
                                                                          i problemi gravi, sacri di un focolare
                          casa di Don Bosco”, come tutti gli altri
                                                                          e della prole […] per cui la sua con-
                          Istituti Salesiani e di provvedere col
                                                                          versione all’educando non soffre re-
                          metodo di Don Bosco, fondato sulla
                                                                          more finanziarie e supera i dati fon-
                          “ragione, religione, amorevolezza”, alla        damentali d’un dare-avere. Non è un
                          rieducazione di questi giovani.                 salariato, ma un vocatus; non un mer-
                          Questa formazione trovò le sue leve:            cenario, ma un volontario. E ha, deve
                          nell’educare il giovane al senso del            avere della sua vocazione un concetto
                          dovere mediante il lavoro e lo studio;          totalitario e organico, logico e meta-
                          nel coltivare le virtù sociali, quali la        fisico».28 […] Amico che consiglia e
                          sincerità, la giustizia, la carità, l’ubbi-     insegna, che giuoca, studia, lavora e
                          dienza, l’operosità; nel ridonargli la          riposa con il novizio [il ragazzo, il
                          fiducia nella vita, un senso di respon-          giovane]. L’ascolta per farsi ascolta-
                          sabilità e la speranza di un bene               re; si fa compagno di giuoco per ri-
                          futuro, nell’aprire il suo animo ai valori      levarne - in quei momenti di dissol-
                          umani; il tutto in un clima di vita fami-       venza esterna - le abitudini e il tem-
                          liare e di allegria rasserenante».25            peramento, gli interessi. Discute di
                          Ciò che caratterizza ogni casa26 dei            sport con lo sportivo; e al patito di
                          Salesiani e delle Figlie di Maria Ausi-         dischi e dell’ultima starlet inocula

                           402      PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE AUXILIUM
l’interesse del sapere e dello studio,             grandi e umili, coltivando amicizie
dell’agonismo sano che consumi e                   con nomi dell’industria e della politica
incentri ogni energia psico-fisica                 ma anche con le famiglie dei ragazzi,
dell’adolescente. […] L’educatore                  che non allontanava ma voleva ac-
deve essere prudente e arguto, re-                 canto ai ragazzi. Fin dal primo Natale
missivo senza debolezze, forte senza               del 1955, osò mandare a casa i “ba-
durezza, sincero senza sfacciatag-                 rabitt”, quando questa non era la
gine, giusto nell’applicazione della               consuetudine degli Istituti di rieduca-
norma senza la sferza e il cappio».29              zione, regolate da norme ferree, dove
Gli ambienti di Arese ben presto si                le famiglie erano escluse perché pe-
trasformano: pareti pulite, ampie fi-               ricolose, inaffidabili».31
nestre, biancheria che profuma di                  Si tratta di dar fiducia, amore autentico
bucato, abiti non più sdruciti, sudici,            che genera vita, desiderio di essere
ma lavati, stirati, calzini senza più bu-          se stessi, di dare un senso alla vita,

                                                                                                  SCOMMESSA SULLE RISORSE DELLA PEDAGOGIA SALESIANA / RAChELE LANFRANChI
                                                   di aprirsi agli altri, al mondo.
chi… Ad Arese c’è il tocco di mani
                                                   L’amorevolezza,32 tratto caratteristico
femminili, quelle delle F.M.A., che
                                                   del sistema preventivo insieme a ra-
giungono ad Arese insieme ai Sale-
                                                   gione e religione, è l’aria che si respira
siani il 29 settembre 1955. Anche
                                                   nella casa di Arese33 e porta al cam-
loro s’impegnano a mettere in pratica
                                                   biamento: «Più volte, avendo fatta vi-
il Sistema preventivo, come si legge
                                                   sita ad Arese, ho visto la metamorfosi:
nella Cronaca di quel giorno: «Sono
                                                   il ragazzo disteso, circondato di af-
300 giovani ospitati, che stasera met-
                                                   fetto, senza durezza disciplinare, in
tiamo sotto il manto della Madonna.
                                                   modo che potesse respirare altra aria
[…] Abbiamo grande fede prima di
                                                   che lo facesse diventare buono e ca-
tutto nella grazia del Signore e nel-
                                                   pace di altra vita. Si respirava ordine,
l’aiuto potente di Maria Ausiliatrice,
                                                   tranquillità; e credo che tutto ancora
poi nel metodo preventivo del nostro
                                                   sia così. […] Voi avete rimesso nel
Santo Fondatore che si cercherà di
                                                   loro animo la speranza nel nome di
applicare integralmente in questo
                                                   Cristo e di Don Bosco. Avete detto
nuovo campo di anime».30
                                                   ai ragazzi: “tu puoi diventare uomo,
E, come in ogni casa salesiana, non
                                                   tu puoi diventare buono, tu puoi di-
mancano - oltre le aule scolastiche, i
                                                   ventare professionista!”. […] Sono
laboratori, la cappella - il cortile, il
                                                   fiero, perché avete dato ai ragazzi
teatro, la musica, le passeggiate.
                                                   ciò di cui hanno bisogno: il cortile, il
Tutto ciò non lo si ottiene con un
                                                   movimento, il gioco, la palestra, l’en-
tocco di bacchetta magica, ma è
                                                   tusiasmo. E poi il lavoro: laboratori
frutto di un sentire comune tra gli
                                                   con ricchezza di macchinari, capi
educatori (preti e laici) e i collaboratori.
                                                   d’arte con una tenacia specializzata,
È anche frutto dell’intraprendenza del
                                                   con didattica appropriata. Tutto que-
Direttore don Della Torre che, come
                                                   sto per assolvere il compito educa-
don Bosco, fa il “mendicante” per i
                                                   tivo e pedagogico».34
suoi ragazzi «avvicinando persone

           RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LVI NUMERO 3 SETTEMBRE/DICEMBRE 2018   403
Si è detto che ad Arese, insieme ai            rienza, una espressione di arte edu-
                          Salesiani, giunsero anche le FMA.              cativa, fusa con la persona di chi l’ha
                          Un dettaglio non da poco e che va              vissuta, Don Bosco, e delle comunità
                          tenuto nel debito conto perché è               di educatori, a cui egli l’ha prima vi-
                          grazie anche alla loro opera e pre-            talmente comunicata e poi riflessiva-
                          senza se Arese è divenuto vera “ca-            mente trasmessa. Per questo, essa
                          sa” e i ragazzi hanno sentito il calore        non è un patrimonio definitivamente
                          di una madre.35                                costituito e come tale immutabilmente
                                                                         ereditabile. È una realtà che chiede di
                          4. Quale scommessa, oggi,                      essere assunta con rinnovata consa-
                          alla pedagogia salesiana?
                                                                         pevolezza e continuata in spirito di
                          Sono passati 63 anni da quando i               fedeltà creativa e dinamica».37
                          Salesiani e le FMA misero piede al
                                                                         Credo sia importante sottolineare la
                          “Beccaria” trasformandolo in Casa
                                                                         consapevolezza acquisita da Braido in
SISTEMA PREVENTIVO OGGI

                          San Domenico Savio, l’allievo quat-
                          tordicenne di don Bosco che divenne            lunghi anni di studio e di ricerca e cioè
                          santo nell’attività quotidiana: studio,        che “l’esperienza pedagogica di Don
                          preghiera, gioco, cordiale amicizia            Bosco non è un patrimonio immutabil-
                          con i compagni.                                mente ereditabile. È una realtà che
                          La sfida del Beccaria ha avuto esito            chiede di essere assunta con rinnovata
                          positivo.                                      consapevolezza e continuata in spirito
                          Ogni tempo ha le sue sfide educative            di fedeltà creativa e dinamica”.
                          le quali sollecitano gli educatori a           Pertanto, come scrive l’attuale Rettor
                          cercare risposte adeguate nell’ascolto         Maggiore dei Salesiani don Ángel
                          e confronto tra giovani e adulti, nella        Fernández Artime, a ogni Salesiano è
                          riflessione sull’esperienza vissuta, nel-       richiesta «fedeltà al Signore in don
                          la lucida apertura al tempo e al con-          Bosco e la fedeltà ai giovani, molti
                          testo nei quali si vive senza fughe no-        dei quali si aspettano di non essere
                          stalgiche o entusiasmi velleitari e va-        abbandonati al loro destino o lasciati
                          cui. Se il Sistema preventivo di don           come naufraghi perché noi non siamo
                          Bosco rimane per ogni membro della             in grado di percepire i loro bisogni o
                          Famiglia Salesiana la stella polare o          di ascoltare i loro appelli».38 Si tratta
                          la bussola per orientarsi nel vasto            di mettersi in ascolto dei giovani di
                          orizzonte dell’educazione, è bene ri-          oggi, che vivono “in un mondo sem-
                          cordare che la pedagogia di don Bo-            pre più complesso e che sperimenta
                          sco non solo è un tesoro affidato alla          rapidi cambiamenti”; giovani che
                          Famiglia Salesiana, ma è anche un              hanno “i loro linguaggi, le proprie vi-
                          compito, una sfida costante perché,             sioni e i propri interessi”. Giovani
                          come ebbe a dire Pietro Braido:36              che, in vista del Sinodo, sono stati
                          «L’esperienza pedagogica di Don Bo-            interpellati in ogni parte del mondo
                          sco non si può adeguatamente tra-              e che hanno risposto “senza filtri”
                          durre in un “sistema”, tanto meno in           esprimendo desideri, sogni, paure,
                          un trattato scientifico. […] È un’espe-         incertezze, richieste.39

                           404     PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE AUXILIUM
I giovani chiedono ripetutamente                   donare per cui amiamo chi ci ascolta.
ascolto, vicinanza, relazioni autenti-             Ma se ascoltare è anche donarsi si
che, adulti credibili che li aiutino a             comprende perché sono così pochi
trovare la propria identità, un senso              quelli che sanno ascoltare. Papa Fran-
alla vita, che diano loro fiducia, che              cesco dice che «L’amore si nutre di
siano modelli pur nelle loro imperfe-              parole, e così l’educazione o la colla-
zioni. Desiderano trovare comunità                 borazione. Due persone che non si
accoglienti, dove ognuno possa espri-              amano, non riescono a comunicare.
mersi, trovare un cammino da condi-                Quando qualcuno parla al nostro
videre, accompagnamento sui sentieri               cuore, la nostra solitudine finisce».40
della vita che si sta schiudendo verso             E l’attuale Madre Generale delle
nuovi e ampi orizzonti.                            FMA., yvonne Reungoat, nella Lettera
La Famiglia Salesiana saprà rispon-                circolare di luglio scrive: «L’ascolto
dere alle attese dei giovani di oggi se            dei giovani avviene in diversi modi,

                                                                                                  SCOMMESSA SULLE RISORSE DELLA PEDAGOGIA SALESIANA / RAChELE LANFRANChI
– come si è detto sopra – assumerà                 ma non c’è nulla che sostituisca l’in-
consapevolmente l’esperienza peda-                 contro faccia a faccia, e questo im-
gogica di don Bosco in spirito di fe-              plica lo “stare” con loro nel tessuto
deltà creativa e dinamica. Un’istanza,             della vita quotidiana».41
questa, richiamata da Paolo VI in molti
                                                   Le parole che Paolo VI il 26 gennaio
incontri con la Famiglia Salesiana.
                                                   1978, ultimo anno della sua vita, ri-
4.1. Fedeltà creativa e dinamica                   volge ai circa 200 Salesiani riuniti a
Parlare oggi di fedeltà o di tradizione            Roma per il XXI Capitolo Generale,
è rischioso, perché i termini possono              intercettano la chiamata di tanti gio-
essere fraintesi e indurre a credere               vani: «Figli carissimi, i ragazzi e i gio-
che siano sinonimi di fissità, non vo-              vani vi chiamano e vi attendono. […]
lontà di accettare le novità. È il pericolo        La gioventù vi chiama, vi chiama, ha
di sempre in cui inciampa qualunque                bisogno di voi, ha bisogno del vostro
persona che non sappia dare il giusto              sacrificio, della vostra dedizione, della
peso alle parole o addirittura non                 vostra intelligenza, della vostra bra-
sappia il loro significato. In un tempo             vura a giocare, a capirli, a insegnare,
nel quale le immagini prevalgono sulle             a educarli, a portarli su e a crescerli
parole e si rincorrono velocemente;                nella statura, davvero, dei figli di Dio,
in un mondo in cui nessuno ha tempo                dei figli della Chiesa! Sono milioni nel
di fermarsi ad ascoltare, l’educatore              mondo, talvolta sbandati e disorientati
non può rimanere sordo al grido ine-               da una molteplicità di voci discordanti,
spresso di tanti giovani, che chiedono             i quali aspettano da voi la parola di sal-
di uscire dalla solitudine nella quale             vezza, cercano la mano fraterna ed
rischiano di rimanere prigionieri e cer-           amica, che con serena sicurezza li
cano una mano amica, una madre,                    guidi verso l’Assoluto; invocano un
un padre, un amico, un fratello che                viso che non sia una maschera arte-
sappia e voglia ascoltarli. Non per                fatta, ma l’espressione limpida di un
nulla è stato detto che ascoltare è                amore che si apre al fratello in un

           RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LVI NUMERO 3 SETTEMBRE/DICEMBRE 2018   405
amore più grande, quale è quello di             Questo è ormai notissimo; non fare-
                          Dio, che “è più grande del nostro               mo citazioni, che la documentazione
                          cuore” (1 Io. 3, 20). Giovanni Bosco, il        della vita del nuovo Beato offre con
                          vostro padre, vi precede col suo passo          esuberante abbondanza; ma faremo
                          sempre giovanile e dinamico».42                 una sola riflessione, che noi credia-
                          Il discorso che, meglio di ogni altro,          mo, oggi specialmente, molto im-
                          dice cosa s’intenda per fedeltà crea-           portante; essa riguarda uno dei valori
                          tiva e dinamica è quello pronunciato            più discussi, in bene ed in male,
                          da Paolo VI il 29 ottobre 1972 alla Fa-         della cultura moderna, vogliamo dire
                          miglia Salesiana, che gremisce la Ba-           della tradizione. Don Rua ha inaugu-
                          silica di san Pietro in occasione della         rato una tradizione.
                          beatificazione di don Michele Rua:               La tradizione, che trova cultori e am-
                          «Chi è Don Rua? È il primo successore           miratori nel campo della cultura uma-
                          di Don Bosco, il Santo Fondatore dei            nistica, la storia, per esempio, il dive-
SISTEMA PREVENTIVO OGGI

                          Salesiani. E perché adesso Don Rua              nire filosofico, non è invece in onore
                          è beatificato, cioè glorificato? è bea-           nel campo operativo, dove piuttosto
                          tificato e glorificato appunto perché             la rottura della tradizione - la rivolu-
                          suo successore, cioè continuatore:              zione, il rinnovamento precipitoso, la
                          figlio, discepolo, imitatore; il quale ha        originalità sempre insofferente del-
                          fatto con altri ben si sa, ma primo fra         l’altrui scuola, l’indipendenza dal pas-
                          essi, dell’esempio del Santo una scuo-          sato, la liberazione di ogni vincolo -
                          la, della sua opera personale un’isti-          sembra diventata la norma della mo-
                          tuzione estesa, si può dire, su tutta la        dernità, la condizione del progresso,
                          terra; della sua vita una storia, della         Non contestiamo ciò che vi è di salu-
                          sua regola uno spirito, della sua santità       tare e di inevitabile in questo atteg-
                          un tipo, un modello; ha fatto della sor-        giamento della vita tesa in avanti, che
                          gente, una corrente, un fiume. […]               avanza nel tempo, nell’esperienza e
                          La prodigiosa fecondità della Famiglia          nella conquista delle realtà circostanti;
                          Salesiana, uno dei maggiori e più si-           ma metteremo sull’avviso circa il pe-
                          gnificativi fenomeni della perenne vi-           ricolo e il danno del ripudio cieco del-
                          talità della Chiesa nel secolo scorso           l’eredità che il passato, mediante una
                          e nel nostro, ha avuto in Don Bosco             tradizione saggia e selettiva, trasmette
                          l’origine, in Don Rua la continuità. È          alle nuove generazioni. Non tenendo
                          stato questo suo seguace, che fin                nel debito conto questo processo di
                          dagli umili inizi di Valdocco, ha servito       trasmissione, noi potremmo perdere
                          l’opera Salesiana nella sua virtualità          il tesoro accumulato della civiltà, ed
                          espansiva, ha capito la felicità della          essere obbligati a riconoscerci re-
                          formula, l’ha sviluppata con coerenza           grediti, non progrediti, e a ricominciare
                          testuale, ma con sempre geniale no-             da capo un’estenuante fatica. […]
                          vità. Don Rua è stato il fedelissimo,           Che cosa c’insegna Don Rua? Preci-
                          perciò il più umile ed insieme il più           samente, come dicevamo, Don Rua
                          valoroso dei figli di Don Bosco.                 c’insegna ad essere dei continuatori;

                           406      PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE AUXILIUM
cioè dei seguaci, degli alunni, dei               indicatori circa la via da percorrere o
maestri, se volete, purché discepoli              i sentieri da tracciare.
d’un superiore Maestro. […]».43                   La Famiglia Salesiana non è sguar-
Ai 200 e più Salesiani riuniti a Roma             nita nel campo dell’educazione. Ha
per il Capitolo Generale Speciale e               una bussola che, se usata corretta-
ricevuti in udienza il 20 dicembre                mente, le sa indicare le coordinate
1971 Paolo VI dice: «E se la nostra               dell’agire educativo, che non è mai
parola d’ordine nell’incontro prece-              ripetitivo perché deve sintonizzarsi
dente fu quella di “progredire”, la se-           con la persona del bambino, del-
conda parola, nel suo significato,                 l’adolescente o giovane che ha da-
può accordarsi con quanto sto per                 vanti, scoprendo e intuendo i suoi
dire a voi tutti e, adesso, con mag-              reali bisogni, le sue domande, le
giore cognizione di causa, perché                 sue fragilità e potenzialità. La Fami-
negli anni che sono passati tante                 glia Salesiana ha nel Sistema pre-

                                                                                                 SCOMMESSA SULLE RISORSE DELLA PEDAGOGIA SALESIANA / RAChELE LANFRANChI
volte ho avuto modo di conoscere la               ventivo di don Bosco un tesoro, ma
vostra attività e le vostre degne per-            anche un compito: quello di tradurre
sone; parola che sarà: “perseverare”,             l’esperienza educativa di don Bosco
perseverare, essere fedeli».44                    in un percorso che rimane fedele a
Molti altri testi potrebbero essere an-           quanto ricevuto e al tempo stesso è
cora citati, ma credo che quelli riportati        innovativo, creativo, dinamico.
bastino a spiegare quanto è racchiuso             Compito non facile, ma possibile se
nel titolo.                                       il cuore “arde” di carità. È quanto in-
                                                  dica l’attuale Rettor Maggiore ai Sa-
Conclusione                                       lesiani nella sua lettera per la convo-
L’educazione, l’ars artium, rimane la             cazione del prossimo Capitolo Ge-
sfida ineludibile per le società di ogni           nerale 28°: «Avere don Bosco come
tempo e latitudine. Non c’è dubbio,               modello significa per il salesiano di
infatti, che la scommessa più grande              oggi avere la mente e il cuore pieni
per l’avvenire stesso dell’umanità sia            dei valori dello spirito salesiano e
l’educazione dei giovani. In effetti il           della spiritualità che ci distingue e ci
mondo adulto, gli ambiti formativi, le            caratterizza. In questo spirito salesiano
istituzioni educative, avvertono di es-           la carità è il mezzo e il metodo fonda-
sere oggetto di una sfida decisiva, da             mentale del suo apostolato: l’instan-
cui passano il futuro e la qualità com-           cabile amabilità e la familiarità sono i
plessiva della società di domani.                 nomi salesiani della carità vissuta tra
L’educazione, dunque, rimane sem-                 i giovani. La simpatia, la capacità di
pre la “difficile arte”, che va appresa            fare il primo passo, il riconoscimento
quotidianamente nell’umile e discreto             dato a ciascuna persona, l’ottimismo
rapporto interpersonale e intergene-              e la gioia, lo spirito di famiglia…, de-
razionale, nella riflessione critica sul           vono essere gli elementi distintivi e
vissuto, nella spassionata ricerca o              specifici del nostro DNA salesiano.
riscoperta di valori che servano da               Per questo dire salesiano oggi do-

          RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LVI NUMERO 3 SETTEMBRE/DICEMBRE 2018   407
vrebbe essere lo stesso che dire sem-           ogni altra maturazione, non sempre
                          pre educatore, sempre amico».45                 è visibile, misurabile, quantificabile;
                          E papa Benedetto XVI, nell’individuare          coerenza tra parola e vita perché
                          alcune esigenze comuni di un’autentica          «L’uomo contemporaneo ascolta
                          educazione, scriveva: «Essa ha biso-            più volentieri i testimoni che i mae-
                          gno anzitutto di quella vicinanza e di          stri, o se ascolta i maestri lo fa per-
                          quella fiducia che nascono dall’amore:           ché sono dei testimoni».47
                          penso a quella prima e fondamentale             Non per nulla l’educazione è l’ars ar-
                          esperienza dell’amore che i bambini             tium…
                          fanno, o almeno dovrebbero fare, con
                          i loro genitori. Ma ogni vero educatore
                          sa che per educare deve donare qual-
                          cosa di se stesso e che soltanto così
                          può aiutare i suoi allievi a superare gli
SISTEMA PREVENTIVO OGGI

                          egoismi e a diventare a loro volta ca-
                          paci di autentico amore».46
                          L’educatore, inoltre, sa che le poten-
                          zialità dei ragazzi, dei giovani sono
                          infinitamente più grandi dei difetti,
                          dei limiti, degli sbagli, delle loro fragi-
                          lità. Il giovane, come dice don Mazzi,
                          è speranza, opera d’arte nascosta
                          dietro il ciarpame corporeo. Chi avreb-
                          be detto che in una pietra, un giorno,          NOTE
                                                                          1
                          Michelangelo avrebbe scoperto il Da-              Rachele Lanfranchi è Docente emerita di
                          vide? Chi sapeva che da una parete              Storia della pedagogia e dell’educazione nella
                                                                          Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione
                          sarebbe spuntata la cena di Leonardo,           «Auxilium» di Roma.
                          che sotto la crosta di un albero era            2
                                                                            Nelle Costituzioni dei Salesiani all’art. 5 la
                          nascosto un presepio napoletano?                Famiglia Salesiana è così definita: «Da Don
                          L’educatore, quindi, è chiamato a               Bosco trae origine un vasto movimento di
                          svelare l’opera d’arte nascosta in ogni         persone che, in vari modi, operano per la sal-
                                                                          vezza della gioventù. Egli stesso, oltre la So-
                          giovane; anzi, è chiamato ad aiutarlo
                                                                          cietà di san Francesco di Sales, fondò l’Istituto
                          a scoprirsi come capolavoro per il              delle Figlie di Maria Ausiliatrice e l’Associazione
                          fatto di esistere, di avere desideri,           dei Salesiani Cooperatori che, vivendo nel
                          sogni, di voler amare ed essere amato,          medesimo spirito e in comunione fra loro,
                                                                          continuano la missione da lui iniziata, con vo-
                          di sapersi fragile, bisognoso di pro-
                                                                          cazioni specifiche diverse. Insieme a questi
                          tezione come ogni cosa preziosa.                gruppi e ad altri nati in seguito formiamo la Fa-
                          Opera non facile che esige umiltà,              miglia salesiana. […] Gli Exallievi ne fanno
                          cioè capacità di decentrarsi per                parte per l’educazione ricevuta. La loro ap-
                                                                          partenenza diviene più stretta quando si im-
                          fare spazio a chi cresce pur con
                                                                          pegnano a partecipare alla missione salesiana
                          l’aiuto dell’educatore; pazienza per-           nel mondo» (Costituzioni della Società di san
                          ché la maturazione umana, più di                Francesco di Sales, Roma, Editrice S.D.B.

                           408      PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE AUXILIUM
2015). Nelle Costituzioni e Regolamenti del-             presenti a salutarlo con un applauso: «Questo
l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice all’art.   grande Papa della modernità, lo salutiamo
3 si legge: «Il nostro Istituto è parte viva della       con un applauso, tutti» (Francesco ricorda
Famiglia Salesiana che attualizza nella storia,          Paolo VI grande Papa della modernità, in Av-
in diverse forme, lo spirito e la missione di don        venire, 7 agosto 2018, 16). L’allora Presidente
Bosco esprimendone la novità perenne» (ISTI-             della Repubblica italiana, Sandro Pertini, re-
TUTO FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE, Costituzioni e        catosi a Castel Gandolfo subito dopo la notizia
Regolamenti dell’Istituto delle Figlie di Maria          della morte di Paolo VI, disse: «Abbiamo perso
Ausiliatrice, Roma 2015).                                un Papa che aveva capito i drammi della mo-
3
  MONTINI Giovanni Battista (Arcivescovo di              dernità e un vero artigiano del dialogo e della
Milano), Discorsi e scritti milanesi: I (1954-           pace» (MALNATI Ettore, Il ritratto. Magistero di
1957); II (1958-1960); III (1961-1963); IV Ap-           grande spessore evangelico e umano, in Av-
pendice e Indici, Brescia, Istituto Paolo VI -           venire, 5 agosto 2018, 16). E lo storico Giacomo
Roma, Studium 1997-1998.                                 Scanzi, ricordando il rapporto privilegiato che
4
                                                         Paolo VI intrattenne con le nuove generazioni
  Insegnamenti di Paolo VI. 16 voll., Libreria
                                                         per cui amava definirsi “un vecchio amico dei
Editrice Vaticana [LEV] 1965-1979. Vedi anche
                                                         giovani”, scrive: «Mi viene in mente il discorso
Indice delle materie contenute nei primi dodici

                                                                                                               SCOMMESSA SULLE RISORSE DELLA PEDAGOGIA SALESIANA / RAChELE LANFRANChI
                                                         pronunciato a Sydney per i giovani nel dicem-
volumi di Insegnamenti di Paolo VI 1963-1974,
                                                         bre del 1970 in cui li invitava ad aver coraggio
LEV 1977.
                                                         e in cui ricorda loro che la “Chiesa sa i valori
5
  CAPUTA Gianni, Con le mani e il cuore di don           di cui siete portatori”. Ma li incita a fare tesoro
Bosco… Discorsi di papa Montini alla Famiglia            della grande tradizione del passato. In ogni
Salesiana (1955-1978) = Spirito e Vita 10, Ro-           suo intervento anche da giovane assistente
ma, Libreria Ateneo Salesiano [LAS] 1982. Il             della FUCI negli anni Trenta chiede il coraggio
volume riporta interventi, parole, atteggiamenti         della scelta» (RIZZI Filippo, Giacomo Scanzi:
di G.B. Montini-Paolo VI che non si trovano              comprese le istanze dei giovani, in Avvenire 7
nei testi ufficiali e proprio per questo risulta          agosto 2018, 16).
prezioso.                                                8
                                                           Si vedano i riferimenti alle Congregazioni e
6
  I Salesiani, membri della Società Salesiana,           Istituti religiosi maschili e femminili dediti al-
sono riconosciuti nella Chiesa cattolica come            l’educazione nel vol. IV: Appendice e Indici
istituto religioso clericale dedito alle opere di        dei Discorsi e scritti milanesi e nel volume
apostolato. Don Bosco (1815-1888), ispiran-              Indice delle materie contenute nei primi dodici
dosi alla bontà e allo zelo di san Francesco di          volumi di Insegnamenti di Paolo VI 1963-1974
Sales, il 18 dicembre del 1859 dà inizio alla            segnalati alla nota 4.
Pia Società di S. Francesco di Sales con un
                                                         9
gruppo di giovani suoi allievi e collaboratori             Discorso di S.S. Paolo VI durante l’udienza
che, con lui e come lui, decidono di “consa-             accordata ai membri del Capitolo Generale
crarsi” totalmente al bene della gioventù, spe-          Speciale, Allegato 5, in Capitolo Generale
cie quella più povera.                                   Speciale XX. Roma 10 giugno 1971 – 5 gennaio
7
                                                         1972, 587-591.
  Molte le testimonianze che si possono recare.
                                                         10
Ne riporto alcune. Negli anni 1924-1933 in cui              Renato Ziggiotti (1892-1983) quinto suc-
fu assistente ecclesiastico della FUCI [Fede-            cessore di Don Bosco dal 1952 al 1965. Nei
razione Universitaria Cattolica Italiana] «maturò        tredici anni in cui fu Rettor Maggiore i Salesiani
la sua vocazione di apostolo-educatore che               conobbero il periodo di massima diffusione in
aveva avuto il suo “rodaggio” a Brescia; essa            Italia e nel mondo. Volle visitare le Ispettorie e
darà un tono distintivo a tutta la sua successiva        tutte le case della Congregazione (e quasi
attività pastorale, caratterizzata da grande af-         tutte quelle delle Figlie di Maria Ausiliatrice) e
fetto ai giovani e da acuta sensibilità ai problemi      parlare, anche se brevemente, con ognuno
pedagogici e culturali» (CAPUTA, Con le mani             dei confratelli, ad eccezione di pochi settori
12). Papa Francesco all’Angelus del 5 agosto             soprattutto nell’Europa di oltre cortina. Prese
2018 ricorda che 40 anni fa, il 6 agosto 1978,           contatto con i vari gruppi della Famiglia Sale-
moriva a Castel Gandolfo Paolo VI e invita i             siana. Queste visite ne logorarono la salute

              RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LVI NUMERO 3 SETTEMBRE/DICEMBRE 2018        409
ma le realizzò con coraggio e sacrificio, per-        che ogni notte ha la sua alba, ogni pena il suo
                          cependo l’urgenza di tessere unità nei tempi         sbocco, ogni storia il suo senso» (COMUNITÀ
                          nuovi che già erano all’orizzonte. Nel maggio        SALESIANA DI ARESE, Dalla parte dei giovani. Ri-
                          del 1965, a quasi 74 anni, lucido, ma provato        cordando don Della Torre, Arese, Centro Sa-
                          dai viaggi e dalle sedute del Concilio Vaticano      lesiano San Domenico Savio 2009, 14).
                          II, decise di ritirarsi dal proprio incarico di      13
                                                                                  DELLA TORRE Francesco, Lettera a Thomas
                          Rettor Maggiore, rompendo con la tradizione
                                                                               hall (a cura del Gruppo “Amici di don Della
                          dei suoi predecessori, che erano rimasti al go-
                                                                               Torre”), Arese (MI), Scuola Grafica del Centro
                          verno della Congregazione fino alla morte.
                                                                               Salesiano 1969, 7-8. Si tratta dell’unica opera
                          Paolo VI il 21 maggio 1965, ricevendo i membri
                                                                               scritta da don Della Torre. È una rilettura del
                          del Capitolo Generale dei Salesiani, svoltosi a
                                                                               metodo di don Bosco che nell’Arese dei primi
                          Roma, così si rivolge a don Ziggiotti: «Salutiamo
                                                                               anni ha segnato il passaggio dalla repressione
                          pertanto con affettuosa riverenza il caro Rettor
                                                                               al metodo del “cuore”, fondato sulla ragione,
                          Maggiore uscente, Don Renato Ziggiotti, col
                                                                               la religione e l’amorevolezza. Thomas Hall,
                          quale noi stessi avemmo felici rapporti di ami-
                                                                               poco più che ventenne passò dalla Chiesa an-
                          chevole comprensione e di efficace collabo-
                                                                               glicana alla Chiesa cattolica e in seguito di-
                          razione, e del quale seguimmo con ammira-
                                                                               venne salesiano. Come Ispettore resse le pro-
                          zione e con plauso l’opera intelligente, instan-
SISTEMA PREVENTIVO OGGI

                                                                               vincie dell’Inghilterra, dell’Irlanda, di Malta e
                          cabile e tanto positiva. Don Bosco, pensiamo,
                                                                               del Sud Africa. A Londra furono avviate due
                          può essere contento di lui, come lo sono tutti
                                                                               case non dissimili da quella di Arese ed è per
                          i confratelli e gli assistiti della Congregazione
                                                                               questo che don Della Torre indirizza il suo
                          Salesiana: il Signore lo benedica!» (CAPUTA,
                                                                               scritto in forma di lettera all’amico e confratello
                          Con le mani 83).
                                                                               Thomas Hall.
                          11
                             «In forma ufficiale, o come studiosi di peda-      14
                                                                                  Lettera di Montini a don Ziggiotti, in Archivio
                          gogia, giunsero personalità dagli U.S.A., Israe-
                                                                               Salesiano Centrale, Roma, F387.
                          le, Belgio e Giappone» (Pagine di storia aresina,
                                                                               15
                          in CENTRO SALESIANO SAN DOMENICO SAVIO,                   DELLA TORRE, Lettera 5-6.
                          Arese anni 50, Arese, Scuola grafica del Centro       16
                                                                                    Ivi 6.
                          Salesiano 2007, 16).
                                                                               17
                          12
                                                                                  Il Sistema Preventivo è una un’esperienza,
                            Don Francesco Beniamino Della Torre (1912-
                                                                               un’espressione di arte educativa caratterizzate
                          1969), chiamato familiarmente don Della dai
                                                                               da: volontà di stare tra i giovani; accoglienza
                          ragazzi, Salesiani e collaboratori è nato a Pral-
                                                                               incondizionata; fiducia nel bene presente in
                          boino (Brescia) ed è morto a Milano il 24 Gen-
                                                                               ogni giovane; centralità della ragione, fatta ra-
                          naio 1969, mentre si trovava tra i giovani uni-
                                                                               gionevolezza delle richieste e delle norme,
                          versitari della Bocconi, come direttore spiri-
                                                                               flessibilità e persuasione nelle proposte; della
                          tuale. È sepolto nella cappella del Centro Sa-
                                                                               religione, intesa come sviluppo del senso di
                          lesiano di Arese. È stato uno dei personaggi
                                                                               Dio insito in ogni persona e sforzo di evange-
                          più interessanti della Chiesa milanese negli
                                                                               lizzazione cristiana; dell’amorevolezza, che si
                          anni Cinquanta-Sessanta: protagonista della
                                                                               esprime come amore educativo che aiuta a
                          Resistenza, fondatore - su incarico del Cardinal
                                                                               crescere, a divenire autonomi, liberi, respon-
                          Schuster - delle Opere Sociali Don Bosco di
                                                                               sabili e crea fiducia reciproca; ambiente posi-
                          Sesto San Giovanni, nel 1955 ha fondato ad
                                                                               tivo intessuto di relazioni personali autentiche;
                          Arese il Centro Salesiano San Domenico Savio,
                                                                               stile di animazione, che crede nelle risorse
                          che sostituiva il ‘Beccaria’, l’istituto di riedu-
                                                                               positive del giovane rendendolo protagonista
                          cazione che dal 1923 accoglieva i ragazzi in
                                                                               del suo percorso educativo.
                          difficoltà, chiamati ‘barabitt’, i piccoli barab-
                                                                               18
                          ba.(Cf http://www.legnanonews.com/news/1/               Giovanni Bosco (1815-1888) nasce nella lo-
                          1231/ [9-08-2018]). Le seguenti parole foto-         calità dei Becchi, presso Castelnuovo (Asti),
                          grafano, come un’istantanea, don Della Torre:        da famiglia contadina. Orfano di padre a due
                          «La sua è “stata una vocazione pagata ogni           anni conosce le difficoltà della povertà. Diventa
                          giorno quattro soldi di pelle propria”. Ha corso     sacerdote nel 1841. Si stabilisce a Torino e si
                          lungo le strade della speranza nella certezza        dedica all’educazione dei giovani, special-

                               410    PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE AUXILIUM
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